con la partecipazione di:
A N NA M MAR I NO BAR BAR A C COMELES BAR BAR A P PEDR OLLO DESIR ÈE C CHAR MA N EMMA C CA N NAVALE FEDER ICA G GASPAR I FEDR A C CAMPI GIOVA N NA LILIA NA T TUOZZO LI NDA L LER CAR I LOR IA NA L LUCCIAR I NI MAR TI NA S SEMILIA MELA S S pace NU NZIA A ASSU NTA D D'AQUALE PAOLA R R OELA YLE NIA B BAGATO FR A NCESCO G GIAMMO NA GIOVA N NI B BER IA IL C CAPITA NO LUPO A ALBER TO MAUR O A A. – N Pencil Naughty P MIMMO L LA S STELLA PAK AL PIETR O S SA NZER I STEVE M MER LI N TO NY T THE S SUB ULISSE VI NCE NZO C CI NA N NI VLADIMIR O M MER ISI
i r o t u A
La caratteristica di questo nostro Calendario è il tema: l’Eros, in quanto componente fondamentale dell’Amore, raccontato nella sua connotazione al femminile. Celebreremo soprattutto la Donna ma non con i classici slogan o i consunti luoghi comuni: bensì quella vera, piena di passioni e incertezze, attenta e frivola; oggi di fuoco, domani glaciale. Quella Donna che a volte viene fraintesa, in questa società società “mordi e fuggi”, dove tanti sono disposti a credere che tutto si può comprare e in certi casi, purtroppo, ottenere… nere… anche ricorrendo alla violenza. Le donne, gli Amori e... i Cavalieri che troverete nel Calendario sono un ritratto, un piccolo contributo, alla comprensione del complicato e affascinante universo femminile, raccontato da chi ha fatto della comunicazione artistica più che un hobby, una Passione...
Quar ta E Edizione -- M Mar zo 2 2016 a cura di “The Queens”
Le ttue m mani s su d di m me di B arbar arbar a Pedroll Pedroll o
Entri in casa e mi guardi. Sei bello come la prima volta che ti ho visto, non sei cambiato in nulla. Il sorriso è sempre lo stesso, la luce dei tuoi occhi risplende esattamente come il giorno che ci siamo incontrati. Non mi alzo, rimango nell’abbraccio rassicurante del divano con la tazza della tit isana in mano. Ti sorrido e tu avanzi piano verso di me. Ti togli la giacca e la appoggi al bracciolo, allenti la cravatta e inizi a sbottonarti la camicia di un blu deciso. Riprende il blu profondo dei tuoi occhi. Quante volte mi sono persa dentro di loro. Ti fisso mentre continui i tuoi gesti ipnotici, anche la camicia finisce sul divano accanto a me. Il tuo torace scolpito è un’opera d’arte. Come lo è ogni singola parparte di te. Ti siedi accanto a me e sorridi dolcemente, come solo tu sai fare. Mi accarezzi la guancia con la tua mano calda. Socchiudo un secondo gli occhi, voglio tenere con me a lungo la sensazione della nostra pelle che si tocca. Mi sposti una ciocca di capelli e me la la fissi dietro l’orecchio. Mi sono mancati tanto questi gesti, questo nostro viverci. Mi sei mancato tu, più di qualsiasi altra cosa al mondo. Adesso sei di nuovo qui vicino a me e, so che mi vuoi con la stessa intensità che ti voglio io. Vorrei parlare, dirti qualcosa, ma non voglio spezzare questo attimo prezioso. Qui le parole non servono, sono i nostri gesti a farlo per noi. Perché Perc hé sappiamo cosa proviamo l’una l’una per l’altro. l’altro. È un sentimento unico, come lo siamo noi due insieme. Mi baci la fronte, poi scendi e baci la mia tempia. Il cuore inizia a battermi più forte. Le tue labbra trovano la mia mia mandibola e lasciano una scia di baci carichi di desiderio. Rimango immobile e assaporo quello che mi stai regalando, quello che mi vuoi regalare. Quando trovi la strada per le mie
labbra rispondo al tuo bacio con passione. Perché voglio tutto quello che mi puoi dare, anche se sarà per poco, anche se durerà solo un attimo. Adesso, qui, questo attimo è solo mio. Non esiste il passato, non esiste tua moglie. Esistiamo solo noi, i nostri respiri, i nostri corpi assetati di vita. Non smetterei mai di baciarti. Ma come ogni cosa anche questa è destinata a finire, scosti le tue labbra carnose dalle mie. Mi chiedo quando mi parlerai, perché so che lo farai. Ho già paura di sentire quelle parole, ho paura di sapere chi hai scelto tra lei e me. Dicono che gli uomini sposati non lasciano mai le proprie mogli, ma io so che tu sei diverso dal resto degli uomini, o dovrei dire dal resto del genere maschile. Mi fissi e poi fai un lungo respiro. Eccolo il momento che ho tanto temuto. Pensavo facesse più paura, invece è un momento come tanti altri. Poso la tazza e aspetto le tue parole. Sembri nervoso, stanco. Ti passi le mani tra i capelli neri, non ho mai visto un nero più lucente. ─ Ho parlato con mia moglie. Hai lo sguardo quasi assente. Dove sei davvero con i pensieri? ─ Le hai raccontato racco ntato di noi? Fai un lungo respiro prima di rispondere. E io tremo. ─ Sì, le ho detto tutto. ─ Come l’ha presa? presa ? Ecco, adesso viene il bello. O il brutto, dipende da come mi risponderai. ─ Mi ha perdonato. Sento come un peso, un macigno, che mi sta sprofondando dentro al cuore. ─ Ti ha perdonato? perdo nato?
