INIZIAZIONE AL
Real MASTER Rei-Ki
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Quest'opera è dedicata a tutti coloro che ambiscono essere, ad un tempo, con la testa fra le nuvole, nel più Alto dei Cieli, ed i piedi ben piantati nella Terra del mondo materiale: questa, infatti, è la Statura di chi, senza illusioni, vive la dimensione Spirituale… Andrea
Amico, esercita il tuo discernimento. Stabilendo quale sia la Realtà, e quale sia l'Illusione. E di queste, se non siano entrambe illusorie, o, piuttosto, se non siano entrambe Reali, o Una sola cosa.
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SEZIONE PRIMA
LO SPIRITO E LA MATERIA LA REALTA' E L'ILLUSIONE
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Capitolo 1
PREMESSA SCIENTIFICA Prima di Tutto METTIAMO IN CHIARO CHE: Il tuo aquilone può volare solo se lo trattieni con un filo, ovvero: TIENI I PIEDI PER TERRA! 1. Ogni argomento può sempre essere esaminato da diversi punti di vista. La mia tentazione sarebbe di farlo da tutti i punti di vista possibili… a. Questo, però, porterebbe ad una tale estensione dell’argomento esaminato, che esso, infine, ingloberebbe tutto lo scibile umano. Porterebbe alla creazione di un trattato enciclopedico inavvicinabile con intenti pratici. Un’opera del genere, inoltre, sarebbe interminabile; necessiterebbe di aggiornamenti prima ancora di essere completata, col risultato di essere inutile. 2. Questo Corso di Real Rei-Ki si propone di essere un sintetico strumento pratico. Dal punto di vista scientifico, lo scopo per cui propongo il Real Rei-Ki, è duplice: prima, verificarne sperimentalmente l’efficacia; in secondo luogo, se la sperimentazione dà qualche esito positivo, studiare il fenomeno dal punto di vista teorico, nei limiti del possibile. a. La sperimentazione quindi viene prima, seguendo il metodo induttivo per primo, e deduttivo solo in seguito. b. Ho sperimentato grandi perdite di tempo e d’energia facendo il contrario: quando ho seguito prima il metodo deduttivo, cioè prima la teoria, mi è capitato di dedicarmi con passione ad argomenti di indubbio fascino, per i quali ho creato tutta una struttura teorica. c. Tutto questo era entusiasmante, anche perché la teoria risultava meravigliosamente coerente con sé stessa, e con tutti gli argomenti esterni presi a riferimento. d. E, quando finalmente, dopo laboriosi mesi (…quando non sono stati anni…) di studio e di appassionato lavoro, mi accingevo alla sperimentazione, si era creata in me, e nei miei collaboratori, una grande aspettativa, per non dire vero e proprio entusiasmo… Entusiasmo… …ed aspettativa, …inutili (!). 7
e. La sperimentazione dava esiti sempre deludenti: doveva essere modificata, corretta, finchè apparisse un risultato interessante. Ma, nel frattempo, tutta la parte teorica doveva essere rivista in base ai nuovi risultati. Questo tipo di esperienza è comune a tutti i ricercatori. f. Così ho finalmente deciso che la base del lavoro devono essere i risultati; da quel momento, ho smesso di lavorare inutilmente. 3. Non penso che a tutti, ed in tutti i campi, debba essere applicato il ragionamento induttivo per primo. Ma nel mio caso, e in questo campo, è stato così. Questo è il motivo per cui propongo questo approccio al mio lavoro, anche se a qualcuno potrà sembrare insolito. Sono certo che a molti di questi, dopo aver provato questo sistema, si aprirà una nuova porta nella vita. a. La mia in fondo, non è una grande scoperta. Da molto tempo sentivo gli anziani contadini delle mie parti, ripetere: “Un anno di pratica, val più di cento di grammatica!”. È vero. 4. Nel caso delle Tecniche Metapsichiche, come il Real Rei-Ki, l’approccio descritto richiede uno sforzo particolare di sublimazione. Infatti, prima di poter fare una ricerca scientifica, si passa all’applicazione pratica di una tecnica che, apparentemente, di scientifico non ha proprio niente. a. Ma credo che, se ho potuto constatare dei reali benefici nell’applicazione di questa tecnica, prima o poi se ne dovrà trovare una spiegazione scientificamente valida. Qualcuna l’ho già in mente, ma sono ancora all’inizio. b. Chi si vuole avvicinare al Real Rei-Ki, quindi, sappia che, dal punto scientifico, le risposte sono ancora quasi nulle. Alcune risposte ci sono, ma sono così tante le domande ancora senza risposta, che aprire ufficialmente l’argomento sarebbe prematuro. c. Attraverso la pratica sperimentale, gli studenti, se lo vorranno, potranno costituire gruppi di ricerca che lavorino sull’argomento. Per questo, chi desidera essere contattato da altri ricercatori, può, a questo scopo, inviarmi un suo recapito con la dichiarazione firmata che mi autorizza a farlo conoscere ad altri. Oppure potranno fare ricerche privatamente, ciascuno secondo la propria propensione. 5. Per poterlo prima di tutto sperimentare, si rende necessario apprendere il Real Rei-Ki, così com’è: esso ha un aspetto fortemente filosofico e mistico. Ed è così che ve lo presento. Ma ritengo non sia assolutamente necessario aderire a tutto l’insegnamento, e neppure ad una parte. a. Raccomando un atteggiamento tra lo scettico ed il possibilista: quello possibilista, durante la pratica; lo scettico, nel resto del tempo. b. Infatti senza concedere mentalmente una possibilità di riuscita alla tecnica, si precluderebbe quasi ogni possibile risultato; in fondo, si 8
tratta di una tecnica eminentemente mentale, e quello che noi pensiamo, ne influenza fortemente l’esito. 6. Dato che, però, tutte le Tecniche Metapsichiche sono altamente suggestive, è molto importante, terminata la pratica, “svegliarsi”, e "tornare con i piedi per terra", almeno fino all’esperimento successivo.
Un Gioco di Proiezione? 7. Finchè non abbiate in mano delle certezze concrete, considerate le sperimentazioni di Tecnica Metapsichica una specie di “gioco di proiezione” (sono quei giochi di ruolo che escludono il ricorso al caso, come il lancio dei dadi, o simili). Non è escluso che il gioco vi porti ad un apprendimento realmente utile: ma rimane sempre un gioco, un’ipotesi, un esperimento. 8. Mantengo un’attenzione costante ad evitare che la forza suggestiva del “gioco” trascini gli studenti più influenzabili in qualche forma nevrotica; come, ad esempio, vivere la propria vita in funzione del gioco stesso. A questo scopo, lo Studio di Tecniche Metapsichiche “Gianfrancesco Pico” propone anche un gran numero di Tecniche Psicoattive scientificamente basate. a. La cosa migliore è che lo studente approdi alle Tecniche Metapsichiche dopo aver dato spazio allo studio delle Tecniche Psicoattive, che, per la loro concretezza, sono la “sveglia” ideale, e danno una base per riconoscere i fenomeni di suggestione. b. Tutti siamo influenzabili; se non lo fossimo, non potremmo apprendere. Saremmo ancora al punto in cui il neonato non è in grado di dare un significato a ciò che vede, perché non possiede ancora gli schemi interpretativi degli impulsi nervosi provenienti dal nervo ottico. Essere influenzabili è un segno della capacità di adattamento, attraverso la quale l’umanità stessa si è evoluta. 9. Si è detto molto del potere dei giochi di proiezione, da parte dei loro detrattori, sull'influenzare negativamente i giocatori. Ora, quindi, la possibilità che, pur essendo un gioco, abbia il potere di influenzare la vita reale, con effetti non di gioco, ma reali, è dimostrato. a. Che l’influenza sia stata spesso negativa dipende dalle caratteristiche peculiari del gioco di proiezione, dalle finalità che, all’interno del gioco, il giocatore si pone. b. È evidente che un gioco dove “vincere” richiede la distruzione della società civile, è diseducativo; se questo gioco è di proiezione, c’è il rischio di avviare dei processi di pensiero antisociale nella vita reale del giocatore. Ancor più subdolo e potenzialmente pericoloso 9
sarebbe un gioco in cui, per vincere, si debba ottenere un risultato buono, attraverso azioni in sé negative. c. Resta il fatto che il gioco di proiezione ha il potere di influenzare i giocatori. In una società come quella attuale, giochi di proiezione completamente positivi sono vere "mosche bianche". Di conseguenza per questi ultimi non c’è mercato; così i pochi esistenti, per motivi economici, non possono raggiungere un livello qualitativo tale da risultare appetibili per i consumatori. 10. Il Real Rei-Ki, considerato un gioco, invece che una vera prarica filosofico empirica, risulta essere un gioco di proiezione altamente positivo, e di alta qualità. Quello che a noi interessa è che conserva la tipica prerogativa di tutti i giochi di proiezione: di influenzare i giocatori, con effetti sulla loro vita reale. a. Lo dimostra il fatto che il suo costo è enormemente più alto di tutti i giochi di proiezione esistenti, ma, nonostante questo, è sicuramente il più seguito al mondo: non da ragazzi, ma per lo più da persone adulte, diverse delle quali di cultura superiore. Alcune di loro sono persone di alto livello, e di grande successo nella vita, delle quali risulta meno facile pensare che usino il Rei-Ki come mezzo per sublimare una vita povera di stimoli. 11. Passo successivo a quello di fruire e soprattutto, di verificare, gli effetti positivi del Real Rei-Ki sulla vita reale, sarà quello di studiare scientificamente il fenomeno, con i suoi effetti, cercando si spiegarlo deduttivamente. 12. Prima di passare al Real Rei-Ki vero e proprio, ma già più nel vivo dell’argomento, ancora una necessaria precisazione. Esistono al mondo molte diverse scuole di Rei-Ki, alcune in contrasto con le altre. a. Si presenta quindi il problema di quale scuola scegliere.
Cominciamo ad "entrare" nel Gioco 13. Su una cosa tutte le scuole sono d’accordo: il Rei-ki è una disciplina spirituale. Di fronte a una situazione di questo genere, non mi è rimasto che consigliarmi con una persona di mia assoluta fiducia, un Vero Maestro di Alchimia Spirituale, che ho la fortuna di conoscere sia come amico, sia come Discepolo diretto: questi è manaoshi. Oramai Maestro a sua volta, egli è stato, e continua ad essere, Discepolo diretto di un grande Maestro Spirituale, riconosciuto come tale in tutto il mondo. a. Scusatemi se non vi parlo delle referenze di questo mio amico: vi posso dire che sono molte, ma, oltre a ciò, devo rispettare la sua privacy (è un tipo molto riservato). Di lui, e del suo Maestro, in 10
momenti diversi saprete cose diverse, anche attraverso l’apprendimento del Real Rei-Ki. Diffuse notizie su di lui, saranno rese disponibili in un momento più opportuno. Come vedete, anche se non siamo ancora entranti nel “gioco”, ci stiamo preparando a farlo… 14. Il Real Rei-Ki è stata proprio la risposta di manaoshi al problema di scegliere una delle tante scuole di Reiki al mondo, perché la disciplina fosse spirituale, ma anche concreta, e, almeno filosoficamente, corretta. a. Nel suo insegnamento, è inclusa la motivazione che lo ha portato a fondare il Real Rei-Ki, piuttosto che affidarsi ad una delle tante altre scuole di Reiki disponibili. Egli ritiene che, in assoluto, nessun insegnamento, compreso il suo, sia veramente spirituale, ma che siano tutti, al massimo, insegnamenti mentali. Unica eccezione: le cerimonie di iniziazione. b. Per questo motivo, in segno di rispetto nei suoi confronti, e dietro sua specifica richiesta, allo Studio di Tecniche Psicoattive e Metapsichiche “Gianfrancesco Pico”, tutte le cerimonie di iniziazione sono completamente gratuite: anche nel caso di iniziazioni notoriamente molto costose, come quella che permette di conseguire il Master di Rei-ki. c. Viene fatto pagare solo il materiale di studio, e l'eventuale tempo messo a disposizione: come se, anziché iniziazioni (quindi con un valore aggiunto), si trattasse di uno qualsiasi dei diversi servizi che questo Studio propone.
15. Ultima raccomandazione: ricordate le indicazioni introduttive che fin qui vi ho dato. In quanto, da ora, per la riuscita dell’esperimento, è necessario che cambi tono, e che non ve le ripeta più… a. A questo punto, non resta che riportare l’ In-Segnamento, senza aggiungere né togliere nulla: esattamente così come è stato impartito a manaoshi, e tramite lui, a me.
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AVVERTENZA Questo Corso ha il solo scopo di permettervi di ottenere l’iniziazione al Master di Real Rei-Ki. E' da considerarsi d’arricchimento personale e professionale. Non si propone altro.
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Capitolo 2
Introduzione alla Visione Spirituale Il tuo aquilone può volare solo se lo lasci andare, ovvero: LA TESTA FRA LE NUVOLE 16. Le dimensioni spirituali sono fuori dallo spazio tempo. Noi c’innestiamo nello spazio tempo come se ne facessimo parte; prendiamo una forma, divenendo come un circuito: è un concetto prigione che crea la dimensione materiale, per la scoperta della modalità prigione-possibilità, dove, come in un labirinto di specchi, la Vera Parte di Noi (Potenzialità Pura; Fonte Incondizionata; dove abbiamo Origine; dove facciamo Ritorno), entra allo scopo di uscirne. a. A volte vi resta intrappolata per un periodo, a volte ne esce facilmente, ma poi vi rientra: un altro giro in giostra. b. Alla fine si stanca del gioco; prima sembrava interessante, sembrava coinvolgente, sembrava divertente… Dopo sembra noioso, inutile, puerile, anche se comprendiamo che a qualcuno possa ancora piacere… com’era piaciuto a noi, perderci lì dentro, dove abbiamo riso, ci siamo arrabbiati, siamo caduti, ci siamo rialzati, ne siamo usciti e ci siamo rientrati. c. Quando, dall’interno del labirinto, parliamo della Realtà Reale, di essa diciamo che è “fuori dal labirinto”. d. Per questo motivo, possiamo essere d’accordo con chi dice che la reincarnazione non esiste: essa è reale quanto un giro nel labirinto della giostra degli specchi, seguito da una pausa, in una serie quasi infinita di altri giri in giostra, al termine dei quali ci accorgiamo di non essere né davanti all’ingresso, né dentro alla giostra.
i. Ci si accorge di essere nel proprio letto al risveglio, e si riconosce di aver solo sognato tutti quei giri in giostra. Le vite precedenti, ed il loro ricordo in questa vita, quindi, 13
anche volendo considerarle reali, sono necessariamente metafore; in quanto se esistono realmente, devono esistere nella realtà, cioè fuori dallo spazio tempo. Ma fuori dallo spazio tempo non si può parlare di reincarnazione, la quale avviene dentro lo spazio tempo, in una dimensione intermedia, che non è né spirituale, né materiale. Senza tempo, come esisterebbe la reincarnazione, che si sviluppa proprio attraverso il tempo?! e. Concentrarsi sulla reincarnazione è come stare a guardare gli impulsi interni di un computer, anziché lo schermo, pensando così di osservare la realtà invece dell’illusione. i. Sarebbe come scambiare il mezzo col fine. Il risveglio dal “sogno” è il risveglio spirituale. Il primo passo per l’ingresso nella Coscienza Cosmica, altrimenti detta Paradiso (dal greco Paradéisos, cioè Giardino); che nell’Alchimia è chiamato "il Giardino dei Filosofi".
Etimologia e significato della parola Rei-Ki 17. Rei-ki è una parola giapponese che significa energia della forza vitale, sia universale che personale. Rei, energia della forza vitale universale. Ki, energia della forza vitale personale, chiamata anche Prana, o Chi (pronuncia “ci”), o eterica. In Alchimia, "Mercurio Vivo". Livello: energetico-fisico. a. Questa energia, che può essere chiamata Rei-ki, proviene dalla stessa fonte da cui provengono tutte le cose visibili e invisibili, e di cui ognuno di noi ha una sua propria comprensione. b. Scientificamente, la vibrazione già ben conosciuta che più assomiglia a ciò, è l’onda del Campo Elettromagnetico. 18. Che si continui ad usare la parola giapponese, invece della sua traduzione, serve a dare un senso di unitarietà all’insegnamento, quando questo viene impartito in luoghi diversi, dove si parlano diverse lingue. Inoltre è giusto riconoscere che una verità, se universale, può provenire da qualunque nazione, e non solo dalle filosofie locali, come se fossero separate dalle altre, e non valide all'estero. a. Non dipende per forza dal fatto che manaoshi sia, apparentemente, di origini giapponesi: la radice etimologica del suo nome, infatti, è il greco antico, anche se può avere un senso anche in lingua giapponese. 19. Quindi a volte lo chiameremo energia, e a volte lo chiameremo Reiki. A volte lo chiameremo in altri modi. La frequenza di questa energia, per sua natura, tende apparentemente a manifestare prima la guarigione del corpo, poi dei livelli Mentale ed Emozionale, ed infine a quelli spirituali. In Realtà, però, avviene prima la connessione spirituale, che 14
innesca la correzione del pensiero non miglioramenti degli stati emozionale e fisico.
cosciente,
che
causa
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Tanti modi, diversi metodi 20. Qualcuno dice… che “si dice” …che questo fosse il modo in cui Gesù otteneva le guarigioni. È un’affermazione estremamente limitante. Naturalmente, tutti coloro che hanno realizzato guarigioni, lo hanno fatto attraverso l’energia dei diversi livelli. In un certo senso, anche i medici allopatici: non è però escluso che lo abbiano fatto in modi diversi. Cioè in più di un modo, e in differenti maniere. a. In effetti, esistono diversi modi. Possono essere tutti praticati, e abbinati tra loro, quando questo è tecnicamente possibile. Quindi, il Rei-ki non è tutto uguale. b. Le scuole, anche quelle che affermano il contrario, non sono uguali, l’insegnamento non è uguale, i master non sono uguali: neppure i simboli sono uguali. c. Ma, soprattutto, non tutte le iniziazioni sono uguali: non sempre, per esempio, sono presiedute da un Maestro Spirituale, o Maestro Asceso. In altre parole, non tutte le iniziazioni sono autentiche iniziazioni spirituali: molte sono iniziazioni “d’altro genere”.
Il metodo Real Master Rei-Ki 21. Delle indicazioni che seguono, quindi, alcune ricalcano i più diffusi insegnamenti delle scuole Rei-Ki di tutto il mondo; altre indicazioni, invece, vi si discostano, o addirittura li contrastano apertamente. 22. Nella Scuola di Real Rei-ki si insegna ad "invocare energia dall’Alto", sotto forma di luce spirituale, con l’antica e potente formula “INVOCO LUCE DALL’ALTO”. Questa formula è rimasta, nella sua incredibile semplicità, conservata a lungo (millenni), come un grande segreto. a. La Luce, cioè l’energia, può poi essere ceduta, informata, indirizzata, per i più diversi utilizzi, in diversi modi. i. Luce significa conoscenza, informazione: questo metodo di guarigione quindi agisce primariamente attraverso la correzione dell'informazione errata, attraverso l'inserimento della corretta informazione originale, a livello del DNA. ii. Riallacciandoci al citato concetto di "Paradeisòs", la stessa cosa si potrebbe esprimere così: il Real Master Rei-Ki tende a riportare tutto l'essere alla perfette condizione originali. Quelle godute prima di commettere il "peccato originale".
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iii. La parola "peccato", infatti, non è che la traslitterazione (trasposizione del suono in un'altra lingua) di un termine antico che, tradotto, significa: "errore", o "decentratura". iv. Tornando a concetti attuali, quindi, possiamo parlare di malattia come di errore nel centro dell'informazione (si torna al DNA); e di guarigione, come di correzione dell'informazione. v. Ciò diventa più evidente, entrando ancora più nello scientifico, e, specificamente, nella visione della fisica quantistica, dove troviamo il concetto che: l'intero Universo è composto di soli due elementi: "energia", ed "informazione". 23. Parlando dell’energia fisica invocata per la guarigione, questa arriva dall’alto, ed entra nel praticante, che può contribuire ad indirizzarla ed informarla. Per esempio, può indirizzarla verso un’altra persona. a. Nel caso specifico dell’imposizione delle mani, l’energia esce dal praticante attraverso le mani, e fluisce nel richiedente, illuminandolo. Questo non significa che riceva l’illuminazione, ma che l’illuminazione opera in lui intelligentemente. b. Quando infine entra nel corpo del richiedente, l’energia fisica si dirige alle singole cellule del corpo, equilibrando e guarendo, primariamente attraverso un’armonizzazione dell’informazione, e poi con un bilanciamento delle polarità. c. Dopo essere penetrata così in profondità, agisce sul codice genetico (DNA) riparandolo a livello molecolare. Viene effettuata una completa revisione anche a livello subatomico, dov’è nata in origine la disfunzione fisica che, poi, si è manifestata, prima a livello molecolare, e poi a livello cellulare. Questo, per quanto riguarda l’azione fisica. i. Tuttavia l’azione si spinge oltre, agendo, fin dall’inizio, sulla sfera del pensiero e dell’emozione: le reali zone dove ha avuto origine la disfunzione, prima ancora che a livello subatomico. ii. Queste sfere vengono ri-centrate con i livelli spirituali; cosa che corrisponde ad una guarigione più o meno relativa, che però tende all’assoluto, del pensiero errato e del desiderio o emozione disarmonici.
Implicazioni della guarigione metafisica 24. Un processo di guarigione come quello appena descritto porta inevitabilmente ad una ricerca, per la comprensione completa di sé stesso: porta ad una ricerca spirituale, che sarà vissuta in modo diverso, da individuo a individuo. In questo contesto, spirituale non significa, necessariamente, mistico: questo è importante comprenderlo, in quanto la più autentica spiritualità si manifesta prevalentemente nell’ambito materiale. 16
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Effetti e caratteristiche dell'Iniziazione 26. L’Iniziazione è un passo spirituale che il praticante compie con l’aiuto di un Maestro spirituale. In seguito, le possibilità che l’Iniziazione ha aperto nei vari campi a diversa frequenza, saranno più o meno sviluppate dal singolo praticante. L’effetto è perfettamente calibrato sul singolo praticante; è impossibile riscontrare un effetto identico su due diversi praticanti. a. Una delle possibilità elementari date dall’iniziazione è quella di percepire a livello tattile il flusso dell’energia, al proprio interno, e anche al proprio esterno, e di riuscire a facilitare questo flusso. b. Alcune altre possibilità sono: la capacità di dirigerne il flusso, informarlo, indirizzarlo, modificarne la frequenza, impigliarlo, richiamarlo, vederlo, udirlo ed interpretarlo per il più diversi obiettivi materiali, fisici, emozionali mentali e spirituali. c. Si tratta di una pratica che non può essere dimenticata, in quanto non ha bisogno di essere imparata; in realtà, è semplicemente una presa di coscienza; ri-conoscere che lo si sapeva già fare.
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SEZIONE SECONDA
La Scuola di Zenith Stralcio 1 da:
“Il Talismano Vivente” (Le Parole di ZENITH) di manaoshi
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“ Nel quarto anno dell’Era dell’Acquario, uno dei semi che avevo piantato, gettò un virgulto. Una schiera d’Iniziati si levò per produrre il Mio insegnamento, dopo tre anni che il seme aveva germogliato. Come tutte le giovani piantine, non aveva ancora sviluppato un vero e proprio fusto; questo permetteva alla nuova Vita di crescere adeguandosi alle necessità, con tutta la sua flessibilità. Tutto ciò significa, semplicemente, che non esisteva ancora un’organizzazione; non era veramente strutturata. Ma portava avanti l’Insegnamento. Le iniziazioni. Le iniziazioni erano quattro, come sono sempre state, da quando l’Umanità si era collocata, per evoluzione collettiva, nel terzo Centro di Coscienza Cosmica. Quindi altre quattro iniziazioni erano sottintese, ma non si vedevano, non potendo essere comprese. Già la quarta iniziazione era di difficile comprensione, rappresentando il livello dell’Essere, livello dal quale io insegnavo loro. Ogni iniziazione comprendeva quattro aspetti, di cui tre erano di immediata comprensione; il quarto aspetto, invece, era più difficile, perché rappresentava il livello evolutivo da raggiungere. Naturalmente, anche se questo non era visibile, altri quattro aspetti erano sottintesi in ogni iniziazione. Quindi, tutto il sistema, come era sempre stato da quando era stato creato, era basato su otto livelli, dei quali solo quelli raggiunti erano comprensibili, e solo uno di quelli da raggiungere, il più vicino, era chiaramente intuibile. Per questo motivo il virgulto, la giovane Classe della Mia Scuola, aveva fatto della capacità Intuitiva l’aspetto focale dell’Insegnamento. In particolare, essendo tutti loro situati nel terzo Centro di Coscienza Cosmica, tra tutte le facoltà intuitive, si erano focalizzati sull’Intelligenza. E così doveva essere. Nel secondo anno dell’Era dell’Acquario, avevo rivelato il suo vero nome a colui che avrebbe fatto da Istruttore della Classe. In realtà l’avevo battezzato nel primo anno, ma, essendo egli appena Nato, non era in grado di comprenderlo. Il nome, invece, era pronto per lui dall’inizio della gestazione, che era durata, apparentemente, tre anni. Andrea, quand’era nato, aveva esattamente quarant’anni; ma era come se non fosse nato, perché ancora non se ne rendeva ancora conto. Un anno dopo, egli prese coscienza di ciò: è stato in quell’occasione che gli avevo rivelato il suo vero nome. Del suo nome fittizio in questa storia non c’è traccia, e non potrebbe essere diversamente, dato che il mio rapporto con lui è sempre stato esclusivamente spirituale. Dunque finalmente la Classe di Andrea cominciava a dare segni tangibili della sua esistenza fisica.
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Per prima cosa, ne approfittai per rimettere all’opera i Segreti Misterici: Piccoli e Grandi. Avevo preparato questo momento anni fa, secondo il tempo terrestre, con Micao Usui. La stessa cosa avevo fatto anche secoli, e, poi, millenni addietro, con altri capo scuola. Per ora, comunque, mi accontenterò di riferirmi ai Misteri con l’esotico nome di Rei-Ki; che, se tradotto dal giapponese, è molto esatto, per ciò che voglio intendere. Pacificherò ulteriormente la vostra mente curiosa di sapere quali comparazioni è possibile fare delle varie tradizioni, con tutti i nomi di volta in volta usati: ma non prima che siate sufficientemente padroni dei Misteri, in modo da non confondervi. Quindi vi farò trovare questo aspetto intellettuale dello studio in un momento molto diverso; per ora, è meglio che non ci pensiate troppo”.
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SEZIONE TERZA
LE SCUOLE E I CORSI LA STORIA E L'INSEGNAMENTO
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Capitolo 3
Cosa di solito si insegna in tutte le scuole di Rei-Ki 27. Nelle altre scuole, si insegna, di solito, che il Rei-Ki è diviso in tre livelli, e che il primo livello è il più importante, visto che tutti i livelli del Rei-ki sono spirituali. a. I successivi livelli, il secondo ed il terzo, vengono concessi, in linea teorica, quando l’allievo, come si suole dire, è “pronto”. b. Il terzo livello è il Master, o livello del Maestro. In linea teorica, non si concede a tutti, ma solo ad alcune persone scelte, presupponendo che chi diviene Master, poi attiverà altri; e che deve quindi avere una certa statura morale, ed un vero contatto spirituale. c. Chi officia le iniziazioni, quindi, ha l’onere di decidere se l’allievo è pronto per riceverle. d. In linea teorica. 28. In pratica, invece, succede molto spesso che il requisito vero per poter accedere all’Iniziazione sia quello di essere disponibili a versare una certa somma in denaro all’iniziatore. 29. Succede anche, purtroppo molto spesso, di trovarsi di fronte ad un iniziatore che, pur sincero, dà la marcata impressione di aver raggiunto un livello di evoluzione ancora piuttosto basso, e, tutt’altro che modestamente, declama con orgoglio le proprie qualifiche, innalzando il proprio insegnante, al solo scopo di innalzare sé stesso in qualità di suo allievo. a. Se le cose stanno così, come si fa a sapere di avere la statura morale necessaria a ricevere l’iniziazione? Ci si può fidare del prezzolato giudizio di un così tronfio individuo… ? 25
30. La Scuola di Zenith vi propone una cosa diversa: tutti i livelli in una sola volta, e da un vero Maestro. Ma perché dovrebbe essere meglio? Nelle altre scuole, solitamente, si pensa addirittura che operare in questo modo non sia bene, o che possa addirittura essere dannoso… a. Per valutare l’argomento, aggiungo altri elementi: se avete già ricevuto il livello “Master” di queste altre scuole, vi sarà possibile assimilarli solo con una forte dose di umiltà… Umiltà che difficilmente in tali scuole avrete appreso.
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Capitolo 4
I SIMBOLI 31. In tutto il Rei-Ki, e quindi anche nel Real ReiKi, si usano simboli, o sigilli. a. Questi simboli sono considerati essenziali per la pratica del Rei-Ki. 32. Fino ad ora, sono stati considerati “segreti”. In questo corso il segreto è svelato. I simboli sono pubblicati apertamente, nelle pagine che seguono, assieme alle spiegazioni che li riguardano, uno ad uno. a. Qualcuno prima di noi ha già pubblicato immagini di questo tipo. In questo corso, però, siamo andati oltre, fornendo tre immagini per ciascun simbolo: la prima, simbolica, è quella normalmente conosciuta nelle scuole di Rei-Ki. b. La seconda, e la terza, invece, fin’ora non erano mai state diffuse, non solo con disegni, ma neppure attraverso l’insegnamento orale. Questo non significa che ci riteniamo gli unici loro depositari, in quanto il Maestro li ha spesso svelati a singoli individui, alcuni dei quali le hanno anche diffuse. Queste persone sono spesso scienziati, che hanno così fatto scoperte fondamentali, nel campo della Fisica in particolar modo. i. La seconda in particolare, è un’immagine non più solo simbolica, ma piuttosto descrittiva della vera forma di ciò che nella figura è simboleggiato. ii. La terza immagine, è la raffigurazione approssimativa delle linee di forma che il flusso d'Energia assume realmente, mentre si mette all’opera.
