1 – Insegnare a giocare
Insegnare a giocare Andare a sentire il gioco Seguendo uno schema di analisi molto diffuso, si pensa che per insegnare la pallavolo si parta dai fondamentali e che, mettendo insieme dei fondamentali si arrivi al gioco. Io non sono d’accordo: perchè non è la realtà di nessun giocatore, nemmeno di uno di minivolley. Quello che capita davvero nella situazione reale, è che si parte dal gioco: quindi anche noi come allenatori, dobbiamo partire dal gioco, chiedendoci “come è una partita?” e da lì vedere cosa bisogna allenare. Invece di cominciare, per esempio, dal bagher, io ho un’altra prospettiva e dico che il gioco si divide in due parti: cambio palla e fase punto. Poi mi domando: per fare il cambio palla che cosa ci vuole? Uno che riceve, uno che alza ed uno che attacca. Allora l’esercizio principale del cambio palla è ricezione-alzata-attacco. Se non si può fare, perchè ci sono problemi tecnici (come può succedere nel settore giovanile), mi chiedo: che cosa ci vuole per ricevere, qual è la cosa più importante del ricevere? Lo spostamento, o la valutazione della traiettoria, ecc... Ovviamente su questo ci sono idee diverse. Ora, secondo me la cosa più importante per ricevere è il bagher: allora bisognerà insegnare il bagher, correggerlo. Facendo fare anche un esercizio contro il muro. Ma avendo presente per cosa lo si fà: lo facciamo per poter fare “ricezione-alzata-attacco”. Spesso però, invece di andare a sentire il gioco, i consigli di Mamma Pallavolo, c’è ancora l’idea di proporre delle cose strane, giusto per variare. Magari complicando tutto, anzichè semplificarlo. Ma in base a cosa modifico gli allenamenti e le esercitazioni? Devo analizzare quello che succede davvero. Cosa succede in partita? E quante volte? E allora cosa succede quando si riceve? Che cosa può accadere in una partita? Che riceva bene e allora gioco primo tempo o palla spinta; oppure ricevo male e allora gioco palla alta. Si allena questa possibilità, quella in cui sei costretto a schiacciare palla alta? Poco. Ma allora, quando si prende la murata, non bisogna prendersela con la ricezione. Noi sappiamo con che percentuale riceviamo male, ma alleniamo questa situazione in cui riceviamo male, o no? Poi c’è l’attacco: la palla può essere alzata dal palleggiatore o può essere così brutta che deve essere palleggiata da un altro. Anche qui ci dobbiamo chiedere: se la palla deve alzarla un altro, è in grado di farlo? E l’attaccante è in grado di schiacciarla in modo che la squadra arrivi a fare cambio palla lo stesso, anche se è brutta? E’ proprio la frequenza di una situazione come questa, durante la gara, che mi dice che tutti i giocatori devono saper alzare la palla da qualunque posizione di gioco. Il gioco mi sta dicendo che quella situazione può capitare: intendiamoci, non è la situazione principale e quindi non gli dedicherò il tempo principale, però devo dedicare tempo anche a quella situazione lì. Poi il giocatore attacca, attacca e chiude il punto. Ma se attacca ed è murato ci vuole la copertura. Però può anche darsi che attacchi, gli avversari gli difendono la palla e questa, di prima, torna subito di qua. Questa situazione si allena o c’è confusione quando la palla viene subito? Tante volte si sente un allenatore dire “Sbagliamo le cose più facili. E’ un problema psicologico: la palla viene di qua e non sappiamo cosa fare”. Ma noi abbiamo allenato cosa fare? O lo lasciamo alla capacità individuale di un giocatore? Sappiamo davvero cosa fare quando la palla torna di qua subito? Quale schema dobbiamo fare? Dobbiamo fare quello di prima per il cambio palla o si chiama una seconda palla come per il contrattacco? Queste sono cose concrete: noi abbiamo dato risposta a questo problema concreto o lo lasciamo così? Questo significa pensare agli allenamenti in funzione di quello che succede nel gioco. E il tempo che devo dedicare ad una cosa o all’altra dipende da quante volte queste si danno nel gioco. Se è una cosa che si dà poche volte le dedico poco tempo, se si dà molte volte le dedico molto tempo: quello deve essere il parametro.
2 – Insegnare a giocare
La globalita’ Partire dal gioco vuol dire partire dalla sua struttura, che appunto si divide in cambio palla e fase punto. Il cambio palla: ricezione-alzata-attacco-copertura-contrattacco della copertura. La fase punto: battuta-muro-difesa-attacco-copertura-contrattacco della copertura. Logicamente i fondamentali ci vogliono per fare queste cose; ma non è il contrario, non fai queste cose con una semplice somma dei fondamentali. Questo non è solo un modo per organizzare il discorso. E’ un concetto preciso che sta alla base, concetto che poi naturalmente si trasferisce negli esercizi, nel come parli ai giocatori, del perchè una cosa bisogna saperla fare, nel fare riferimento costante a quando usi quella cosa che stai insegnando. Perchè devi saper palleggiare da distanze lunghe? Quando è che si usa? E perchè si palleggia a coppie se, a coppie, nel gioco, non si fa mai, visto che tu, usando il palleggio, appoggi una palla o alzi una palla? Quindi invece di fare palleggio a coppie, fai lo stesso sì palleggio a coppie, ma imitando un appoggio, imitando una alzata, e lo alleni perchè in questo modo il feedback è diretto. Se tu vuoi far palleggio e basta, invece di fare palleggio a coppie così, senza tener conto della rete, tu fai alzare da zona 5 a zona 2, da zona 1 a zona 4. Se si vogliono fare degli appoggi, uno si mette sotto rete e l’altro si sposta e fa degli appoggi sotto rete. Poi si cambia. Ma, anche in questo caso, bisogna chiedersi: come la passi quella palla che l’altro deve alzare? La passi in palleggio in modo da non farla ”girare” su se stessa? No, non la fai girare perchè molte volte il problema è palleggiare una palla che ti arriva ruotando su se stessa perchè ha toccato il muro o perchè uno te la passa in bagher; e non è la stessa cosa che alzare in situazione ideale. Ed è lì che si sbaglia in partita. In ogni caso, in nazionale, esercizi analitici ne facciamo pochissimi. Ma anche in nazionale noi estrapoliamo una cosa e la lavoriamo a parte. Però il punto cruciale è questo: noi estrapoliamo una cosa e la lavoriamo da sola o invece abbiamo l’idea che molte cose da sole alla fine, sommandole, ci diano il gioco? Sono due modi completamente diversi di vedere le cose. Io insegno a giocare, e, a volte, prendo