─ Sì, esatto. es atto. Sembri calmo, troppo calmo per una notizia del genere. E allora capisco, capisco ogni dannatissima cosa. ─ Cosa mi devi dire? ─ Non è facile. Adesso sei diventato di nuovo nervoso. Adesso devi dimostrare di essere davvero un uomo. ─ Dillo e basta. bas ta. Non esiste un modo giusto per dire le cose. Mi alzo in piedi e ti fisso. Voglio mettere una distanza tra di noi. Perché se resto su quel divano insieme a te potrei non essere così forte da resisterti. Da resistere all’attrazione incontrollabile che ho di te. ─ Vuole che torniamo tornia mo insieme, anche per i bambini. ─ Stare insieme solo per i figli figli non basta per fare andare bene le cose. cose . ─ Lo so. Hai già deciso. Non so se sono più delusa o arrabbiata. ─ Mi hai detto che non vi amate più, che la vostra è solo routine. Mi inchiodi con i tuoi intesi occhi blu, come la notte, come il mare in tempesta. ─ Infatti Infatti è così. Anzi, è stato così fino a poco tempo fa. Poi però mi sono accorto che mi mancava. Ci conosciamo conoscia mo da una vita io e lei, siamo cresciuti insieme. Lo so, alle volte me lo hai accennato. Non mi hai mai parlato troppo di lei, ma alcune cose me le ricordo eccome. Noi donne do nne siamo s iamo fatte così, cos ì, abbiamo abb iamo una memoria me moria di ferro. A questo punto una cosa la voglio sapere, la devo sapere.
─ La ami a mi ancora? ─ Una parte di d i me non ha mai smesso di amarla. Le tue parole sono come una lama affilata che entra in profondità dentro di me. Taglia il mio cuore in tantissimi pezzi, mi squarcia l’anima. Trattengo a stento le lacrime. ─ E io cosa sono s ono stata per te? te ? Ti alzi dal divano abbattendo la distanza tra di noi. Ti fermi a pochi passi da me. ─ Tu T u sei se i l’altra parte del mio cuore. Quella parte che mi ha fatto sentire ancora vivo, che mi ha dato il coraggio di affrontare ogni cosa che non andava. ─ Stiamo insieme da quasi un anno e lo hai capito solo adesso che la ami ancora? ─ L’ho capito da poco. Sorrido, in fondo a me stessa l’ho sempre saputo. Non sei mai stato mio. Ho avuto solo il tuo corpo. E forse per brevi attimi una scheggia della tua anima. Ma il tuo cuore, quello no. ─ Quindi questo è un addio? ─ No, io non so decidermi. decider mi. Ti amo, ma amo anche amo anche lei. Lo so che può sembrare pazzesco, ma lei la amo per alcune cose a te ti amo per altre. Ma è pur sempre amore. Aspetto qualche istante prima di parlarti. C’è una grande differenza tra amare la persona che ci sta accanto e amare l’idea dell’amore. Tu, a quanto pare non l’hai ancora capicap ito. E c’è andato di mezzo il mio cuore, come sempre. ─ Io invece ho scelto sce lto solo te. Ho scelto di crederti quando mi hai detto che l’avresti lasciata, ho scelto di crederti tutte
le volte che mi hai detto che mi amavi. Non si possono amare due persone nella stessa misura, una delle due la si ama sempre un po’ di meno. Cerchi di fare un altro passo verso di me, ma io mi allontano un po’. ─ Ti amo amo ancora, forse più di prima. pr ima. ─ L’am L’a more si deve de ve dimostrare. Ti passi la mano tra i capelli in modo nervoso. Sai già che mi hai persa. Per sempre. ─ Devi cercare di d i capirmi, lo faccio anche a nche per i miei figli. Eccola qui la carta dei figli, ma loro non c’entrano mai con i casini che facciamo noi. ─ Lascia stare i tuoi t uoi figli adesso. adesso. Credi che non si accorgano che fingete? I bambini non sono stupidi, i veri stupidi siamo noi adulti. ─ Hai ragione ragio ne sono uno stupido. Rimani lì, immobile, come una statuina di cera. Ho di nuovo donato tutta me stessa all’uomo sbagliato. Sento di nuonu ovo quel freddo stringermi il cuore. Lo sento nelle ossa, un po’ dappertutto. ─ Credevo di avere trovato l’uomo della mia vita, ma ev eviidentemente mi sono ancora una volta sbagliata. Sai a cosa mi riferisco, perché conosci il mio passato. Ho diviso i miei giorni per anni con un uomo violento, che non solo non mi ha mai amata ma diceva di farlo dandomi un sacco di botte. ─ Non ti sei se i sbagliata con me, io ti amo sul serio. ─ Hai deciso dec iso di tornare da tua moglie, moglie, questo q uesto non è amore. Per la prima volta ti vedo fragile. Forse più di me.