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Capitolo 5
COSA QUESTO CORSO VI OFFRE IN PIU’ DEGLI ALTRI 33. Anche se nella seguente esposizione è tutto spiegato nei dettagli, per aiutarvi ad orientarvi nel Real Rei-Ki, ed in particolare rispetto a questo Corso “Iniziazione Master”, vi elenco in anticipo ALCUNE IMPORTANTI DIFFERENZE CHE TROVERETE RISPETTO AGLI ALTRI METODI: a. L’intero processo, insegnamento ed iniziazione, è seguito dal PIÙ GRANDE MAESTRO SPIRITUALE CHE SIA MAI ESISTITO. b. L’impostazione è CRISTIANA. La dottrina della reincarnazione è considerata solo una filosofia, una metafora. c. L’Iniziazione è GRATIS. d. L’Iniziazione al cosiddetto Terzo Livello, il MASTER, VIENE DATA IMMEDIATAMENTE, assieme agli altri due livelli, ANCHE A DISTANZA. e. I SIMBOLI “segreti” sono SVELATI PUBBLICAMENTE. f. Vengono SVELATI ALTRI DUE SIMBOLI, IMPORTANTISSIMI, ma sconosciuti ai più. Sono dati dal Maestro. g. VIENE SVELATA LA REALTA’ CHE STA DIETRO AI SIMBOLI: oltre l’aspetto simbolico. Chi è, cos’è, come si chiama, come funziona, che forma ha, e quali linee e vortici d’energia realmente segue l'Intelligenza che viene attivata mediante il simbolo. h. VIENE SVELATO IL PIU’ GRANDE SEGRETO DEL REI-KI, che fa la differenza tra chi davvero riesce a guarire malattie anche gravissime, e chi invece non riesce ad ottenere che un blando “effetto placebo”.
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Capitolo 6
Relazione tra Maestro Interiore Maestro Cosmico, Gesù, Zenith. 34. Il Maestro Interiore, o Sé superiore, è la parte Reale di noi, che già dimora nella dimensione spirituale. Il Maestro Interiore può, a certi livelli iniziali, manifestarsi come “la voce della coscienza ”. In questo caso il termine “coscienza” non ha significato psicologico, ma morale. 35. Il Maestro Interiore ha a sua volta un Maestro, che è un Maestro Cosmico: anche il Maestro Cosmico ha un suo Maestro, che è una delle Grandi Guide dell’umanità. Queste sono tutte sotto la direttiva di quell’Intelligenza Superiore, che da uomo aveva nome Gesù. Il vero nome di questa Intelligenza, quando agisce verso la terra, è ora Zenith. 36. Il nome di Zenith designa un’Intelligenza Spirituale Superiore; il nome di Gesù designa un’Intelligenza Spirituale partecipe di quell’essenza, dal livello supermentale (mentale superiore) in giù. a. Il paradosso logico è che tutte queste distinzioni sono artificiose, in quanto, fuori dallo spazio tempo, esse sono prive di alcun senso, visto che non c’è tempo, e non c’è neppure spazio: “qua” e “là” non si possono distinguere come facciamo noi. Manca la dualità, quindi UNA SOLA DI QUESTE INTELLIGENZE SOTTINTENDE TUTTE LE ALTRE, poiché “l’Altro”, in quanto tale, non esiste.
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Capitolo 7
La Scuola di Zenith, il Maestro del Real Rei-ki 37. Il Maestro di manaoshi, quando fu un uomo, disse: “Qualunque cosa chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve la darà”. In un'altra occasione ancora disse: “Dove due o tre di voi si raduneranno nel mio nome, io sarò tra loro”. Per questo l’uso del nome di Gesù è ancora un uso valido: nella dimensione da cui egli opera verso di noi ora, però, ha un altro nome: Zenith. 38. Come sia possibile che un Maestro vissuto sulla Terra migliaia di anni fa, sia anche il Maestro di una persona tutt’ora vivente, è una domanda che non tiene conto dell’atemporalità della dimensione spirituale. E se il Maestro non avesse accesso alla dimensione spirituale, non sarebbe un vero Maestro. 39. Sempre in presenza del Maestro. Quando avvengono Iniziazioni, o si svolgono attività nella sua Scuola, queste avvengono sempre in sua presenza, indipendentemente dal fatto che ciò venga percepito o meno dai partecipanti. 40. È possibile ricevere l’Iniziazione del Maestro, ma, successivamente, staccarsi dalla connessione con Lui. Quando questo succede, il più delle volte l’Ego della persona cerca d’impedire che la connessione si riproduca. A questo scopo tende ad allontanare l’iniziato dall’uso dei simboli più spirituali, facendo in modo che si concentri sugli effetti ottenibili con gli altri simboli. a. Privo della guida del Maestro, il praticante non tarderà ad accusare sintomi di fastidio legati alla pratica. Si tratta di una pratica spirituale: senza una guida spirituale è impossibile governarla correttamente. Il Maestro, però, non si allontana; e attende il momento in cui il praticate sia pronto a riprendersi, in particolare chiedendo Luce dall’Alto, ed attivando di nuovo umilmente i simboli più spirituali.
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Capitolo 8
IL CORSO D'INIZIAZIONE AI REAL MASTER REI-KI La Scuola di Real Rei-ki attiva a Master Reiki, anche a distanza, ed in una sola volta, indipendentemente dal fatto che si siano ricevute o no le Iniziazioni dei primi livelli.
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42. Per chi non sa nulla di Rei-Ki, le presenti indicazioni potranno sembrare difficili da assimilare: per chi, invece, ha già una certa preparazione sull’argomento, e, magari, anche un’Iniziazione, potranno sembrare veramente impossibili da assimilare e, soprattutto, da accettare. 43. Questo corso è stato pensato e scritto per trasmettere solamente le idee fondamentali necessarie ad un primo approccio al Rei-Ki. Infatti, è impossibile dare di questa disciplina una descrizione esaustiva: essa si applica a tutti gli aspetti della vita, in tutti i vari, diversi livelli. Apprenderla e padroneggiarla equivale ad apprendere e padroneggiare completamente la vita, e le leggi che la governano. Qualsiasi manuale, come qualsiasi corso dal vivo, che pretenda di dare una formazione di questo tipo, anche solo di base, peccherebbe gravemente di presunzione. 44. Allo stesso tempo, la funzione di questo corso è quella di permettere, attraverso lo studio attento, di poter ricevere l’Iniziazione al Real Rei-Ki, senza necessità di ulteriore preparazione. a. Di solito, i nostri Corsi a distanza sono sufficienti ad iniziare la pratica della disciplina che descrivono: questo, anche se, a volte, quando è possibile, può essere stimolante frequentare un corso dal vivo. 45. Nel caso specifico del Rei-Ki, c’è un aspetto che lo scritto non permette di affrontare completamente. Questo aspetto è l’Iniziazione di tipo fisico: durante la lettura, vedrete cosa significa, e come questo problema può essere superato.
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a. Ma rimangono alcune cose che, per essere complete, richiedono la presenza fisica durante l’iniziazione. Solo alcune cose: non tutta l’iniziazione. Quindi, per queste alcune cose, è veramente consigliabile seguire la via solita, piuttosto che agire a distanza. b. Anticipo già che anche questi aspetti, che già sono pochi, e d'importanza relativa, volendo potrebbero essere affrontati facendo a meno della presenza materiale dell’iniziatore. Ma il dispendio di energia sarebbe sproporzionato. Sarebbe giustificato esclusivamente nel caso in cui fosse veramente ed assolutamente, materialmente impossibile incontrarsi (caso piuttosto raro).
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Capitolo 9
la Scuola di Real Rei-ki L'In-segnamento Nella maggior parte delle scuole, avviene che l’insegnante segue, come via spirituale, solo o primariamente il Rei-ki, impostandovi tutta l'insegnamento. Chi accede al Master, poi, si proporrà come "maestro" in senso spirituale. Sarebbe meglio dire: “Istruttore”, cioè Discepolo, o Adepto: il termine “Maestro”, in questo ambito, è veramente abusato, e sbagliato.
Il "Master" è un Vero Maestro? 46. Che si usi il termine “maestro” per definire una persona in fondo qualsiasi, dimostra che in quell’ambiente non è ben chiaro cosa sia un Vero Maestro. Che si chiami “maestro” in senso spirituale una persona, della quale in fondo si sa che non è un Vero Maestro, innesca una serie di procedure di “verifica” volte a giustificare la scelta fatta. In modo che si possa dire che tale persona è qualificata; che è stata valutata, ha superato delle prove… a. Tutta questa ansia, questa necessità di dimostrare la qualificazione, non fa altro che sottolineare l’incertezza estrema delle persone coinvolte: questo è indice di mancanza di qualificazione. b. Il valore di un diploma non sta nelle prove che il candidato ha dovuto superare, ma nelle reali capacità che questi ha acquisito. La vera “prova” da superare, non è quella per ottenere una certificazione delle proprie capacità, ma la dimostrazione pratica di possedere tali capacità. Se il Master è in possesso di reali capacità, cioè è in grado di ottenere davvero degli effetti reali nella vita reale, nessuno metterà in dubbio il valore del suo diploma. Diversamente, nessun diploma potrà dare reali capacità a chi non le ha acquisite.
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c. Altrimenti, tutto si riduce ad una specie di catena piramidale con finalità economica: uno paga una certa somma per ricevere un diploma, così altri pagheranno a lui la stessa somma per ricevere lo stesso diploma, allo scopo di ricevere anche loro la stessa somma da altri… Tutto ciò non ha alcuno scopo reale, ma tende a collassare su sé stesso, “gabbando” gli ultimi arrivati. Ciò fa sì che anche il valore commerciale del diploma progressivamente si riduca, fino ad azzerarsi: situazione finale che indica il valore reale del diploma. Zero. Questo è ciò che accade a tutti quei diplomi che attestano presunte capacità, ma che nella vita reale non hanno nessun riscontro.
Cosa ne dice il Maestro dei Maestri 47. Chi veramente è Maestro, disse: “Non siate chiamati Maestro, perché Uno è il vostro Maestro, il Celeste”. Celeste, o dei cieli, è una chiara indicazione: si riferisce ad un campo vibratorio più elevato. Parlando di Cieli, il Discepolo San Paolo, riferì “una volta, di essere stato portato al terzo cielo…”: tre livelli vibratori più in alto della materia, infatti, ha inizio il Campo Spirituale, il quarto. a. Nelle Sacre Scritture, Celeste significa: “dei Cieli”. Si distinguono anche diversi Cieli: “Terzo Cielo”, “Settimo Cielo”, “Cieli Superiori”. Il termine “Intelligenze Superiori” è riferito ai “Cieli Superiori”. Tutti i Cieli risultano essere qualcosa che sta “sopra la terra”, che non ne fa parte, pur governandola. b. Infatti è scritto: “La Terra l’ha data ai figli degli uomini, ma i Cieli appartengono a Dio”. In definitiva, è chiara la distinzione: i “Cieli” non sono la “Terra”, non ne fanno parte. Gli abitanti dei “Cieli” sono “Spiriti”, non sono “figli degli uomini”, e non vivono sulla terra: vivono al di sopra di essa, fuori dai suoi confini. Se traduciamo non solo la lingua, ma, a vantaggio della sostanza, traduciamo anche lo stile arcaico del linguaggio usato nella Sacra Scrittura, gli “Spiriti” sono ”extra-terrestri”, incluso Dio stesso, poiché “Dio è Spirito”.
Extraterrestre sì, ma non "Alieno" 48. Bisogna comprendere che sto parlando di Supermentali, mentali e submentali (emozionali). qualcuno si figurasse le Intelligenze Superiori, viaggiano su di un’astronave metallica attraverso i
dimensioni Spirituali, Sarebbe grottesco che o Dio stesso, mentre “Cieli”.
a. Le Intelligenze Superiori vivono fuori dallo spazio tempo; …a cosa potrebbe mai servir loro un’astronave, magari piena di intelligentissimi omini grigio-verde-bluastro? Pur ammettendo l’esistenza altri esseri viventi nell’universo, simili o diversi da noi, 34
se un extraterrestre ha bisogno di un’astronave, o qualunque altro mezzo tecnologico, per spostarsi, significa che sta vivendo nella dimensione materiale, quindi non nei “Cieli” spirituali. Gesù non ebbe certo bisogno di un'astronave materiale per raggiungere la Terra. b. Nell’ambito spirituale, “Terra” e materia solida sono infatti sinonimi, ed un essere vivente fatto di materia, anche se su di un altro pianeta, rientrerebbe nella materia: quindi, in senso spirituale, terrestre a tutti gli effetti.
Se tutti siamo "Uno", che differenza c'è tra noi e il Maestro? 49. Lo stesso Apostolo già citato, disse anche: “Siate dunque miei imitatori, come anche io lo sono del Cristo”. Che non dicesse di imitare direttamente "il Cristo" fa capire che, nella dualità, esistono separazioni. Esistono azioni, e stati, raggiungibili dal nostro livello di coscienza; ed azioni, e stati, che, in modo diretto, sono irraggiungibili. a. Ma raggiungibili in modo indiretto. Questo "modo indiretto" vede l’uso della “voce della coscienza”, il Maestro Interiore, come la porta attraverso la quale accedere all’unico nostro Vero Maestro. In questa ottica, chiamare una persona qualsiasi “Maestro”, appare veramente grottesco, se già non è una presa in giro.
Il Real Master Rei-Ki al massimo un buon discepolo 50. Rei-ki è un nome giapponese, ed ermetico, che si potrebbe tradurre: “Energia a più livelli”. Nella Scuola di Zenith, questa disciplina, il Rei-Ki, è solo uno degli elementi della Scuola. Chi consegue il livello "Master" non è un Master, fino a quando non darà Iniziazioni lui stesso, e questo succederà quando ne avrà la qualificazione. a. Quando interno. l’iniziato contiene
questo accadrà, sarà chiaramente avvertito al proprio Non ho detto “desiderato”. Ma avvertito. Lo sentirà stesso: si tratta di una forma di certezza, che non alcun sapore né di speranza, né di desiderio.
b. Al contrario, anche solo la minima traccia di speranza o desiderio, pur potendo avere effetti positivi, perché spingono il praticante a qualificarsi, sono comunque la prova inconfutabile di non aver ancora raggiunto la qualificazione necessaria. Anche la pretesa di esser qualificati è un segnale di importanti lacune.
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c. Il segno migliore è di sapersi inadeguati, non qualificati: ma di avvertire l’impellente bisogno di offrire l’Iniziazione, come un senso del dovere, una sorta di “obbligo” interiore. Colui che lavora in questo modo, sapendo di essere solo un strumento inadeguato ed arrugginito, che funziona solo grazie alla potente azione del suo Maestro, Zenith, darà la migliore e più perfetta Iniziazione; lasciando, nella sua modestia, che sia il Maestro ad agire, e non lui stesso. 51. Che un discepolo sia "buono" o "cattivo" non dipende dall'insegnamento, né dal Maestro, ma dal Discepolo stesso: il cattivo discepolo non è un vero discepolo, ma può, anche attraverso l'errore, diventare un buon Discepolo, un Vero Adepto, un Istruttore della Scuola. a. L'unico vero requisito per essere un buon "Master Rei-ki" (e non Maestro) è l'umiltà: chi prende l'attivazione, e non ha umiltà, comunque, a causa dell'attivazione, la imparerà presto a sue spese (così, dopo, sarà qualificato…). b. Pensare di essere di statura morale adeguata, di solito, è indice di carenza. c. Il dubbio di non essere all'altezza, invece, dovrebbe sempre accompagnare il buon Discepolo, senza per questo bloccarlo. Se il discepolo si blocca, in realtà, lo fa per orgoglio, e non per umiltà: non riesce ad accettare di non essere all'altezza; il suo enorme ego si contorce solo all'idea di sbagliare, o di fare una brutta figura, e preferisce non fare nulla.
Non siamo all'altezza di esercitare un controllo Spirituale 52. I Guardiani dell'evoluzione dei nostri fratelli non siamo noi, ma altri esseri, più evoluti. Se vi è un Vero Maestro, non ci sono problemi di controllo da parte nostra: se Egli decide di offrire ai nostri fratelli anche la possibilità di sbagliare, è per permettere che la scelta giusta, da parte loro, sia una vera scelta. Se Egli decide così... chi siamo noi da correggergli i compiti? 53. A proposito del Rei-ki tradizionale, è insegnato praticamente in tutte le scuole che, i tre livelli Rei-Ki, furono inseriti dal Dr. Hayashi, un maestro di Arti Marziali. Hayashi, inoltre, per diversi motivi, legati a tradizioni giapponesi, si trattenne dal trasmettere ai propri discepoli l'intero insegnamento ricevuto da Usui, moderno “riscopritore” del Rei-Ki.
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Per questo sono dovuti intervenire dei Maestri Spirituali, inviando il Karuna-Ki, e diffondendo il Rei-ki Tibetano, ad integrazione. a. Finchè Usui restò in vita, il Rei-ki veniva trasmesso con un unico processo. Semplicemente, Usui formava i discepoli con la tipica lentezza delle scuole giapponesi, e questo fu uno dei motivi per cui ebbe problemi nel compiere la sua missione, che non era solo quella di guarire la gente, ma quella di diffondere l’Insegnamento: e l’unico vero insegnamento spirituale consiste nell’Iniziazione. E cos’è l’iniziazione, se non un gesto sacro e simbolico, con effetti però reali… …e cos’è un sacramento, come il battesimo, ad esempio… se non un gesto sacro e simbolico, con effetti però reali… b. Il Maestro che aveva iniziato Usui, non riuscendo gli orientali a superare questa mentalità della lentezza, si è rivolto all'Occidente; ben sapendo che quest'ultimo, in cambio della velocità, avrebbe reso il Rei-ki un business. Ma c'era un piano prestabilito per correggere questo aspetto, che, anche se grave, era meno grave che non il bloccare la diffusione dell'insegnamento all’interno di un’elite ristretta. 54. Quello che Usui non aveva capito, è che non era necessario che, come lui aveva cercato inutilmente tanti anni, anche i suoi discepoli dovessero fare altrettanto: per capirlo, gli sarebbe bastato riflettere sul modo in cui l'iniziazione fu data a lui stesso. Cioè tutta insieme, nel tempo di un lampo. Ch’egli l'avesse dovuta precedentemente così a lungo cercare, è invece caratteristica di tutti i rifondatori di Scuola. 55. Gesù non chiese ai suoi discepoli che volevano essere battezzati di stare quaranta giorni nel deserto: Egli, però, che era il "capo scuola", lo fece.
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Capitolo 10
Dai tre livelli Rei-ki ai veri livelli alchemici 56. Il Reiki non ha 3 livelli, bensì 49 riguardanti la missione; 56 riguardanti il compito ed il senso; e 64 riguardanti lo scopo. Nella sua scuola, Zenith mantiene il concetto dei tre livelli solo per permettere ai neo-iniziati di comprendere i praticanti di altre scuole, i quali di solito ritengono i tre livelli molto importanti. 57. In realtà (qui fate attenzione), questi tre livelli, sono in realtà solo sottolivelli: e non sono tre, ma quattro, perché il secondo ne contiene due. Sono i primi quattro, di sette sottolivelli, i quali, tutti insieme, formano un vero livello evolutivo: il terzo, esattamente, di sette livelli evolutivi. a. Anche il primo ed il secondo livello sono formati da sette sottolivelli, quindi il Rei-ki agisce dal 15°(7+7+ 1=) al 18°(7+7+4=) sottolivello. b. Ma dato che l’attuale coscienza umana è incentrata soprattutto sul terzo livello, e, più precisamente, dal secondo al terzo sottolivello del terzo livello, si considerano per lo più i primi tre o quattro sottolivelli del terzo livello, che, senza tante distinzioni, vengono chiamati livelli: i tre livelli del Rei-ki, appunto. i. Può sembrare complicato, ma se rallentate la lettura un attimo, è semplice: solo un po’ intricato.
Tutti e tre i livelli sono necessari subito 58. Inoltre, l'iniziazione che si riceve col Rei-ki, è sì, per noi, un valido strumento, ma deve poi essere resa reale nel corso della vita: come può essere resa reale, come può essere compresa interamente, se ne mancano degli elementi? Riceverla interamente a tutti i livelli disponibili, è l'unico modo per rendere rapido ciò che è nato per essere rapido, come il fulmine. 59. In concreto, per come sono stati suddivisi i 3 livelli, il primo serve ad avere un primo contatto con l'Energia Spirituale, che è percepita tattilmente. 38
60. Il secondo serve a superare lo spazio-tempo, determinando la chiaroveggenza, e non è per niente trascurabile. Ma, spesso, ci si concentra unicamente sulla possibilità di trascendere lo spazio, e si trascura completamente la possibilità di trascendere il tempo; possibilità decisamente utile ai fini spirituali, e non solo quelli. 61. Il terzo serve all'iniziando per poter essere ricevuto nelle schiere dei Discepoli consapevoli del Maestro, determinando la chiarudienza: senza il terzo, non inizia il discepolato vero e proprio. 62. Il fatto di poter iniziare altri, o di guarire a distanza, anche se molto utile, è solo un "effetto collaterale", per di più non strettamente legato all’acquisizione dei tre livelli. Come potrebbe un insegnamento spirituale essere ridotto all’interno di una classificazione che è stata fatta senza ispirazione? Tutti e tre i livelli sono spirituali, ma anche fisici, con tutto ciò che sta in mezzo... 63. Nel frattempo, l'attivazione con tutti i tre livelli è importante, perché spinge potentemente l'allievo a conseguirne la qualificazione, con l'effetto di accelerarne l'evoluzione. Soprattutto accelerando enormemente il contatto col Maestro Interiore.
L'effetto di tradurre "Sensei" con "Master" 64. Si dice “Master”, considerando questo il terzo livello. “Master” non era la parola usata da Usui: egli diceva "Sensei", o "Sensei Sama", che significa "Venerabile Gran Maestro". Ricevere tutte le attivazioni non significa di certo essere un "Venerabile Gran Maestro": neppure dare l’Iniziazione ad altri significa essere un Maestro, ma, piuttosto, un Discepolo, o Adepto. a. Inoltre bisogna tener conto anche dell'accezione in cui gli orientali usano il termine "Maestro Spirituale", che, confrontato con la cultura occidentale, risulta spesso significare semplicemente "Istruttore", oppure anche Maestro, ma nell'accezione più secolare del termine; come in "Maestro di musica", per fare un esempio. b. Questo tipo di fraintendimenti ha portato a considerare un "semplice" Master ReiKi una specie di Illuminato, un vero e proprio "Guru". Ciò ha generato parecchi problemi. 65. Quando il controllo è affidato ad un "Master" che, con tutta la buona volontà, non potrà mai svolgere la funzione di un Vero Maestro, 39
tutte le misure di sicurezza diventano indispensabili, e non sono mai abbastanza; spesso, addirittura, si rivelano totalmente inefficaci a proteggere l’iniziato dalle conseguenze della propria impreparazione. 66. Tutti i problemi connessi alla gestione del Rei-ki, "perché non faccia male", nascono quando il Rei-ki viene praticato in assenza di un Maestro Spirituale: allora si gioca con ciò che non si conosce, senza alcuna supervisione competente. Pericoloso… a. In questo caso, cioè in assenza di un Vero Maestro Spirituale, l'unico sistema di sicurezza efficace è quello di non procedere oltre il primo livello, l'unico che può essere gestito da chiunque anche in assenza di un Maestro Spirituale. b. Ai livelli successivi si può procedere in sicurezza solo grazie alla presenza di un Maestro Spirituale: ma, affinchè sia presente, il Maestro richiede almeno che lo si gradisca. E nessuno lo può gradire, quando è spinto dall'orgoglio di volersi sentire grande; in quanto il confronto con un Vero Maestro, inevitabilmente, metterebbe in evidenza la piccolezza di chiunque. 67. Inoltre, la presenza del Maestro Spirituale rende assolutamente impossibile fare della via spirituale una speculazione economica. Per quest'ultima ragione, molti preferiscono il Rei-ki gestito solo umanamente. In tal caso, però, sono sempre importantissime le misure di sicurezza, i controlli… E la disponibilità a parecchi contrattempi, non proprio trascurabili…
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Capitolo 11
Discendenza Rei-ki 68. Esiste una linea di discendenza diretta da Usui fino al singolo praticante. 69. Nel caso di un allievo della Scuola di Zenith, esiste una linea di discendenza diretta fino alla Scuola; dopodichè la linea diretta, fino al singolo praticante, non è più così importante, anche se si può sempre trovare. E’ la Scuola che garantisce la linea di discendenza. 70. Infatti all’interno della Scuola di Zenith, vi è un reciproco scambio di Iniziazioni tra i vari master, così che, attraverso una rete, più che una linea, tutti potrebbero aver iniziato tutti. 71. Quindi la Scuola diventa garante della validità dell’Iniziazione, che è così pluriconfermata, senza preoccuparsi della linea di discendenza: come se fosse la Scuola stessa il Grande Master che ha iniziato tutti quanti, al suo interno. 72. Infine, va considerato che la linea di discendenza non sarebbe neppure del tutto indispensabile, visto che il Maestro della Scuola è proprio Colui che diede l’iniziazione allo stesso Usui.
Discendenza della Scuola di Real Rei-ki 73. Per limpidezza, la linea di discendenza viene comunque mantenuta. La riporto di seguito. a. b. c. d. e.
Micao Usui. Chujiro Hayashi; Hawayo Takata; Virginia Sandhal; Dr. Arthur Robertson; (il Dr. Robertson fu successivamente iniziato anche dalla Iris Ishikuro, iniziata dalla Takata) f. James Davies; g. Laurie Grant; h. Ph. D. Nan Seedman, fondatrice e direttrice dell’Intensive Intuitive Reiki Institute di New York (139 Fulton Street, Suite 304 – New
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York, NY 10038 – USA - ph.1-80-494-9766 –fax 212-791-9517– e-mail:
[email protected] ); i. Lo scrivente Andrea; iniziato, oltre che dalla Dr. Nan Seedman, anche direttamente da Zenith; j. Infine, tutti i Master della Scuola di Zenith k. Per inciso, nella sua Scuola, tutti gli iniziati divengono Discepoli diretti di Zenith. La differenza è data dalla maggiore o minore consapevolezza di questo fatto da parte dei singoli. E' infatti la consapevolezza, il requisito del Discepolo.
La discendenza, nella Scuola di Real Rei-ki 74. La discendenza, nella Scuola di Real Rei-ki, non solo non è considerata necessaria; non è considerata neppure, da sola, una garanzia sufficiente. Occorre un altro elemento: l’Iniziazione dev’essere Reale. 75.
Perché l’Iniziazione sia Reale, occorrono tre elementi: a. l’iniziatore è stato iniziato da Zenith; b. l’iniziando ha una qualificazione interiore adeguata; c. l’Iniziazione simbolica è accompagnata o seguita (a volte addirittura preceduta), anche a distanza di tempo, dall’Iniziazione effettuata direttamente da Zenith.
76. Questi elementi possono non essere tutti presenti al momento dell’Iniziazione, che comunque rimane valida ed efficace. Quando, anche successivamente, tutti gli elementi si riuniscono nel praticante, l’Iniziazione diventa automaticamente Iniziazione Reale. Questo è uno dei motivi per cui vi parliamo di Real Rei-Ki.
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Capitolo 12
La “storia” di Micao Usui 77. Nelle seguenti parole (sottolineate), sono esposti gli unici dati certi in nostro possesso, che sono basati su una ricerca fatta di recente dal Master Toshitaka Mochizuki. 78. Il Dr. Usui, nato il 15 agosto 1865, e morto il 9 marzo 1926, era un insegnante: non un monaco buddista o cristiano, come "si dice". Era un appassionato dell’arte medica della guarigione. FINE DEI DATI CERTI IN NOSTRO POSSESSO.
Cosa sta dietro la leggenda 79. "Si dice" che il Rei-Ki fu riscoperto dal Dr. Micao Usui. E’ più esatto dire che in seguito ai suoi sforzi, Usui ricevette dal Maestro l’Iniziazione al Rei-ki. 80. Esiste una leggenda sulla storia del Dr. Usui, poetica ma di nessuna verificabilità, che è stata tramandata oralmente fino ad oggi, in diverse versioni, diffusamente descritte nei libri sull’argomento. 81. "Si dice" anche che Usui fondò una scuola di Rei-ki, basata sull’Iniziazione che egli stesso asseriva di aver ricevuto dal Cielo. Non risulta che Usui abbia mai parlato dell’Intelligenza Superiore proveniente da questo “Cielo”, e tantomeno risulta che ne abbia rivelato il nome. 82. In virtù dell’assenza di dualità, Zenith, anche considerate le origini di Usui, avrebbe ben potuto presentarsi col nome di Buddha, o di un Kami, per facilitargli il compito. In quel caso, infatti, Usui avrebbe potuto facilmente comunicare ai compatrioti di aver ricevuto l’Iniziazione per grazia del Buddha, o per intervento del Kami. Ma ciò non avvenne. 83. Zenith si presentò ad Usui col suo Vero Nome, arrivando “dal Cielo”, dallo Zenith. Infatti, un Vero Nome non simboleggia l’identità di chi lo possiede, ma è la sua “essenza”. Un Vero Nome non lo si “ha”; lo si 43
“è”. Inoltre, in circostanze spirituali, è impossibile non conoscere all’istante l’identità di chi ci sta contattando; per cui Usui intuiva perfettamente che il nome del suo Maestro, fondatore del Cristianesimo, non poteva essere facilmente comunicato ai giapponesi di quell’epoca. a. A conferma di ciò, Usui, per anni, si dedicò alla pratica del Rei-ki, facendo del suo meglio per guarire i malati, ma parlando sempre di una non meglio identificata “Energia Universale”, pervasa d’amore. Ai conoscitori della Tradizione buddista e, soprattutto, animista giapponese, non sfuggirà che ciò contrasta con la cultura locale del tempo. A differenza ci ciò che succedeva in Hindi, Telugu e in Cinese, il concetto “amore”, in lingua giapponese tradizionale, non trova neppure un vocabolo per essere tradotto: in sua vece, troviamo i concetti di “stima”, “profondo rispetto”, “venerazione”, ecc. 84. Solo recentemente, con la massiccia introduzione della lingua inglese, certi termini giapponesi sono stati adattati a tradurre il termine “love”, che, comunque, è ancora lontano dall’avere un significato identico all’italiano “amore”, il quale non descrive adeguatamente il concetto greco di “Agape”, cioè amore basato sul Principio (il greco era una lingua parlata correntemente da Gesù, tra le altre). Dove aveva preso il concetto d’amore Usui, e perché lo aveva reso un elemento centrale? Molti altri insegnamenti sono pervenuti al Giappone dalla Cina e dall’India, senza che questa novità, l’amore, venisse introdotta… a. Evidentemente, Usui si trovava in presenza del Maestro più di ogni altro conosciuto come innovatore. Il Maestro che, parlando dell’amore, disse: “Vi do un nuovo comandamento…”
Perché non rivelarsi direttamente sia in Oriente che in Occidente 85. Zenith in oriente scelse questa via, per la stessa ragione per cui in occidente, da anni, si presenta attraverso il Rei-Ki; questa impersonale “Energia d’Amore Universale”. Come doveva apparire esotico il concetto d’amore in Giappone, così appare esotico in occidente il concetto di ReiKi. Zenith non voleva inserirsi all’interno della tradizione locale; né in oriente, né in occidente. Se l’avesse fatto, sarebbe stato immediatamente inserito in schemi religiosi ormai cristallizzati da secoli, non più in grado di trasformarsi e modificarsi, come invece è sempre richiesto ad una scuola per l’evoluzione spirituale.