una parte e la lavoro da sola perchè c’è bisogno che tutta l’attenzione del giocatore sia riversata in quel problema lì; ma dopo averla lavorata la reinserisco subito nel contesto del gioco. Questo concetto è molto diverso rispetto all’altro che dice: io faccio palleggio, palleggio, palleggio, bagher, bagher, bagher e poi quando questo si fa bene li metto insieme e gioco. Che è poi come si è insegnata sempre la pallavolo, con il risultato che è anche poco motivante per i giocatori. Ma non è solo un problema di motivazione: è anche un problema di velocità di apprendimento. Insegnamo le tecniche o insegnamo a giocare? E’ logico che per insegnare a giocare abbiamo bisogno delle tecniche, ma è un’altra prospettiva, rispetto a chi pensa che si debba insegnare la tecnica e poi i giocatori giocano. In quest’ultima non c’è il concetto di insegnare a giocare. Le spiegazioni, i consigli che si danno ai giocatori sono spesso squisitamente tecnici, non vanno in direzione dell’insegnare loro a giocare, nel senso di chiarire che “poichè queste sono le situazioni che si danno in partita, allora alleniamole”. Uno non sa palleggiare, quindi se in partita gli capita una palla la palleggia male: allora, siccome nel gioco succede, in allenamento devono andare contro il muro a migliorare il palleggio dieci minuti tutti i giorni. Perchè? Perchè in quella situazione altrimenti non sa palleggiare. Anche in questo caso quello che bisogna chiedersi è in quale situazione non palleggia bene: gli capita quando deve alzare da nove metri o quando alza da tre? Perchè se il problema è quando alza da nove metri, mettersi contro il muro non gli serve a niente. Gli serve palleggiare da nove metri: allora o si mette più distante dal muro o lo fa in coppia. Open skills Questo discorso ha alla base una teoria dell’apprendimento motorio. Del “come è che si fa”. La pallavolo, che è una “open skills”, cioè una disciplina definita “aperta”, poichè l’ambiente esterno è in continuo cambiamento, per anni si è insegnato come se fosse una “closed skills”, cioè come se fosse una disciplina “chiusa”, cioè con l’ambiente esterno grosso modo costante (come accade nel tiro o nei tuffi). Infatti il metodo, il criterio di insegnamento è stato quello adottato per “closed skills”, cioè per tecniche come la ginnastica, che sono tecniche in se stesse. Negli sport di squadra
3 – Insegnare a giocare
o di opposizione (come la lotta, ad esempio), la tecnica è condizionata permanentemente dalla situazione, cioè dall’avversario, dal tipo di palla, ecc. Il che non significa che allora ognuno ha la tecnica che gli pare. Ci sono principi biomeccanici da rispettare e proprio in base a questo ci sono “i fondamentali”, ma proprio il fatto che si usi la parola “fondamentali” significa che ci sono tecniche che non sono “fondamentali”. Altrimenti perchè si usa la parola “fondamentali”? Bisogna insegnare la tecnica nelle situazioni e poi correggerla analiticamente. Faccio un esempio. Di un giocatore si dice che “schiacciare”. Ma sa schiacciare cosa? La palla alta? La palla veloce? La diagonale? E quando la palla arriva tesa, sa farlo? Quando la palla arriva da dietro? E quando arriva dalla rete Quando c’è il muro a due? Ognuno di questi è un fondamentale? Se si porta fino in fondo il filo di questo discorso solo per la schiacciata ci sarebbero almeno trenta fondamentali. Ma così ovviamente la parola “fondamentale” perderebbe senso. In questo caso non stiamo parlando di fondamentali, ma di tecniche. “Fondamentale”, in questo caso, vuol dire che sa fare i passi della rincorsa, sa fare lo stacco, sa colpire la palla con il braccio steso, sa chiudere il colpo e sa atterrare. Questo è il fondamentale: ma da lì a saper schiacciare, ce ne passa. L’esercizio come strumento Questa idea del gioco è possibile trasferirla anche nell’apprendimento a livello più basso. In questo caso bisogna scegliere, dando delle priorità, perchè bisogna semplificare il gioco: che cosa ci vuole per giocare? Che cosa insegno per primo? Quali sono le cose imprescindibili per giocare subito bene? Io direi che è impossibile giocare se non ricevi, senza alzare almeno una palla alta e senza uno che schiacci una palla, con muro e difesa degli avversari piazzati. Con queste tre cose il cambio palla lo giochi già, anche se non sai fare la copertura. Poi insegnerai anche la copertura, ma l’esercizio cardine in una squadra di principianti dovrebbe essere ricezione-alzata-attacco. Estrapolando poi i problemi della ricezione, dell’alzata e dell’attacco, lavorandoli da soli e reinserendoli subito. Farò anche bagher contro il muro, ed altri esercizi super analitici di correzione, ma il problema non è se lo faccio o non lo faccio. Bensì che gerarchia occupano all’interno di tutta la metodologia, questo è il problema. Noi spesso alleniamo i giocatori per fare bene l’esercizio, non per giocare bene: magari facciamo tutti lo stesso esercizio, ma la differenza è che poniamo l’accento sul fare bene l’esercizio e non sull’esercizio come strumento per imparare a giocare. Questo perchè l’esercizio non si vede come una cosa che è stata estrapolata dal gioco e reinserita appena si può, ma viene visto, invece, come un obiettivo in se stesso. Soprattutto quando questi esercizi sono analitici, o analitici-sintetici ma molto diversi dal gioco. Ci sono molti allenatori che sono convinti che se tu fai bene l’attacco e difesa a coppie, allora difendi bene. Ma non è detto. Non sto dicendo che non è necessario fare attacco e difesa a coppie. Bisogna farlo, per carità. E’ imprescindibile, perchè non puoi difendere se non fai attacco e difesa a coppie. Non si tratta se facciamo o meno quell’esercizio. Si tratta di farlo con la consapevolezza però che quello è la base minima, elementare, per cominciare l’allenamento della difesa. In realtà con l’attacco e difesa a coppie non abbiamo ancora cominciato l’allenamento della difesa. Ci si è solo riscaldati o si è insegnato come si colpisce la palla quando questa arriva veloce di fronte a te. Ma la difesa è tutta un’altra cosa: perchè viene da sopra la rete, arriva con un altro angolo, perchè c’è il muro che ti disturba, perchè ci sono i compagni con i quali devi avere un rapporto per coprire lo spazio. Allora la differenza non la fa il fatto che faccia o no attacco e difesa a coppie, bensì il ruolo che questo occupa all’interno di tutta la metodologia.