─ Sono solo confuso. Guardo fuori dalla finestra, dei colombi si sono alzati in volo. Vorrei essere come loro, vorrei essere capace di volar via da tutto questo dolore. ─ Questa cosa cos a fa addirittura addirittura più male delle de lle botte del mio ex marito. Azzeri la nostra distanza fisica e mi abbracci. Il calore del tuo corpo che è stato mio tante volte mi rassicura. Per un attimo, uno solo, sono tentata di abbracciarti a mia volta. Ma non ci riesco. Non ci riesco più. ─ Mi dispiace. Mi dispiace tantissimo tantissimo di averti ferita. Non era mia intenzione farlo. In un secondo inizi a baciarmi le labbra, il viso, le lacrime. Ma io non ti voglio a metà. Non ti voglio più così. E mi maledico per averti creduto, per aver creduto che saresti un giorno stato finalmente mio. Solo mio. ─ Cosa stai facendo? Le tue mani sono ovunque, sul mio corpo, sul mio cuore, nella mia anima. Quelle mani che mi hanno amata, desiderata, abbracciata e consolata un sacco di volte. Quelle mani adesso sono estranee. Sento che il tuo corpo si è eccitato, ma io non ti voglio così. E non voglio più essere usata da un uomo che non sa amare neanche se stesso. ─ Voglio fare l’amore con te. Mi stacco da te, dai tuoi pensieri, da quelle labbra pazzesche. Rimani stupito e un po’ deluso. Ma mai quanto lo lo sono io. ─ Vai a casa da tua moglie, dalla tua famiglia.
Cerchi di prendermi un braccio, ma io mi allontano bruscamente. ─ Aspetta… ─ Ti porterò nel mio cuore per tanto tempo. E so già che sarà così. Come si fa a dimenticare chi ti ha fatto sentire importante? Chi ti ha desiderata dopo tanto tempo? Chi ti ha donato di nuovo fiducia negli uomini? Chi ti ha insegnato di nuovo a respirare? ─ Non fare così, c osì, possiamo… Ti osservo con gli occhi più freddi che abbia mai avuto. Questa volta non possiamo più. ─ Vestiti e vattene. vatte ne. Fai come ti ho detto. Ti rimetti la camicia e la giacca. Poi rimani fermo per un istante. ─ Ti amo. a mo. Ti ho sempre am a mata. ─ Tu non sai sa i cos’è l’am l’a more. Prima di aprire la porta di casa mi dici le ultime parole che sentirò dalla tua bocca. ─ Riuscirai mai a perdonarmi? pe rdonarmi? Quando esci, scoppio a piangere. La risposta te la do nella mia testa. Riuscirò a perdonarti, forse l’ho già fatto. Perché noi donne siamo fatte così, quando amiamo davvero doniamo tutte noi stesse. E perdoniamo anche quando ci riempite di botte, perché crediamo con il nostro amore di farvi cambiare. Vi perdoniamo anche quando ci tradite e ci dite che non lo farete più. Quando oltre alla nostra fiducia tradite anche la nostra intelligenza. Vi perdoniamo perché siamo fatte per amare. Vi perdoniamo anche quando ci fate
la promessa di lasciare vostra moglie. Vi crediamo e vi perdoniamo perché crediamo credia mo prima di tutto nell’amore e nel suo grande potere. Mi asciugo le lacrime e penso che tutte le donne hanno il diritto di essere amate, rispettate, capite. Ogni donna, infine, ha il diritto di vivere una storia d’amore da favola. Perché se la merita. E merita di avere accanto un uomo vero, che le mani le alza solo per abbracciare, sorreggere e amare. E soprattutto ogni donna merita un uomo sincero, che la ami esattamente per quella che è. Senza volerla cambiare. So già, che come tutte le donne, appena il cuore farà meno male darò ad un altro uomo l’opportunità di ferirmi ancora. Oppure gli darò l’opportunità di amarmi sul serio.