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86. È anche noto il fenomeno per cui gli aderenti ad una dottrina esotica sono, di solito, più sinceri e attivi della maggioranza (non tutti!) di coloro che aderiscono alla stessa dottrina per nascita. È facile capire come ciò avvenga: anche se ci sono delle eccezioni, come la ricerca dell’esotico a tutti i costi, ed il bisogno di sentirsi diversi, per essere cristiano in Giappone, come per essere buddista in occidente, è richiesta una scelta consapevole, una forte motivazione, ed un forte grado di convinzione personale. Cose non necessarie per un’adesione supina e solo formale ad una tradizione locale. Naturalmente, anche qui ci sono delle eccezioni, queste ultime, però, non sono mai scelte di comodo, bensì attive adesioni. 87. Zenith ha quindi seguito la via che produce il minor numero di adesioni di comodo; sia in oriente, sia in occidente. Come disse: “Larga è la porta, e dritta la via che conduce alla perdizione, e sono molti quelli che vi entrano: ma stretta è la porta, e lunga la Via che porta alla Vita Eterna, e sono pochi quelli che la trovano.” 88. Una volta stabilito un canale di diffusione sufficientemente flessibile, Zenith si è potuto svelare. In occidente lo sta facendo ora, dopo molto tempo, perché era maggiore il rischio, per l’insegnamento, di essere assorbito e confuso con le dottrine da tempo presentate localmente come suoi insegnamenti. 89. Per quanto riguarda l’oriente, è curioso come, fin dall’inizio, si discutesse sull’origine di Usui: se fosse un monaco buddista, oppure un monaco cristiano. Come era balenata l’idea che fosse cristiano… a. A meno che il Maestro non si fosse svelato a qualcuno. Infatti, era fin troppo facile verificare che Usui non era mai stato un monaco; eppure questa notizia, del monaco che non si sapeva se fosse cristiano, ha fatto il giro del mondo, ed è tutt’ora insegnata come vera storia di Micao Usui in molte scuole di Rei-Ki.
Iniziale corruzione dell’insegnamento 90. Usui, iniziò al Rei-ki diversi allievi, non svelando però a nessuno di loro chi fosse veramente il suo Maestro, incluso il relativo simbolo: Zenith, e, di conseguenza, anche Zen. Questi iniziati, acquisivano, a loro volta, il titolo di “Sensei”, quindi, per i non iniziati, ormai erano dei “Sensei Sama”; tra di loro, invece, erano “Sensei San” (pari grado). Per Usui, che restava il loro “Sensei Sama”, erano discepoli. 91. Uno di questi iniziati fu il Dr. Hayashi, un praticante di arti marziali, da cui derivò tutta la discendenza occidentale. Hayashi, dopo 45
la morte di Usui, oltre ad astenersi dal trasmettere alcuni simboli decisamente poco giapponesi (visto che erano di origini marcatamente tibetana), stabilì il sistema dei tre livelli: primo, secondo, e, infine, il terzo, il “Sensei Sama”, che tradotto in inglese divenne “Master”, o Grandmaster. L’unico titolo che esisteva precedentemente, era quello di “Sensei Sama”, attribuito al solo Usui: poi c’erano gli allievi, a diversi stadi evolutivi, che progredivano gradualmente, e lentamente, fino a che si mostravano degni, dopo lungo apprendistato, di ricevere l’Iniziazione. 92. L’apprendistato, nelle scuole giapponesi, spesso si traduceva in tre cose. La terza, la più ambita, considerata il vero insegnamento, consisteva nel risolvere enigmi impossibili, detti "Koan", che mettevano alla prova la tenacia ed i neuroni degli allievi; questi, per risolverli, spesso impiegavano anni di meditazione. Quest’ultima, la meditazione era il secondo aspetto: doveva essere eseguita assiduamente, per diverse ore al giorno, per parecchi anni. Ma il compito che più comunemente veniva assegnato, ed il primo aspetto, era quello di servire il maestro; facendo le pulizie, cucinando, ed in ogni altro modo possibile. 93. Evidentemente, come tutti i vari “Sensei” giapponesi, Usui non trovava molti allievi, ed erano ancora meno quelli che continuavano l’apprendistato… Ad ogni buon conto, il “Sensei” giapponese era molto rispettato, se non altro per aver superato un addestramento che richiedeva una tempra senz’altro eccezionale. Non era, quindi, più sottoposto ad alcuna regola, ed era sua discrezione iniziare chiunque egli ritenesse degno; indipendentemente dal fatto che questi si fosse sottoposto o no all’apprendistato. a. Così Usui iniziò, tra gli altri, la signora Hawayo Takata, che si trasferì negli Stati Uniti. Anch’ella, come Hayashi aveva fatto prima di lei effettuando tagli, aggiunte e modifiche, apportò modifiche sia alla struttura organizzativa, che all’insegnamento. b. Per esempio, stabilì un prezzo per le iniziazioni: diecimila dollari. 94. Così hanno fatto quasi tutti i Master dopo di lei, aggiungendo, modificando e togliendo (infatti, gli allievi copiano sempre dall’insegnante il suo modo di fare, senza molto badare a quello che quest’ultimo invece dice di fare).
L’intervento correttivo del Maestro 46
95. I fatti fin qui descritti hanno portato alla necessità di reintegrare l’insegnamento, e di purificare la struttura organizzativa, secondo le immutabili intenzioni di Zenith. 96. Quanto detto fin’ora non veniva scoperto facilmente, perché l’insegnamento era protetto da una gran segretezza, così nessuno sapeva cosa insegnavano nelle altre scuole di Rei-Ki, e si supponeva che, vista la gelosa sacralità con cui venivano conservati questi segreti, essi fossero sempre stati trasmessi in modo perfettamente integro. 97. Recentemente questa segretezza si è finalmente infranta, permettendo di vedere quanto l’insegnamento sia differente da una scuola all’altra. Quando un insegnamento è segreto, e per di più è solo orale, evidentemente, questo ne è il risultato: anche con le migliori intenzioni, e la più assoluta correttezza. Si aggiunga che non tutti possono garantire un così alto livello di purezza d’intenzione, specialmente di fronte ad alti guadagni, e le garanzie divengono ancora meno. 98. La segretezza, allo scopo di preservare la purezza dell’insegnamento, non funziona: funziona molto di più la diffusione e la condivisione. Non si può ignorare che oggi il mondo è molto diverso da come era nel passato; specie per quanto riguarda l'informazione e la comunicazione. 99. Nella Scuola di Zenith viene insegnato un principio fondamentale: quello del Maestro Interiore. Da questo principio deriva un altro insegnamento tipico di questa Scuola: il Concetto di Fluidità.
100. Questi due insegnamenti comprendono quelli che nella tradizione orale del Rei-ki sono chiamati: i “Cinque Principi del Rei-ki”; ed i “Tre Precetti del Rei-ki”.
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I Cinque Principi a. Aver fiducia nella vita; b. Lavorare con onestà; c. Accettare tutte le proprie benedizioni; d. Essere in pace; e. Rispettare i diritti di tutte le forme di vita (soprattutto quella umana!).
I Tre precetti i. Il ricevente deve essere responsabile della propria guarigione; ii. Il praticante deve agire con il permesso del ricevente; iii. Ci dovrebbe essere uno scambio equo per il servizio reso.
Il terzo precetto, è in realtà il fraintendimento di altri due principi, che sono: 101. 102.
“Non gettare le perle ai porci”; “Non siate ansiosi per ciò che mangerete o berrete”.
103.
Questi due principi sono stati per errore interpretati come: a. Dar valore all’insegnamento stabilendo un alto prezzo; b. Attraverso questo denaro, liberare il Master dall’ansietà per il proprio mantenimento.
104. Così fraintesi, sono però, evidentemente, la negazione di un altro principio:
“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”.
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SEZIONE QUARTA
Il Maestro Interiore Stralcio 2 da:
“Il Talismano Vivente” (Le Parole di ZENITH) di manaoshi
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" PREMESSA Ciò che trovi qui scritto non è arricchito di belle descrizioni e nobili ragionamenti. Io non sono un menestrello che deve incantarti per ore, suonando sempre la stessa melodia con diversi arrangiamenti. Quel compito, di estendere i concetti, e farne derivare applicazioni, non è il mio. Io ti trasmetto la Melodia pura e semplice, ti do gli strumenti, ti insegno il metodo. Ma normalmente non suono per te. Tu non sei l’ascoltatore, ma il musicista, e il compositore. Io sono solo l’ispirazione. Quindi non pensare che leggere queste parole tutte d’un fiato ti serva a molto. Esse sono stringate, e sei tu che le devi estendere con la riflessione, la meditazione, la concentrazione e l’applicazione pratica. Quindi ti suggerisco di tornare a leggere più e più volte – anche dopo anni – perché non finiranno mai di divenire più ricche di significato. Quando diverranno le tue parole, tu mi correggerai i compiti: quando saranno tue le parole del Maestro, correggerai le correzioni. Allora se vuoi fare prima ascolta il consiglio, e va piano. Non ti dico di restare un’ora su una pagina, ma potresti farlo; anche su una sola frase. Scopri le frasi chiave, e segui l’ispirazione che nasce dal tuo interno. Se anche sembra un sogno intangibile, con la pratica lo afferrerai. Lascia che il gioco della fantasia si liberi dagli schemi, e trova il sapere.
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RIFLESSIONE in seguito alla premessa Ti sei mai chiesto perché i numeri sono illimitati nella loro quantità? Immancabilmente riflettono le qualità della loro essenza Cosmica. Così, ogni volta che pensi di star per raggiungere la perfezione, ti rendi conto che stai solo accedendo ad un nuovo piano d’espansione. Essi sono illimitati come i numeri, ma quando vengono raggiunti tutti, il procedimento si ripete. Tuttavia non è identico. Come il respiro succede al respiro, così il completamento delle cognizioni cosmiche succede a se stesso. E ogni volta diviene più completo, come il respiro di un organismo in crescita. La crescita è caratteristica di questo Universo, e al momento non c’è altra modalità cosmica in senso universale, anche se il declino fa sempre parte delle sue componenti.
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Discepolo: Non c’è nessun discepolo, se non me stesso Maestro: Non c’è Maestro, se non me stesso Io ti parlo come un Maestro. Ma se tu che leggi, vuoi considerarmi un Maestro, devi cercarmi dentro di te, perché finché leggi queste parole come fonte principale del tuo conoscere, non mi hai ancora trovato. Quando Mi trovi, vedrai che ti sono molto più vicino di come posso sembrarti da queste parole: perché, finché ti limiti a leggere, non senti la mia voce e ti limiti a leggere sulle mie labbra dal riflesso di uno specchio. Ecco chi sono Io per te che leggi. Io sono parole che tu leggi. Io sono solo un pallido riflesso di un vero Maestro, perché Questi lo puoi trovare solo dentro di te. Queste parole sono come un’eco lontana e distorta del vero suono dell’Insegnamento che tu leggendo cerchi di comprendere. Invece a Me non interessa che tu comprenda, perché tu al tuo interno già contieni (comprendi) ciò che equivale a Me e mi supera. A me interessa che tu esponendoti al suono di queste parole come un’eco, inizi a vibrare in risonanza come un diapason. Io ti dico parole che parlano del tuo Maestro al tuo Maestro, finché tu senti il dialogo e inizi davvero a comprendere. Quando le senti dentro di te allora inizi a comprendere. Queste non sono parole per la tua mente - sono suoni per il tuo risveglio interiore. Ti ho detto chi sono. Non ne sai più di prima . Io sono Athanatos, Il Non Morto, ma anche dicendoti questo non ne sai di più. Eppure, ti ho appena svelato il mio primo nome. E mi dirigo verso ciò che ancora più realmente Io Sono, Zenith, il punto di massima elevazione, la Linea che sfreccia in modo assolutamente verticale. 53
Ora ti ho svelato il mio secondo nome, ma ancora non ne sai di più di prima. Se vuoi sapere chi Io Sono la tua domanda sia: “Chi Io Sono” e allora cominci a cercare nel giusto modo. Apriti ed esponiti alla mia vibrazione. E se vuoi far meglio, allora cerca la via in modo concreto, in pratica. Ma finché vuoi sentire il mio suono riflesso, leggi pure: così ti prepari ad accumulare un livello di esposizione sufficiente ad agire. Tu cerchi me come tuo maestro, e così ti faresti inconsapevolmente mio discepolo. Ma quando tu vorrai farti discepolo lo sarai di te stesso, ed avrai trovato il tuo vero Maestro che, se anche ti dovesse sembrare, fidati, non sono io. Io sono soltanto parole. Parole che tu stai leggendo.
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SEZIONE QUINTA
Il Concetto di Fluidità Stralcio 3 da:
“Il Talismano Vivente” (Le Parole di ZENITH) di manaoshi
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" Fluido. Devi essere fluido. Fluido, Fluido, Fluido! … Io sono Fluido. Tu sei fluido nella misura in cui ti riversi in Me. Io sono… la tua fluidità. Prendi l’esempio dall’acqua: essa scorre, non pone alcuna resistenza, e per questo trova la linea di massima pendenza anche quando questa è lievissima, pur non disponendo di alcuno strumento di misurazione. Così anch’io scorro nel modo più diretto e semplice. Di fronte agli ostacoli, trovo per mia natura il modo di affrontarli nel modo migliore. Li aggiro, li impregno. Li corrodo, li penetro, oppure li riempio, così che il mio ostacolo diviene il mio contenitore, ed il mio servitore ed utensile. Se mi contiene, fa di me una potenza cinetica potenziale molto maggiore. Tutto ciò che mi ostacola e mi trattiene viene superato, prima o poi. E se mi trattiene a lungo, aumenta considerevolmente la mia potenza. Il mio potere sta nel mio non potere. La mia forza sta nella debolezza, nella leggerezza, nella versatilità e nell’umiltà. Raggiungo sempre il mio obiettivo, perché io non ho scopo (se non quello assegnatomi dalla Natura – dalla legge Cosmica). Non compio errori, perché seguo il flusso naturale della mia stessa natura. Io sono io e in ciò non vi è errore. Ora, se volessi spiegarti nei dettagli questi concetti, formularti degli esempi perché tu li possa applicare praticamente nelle tue giornate, allora avresti davanti non un Essere fluido, ma un rigido istruttore. Questo, se lo vuoi, lo puoi trovare in altri – ma non in Me. Puoi trovarlo in un mio discepolo, in te stesso, anche, finché non sei Me. Il tuo sforzo di capirmi è vano. 57
Lascia ogni tentativo di comprendermi intellettualmente. Come puoi comprendermi (contenermi), visto che, piuttosto, sono Io che contengo te? L’unico modo possibile è diventar Me. In tal caso, diventeremo uno, e tu comprenderai te stesso. Ma se guardi a quel fine non lo raggiungerai, perché ora lungi dall’Esser Me, tu devi prima trovarmi. E tanto più affannosamente mi cerchi, tanto più io sono invisibile ai tuoi occhi, perché sono come quel mazzo di chiavi che cerchi in giro, quando invece è nella tua mano. Se non ti fermi, se non guardi dentro, dentro di te, è tutto inutile. Silenzio – Fai silenzio. Silenzia la tua mente. Ascolta il rumore del silenzio, non con le orecchie. Il silenzio che puoi trovare anche in mezzo al rumore del mondo. Ora, perché tu possa reagire e seguire i miei suggerimenti che ti mando dall’interno, bisogna che tu sia molto, molto fluido. Visto che la tua capacità di percepirmi è ridotta, almeno che sia ridotta al minimo anche la resistenza alle mie suggestioni, così puoi cominciare a muoverti con la mia guida anche se ancora non mi senti molto bene. Lasciati andare, dunque, dicevo. Quando io ti sospingo in una direzione, tu lo percepisci più come un’impressione: se in quell’attimo rimani fluido, segui l’impressione, e vai nella giusta direzione. Se ti irrigidisci e pensi: “Era soltanto un’impressione” annulli tutto il mio lavoro che io ho fatto su di te, che hai una soglia di percezione troppo grezza. Devi capire prima una cosa: dire era solo un’impressione è impreciso: devi distinguere. Una tua impressione, o una Mia impressione? La differenza è notevole. La prima è una tua fantasia (e accontentiamoci per ora di chiamarla così); la seconda è la stampa del mio messaggio che va ad imprimersi (impressiona) i tuoi sensi fisici e sottili – la tua mente e tutto ciò che sei. In questo senso, un’impressione è tutt’altro che trascurabile, se vuoi trovarmi. 58
Da lì comincia il cammino per sentire dentro di te il mio insegnamento.
Aggiungi questo. Se devi essere docile e scorrere dove io ti mando, sarà bene avere una certa fiducia, perché è l’unico modo perché tu possa restare fluido. Non c’è modo di preoccuparsi senza irrigidirsi. E se perdi la fluidità, tutto diventa difficile, faticoso, doloroso. Come se un blocco di ghiaccio volesse a tutti i costi scorrere nel fiume della vita; sarebbe un continuo intoppo. Allora ti do un assunto: esso è vero finché sei fluido.(Se condensi e ti irrigidisci, non sembra più esser vero, perché il suo esser vero, invece che palese, diviene occulto e misterioso). L’Assunto è questo - tutto è bene –. Ne deriva quanto segue: Tutto ciò che mi capita è sempre la miglior cosa.(Anche se non me ne rendessi conto). Se resti fluido, cioè hai fiducia nell’Assunto – il che significa che hai fiducia nella perfezione della vita – vedi che è evidentemente vero: se dovessi condensare, allora non ti sembrerebbe più vero: in tal caso aggrappati alla postilla ”anche se non me ne rendessi conto”, perché quello è esattamente l’effetto della condensazione: non rendersi conto. Non essere consapevoli. Aggrappandoti ad essa come ad un faro, ritroverai la fluidità, tutto si farà sereno, e tornerà ad esserti evidente la verità dell’assunto. Forse in certi punti ti sembrerò ripetitivo. Sappi che questo è un segnale. è veramente una ripetizione o non lo è. Se è una ripetizione veramente: significa che è molto più importante di quanto credi e devi soffermarti. Se non lo è: allora c’è qualcosa che non hai afferrato – una sfumatura importante e devi soffermarti. Chiedi: ma perché si ripete? Rispondi: c’è un insegnamento nascosto. 59
Può essere una specificazione di qualità oppure di quantità. Soffermati, scoprilo. Se scopri qual è la sfumatura che ti sfuggiva, era una differenza di qualità. Se non c’è davvero nessuna differenza allora è una differenza di quantità: è più importante. Più di quello che credi.
Ti consiglio di evitare di sforzarti di capire tutto subito: perché: 1 – è impossibile 2 – ti impedisce di capire veramente Apriti piuttosto alla mia vibrazione, entra in risonanza con il mio suono: lasciami entrare; fammi penetrare. Sentirai una sensazione soave, dolce e consolante: una commozione struggente, a volte. E, senza capire, capirai. E rileggendo, tutto diviene più chiaro, più perfetto, più semplice. E grazie a ciò si aprirà alla comprensione del tuo cuore il disegno che cerco di mostrarti, nella sua interezza e la sua perfetta complessità comincerà ad albeggiare nel tuo cuore. Ora osservi un particolare, cercando di comprenderlo: poi, quando inizi ad intuire di cosa si tratta, allora ti allarghi e il tuo campo visuale abbraccia l’intero quadro, estasiandoti con la sua bellezza, soverchiante per la tua capacità di percepirla, troppo limitata. Ciò diviene stimolo e il tuo rapido sviluppo delle facoltà di percezione ha inizio. Ma tutto questo è inutile, a meno che tu sia , ti mantenga fluido, fluido, ….Fluido! Come fluidificarti, se sei troppo solido, troppo rigido? Intanto sappi che chi è rigido è anche freddo. Da questo parte tutto quello che posso dirti sulla fluidificazione. E te lo dirò 60
Ma ricordati: il concetto di fluidità è il centro dell’insegnamento, e la sua applicazione l’unica corretta via. Nessuna forma rigida può centrare un bersaglio in continua mutazione, a meno che sia disposto, dopo averlo centrato, a frantumarsi. Il che corrisponde ad un inizio primordiale di fluidificazione, ma con perdita di gran parte del risultato raggiunto. Ora quindi partiamo dal presupposto che tu sia rigido, e bisognoso di maggiore fluidità, per poter aderire all’Assunto, che è la base del concetto di Fluidità. Questo significa che hai bisogno innanzitutto di calore, per poter dare avvio al procedimento di fluidificazione. Questo viene sempre dal fuoco. In origine questo è il tuo desiderio di riuscirvi, poi diviene la tua attenzione, che in seguito si focalizza sempre di più. Alla fine diviene volontà spirituale, cioè la tua vera volontà. In effetti si può dire che fino ad allora non vi è stata alcuna volontà o che in quel momento ha luogo la nascita della volontà. Tutto questo in sintesi.
Più estesamente e con ordine, partendo dal punto in cui ti trovi, all’inizio il tuo fuoco è il desiderio di trovarmi. Nessun’altra qualità può indurti al processo successivo. Solo l’intenso desiderio di conoscermi, e di trovare il vero te stesso. Questo produce il passo successivo, che è la tua attenzione. Ti poni in ascolto, interiormente, e mantieni un atteggiamento di osservazione, scrutando nelle tue impressioni al fine di trovare le Mie, che io ti mando. La tua attenzione in seguito, si focalizza, diviene fissa, e sempre più costante.
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Ogni giorno l’osservazione diviene più attenta alla ricerca di Me in te stesso. A questo punto inizi ad avere delle percezioni interne, su cui focalizzare ulteriormente la tua attenzione, che diviene potente, per effetto della concentrazione in un unico punto (Si producono anche degli effetti nel mondo circostante, il che fa aumentare prodigiosamente la tua fiducia nella vita – e si inizia a presentare lo stato di fluidità – che è l’unico vero potere sempre in te, in quanto non è un potere, ma una legge naturale). Infine, a mano a mano che scopri che tutto ciò che desideri ti succede, scopri che la tua volontà corrisponde alla realtà della tua vita. Che il tuo destino e il tuo desiderio coincidono. La fiducia nella vita diviene incrollabile. Lo stato fluido tende a divenire sempre più permanente. Lo sforzo comincia a uscire dai tuoi concetti, per essere sostituito da un naturale abbandono unito ad uno stato di piacevole concentrazione. Tocchi il tuo potere personale. E tutte le volte che esci dallo stato di fluidità, lo perdi. Così impari a restare fluido, a non preoccuparti. La vita inizia a piacerti in blocco. Si innesca il circolo virtuoso che da fiducia produce fortuna, che aumenta la fiducia……ecc.. Trovi lo stato naturale dell’Uomo. Salute perfetta. La vera salute include la fortuna, la gioia e l’ingenuità. Sulla fluidità c’è altro da dire, in quanto gli aspetti alchemici e di trasmutazione fluidica accompagnano quanto ti ho detto, in parte. E, soprattutto in seguito, comincia la vera fuidificazione di cui quello che ti ho detto è solo l’aspetto più fisico, legato alla vita terrestre e materiale. Non disprezzarlo perché gli stadi successivi ne verrebbero ostacolati; non ne sono disgiunti, e tutti i livelli devono progredire con equilibrio, di pari passo. E’ ovvio che se divieni attento divieni sensibile. Questo ti porta anche ad avere più marcate percezioni, che sono preludio e fondamento di nuove capacità in sviluppo, e 62
l’introduzione, per non dire iniziazione, al mondo dell’Anima
(II) Ora ti do il punto. Esso è l’assunto. Se tutto è bene, ne deriva che anche ciò che comunemente è chiamato male in realtà è invece bene. Come è possibile questo? Senza risolvere questo passo, non farai un passo di più. E quindi ecco che ti rimando a quel punto in cui dico: senza timore, tutta la condensazione si risolve in fluidità. E la vita acquista un nuovo sapore. Non ti avevo detto di rileggere e meditare? –perché in realtà tutto -quasi- ciò che ora aggiungo, anche se ti è necessario, lo potevi ben riuscire a comprendere meditando e riflettendo su ciò che ti avevo detto. Come dire: il male non solo è bene a livello dell’assunto, ma tu puoi –più importante di capirlo- farne l’esperienza se quando trovi ciò che è detto “male” mantieni il tuo atteggiamento fluido. Devo dirti di più? Non che aggiungere parole aggiunga valore, ma se proprio vuoi saperlo da me, anziché riflettere tu stesso, posso al massimo darti un indizio: il dolore –che è una forma del “male” cosiddetto, è una sensazione che ha una sua funzione... cominci a capire, ora? Così che quando ti trovi di fronte al dolore –sia il tuo che quello altrui- in realtà può considerarlo uno dei più grandi maestri. Ecco come il “male”, se è un maestro, diviene “bene”. So che per te è difficile accettarlo, ed è per questo che non sei ancora abbastanza fluido. Pensi che l’acqua, se n’avesse la possibilità, proverebbe dolore nel separarsi, nell’evaporare o in qualunque altra delle sue funzioni?
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E ora osserva lo stato condensato: potresti con tranquillità pensare che per un blocco di ghiaccio spezzarsi sarebbe la stessa cosa? Torna bambino, e immagina: personifica i due protagonisti, ed avrai la tua risposta, su cui riflettere. Ora non confondere la parola. Male significa anche dolore, ma non in tutte le lingue. I due significati sono distinti; che il dolore faccia male non significa che sia “male”. E se ci pensi, questa sua caratteristica ha poi la funzione di spingerti verso il bene. So che non sei convinto. La tua mente si affanna a trovare eccezioni, a escogitare stratagemmi per evitare di cogliere in pieno l’assunto. Non ti domandi perché? Tu sei in stato di condensazione, almeno in parte –e questo fa si che il processo di fluidificazione ti spaventi. Temi di perdere la tua identità, i tuoi punti di riferimento, la tua stabilità, la tua “forma”. Ed è così. E’ questo che ti succederà, se continui. Ma prima che ti succeda ti spaventa un po’. Quando è già accaduto, invece, non ti spaventa per niente. Temi di cadere nel fatalismo? Solo perché stai usando a piena forza la tua mente, che continua a congetturare catastrofi disastrose. Non temere. Altrimenti, come potresti esser fluido? Il modo per riuscirci te l’ho indicato. Se la tua mente è sul punto di esplodere perché non capisci, allora sei a buon punto. Il punto in cui la mente si arrende, perché il compito di comprendere ciò che la supera è impari, e così si spegne. In quel momento tu-Me ti accendi, e il sapere inizia a fluire in te. La mente crede, spegnendosi, di mandarti in crisi, perché pensa di lasciarti senza risorse. Essa non concepisce risorse che la superano, non riesce a credere – neppure se te lo dico – che lasciandoti solo tu avrai la possibilità di progredire. Essa crede di bloccarti col suo assentarsi.
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E ciò è bene poiché invece se tu non ti spaventi del vuoto che ti invade, dell’imprecisazione e dell’indefinito, e ti abbandoni a questo stato, io riesco a farmi sentire. All’inizio, è una sensazione strana, come che qualcosa di nuovo, ma di conosciuto, si stia svegliando in te. A seconda della tua struttura caratteriale, ti apparirò attraverso intuizioni illuminanti, che tu potrai tentare di tradurre in pensieri. Il momento in cui afferri l’intuizione e la traduci è l’atto creativo ispirato. Oppure potrò apparirti come un pensiero dentro di te, ma più pulito, più leggero: questa è la forma che più mi si confà. Ma anche se ti apparissi nella mia manifestazione più primitiva, accettami così, perché da lì posso progredire: in quel caso mi sentirai come un’emozione profonda e antica, che risuona di una nobiltà ed una dignità che non avevi mai sentito dentro di te, perché ha radici più profonde di quelle che finora hai percepito in tutta la tua vita. Non ti illudere che, solo perchè te lo dico, tutto questo ti accada rapidamente. Ma se dentro senti che queste parole son tue e questi concetti in tuo possesso anche se non espressi, allora è possibile che tu ti stia avvicinando a Me. Qualunque sia il modo che ti stimola sia il benvenuto. E, all’inizio, non ti stare a preoccupare perché se dovessimo affrontare i dettagli del poi, allora potresti anche bloccarti su di essi. Ma non ti illudere che io ti stia prospettando una via vellutata: ti ho parlato di un perfetto benessere, è vero: ma credi tu di poter riuscire ad ottenerlo subito ed in modo stabile? Invece no. La cosa è soggetta a fluttuazioni. Quando ricondensi, cadi in uno stato che non è certo piacevole. E anche se è per tua guida, in quel momento la via ti garantisco non sembra affatto vellutata. Se tu fossi in grado di farlo subito, e senza errori, l’avresti già fatto, non staresti qui a leggere quel che ti scrivo. Se ti sembra che ciò che ti chiedo sia un po’ spaventoso, ti invito a riflettere su quanto spaventosamente grande è il beneficio che stai cercando: e se dopo questa riflessione, la 65
paura è più grande del coraggio unito all’intenzione, ti suggerisco di riposarti un poco, e di tornare da me più avanti. Ogni passo che fai è strada guadagnata, e poiché tornare indietro costa altrettanta fatica che andare avanti, impari presto che di norma ciò che acquisisci ben difficilmente lo perdi. Guardati però dal non confondere la paura con la stanchezza! In caso si tratti di stanchezza, allora il mio consiglio è vivacemente continuare; perché nell’esaurimento della tua forza, trovi la volontà senza forza. Non è semplice sforzo, ma abbandonarsi al compito della propria vita, della propria ricerca. Esaurisci pure la forza; poiché finchè sei in possesso di forza tua fatichi a trovarmi (anche se puoi riuscirci). Quando invece sei totalmente esausto, e privo di energia mentale (e forse anche fisica) allora ti è molto più facile – se proprio in quel momento insisti a trovarmi. La mia forza sta nella debolezza, quando sei debole, se continui, trovi per forza me. Se –quando non puoicontinui, allora per forza trovi me. Impossibile: Hai trovato la porta d’ingresso. Fallo e sei già entrato ma, ti prego, senza chiederti “come”, perché se hai ancora la forza di fare domande, allora l’energia mentale non è esaurita. In tale stato di esaurimento dell’energia mentale –di cui ti parlo- però, hai un problema: il corpo vuole dormire. Se ti opponi a che possa farlo, esso ti trascina nel sonno, e perdi coscienza. Quindi, devi imparare a lasciarlo dormire –il corpo, non tued a mantenere desta la tua coscienza –la tua coscienza, la coscienza di te, non del corpo. Ti si è mai addormentata una gamba, o un braccio? E’ qualcosa di simile, che accade a tutto il corpo, spesso a causa dell’immobilità rilassata. E sei a buon punto. Anzi, ottimo. Ma se vuoi di più, allora sappi che del corpo fa parte il cervello: fai dormire anche il cervello, e allora sarai sveglio. Purchè tu ti mantenga desto. In questo campo, tentare val più di capire. 66
Con un solo tentativo fatto ad oltranza, chi ha osato è arrivato. Se ci provi, ne caverai comunque di più che continuandoci solo a pensare. Ma se ti domandi –poi- dove ti porterà questo, allora tranquillizzati. Non ti era chiaro dove pensavi di dirigerti? Se ora ti sembra meno chiaro, è perché prima del passo concreto ti ripassi tutti i tuoi dubbi. Rifai il percorso mentale che ti ha portato fin qui, e vedrai che la direzione si riconfermerà buona. Non era il mondo dell’Anima, la tua aspirazione? Dunque ora osa, e ciò che era pensiero si muterà in azione. Se è il tuo destino se è il tuo momento, arriverai a destinazione. E scoprirai di essere giunto… dove ti trovi. Dove sei. Dove,… davvero, sei. Qui. In questo momento. Come fanno da tanto tempo tutte le gocce d’acqua del Mondo (III) In realtà ti avrei già comunicato l’essenziale, per cui ogni aggiunta vedrai che poteva esser ricavata da quanto ti ho già detto, ma, se tu dovessi far tutto questo lavoro da solo, e ne avessi la capacità pratica, non ti serviresti dei miei messaggi per stimolare la tua coscienza. In effetti tu hai la capacità, ma essa risiede in te a tua insaputa, e finchè non ne prendi coscienza, non la puoi utilizzare. Se capisci questo, è un buon punto di partenza, in quanto, finchè nei sei inconsapevole, la tua coscienza è per te nascosta: e se senti che in te “qualcosa” dice che è vero che lo possiedi, questa “cosa” sono io – ciò che in te a me corrisponde – che ti ispiro. Infatti hai questa percezione, senza averne le prove evidenti. E’ una percezione che io ti mando. Ora, quindi, ti voglio incoraggiare, perché a volte, per ascoltarmi, avrai l’impressione di ascoltare te stesso; ti 67
sorgerà il dubbio di peccar di presunzione, e, insieme, la tentazione di scacciare la tua percezione perché la scambi per un’assurda e infondata tua intuizione, che però ha il sapore della certezza. Da dove verrebbe questa certezza, non basata su logica, né dimostrata? Capisci bene che non può venire da te. Quel dubbio assillante, che continua a ripeterti che “senti” che è così –quel dubbio nella tua coscienza- è l’eco del mio messaggio. Bada che non ho detto: “é il mio messaggio”, ma l’eco del mio messaggio. Se fosse il mio messaggio, sarebbe perfetto così com’è, e tu esaminandolo, non saresti assalito da incertezze, ma rassicurato. Invece ne è solo l’eco. Significa che la causa della tua percezione è il mio messaggio, ma che, a causa delle griglie della tua mente, esso è stato trasformato, ed è giunto a te così distorto da renderlo irriconoscibile. Se alcuni passi del testo ti appaiono oscuri, non ti dico come ti dissi, solo di rileggerli; ora, se vuoi capire, riflettere non basta. Devi fare l’esperienza, devi praticare, se vuoi arrivare dove Io Sono. Questo significa che cominciamo a frequentarci, ma che la reciproca conoscenza, e la conoscenza dei canali attaverso cui possiamo comunicare è ancora da te totalmente sconosciuta, o quasi. Devi frequentare questa situazione, di dubbio, perché divenga una situazione di conoscenza e di franchezza. L’unica via per questo è la pratica.