TIPI DI ESERCIZI
4 – Insegnare a giocare
Per far capire meglio la differenza tra le varie possibilità di lavoro, facciamo un esempio concreto con la ricezione. Globalità: sei contro sei, ricezione e attacco di uno dei due gruppi, mentre l’altro batte, mura e difende. I sei che ricevono e attaccano lo fanno 10 volte consecutive permanendo nella stessa rotazione. Esercizio analitico-sintetico: a gruppi di 4, uno batte, uno alza e uno riceve e poi va ad attaccare subito quella palla, con il quarto giocatore che fa muro. Esercizio analitico: si batte e uno riceve. Esercizio super-analitico: bagher contro il muro. La diagnosi Prendiamo un giocatore: ha quindici cose che potrebbe migliorare, ma, tu come allenatore, devi scegliere le principali. Identificare le priorità è la chiave. Poi lavori anche sulle altre, ma ci sono quelle cose che, se le migliora, gli fanno fare un salto di qualità. Durante il mondiale del ‘90, ad esempio, abbiamo fatto allenamenti per tirare alto sulle mani, perchè quello dovevamo allenare: se facevamo meglio quello, avremmo compiuto un salto di qualità. La capacità di scegliere le priorità dipende ovviamente dalla capacità di saper diagnosticare. Ed è quello che fa la differenza. Come per un medico: la sua bravura non dipende dalle medicine che ti dà, anche perchè la cosa più facile è dare 50 medicine per 50 malattie diverse, tanto con almeno una ci prendi di sicuro. Ma se segue questa terapia, il paziente, invece di prendere tre pastiglie al giorno per quel problema, ne prende una alla settimana perchè deve prenderne anche delle altre che non servono. Così migliora poco. Oltre l’elite E’ vero che la nazionale è una realtà privilegiata dove lavori con 12 atleti più o meno dello stesso livello. Però se uno ha dei giovani in squadra, delle riserve non forti come i titolari potrebbe lavorare un’ora in più con loro. Dedicargli più tempo, magari facendoli iniziare a lavorare prima. Su certe cose è inutile lavorare tutti insieme, se uno ha problemi di palleggio, è inutile far fare a tutti, anche ai più evoluti, certi esercizi ad hoc per quel problema, anche perchè poi questi si annoiano. Si rimane un po' di tempo dopo in palestra con chi ha questi problemi specifici. Io lo facevo con il minivolley. Quando allenavo il minivolley, in cui ti trovi bambini di due classi diverse, quelli di 12 anni avevano fatto una stagione con me e sapevano già giocare mentre arrivavano quelli nuovi che non sapevano farlo. Io allora cominciavo con i più piccoli un po' di tempo prima, poi il mese successivo, quando iniziavano anche gli altri, spesso mettevo uno che sapeva con uno che non sapeva, che intanto però qualcosa aveva imparato perchè avevamo già lavorato un mese. Questo metodo fa migliorare perchè tutti sono sempre coinvolti. Il problema del livello delle riserve in un club è reale, ma è anche vero che, se c’è, bisogna passare del tempo solo con loro dedicandosi a colmare le lacune specifiche. Anche per questo ritengo che nelle squadre di serie A il primo allenatore dovrebbe essere il supervisore del settore giovanile, perchè è lui che si deve preoccupare delle condizioni in cui gli arriveranno i giovani l’anno successivo.
Julio Velasco
5 – Insegnare a giocare
CONSIDERAZIONI SUL METODO GLOBALE Gli esercizi analitici, sintetici etc DEVONO ESSERE MANTENUTI PER COMPENSARE CARENZE INDIVIDUALI, ma non costituire "il cuore" dell'allenamento. Già dalle giovanili occorre abbreviare ed accelerare il passaggio tra "fondamentale" e gioco mettendo le ragazzine nella condizione di giocare già con i fondamentali che conoscono. Non esiste una correlazione diretta tra il numero di esecuzioni in analitico e la precisione di esecuzione in gara ! Nel lavoro analitico fine non cercare la continuità ma la precisione della esecuzione e quindi quando l'esecuzione non è corretta, fermare l'esercizio! IN ATLETI EVOLUTI NON RALLENTARE LA VELOCITA' DI ESECUZIONE PER AVERE CONTINUITA'! In questo modo si allena l'esercizio, la coreografia ma non ci si prepara al gioco! Questo è uno dei problemi delle donne! In Under 14 è fondamentale allenare bene il Palleggio, il Bagher e la Manualità nei colpi di attacco. Tutto il resto è successivo! Se un atleta presenta una esecuzione scorretta, correggerlo, fargli "sentire" l'esecuzione corretta in analitico per alcune ripetizioni poi ritornare al globale; a questo punto l'atleta conosce l'errore e deve cercare di correggersi. Se non lo fa, inutile correggere insistentemente verbalmente (fare uso delle "parole chiave" vedi sotto), probabilmente non ci riesce per cui occorre facilitargli l'esecuzione facendo un passo indietro nella progressione didattica e così via , alternando analitico - complessivo - globale finche l'esecuzione non sia quella desiderata. La differenza tra E.G. e gioco consiste nel fatto che nel 1° caso viene più volte ripetuta una "situazione" prestabilita e su cui va posta l'attenzione del giocatore; (POSSIBILITA' DI CORREZIONE IMMEDIATA CHE E' ESSENZIALE e RICERCA DEL FEEDBACK POSITIVO) il resto viene controllato dal 2° allenatore etc. Con il migliorare delle capacità degli atleti e dei tecnici i punti da valutare aumenteranno di numero e saranno diversificati. CORREGGERE ANCHE IN POSITIVO, ponendo l'accento sulle cose fatte bene e non solo sugli errori. DURANTE I TIME OUT dire SOLO COSA FARE e COSA PENSARE: se c'è un errore si deve sapere di chi è stato (se non si sa non è stato curata bene la situazione in allenamento e quindi occorre farlo) quindi è inutile stare a parlare della palla prima: meglio andare a pensare alla palla dopo! In ogni situazioni i nostri atleti debbono anche sapere cosa è errore e cosa non lo è, dove finiscono i meriti dell'avversario e dove cominciano i propri demeriti. Es: difesa di una palla addosso che scappa via è errore, una palla forte che cade ad 1 mt posso provare a toccarla facendo una prodezza ed in qualche occasione riuscirò a difenderla ma se non ci riesco non è un errore! Se ogni azione negativa viene vissuta come un errore genera insicurezza e frustrazione. UTILIZZARE MOLTO IL VIDEO PER FAR VEDERE I PROPRI ERRORI ALLE NOSTRE GIOCATRICI che spesso non riescono a correggersi perché non riescono a "vedersi", a "sentire" le esecuzioni scorrette. Allenare maggiormente la FASE Cambio Palla e non mescolare la fase CP con la Fase Punto: naturalmente in un L.G. ci sarà anche muro e rigiocata ma l'attenzione didattica sarà concentrata sul cambio palla e in un suo dettaglio (ricezione, lavoro tattico del palleggiatore, 1° tempo etc). Il 1°T in situazione di C.P. è uno dei punti deboli del femminile per la difficoltà della ricezione (rete più bassa, campo di dimensioni maggiori proporzionalmente alle capacità motorie delle donne) che non supera mai il 60%di esecuzioni positive; per lo stesso motivo è elevato il numero dei free ball e quindi questa situazione va allenata specificamente. PAROLE CHIAVE: il compito di un allenatore è "semplificare i problemi" e per fare questo per ogni fondamentale o tecnica di base (es bagher, palleggio etc), per ogni tecnica (es, ricezione = applicazione del fondamentale bagher), e per ogni situazione occorre identificare non più di 4 - 5 punti (concetti). Questi concetti vengono illustrati e costantemente richiamati all'atleta associandoli a parole chiave in modo che la comunicazione verbale sia rapida e chiara. PER OGNI PALLA DEVE ESSERE CHIARO COSA E' ERRORE INTOLLERABILE (Es: palla caduta a terra dopo ricezione scadente), COSA E' ERRORE GRAVE (Ricezione in tribuna) e soprattutto DI CHI E' LA RESPONSABILITA'. Es: errore più grave in assoluto: lasciar cadere una palla senza aver tentato tutto per giocarla: comporta un incentivo di 10 difese difficili da recuperare nella stessa situazione. Es: Per palleggiatore: "Meglio una alzata precisa contro il muro a 3 che una palla imprecisa contro muro a 1 perché nel 2° caso la percentuale di errore diretto aumenta notevolmente !" Naturalmente tali punti saranno diversi a seconda del livello degli atleti e del modello di campionato. Es: schiacciata: Principi:
1. colpire più alto possibile 2. colpire più forte possibile 3. variare il colpo
6 – Insegnare a giocare 4.
non sbagliare (la palla fuori è errore, la murata no)
Concetti chiave:
1. Tempo di entrata sulla palla con rincorsa senza interruzioni (spesso causa altri errori, come un ultimo passo troppo corto o uno scorretto rapporto con la palla). In analitica senza palla la rincorsa è buona, nell'esecuzione con la palla compare l'errore.