Aiutami a a llasciar ti di Vl adimir o M er isi isi
aiutami a lasciarti che non senta più le tue mani, il tuo corpo leggero fremere nell’attesa: Per sempre sentirò sapore di vento attraversarmi i capelli, odore di muschio selvaggio impregnare lenzuola disfatte: ma ora: aiutami a lasciarti che non senta più le tue mani, il tuo corpo leggero fremere nell’attesa. Il Tempo a nessuno restituirà la bambina che ero: la tua donna al Tempo ha consegnato la sua verginità nel cosciente abbandono d’amore, in istanti dolcissimi ne hai fatto incancellabile Storia, ma ora:
aiutami a lasciarti che non senta più le tue mani, il tuo corpo leggero fremere nell’attesa E non dirmi che durerà di più: più delle stagioni, dei venti e delle piogge più del sazio respiro dell’amante appagato… Io lo so: durerà di più ma io, ora non devo pensarci o non riuscirei a lasciarti! E Tu, amore aiutami, se puoi, se soffri una goccia meno di me!
The S Show m must g go o on di Pietr Pietr o Sanz Sanze er i
Era un sabato di fine estate. Jack e Aksel si trovavano fuori dal supermercato con le sigarette quasi alla finitura mentre aspettavano Karla. Quella sera compiva diciassette anni e avevano deciso di festeggiarlo a Grenen. Nel frattempo avevano acceso una seconda sigaretta, non erano neanche a metà che arrivò la ragazza. «finalmente sei arrivata». «Entriamo che dobbiamo comprare tante cose.» dissero all’unisono Jack e Aksel. «Ragazzi che intenzioni avete?» «Niente, niente». «Una serata tra amici a bere e a guardare lo spettacolo dei due mari». “L’unirsi senza toccarsi, come due anime nella notte che si sfiorano in un unico delicato tocco”. «Karla, le tue amiche ci sono? » «Emma, Kirsten ed Else le ho chiamate ieri sera e vengono». «E le sorelle Tettone?» «viene solo Ellen». Aksel era innamorato di Page, l’altra sorella, quella sera se la voleva scopare ma doveva optare per la sua gemella. Aveva i capelli corti e biondi con le mesches di un blu cobalto coba lto che la rendevano rende vano una ragazza normale ma schifosamente sexy e sensuale con un fisico che faceva resuscitare i morti. La più troia delle sorelle. Erano da poco passate le diciannove. Una leggera brezza, accarezzava accarezza va i capelli ca pelli dei cinque ragazzi che muniti di biciclette percorrevano la Bojlevejen in direzione Grenen. Erano preceduti dalla macchina di Ellen, l’unica con la patente. Stavano procedendo verso sud superando Akandevej e andandosi a ricongiungere con la statale quaranta, superarono il bunker Museum e dopo dieci minuti di pedalare arrivarono a destinazione. Nel cofano della macchina c’erano due borse frigo con la car -ne -ne e le birre. Nella spiaggia di sera si poteva ammirare, il faro che diffondeva luce, illuminando la distesa di soffice sabbia con alla destra
la bandiera bianca e rossa della Danimarca che salutava il loro cammino. Le onde trasportate dal vento, oscillavano indisturbate. Dopo aver sistemato le tovaglie per terra e aver montato la grande tenda i due uomini andarono a prendere la legna accanto al faro in disuso da qualche tempo. Fecero un bel fuoco che illuminava i loro volti, distesi e felici. Aprirono le prime birre, erano ghiacciate. Mentre parlavano del più e del meno, iniziarono a fare il gioco della bottiglia. La chitarra era in una tenda nell’attesa di essere essere suonata. Erano da soli in spiaggia e dopo un po’ il gioco si fece caldo e si ritrovarono nunudi. Il fuoco scoppiettava, riscaldando i loro corpi. Ellen, Elsa e Aksel, iniziarono a baciarsi, giocando con le proprie lingue. Il cazzo di Aksel si era indurito induri to dall’eccitazione. Karla, la festeggiata guardava toccandosi il seno e mastur bandosi davanti alle sue