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Così, quando ti si verificherà ciò che ti ho descritto, non devi far altro che afferrare la tua percezione, il tuo dubbio con sapore di certezza, che in fondo non è altro che la mia ispirazione (che è la stessa cosa che dire: la tua, in quanto questo io sono, la tua ispirazione). Devi evitare di scacciarla: non analizzarla! Invece, rimuginaci su senza ricorrere alla logica: devi attivare il tuo procedimento interno (che conosci) normalmente utilizzato per ricordare qualcosa che ti è sfuggito, ma non quello razionale. Si tratta di quello stato, come di attesa, che l’informazione, che si sa per certo, è posseduta e si trova negli archivi della memoria, riaffiori, in risposta alla tua richiesta, formulata come desiderio di ricordare, attenzione, concentrazione. Se capisci cosa ti sto dicendo, saprai che in quello stato non stai esattamente pensando, ma, piuttosto, il contrario: istintivamente ti astieni da qualsiasi pensiero, per consentire alla mente di lavorare nella modalità intuitiva. Ciò viene comunemente fatto da tutti gli esseri umani per ricordare, ed è comunemente riconosciuto. Ora tu, non ti limitare più così! D’ora in poi sappi che tale modalità è la stessa per accedere all’ispirazione: o hai dimenticato quando, per comporre uno scritto, importante a scuola, dovevi restare in questa condizione per poi trovare lo sviluppo possibile del tuo tema? Ciò è noto come atto creativo: il momento in cui giungono le idee, non ancora strutturate. E’ una fase di pensiero astratto. Il cervello non contiene le idee, le può solo elaborare, confrontare, analizzare: ma se esso si mette a disposizione dell’ispirazione, allora si dice che crea.
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Ma chi è che crea? Il cervello? Veramente? Non sono piuttosto Io, che sono –ripeto- la tua ispirazione?
Naturalmente, se hai una pratica di meditazione che sia pura, tutto ciò potrà esserti facilitato non poco, abbinando le due cose: ciò che ti ho detto e la meditazione. Quando in seguito al tentativo di contattarmi ti senti invadere dal sonno, questo è il segnale che io ti mando che stai riuscendo, ma che devi disattivare la logica più completamente. Anche il senso di confusione e di non riuscire a ragionare hanno lo stesso significato, con qualche differenza (per ora trascurabile). In quella situazione, inventati una storiella senza un senso preciso, oppure, se ti riesce, immagina di avere una conoscenza straordinaria, e, senza analizzare assolutamente ciò che dalla tua mente esce, prendine semplicemente atto, e memorizzalo. Al termine puoi analizzarlo, quando il contatto è concluso. Bada solo che non si tratti di un argomento che sconvolge le tue emozioni, o sul quale hai un interesse personale. L’emozione dovuta al contatto che finalmente ti riesce la vincerai con la pratica, e verrà sostituita da una sensazione di tranquilla estasi. L’emozione egoistica originata da interessi personali ed egoistici, invece, altera completamente il senso dell’ispirazione, e contamina gravemente la comunicazione. Se ci sono problemi di questo genere, prova ad orientare la tua attenzione ad argomenti puramente spirituali, così risolverai il problema, almeno all’inizio. Ora dovresti aver capito come fare a metterti in contatto con me. Rimane ancora da fare molto. Prima, mettere in atto quanto hai ora letto, e ci vorrà un po’… Poi, viene un lungo e paziente lavoro di raffinamento: ti accenno anche a questo, perché le due fasi non sono “prima” e “poi” nel senso di una
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netta separazione, perché sono piuttosto contemporanee, ma nel senso che non puoi di certo dedicarti alla fase di raffinamento, se non hai nulla da raffinare. Quello che devi raffinare è il contatto con la tua ispirazione, quindi devi avere questo contatto con me. Guarda che non é così difficile come temi, e presto ti raggiungo con qualche straordinaria idea, qualche nuova concezione, un’invenzione, un racconto apparentemente senza origine né causa… Anzi, l’ho già fatto un sacco di volte. Finora, tu mi hai cercato solo per avere risposta alle situazioni della vita concreta: se ti ricordi, ti ho sempre risposto, in un modo o nell’altro. Per essere precisi, mi hai cercato anche per pormi degli interrogativi spirituali ed esistenziali, ma eri così convinto che non ci fosse risposta, che solitamente cancellavi i miei messaggi, come fossero stati “errori della mente” causati dal disagio estremo che stavi vivendo. Non riuscivi a darmi credito perché pensavi di non essere all’altezza di risolvere problemi così insondabili, dove fior di cervelli avevano miseramente fallito. Non sapevi che ero io. Che, in te, c’ero io! Ora, invece, lo sai. Io sono te. Perché anche tu sia me, manca che tu mi conosca, che mi frequenti, fino ad uguagliarmi. Quindi, la prossima volta che mi incontri, non scacciarmi come se fossi una stupida ed irrazionale idea della tua mente, perché la mente non concepisce idea che non provenga da me. Accogli l’ispirazione, per quanto stupida possa essere. Ammetto che l’idea, così com’è, potrà anche essere veramente stupida. In quanto la mente la altera con il suo ragionamento così rapidamente che puoi non accorgertene: a quel punto, che fare? Per prima cosa, riconosci l’utilità di esserti almeno accorto che ti ho mandato un’idea, e di esser riuscito a fissarla nella coscienza vigile; in questo modo ti sei messo in grado di iniziare il lavoro per imparare a produrre il contatto con 71
me. Per seconda cosa, cerca, attraverso ora l’intuizione (di cui ti ho già parlato), ora il ragionamento induttivo, di comprendere quale poteva essere il messaggio d’origine. Se ci riesci, hai fatto un gran lavoro: prosegui quindi cercando, allo stesso modo, di comprendere attraverso quali percorsi la tua mente l’aveva alterato, e, più difficile, ma più utile, perché l’aveva fatto. Quest’ultimo lavoro non è indispensabile per perfezionare il contatto con me, ma serve a conoscere meglio le strutture della tua mente, e tale conoscenza è molto utile per poterla sia padroneggiare che utilizzare al meglio. Ti mette inoltre in grado di riparare ai danni che le errate interpretazioni della vita hanno fatto alla tua mente, rendendola incapace di dare risposte adeguate agli stimoli spirituali provenienti da me. Quando la tua mente ha creduto d’essere sola ne ha tratto conclusioni errate, ed ha creato basi errate per l’interpretazione della vita, non essendo suo un tale compito. Ma, essendoselo assunto, ha potuto solo deviare. Si è sentita sola, ed è spaventata: l’idea che io possa esistere realmente la commuove così profondamente che ne è terrorizzata. In particolare, essa teme di illudersi e di subire una delusione, delusione che ha in effetti già subito quando, costretta nell’illusione sensoriale, ha potuto solo concludere che, anche se non ne aveva i mezzi, avrebbe dovuto cavarsela da sola. Quella delusione non fu solo una delusione. Fu un trauma scioccante e profondo, e per nulla al mondo essa vorrebbe riviverlo. Quindi, adesso che vuoi convincerla a lasciarsi istruire da me, essa lotta strenuamente per non cadere in un tranello, e sembra essersi trasformata in una nemica del nostro progresso. Le dobbiamo delle rassicurazioni, e, gradualmente, essa inizierà a collaborare con noi. Ci tenderà tutti i tranelli che conosce, perché sa che, se noi siamo quello che diciamo di essere, li potremo superare. In questo modo essa si garantisce che io potrò continuare ad ispirarti solo se non faccio parte d’essa ma, se piuttosto sono io a contenere lei.
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Essa spera che noi li superiamo, e attende con ansia il responso, nella speranza che sia positivo. Ora nota bene: se ora che ti ho parlato della mente ti sei identificato nelle sue reazioni, hai sotto gli occhi uno dei suoi più classici trabocchetti: essa tenta di convincerti una volta di più che tu sei lei, in modo che, se io non fossi io, non riuscirei a superare l’esame. Infatti, se io fossi un prodotto della mente, non potrei comprenderla pienamente, ma solo in parte. E, soprattutto, non potrei agire in separazione da lei. In questo modo essa si garantisce che io potrò continuare ad ispirarti solo se non ne faccio parte ma, se piuttosto sono io a contenere lei. Le rozze istruzioni che ti ho finora impartito, sono per ora anche troppe, in quanto, fino a quando tu continui solo a leggerle, il loro effetto su di te continua ad essere uno stimolo mentale ad agire. Ma niente di quello che ti posso dire ha realmente valore, fintanto che non le metti in pratica. Se inizi questo tipo di pratica, per un periodo potrai sentirti diverso dal solito. Se ciò diventa troppo fastidioso, dedicati a qualche vigorosa attività fisica, come una lunga camminata, ed all’igiene del corpo, e frequenta un po’ di più le tue normali conoscenze: però evita di renderli partecipi di quanto stai vivendo, perché non ti capirebbero, e si allontanerebbero da te. A questo stadio, non è ancora giunto il momento di aiutarli, ma devi pensare alla tua maturazione. Se alcuni passi del testo ti appaiono oscuri, non ti dico solo di rileggerli; ora, se vuoi capire, riflettere non basta. Devi fare l’esperienza, devi praticare, se vuoi arrivare dove Io Sono.
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SEZIONE SESTA
LA TEORIA DEL REAL MASTER REI-KI
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Capitolo 14
IL METODO DEI TRE LIVELLI E IL REAL REI-KI A CONFRONTO 105. I tre livelli di Rei-ki. Per potersi rapportare con praticanti o interessati al Rei-ki provenienti da altre scuole, è importante conoscerne le caratteristiche fondamentali, come sono insegnati dalla Rei-ki Alliance, la prima e più grossa organizzazione occidentale di Reiki.
Cosa si insegna nella Reiki Alliance americana a. Ogni Iniziazione attiva fisicamente il corpo dell’Iniziato all’energia del corpo, all’energia universale, e ad una particolare frequenza. b. Insegnamento ed Iniziazione sono congiunti: per ricevere le attivazioni è necessario partecipare a dei mini seminari intensivi di formazione, che dovrebbero portare ad essere completamente operativi. c. Il primo livello attiva a guarire il corpo a livello fisico. E’ a questo livello che si insegna ad effettuare i trattamenti Rei-ki a sé stessi e ad altri con l’imposizione delle mani. Non si conoscono simboli. d. Il secondo livello attiva a guarire i livelli mentale ed emozionale. Si impara la pulizia mentale ed emozionale. Si imparano ad effettuare trattamenti a distanza, o in assenza della persona da trattare. Si conoscono i primi tre simboli più uno, chiamati: i. ChoKuRei (Cioqurei); ii. SeHeiKi (Seheichi); iii. OnShaZeShoNen (Onsciatzescionen); iv. più il RonSei. e. Il terzo livello, il Master, attiva a guarire a livello spirituale, e completa la padronanza dell’energia. Si impara ad insegnare ad altri, e ad attivarli. Si conoscono i simboli “master”, che sono chiamati: i. RaKu; ii. DaiKooMyo (Daiqùmiò).
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106.
Cosa dunque si insegna nel Real Rei-Ki?
Come si insegna nel Real Rei-Ki 107. Nel Real Rei-Ki, si possono ricevere le sole Iniziazioni, od il solo insegnamento; oppure entrambi, in occasioni diverse. Questo perché sono solo le attivazioni di livello fisico che non si possono fare per conto proprio: l’apprendimento del metodo, invece, è diffusamente descritto in moltissimi testi in commercio, anche molto diversi tra loro. 108. Per ora, però, i soli testi disponibili che parlano del Real Master Rei-Ki in questi termini, sono quelli di manaoshi. 109. Master in un'ora. Nella sua Scuola, il Maestro inizia gli allievi direttamente e subito al livello Master di Rei-ki, indipendentemente dal fatto che gli iniziandi abbiano già ricevuto o no i primi due livelli. 110. Il Master di Karuna-ki, ed il Master di Rei-ki Tibetano, appena possibile verranno attivati contestualmente alla prima Iniziazione: fino a che non è possibile, questi potranno venire attivati in un secondo tempo. In realtà, questi tipi di Rei-ki sono parte integrante del Rei-ki originario; per l’esattezza, sono parti che sono state taciute da Usui (i due simboli svelati col Real Rei-Ki, ed il Karuna-Ki), e da Hayashi (quelli della scuola tibetana). a. Renderemo presto disponibili uno o due testi, per integrare questo Corso con il Karuna-Ki, ed il Rei-Ki Tibetano.
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Capitolo 15
Parti dell’insegnamento comuni, parzialmente comuni, e parti completamente differenti 111. Dell’insegnamento esiste una struttura fondamentale: questa è uguale per tutti, ed è l’unica parte che viene insegnata identica anche nel Real Rei-Ki. 112. Ciò allo scopo di creare una distinzione tra ciò che il Rei-ki realmente è, e ciò che, invece, sono solo elaborazioni personali dei vari Masters sull’argomento. 113. Al primo livello vengono date alcune scarne indicazioni di anatomia del corpo energetico. Sottolineo che sono tutt’altro che complete, e comunque non necessarie: le riporto in seguito. 114. Il lavoro del praticante è di fare da canale per l’energia, che deve fluire in lui dall’alto, e da lui, attraverso le sue mani, nel ricevente. 115. Il compito del ricevente è di chiedere la guarigione, dando il suo consenso a che questa lavori dentro di sé, fino al livello del DNA. 116. Tutti abbiamo la capacità di guarire. La malattia è la manifestazione di un malessere che si crea quando non affrontiamo le problematiche legate alle lezioni di vita che ci si presentano: ciò determina uno “stress”, un mal-essere che si manifesta nei punti più deboli del corpo, sotto forma di malattia. 117. Ciò che dobbiamo ricordare è che noi siamo Luce, come anche l’Universo lo è. Come fonte di guarigione dobbiamo usare la luce. 118. La nostra luce è connessa a quella dell’Universo attraverso organi o centri energetici, in modo esotico chiamati Chackra, dei quali, tra tutti, se ne studiano sette principali.
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Parti dell’insegnamento parzialmente comuni 119. Il primo livello, naturalmente, è anche una base per i successivi. Quindi su questo livello vengono date alcune precisazioni: le aggiungo di seguito. Sono le indicazioni che vengono date al primo livello in altre scuole, però in parte corrette, in quanto, così come vengono date di solito, possono fuorviare, o anche interrompere l’evoluzione spirituale di livello superiore. 120. Centro Fisico. Chiamato primo Centro o Chackra della radice. Il Centro della sopravvivenza fisica. Sede di un’energia di vibrazione a frequenza molto bassa, chiamata Kundalini. Corrisponde al cervello rettiliano. Controlla la reazione da stress “di difesa o fuga” attivata dal sistema vegetativo. Situato alla base della colonna vertebrale. 121. Centro Emozionale. Chiamato secondo Centro o Chakra: per errore viene chiamato anche Chackra Splenico (o della milza), a causa del fatto che i due centri svolgono funzioni strettamente connesse (però molto diverse). Corrisponde al cervello mammifero. Si trova in un’area chiamata Hara, due dita sotto l’ombelico. 122. Centro Mentale. Chiamato terzo Centro o Chakra, o del plesso solare. Per errore è considerato il centro della Volontà. Vibrazione del pensiero. Corrisponde al cervello Sapiens Sapiens. Si trova sopra la cintola. Da questo centro in su, quasi tutti gli insegnamenti più diffusi sono pieni di errori e fraintendimenti. 123. Centro Spirituale. Chiamato quarto Centro o Chakra, o del cuore. Sede dell’Essere, del Maestro Interiore, della Santità e 79
dell’Illuminazione. Vibrazione alla frequenza dell’Ispirazione. Tutti i centri successivi sono incomprensibili, senza la realizzazione del Centro Spirituale, quindi le sue caratteristiche possono essere percepite come provenienti da centri superiori: ciò è consentito, anche se non è esatto. Si trova sul petto. 124. Centro della Volontà Creatrice. Chiamato quinto Centro o Chakra, o della gola. E’ considerato il centro della comunicazione, dell’udito interiore, o chiarudienza: ciò è solo parzialmente esatto. Vibrazione della Volontà Creatrice. Si trova nella gola. 125. Centro dell’Amore. Chiamato sesto Centro o Chackra, o del Terzo Occhio, in quanto è considerato il centro della visione interiore, e della chiaroveggenza: considerato anche il legame con la coscienza superiore, ma questi concetti sono solo parzialmente esatti.. Vibrazione alla frequenza dell’Amore Spirituale, comprensibile solo ad alcuni dei Santi. Si trova al centro della fronte: sulla fronte esistono altri due centri importanti, per questo, ed altri motivi, si fa spesso confusione. 126. Centro dell’UNO. Chiamato settimo Centro o Chakra, o della corona. Pretendendo gli esseri umani non illuminati di comprenderlo, senza peraltro poterlo fare, lo considerano la connessione alla Coscienza Cristica, o Spirito Universale, che invece risiede nel Centro Spirituale, il quarto. Anche se errato, questo è un concetto utile, in quanto permette il giusto atteggiamento durante l’invocazione: “Invoco Luce dall’Alto”. Viene anche considerato il centro della Forza Vitale Universale, ma questo è solo parzialmente esatto, in quanto quest’ultima si trova in tutti i centri. Frequenza vibratoria di velocità infinita. A questi livelli, è totalmente inutile cercare di capire. Si trova in cima alla testa. Indicazione tecnica 127. Raku è il fulmine che apre: è l’arrivo del Maestro. Così il fulmine arcobaleno-bianco è la vera apertura. Fa ed è fatto fare allo stesso tempo. a. Gli altri simboli trovano analoghe vie. b. Ogni simbolo, ed anche i significati che non hanno un simbolo, vengono sostituiti dai veri flussi di energia che rappresentano.
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Spiegazione dei simboli nel Real Master Rei-Ki 128. Consigliato: prima dell’Iniziazione esercitarsi a disegnarli, a tracciarli nell’aria fisicamente ed immaginativamente, ad evocarli simbolicamente, in tutti i modi possibili. a. Non è indispensabile, ma molto utile conoscerli bene e saperli tracciare, al punto che questo fa spesso la differenza tra chi di voi farà pratica e chi invece un semplice esercizio intellettuale. b. Tracciare i simboli tutti i giorni, fin quando ciò diventa un automatismo, è un elemento essenziale della pratica.
129. Questo è un corso pratico. Studiarlo senza fare pratica, avrebbe lo stesso senso che leggere un libro di ricette di cucina, come se fosse un romanzo, senza poi cucinare niente! 130. Per tutti i simboli, viene data un’immagine simbolica, una descrittiva, ed una che raffigura indicativamente i movimenti delle vere linee d’energia. 131. Una nota per tutte le forme: funzionano sia in senso orario che in senso antiorario: siate spontanei. 132. Nelle forme descrittiva, e di vere linee d'energia, troverete dei vortici, da tracciare nell'aria. a. E' importante che con la mano restiate all'esterno del vortice, come se costruiste la forma di un imbuto, lavorando solo sul lato esterno: in altre parole, dovete evitare, costruendoli, di entrarci dentro con la mano.
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Forma delle vere linee d’energia 133. Da tracciare sempre fisicamente, con un movimento dell’intera mano, per ottenere effetti marcatamente fisici, a livello di intervento d’urgenza, con effetto blando e superficiale, ma immediatamente avvertibile. 134. Richiede maggiore maestria nell’uso del tatto psichico, rispetto alle altre due forme, quindi, richiede più concentrazione in campo cenestesico. 135. Nella guarigione, conoscere questa forma è utile più per la comprensione teorica, che per l’uso pratico. 136.
E’ molto utile invece come applicazione di pratica metafisica.
Forma descrittiva 137. Si può tracciare in due modi: sia fisicamente, con un dito per esempio, sia anche solo immaginandola, o con la vista psichica, se l'avete sviluppata. 138. Si usa per ottenere effetti sia di livello emozionale, altrove spesso chiamato “astrale”, sia di livello fisico, di riflesso, ma profondamente. 139. Richiede coinvolgimento emozionale, ma con fermo autocontrollo; oppure, in alternativa, richiede maestria nell’uso della vista psichica, la visualizzazione. 140. Ha valide applicazioni sia terapeutiche, sia metafisiche, sia metapsichiche.
Forma simbolica 141. Si traccia in tutti e tre i modi: sia fisicamente, sia immaginativamente, sia evocandolola simbolicamente. Per ottenere effetti di livello mentale nel pensiero logico- concatenato, nel pensiero intuitivo-immaginativo, e nel pensiero completamente astratto, o ispirato. 142. Non preoccupatevi molto di come tracciarla o di che mano usare: questi aspetti sono importanti specialmente quando tracciate 82
fisicamente le altre due forme, quella descrittiva, e, soprattutto, quella delle vere linee d'energia. 143. Tornando alla forma simbolica, per evocarla, potete sia riferirvi singolarmente alla sua sola immagine, oppure al nome, al suono, all'invocazione-evocazione-affermazione descritte più avanti, ma anche solo al concetto che la forma richiama. a. Queste possibilità possono essere tutte combinate tra loro, in ogni modo possibile. b. I suoi effetti si ripercuotono anche sui livelli inferiori. L’evocazione simbolica non richiede necessariamente l’immagine, ma padronanza dei concetti implicati dal simbolo. Per esempio, può essere effettuata pronunciando l’invocazione corrispondente, ma ben consapevoli di comunicare effettivamente col Maestro. 144. Si può usare in tutti i campi di applicazione: questo è uno dei motivi per cui è stato concesso che il Rei-Ki venisse insegnato, fino ad ora, anche solo in questa forma.
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SEZIONE SETTIMA
I SIMBOLI DEL
Real MASTER Rei-Ki
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ChoKuRei
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ChoKuRei simbolico
descrittivo
vere linee d’energia
145.
Chiamato anche simbolo di Potere.
146.
Traduzione del nome: “Spirito, scendi, espanditi, guarisci!”
147.
Porta la Luce guaritrice verso il basso, e la diffonde.
148.
Questo simbolo è un'invocazione, e dice: “Maestro, vieni!”.
a. Per tracciarlo si inizia dall'alto. Nella figura simbolica qui riportata, la linea orizzontale che è in alto va da un punto centrale verso destra, e si traccia con la mano destra. Si può tracciare anche con la sinistra, ma in questo caso il simbolo deve essere tracciato scambiando tra loro i lati destro e sinistro; quindi si traccia la linea orizzontale partendo sempre dal punto centrale, ma proseguendo verso sinistra. 149. Il concetto è che la linea orizzontale inizia dalla vostra mezzeria e si dirige verso l'esterno, in modo che il movimento della mano porti il braccio ad aprirsi, senza porsi davanti al viso od al corpo, come una specie di "barriera". Se lo tracciaste con entrambe le mani contemporaneamente, queste quindi si allontanerebbero una dall'altra, senza incrociarsi. 150. Per le forme descrittiva e di vere linee d'energia, vale quanto sopra, se non che il movimento non è più come su di un foglio, ma tridimensionale; nello spazio. a. Cominciate con il cerchio in alto, e continuate fino al vortice, prima largo, che va poi rimpicciolendosi.
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SeHeiKi
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SeHeiKi simbolico
151.
descrittivo
vere linee d’energia
Simbolo Chiave.
152. Traduzione del nome: “Ho la chiave”. La chiave è riferita alla chiusura causata da blocchi emozionali e da processi mentali erronei. 153. Viene usato per l’igiene, sia mentale che emozionale, attivandolo sopra i centri 7, 4, 1 e 2. a. Un modo, non certo l'unico, è, attivandolo, ripetere tre volte: “Maestro, spiega a (nome del ricevente)!”, oppure semplicemente: “SeHeiKi (nome del ricevente)!”, sempre per tre volte. b. Potete anche semplicemente attivarlo, senza dire niente: siate spontanei. 154.
Questo simbolo è un'invocazione, e dice: “Maestro, spiegaci!”.
155. Per tracciarlo, le figure sono riferite alla mano sinistra. Fate conto che la grande parentesi della forma simbolica sia il vostro padiglione auricolare sinistro. 156. Può essere tracciato con la mano destra, ma dovrete rovesciare la figura, scambiandone il lato destro con quello sinistro. a. Si inizia sempre dall'alto: le due piccole parentesi, la parentesi grande, e la linea che inizia a forma di zeta, in quest'ordine (se usate la mano destra, sarà una zeta rovesciata). b. Per le altre due forme, tenete presente che, per l'uso che ne dovete fare, i vortici iniziano grandi e vanno rimpicciolendosi, e non viceversa. c. La linea più complessa, nelle figure, inizia con un cerchio orizzontale, scende in basso continuando il movimento del cerchio, come se fosse una molla a spirale (è il tratto che nella figura sembra essere in diagonale, sotto il primo cerchio): torna orizzontale per mezzo giro, quindi scende verticalmente. Poi torna
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orizzontale (risalendo leggermente) per circa un terzo di giro, per riprendere a scendere, quasi a forma di punto interrogativo.
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HonShaZeShoNen
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HonShaZeShoNen simbolico
descrittivo
157.
Simbolo Varco spazio-temporale.
158. Traduzione del nome: “Il Dio/Buddha dentro di me riconosce il Dio/Buddha dentro di te, né passato, né presente, né futuro”. 159. Viene attivato per agire a distanza, trascendere lo spazio-tempo, aprire l’Archivio Akashico, guarire gli effetti di antichi traumi, cambiare presente e futuro. 160. Questo simbolo è un'affermazione, e dice in coro a due voci con la voce del Maestro e del praticante: “Maestro, nel Te in me che varca ogni limite, mi riconosco ed agisco!”.
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161. Tracciamento della forma simbolica, con una delle due mani: Si parte sempre dall'alto. Tutte le linee orizzontali, e il semicerchio, si tracciano da sinistra verso destra. Tutte le linee verticali, le parentesi, ed il segno a forma di gancio, cominciano dall'alto verso il basso, ad esclusione del primo lato del quadrato, che sale (vedi descrizione seguente). a. Nell'ordine, guardando la figura: la prima linea orizzontale, tutta la prima linea verticale, la parentesi diagonale sinistra, quella destra, la seconda e la terza linea orizzontali, il segno a forma di gancio, la quarta linea orizzontale, i tre lati del quadrato che vi sta sopra, in una linea ininterrotta cominciando dal lato di sinistra (verso l'alto), il trattino che lo divide in due, la lineetta verticale sinistra, quella destra, e quella orizzontale: la parentesi diagonale di sinistra, quella di destra, il piccolo semicerchio, la parentesi di sinistra, quella di destra, e le due piccole parentesi. 162. Tracciamento della forma descrittiva. Quando non indicato, si usa indifferentemente una delle due mani. a. Nel seguente ordine, tracciate con la mano destra la spirale di sinistra, con la sinistra le due piccole spirali e la spirale più grande di destra. Il fulmine a sette punte, il vortice centrale, la parentesi di destra, la parentesi di sinistra, la spirale discendente finale. vere linee d’energia
a vortice).
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163. Tracciamento della forma fisica (vere linee d'energia). Anche per questa, vale quanto detto prima: quando non indicato, si usa indifferentemente una delle due mani. a. Dall'alto, in questo ordine: con la mano destra tracciate il vortice di sinistra. Con la sinistra, il primo ed il secondo piccolo vortice ed il vortice più grande di destra. Il Ra-Ku, cioè la colonna verticale, con movimento a spirale. Il vortice centrale, il grande vortice esterno a forma di bacino, la spirale discendente finale (con movimento interno sempre
RonSei
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RonSei simbolico
164.
descrittivo
Simbolo Ri-armonizzatore.