2. Staccare dietro la palla e non sotto; 3. Colpire a braccio esteso; 4.
Manualità sulla palla con palla arrotata, pallonetto etc
5. Ultimo passo di rincorsa lungo e veloce. Durante l'allenamento(analitico, complessivo, globale etc) l'atleta deve concentrarsi su 1 - 2 di questi punti. M.S. Preparare una scheda per ogni situazione con principi e concetti chiave: interessante l'ipotesi di fare una cosa del genere individualizzata per ogni atleta tenendo conto delle carenze tecniche individuali, del ruolo e del suo impiego nella squadra. Tale tabella andrà poi illustrata e discussa con l'atleta che avrà così dei punti di riferimento durante le sedute di allenamento. TRANSFERT "PARTECIPATO": le atlete devono sempre sapere in quale situazione si inserisce l'esercitazione che viene loro richiesto di svolgere altrimenti adotteranno strategie per facilitare l'esecuzione dell'esercizio (impareranno cioè a fare quel determinato esercizio e non ci sarà ne transfert ne feed back sul gioco). PROGRESSIONE DIDATTICA: Consolidare nell'atleta 1 colpo in modo che abbia la sicurezza di saperlo giocare prima di passare ad uno successivo. Questa progressione (da poche cose a molte, da un basso grado di difficoltà ad uno maggiore etc) deve essere il modello del macrociclo, del meso, del micro e della singola seduta. Se la percentuale di errore diventa troppo alta, fare un passo indietro nella progressione ! POCHE VARIANTI DI ESERCIZI APPLICATE IN MOLTE SITUAZIONI DI GIOCO rispettando sempre la progressione didattica della pallavolo e la consecutio temporis del gioco (applicazioni sensate nella successione delle fasi di gioco e nelle applicazioni!). Se c'è un errore, fare ripetere subito nelle stesse condizioni ! Esempio: il palleggio di riscaldamento deve essere eseguito in situazioni simili alla gara (appoggio preciso di palla alta, alzata da lontano per le bande, palleggio di campanile con palla che ruota, ricezione di palla lenta, difesa di palla lenta, recupero di palla deviata dal muro etc) Discorso analogo per il bagher (di appoggio, di difesa e ricezione contro traiettorie ben definite e con rapporti con la frontalità predeterminati). MODELLO TECNICO: fare vedere la corretta esecuzione dimostrandola ma soprattutto portando ad esempio (dal vivo o in videoregistrazione) un atleta che la esegua nel miglior modo (Es: rullata tallone - punta della rincorsa di attacco della Del Solar). Questo non è riferito solo alle atlete ma anche ai tecnici che dovrebbero sempre analizzare i diversi modelli internazionali ma anche quelli presenti nello stesso campionato, cercando di capire le motivazioni che stanno alla base delle diverse scelte, i vantaggi e gli svantaggi, le possibili applicazioni nella propria realtà in base alle caratteristiche delle proprie atlete. Es:
1. Cuba adotta la ½ al centro su ricostruzione perché ha le atleti più potenti in tale zona: perché non provarlo con Amaretti 2.
Cercare un sistema di ricezione con posto 6 (zona più colpita) più avanzato a coprire il centro del campo ed affidare questo compito al miglior ricevitore.
STIMOLAZIONI PROPRIOCETTIVE "RINFORZATE" PER MIGLIORARE LA PERCEZIONE DEL MOVIMENTO: es: Rullata tallone punta per lo stacco Palleggio con palla medica portandola vicino alla fronte e spingendola poi il più lontano possibile (per correggere la tendenza a palleggiare a braccia estese); Bagher contro il muro per sensibilizzare la presa delle mani; Caricamento per alto del braccio nei movimenti di attacco per la difesa a coppie; CAPACITA' DI ANALIZZARE IL TEMPO: non è automatizzabile e deve essere allenata attraverso situazioni che creino un feed back positivo (es: attacco contro muro singolo + bersaglio lungo. IMPORTANZA DEL PALLEGGIO: nella situazione CP alza quasi sempre P mentre nella situazione PT questo non succede e quindi TUTTE LE ATLETE DEBBONO ESSERE IN GRADO DI PALLEGGIARE CON PRECISIONE UNA PALLA ALTA! La palla alta deve essere almeno 4 metri sopra rete e, se lasciata cadere, arrivare
7 – Insegnare a giocare sulla linea laterale ad 1 mt dalla rete . Naturalmente i martelli debbono anche essere in grado di attaccare di potenza una palla alta! Oltre il 50% delle alzate (tra ricezione e rigiocata) arrivano dai 3 metri o dietro: siamo in grado di fare arrivare comunque una palla precisa alle bande (sia con P che con le altre )? Se si, abbiamo martelli in grado di gestirle con efficacia e basso margine di errore ? Se non li abbiamo dobbiamo prepararli! Importanza della manualità: se non c'è manualità è impossibile far allenare la squadra perché l'intervento dell'allenatore è necessario solo in certe situazioni specifiche: nelle altre le azioni si svolgono tra compagne e quindi se non c'è precisione nell'attacco è impossibile allenare tutto il resto.
PALLAVOLO: 2 SITUAZIONI CAMBIO PALLA: situazione di difesa per evitare di subire il punto; PUNTO: situazione di attacco, dare la palla all'avversario per avere la possibilità di fare il punto. Nella programmazione di una seduta di allenamento occorre scegliere NON GLI ESERCIZI, ma LA SITUAZIONE SU CUI SI INTENDE LAVORARE, la FASE ed IL MOVIMENTO che si intende perfezionare. Se ci alleniamo a mettere la palla a terra ogni volta al 1° scambio NON SOPPORTEREMO L'ANSIA QUANDO IN GARA NON RIUSCIREMO A FARLO; Allenare quindi situazioni dopo il 1° attacco (difesa su contrattacco avversario, palla che torna direttamente o come free ball, simulazione di murata per allenare le coperture di attacco, etc). CHIARIRE DOPO UNA COPERTURA DI ATTACCO A CHI DEVE ANDARE (IN LINEA DI PRINCIPIO) L'ALZATA SUCCESSIVA (rovesciare il gioco, rigiocare sull'ala, servire la seconda linea,) ED ALLENARE LA SITUAZIONE. NELLE POSIZIONI DI ATTESA, MAI TENERE UNA POSIZIONE ISOMETRICA PERCHE' DISTURBA LA COORDINAZIONE FINE SUCCESSIVA! RICEZIONE: TECNICHE DI BASE: bagher e palleggio B frontale braccia staccate dal corpo, minimo movimento di accompagnamento del piano di rimbalzo, spostamenti per portarsi "dietro" alla palla. B su palla corta arrivo inginocchiato (ginocchio dietro a terra) abbassando il sedere; se la palla è laterale il ginocchio più avanzato deve essere quello esterno alla direzione in cui deve essere inviata la palla (es: palla in 4 da inviare in 3, ginocchio sinistro avanzato!). Se è molto corta sbilanciarsi ulteriormente in avanti fino alla inginocchiata anteriore ed alla uscita in rullata o strisciata. Allenare a mantenere il piano di rimbalzo svincolato, in fase di caduta, dalle reazioni posturali di equilibrio. B su palla lunga impattata lateralmente - indietro con apertura della gamba senza bisogno di elevare la spalla Se la palla tende a scavalcare, diventa importante l'innalzamento di spalla. B su palla laterale spostamento di una apertura o di un passo accostato e bagher frontale. Se la palla è laterale bassa arrivo in affondo laterale, accentuando lo spostamento fino alla caduta, scivolata o rullata. Punti da considerare ed allenare:
1. Piano di rimbalzo: favorire (a Papi e Sartoretti è stata modificata!) l'impostazione "americana" con mano dx che impugna la sinistra, pollici opposti, gomiti iperestesi. Evitare la iperestensione dei polsi e l'elevazione delle spalle che impediscono il rilassamento e rendono poco fluido,(legnoso) il movimento. L'impostazione "Asiatica" con pollici paralleli e ravvicinati dà un piano di rimbalzo più solido (ma il fallo di accompagnata non esiste più) ma più piccolo! N.B. l'impugnatura delle mani viene per ultima, quando già gli arti superiori sono estesi.