amiche. Era una festa di co complempleanno calda e non solo per il fuoco. Erano già brilli. Per non perdere completamente completa mente i sensi e addormentarsi addormen tarsi con la paupa ura di essere scoperti da qualche malintenzionato, i due amici dopo aver preso due tazze di caffè nero e forte, iniziarono a preparare la carne. Mangiarono di gusto, riprendendosi leggermente dalla sonnolenza e dall’alcool. Erano da popoco passate le dieci, la luna brillava su nel cielo e un delicato venticello aveva lasciato posto a una leggera pioggerella. I ragazzi entrarono nella grande tenda. Karla prese la torta da una borsa frigo e propose ai maschi per riscaldare ulteriormente quella fredda nottata primaverile, con lo strip bar. I ragazzi ragazz i erano eccitati e con la testa annuirono ecciecc itandosi ancora di più. La biondina, prese la torta e con un coltello la spalmò nei corpi di Emma e Karla cospargendoli
di Rum. Jack e Aksel ancora nudi ma accaldati iniziarono a leccare quel miscuglio di panna e crema al sapore di alcool. Poi dopo aver ripulito il corpo delle ragazze le girarono. Iniziarono a leccarle, collo, schiena, sedere. Poi le penetrarono. La festeggiata iniziò a gridare urlando a squarciagola, Jack spingeva sempre più forte, la mano nella bocca per attutire il suono. Stessa cosa stava facendo Aksel. Le tre ragazze si baciavano e leccavano la figa tra di loro. Quella notte stava per finire quando sentirono un rumore dietro di loro. Un uomo con una felpa nera li stava osservando da dietro una duna. Karla urlo spaventandosi, l’uomo l’uomo avanzò e prese Ellen per i capelli, cape lli, la ragazza stava piangendo. «chi sei?» disse Jack. L’uomo non parlava «chi sei?» ripeté Kirsten, nonostante la timidezza. Intanto il guardone aveva impugnato un coltello e lo puntava in direzione del collo della malcapitata. Kirsten Senza farsi notare, prese la pistola dalla giacca e sparò. L’uomo cadde per terra in una pozza di sangue. Le ragazze urlarono. «Cazzo. Che hai fatto? Lo hai ucciso.» «Se non lo uccidevo io, ci uccideva tutti.» «Se ti beccano puoi dire addio al tuo sogno, lo sai? » «Si, lo so, coglione». «e ora che facciamo?» «voi ragazze, andate a lavare la pistola e buttatela in fondo all’oceano dietro gli scogli. Rabit, vieni con me, me , prendiamo il corpo.» «i due ragazzi presero il corpo privo di vita dell’ubriacone e lo andarono a nascondere a due chilometri dalla spiaggia non prima di aver bruciato i vestiti». Dopo un po’ di tem-po tem-po ritornarono, bagnate fradice e senza la pistola. Mentre si ri-scaldavano tra di loro, riferirono che avevano buttato la pistola in fondo all’oceano a cento metri di distanza dagli scogli. Erano le quattro di mattina e i ra
gazzi esausti ritornarono a Skagen. In quella calda domenica, Rabit come veniva chiamato dagli amici, camminava indisturbato per la sua strada. Il sole era abbastanza caldo per una giornata primaverile in Danimarca. Mentre era soso vrappensiero, ripensando alla sera prima, urtò accidentalmente una figura, non si accorse se era maschio o femmina, chiese scusa e continuò per il suo cammino, dopo pochi passi sentì s entì una dolce do lce voce che gli inveiva contro si s i fermò e si girò. Una ragazza bionda era distesa per terra che si toccava la caviglia sinistra, ritornò indietro aumentando l’andatura e arrivato arrivato vicino la ragazza, la aiutò ad alzarsi. «Pezzo di merda, mi hai fatto cadere». «Ho un male fottuto alla caviglia.» «Scusa non volevo farti cadere, mi dispiace, ero sovrappensiero e non mi sono accorto che c’erano perpe rsone nel mio cammino». «Stronzo, aiutami ad alzare. Comunque io sono Jesika» «Si scusa, appoggiati a me. Io sono Jack». «Jack