165. La traduzione dovrebbe essere in relazione al fatto che l’armonia è qualcosa di superiore all’equilibrio. Viene attivato in caso di infezioni, e per far tornare il corpo in armonia con sé stesso. Per favorire l’igiene mentale, in caso di infezioni psichiche, questo simbolo Riarmonizzatore può essere attivato dietro la testa, seguito da ChoKuRei e SeHeiKi. Attivando quest'ultimo, ripetete tre volte: “Maestro, spiega a (nome del ricevente)!”, oppure semplicemente: “SeHeiKi (nome del ricevente)!”, sempre per tre volte. 166. Questo simbolo è un'invocazione, e dice: “Maestro, porta Armonia dentro e fuori!”. 167. Forma simbolica. Le linee orizzontali e i semicerchi vanno verso destra, quella verticale verso il basso, le quattro lineette sotto il cerchio vanno verso l'alto. a. Tracciatela nel seguente ordine. Cominciate, verso l'alto, dall'angolo di sinistra della forma in alto a tre lati; completatela con un tratto ininterrotto. Poi il cerchio, in senso orario, le linee interne al cerchio, orizzontale (verso destra) e verticale (verso il basso); le due lineette di sinistra, e quelle di destra, tutte verso l'alto. La linea orizzontale ondulata, il piccolo cerchio sotto, il 99
semicerchio di sinistra, il puntino in mezzo, i tre semicerchi di destra, a cominciare da quello sopra. 168. Forma descrittiva. Dall'alto verso il basso, La linea di destra che termina a spirale, poi quella di sinistra, che vi si congiunge. Il cerchio in senso orario. La seconda e la terza delle tre forme uguali a spirale, nello stesso modo in cui avete tracciato la prima. Vere linee d'energia 169. Vere linee d'energia. a. Cominciate dal vortice in alto, fino a terminarlo. Passate al secondo vortice, fino a terminare anche questo. Continuate a scendere, allargando il diametro del vortice, fino a completare anche il vortice rovesciato; continuate a ruotare, ed iniziate a salire verso l'alto, allargando progressivamente il diametro della rotazione, come seguendo i contorni della sfera, e continuate a salire, fino in cima alla sfera, naturalmente riducendo il diametro di rotazione, fino a che vi ricongiungete al punto in cui il secondo vortice è entrato nella sfera stessa. Continuate a ruotare la mano, ripercorrendo in discesa il vortice che entra nella sfera, e continuate a scendere, ripercorrendo anche il vortice rovesciato. Poi passate all'ultimo vortice, quello sotto la sfera, e completatelo. Una volta che avete iniziato a tracciare il secondo vortice, tutto il resto può essere fatto senza mai interrompere il movimento di rotazione.
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RaKu
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RaKu simbolico
descrittivo
170. Simbolo di corrisponde all’arrivo Maestro.
vere linee d’energia
Attivazione, effettivo del
171. Traduzione del nome (poetica): “Come un fulmine dal Cielo, ricevette la sua Illuminazione”. 172. a. b.
c. d. e. f.
Si usa per: dare le Iniziazioni; nella guarigione, prima del ChoKuRei quando ci si connette e ci si disconnette con il ricevente; drammatizzare gli effetti in una azione; chiamare la Luce dall’Alto in modo dirompente; sfondare i blocchi di ogni genere; intraprendere azioni energetiche di tipo chirurgico.
173. L’azione dev’essere sempre terminata attivando un simbolo che possa chiudere ciò che RaKu ha squarciato (ChoKuRei, o DaiKùMiò).
103
174. Questo simbolo è un'affermazione spirituale, e dice (con la voce del Maestro): “Sono qui!”. 175.
Si traccia dall'alto verso il basso.
176. Per le prime due forme, si segue semplicemente il tratto delle figure, dall'alto verso il basso. 177. Occorre rendersi coscienti del fatto che la distanza da cui RaKu proviene è infinita, e che esso prosegue verso il basso a distanza indefinita, o, simbolicamente, fino al centro della Terra. Quest'ultimo concetto, preso spiritualmente, è come dire: "fino al più profondo centro della materia". In caso di un essere vivente (vita biologica), ciò significa fino alla struttura del DNA. 178. Siate coscienti anche del fatto che RaKu, spesso, ha un diametro molto più grande di quanto sia agevole o possibile tracciare con la mano, il cui movimento, anche se riferito alle vere linee d'energia, è soprattutto un'induzione psicologica volta a produrre l'atteggiamento psichico necessario ad evocare la presenza del Maestro. 179. Tracciamento delle vere linee d'energia. La colonna in discesa verticale è in realtà composta da linee, in forma come di una molla a spirale, e la mano quindi disegnerà questa spirale in discesa. Naturalmente, tutto ciò costituisce un simbolo della Realtà che vuole indurre, in quanto la mano non potrà mai avere la velocità infinita di RaKu.
104
DaiKùMyo
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DaiKùMyo simbolico
descrittivo
vere linee d’energia
180. Simbolo Guaritore Maestro. 181. Traduzione: “Fuoco magnificente, luce guaritiva dell’Illuminato”. 182. Si usa per la guarigione; sarebbe un vero spreco trascurarne l’attivazione. 183. Questo simbolo è un'affermazione, e dice: “Il Maestro, illumina, riscalda, guarisce!”. 184. Tracciamento della forma simbolica. Si comincia dall'alto, con la linea verticale, e, nell'ordine, la prima linea orizzontale, la parentesi inclinata di sinistra, quella di destra, la parentesi panciuta di sinistra, quella di destra, e la linea verticale che sta in mezzo. La linea orizzontale che sta sotto, la piccola parentesi di sinistra in basso, il quadretto, con un tratto ininterrotto che comincia salendo a partire dall'angolo in basso a sinistra, il segno a forma di sette che vi sta dentro, la piccola parentesi destra, il quadretto "aperto", cominciando sempre dall'angolo in basso a sinistra, e il piccolo RaKu. 185. Forma descrittiva. Prima il fulmine a sette punte, poi il segno a spirale, come in RonSei. 186.
Vere linee d'energia. Prima RaKu, poi il vortice, e la spirale finale.
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Zen
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Zen (Principio; Origine; Tao) simbolico
descrittivo
vere linee d’energia
187. Atomo Primordiale, Principio Creatore, lo Zero necessariamente preesistente all’Uno, indispensabile all'esistenza di quest'ultimo. Simbolo del Tutto e del Nulla. 188. Si presta a qualunque impresa, purchè se ne comprenda il modo. Infatti è lo schema energetico di tutte le cose, visibili e invisibili; ed è Energia Neutra allo stato puro, quindi informabile. a. Riuscire ad attivarlo richiede l’Illuminazione, oppure la guida del Maestro. Non comprendendo questo aspetto, è stato tenuto, in gran segreto, a disposizione di una stretta cerchia di persone per migliaia di anni. b. In breve, a causa della sua portentosa potenzialità, si temeva che se ne potesse abusare. c. Recentemente le forme descrittiva, e di vere linee d'energia, hanno avuto una grande diffusione, a volte anche solo come elementi decorativi, senza causare alcunchè, a prova di quanto detto a proposito della capacità di attivarlo veramente. 189. Questo simbolo è una realizzazione. L'affermazione silenziosa dice con la voce silenziosa del Padre, il Principio che contiene il suono, ma non è ancora sono (Shabda): “Compongo ogni cosa, e (il) Nulla mi compone”. 190. L'Origine di tutti i suoni. Il più vicino a Zen, tra tutti i suoni, è il primo generato: OOMMMmmm… 191.
Forma simbolica, detta "Sigillo di Salomone". a. Cerchio in senso orario. Triangolo con la punta in basso, poi quello con la punta verso l'alto: entrambi cominciano dalle punte di sinistra.
192.
Forma descrittiva, detta Tao (pronuncia "Dao"). 111
a. Mezza circonferenza, cominciando dall'alto, in senso orario. Poi salite seguendo la linea di separazione tra bianco e nero, quindi scendete lungo la mezza circonferenza di sinistra, in senso antiorario. Fate i due punti, con la punta del dito indice. 193.
Vere linee d'energia. a. Si comincia dalla circonferenza superiore del vortice che sta sopra, e si continua come per la sfera di RonSei.
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ZENITH
113
114
Zenith simbolico
descrittivo
194. E’ il Maestro. Simbolo all’origine di tutte le Croci, e del “Segno della Croce”. Il Crocifisso Risorto. 195. Significato: “Colui che sfreccia verticalmente nell’Assoluto ”. 196. Si attiva per: mettersi in contatto con il proprio Vero Essere; raggiungere ciò che si è veramente; ricercare lo scopo, il senso, il compito e la missione. Per la soluzione di problemi, e la guarigione al livello più profondo e spirituale. 197. Non si “usa”: è Egli, tramite l’attivazione del simbolo, che agisce. Intelligenza Superiore, sa cosa e come fare, ed offre guida, senza possibilità di rifiutarla. Quindi è sempre l'indispensabile complemento per l’attivazione di Zen, il simbolo precedente. 198. Questo è il simbolo dell'Uno, del Tutto individuato, l'individuo realizzato, e dice, con la voce del Maestro: “Io sono Colui che Sono, Colui che Voglio, Colui che Devo: poiché i tre sono Uno”. 199. Il suo suono è (pronuncia inglese americano del West): Thiii(vg)rìòònnn… Non è: Thiii(vg)rìùùnn. Per capire, la riduzione in italiano è: Diii(vgr)ìòònnn… vere linee d’energia 115
200. Forma simbolica. Linea verticale, linea orizzontale, triangolo con la punta in basso (come in Zen). 201. Forma descrittiva. Si comincia, verso il basso, dalla piccola linea inclinata che sta sopra, poi quella che sta sotto quella centrale. Poi dalla linea inclinata centrale, con un tratto unico, seguite tutta la forma così com'è nella figura. 202. Vere linee d'energia. Usate entrambe le mani, per tracciare le due linee inclinate laterali: quella centrale è sottintesa. Tracciate i due semicerchi orizzontali, quindi accennate i due vortici che si riuniscono all'interno del vortice discendente centrale. Terminate quest'ultimo, fino al punto più in basso, e risalite lungo la linea verticale, al termine della quale, l'ultimo piccolo vortice può essere sottinteso.
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Essere Umano in perfetto contatto col Maestro Vere linee d'energia 203. In questo caso, “Essere Umano” va inteso nel più alto e vero significato: il Principio stesso dell’Essere, in forma umana. Anche se questo sta ad indicare il Maestro, è esatto attribuire tale significato al suo Discepolo, perchè è unito al Maestro “come i tralci sono uniti alla vite”, affinchè come il Maestro stesso disse, “voi ed Io siamo uniti (uno)”, come “Io e il Padre siamo Uno (uniti)”. 204. Oltre ai centri energetici, nell’illustrazione, dall’interno verso l’esterno è possibile osservare, in forma di involucri di una certa densità: 205. Il corpo fisico materiale 206. Il corpo fisico energetico 207. Il corpo emozionale 208. Il corpo mentale
b. c. d. e.
209. Si possono osservare inoltre: a. Come prolungamento della colonna vertebrale, la connessione fisico-energetica, sia dall’alto che verso il basso. Come un vortice coronale molto marcato, la connessione emozionale. Come un “Ra-Ku” sopra la testa, la connessione mentale inferiore. Intorno a quest’ultima, più grande e più rarefatta, la connessione mentale superiore. Come un alone che avvolge tutto, senza un confine ben delimitato, la connessione spirituale.
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"Essere" Umano Illuminato Reali Flussi d'energia
210. Da questa immagine è possibile intuire come sia nato il termine “Illuminato”. 211. In determinate condizioni, è possibile vedere, anche fisicamente, questa luce che si irradia dalla persona. 212. Si può anche intuire come, per chi ha oltrepassato la semplice Illuminazione, e raggiunto la completa realizzazione dell’Opera, sia possibile una completa trasformazione del corpo materiale in corpo di sola luce, o energia: è il “Corpo di Gloria” degli Alchimisti. 213. A questo conduce l’intero insegnamento del Maestro, che da uomo dimostrò che è possibile trasformare l’intero proprio corpo in energia, o spirito, facendolo egli stesso. 214. Come disse: “Vado a prepararvi un luogo”. specificò: “Dove vado io, voi non potete venire”.
In quel tempo,
a. Parlando invece di giorni, in quel tempo futuri, in precedenza, aveva detto: “Le cose che faccio, anche voi le farete, e ne farete di più grandi”. 215. Naturalmente, non è indispensabile raggiungere un tale risultato immediatamente, altrimenti dovremmo concludere che tutti gli apostoli, non avendolo essi raggiunto, non siano riusciti a varcare la soglia dell’immortalità. La figura mostra la condizione di un essere umano che può essere illuminato, ma può anche essere solo vicino a ciò. a. Ed è proprio questa la condizione dell’Adepto, o Discepolo, nel buddismo chiamato “Sotapanna”: egli non si permette di morire, senza prima conseguire l’immortalità. Spesso lo fa, alla lettera, “in extremis”: come ultima azione di questa vita, morendo.
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SEZIONE OTTAVA
L'INIZIAZIONE NEL REAL MASTER REI-KI
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Capitolo 16
Diversi tipi di Iniziazione Iniziazione a distanza 216. L'Iniziazione a distanza avviene all'esterno della dimensione spazio-tempo, quindi non contempla la presenza fisica di un iniziatore. Perciò il Master Real Rei-Ki che ha avuto unicamente questo tipo di attivazione, la trasmette esclusivamente a distanza, a tutti gli iniziandi passati, presenti e futuri del Real Master Rei-Ki, incluso sé stesso. 217. La sua ripetizione, consigliata, non è virtualmente necessaria; ha però la funzione di aumentare la portata di flusso di informazione della rete di Iniziazioni, anche a proprio notevole beneficio. 218. Questo è utile, tenuto conto che, in virtù del rispetto per il libero arbitrio, il futuro è predeterminato solo nella misura in cui si verifichi un presente idoneo a produrre un certo determinato futuro. 219. Richiede la presenza spirituale del Maestro, e la presenza di almeno un iniziatore nei campi vibratori emozionale e mentale. 220. Nel Real Master Rei-Ki, quest'ultima presenza è ottenuta collegandosi a tutti gli iniziatori passati, presenti e futuri della Scuola, attraverso il varco aperto da OnShaZeShoNen. 221. La sua funzione è di stimolare l'Iniziazione Reale, che ha l'effetto di aprire completamente i canali energetici di tutti i livelli di interesse umano, ad esclusione di quello fisico, che ne viene influenzato solo indirettamente. 222. Questa Iniziazione permette di accedere a tutte le applicazioni più importanti del Real Master Rei-Ki, incluso quello terapeutico, sia a distanza che in presenza fisica del malato: in fondo, l'energia fisica è peculiarità del corpo umano anche prima dell'Iniziazione. Può essere integrata, ricevendo, successivamente, un'Iniziazione fisica. 223. Normalmente non permette invece di officiare Iniziazioni fisiche, tranne nel caso in cui si sia ricevuta a distanza anche l'Iniziazione fisica, caso che si può verificare in due situazioni. 121
a. Il Maestro dà l'Iniziazione Reale contestualmente ad un'Iniziazione fisica b. L'Iniziazione a distanza è stata officiata anche fisicamente, da un Vero Discepolo, o da un Maestro.
Iniziazione fisica 224. Se ricevuta da un Real Master Rei-Ki qualificato, è un'Iniziazione completa. Chi ha ricevuto questa Iniziazione, è completamente operativo, per cui, per lui, valgono anche tutte le possibilità indicate per l'Iniziazione a distanza. 225. La sua funzione è la stessa dell'Iniziazione a distanza, ma non può essere effettuata a distanza, se non in casi realmente eccezionali: da un Vero Discepolo qualificato, o da un Maestro, che sono in grado di recarsi a distanza anche con il corpo d'energia fisica. 226. E' comunque l'unica attivazione che dà la possibilità di officiare per altri l'Iniziazione fisica; cioè con l'iniziando e l'iniziatore l'uno in presenza dell'altro fisicamente. Ha un effetto più marcato nel campo d'energia fisica, molto interessante, ma non particolarmente ricco di applicazioni profonde, mentali o spirituali. 227.
Il Master Reiki di altre scuole a. L'Iniziazione fisica è sempre completa, anche se ricevuta da Master Reiki di altre scuole, però mancano due simboli: Zen, e Zenith. b. Per integrare Zen e Zenith ad un Master di altre scuole, non è necessario ripetere l'Iniziazione fisica, anche se è possibile farlo. E' sufficiente che il Master li inizi ad utilizzare; cominciando però da Zenith. Non è possibile attivare efficacemente il solo Zen. c. Tuttavia, se utilizzandoli direttamente, si prova anche solo un vago senso di dubbio, significa che è necessario ricevere almeno l'Iniziazione a distanza: questa, infatti, è la soluzione ideale.
Iniziazione reale 228. Ottenere l'Iniziazione Reale è lo scopo per cui si fanno le precedenti due Iniziazioni. Si può verificare anche se non si è ricevuta nessuna Iniziazione precedente, anche se questo è un caso abbastanza raro. E' più frequente il caso che questa Iniziazione segua le altre, oppure che sia contestuale. Alle volte, può anche avvenire prima. 229. E' l'unico tipo di Iniziazione che ricevette Usui, per fare un esempio. Nel suo caso fu anche fisica. Che sia anche fisica, o no, rimane un aspetto a discrezione del Maestro. Normalmente, non è fisica, come nel caso di quella a distanza: per questo si integra con l'Iniziazione fisica. 122
230. Ad ogni modo, l'Iniziazione Reale rimane l'unica Vera Iniziazione: al suo confronto, le altre sono come dei piccoli esempi. Per questo motivo, in una cerimonia d'Iniziazione fisica, è preferibile che sia presente almeno un Master che ha ricevuto l'Iniziazione Reale, vale a dire un Discepolo (anche senza il grado di Adepto).
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SEZIONE NONA
Iniziazione a distanza al
Real Master Rei-Ki
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Capitolo 17
Istruzioni per l'Iniziazione a distanza Se non siete iniziati, la seguente procedura vi permetterà di ricevere a distanza l’iniziazione come Master di Real Rei-ki per i livelli emozionale, mentale e spirituale, direttamente a casa vostra. Vi potrà riuscire meglio se avete seguito il corso di Immaginazione Creativa. Ma non è indispensabile.
231. Imparate bene come viene effettuata l’Iniziazione, che è descritta dettagliatamente nel capitolo dedicato all'Iniziazione fisica. Mentre studiate la procedura, immaginate vividamente ciò che leggete. 232. Un po’ in anticipo, diciamo una settimana, decidete il luogo e l’ora in cui celebrerete la cerimonia: nel frattempo, studiate e fate delle prove, per esercizio. Può risultare utile preparare delle registrazioni su nastro delle istruzioni: ma potete anche leggere direttamente. L'importante è che al momento giusto abbiate ben chiaro lo svolgimento della cerimonia, e tutto quello che dovete fare, anche se poi leggerete. 233. Giunto il momento, accendete una o più candele, fate bruciare un po' d'incenso, e sistemate nella stanza due recipienti: uno con dell'acqua ed uno con del sale. Se possibile, fate in modo che una finestra sia aperta; è sufficiente una piccola fessura. 234. Tracciate OnShaZeShoNen in tutto l’ambiente, dove vi siederete, sulla cima della vostra testa, sulla fronte, sugli occhi, sulla gola, sul cuore, sullo stomaco, sul fegato, sulla milza, sulla pancia e sulle ghiandole riproduttive. E un grande OnShaZeShoNen simbolico sul pavimento, esattamente dove vi siederete. 235. Poi rimanete seduti con i piedi appoggiati a terra, i palmi delle mani a contatto del corpo, con gli occhi chiusi e immobili. Per quanto possibile, restate così, senza pensare, circa per cinque minuti.
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236. Finalmente, immaginate in modo più vivido possibile arrivare, da un altro tempo ed un altro luogo, in vostra presenza, ad impartirvi l’Iniziazione nel modo descritto dalle istruzioni, proprio Zenith, il Maestro, nella forma del simbolo delle vere linee d'energia. 237. E' giunto il momento di riferirvi alle istruzioni che trovate nel capitolo dell'Iniziazione fisica. 238. Eseguite personalmente le istruzioni che vengono impartite agli iniziandi: anche queste dovete immaginarle, non eseguirle realmente. Le istruzioni, così le trovate scritte, ora non sono per voi, ma per l'Iniziatore, anche se, nel vostro caso, non ne ha bisogno, essendo egli il Maestro. 239. Quindi immaginerete il Maestro comportarsi come viene suggerito dalle istruzioni agli iniziatori, istruendovi e guidandovi, suggerendovi cosa dovete fare, e come; e voi seguirete le indicazioni che immaginerete il Maestro vi impartisca. Eseguite in questo modo l’intera cerimonia, sino al termine. 240. Solo se l'esecuzione della cerimonia è avvenuta senza intoppi, dovrebbe essere considerata valida, altrimenti sarà da ripetere dopo uno o due giorni. Se vi preparate bene in anticipo, studiando e provando tutti i giorni, dovrebbe riuscirvi perfettamente già dalla prima volta. In ogni caso, non importa quante volte la dovrete ripetere, fino a quando vi riuscirà perfettamente, non sarà valida. Se non vi riesce, c'è un motivo… 241. Subito dopo l'Iniziazione celebrata correttamente, aprite questo Corso a pagina 159, dove trovate la Dichiarazione del Real Master Rei-Ki, scrivete il vostro nome e cognome nell'apposito spazio, e leggetela solennemente (a voce udibile): siate seri, ma non tetri. Mettete la data e l'ora, e apponetevi la vostra firma. La vostra Iniziazione è conclusa; virtualmente, siete un Real Master Rei-Ki, ma il vostro lavoro non è ancora finito. 242. Ora dovete accingervi ad impartire l'Iniziazione a distanza ad altri, per rendere effettiva la vostra Iniziazione: questo è il vero segno del Master. Proseguite quindi con una nuova cerimonia d'Iniziazione, in cui il Master, l'iniziatore, siete voi. 243. Gli iniziandi sono tutti coloro che in ogni tempo passato, presente o futuro si sono accostati o s'accosteranno al Real Master ReiKi. Questo è possibile in virtù dell'atemporalità, e dell'aspazialità delle dimensioni spirituali; è inoltre reso possibile dall'azione di OnShaZeShoNen, per trascendere lo spazio-tempo, esercitata sulle dimensioni emozionale e mentale (in piccola parte anche sulla dimensione fisica). 244. Quindi, immaginerete che, nello stesso punto in cui eravate voi mentre ricevevate l'Iniziazione, ora ci sia una persona sconosciuta, proveniente da un altro luogo e un altro tempo, evitando di stabilire 128
quale esso sia. Nel punto in cui si trovava il Maestro, ora vi metterete voi. 245. Procedete. Verificate che nella stanza ci sia almeno una candela ancora accesa, il recipiente col sale, e quello con l'acqua; quindi bruciate un po' di incenso. Se possibile, tenete una finestra aperta, anche solo una fessura. 246. Tracciate di nuovo OnShaZeShoNen in tutto l'ambiente, come al punto 234. 247. Eseguite l’intera procedura per l'Iniziazione fisica, questa volta eseguendo materialmente le istruzioni complete destinate agli iniziatori; e immaginate che il vostro iniziando (od iniziandi) eseguano le vostre istruzioni. 248. Al termine, dite al/i nuovo/i iniziato/i, di perfezionare l'Iniziazione, impartendola a loro volta ad altri; immaginate che essi si accingano ad eseguire l'incarico, salutateli, e lasciate la stanza, consapevoli di essere oramai, e per sempre, un Real Master Rei-Ki. 249. Quando rientrerete nella stanza, non troverete traccia delle persone che avete immaginato: ma soffermatevi un attimo, prestando attenzione alle vostre sensazioni, e confrontatele con quelle a cui eravate abituati quando, prima dell'Iniziazione, entravate in quella stanza.
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SEZIONE DECIMA
Iniziazione fisica al
Real Master Rei-Ki
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CERIMOMIA D'INIZIAZIONE FISICA, IN PRESENZA DEL MASTER
SE SIETE GIA' INIZIATI ANCHE DI PERSONA Se avete ricevuto anche l'Iniziazione fisica, cioè in presenza di un Real Master Rei-Ki, la potete conferire ad altri, anche a livello fisico, di persona: in questo caso, queste istruzioni vi faranno da traccia Se, invece, non avete ricevuto l'Iniziazione fisica, quanto segue vi servirà per attuare l'Iniziazione a distanza di Real Master Rei-Ki: l'intera procedura di quest'ultima fa infatti riferimento a queste pagine. Troverete anche indicazioni su come poter ricevere l'Iniziazione fisica, qualora lo desideraste.
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Capitolo 18
ISTRUZIONI DESTINATE AGLI INIZIATORI 250. Incenso e candele sono utili, ma facoltativi; come anche un recipiente con dell'acqua, e uno con del sale 251. Attivate in abbondanza tutti i simboli, in tutto l’ambiente in cui si tiene la cerimonia 252.
Se qualcuno vuole ricevere l’iniziazione solo fino a un certo livello a. Basta saperlo in anticipo, e può essere attivato solo il livello richiesto. Per farlo, è sufficiente che il Master attivi sull’iniziando solo i simboli appartenenti a quel livello: b. per il primo, solo il ChoKuRei (non è necessario che l’iniziando lo conosca); c. per il secondo, ChoKuRei, SeHeiKi, OnShaZeShoNen, RonSei, più Zenith e Zen. d. Per il Master, naturalmente, tutti i simboli.
RESPIRO DEI RENI Esercizio preliminare all’Attivazione, da far eseguire agli iniziandi 253. Imparare a dirigere la Luce di DaiKùMiò su per la colonna vertebrale: ri-energizza il corpo intero, ed accresce la coscienza spirituale. Molti Master insegnano che questa è l’energia di fuoco Ra-Ku: questo concetto non è sbagliato, ma incompleto, in quanto si tratta del Piccolo Ra-Ku interno, che fa parte del Dai-Kù-Miò. Questo esercizio si fa in tre fasi.
Prima fase 254. Respirazione dei reni: questo esercizio praticato giornalmente aumenta di molto la potenza del Ra-Ku. 255.
Fate subito un’esercitazione pratica: a. Appoggiate le palme delle mani sulla parte bassa della schiena, sui reni. b. Immaginate di respirare con i reni anziché con i polmoni. c. Se le mani, durante le inspirazioni vengono sollevate dal movimento del corpo, e tornano a scendere assieme al corpo durante le espirazioni, state respirando coi reni. Appoggiare le 135
mani sui reni non fa parte dell’esercizio: serve solo a verificare se la respirazione dei reni è fatta correttamente.
Seconda fase 256. Sollevare la radice del centro di energia fisica (punto di acupressione “Hui Yin” – vaso di concezione uno). Non può essere tenuto sollevato a lungo (è difficile riuscirci). Questo passo dirige l’energia di fuoco Ra-Ku su per la colonna vertebrale. 257.
Esercitazione immediata a. Localizzare il punto, tra i genitali e l’ano: b. contraete i muscoli addetti al controllo della minzione, come per trattenervi dall’urinare; c. contraete i muscoli dell’ano, come se doveste trattenervi dal defecare; d. contraete tutti questi muscoli, contemporaneamente, e manteneteli contratti; e. ora, contraete i muscoli dell’area che si trova tra i due gruppi di muscoli già contratti; f. sentirete immediatamente come se steste letteralmente tirando verso l’alto questo punto, verso l’interno del vostro corpo; mentre lo contraete, lo sentite sollevarsi. g. Controllate di non aver interrotto la normale respirazione.
Terza fase 258. combinare la Respirazione dei Reni con la contrazione del punto Hui Yin. 259.
a. b.
c.
d.
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Esercitazione immediata. Contraete il punto Hui Yin, come avete imparato (ciò corrisponde ad attivare il centro dell’energia fisica). Tenete contratto il punto durante i passi successivi. Mentre fate un respiro dei reni, come avete imparato, immaginate che si formi come una Luce Bianca opalescente alla base della vostra colonna vertebrale, e che, mentre inspirate col naso, salga su per la colonna vertebrale. All’interno, come se fosse un tubo vuoto; ed all’esterno, avvolgendosi a spirale. Entrando infine nella testa, e riempiendola. Mentre espirate dalla bocca, immaginate che, dalla vostra bocca, esca la Luce: mentre effettuate l’espirazione, emettete un suono sibilante. Il suono si produce appoggiando la lingua al bordo del palato, dietro ai denti incisivi (Tsszzzz…). Immaginate la Luce, che esce, mentre va a formare come un “abito di Luce” attorno a voi.
260. Quando, durante l’attivazione, si dice di fare un respiro dei reni, si intende l’intero processo eseguito nel terzo passo.
Esecuzione dell’Attivazione 261. Prima di officiare la cerimonia, se non tutti hanno già letto questi appunti, leggete agli iniziandi almeno le seguenti istruzioni, perché possano comprendere cosa sta succedendo durante l’attivazione. a. Naturalmente l’attivazione è valida in ogni caso, anche se venisse eseguita senza aver letto queste istruzioni. 262. La partecipazione dell’iniziando dev’essere passiva: egli dev’essere attento, ma rilassato. E’ meglio nessuna partecipazione, che una partecipazione troppo attiva, quindi che gli iniziandi eseguano le istruzioni è facoltativo: accertatevi che questo sia stato compreso. 263. Mettete gli iniziandi seduti ciascuno su di una sedia, con i piedi a terra, ed i palmi delle mani sulle ginocchia, in modo rilassato (se sul pavimento, in posizione sesan, cioè in ginocchio seduti sui talloni, con i piedi allungati a terra); con gli occhi chiusi, o, per chi è capace, in stato di cecità volontaria. 264. Gli iniziatori si mettano in piedi (oppure in ginocchio, ma senza sedersi sui talloni), ciascuno alle spalle di un iniziando. 265.
Concentratevi.
266.
Invocate luce dall’alto in modo udibile: “Invoco luce dall’Alto”.
267. Invocate il Maestro: “Maestro, metto questa persona nelle tue mani” (se il vostro Maestro non è Zenith, cioè Gesù Cristo, aggiungete: “…nel Nome di Zenith”; oppure “…nel Nome di Cristo”). 268. Sollevate la radice del centro fisico (punto Hui Yin), e tenetelo così durante l’attivazione di tutti gli iniziandi. 269.
Appoggiate le mani sulle spalle del vostro iniziando.
270. Dite all’iniziando: “ Ora chiama il tuo Maestro ad assisterti durante l’iniziazione”.
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271. Tracciate Ra-Ku verticalmente sulla cima della sua testa, arrivando a toccarla con l’indice al termine del movimento, in corrispondenza della “fontanella”. 272. Appoggiate le mani sulla testa dell’iniziando, una di fianco all’altra orizzontalmente. 273. Dite all’iniziando: “Porta le mani unite in verticale sulla testa in posizione di preghiera, e solleva la radice del centro fisico, il punto Hui Yin, e tienilo così fino a quando avrai fatto il sibilo” 274. Attivate, o tracciate mentalmente i simboli sulla testa dell’iniziando. 275. Dite all’iniziando: “Tra qualche attimo, fai assieme a me un Respiro dei Reni, e immagina la Luce entrare nella tua colonna vertebrale; salire circondandola, fino a riempire la testa: poi falla uscire dalla bocca con il sibilo.” 276. Fate un Respiro dei Reni, immaginate la Luce entrare alla base della colonna vertebrale dell’iniziando, e salire, circondandola, fino a riempire la sua testa. 277. Quando la Luce ha riempito la testa dell’iniziando, e arriva alla bocca, premete con le vostre mani, le mani dell’iniziando una contro l’altra, poi staccategliele una dall’altra, per indicargli l’inizio dell’espirazione. 278. Producete immediatamente il suono, sibilante e prolungato, lasciando andare le sue mani. 279. Continuando il sibilo, immaginate che i simboli, che erano sulla sua testa, penetrino dentro, fino alla base del cranio. 280. Intanto, senza più toccarlo, sempre continuando il sibilo, con i palmi rivolti verso l’iniziando, passate lentamente le vostre mani da davanti a dietro la sua testa, come stendendo una coperta, con grande concentrazione. 281. Riponete lentamente le mani dello studente sulle sue ginocchia, se non l’ha ancora fatto spontaneamente. 282. Rimanete dove siete, e attivate sul cuore dell’iniziando gli stessi simboli che erano sulla sua testa, tracciandoli con l’indice, e facendoli seguire da tre colpetti con il pollice, l’indice ed il medio riuniti; come per farli penetrare. Se l’iniziando è una donna, i simboli si tracceranno, invariabilmente, in corrispondenza del cuore, ma sulla schiena: questa posizione può essere usata anche sugli uomini.