2. posizione di partenza con piedi alla larghezza delle spalle, un piede più avanti, e soprattutto le braccia ben staccate dal corpo.
3. fissare solo la palla e dal momento in cui parte; 4.
analisi della traiettoria
5. Spostamenti: brevi 6. Impatto con piano di rimbalzo ben staccato dal corpo e spinta di gambe !! Se la palla è tesa, minima spinta di gambe, accentuarla se la palla è lenta In base alle caratteristiche delle traiettorie allenare : palla tesa frontale bagher frontale (addosso, affondo anteriore, affondo posteriore, spostamento etc)
8 – Insegnare a giocare palla lenta girare intorno alla palla (avanti - dietro, lateralmente) e bagher frontale palla tesa ai lati bagher laterale
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apertura - arretramento della gamba
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passo accostato laterale + apertura - arretramento della gamba
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passo in arretramento e apertura - arretramento gamba
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passo in arretramento + affondo dietro e bagher arretrato con attenzione alla spalla
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affondo laterale
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affondo antero - laterale
palla alta Palleggio LAVORO SULLE ZONE DI CONFLITTO: chiarire le responsabilità, le dominanze su palla lenta e soprattutto la chiamata di chi non è impegnato nella ricezione (solo CORTA, BUONA e OUT !) per allenare comunque le capacità di analisi delle traiettorie. STABILIRE IN OGNI SITUAZIONE A CHI TOCCA LA ZONA DI CONFLITTO; CHI HA QUESTO COMPITO DEVE ANTICIPARE LA CHIAMATA ! IN GARA TOCCA ALL'ESTERNO DIETRO CHE NON RICEVE CHIAMARE BUONA - CORTA O OUT PERCHE' E' QUELLO CON LA MIGLIORE VISIONE PROSPETTICA! ES: Lavoro sulla BRA con le zone di conflitto; l'attacco sarà da posto 2 - 4 con il battitore ( C ) che entra in 6 e và a difendere i corridoi di parallela.
PARTE PRATICA Riscaldamento con esercizi di mobilità articolare Lo stretching e l'allungamento muscolare devono essere preceduti da una valutazione del ROM in quanto spesso le atlete presentano una ipermobilità di spalla; in questo caso tali esercitazioni andranno sostituite da slanci ed esercizi di allungamento attivo. Associare un programma di potenziamento che interesserà anche pettorale e deltoide pur mantenendo un lavoro doppio sugli antagonisti. Palleggio a rotazione con 1' di lavoro da vicino per scaldare le mani poi palleggi a campanile da zona 5 a zona 2 e dalla 1 alla 4 (settori definiti nell'angolo del campo).
Lavoro specifico per Palleggiatore OGNI ALZATA (e quindi ogni attacco) DEVE AVERE UN NOME E LO CHIACCIATORE LA DEVE CHIAMARE OGNI VOLTA ANCHE DURANTE L'ALLENAMENTO PER ABITUARSI A FARLO IN GARA QUANDO SI RENDA NECESSARIA UNA VARIAZIONE ! CONCORDARE IN OGNI FASE LE CHIAMATE DELL'ATTACCANTE SE LA RICEZIONE NON E' BUONA PER LA SOLUZIONE DECISA: chi la deve chiamare e compatibilità con il 2° tempo . ERRORE GRAVE NEL FEMMINILE PER L'ALZATA:
1. PALLA FUORI BANDA 2. ALZATA CON TRAIETTORIA CHE SI ALLONTANA DA RETE. Nel maschile queste cose sono meno importanti perché possono essere "corrette" con la potenza. Es: Palleggio contro il muro: distanza 2 - 4 - 6 metri, altezza dei palleggi almeno 5 metri (serie di 50) Bagher di alzata a rotazione: in quali condizioni si usa ? quando la palla NON E' PALLEGGIABILE (bassa, tesa, distante etc) e così deve essere servita la compagna B; se la palla è alta dovrà usare il normale palleggio ! Lavorare su alcuni punti della tecnica: 1.
Palla vicino alla fronte per sfruttare la spinta delle braccia
2. Posizione sulla fronte per non dare segnali al muro (allenare la spinta di indice per la palla in banda e quella di pollice per l'alzata dietro) es: solo palleggio di indici.
3. Velocità di dita e polso nella fase finale del palleggio per variare la lunghezza della traiettoria.
9 – Insegnare a giocare
P palleggia alto contro il muro (1), sul rimbalzo (2) alza parallelo al muro una traiettoria di 3 - 6 mt (3), corre sotto alla palla, si gira e la ripalleggia contro il muro (4). Sul rimbalzo (5), stessa traiettoria in direzione opposta (o di lunghezza diversa) (6) portarsi sotto alla palla e palleggiarla contro il muro (7). Bloccare e ripartire. Curare la posizione dei piedi, la posizione sotto alla palla e la velocità dello spostamento che deve consentire di arrivare sotto alla palla e palleggiare da fermo. Gioco a canestro di continuo a coppie: il canestro centrato con un palleggio eseguito dopo un rimbalzo vale 1 pt, se palleggiato senza rimbalzo vale 2, se palleggiato in sospensione vale 3. Bagher di alzata contro il muro: mai frontale ma sempre laterale, su palla bassa, in caduta laterale etc, Palleggio continuo sulla testa con le mani sulla fronte: ogni tanto palla spinta in alto - avanti contro il muro per allenare la propulsione di indici. Variare l'altezza della traiettoria sulla testa ed eventuali spostamenti - rotazioni sotto la traiettoria.