offrimi del whisky a casa tua, abiti da solo?» «Si. Prima compriamo qualcosa da mangiare.» Jesika continuava a zoppicare, aveva un male cane alla caviglia. Era una bellissima quindicenne bionda con gli occhi azzurri. La classica ragazza scandinava. Aveva un bel seno e un minuscolo tatuaggio sotto l’occhio l’occhio sinistro. I due ragazzi ritornarono indietro passando nuovamente davanti alla chiesa. chiesa . Fuori nel grande parcheggio non era e ra rimasto nessuno, tutti attratti a ttratti dal da l nuovo parroco. Arrivarono davanti dava nti al superm super mercato erca to ed entrarono. entraro no. Comprarono della platessa, del salmone, mayonese, caviale e del pane di segale. Jack pagò e uscirono. Arrivati a casa, posarono il tutto in cucina e si trasferirono in terrazza con due bicchieri di whisky in mano. Si misero a parlare e
scoprirono molti interessi in comune. Amavano entrambi il metal e il sesso e poesia. Lei era una grandissima scrittrice, nonostante la giovane età. Prevalentemente scriveva romanzi erotici ma non disdegnava la poesia. Era la più giovane autrice della Danimarca. Aveva ricevuto un sacco di soldi dalla prima pubblicazione ma in fondo al suo cuore era triste. Fuori la pioggia scrosciante batteva sulle tegole e la bandiera danese sventolava all’unisono con il vento. Avevano entrambi il bicchiere di whisky in mano e due piatti con dei gustosi Stjerneskud. Lui era un bravissimo cuoco e lei amava la sua cucina molto piccante e afrodisiaca. Si conoscevano da sette mesi ma lei cercava il momento giusto per confidargli che lo a mava. Lui non voleva essere trasportato in questo turbine di piacere, non voleva mentire, odiava farlo e non voleva ferire i sentimenti della ragazza. Erano a letto da qualche minuto, Lei era nuda con la sola eccezione per i calzini portafortuna e l’enorme membro di Jack in bocca. I pompini erano la cosa che preferiva. Amava sentire il liquido caldo in bocca. Era una troia e amava questa definizione. Dopo averla penetrata nella sua figa rasata, si accese una Philip Morris e andò a pisciare. «Jesika, noi scopiamo da quasi due anni, non ti va di scoprire cose nuove?» Jack non voleva dire la parola Amore, aveva paura. Sapeva dentro il suo cuore che amava quella ragazza ma non riusciva ad e-sprimere i suoi veri sentimenti. «Jack che vuoi dire?» « Io ti voglio bene ma portiamo il nostro rapporto a un livello successivo». «Jack hai detto che mi ami?» Dopo aver finito di pisciare andò verso la ragazza che nel frattempo si era alzata in piedi per accendersi una sigaretta, la
girò con forza e la penetrò in quel suo candido culetto. Lei non era mai stata presa da dietro e gridò come una cagna cagna in calore. Poi Jack si vestì, baciò Jesika e uscì in terrazzo. Fuori l’aria era fredda ma lui non sentiva il vento che gli sferzava la faccia, non sentiva che la pioggia stava aumentando di ritmo, sentiva solo la sua felicità. Aveva bisogno di pensare al suo futuro, al suo passato che ritornava e al suo presente con la storia d’amore che stava nascendo. Poi mentre Jack si vestiva, le disse quello che sapeva da tempo. «Jesika, ho deciso di partire. Voglio viaggiare e cercare di trovare lavoro. Ho ventidue anni e se resto qui non concluderò un cazzo». «e dove vuoi andare?» «non lo so, ma lontano da qui» Jesika nel frattempo si era messa a piangere, amava Jack e non voleva lasciarlo. «Jack io ti amo e so che mi ami anche tu, ma noi due come faremo?» «Non lo so, ci penseremo a tempo debito.» de bito.» «So che non posso convincerti ma portami con te. » «Io senza di te, morirei.» «Jesika, hai vent’anni, ven t’anni, la tua vita è qui,se vuoi vieni con me, non ti fermerò». «Grazie Jack, Ti amo».