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283. Passate all’iniziando successivo, e ripetete la procedura. Se l’iniziando è uno solo, o se si è arrivati all’ultimo del gruppo, potete rilasciare il centro d’energia fisica (Hui Yin). 284. Mettetevi di fronte agli iniziandi, e, uno ad uno, tracciate con l’indice, prima sul palmo di una mano, e poi sul palmo dell’altra, tutti i simboli, sigillandoli alla fine, con tre mezzi giri fatti col pugno chiuso, come se stringeste una vite col cacciavite. 285. Istruiteli di tenere ancora gli occhi chiusi, e passate all’incontro col Maestro. Se, invece, in questo momento state ancora leggendo queste istruzioni agli iniziandi, per prepararli all’iniziazione, questo è il punto in cui interrompere la lettura; passate ora all’esecuzione pratica.
INCONTRO COL MAESTRO 286. L'incontro col Maestro si esegue collettivamente (a meno che l'iniziando non sia uno solo). 287. Dite agli iniziandi le seguenti frasi: tra un punto e l'altro, fate passare il tempo necessario ad effettuare tre profondi respiri. a. Tieni i piedi appoggiati a terra, i palmi delle mani a contatto col corpo. b. Gli occhi aperti o chiusi, indifferentemente. c. Con linee di luce, immagina di tracciare tutti i simboli ripetutamente: Zenith, Zem, Raku, e tutti quelli che ti vengono in mente. d. Pensa solo al tuo respiro. e. Pronuncia la seguente frase: "Invoco Luce dall'Alto". f. Respira lentamente, con calma. g. Mentre inspiri, immagina Luce che nasce all'interno del tuo cuore, e che aumenta d'intensità ad ogni inspirazione. h. Ogni volta che inspiri, immagina che la Luce aumenta d'intensità. i. Ogni volta che espiri, immagina che la Luce si espande, allargandosi. j. La Luce si espande in tutto il corpo. k. La Luce si espande anche fuori dal corpo. l. La Luce si espande di oltre un metro fuori dal corpo, ed aumenta d'intensità, sia dentro che fuori. m. La Luce si espande fino a due metri. n. La Luce si espande fino a cinque metri. o. La Luce si espande fino a dieci metri. p. La Luce si espande fino a cento metri ! q. La Luce si espande fino ad un chilometro. 139
r. Due chilometri. s. Dieci chilometri, anche in alto, nel cielo, ed in basso, sottoterra. t. Cento chilometri. u. Mille chilometri. v. Diecimila, oltre l'intero continente. w. Centomila, oltre i confini della Terra. x. Oltre i confini del sistema solare ! y. Oltre i confini della galassia. z. Oltre i confini dell'Universo conosciuto. aa.Oltre i confini di tutti i possibili universi. bb. All'Infinito; senza fine, immediatamente, subito. cc. La Luce nasce dal tuo interno, ed emette un Suono, e dà una sensazione fisica. dd. Ciò ha un significato ee. Sia la Luce, sia il Suono, sia la sensazione fisica cambiano aspetto: queste variazioni hanno un significato, come un discorso; con o senza parole. ff. Attiva su di te Zenith e Origine, e tutti i simboli che vuoi, mentalmente. gg. Immagina di emettere varianti forme di Luce, Suono e sensazioni come se avessero un significato, come se fossero un tuo discorso, che tu fai al Maestro, con o senza parole. hh. Rimani passivo, e ricevi la risposta, in qualunque forma essa sia. Al termine, rimani in silenzio fino a che tutti hanno finito.
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Capitolo 19
Come ricevere l'Iniziazione fisica se non l'avete ancora ricevuta Per il livello fisico esistono tre possibilità Alla prima occasione, fatevi dare l’iniziazione da un Master della Scuola. 288.
Questa è la soluzione più abbordabile, e di solito è quella seguita.
289. Alcuni Real Master Rei-Ki non ci hanno richiesto il diploma: la loro Iniziazione è valida comunque. Il problema è che è impossibile tenere registrazioni di ciò che avviene in via non ufficiale; per verificarlo, quindi, dovreste risalire la linea di discendenza di quello specifico Master, almeno fino ad un Master registrato, cioè in possesso del diploma. Perciò sappiate che, se vi interessa un riconoscimento formale, dovrete far riferimento ad un Master registrato, e quindi in grado di mostrarvi il diploma della Scuola. Se non ne conoscete, potete rivolgervi direttamente alla Scuola.
In caso di assoluta impossibilità, cercate un Vero Discepolo, e concordate con lui l’Iniziazione fisica a distanza: 290. è indispensabile ch’egli sia in grado di proiettarsi a distanza anche fisicamente, anche se non in tutti i casi voi potrete percepirlo. 291. Egli, però, successivamente, sarà in grado di descrivere i dettagli della cerimonia, come se fosse stato presente. Se non vi conosce di persona, gli basterà nome e cognome: altri dati, fotografie, e simili, non gli devono servire. 292. Normalmente, cercherà il modo per evitare questa possibilità: diffidate di un falso Discepolo, desideroso di applicare questo tipo di
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procedura, salvo poi non sapervi dire neppure come si è svolta la cerimonia dal vostro punto di vista.
E’ possibile che il Maestro vi dia l’Iniziazione Reale, nello stesso momento in cui eseguite la cerimonia, oppure anche in seguito. 293. L'Iniziazione Reale, a volte, è anche fisica, però non necessariamente. Nel caso di attivazione fisica, oltre a quanto sopra, ed oltre a particolari intuizioni, avrete delle sensazioni fisiche. Le avvertirete a livello del tatto, sia dentro il corpo che fuori del corpo, come se il vostro tatto si estendesse oltre il confine del vostro corpo. Potranno essere lievi o intense, ma l’essenziale è che le percepirete tattilmente, in modo molto netto. 294. In qualche caso, succede addirittura prima della cerimonia. Ve ne accorgerete perché avrete sensazioni sia visive che uditive, ed un particolare senso di certezza, di totale assenza di dubbio. 295. Se vi capita questo, la soluzione più semplice per voi è questa: significa che siete ormai un Discepolo Diretto, un Adepto che non segue certamente altri che il suo Maestro, anche se può avere altri istruttori.
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Capitolo 20
Ed ora, è tutto finito …? Avete ormai compiuto il primo, importante, passo nella Pratica del Real Master Rei-Ki: mi congratulo sinceramente con voi.
296. Come vi sentireste, se adesso vi dicessi: "Bene, ora che siete completi e non c'è più nulla che io possa fare per voi, tornate alle vostre occupazioni, arrivederci, e tante belle cose …? 297. "Ma come, cosa ne facciamo adesso di ciò che abbiamo imparato!" Sarebbe la giusta protesta: questa situazione si verifica spesso, al conseguimento del Master Reiki, ed è la prova che non si è entrati in contatto con una vera Via di Realizzazione. 298. Le cose non stanno affatto così. Non avrei detto che avete compiuto il primo, ma l'ultimo passo! Il cammino è fatto di moltissimi passi: voi, lo avete cominciato. Come dovrebbe continuare? Ebbene, siete davvero padroni di tutta la materia fino ad ora affrontata? E' improbabile, quindi, mentre vi accingete a proseguire, vi invito a praticare alcuni esercizi che conoscete già; però, forse, non abbastanza bene da eseguirli in modo completamente automatico. Inoltre, dovete sviluppare certi muscoli perineali, affinare le vostre percezioni, aumentare le facoltà psichiche… a cominciare dalla facoltà immaginativa. 299. Quindi di seguito trovate le indicazioni per una Pratica costante ed efficace. Ma non è ancora tutto: più avanti troverete altre esercitazioni, anch'esse molto importanti, che costituiscono la base pratica di applicazione del Real Rei-Ki. 300. Tutti questi esercizi hanno in comune una caratteristica: la loro funzione è di evitare che quanto fatto fino ad ora si riduca, infine, ad un mero esercizio intellettuale.
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DICHIARAZIONE DEL REAL MASTER REI -KI Io, …………………. , davanti alle Intelligenze Superi ori, in piena coscienza, ed in Nome di ciò ch'e più S acro, DICHIARO SOLENNEMENTE che
oggi,
con
scrupolosamente proveniente
da
complesso,
la
guida
seguito Andrea,
contenute
del ogni
e
tutte nella
mio
Maestro,
singola insieme
ho
istruzione nel
loro
procedura
per
l'Iniziazione a distanza del Corso d'Iniziazione al Real Master Rei-Ki. Inoltre dichiaro di evitare di dichiararmi un ma estro, e di evitare di attribuire ad Andrea, o a chiunque altro, le mie idee, affermazioni e azioni, delle quali mi assumo, ora e per sempre, la piena responsabilità.
luogo ……………………… li,………………. ore …………….
In Fede,…………………………….
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SEZIONE UNDICESIMA
IL GRANDE SEGRETO DELLA GUARIGIONE… …E LE TRE COSE DA IMPARARE SUBITO
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Capitolo 21
La prima cosa da imparare IL "GRANDE SEGRETO": LE BENEDIZIONI Le Benedizioni sono qualcosa di più dei “trattamenti” Il Reiki funziona o non funziona? La sua "funzione" è di funzionare? 301. Paradossalmente, il motivo principale per cui spesso il Reiki si mostra inesorabilmente inefficace, è proprio quell'idea: l'idea che debba comunque "funzionare". Il fatto è che il Rei-Ki non "funziona", e non deve "funzionare". a. Non stiamo parlando di un meccanismo impersonale ed automatico. Rei. Punto. Ki. Punto. Energia, cioè Spirito. Pura, cioè Santa. Vitale, cioè dell'Anima. Personale ed Universale; che richiama il concetto del tutti in Uno, cioè la Comunione dei Santi. Non vorrei infierire oltre, aggiungendo che "Universale", nel senso più vasto, è stato tradotto con il termine: "Cattolico". b. Dunque, non è proprio "solo" energia, per quanto divina; né, tantomeno, è impersonale. Ricordate cosa afferma Zenith: "…perché i tre sono Uno": cosa vi richiama alla mente ciò? Zenith, l'Energia, e la loro scaturigine, il Principio Originatore, sono Uno; allo stesso modo in cui, sempre lo stesso Maestro, in altre due occasioni, affermava di essere "Uno" con il Padre, e che il Padre, cioè Dio, "è Spirito". Non è questa la Trinità? c. No, non è proprio solo "energia": è invece quell'Intelligenza Superiore che fin qui abbiamo chiamato, fra i tanti modi, "Maestro". Ed è una Persona. Che, no, non "funziona", ma opera intelligentemente, e volontariamente. 302. Dire che il Rei-Ki guarisce è esatto, ma viene mal compreso. E' forse meglio usare un'espressione meno ambigua, ed affermare che Il Maestro, o Zenith, o, se preferite, Gesù, o Dio stesso, è Colui che guarisce! 149
a. E vedrete che, allora, comincerà a "funzionare" davvero… 303. Da questo momento provate a sostituire le espressioni "trattamento", "applicazione" e "seduta" con altre, più storicamente nostre, e più esatte, come, per esempio, "Benedizione", "Grazia" e "Preghiera". a. Incominciate a capire che non siete voi, attraverso l'azione di un'energia messa in moto sempre da voi, a produrre la guarigione: che voi (ed io), senza il Maestro, "non potete fare nulla". b. Ma, come disse, "se state uniti a me… …farete le cose che io faccio, e ne farete di più grandi". 304. In conclusione, una prima parte del "Grande Segreto" delle guarigioni è: essere uniti al Maestro, cioè uno strumento nelle sue mani; in modo che sia Egli ad operare la guarigione, e non noi stessi. a. L'indicazione di "stare uniti" al Maestro, di "Essere Uno", e, inoltre, di "Essere Uno" con Lui, sono tutt'altro che trascurabili; anche al fine di ottenere dei risultati terapeutici rilevanti. Si tratta di un'indicazione che implica tutta una serie di atteggiamenti interiori da assumere sinceramente: il più importante di questi, innesca automaticamente tutti gli altri, e ve lo indico qui di seguito…
PRIMA PARTE DEL "GRANDE SEGRETO" 305. E' finalmente arrivato il momento in cui vi svelerò il Grande Segreto, quello che fa la differenza tra un normale operatore Reiki, che spesso ottiene risultati equiparabili all'effetto "placebo" (pur potente…), ed, invece, un Vero Guaritore, "uno che non sbaglia un colpo", uno che non si arresta, neppure di fronte alle più mortali malattie, alle più inguaribili infermità, si trattasse anche, per esempio, di un organo mancante, come, per esempio, un pezzo d'osso! a. Forse avrete sentito usare l'espressione: "trattamento Reiki": anche se non è un'espressione errata, non rende esattamente l'idea, rispetto a ciò che la Pratica è realmente. b. Pare che, invece, trasmettere il corretto atteggiamento, sia molto importante, considerato quanto sia diffusa l'idea che il Rei-Ki, pur essendo una Pratica di tipo spirituale, sia, in concreto, un insieme di tecniche che, se applicate con precisione di metodo, devono invariabilmente produrre un risultato terapeutico. c. Questa idea è quasi completamente errata! La maggior parte dei praticanti, infatti, non la sostiene: almeno a parole. Ma è un'idea profondamente radicata nell'inconscio di molti di loro, a causa del modo in cui l'insegnamento è stato loro trasmesso. 150
i. Puntualmente, la verifica infallibile è la prova dei fatti, che mostrano inequivocabilmente come la precisa applicazione del metodo non produce gli effetti sperati; anzi, non li produce quasi mai. 1. Quindi, provate a pensare non di effettuare un "trattamento", ma, piuttosto, di "dare una benedizione".
SECONDA PARTE DEL "GRANDE SEGRETO" 306. Vediamo ora di imparare ad operare la selezione dei casi in cui è possibile ottenere una guarigione, sapendo in anticipo se questa dovrà essere totale o parziale, duratura, o temporanea. 307. Essere "Uno", cioè uniti, al Maestro, non ha per ora un significato fisico. E' un'espressione che implica di non attribuire a sé l'opera che si sta per compiere, bensì a Lui. Ma non solo. Significa anche: "avere lo stesso atteggiamento interiore del Maestro". a. Qual'è l'atteggiamento del Maestro, allorchè si accinge ad operare una guarigione? E' fondamentale comprenderlo, in quanto solo replicando fedelmente quest'ultimo è possibile essere uniti a lui, e di conseguenza realizzare ciò che disse: "farete le opere che io faccio, e ne farete di più grandi". b. Il Maestro, in modo assolutamente spontaneo (senza fare il ragionamento che segue) opera prima di tutto una serie di selezioni, che servono a verificare se la guarigione è realizzabile, nel più completo rispetto delle Leggi Cosmiche. c. Solo in questo caso, infatti, è possibile, ed Egli opera la guarigione. Se le condizioni per realizzare la guarigione non sono presenti, puntualmente il Maestro spiega perché non è possibile ottenerla, e si rifiuta categoricamente anche solo di effettuare un tentativo, sapendo che sarebbe destinato al fallimento, con delusione di tutti quanti. d. Quindi, in primo luogo, si tratta di imparare ad esercitare il discernimento, tra ciò che è possibile, e ciò che, invece, non lo è. La mancanza di questo discernimento è una prima ed importante causa di fallimento in tutti i tentativi di guarigione. i. A prova di questo, quando un qualunque Mistico "serio", che però non possiede tale discernimento (facoltà alquanto rara, in verità, benchè non sia difficile da acquisire), si accinge a tentare una guarigione, dichiara sempre di non garantire il risultato, il quale dipende unicamente dalla "Grazia di Dio".
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1. In tal caso, sappiamo di essere di fronte ad una persona che soddisfa il primo requisito: egli è unito al Maestro. Ma non soddisfa il secondo requisito: egli non è in grado di discernere se, in base alle Leggi Cosmiche, la guarigione sia possibile oppure no. ii. Egli la "chiede": se è possibile, si verificherà: altrimenti, no. E' così che avviene che, in un numeroso gruppo di richiedenti, solo uno, o pochi, ricevono la "grazia", e gli altri no. iii. Ciò fa sì, appunto, che si parli di "miracolo"; cioè di qualcosa di misterioso, di cui non si sa se succederà, né si sa quando, né come o perché. Semplicemente, dipende da Dio. Questo dà una immagine di un Dio totalmente "misterioso ed imperscrutabile" nei suoi disegni, cosa che non sarebbe necessaria, se ci si limitasse a dire semplicemente che non sappiamo "come" tutto ciò avvenga. iv. Meglio ancora, sarebbe imparare come si opera la selezione dei casi in cui è possibile intervenire, in modo da poter andare sempre "a colpo sicuro". Così si sarebbe inoltre in grado di spiegare, nei casi in cui non è possibile ottenere la guarigione, quali sono le motivazioni. Se tale spiegazione giungesse solo dopo il fallimento di un tentativo di guarigione, apparirebbe più un pretesto, che una vera spiegazione: a volte, infatti, si tratta realmente di spiegazioni ben poco credibili.
Come operare la selezione 308. Sarebbe in fondo semplice capire come operare la selezione dei casi in cui è possibile intervenire. Basterebbe prendersi il Vangelo, ed osservare come faceva Gesù. Questo lavoro l'abbiamo già fatto, e troverete il risultato esposto poco più avanti: però sarebbe bene che lo verificaste in prima persona. a. Se non avete letto più volte il Vangelo in questa chiave, vi manca certamente qualcosa di fondamentale, per accingervi alla guarigione metafisica, per non parlare di quella spirituale. 309. Capire, però, non equivale a comprendere. Comprendere come operare la selezione in questione, richiede qualcosa di più che semplicemente imparare bene le istruzioni seguenti. a. Le dovete saper applicare, e non solo questo, che già richiede notevole dimestichezza. b. Le dovete saper applicare spontaneamente: vi deve venir naturale, come se veniste spinti non tanto da un ragionamento, ma da un senso di: "è ovvio che sia così, è semplicemente naturale…"
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Prima selezione 310. In pratica, la prima selezione operata dal Maestro, è basata sul sentimento che la situazione del richiedente gli suscita. Specificamente, stabilisce se lo "muove a pietà"; se gli suscita compassione, oppure no. a. Se la risposta è positiva, cioè la situazione lo muove a pietà, significa che è entrato in uno stato di empatia tale da sobbarcarsi dello stesso dolore di quella persona. Sente il di lei bisogno come suo proprio, ed è disposto a condividerne il Karma, almeno in parte. b. Il fatto di essere disposto a condividere il Karma (negativo) di una persona, prendendolo su di sé, è un'azione di per sé altamente positiva e meritoria, ampiamente sufficiente a controbilanciare il Karma negativo "assorbito". Egli carica il Karma su di sé, ma proprio per questo, il Karma viene subito "bruciato". 311. E' un gesto generoso, che viene compiuto senza alcuna considerazione del fatto che porti, o meno, conseguenze per sé. Sia chiaro: lo farebbe anche se il Karma negativo non venisse bruciato, restando a gravare su di lui. E' solo per questo che poi ciò non avviene. a. Se non operasse un tentativo di guarigione, si sentirebbe in colpa, come se avesse lui stesso causato il male a quella persona. Non può avere la coscienza in pace se non offre la sua opera terapeutica, pur non essendo affatto certo che questa sortirà effetti positivi. b. Non sa se la persona guarirà; non lo può affatto garantire: ma sa che è suo preciso compito offrirsi di tentare, come se, in quel momento, solo lui potesse offrirle una chance. c. In questo specifico caso, ripeto, non serve affatto che la persona abbia la benchè minima fiducia nell'operatore, e neppure nella pratica. Può essere la più incredula persona del mondo: funzionerà ugualmente. d. Naturalmente, che la persona richiedente sia incredula non è affatto un requisito necessario; può benissimo aver fiducia. Quello che ora ci interessa è il sentimento di compassione che suscita nell'operatore. 312. Il Maestro (oppure voi) porgerà la sua offerta sincera, nel modo più idoneo ad essere accettata. Non dirà qualcosa come: "Se non ci credi, non lo facciamo; non è importante…" e cose di questo genere. Piuttosto dirà qualcosa come: "Se vuoi proviamo: male non fa, e potresti anche stare davvero meglio…" a. Se la persona rifiuta, anche se prova pena per le sue condizioni, l'operatore accetta la decisione senza particolare insistenza: ora, è in pace con la sua coscienza: non ha più alcun senso di colpa. 313. In tal caso, se ci si sente esattamente come sopra descritto, si può operare la guarigione. Anche se non la si può garantire, siete comunque 153
certi del risultato, che si manifesterà entro un lasso di tempo che va da subito, al giorno dopo. a. E' più frequente il caso del giorno dopo, in quanto, ciò che viene inserito, è l'informazione corretta nel DNA, che spesso viene efficacemente elaborata quando la persona non ci pensa: di solito, quando dorme alcune ore, durante la notte. 314. Sempre in questa prima selezione, può darsi che la situazione del richiedente non "muova a pietà" il Maestro, cioè che non susciti in lui una così profonda compassione come quella descritta. Può provare una certa compassione, ma non al punto di sentirsi responsabile; non al punto di sentirsi irresistibilmente in dovere di offrire il proprio aiuto. a. Nonostante questo, non è ancora completamente compromessa la possibilità di intervenire con successo: quest'ultima, ora, dipende dall'esito di una seconda selezione.
Seconda selezione 315. Quando non è "mosso a pietà", per sapere se si può ottenere una guarigione, il Maestro opera una seconda selezione, che, in modo totalmente opposto al caso precedente, si basa sulla totale ed incondizionata fiducia del richiedente. a. Questa fiducia può essere indifferentemente verso la pratica, verso l'operatore, oppure verso il suo Maestro: l'importante è che ci sia, e che sia profonda e sincera. Un po' di dubbio è ammesso, purchè sia nel pensiero logico: ma non nel cuore (o inconscio…). b. Distinguere se nel cuore di una persona che chiede aiuto alberga la fede è decisamente un compito del Maestro, e non vostro. i. Per poterlo fare, attivate Zenith, Zen, e RaKu su voi stessi; ed attivate sulla persona SeHeiKi: a quel punto la persona vi dirà qualcosa spontaneamente (se no, fatele una domanda), che per voi sarà la risposta, riguardo a se abbia davvero fiducia in cuor suo (fede). ii. Se la risposta è positiva, potete attuare la guarigione: quest'ultima seguirà le stesse sorti della fiducia della persona, quindi informatela di ciò. 316. La guarigione si presenterà negli stessi tempi descritti nel caso precedente, o più rapidamente. a. Fate attenzione ad un effetto collaterale: una persona guarita sulla base della stessa sua fede sviluppa successivamente un senso di certezza. Questo spesso si traduce in un'enorme aspettativa nei vostri confronti, il che non riflette più il sentimento di fede. La fede e la certezza sono cose differenti, in quanto ciò di cui si ha fede non è oggetto di prova dimostrabile. 154
i. Quando una tale persona tornerà da voi con la certezza di ottenere quanto chiede (quasi con la pretesa di ottenerlo automaticamente), proprio per questo perde l'atteggiamento devozionale. In quel momento non è possibile ottenere che un blando e provvisorio, niente affatto potente, effetto "placebo": è quindi il caso di dichiarare che ora non è possibile. La "Grazia" del Cielo non è qualcosa che si compra in drogheria! ii. Col tempo, il richiedente forse svilupperà di nuovo il giusto atteggiamento, grazie al prolungato desiderio inappagato. L'atteggiamento è quello di chi non ha dubbio, ma neppure certezza matematica.
Terza selezione 317. Ora analizziamo un'altra possibilità: cosa succede quando il Maestro non è mosso a pietà, e il richiedente non ha veramente fiducia, ma semplicemente spera di ottenere un beneficio nel quale non crede? a. Quando il Maestro non è mosso a pietà, e la persona non ha fede. Come ogni altra situazione, anche questa è l'espressione delle perfette Leggi Cosmiche, che regolano ciò che è possibile concedere a ciascuno. In questa situazione, il Maestro opera una terza selezione, nel tentativo di indurre, in un secondo tempo, la persona ad avere fede, e, quindi a poter beneficiare di un intervento efficace. 318. Il Maestro fa un'affermazione del tipo: "Ti avverrà come tu hai avuto fede che ti avvenga", o anche: "Ti guarirò, ma solo se hai fede che ciò avvenga". Poi osserva se, in reazione, il richiedente entra in stato di introspezione, o prova subito sensi di colpa, oppure se, invece, avanza delle pretese, o giustificazioni. 319. ATTENZIONE ! Se la reazione della persona è di sincera gratitudine e commozione, significa che, in realtà, aveva fiducia, e va trattata come descritto precedentemente, nella seconda selezione! a. Nel caso in cui entri in introspezione, o addirittura provi subito un senso di colpa, le si dirà che, forse la si potrà guarire più avanti, in quanto è possibile che, in un tempo relativamente breve, la persona, proprio grazie a quell'affermazione iniziale, sviluppi il necessario atteggiamento. i. Si opererà a suo favore, se tornerà dopo aver sviluppato quest'ultimo: cosa che sarà stata favorita, dal fatto di aver ella visto come la sua mancanza di fiducia sia stata
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riconosciuta, a testimonianza della capacità del Maestro di "leggere il suo cuore". b. Nel caso invece la persona avanza pretese, giustificandosi, resta solo la vaga speranza che, durante un lungo periodo di espiazione, sviluppi il giusto atteggiamento, ripetendole, di commiato, l'affermazione iniziale, ma in forma negativa: "Dato che non hai fiducia, non ti posso aiutare…" i. Infatti, l'incapacità di avere il giusto atteggiamento è solo il riflesso di una Legge Cosmica che decreta quanto la persona in questione abbia ancora bisogno del suo male, per apprendere la lezione della vita. ii. E' questo, in realtà, il motivo per cui non può essere guarita, in quanto sarebbe per lei un danno evolutivo. I decreti Karmici non sono mai condanne punitive, ma protezioni della nostra evoluzione.
Chi benedire; quale "forma" usare 320. I criteri di scelta su chi benedire sono in gran parte già soddisfatti, se seguite le orme del Maestro, indicate nelle tre selezioni da operare per distinguere se un intervento di guarigione è possibile, o meno. 321. Rimane da considerare però il caso in cui non sia materialmente possibile chiedere il consenso al ricevente. a. Molti operatori si sono trovati di fronte ad un dilemma, per certi versi simile al precedente, e cioè: se ci si trova di fronte ad una situazione in cui si è convinti di potere, e dover, dare un apporto benefico; nella quale situazione, però, le persone coinvolte non sarebbero in grado di accettare una proposta di aiuto di questo tipo, come comportarsi… 322. Posto che non possiamo chiedere il permesso alle persone in causa, applicate questo metodo: a. stabilite mentalmente, con precisione, qual è il quesito, in modo che la risposta possa essere solo "sì" oppure "no" b. attivate su di voi Zenith, Zen, Raku e OnShaZeShoNen c. senza che voi decidiate in anticipo quale sarà, immaginate il Maestro che vi dà una risposta. i. se la risposta è che non siete autorizzati, questa è definitiva d. se la risposta invece è che siete autorizzati, continuate ad immaginare il Maestro, e state a vedere se conferma una seconda volta la sua risposta, questa volta, in un modo diverso. 156
e. A puro titolo d'esempio: se alla prima risposta aveva pronunciato un "sì", questa volta potrebbe annuire, o sorridere, per confermare; e corrugare la fronte, o voltarsi dall'altra parte, per non confermare. i. solo se ricevete entrambe le due conferme al primo tentativo, siete autorizzati a procedere. 323. Se non ricevete il permesso, potete impartire le vostre Benedizioni, non alle persone, ma alla situazione nel suo complesso. Per esempio, potete benedire tutti gli ammalati di AIDS, i disoccupati, o i poveri in generale, il sistema ecologico, i Ministeri della Difesa, gli ospedali, gli oppressi… Categorie nelle quali può rientrare anche la persona in causa. 324. Scegliere quale forma attivare simbolica, descrittiva, o vere linee d'energia, è una questione estremamente tecnica, più interessante dal punto di vista intellettuale, che da quello operativo. a. In realtà, non importa molto quale delle tre forme attivate, se prima di tutto attivate Zenith: sarà la sua Intelligenza Superiore, infatti, a guidare le vostre scelte successive. b. Eccovi comunque un'indicazione tecnica che vi toglierà d'impaccio; ma con la pratica, vedrete che non vi servirà più, e che i simboli verranno a voi in modo guidato: quando vi accadrà, state tranquilli, e confidate che il Maestro sappia quello che si deve fare. i. Attivate, di norma, sempre prima la forma simbolica. Potreste usare anche solo questa. ii. In aggiunta, attivate una delle altre due forme, descrittiva o di vere linee; preferibilmente quella descrittiva. iii. Oppure, sempre in aggiunta alla forma simbolica, attivate entrambe le altre due forme; prima la descrittiva, poi quella di vere linee.
