Storia della musica: come insegnarla a scuola di Elita Maule Per quanto riguarda l’educazione musicale in generale, quindi lo studio della musica e dei programmi per la scuola primaria. Sappiamo che con un decreto ministeriale del 1985 i programmi di musica nelle scuole elementari sono cambiati e si sono rinnovati con la dicitura della materia “elementi di musica per la scuola elementare”. Questo tipo di programma si discosta dalla vecchia visione della storia generale ma anche della storia della musica, mirando ad uno ascolto guidato con l’azione della percezione e dell’apprendimento. dell’apprendimento. Invece i programmi per l’educazione musicale della scuola media ( scuola secondaria) prevedono l’introduzione della cosiddetta “scuola media unica”, a partire dal 67’ anche se ce un rinnovamento nei programmi della scuola elementare, del materiale anche degli stessi libri, rimangono sempre dei retaggi del vecchio sistema nozionistico trasmissivo che presuppone un’azione molto passiva nei confronti delle discipline anche quella musicale. Per quanto riguarda le istituzioni musicali e i conservatori sappiamo che studiando al conservatorio con il vecchio ordinamento si era legati alle 32 tesi/tesine di storia della musica che venivano estratte a sorte durant e l’esame. La situazione odierna con la riforma del primo ciclo scolastico 2004 e poi del secondo del 2007 ci danno le indicazioni per ciascuna discipline in ambito scolastico mirando, nella scuola primaria, ad un analisi dell’ascolto percettivo espressivo, invece nelle scuole medie prima vi è una riflessione logico-teorico poi una applicazione pratica. Invece nella formazione degli insegnanti, prima di accedere alla professione dell’insegnamento nella scuola primaria (scuola elementare) si frequentava l’ istituto magistrale che permetteva la formazione in ambito didattico. Invece gli insegnanti dell’educazione musicale nelle scuole medie accedevano tramite un diploma di conservatorio, dal 2007 in poi sono stati istituiti i bienni di secondo livello (Bi.For.Doc) serve per l’abilitazione all’insegnamento all’insegnamento. Per quanto riguarda la formazione storica quali bisogni hanno i discenti (gli alunni). Sappiamo che le lezioni di storia risultano molte volte noiose, dovuto in p arte all’approccio che si da ( lezione frontale docente/studente), può essere dovuto dai libri difficili da apprendere o dalla mancata preparazione dell’insegnante. Possiamo collegare il percorso emotivo e di crescita dei ragazzi con l’ambito storico? Sicuramente si perche già da un inda gine condotta si rivela che i bambini durante l’età dai 3 -6 anni manifestano un interesse verso il passato, tramite giochi o fiabe oppure nel guardare dei cartoni animati, quindi ce un bisogno di andare verso il passato e cercare di scoprile le proprie radici, questa voglia di sapere però viene bloccata nel momento in cui si entra a scuola in cui dovrebbe dare le giuste competenze e abilità per continuare questo interesse, che però da adulti non avendo quelle conoscenze si cerca di colmare in modo autodidatta e cercando di acculturarsi sempre di più nell’ambito storico. Un'altra pratica importante è il saper ascoltare, la pratica dell’ascolto. L’ascolto ci permette di formulare un nostro gusto personale per esempio sulla musica ci permette di evidenziarle il carattere a comprendere le strutture basilari.
Un altro aspetto è l’ascolto creativo collegato al pensiero creativo con le 2 variabili dell’affluenza e della flessibilità: la flessibilità di sapersi adeguare alle diverse situazioni e l’affluenza invece la varietà di repertori/generi che esistono, perché quando parliamo di musica parliamo di pluralità musicale ogn’uno ha i suoi gusti e le culture diverse. Per quanto riguarda il valore dell’insegnamento, gli insegnanti devono mirare a far capire agli studenti il doppio aspetto delle opere musicali quello di documento e monumento: documento in quanto costituisce una fonte lasciatoci del passato, monumento invece è un opera che si può ancora rappresentare nel presente. Si può parlare come dice lo studioso Dahlhaus ipotizza il cosiddetto fenomeno del bilinguismo connesso al fattore estetico e teoretico della musica, un primo grado di conoscenze ci deriva nell’osservare direttamente l’opera e poi un aspetto teorico è un analisi più approfondita . Per quanto riguarda le fonti utilizzate, sappiamo che le fonti sono un impronta che ci lascia il passato. Le fonti non sono una vera è propria storia ci servono per approfondire la ricerca storiografica poi e compito degli studiosi saperli interpretare nella maniera più oggettiva possibile. Le fonti sono di vario tipo abbiamo le fonti scritte, manoscritte o a stampa (documenti, atti, spartiti musicali), fonti non scritte (riguardano le fonti multimediali, iconografie, tradizioni orali). Per quanto riguarda i diversi tipi di storia appunto la microstoria locale, più debole rispetto la macrostoria ufficiale, è una storia circoscritta in un determinato territorio. Gli studiosi ufficiali fanno delle obiezioni, innanzitutto la povertà di fonti, molte tramandate oralmente anche tramite tradizioni folkloristiche e culturali, un'altra obiezione è il poco tempo, già nel monte ore scolastiche la storia risulta essere poca, l’unica soluzione è il coinvolgimento di tutt’è due discipline, quindi la microstoria può servire da spunto per iniziare un dibattito. La macrostoria ufficiale possiamo dire che ha delle difficoltà, come per esempio la definizione di tempo, lo storico Piaget afferma che dagli 11 anni in poi si ha la nozione di tempo, questo però viene controbattuto dall’affermazione di Jahoda il quale afferma che ci sono diversi stati temporali partendo dal tempo mitologico (5- 6 anni) arrivando alla fase dell’adolescenza. La posizione intermedia è l’affermazione di Wygotskij, af ferma che esiste in noi una nozione intrinseca di tempo fin da quando siamo piccoli e poi la fase educativa ci fa mostrare meglio questa nozione di tempo in cui c ’è lo fa mettere in atto. Per quanto riguarda altre difficoltà possono essere le difficoltà linguistiche nel ragionamento durante la lettura e la comprensione del testo, quindi tocca all’insegnante far comprend ere con le spiegazioni. Quindi le soluzioni e i nuovi orientamenti della nuova didattica per sopperire alle difficoltà linguistiche, innan zitutto la ricerca storiografica a partire dalla storia locale, con la ricerca e l’uso delle fonti, un’altra opzione è la drammatizzazione mettere in atto tramite recite scolastiche gli eventi storici.