Pr endimi di L or iana L ucc ucciari ni
Prendimi, riempimi, stanami, rincorrimi, esplora ogni angolo di me espandi questo bisogno che ho di te, fino a dilatarlo nell’anima, fino a trovare ogni nascondiglio. Prendimi, afferrami, completami, svuotami fino a che il mio sudore disegnerà sulla tua pelle voluttuose geometrie. Fino a che urlerò forte il tuo nome e il mio richiamo graffierà i tuoi occhi. Prendimi, ondeggia dentro me, in questa danza antica e animale, forte e crudele, di bramosia e desiderio, fino a che basterà il silenzio, con la sua poesia, a far tacere i miei sensi.
(Menzione d’onore al 1° concorso nazionale “Sensualmente”)
Belle e e S Sane iin P Pr imaver a Consigli d di B Bellezza N Natur ale
Con la Primavera inizia per noi un periodo stimolante, di rinnovamento sia dello spirito che del corpo; pronte a rifiorire per dare il meglio della nostra bellezza, in buona salute e rispettando le esigenze naturali del nostro essere. Voglio consigliare uno Scrub, semplice, economico e naturale, preparato con bicarbonato e cannella. Il bicarbonato ha una delicata azione esfoliante sulla pelle e rimuove efficacemente le cellule morte, la cannella, invece, è un rivitalizzante. In una ciotola di plastica, mescolare un cucchiaio da cucina di Bicarbonato di sodio con mezzo cucchiaino di Cannella (la trovate anche al Supermercato, già in polvere).
Aggiungere un po’ di bagnoschiuma neutro, per neutro, per stemperare il composto e frizionare con le mani o, meglio, con una spugna naturale delicata. Cospargere il corpo, compresi i gomiti, le ginocchia, i talloni: frizionare per qualche minuto e poi fare la doccia regolarmente.
Come faccio SEMPRE con le mie amiche clienti, vi consiglio di provare una goccia di composto sull’interno dell’avambraccio… è quasi impossibile riscontrare un’allergia a questi prodotti, assolutamente non aggressivi, ma non si sa mai.
Cr ostoni a al F For no Una r r icetta g gustosa e e g gr adita a anche d dai p più p piccoli
Questi Crostoni sono semplicissimi, veramente alla portata di tutti. Si può evitare il sale, vengono buonissimi lo stesso, si evita la frittura, e, se vi è rimasto del formaggio fresco nel frigorifero, sono eccellenti per riciclarlo in maniera ap petitosa.
Ingredienti: 12 fette di Pane Bianco (PanBauletto MB) 3 uova fresche 250 g. fiordilatte del giorno prima, oppure un buon formaggio a pasta filata, tipo scamorza, persino Galbanino Piccante. 50 g. Grana Padano Burro Pane grattato. Acqua. Pepe (Optional)
Preparazione: Prendere una teglia e coprire con la carta da forno, mettere sotto 6 fette di pane bianco. Battere le uova in una ciotola, mescolare con il Grana Padano e 2 - 3 cucchiai di acqua. Farcire con un cucchiaio di uovo ogni fetta; dividere il fior di latte in sei fette non trop po spesse e poggiare sul pane, poi ancora un cucchiaio di uova. Coprire con le rimanenti fette di pane. Terminare ap plicando il resto delle uova battute. batt ute. Cospargere con abbo abbonndante pangrattato. Coprire il pane con una fetta larga e sottile di burro. Mettere nel forno caldo a 180 ° C per circa 20 minuti Si può accompagnare con una semplice insalata mista o pomodori a fette e basilico. E buon appetito da Mela.
Or oscopo d di M Mar zo a cur cur a di di Pakal Pakal
L’ingresso di Marte e Venere nel segno dell’Ariete il 20 febbraio sembra finalmente movimentare il cielo di questo mese. Le energie del fuoco aiuteranno molti di noi a uscire da un impasse decisionale e a diventare più intraprendenti, attivi e dinamici. Può essere sicuramente un buon momento per fronteggiare le crisi o i problemi che si presentano ma non bisogna dimenticare che sulla scia di una certa impazienza si potrebbero prendere decisioni affrettate.
Nuove attività e nuove iniziative stimolanti potrebbero pot rebbero generare delle piccole crisi, soprattutto per i segni Cardinali (Ariete, Cancro, Bilancia, Capricorno) che rischiano di sentirsi bloccati da una certa indecisione sul da farsi. L’intolleranza ad alcuni aspetti della vita poco soddisfacensoddisface nti, e alla noia, può anche portare all’urgenza di soddisfare stimoli e bisogni. In amore i segni di aria ( Gemelli, Bilancia, Acquario) e di fuoco ( Ariete, Leone, Sagittario) potranno essere investiti da passione e sensualità decisamente più caldi e travolgenti. travolge nti. Le giornate più critiche sembrano essere quelle del 11 e 12 marzo quando Marte stimolerà la quadratura Urano Plutone. Saranno giornate in cui sarà importate tenere a bada la rabbia, le decisioni impulsive, e cercare di non farsi travolgere da situazioni che non si possono gestire.