Oltre la terza selezione 325. Oltre la terza selezione, esiste la benedetta possibilità che si riuniscano in una situazione tutte le condizioni favorevoli. Il richiedente ha Fede, ed il Maestro ne è mosso a pietà. a. In questo caso, veramente benedetto, era veramente il momento per la persona di ricevere la "Grazia" di Dio. La guarigione sarà istantanea e permamente! b. Dipenderà dal vostro grado di elevazione spirituale, che si rivolgano a voi soprattutto persone di questo genere, per le quali un decreto karmico ha già stabilito che le vostre benedizioni porteranno all'intervento guaritivo infallibile del Maestro. 157
326. Forse vi state ancora chiedendo come procedere praticamente per operare tali meraviglie. Più avanti troverete alcune istruzioni operative molto utili ed efficaci; oltre che semplicissime da seguire. a. Ma se veramente vi state ancora chiedendo qual è il metodo, qual è la procedura da seguire, o cosa fa "scattare il meccanismo" della guarigione, allora soffermatevi, e riflettete, poichè dovete certamente rileggere più attentamente il Grande Segreto della Guarigione. Vi dev'essere certamente sfuggito qualcosa…
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Capitolo 22
La seconda cosa da imparare ATTIVARE I SIMBOLI "MAESTRO" SENZA PARSIMONIA 327. La seconda cosa da imparare, in fondo, fa parte della prima, essendone una conseguenza. Per la precisione, è una conseguenza della prima parte del "Grande Segreto della Guarigione", che dice di basarsi sul Maestro, piuttosto che su sé stessi. a. Nel Rei-Ki, per basarsi su sé stessi, è necessario escludere completamente o quasi l'attivazione di Zenith, proprio perché questo simbolo "è" il Maestro. b. Anche l'uso di Zen, di conseguenza, viene inibito, necessitando quest'ultimo, per poter accedere a tutta la sua enorme potenzialità, della precedente attivazione di Zenith, a meno che non siate degli Illuminati. c. L'uso di RaKu, infine, evocando la presenza del Maestro, dev'essere ridotto al minimo indispensabile (difatti si tende ad usare soprattutto per le Iniziazioni). 328. Detto questo, risulta evidente che, per basarsi sul Maestro, è necessario dare la precedenza, e la priorità, proprio all'attivazione di Zenith, Zen, e RaKu, di cui DaiKooMio è la versione "ammorbidita" per fini strettamente terapeutici. a. Bisogna comprendere che i simboli più "importanti" devono essere usati spesso, o sempre, senza timore di "scomodarli", come per un senso di risparmio dell'energia. L'energia, se "risparmiata", al contrario del denaro che ne è una forma condensata nella materia, diminuisce anziché aumentare. i. In verità, questo è vero anche per il denaro, ma ciò è compreso più dai grandi finanzieri che dai piccoli risparmiatori, ed è magistralmente illustrato da Gesù nella parabola dei Talenti (leggetelo, il Vangelo: leggetelo veramente!). 329. Solitamente, quando non si usano, o si usano poco, i simboli "Maestro", si verifica che poi si usano con malintesa "parsimonia" anche tutti gli altri: si attivano poco spesso, poche volte, con poca intensità. Si 159
visualizzano poco luminosi, poco potenti; neri invece che bianchi, piccoli invece che grandi…
In che modo attivare i simboli Maestro 330. Attivare i simboli, in tanti modi, spesso, luminosi, potenti, grandi, anzi, grandissimi: grandi come città, luminosi come un'esplosione nucleare, numerosi come un esercito, come in un gigantesco spettacolo di "fuochi d'artificio", che, in origine, in Cina e in Giappone, è nato proprio allo scopo di rappresentare, esteriorizzata, la dirompente potenza degli Spiriti Celesti. a. Il loro "suono" non è un timido e delicato "tintinnio" celeste, che fuggirebbe o comunque verrebbe coperto davanti al "fragore" demoniaco. Per la precisione, il loro "suono" è simile ad un fragoroso, prolungato, potente e spaventoso, soprannaturale "tuono". b. Ricordate che, quando capitò che degli angeli parlassero agli umani, quelli di loro che non erano dotati dell'udito psichico, riferirono che "è stato un tuono". In fondo, se RaKu è il Fulmine Celeste, che suono potrebbe mai produrre? Di certo non "dling, dling…", non vi pare? c. E perché mai gli altri simboli dovrebbero aver un suono completamente diverso, timido e delicato? Cosa potrebbero mai fare messi contro le orde demoniache? 331. I campanellini, come i piccoli "gong", sono usati nella ritualistica, proprio per rappresentare questi suoni potenti, solo allo scopo di trasmettere la positività benefica della loro essenza. a. Ma, quando è il momento di rappresentarne la enorme potenza, allora si usano corni di cinque metri, tamburi, ed enormi "gong", come anche le campane gigantesche delle chiese italiane, spesso usate anche per ordinare la "corsa alle armi", in caso di guerra! 332. Usare i simboli spesso e potentemente, inoltre, ha l'effetto di alimentare l'umiltà del praticante: significa ammettere che egli non è l'artefice di ciò che accade, ma, piuttosto, l'artefice è ciò o Colui che sta dietro al simbolo. a. Alle volte ci si difende affermando che è proprio per umiltà che non si ricorre ai simboli "Maestro", non sentendosene abbastanza "degni". Forse è vero che non se ne è degni, se si evita di attivarli per evitare di confrontarsi col Maestro. b. Invece, usare gli altri simboli, senza i simboli "Maestro", rende più probabile alimentare il proprio protagonismo: "Sono stato io, sono stato bravo…"
Riguardo al suono. 160
333. Più è elevata la frequenza vibratoria spirituale, più è bassa la frequenza vibratoria della sua manifestazione fisica. Questo lo si vede anche da un elettroencefalogramma fatto a persone che in quel momento accedono a stati di coscienza più elevati, mediante la meditazione. a. Più è profonda la meditazione, e quindi elevata la frequenza spirituale, più è bassa la frequenza elettromagnetica emessa dal cervello. i. Il canto di un usignolo, registrato al rallentatore, ed amplificato di molte volte, risulta essere un tremendo, prolungato "boato"; sebbene, in origine, potesse essere un semplice "ciù, cìp!". 334. Non siete convinti? Allora cosa significa l'affermazione di YahWeh, Dio di Mosè, quando gli disse, in risposta alla sua richiesta di vederne la faccia: "Non puoi vedere la mia faccia, e vivere"? a. Non si tratta certo di malevola intenzione, in quanto Dio, in quell'occasione, stava benedicendo Mosè. b. L'espressione: "Non puoi vedere la mia faccia e vivere", sottintende "solo" una smisurata potenza: eccessiva, per potervi sopravvivere, se manifestata nella materia. i. Si calcola che la temperatura del "Big Bang" (l'originario "OMMmmm") fosse al di sopra dei quindici milioni di gradi centigradi! 335. Ma ora voi, forse, vi state ancora domandando quale sia il metodo da applicare, in pratica, per impartire le Benedizioni del Real Master ReKi. a. Lo state per leggere, nelle prossime pagine. Se le istruzioni vi, sembrano stringate, rileggetevi il Grande Segreto della Guarigione. E se le cose da fare, con quanto già detto fino ad ora, vi sembrano ancora poche, o comunque pensate di poter assorbire altro ancora, Benedetti voi! Ce ne fossero, di persone così… b. …troverete indicazioni sui possibili ulteriori approfondimenti in appendice. Spero sinceramente che il vostro obiettivo non sia quello di immagazzinare tutta la conoscenza, perché, vedete, il punto d'arrivo di questa Via è posto un po' più avanti, …sempre un po' più avanti… Sempre un altro pochino, senza mai fine, poiché la Fine è posta all'infinito termine. c. Ed il fine è proprio questo: ciò che state facendo ORA: percorrere la Via…
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Capitolo 23
La terza cosa da imparare BENEDIRE SE' STESSI Qui vi si indica un metodo, ma sia chiaro che non è certo l’unico che è possibile seguire
Prima della prima selezione 336. Prima di iniziare a benedire altri soggetti, è indispensabile benedire regolarmente sé stessi, come parte della Pratica (Sadhana). a. In realtà, questa sarebbe non la terza, ma la prima cosa da imparare. Viene però indicata per ultima in quanto è la più ardua; l'ultima che si riesce ad imparare veramente. 337. Per i motivi indicati di seguito, benedire sé stessi è NECESSARIO, non tanto per ottenere guarigioni, quanto per creare in sé la necessaria armonia, necessaria ad operare guarigioni su altri. a. Ma anche per acquisire dimestichezza con la Pratica della Benedizione. 338. Per quanto riguarda l'azione su di sé, si preveda una difficoltà molto maggiore nell'ottenere guarigioni: in certi casi, una vera e propria impossibilità. a. Già un operatore in stato di sofferenza è molto meno efficace nell'aiutare altri soggetti: quando poi si tratta di aiutare sé stessi, si aggiungono altri fattori limitanti. b. Questo avviene per cause, e con scopi, ben precisi, e diversi fra loro. Molti di questi sono dovuti all'estrema difficoltà, se non addirittura all'impossibilità, di operare correttamente anche su di sé, le tre "selezioni" del Maestro. c. Una di queste difficoltà è quella che troverete a provare compassione verso voi stessi, senza cadere nell'autocommiserazione. 162
d. La compassione è un moto altruistico, mentre l'autocommiserazione è tutto l'opposto. E' difficile aver pietà di sé, senza essere egoisti. 339. Un'altra causa d'impedimento all'autoguarigione è la sofferenza che il male comporta, che impedisce un atteggiamento sereno mentre si impartisce la benedizione. a. La sofferenza, patita in prima persona, inoltre, distrae l'operatore in modo eccessivo. Inoltre causa impazienza, eccessiva speranza, o, addirittura, pretesa che il male cessi. b. Se il dolore è grande, qualsiasi tipo di dolore, può indurre una certa disperazione, che, essendo il contrario della speranza unita alla fede, lavora in antitesi alla guarigione. 340. Anche una dell'operatore.
certa
depressione
può
diminuire
la
vitalità
a. Si aggiunga che, rispetto a noi stessi, siamo spesso troppo coscienti di "meritare" una certa quantità di male, e questo c'impedisce di operare su di noi in perfetta buona coscienza. b. In altre parole, sapendo tutto di noi stessi, ci è più difficile perdonarci. i. Il Maestro ci insegna che il perdono però è in diretta relazione con la guarigione, tra le altre, con la frase: "Cos'è più difficile? Dire: -I tuoi peccati ti sono perdonati-, o dire: Alzati e cammina?- Quindi, perché sappiate che il Figlio dell'Uomo può anche rimettere i peccati: (disse al paralitico) –Alzati, prendi il tuo lettino, e vattene a casa tua!-". Al che, il paralitico fece esattamente ciò che gli era stato detto, fra lo stupore dei presenti. 341. Dato che tutte le manifestazioni materiali, sia le possibilità, che le difficoltà e le impossibilità, devono necessariamente essere manifestazioni della perfetta Legge Cosmica, dobbiamo pensare che le difficoltà a guarire sé stessi abbiano un qualche fondamento di giustizia, e che, in fondo, siano per il nostro beneficio. a. Quali sono dunque questi giusti motivi, il benefico scopo di non poter guarire sé stessi altrettanto facilmente che non altri soggetti? b. Per quanto riguarda la compassione, è facile capire come non ci sia alcun merito nel caricare su di sé il proprio Karma negativo: quindi l'operazione descritta nella "Prima Selezione", quando il Maestro è "mosso a pietà -una delle più potenti-, se riferita a sé stessi, è totalmente priva di significato. c. Un altro buon motivo è dato dalla natura umana imperfetta. Se fossimo in grado di risolvere facilmente tutte le nostre cause di sofferenza, inevitabilmente, diverremmo eccessivamente indulgenti 163
verso noi stessi, divenendo al contempo insensibili al dolore altrui, non comprendendolo. i. Per questo, al Discepolo San Paolo, non fu consentito di guarire da gravi problemi di vista, nonostante avesse tentato ben tre volte. Poteva facilmente guarire altri soggetti; ma rispetto a sé stesso gli fu imposta una limitazione, come scrive egli stesso: "Affinchè non fossi troppo esaltato". 342. Inoltre, sempre a causa della limitatezza e dell'egoismo, sempre latente nell'essere umano, sfuggendo a tutte le sofferenze arriveremmo ben presto a sfuggire anche tutte le lezioni di vita, necessarie alla nostra evoluzione. a. In altre parole, non potremmo resistere alla tentazione di sfuggire a tutte le lezioni Karmiche, rendendo inutile, in questo modo, la nostra esistenza, o parte di essa. 343. Infine, se potessimo godere di un'esistenza nel perfetto benessere anche senza raggiungere l'Illuminazione, mentre il resto del genere umano continuerebbe la propria dolorosa vita, si confermerebbe in noi l'idea della grande differenza tra noi e loro. a. Il fatto che, poi, noi li potremmo aiutare, non farebbe che rimarcare quell'impressione, rendendoci impossibile superare l'illusione della dualità, cioè che noi e loro siamo entità perfettamente distinte e separate. b. Questo ci impedirebbe di partecipare, in modo corretto, cioè spirituale, anche alla Comunione dei Santi. 344. Invece, tutte le suddette limitazioni ci permettono di realizzare che abbiamo bisogno degli altri: passo preliminare alla Realizzazione fondamentale, che noi e loro siamo Uno, la stessa cosa con il Maestro. 345. Detto questo, più avanti trovate gli esercizi operativi per la Benedizione a sé stessi. Inoltre, in Appendice, trovate la descrizione del Corso a Distanza successivo a questo: quello per Praticante di Real Master Rei-Ki. a. Esso contiene dettagliate spiegazioni sul modo in cui si possano superare, in molti casi, i limiti fin qui descritti per l'autoguarigione; nel pieno rispetto delle Leggi Cosmiche, e della propria evoluzione.
SEZIONE DODICESIMA
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SADHANA LA PRATICA
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Capitolo 24
Sadhana. La Pratica. Prima parte Vi indico qui quali sono le parti fondamentali della Pratica, tra quelle che, come parte dell'Iniziazione, abbiamo già affrontato fino a questo punto. Le indicazioni per eseguire i seguenti esercizi sono quindi nelle pagine precedenti
Ogni giorno Eseguite questi esercizi OGNI GIORNO: Respiro dei reni (l'esercizio in tre fasi) – pag. 148 346. Fatelo dieci volte di seguito. Ripetete la serie di dieci ripetizioni, da una a tre volte al giorno. Attivazione dei simboli – pagg. 92-129 347. Tracciate tutti i simboli, attivandoli, in tutte le forme, ed esercitatevi anche a disegnarli, o, addirittura, farne delle rappresentazioni scultoriche. a. Pronunciate tutte le invocazioni, le evocazioni, le affermazioni, i nomi, e gli eventuali suoni. Incontro con il Maestro – pag. 152 348. Eseguite personalmente l'incontro con il Maestro: a questo scopo, prima, attivate Zenith, Zen e OnShaZeShoNen su di voi o nell'ambiente (consigliata almeno una candela accesa).
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Almeno ogni tre giorni Eseguite questi esercizi ogni giorno se possibile, ma almeno una volta ogni due-tre giorni: Il Segno del Master – pagg. 140-142* 349. Impartite l'Iniziazione a distanza ad almeno una persona sconosciuta, proveniente da un altro tempo e un altro luogo. Se avete poco tempo, potete tralasciare l'incontro con il Maestro al termine dell'Iniziazione. Con la pratica, diverrete più rapidi, e la cosa vi porterà via solo pochi minuti. Consigliata almeno una candela accesa. a. Questo E' il vero Segno del Master. Anche se di seguito è descritta una possibilità in più, di norma, darete la preferenza a questo esercizio. Dare il Master a cose, piante, animali e ad entità simboliche * 350. Questo è un esercizio in più: è preferibile eseguirlo non al posto di quello precedente, ma, piuttosto, di seguito al Segno del Master. In più, appunto. a. Se avete ricevuto anche l'Iniziazione fisica, la potete ovviamente, impartire anche fisicamente, senza limitazioni, a chiunque, ed a qualunque cosa. 351. Quando affrontate questo aspetto della pratica, invece che ad una persona SCONOSCIUTA, che in fondo le simboleggia tutte, potete impartire l'Iniziazione ad altri soggetti, simbolici, come, per esempio, l'intera Terra, o parti di essa, inclusa tutta l'Umanità. 352. Potete rendere Master Reiki anche singoli individui, senza il loro permesso, purchè non siano esseri umani; come un oggetto a voi caro, una pianta, un certo animale. 353. Su oggetti e piante, come su gruppi e categorie, potete ripetere l'Iniziazione quante volte volete. 354. Nel caso di un animale, però, non limitatevi ad immaginarlo al posto dell'iniziando: mettetecelo fisicamente, in quanto, avendo l'animale una certa coscienza di sé, deve poter scegliere di sottrarsi all'Iniziazione. Se va via, o manifesta irrequietezza, interrompete la cerimonia immediatamente! Potete tentare un'altro giorno, fino a tre volte, poi dovrete attendere un anno, se ci volete riprovare (non siate insistenti…).
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Almeno ogni sei giorni Eseguite questo esercizio ogni giorno, se possibile: ma almeno una volta ogni sei giorni (in modo che non capiti sempre lo stesso giorno della settimana). La vostra personale Iniziazione a Real Master Rei-Ki * 355. Ripetete l'intera Iniziazione a distanza su voi stessi. Avete capito bene: dovete ripetere l'intero processo d'iniziazione su di voi stessi regolarmente, allo scopo di stimolare l'evento per cui l'Iniziazione è stata creata: l'Iniziazione Reale. 356. Anche se avete già ricevuto l'Iniziazione fisica da un Master, dovete continuare a praticare, affinchè si verifichi al più presto questo grande evento, che è l'Iniziazione Reale. Non vi preoccupate di come riconoscerla: la riconoscerete certamente, senza ombra di dubbio. Un senso di certezza è infatti una delle sue caratteristiche. Se avete dei dubbi, potete star certi che non è ancora arrivata. 357. In ogni caso, ricordate che, anche se non ripetete l'Iniziazione su voi stessi, siete e rimanete dei Master Reiki, e, prima o poi, l'Iniziazione Reale arriverà: magari in un'altra vita, ma arriverà. La ripetizione dell'Iniziazione a distanza su voi stessi serve solo ad accelerare i tempi. a. Nota bene: che un Real Master Rei-Ki possa considerarsi decaduto dal suo titolo (a causa di condotta disdicevole), non significa che non sia più Master, ma che il suo operato non è più sostenuto, e non può essere convalidato, dalla Scuola. b. Egli non è più solamente indipendente dalla Scuola, come tutti i Real Master Rei-Ki possono essere: è anche completamente "separato", essendosi reso indipendente dal Maestro. La sua riammissione in seno alla Scuola, anche se è possibile, resta alquanto improbabile: è comunque molto più difficile che non esservi ammessi per la prima volta.
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Capitolo 25
Sadhana. La Pratica. Seconda parte: esercizi operativi Le Benedizioni da impartire ogni giorno 358. Sebbene qui siano schematizzate, le benedizioni non sono mai solo fisiche, o emozionali, o mentali: durate tutti i tipi di pratica noterete effetti benefici che si estendono a tutti questi aspetti. 359. Non è quindi indispensabile che eseguiate tutti e tre i tipi di pratica ogni giorno: è sufficiente anche solo uno dei tre. Magari, non sempre lo stesso. 360. Potete anche sovrapporli, cioè eseguire nello stesso momento anche tutti e tre i tipi di esercizi: fisico, emozionale, e mentale.
Benedizione fisica a sé stessi 361. Questo tipo di Benedizione ha un effetto spesso più immediato e avvertibile, anche fisicamente, ma meno duraturo e profondo delle successive. a. Per il fatto che offre sensazioni tattili particolari è di solito molto piacevole, e per questo è spesso preferita alle altre. Procedete come segue. 362. Siate consapevoli che state per immettere informazioni di benessere e salute nel vostro DNA, provenienti dal suo stesso Progettista. 363. Mettetevi stesi con la fronte verso l'alto, oppure seduti normalmente. 364. Attivate Zenith simbolico sul cuore, per esempio, disegnandolo col dito indice, e pronunciate sottovoce o mentalmente la corrispondente affermazione. 365. Attivate Zen simbolico sul cuore, sulla fronte, ed in cima alla testa; nei centri quattro, sei e sette. 366. Se siete distesi, attivate RaKu nei centri quattro e sei. 367. Se siete seduti, attivate RaKu nel centro sette.
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368. In questo modo, create una connessione proveniente dall'infinito Zenith, che passa attraverso di voi, giungendo ad ancorarsi al centro della Terra. a. Ciò che avete fatto sinora è comunemente chiamato "grownding". 369. Ora attivate ChoKuRei sulla pancia e sullo stomaco, e posate leggermente il palmo di una mano per ciascuna parte (centri tre e quattro). a. Da questo momento dovrete tenere sempre almeno una mano a contatto con il corpo, fino al termine della Pratica: quindi, sposterete una sola mano per volta. b. La mano che resta a contatto col corpo può spostarsi, sollevandosi leggermente; non più di un centimetro o due. Non va fatta sfregare, né deve accarezzare il corpo. 370. L'unica cosa che deve interessarvi, ora, e per tutta la durata dell'esercizio, è di essere coscienti di ciò che sentite sotto le vostre mani: di ciò che vi sembra succeda sotto le vostre mani. a. Purchè soddisfiate questa semplice indicazione, non importa che siate concentrati oppure no. b. Potete parlare, osservare qualcosa con lo sguardo, ascoltare una conversazione, ed altro ancora. 371. Ora avete fatto la "connessione" col ricevente, che in questo caso, siete voi stessi. a. Da questo momento potete spostare le mani, nel modo suindicato, in tutte le parti del vostro corpo, attivando ogni simbolo che volete, nella forma che volete (possibilmente attivate qualche simbolo nella forma delle vere linee…). i. Potete farlo immaginandoli, tracciandoli, pronunciando il loro nome, o pronunciando le invocazioni corrispondenti. 372. Di solito, sposterete le mani, per prima cosa, esattamente sopra la zona fisica che eventualmente vi interessa di guarire. a. Potete anche solo limitarvi a tenere le mani sulle parti che vi interessano senza attivare altri simboli, nel caso non vogliate occupare la mente: anche se di solito vi verrà spontaneo attivare dei simboli, sotto l'influsso di Zenith. 373. Una pratica di questo tipo può durare anche solo cinque minuti, ma si può estendere fino ad un'ora o più; specialmente se volete impartire benedizioni a tutte le parti del corpo che riuscite a raggiungere con le mani.
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374. Al termine, staccate entrambe le mani dal corpo, alzatevi, e scuotetele verso il basso, come se le aveste bagnate fino ai gomiti, e voleste scrollare via l'acqua: fate anche il gesto, con uno sfioramento, di spazzare via "qualcosa" un po' da tutto il corpo, in particolare da braccia e gambe. Questa operazione è chiamata "scaricarsi", ed ha una funzione di purificazione. 375. Fate un bel sospiro: vi verrà spontaneo.
Benedizione emozionale a sé stessi. 376. Nel campo l'immaginazione.
vibratorio
emozionale,
usate
soprattutto
377. Cominciando dai simboli Maestro, e Zentih in particolare, attivate su di voi, intorno a voi, sopra e sotto, ed al vostro interno, un'enorme abbondanza di simboli, in tutte le forme. 378. Questo è veramente il momento di "esagerare" in quantità, dimensioni, luminosità, suoni e movimenti vorticosi! a. Non limitatevi ad immaginare i simboli per un attimo; per i primi tempi, concentratevi per almeno qualche minuto al giorno, meglio ancora, più volte al giorno. b. Con l'allenamento, vi potrà riuscire di mantenerli attivi anche durante le altre attività della giornata. 379. Al termine, date per scontato che non sia veramente un termine, ma che piuttosto, i simboli continuino a rimanere attivi anche quando ormai non ci pensate più. a. Semplicemente, riprendete le vostre attività solite, se le avevate interrotte per concentrarvi meglio. b. Potrebbe riuscirvi di mantenerli realmente attivi permanentemente. Non è comunque necessario: è sufficiente che li attiviate, e per questo basta davvero un istante… 380. Se in seguito a questo tipo di esercizio doveste avere delle impressioni insolite, anche molto forti, rassicuratevi: è perfettamente normale, e, fino a che restate uniti al Maestro, sono certamente positive, indipendentemente dal modo in cui le percepite. a. Ovviamente le cose cambiano, se trascurate di attivare i simboli Maestro…
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Benedizione mentale a sé stessi 381. Questo esercizio è molto difficile, quindi, fino a quando non avrete una certa pratica, è consigliabile avere gli occhi chiusi (non per forza…), e rimanere stesi, o seduti. 382. Prima di cominciare, decidete a beneficio di quale aspetto di voi stessi impartite la benedizione. 383. Attivate i simboli Maestro, e OnShaZeShoNen, esclusivamente attraverso la pronuncia dei loro nomi, o, meglio, delle affermazioni, delle evocazioni, e delle invocazioni: aggiungete i suoni che conoscete, di Zenith e di Zen. a. Cercate di concentrarvi poi solo sui concetti e sui suoni. Se vi appaiono dei simboli, non vi curate di loro, ed evitate di farvi prendere da ragionamenti logici. b. Se possibile, non immaginate niente. c. Rimanete in questo stato per almeno cinque minuti, ascoltando le vostre sensazioni. 384. Se anche fossero molto forti, ed indipendentemente da come le interpretate, sappiate che comunque gli effetti sono positivi; semprechè abbiate attivato, come minimo, Zenith. a. Se vi capita di notare, al termine, che avevate temporaneamente perso completamente coscienza di dove eravate, e di cosa succedeva all'esterno, sapete di aver eseguito l'esercizio perfettamente. i. E' un po' come azzeccatissimo).
quando
ci
si
"incanta"…
(termine
Benedizione spirituale a sé stessi 385. Questo aspetto della Pratica è indicato in aggiunta agli altri tre, in quanto è un esercizio difficilissimo da realizzare. 386. Stendetevi: se vi capita di addormentarvi sempre, quando tentate questo esercizio, provate da seduti. 387. Una candela accesa, e, magari, un po' d'incenso, possono essere di grande aiuto. 388. Seguite gli stessi passi della benedizione mentale, con una differenza: sentite direttamente, subito, lo stato finale ottenuto con la benedizione mentale.
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389. In una parola, sapendo a priori che vi connettete al Maestro, in una forma però incomprensibile, perdete coscienza di alcunchè, e rimanete in questo stato finchè non ne uscite spontaneamente, indipendentemente da quanto duri. a. Potranno sembrarvi ore ed ore, ma, alla fine, di solito, sarà passata al massimo mezz'ora. 390. Se al termine non riuscite più a muovere il corpo, né ad aprire gli occhi, significa solo che state tentando di interrompere l'esercizio, mentre invece questo non è affatto finito: non siete voi, a condurlo, ma il Maestro. a. State tranquilli: il peggio che può succedervi, è di addormentarvi. Vi risveglierete esattamente come succede al termine del sonno, ma molto più riposati. 391. Durante tutto il tempo, sappiate che siete connessi con l'Intelligenza Superiore, che trasferisce ad alta velocità una gran massa di informazioni spirituali in voi. 392. Naturalmente, anche questo esercizio ha effetti positivi in tutti e tre i piani vibratori precedenti: per capirci, anche sulla vostra salute, a tutti i livelli.
Benedizioni da impartire almeno ogni tre giorni Le Benedizioni a distanza 393. Accendete una candela, attivate in tutto l'ambiente Zenith, Zen, RaKu, ed una grande abbondanza di OnShaZeShoNen, in tutte le forme. 394. Mettetevi stesi, o seduti, ed effettuate il "grownding", che è descritto nella benedizione fisica a sé stessi. 395. Attivate, stavolta su di voi, gli stessi simboli che avete attivato nell'ambiente. 396. Immaginate di essere di fronte ad una particolare situazione, che pensate debba essere migliorata o risolta in qualche modo: però evitate di immaginate in che modo debba essere risolta o migliorata. 397. Attivate sulla situazione tutti i simboli che vi vengono in mente, in tutti i modi che vi vengono più spontanei. 398. quindi proseguite, invece che per una situazione particolare, immaginando, uno per volta, i seguenti aspetti: e procedete come avete fatto per la situazione particolare: a. l'intera Umanità; b. tutti gli esseri viventi; c. l'intera Terra; 2
d. e. f. g.
le anime disincarnate; gli Esseri Spirituali, o Intelligenze Superiori; il Maestro stesso; …e quant'altro di più elevato possiate concepire.
Benedizioni da impartire almeno ogni sei giorni 399. Eseguite uno dei due seguenti esercizi: possibilmente, non sempre lo stesso. a. Prima, controllate di non aver dimenticato il "Grande Segreto della Guarigione", e le "cose da imparare".
Benedizione fisica ad un malato 400. Tra le persone con cui avete già familiarità, sceglietene una che soffre per qualche motivo di salute, od anche per altri motivi, e che desidera ricevere il vostro aiuto. 401. A seconda della sua personalità, potete presentare la cosa in modi diversi. a. Per esempio, potete dire che vi siete formati come terapisti nel campo dell'energia del corpo, oppure che avete imparato un particolare modo di pregare per invocare la benedizione del Signore. b. Procurate, comunque, di dire sempre la verità, anche se in modi diversi a seconda di chi avete davanti. c. State anche attenti a non dire cose completamente opposte a persone che, conoscendosi tra loro, possono confondersi a causa della diversa presentazione. d. Insomma, valutate le situazioni, e fate in modo di non causare incomprensioni. 402. Fate stendere o sedere la persona ricevente, e mettetevi seduti o in piedi, vicino a lei. 403. Effettuate su di voi il "grownding", descritto nella benedizione fisica a sé stessi. 404. Sempre su di voi, attivate Zenith. 405. Ora effettate la "connessione" col ricevente, sempre descritta nella benedizione fisica a sé stessi; con la differenza che anziché su di voi, la effettuerete sul ricevente. a. State molto attenti a non esercitare la benchè minima pressione sul corpo della persona, altrimenti si attiverebbero dei meccanismi che le impedirebbero di ricevere le vostre benedizioni.
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i. Nel dubbio, rimanete sollevati di un centimetro o due: non di più, tranne che sul seno e sulle zone intime, dove invece dovete assolutamente restare ad una distanza di almeno venti o trenta centimetri, per lo stesso motivo di prima. 406. Dopo aver effettuato la connessione col ricevente che dura al massimo due minuti, spostate le mani nella zona che necessita di guarire, sempre nello stesso modo descritto nella benedizione fisica a sé stessi; e cominciate ad attivare una grande abbondanza di simboli. a. Soprattutto attivate sempre i simboli Maestro. 407.
Rimanete su quella zona tutto il tempo che ritenete necessario. a. Tenete presente che possono essere sufficienti anche solo pochi secondi, poiché l'informazione corretta si trasmette al DNA molto rapidamente. b. Poi, se ce n'è il tempo, spostate le mani, sempre una alla volta per non disconnettervi, sostando su tutte le principali parti del corpo. i. Questo non è proprio indispensabile farlo, ma comunque molto utile.
408. Al termine, allontanate pure le mani, e, ad una distanza di circa venti centimetri dal suo corpo, passate entrambe le mani sul ricevente, dalla testa in direzione dei piedi, per tutta la lunghezza; come se stendeste una coperta. a. Ripetete questo movimento alcune volte, e, infine, dite: "Grazie". b. Evitate di dire cose come: "Ecco fatto", oppure: "Cosa hai sentito?" o ancora: "Adesso come stai?". i. Se proprio non sapete cosa dire, tacendo siete sicuri di non sbagliare. c. Eviterete così di banalizzare ciò che avete fatto: è importante. 409. Al termine, "scaricatevi" com'è descritto alla fine della benedizione fisica a sé stessi. Informate il ricevente che spesso l'effetto ha luogo il giorno dopo, e spiegatene il motivo. 410. Controllate velocemente di non aver scordato qualche aspetto del Grande Segreto, ed accomiatatevi. 411. Non trattenetevi ora a chiacchierare col ricevente, od a rispondere alle sue domande, ma lasciatelo alle sue occupazioni: in questo momento, la vostra presenza è d'ostacolo all'apprendimento dell'informazione, che le cellule devono ricevere a livello molecolare, nel loro DNA. Se avevate poco tempo, e siete stati molto rapidi, è utile ripetere la benedizione il giorno successivo, in modo più approfondito.