Esercizio per la "lettura" del palleggiatore: Gruppi di 4 (impegnare i centrali) con A che lancia la palla per P (inizialmente precisa poi facendola spostare); P decide prima dove palleggiare (davanti a B o indietro a C) ma deve tenere ogni volta una posizione di palleggio "neutra" fino all'ultimo. A cerca di "leggere" il palleggio di P e lo chiama ad alta voce. Stesso lavoro fatto con una sola palla e con continuità
RICEZIONE: Lavoro analitico delle tecniche di base A coppie sulla palla ALTA E LUNGA CHE SUPERA IL RICEVITORE: apertura dal lato della palla, arretramento con passo accostato laterale, arresto in affondo posteriore e bagher laterale; passare poi al lavoro complessivo globale etc. Se necessario tornare all'analitico. Allungare la traiettoria, chi fa bagher deve allungare l'affondo postero - laterale, rialzare la spalla e controllare il carico con una flessione del ginocchio arretrato. Ricezione in palleggio di 5 battute float: se è fuori lasciare ! A da sotto rete e B sui 6 mt: di palleggio A alterna (senza un ordine mentre B non può anticipare lo spostamento ma deve "leggere" la traiettoria) palloni tesi sulla linea di fondo e alti corti. B deve arretrare (bagher frontale se fa a tempo, bagher laterale in caso contrario) o avanzare (arrivo in accosciata per avere un piano di rimbalzo parallelo al suolo ed un buon controllo dell'equilibrio) per appoggiare in bagher. La palla corta è una palla da salvare e quindi NON DEVE CADERE e NON DEVE ANDARE OLTRE LA RETE (Principi!): se succede, ripetere 5 volte l'esecuzione cadendo ogni volta dopo l'accosciata etc. Ogni 2 - 3 esecuzioni fermare la palla, così come deve essere fermata ogni volta che l'appoggio è impreciso. Questo esercizio analitico è amplificabile fino al controllo di tutti i tipi di traiettoria. Campo con settori di ricezione delimitati e 2 ricevitori.
10 – Insegnare a giocare
Serie di 5 - 6 battute (alternato rapido tra i 2 campi: tra la palla che passa sopra rete e la battuta successiva devono passare 1 - 2") con A e B che ricevono, C deve alzare in posto 4 e correre a bloccare la palla prima che cada a terra per ripassarla a D. Chi non riceve chiama Corto - Buono - Out, chi riceve "mia"; le chiamate devono essere anticipate il più possibile.(zone di conflitto) C entra a palleggiare da posto 1,6 etc; allenare al palleggio anche i centrali (o chi deve palleggiare la palla difesa da P) partendo da posto 3. Se c'è errore (battuta o ricezione) ripetere.
Come sopra ma in posto 4 va T che sulla alzata di C simula una murata. A e B dopo aver ricevuto devono correre in copertura in modo che P possa alzare un'altra palla alta rovesciata ! FIG. 4 Se si piazza ancheT1 in 2 la coppia di ricezione dovrà adattare il movimento di copertura alla zona di alzata. Come già detto, si predetermina (per ogni rotazione) a chi deve andare la ricostruzione dopo copertura; con questo esercizio è possibile allenare specificamente questa situazione ! Molto utile per coordinare i movimenti di copertura sia in situazione di CP che PT: seguire il 1° tempo poi portarsi sul 2° - 3° tempo occupando la corretta posizione sul campo!
RICEZIONE-ATTACCO Attacco da posto 4 dopo ricezione del martello: Ricezione solo del martello o 2 ricevitori con lavoro sulla zona di conflitto Con bersaglio a terra: n. di esecuzioni senza errore (azzera) Con difensore/i e muro che lascia libera la parallela; in questo caso non si può lavorare per punteggio in quanto una delle squadre patirebbe un handicap. L'obiettivo riguarda allora l'attaccante che deve centrare 3 bersagli consecutivi senza errore. M.S. Se si lavora con il muro, allenare ad appoggiare la palla a filo contro il muro, staccare in autocopertura la palla e riattaccare (oppure tocca a P rovesciare il fronte di attacco). Esercizio per la correzione analitica per chi anticipa sistematicamente la partenza di 3° tempo con errori conseguenti (rincorsa lenta, ultimo passo corto, rapporto scorretto con la palla, scarso equilibrio in volo etc): A dà la palla a T che ha 2 opzioni
1. alza alto in 4 2. arresta la palla in posizione di palleggio per controllare che S non abbia già iniziato la rincorsa TECNICA E PUNTI IMPORTANTI DELL'ATTACCO IN 1° TEMPO: A) saltare con ultimo passo lungo e veloce staccate da rete(1 mt: riga a terra da non pestare) per
1. Ridurre la zona di invadenza del muro.
11 – Insegnare a giocare
2. Lasciare più spazio al palleggiatore che deve piazzare la palla tra S e la rete. B) Se la palla è staccata il riferimento comune a P ed S è l'asta. Errore tecnico frequente: nello stacco di 1° tempo non utilizzare l'appoggio di tallone e la rullata del piede. Se c'è correggere in analitico così come lo stacco vicino a rete con la palla sopra la testa anziché davanti.
Lavoro analitico - sintetico: T lancia la palla a P da lontano e dalle varie zone variando l'altezza del lancio. S deve "leggere" la traiettoria di arrivo ed adattare il tempo di partenza per mantenere la rincorsa veloce e con ultimo basso lungo. Il tempo è dato soprattutto dall'ultimo passo e su quello deve essere posta la massima attenzione! Es: Attesa con carico sulla gamba sinistra poi esagerare la spinta per l'ultimo passo (arrivo dx - sx). Non utilizzare ostacoli che tendono a trasformare l'ultimo passo in un balzo verso l'alto, ma righe a terra per "allungarlo". In base al "tempo" del centrale, P potrà cercare di correggerlo variando l'altezza a cui palleggia la palla, ma non l'altezza della alzata che lascia più tempo al muro avversario per "leggere e reagire". Lo stesso lavoro andrà effettuato con la palla che arriva a P staccata ed S deve allargare la rincorsa mentre il riferimento per la traiettoria di alzata sarà la linea che collega la palla all'asta di posto 4. Stesso lavoro con S che, in base alle caratteristiche della situazione, può chiamare una soluzione di attacco variata. Es: palla staccata, mezza ; palla staccata tesa, palla spostata verso posto 4 veloce dietro etc.
E.S o E.G. Stesso lavoro + muro singolo e difesa di 1° tempo. Se difende posto 1 tocca al centrale alzare la palla per un attacco piazzato su una determinata zona del campo per continuare l'azione. 1° tempo in situazione CP Per allenare il 1° tempo utilizzare la battuta difficile (situazione di gara) ma se manca la continuità per i troppi errori (battuta, ricezione etc) inserire una battuta facile di T. ES: 1°palla di battuta; se la ricezione è buona, si gioca il 1° tempo o la combinazione, se non è precisa, palla di banda. La palla successiva lanciata da T per fare attaccare l'altra soluzione. Ricezione di palla corta ed attacco in 1° tempo contro muro singolo di posto 3 e difesa di 1° tempo con ricostruzione del centrale se l'attacco è su posto 1 etc. Attenzione su di un campo : agli spostamenti preventivi tempo di entrata del 1° T; Sull'altro campo: posizione di difesa sul campo tempo di salto del muro Se l'esercizio globale "diluisce" troppo il n. di esecuzioni nella unità di tempo, passare ad esercizi analitici e/o complessivi di 1° t (con o senza muro), variando
1. la situazione (Ricezione di palla corta o lunga, ricostruzione dopo muro nei diversi settori di rete o appoggio su free ball del centrale stesso o di un'altra compagna etc);
12 – Insegnare a giocare
2. la direzione di provenienza della palla al palleggiatore e le caratteristiche della traiettoria di arrivo stessa (altezza, distanza da rete, posizione lungo la rete).