Cyber p pleasur e di T het het
NEW
La Pleasure Electronics mise sul mercato un modello di ''robot lover'', chiamato, GodoX 365. Per soddisfare le esigenze amatorie di uomini e di donne, l'Azienda costruì 2 diversi modelli. Il Robot femminile si chiamava VGena, ed era fornito di moltissimi optional, di cui, in seguito, parleremo più ampiamente. Il Robot maschile fu denominato Mucho, ed anch'esso aveva misure straordinarie, per quanto concerne il godimento femminile. C'era una sola regola da rispettare per i robots
del piacere. Non dovevano avere rapporti intimi tra di loro! Se ciò, fosse avvenuto, L'Azienda aveva predisposto un codice di blocco, che avrebbe disanimato entrambi gli amanti cibernetici. Le VGena e gli Muchos erano stati predisposti esclusivamente per soddisfare le fantasie erotiche umane. I Robots possedevano schede vitali, impiantate dal loro creatore, Doggie Burns, un geniaccio che decise di fare soldi a palate, in questo campo. Burns costruì i modelli femminili ispirandosi alle fattezze della famosa star Cathe Womb, bellissima interprete di una serie di film per adulti, che riscossero grande successo di pubblico. Lo scienziato plasmò il modello Mucho prendendo come ''pattern'' un aitante sportivo del tempo, che aveva relazionato parecchio con le donne più belle del Mondo. Tutto andava bene, fino a che Burns non impazzì, e per punire sè stesso, costruì 2 modelli robot, che però avevano sentimenti, quasi umani. Volle persino chiamare Lui John Thig e Lei la chiamò Ruz Gaspery. Contrariamente ai precedenti modelli-robot, Burns affidò ai loro corpi in lattice naturale, simile alla nostra pelle, un'età che si aggirava tra i 30 ed i 40 anni. Nonostante gli ostacoli ostaco li creati dal da l Governo Govern o del Secolo, Se colo, John e Ruz realizzarono il loro sogno di ''vivere insieme''. In seguito ad una Legge Speciale, Speciale, i due robot si sposarono… E, come il buon THET consiglia ora, proseguite la mia storia ... a piacere!
I finali sperimentali di Thet. Thet.
Primo: Non Dimentichiamo Dimentic hiamo che Burns Bur ns predispose il codice blocco, blocco , per i robot Amanti. Ma, Ma , John e Ruz erano diversi. divers i. L'acuto genialoide risparmiò loro la gogna del blocco, “ se Ami qualcuno, portalo sempre con te” te ”
Questo il breve testo del testamento, lasciato dal Burns ai suoi allievi. Secondo: Lo scienziato Burns era così folle, da aver predisposto, non il codice blocco, per i quasi umani John e Ruz, ma una sorta di auto-ordigno, che si innescò, nel momento in cui i 2 cyberAmanti ebbero il loro primo approccio intimo. Burns non aveva avuto fortuna in amore, e volette punirli, da carnefice quale era.
La P Pin U Up d di m mar zo
. A o r u a M i d l i c n e P y t h g u a N 6 1 0 2
Naughty P Pe n c i l by Mauro A. Mauro A. è un illustratore specializzato nella realizzazione di affascinanti ed eleganti progetti grafici. Incantato, come tanti artisti, dalla versatile, incomparabile, bellezza del corpo femminile, nei suoi nudi, banalmente e volutamente definiti col termine “Pin Up”, Mauro riesce a coglie quel mix scabroso, tipicamente femminile, quella soave contraddizione, che si estrinseca dalle sue tavole: innocenza, sensualità… mistero. Ogni opera di Mauro, nella raffinata e sapiente semplicità del tratto è un incanto per i sensi: impossibile descrivere la ridda di emozioni che solo l’originale può trasmettere. Laddove la carta, lielievemente ruvida, trattiene e trasmette tutta l’emozione dell’artista e dell’anima erotica della sua modella. Le Opere di Mauro A. sono pezzi unici e rari, vengono realizzate in grande formato e inviate complete di cornice a giorno. Per richieste, curiosità o informazioni: CONTATTI:
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Appuntamento a ad a apr ile
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