LAVORO A COPPIE Nella difesa a coppie se si lavora con palloni lenti si lavora solo per la ricezione della battuta in salto. Per allenare il bagher di difesa l'attacco deve essere forte e addosso; il movimento di attacco deve essere quello della schiacciata e non colpi a braccio flesso etc e quindi Caricare il braccio dietro - alto prima del colpo (e non basso dietro con rotazione ) Spalla aperta, tronco in lieve torsione, colpire la palla avanzando il tronco, "rotando" la spalla e tenendo il gomito alto. Colpo con il polso che imprime una rotazione alla palla (frontale o laterale). Usare anche palloni più lenti al viso per la difesa di palleggio, pallette e pallonetti per sorprendere la compagna ed allenarla ad "uscire" dalla posizione di difesa. Anche nella difesa a coppie una palla lasciata cadere senza tentativo comporta una serie di 10 difese "alla morte". Lavoro a coppie per la manualità e la sensibilizzazione del bagher: difende sempre A dagli attacchi di B fino a che la risposta è precisa, quando non lo è più B alza ad A e si inverte. Tirare progressivamente più forte ! Difesa a coppie ; nella continuità inserire colpi che costringono ad una difesa "alta" di palleggio NON SOLO FRONTALE ma anche preceduta da spostamenti laterali di 1 o 2 passi. M.S. (ed anche ai lati della testa e delle spalle, tipo "parata"!)
ALLENAMENTO DELL' ATTACCO DI SQUADRA IN SITUAZIONE DI CP La squadra è schierata in ricezione nella fase che si intende allenare: T batte facile e la squadra attacca 4 volte da posto 2, 4 da posto 3 e 4 da posto 4 consecutivamente. Dopo il 1° attacco si gioca normalmente ma T si occupa principalmente della soluzione di attacco in esame. Possibile variante; sovraccarico dello stesso attaccante, sia su CP che Rigiocata, per 6 azioni; naturalmente se c'è la possibilità durante l'azione lo schiacciatore si porta nella posizione che occupa normalmente durante la gara! Lavoro per obiettivo: tenere bassa la percentuale di errore !! o alzare quella di efficacia Lo schiacciatore deve essere a conoscenza dello schema di muro - difesa che adottano gli avversari con compiti tattici adeguati alle sue capacità. In questi esercizi anche chi non è servito deve comunque essere impegnato in un lavoro analitico (es; L.A. degli spostamenti preventivi e dell'ultimo passo di rincorsa per il centrale; L.A. dei movimenti coordinati di copertura; L.A. sulle finte di rincorsa di chi dovrebbe fare il 2° tempo etc) . Sestetto in ricezione nella fase da allenare. Esercizio per allenare tutte le soluzioni della fase Battuta del sestetto allenatore, ricezione ed attacco poi, una volta recuperata la posizione di partenza, altra ricezione ed attacco vs battuta facile di T. Ritmo tranquillo, tema tattico (Es: palla OK 1° tempo, l'altra andrà all'altro schiacciatore. In questo caso C non deve saltare la seconda volta ma lavorare in analitico sugli spostamenti preparatori e sull'ultimo passo). 6 contro 6; serie di 6 battute rotazione contro rotazione. Se c'è errore in attacco si ripete nelle medesime condizioni ma non fa punto. Fa punto solo la squadra che batte ed alla fine delle 6 rotazioni si sommano i punti: in questo caso l'errore in battuta non fa punteggio. M.S. Serie di 8 - 10 battute sestetto contro squadra in una determinata fase. Batte la stessa squadra per 10 volte in modo da mettere a punto bene il cambio palla su quella rotazione. Questo si può fare per obiettivi tarando il valore della rigiocata a seconda della efficacia del cambio palla della squadra. Il cambio palla al 1° scambio vale 1 punto, le rigiocate comunque 2 punti, l'errore in battuta 1 punto e non conta nelle 8 - 10 esecuzioni. Vari possibili handicap : es errore in ricezione 3 punti (sovraccarico sul ricevitore) specificando bene cosa si intende per errore (palla che và direttamente sull'altro campo o non viene toccata almeno 2 volte). 3 punti per l'errore al 1° attacco, la murata entro il metro o fuori dai 3 metri senza copertura, la palla a terra senza difesa (+ "incentivo" per il difensore responsabile) etc. Se la percentuale di errore è troppo alta per cui l'esercizio risulta frammentario, ritornare alla BR con lavoro ad obiettivo (es: 5 ricezioni perfette azzerando per l'errore etc.) Allenamento all'attacco di 3° tempo su ricostruzione di un giocatore che non sia il palleggiatore: T lancia 5 palle a campanile - rotante su uno dei campi e P (o altra giocatrice) corre sotto alla palla e deve alzare direttamente alto e preciso per l'attacco di 2 o 4. Se si vuole fare L.G. fare attaccare contro il sestetto schierato, continuare il gioco etc.
13 – Insegnare a giocare Difesa a terne: A attacca, B e C difendono. Quella delle 2 che non ha difeso deve correre ad alzare di nuovo ad A, recuperare la posizione di difesa per l'attacco successivo ma in ogni caso arrestarsi dove si trova in posizione di difesa quando A sta per colpire la palla. Meglio delimitare una parte di campo! Chi alza deve preoccuparsi PRIMA DI ALZARE BENE e solo DOPO DI RECUPERARE LA POSIZIONE DI DIFESA. INSISTERE SUL CONCETTO DI ASSISTENZA AL DIFENSORE: B difende male, C corre per cercare di recuperare la palla e anche B deve seguirla in modo da aiutarla se C riesce ad alzarla da terra. DIFESA ACROBATICA: chi difende deve preoccuparsi di difendere la palla indirizzandola il più alto e preciso possibile, solo dopo si preoccupa della caduta (piano di rimbalzo svincolato dalle reazioni posturali di equilibrio). Esercizio per chi difende la palla bassa (soprattutto dopo caduta): T lancia una palla bassa che S deve difendere in caduta, rialzarsi e riuscire a tornare a toccare la stessa palla prima che cada a terra.
DIFESA SUL CAMPO: Tre problemi:
1. Posizione in campo: frontalità del tronco al centro del campo. 2. Posizione del corpo prima della difesa (alta, media, bassa) in base al tipo di attacco che presumibilmente dovrà difendere. 3.
Capacità di controllare l'impatto, di "tenere la palla"
Difesa su attacco da posto 4 Posto 1 sui 6 mt con zona in fondo libera Posto 6 molte varianti tattiche per cui questa posizione deve essere occupata dal giocatore tatticamente più forte:
1. Raddoppio della diagonale con posto 5 2. Posto 6 pos alta - lunga per recuperare la palla a scavalcare o deviata dal muro. 3. Se c'è buco nel muro posizione bassa, non avanzata! Importante tenerlo "lungo" per eventuale attacco dalla seconda linea in ricostruzione. Posto 5 difensore in posizione bassa capace di difendere la palla forte Posto 4 difesa della diagonale stretta e del pallonetto Naturalmente i difensori andranno allenati soprattutto per il tipo di difesa che dovranno usare maggiormente!
14 – Insegnare a giocare
POSIZIONE DI 1° TEMPO DI DIFESA
2 Variabili: la distanza tra prima e seconda linea: se molto avanzata la seconda linea fatica a difendere i primi tempi lunghi e gli attacchi con traiettoria di alzata tesa, se troppo arretrata lasci spazio per il pallonetto (di P o di 1° tempo!). MS. Adattare in base alle caratteristiche dell'attaccante ed alla qualità della traiettoria di arrivo a P: quante sono le palle che consentono un 1° tempo anticipato, potente etc ? La posizione di posto 6 che è spostato verso posto 5 o posto 1. Velasco consiglia la posizione verso 5; M.S. adattare ad ogni situazione e spostare verso posto 5 quando la rincorsa del 1° tempo parte da posto 2, verso posto 1 quando parte da posto 4.Altra possibile opzione, spostare sempre sulla diagonale più lunga Esercizio: 6 a rete e 6 al muro: al muro: serie di attacchi contro il muro, controllo in bagher o palleggio sulla testa e di nuovo attacco (sia palla diretta contro la parete , sia dopo rimbalzo a terra ) a rete: coppie, su lati opposti della rete. Attacco piazzato (piedi a terra o in salto) sulla compagna che si controlla la palla sulla testa in bagher o palleggio ed attacca a sua volta.
Partita a coppie su ½ campo: ad ogni attacco si scambiano le posizioni tra chi alza e chi attacca (dalla prima o dalla seconda linea): si gioca a punteggio e quindi per mettere in difficoltà l'avversario! Lo stesso lavoro si può fare ricercando un lavoro analitico: ogni volta chi schiaccia lo farà in extra intrarotazione curando la partenza ritardata e la velocità dell'ultimo passo. In questo caso, non punteggio !
INTENSIVO DI DIFESA GIAPPONESE: con 6 x 6
T (a) attacca di continuo da posto 4 - 2 - 3 sul campo di destra e la palla deve tornargli ogni volta al 2° tocco; è tutto valido. Ogni tanto T lancia una palla (b) agli attaccanti di posto 2 o 4 del campo di sinistra che schiacciano di prima contro il muro a 1 piazzato in diagonale + difesa; il gioco continua con la palla a T o con una ricostruzione regolare. Se T lancia la palla a posto 3 , posto 2 e 4 devono raddoppiare il muro.T può lanciare la palla alta sull'altro campo © chiamando "GIOCO" ed uscendo da campo mentre al suo posto entra 3 in posto 3. Si continua a giocare 6 x 6
15 – Insegnare a giocare Difesa 6 x 6 con attacco costante in parallela dalle bande; difesa con raddoppio della parallela da posto 6.
C raddoppia il muro ma non è obbligato a saltare ; sulla ricostruzione C deve essere presente per il 1° tempo o per alzare ! Se la palla è fuori banda o non è possibile tirare la parallela, S usa il pallonetto che D deve vedere - chiamare e difendere. A seconda dello schiacciatore o del sistema di difesa si darà la PRIORITA' AL PALLONETTO O ALLA SCHIACCIATA: nel 1° caso, appena il difensore vede lo schiacciatore in difficoltà avanza (sui 5 mt!) per prepararsi ad un eventuale pallonetto. Nel 2° caso resta lungo e difenderà il pallonetto "in lettura" In qualche occasione C VOLONTARIAMENTE NON "CHIUDE" IL MURO; S deve tirare nel buco (se non è
possibile pallonetto) e posto 6 deve difendere questo cono di campo Lavoro di difesa di posto 6 in affondo laterale. Lavoro per contrattacco in 1° tempo (ricaduta girando la testa etc) In qualche occasione contro attacco da banda C NON SALTA A MURO ed S attacca con muro singolo che è libero di
piazzarsi come vuole. Difesa del pallonetto di C Difesa 2.0.4. M. S. Eventuale difesa con copertura fissa che però deve passare al 2.0.4 quando vede che il centrale non arriva a raddoppiare (situazione simile alla gara ) MURO INDIVIDUALE Errore frequente: muro che guarda la palla a lungo e perde la possibilità di analizzare lo (rincorsa, la posizione di stacco etc) schiacciatore intuendone la preferenziale. NON APPENA IL MURO HA CAPITO A CHI E' INDIRIZZATA L'ALZATA, DEVE SMETTERE DI GUARDARE LA PALLA E CONCENTRARE LA PROPRIA ATTENZIONE SULLO SCHIACCIATORE. Questo può essere controllato ponendosi a fondo campo davanti al muro e fissando lo sguardo degli atleti mentre murano. ALLENARE IL CENTRALE A FISSARE LE MANI DEL PALLEGGIATORE PER CAPIRE DOVE ALZERA' E AD UTILIZZARE L'ESTERNO COME RIFERIMENTO PER IL MURO!
16 – Insegnare a giocare
Esercizio: T, piazzato dietro a B dallo stesso lato della rete, lancia una palla da rigore per A sull'altro campo che schiaccia di prima intenzione sulla preferenziale della rincorsa. B osserva la rincorsa di A, si piazza e salta a muro. Poiché la palla gli arriva da dietro B non la può vedere ed impara a concentrarsi solo sul rapporto palla - schiacciatore. Possibili varianti tattiche:
1. B chiude la preferenziale 2. B copre una determinata zona di campo 3. B chiude una uscita (extrarotazione, intrarotazione etc) Il tempo di stacco sarà dato dal momento in cui A carica il braccio (+ o - a seconda della distanza da rete, delle caratteristiche dello schiacciatore etc); M. S. Ogni tanto A finta di saltare e non stacca: in questo modo B è costretto ad aspettare e controlla la tendenza a saltare anticipato!
1. Fare eseguire l'esercizio quotidianamente fino a che non è diventato automatico! MURO: Concetto di PRIORITA' ed AIUTO MURO CONTRO STACCO DIETRO AD 1 PIEDE: partire largo e saltare in ritardo UTILIZZARE I SALTI A MURO (con spostamenti, con diversi angoli di caricamento, con coordinazione in fase di volo etc) E LE SCHIACCIATE PER LA PREPARAZIONE FISICA. La pliometria sono salti sprecati!
STRETCHING: ALCUNI ACCORGIMENTI
Negli allungamenti degli Ischio - crurali (seduta a terra, gambe divaricate, flessione in avanti del tronco;) mantenere la parte lombare in lordosi ed il piede a martello. Allungamento catena posteriore: posizione eretta, ginocchia flesse, tronco piegato in avanti mantenendo la lordosi lombare; Fig 1S Afferrare le caviglie con le mani ed estendere lentamente le ginocchia (mantenendo la lordosi ) fino a che il tronco con si comincia ad allontanare dalla faccia anteriore della coscia. Mantenere la posizione. Nella posizione dell'ostacolista l'anca è flessa a 90° mentre il ginocchio è più flesso. Stiramento dello psoas: posizione di affondo anteriore, tronco inclinato in avanti, braccia estese in alto avanti; Fig 2S portare il bacino in avanti coordinando il respiro.
Julio Velasco