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a. Spesso, ritrovandovi l'indomani, troverete che non ce n'è più alcun bisogno. i. Potete ugualmente ripetere la benedizione, per rendere più profondo e permanente il risultato.
Benedizione a distanza ad un malato 412. Scegliete una persona che desidera ricevere il vostro aiuto, tra quelle a cui pensate di poter proporre un intervento a distanza: dovrà avere una certa apertura mentale, o nutrire convinzioni compatibili con il vostro tipo di offerta d'aiuto, che è alquanto insolito. a. State attenti a questo aspetto, se no, poi, non vi lamentate che le persone vi tolgono il saluto… Inoltre, rischiate di recare al Maestro un discredito che, se possibile, sarebbe meglio evitare. 413. In compenso, in questo caso, non serve che abbiate particolare intimità col ricevente: può far parte della cerchia dei vostri semplici amici e conoscenti. a. Accendete una candela, e fate bruciare un po' d'incenso. b. Attivate in tutto l'ambiente i simboli Maestro, e OnShaZeShoNen. c. Scrivete nome e cognome del ricevente sull'immagine di OnShaZeShoNen che trovate in queste pagine, e ponetela davanti a voi (siete autorizzati a farne una fotocopia a questo scopo, coprendo il testo, e magari anche un ingrandimento). Immaginate che il simbolo sia il corpo del ricevente: la testa è la parte alta del simbolo. 414. Procedete ora esattamente come descritto per la benedizione fisica ad un malato, ma prendetevi più tempo, e scegliete un momento in cui il ricevente, d'accordo con voi, stia dormendo, o riposando. a. Quest'ultimo aspetto non è proprio indispensabile; ma se il ricevente sta almeno riposando, è molto meglio. 415. Questo tipo di benedizione, di solito, richiede qualche giorno in più di attesa, per sortire una guarigione, ma ha un effetto più profondo e duraturo di quella fisica.
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Benedizioni da impartire almeno a Pasqua e a Natale Benedizioni Alchemiche 416. Almeno una volta all'anno eseguite entrambi questi esercizi, separatamente. Potreste eseguire il primo verso Pasqua, e l'altro nel periodo di Natale. a. L'ideale sarebbe eseguirli più spesso: per esempio, ad ogni cambio di stagione il primo: ed in piena stagione il secondo. Otto volte all'anno in tutto.
Benedizione delle Benedizioni 417.
E' ben raro che si effettuino tutti gli esercizi perfettamente. a. Però potete ottenere un aiuto specifico, per una miglior riuscita. b. Seguite le stesse istruzioni per benedire a distanza particolari situazioni: ma, in questo caso, mettete, al posto della "situazione particolare", l'esecuzione dell'esercizio in cui vorreste migliorare.
418. Non fatevi ingannare dalla brevità di questa indicazione: questo è forse il più importante segreto, per riuscire nel Real Master Rei-Ki.
Benedizione della Virtù 419. E' certo che, per concedervi un reale aumento delle vostre capacità, il Maestro attenda, prima, di vedere un aumento della vostra statura morale. 420. Non potete pretendere di ottenere il massimo sviluppo delle vostre facoltà psichiche, se non curate, di pari passo, la vostra crescita spirituale. 421. E' quindi possibile che, infine, proprio questo sia l'esercizio che permetterà lo sblocco delle vostre facoltà. 422. Tutti hanno qualche lato della personalità da correggere, o migliorare. 423. Qualità come la gioia, la pazienza, il coraggio, la generosità, assieme a tante altre, sono i parametri in base ai quali vi vengono concessi maggiori successi nel campo spirituale. 424. Al contrario, invidia, gelosia, inimicizia, ira, impazienza, orgoglio, e via di questo passo, sono i "marchi" che contraddistinguono coloro che
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non ottengono dal Maestro l'accesso allo sviluppo pieno del loro potenziale. 425. Avrete forse già intuito come procedere: come nella Benedizione delle Benedizioni. a. Solo, sostituendo l'esercizio in cui vorreste migliorare (e che non migliora, nonostante la Benedizione) con una delle virtù delle quali siete più carenti. i. Accettate un consiglio: non scegliete voi la virtù da migliorare. b. Ascoltate le critiche che vi vengono mosse più spesso, da chi vi sta vicino: e curate l'aspetto che loro, non voi, ritengono sia in voi più carente. i. Fate lo sforzo di accettare questo consiglio, anche se, forse, non siete completamente d'accordo…
Benedizione da impartire il giorno del proprio compleanno La Benedizione Reale: benedire Zenith 426.
Una settimana in anticipo organizzatevi per una solenne Cerimonia d'Iniziazione a distanza. Entro ventiquattr'ore dopo la vostra nascita, celebratela come di consueto. a. La sola differenza, è che l'Iniziando è il Maestro: Zenith. b. Se la ve la sentite, estendete la cerimonia anche ad un Altro Iniziando: quell'Altissima Intelligenza che tutto creò.
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Riguardo agli effetti, non vi anticipo nulla…
SEZIONE TREDICESIMA
LA DEONTOLOGIA
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Capitolo 26
La serietà, la moralità, la correttezza In ultimo, ma, certamente, non meno importante, si sottolinea l'importanza della più grande correttezza, in un campo come questo, in cui si potrebbe essere portati, erroneamente, a pensare di poter fare qualunque cosa, in fondo, senza correre il rischio di provocare danni a sé o agli altri Non fatevi ingannare dalla brevità con cui tratto quest'argomento: in effetti, quanto state per leggere, può essere considerato un sommario di un altro trattato: un trattato di etica professionale.
Responsabilità legale 428. Anche se non operate professionalmente, nel momento in cui offrite il vostro operato a beneficio di altri, dovete prestare la massima attenzione al principio di "non nuocere". 429. Se a sbagliare è un medico, cosa che è sempre possibile, egli ha le proprie responsabilità legali e morali. 430. Se a "sbagliare" è la moderna medicina, quest'ultima porta una responsabilità morale e sociale, che, però, non si traduce in nessuna particolare sanzione: in altre parole, se chi "sbaglia" lo fa seguendo i dettami della scienza medica legalmente riconosciuta, "la fa franca", indipendentemente dalla buona fede o meno. 431. Se a sbagliare siete voi, e lo fate nell'ambito del Real Master Re-Ki, vi troverete nella scomodissima situazione di dover essere giudicati da organismi che, data la loro costituzione, non hanno la minima conoscenza di ciò che state praticando o non possono tenerne conto, e, ciononostante, devono giudicare la legalità, o meno, del vostro operato. 432. Si aggiunga che, ogni volta che ci si accosta a ciò che non si conosce, o non si può conoscere, vale la regola di massima prudenza; e cioè diffidare fino a prova contraria. "Prova" che voi non sarete mai in grado di portare. Quindi, in caso di errore con relativa denuncia, rassegnatevi: sarete quasi sicuramente condannati! 11
Responsabilità morale 433. Spero di avervi impressionati, almeno un po'… In tal caso, ora siete molto più sensibili ai successivi argomenti; anche quelli che esulano da un discorso legale, ma che, comunque, rivestono una grande importanza morale. a. Quali il rispetto della persona e delle sue scelte; se e quando influenzarle, ed in che direzione. Avete una grande responsabilità: se non ne avvertite il peso, riconsiderate la cosa, e le vostre intenzioni, o, prima o poi, dovrete sopportare le spiacevoli conseguenze di un atteggiamento troppo superficiale. b. Alle volte le conseguenze delle proprie azioni possono essere più gravi dell'errore realmente commesso. Per esempio, infrangere il codice della strada può sembrare a volte non molto grave, ed anche divertente; almeno ad una prima occhiata superficiale. La conseguenza, però, può essere molto più grave, come un omicidio, e, magari, un ergastolo. 434. Se quest'argomento, alquanto spiacevole, vi disturba, me ne scuso. Ma, forse, potrà evitarvi qualcosa di molto, molto più spiacevole. a. Date il giusto peso all'aspetto morale della vostra Pratica, se volete conservare il rispetto di voi stessi, prima, e quello di chi vi sta vicino. Da questo dipende anche il vostro buon nome, e, quindi, anche il destino di qualunque attività possiate intraprendere: sia essa lavorativa, sociale, o in qualsiasi altro ambito questa si collochi. b. Dice un antico Proverbio: "Le mosche son ciò che fa puzzare l'olio profumato". i. Questo Proverbio significa che basta una piccola azione, ma impura (le Mosche), a contaminare una grossa quantità di azioni buone e gradite (l'olio profumato), compiute con diligenza in una vita retta e laboriosa (il tempo, la sapienza e il lavoro necessari a produrre tale olio). 1. L'olio, così contaminato, marcirà, e, anziché essere profumato, puzzerà. Questo significa che, anche tutto ciò che di buono fino ad allora si sarà fatto, e si potrà ancora fare in seguito, potrà, dal momento in cui l'azione impura è stata commessa, essere considerato sgradevole (puzzolente), e quindi respinto: a causa del sospetto di essere una "facciata" che è stata usata per celare le reali motivazioni, invece riprovevoli. 435. Basta un colpo a demolire ciò che, per essere costruito, ha richiesto molti colpi. 12
Responsabilità verso la Scuola 436. Non è mia intenzione stabilire regole. Ad ogni buon conto, vi ricordo che ogni Real Master Rei-Ki diplomato, ha prima firmato la Dichiarazione del Real Master Rei-Ki, prendendosi la piena responsabilità del proprio pensiero, delle proprie affermazioni, e del proprio operato. 437. Ritengo utile dare alcune, poche, indicazioni, benchè scontate, allo scopo di incentivare un atteggiamento corretto: ed anche per prevenire che qualche immaturo allievo invochi la "buona fede", magari, proprio in mala fede… a. In sintesi, la Scuola di Real Master Rei-Ki incoraggia i propri allievi ad operare solo per il bene comune, e comunque previo il consenso di tutte le persone coinvolte. b. In particolare, non si può considerare valido il consenso di persone minorenni, od ancora, in condizioni di disagio tale da renderle comunque influenzabili: per esempio, chi si trovi in condizione, per qualunque motivo, di disperazione tale da accondiscendere a qualunque richiesta, anche irragionevole, pur di ottenere sollievo. 438. In ogni caso, ed in quest'ultimo in particolare, è considerato amorale, e scorretto, promettere o garantire miglioramenti e/o soluzioni non dimostrabili in concreto. a. Il Real Master Rei-Ki registrato e diplomato, incoraggerà sempre i propri assistiti al ricorso a tutti quegli specialisti qualificati a valutare, diagnosticare, curare, od, ancora, a contribuire alla soluzione delle difficoltà, od al miglioramento di ogni specifica situazione che egli si trovi a dover valutare. b. Egli sosterrà sempre l'operato di medici, psicologi, ed altri professionisti che operino nel rispetto della legge, e nell'interesse della persona, incoraggiandola a seguirne le prescrizioni. c. Rispetterà le leggi ed i regolamenti che disciplinano il comportamento dei terapisti, ed operatori olistici, astenendosi da ogni abuso di professione (in particolare quella medica). d. Specialmente, eviterà nel modo più assoluto di dare l'impressione di poter sostituire la figura del medico, incoraggiando, invece, ogni proprio assistito, a rivolgersi a specialisti qualificati, ed anche, nel caso sembri consigliabile, a più di uno di questi ultimi, considerato che neppure loro sono infallibili. 439. Il Real Master Rei-Ki che, infrangendo i suddetti principi, addossi la propria responsabilità a questo Corso, od a chi lo ha prodotto, è da considerarsi decaduto "ispo facto" dalla sua qualifica, a vita; ed i suoi eventuali diplomi in materia non saranno riconosciuti validi dallo "Studio Gianfrancesco Pico", che li aveva rilasciati.
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440. Esistono altri aspetti, meno gravi, ma importanti, da considerare. Per questi ultimi, non volendo in alcun modo, per questo, equiparare la qualifica di Real Master Rei-Ki a quella di psicoterapeuta, né, tantomeno, a quella di medico o di psichiatra, nondimeno, si consiglia al Real Master Rei-Ki di adeguarsi ad entrambi i Codici Deontologici seguiti da questi professionisti. 441. In una parola: non approfittate mai a scopo personale dell'ascendente che la vostra preparazione, e la vostra qualifica di Real Master Rei-Ki, vi conferiscono. 442. Il mio augurio, è che la figura del Maestro sia per voi un modello d'ispirazione!
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SEZIONE QUATTORDICESIMA
COMMIATO
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Capitolo 27
"Fine" del Corso Inizio del per…corso Alba o tramonto? 443. L'alba dell'Occidente è il tramonto dell'Oriente, e viceversa: ed è lo stesso pezzo di Cielo. Così il mio temporaneo commiato coincide con il Messaggio di Benvenuto del Maestro. 444. Dopo esservi impadroniti del materiale che avete ricevuto, potrete approfondire in due modi diversi. a. Continuare la vostra ricerca autonomamente è una possibilità: il Corso è stato pensato per darvi tutti gli strumenti, rendendovi autonomi. Le basi necessarie le avete tutte. b. Proseguire con lo studio proposto nei Corsi successivi è l'altra possibilità, senz'altro più rapida, a cui ora potete accedere. i. In quest'ultimo caso, nel tempo, vi metteremo a disposizione una vasta gamma di possibilità, di cui il Real Master Rei-Ki, che già non è certo poco, è solo una fra quelle dei testi di Metapsichica. ii. La Metapsichica, in tutta la sua sconfinata vastità, comprende numerosi approcci: è veramente interminabile… Essa è la parte con "la testa fra le nuvole". c. Ma non basta ancora: vi metteremo a disposizione anche tutta la gamma di testi di Tecniche Psicoattive, che rappresentano la parte con "i piedi per terra". i. Questi, con un approccio più pragmatico, e più "scientifico", potranno rappresentare un'ancora concreta; un valido strumento di confronto, per utilizzare in modo ancora più efficace ed integrato, se volete, anche le cose che avete fin qui imparato. 445. Riceverete informazioni su tutte queste proposte solo se ce lo chiederete, in quanto è possibilissimo proseguire la vostra ricerca anche senza ulteriori strumenti: a voi la scelta, a voi di stabilire come, e quanto velocemente, progredire. a. Non abbiate fretta, perché, tanto, non c'è fine né al sapere, né alle vostre possibilità di sviluppo, ed evoluzione. Se cercaste di raggiungere la fine di tutto questo, cosa prevedibile, data la natura 17
umana, non riuscireste: arrivereste ad un punto di saturazione, per procedere, in seguito, con più calma. Quindi, se potete, val la pena di cominciare direttamente così: senza fretta…
Alla Fine di questo Corso vi auguro un buon Inizio, poiché il suo Fine è il vostro Inizio; la Vostra Iniziazione. E questo è il mio "arrivederci"; il saluto del mio Maestro. Andrea
Messaggio di Benvenuto del Maestro
“Caro ricercatore, Esiste una Via. Esiste un Percorso. Si può trovare. Vi si può accedere. Non è una dorata via di blandizie. Non serve a trovare nuove amicizie. Non è l’isola dell’ora dell’illusione dopo otto ore di lavoro. La Via esiste. …ma non la puoi percorrere per puro piacere. La puoi percorrere per piacere, il piacere di dar sfogo al tuo fuoco: questo è l’unico piacere, purchè tu senta il Fuoco dentro di te. In Realtà, questo è veramente l’unico vero piacere, essendo l’unico piacere che non si estingue nel suo soddisfacimento. A tratti è esaltante… in certi momenti arida, secca, …dura. Non c’è la carezza che il discepolo anela dal suo Maestro, non c’è Maestro, …non fuori di te. Niente da adorare, niente a cui aggrapparsi, nessun amico a consolarti, …non fuori di te. Impari così dove stare, dove Essere. Non essere fuori di te… Restare in te, per te e per nessun altro, che è come dire per tutti, …con te e con nessun altro, che è come dire con tutti. 18
Perché nessuno è un altro, in quanto ciò che di un altro tu percepisci è in te, sia che tu ne sia cosciente o meno.
La Via esiste, ed è sempre esistita, ed è dentro di te. Come ogni cosa che tu cerchi, non la trovi, se sei fuori di te. E c’è finalmente un Maestro, un Vero Maestro, nascosto per te, se sei fuori di te. Il Maestro si presenta quando il Discepolo è pronto. Il Discepolo è pronto quando non è fuori di Sé… Non è il Discepolo che trova il Maestro, ma è il Maestro che trova il Discepolo; …il Maestro ha sempre trovato il Discepolo, da sempre: è in lui. Il Discepolo, semplicemente, se ne rende conto. Ne diviene consapevole: che è in Sé. Che è Sé. Allora, inadeguatamente, si dice che ha trovato il Maestro. Quindi, si dirige a divenirlo. Lo diviene, che significa solamente che si rende conto, realizza che lo è, lo è sempre stato. Si ritrova, senza mai essersi perso; si riconosce. Diviene consapevole, realizza chi Egli è, …che Egli è; dice Io Sono. Ciò che, non significando nulla, suono senza sostanza, vien chiamato dagli inconsapevoli, …la Consapevolezza. Puoi vivere nel mondo dei sogni, o nel mondo fisico, come anche nella superba mente intelligente… se tu credi che ciò faccia qualche differenza. Ovunque tu viva, lì hai semplicemente spostato la coscienza di te. La Realtà è che sei in tutti questi “luoghi”, e in nessuno di questi. Io Sono. Non ho bisogno di un posto per essere, né di un tempo: questi sono come dei bicchieri, ma Io Sono l’Acqua. Nei tempi ormai passati, il Percorso era nascosto e difficile da trovare: la Via era segreta. Nel tempo presente (anno 2001 d.C.) il Percorso è esposto alla vista di tutti, ma resta nascosto da un’immensa intricata matassa di falsi percorsi. 19
Non falsi perchè cattivi insegnamenti, ma perché incompleti ed imprigionanti: più li segui, più ti confondi. Più ne conosci, meno ti senti sicuro… da ciò li puoi riconoscere. Se li potessi seguire tutti, troveresti la Via, come un cane sciolto, che avendo fiutato un gregge, s’imbatte in un pastore. Ma il momento in cui trovi il tuo Maestro, Te Stesso, trovi la Via come un cane da pastore trova il sentiero per il gregge del Pastore suo padrone. Padrone di te stesso non puoi non Essere, come, senza esser padrone di te stesso, non puoi Essere, ma solo divenire, fintanto che, a furia di divenire, diverrai Te Stesso: sarai, …Tu Sei, già da ora, perché Io-Sono. Questo Percorso non è l’unico vero: questa Via non è l’unica Via. Però, ognuno di questi, è nascosto in mezzo a tanti altri, tutti falsi: ce ne sono circa mille per ogni Percorso Reale. Tutte le Vie Autentiche portano a destinazione, non nella speranza solamente, ma nella Realtà. La prima meravigliosa tappa della Via è il primo contatto col tuo Vero Maestro, il Sé. Attraverso queste righe, e anche con altri mezzi, impiegati al momento opportuno, già diversi ricercatori lo hanno trovato. Uno su dieci circa, di tutti quelli che hanno iniziato, contando anche quelli che hanno interrotto lo studio. Ciò è avvenuto senza causare dipendenza in nessuno di loro. Questa è la confortante conferma che puoi seguire il percorso con passo sicuro, con ferma fiducia. Questa è anche la confortante ricompensa di chi esegue il lavoro, che, lungi dall’essere fine a sé stesso, è solo la causa di un Inizio, perché il Percorso, sappilo, è senza fine benchè abbia un fine. Anche se raggiungi una meta, consegui uno scopo, non vi è fine agli scopi relativi, mentre il fine ultimo è in fondo a tutti questi. Il Percorso, se avesse un termine, sarebbe un falso imbroglio: esso è infinito, come la Realtà. Di cui fa parte.
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Divenire un Iniziato, iniziare, sta a te: iniziare è praticare, continuare, conseguire la prima meta. Quando avviene il contatto con il Maestro, il Sé, si dice che il ricercatore è un Discepolo, o Iniziato. Divenire un Adepto, significa lavorare, adoperarsi, per la Via. Un Adepto è un Iniziato che basta a sé stesso a tal punto da poter insegnare ad altri senza farli cadere in errore: questo non avviene, finchè non dispone di “farina del suo sacco”, oltre a ciò che ha appreso. Che questo divenga un Maestro –Vero Maestro d’Alchimiadipende dalla sua capacità di tirarsi in disparte, entrare nell’ombra senza gloria personale: dall’essere un adepto che non cade nel grande tranello nero di creare, tra gli iniziati, dipendenza verso di sé fondando una setta. Se cade in questo errore, perde l’approvazione, il sostegno e la guida della Grande Loggia Bianca, interrompe la propria evoluzione verticale, ed ostruisce quella di coloro che, ormai, sono suoi discepoli. Inizia la sua enorme espansione orizzontale, è asservito al potere in senso falso e stretto, diffonde malessere e illusione di benessere: si stabilisce immediatamente ed automaticamente la sua dipendenza dalla Grande Loggia Nera, quella della mano sinistra; entra, senza nemmeno saperlo, nel movimento controiniziatico. Naturalmente, avviene una selezione tra i suoi discepoli, affinchè coloro che non devono seguire quel cammino abbandonino un tal Maestro Nero. Puoi distinguere un tal Maestro, dal Vero Maestro, in base alla sensazione che ti dà. Il Vero Maestro ti trasmette una sensazione di semplicità, chiarezza anche quando non lo comprendi. Il cammino ti appare come una cosa normale, immersa nella normalità, quasi banale: tanto da frustrare l’eccessivo desiderio di straordinario e di autoillusione. Il Maestro Nero, invece, ti fa grandi discorsi esaltanti, cerca di far colpo su di te, e spesso riesce; tutti gli “effetti speciali” di cui dispone li usa per impressionarti. Ti vende esperienze da “brivido” in cambio della tua fedeltà. Ti dice che tu sei migliore degli altri, e lo dice anche
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agli altri di cui tu dovresti essere migliore: a chi lo segue attribuisce copiosamente etichette di “superiore”. Ti diverte, ti blandisce, ti soggioga, ti spaventa, ti affascina, ti diverte, e, spesso, ti dice che ti ama più di chiunque altro. Ti fa sentire “più” importante, con continue parole di rassicurazione, e lo fa con tutti quelli che lo seguono. Allo stesso tempo si scaglia contro quelli che lo lasciano, dicendo e facendo tutto quello che può per sminuirli e danneggiarli, salvo che si riuniscano a lui. Se un tale Maestro ti respinge, siine felice: anche senza saperlo, appartieni già alla Grande Loggia Bianca, quindi egli ti teme, perché il suo è il cammino della paura, inclusa la paura di non raggiungere la meta.
La Via esiste. E’ normale e semplice (non facile), ed è aperta a chi sinceramente vuol percorrerla. Se non vuoi percorrerla, solo per questo essa sembra chiusa davanti a te. Essa Porta a Sé, in Ogni Senso. Se senti che t’appartiene, entra ed incamminati, poiché nessuno può fare il Percorso per te, se non Tu Stesso”.
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Indice Corso d'Iniziazione al Real Master Rei-Ki………………………………….. pag. 1 SEZIONE PRIMA LO SPIRITO E LA MATERIA LA REALTÀ E L'ILLUSIONE……..………………………………… pag. 7 Capitolo 1 Premessa scientifica Tieni i piedi per terra …..……………………………………………..pag. 9 Un gioco di Proiezione?…………………………………………….. pag. 11 Cominciamo ad "entrare" nel gioco…………………………..…. pag. 12 Avvertenza……………………………………………….……………. pag. 14 Capitolo 2 Introduzione alla Visione Spirituale La "Testa fra le Nuvole"……………………………………………. pag. 15 Etimologia e significato della parola Rei-Ki…………………… pag. 16 Tanti modi, metodi diversi Il metodo Real Master Rei-Ki…………………………………….. pag. 17 Implicazioni della guarigione metafisica………………………. pag. 18 Effetti e caratteristiche dell'Iniziazione………………………… pag. 19 SEZIONE SECONDA Stralcio 1 da: "Il Talismano Vivente" (Le Parole di Zenith) pag. 21 La Scuola di Zenith…………………………………………….. pag. 23 SEZIONE TERZA LE SCUOLE E I CORSI LA STORIA E L'INSEGNAMENTO……………………………….. pag. 25 Capitolo 3 Cosa di solito si insegna in tutte le scuole di Rei-Ki………… pag.27 Capitolo 4 I Simboli………..……………….……………………………………. pag. 29 Capitolo 5 Cosa questo corso vi offre in più degli altri…………….….. pag. 30 Capitolo 6 Relazione tra Maestro Interiore, Maestro Cosmico, Gesù, Zentih… pag. 32
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Capitolo 7 La Scuola di Zentih, il Maestro del Real Rei-Ki……….. pag.33 Capitolo 8 Il Corso d'Iniziazione al Real Master Rei-Ki………….. pag. 35 Capitolo 9 La Scuola di Real Rei-Ki. L'in-segnamento Il "Master" è un Vero Maestro?………………………..….…………….. pag. 37 Cosa ne dice il Maestro dei Maestri Extraterrestre sì, ma non "Alieno"……………………………………… pag. 38 Se tutti siamo "Uno", c'è differenza tra noi e il Maestro? Il Real Master Rei-Ki: al massimo un buon discepolo………..…… pag. 39 Non siamo all'altezza di esercitare un controllo Spirituale………. pag. 40 Capitolo 10 Dai tre livelli Rei-Ki ai veri livelli alchemici……… pag. 43 Tutti e tre i livelli sono necessari subito L'effetto di tradurre "Sensei" con "Master…………………………….. pag. 44 Capitolo 11 Discendenza Rei-Ki Discendenza della Scuola di Real Rei-Ki…………………………….. pag. 47 La discendenza, nella Scuola di Real Rei-Ki………………………… pag. 48 Capitolo 12 La "storia" di Micao Usui Cosa sta dietro la leggenda………………………………………………………. pag. 49 Perché non rivelarsi direttamente sia in Oriente che in occidente……… pag. 50 Iniziale corruzione dell'insegnamento…………………………………………. pag. 51 L'intervento correttivo del Maestro…………………………………………….. pag. 53 I Cinque Principi I Tre Precetti Il terzo precetto è in realtà il fraintendimento di altri due principi…….. pag. 54 SEZIONE QUARTA Stralcio 2 da: "Il Talismano Vivente" (Le Parole di Zenith)……. pag. 55 Il Maestro Interiore…………………………………………………… pag. 57
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SEZIONE QUINTA Stralcio 3 da. "Il Talismano Vivente" (Le Parole di Zenith)……. pag. 61 Il Concetto di Fluidità………………………………………………. pag. 63 SEZIONE SESTA LA TEORIA DEL REAL MASTER REI-KI…………………………… pag. 83 Capitolo 14 Il metodo dei tre livelli e il Real Rei-Ki a confronto Cosa si insegna nella Reiki Alliance americana……………………….pag. 85 Come si insegna nel Real Rei-Ki………………………………………… pag. 86 Capitolo 15 Parti dell'insegnamento comuni, parzialmente comuni, e parti completamente differenti…………………………………………………………. pag. 87 Parti dell'insegnamento parzialmente comuni……………….……… pag. 89 Spiegazione dei simboli nel Real Master Rei-Ki……………….….…. pag. 91 Forma delle vere linee d'energia Forma descrittiva Forma simbolica …………………………………………………………….pag. 92 SEZIONE SETTIMA I SIMBOLI DEL REAL MASTER REI-KI……………………….………. pag. 95 ChoKuRei………..…………………………………………………..……… pag. 97 Simbolico. Descrittivo. Vere linee d'energia………………………….pag. 99 SeHeiKi ………………………………..……………………………………pag. 101 Simbolico. Descrittivo, Vere linee d'energia.……………………….. pag. 103 HonShaZeShoNen……………………………………………………….. pag. 105 Simbolico. Descrittivo……………………………………………………. pag. 107 Vere linee d'energia………………………………………………………. pag. 108 Ron Sei…….……………………………………………………………….. pag. 109 Simbolico. Descrittivo…………………………………………………… pag. 111 Vere linee d'energia………………………………………………………. pag. 112 RaKu………………….…………………………………………………….. pag. 113 Simbolico. Descrittivo. Vere linee d'energia……………………….. pag. 115 DaiKùMyo…….….………………………………………………………… pag. 117 Simbolico. Descrittivo. Vere linee d'energia……………………….. pag. 119 Zen………….……………………………………………………………….. pag. 121 Simbolico. Descrittivo. Vere linee d'energia………………………… pag. 123 Zenith………………………………………………………………………. pag. 125 Simbolico. Descrittivo…………………………………………………… pag. 127 Vere linee d'energia ………………………………………………………pag. 128 Essere Umano in perfetto contatto col Maestro…………………… pag. 129 Essere Umano Illuminato………………………………………………. pag. 130
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SEZIONE OTTAVA L'INIZIAZIONE NEL REAL MASTER REI-KI………………………… pag. 131 Capitolo 16 Diversi tipi di Iniziazione Iniziazione a distanza……………………………………………………. pag. 133 Iniziazione fisica Iniziazione Reale………………………………………………………….. pag. 134 SEZIONE NONA INIZIAZIONE A DISTANZA AL REAL MASTER REI-KI Ricevere il Diploma d'Iniziazione a distanza……………………….. pag. 137 Capitolo 17 Istruzioni per l'Iniziazione a distanza……………………………. pag. 139 SEZIONE DECIMA INIZIAZIONE FISICA AL REAL MASTER REI-KI Il Diploma d'Iniziazione completa di Real Master rei-Ki…………. pag. 143 Cerimonia d'Iniziazione fisica, in presenza del Master Se siete già Iniziati anche di persona………………………………… pag. 145 Capitolo 18 Istruzioni destinate agli iniziatori Respiro dei reni. Esercizio preliminare all'Attivazione, da far eseguire agli iniziandi Prima fase…………………………………………………………………………… pag. 147 Seconda fase Terza fase ……………………………………………………………………………pag. 148 Esecuzione dell'Attivazione…………………………………………………….. pag. 149 Incontro col Maestro…………………………………………………………….. pag. 151 Capitolo 19 Come ricevere l'Iniziazione fisica. Per il livello fisico esistono tre possibilità Alla prima occasione, fatevi dare l'Iniziazione da un Master della Scuola In caso di assoluta impossibilità, cercate un Vero Discepolo, e concordate con lui l'Iniziazione fisica a distanza ………………………………………………pag. 153 E' possibile che il Maestro vi dia l'Iniziazione Reale, nello stesso momento in cui eseguite la cerimonia, oppure anche in seguito………………………….. pag. 154 Capitolo 20 Ed ora, è tutto finito…?…………………………………………. pag. 155 Dichiarazione del Real Master Rei-Ki…………………………… pag. 157 27
SEZIONE UNDICESIMA IL GRANDE SEGRETO DELLA GUARIGIONE… E LE TRE COSE DA IMPARARE SUBITO ………………………………………………………………………………pag. 159 Capitolo 21 La prima cosa da imparare Il "Grande Segreto": le Benedizioni. Le Benedizioni sono qualcosa di più dei "trattamenti" Il Rei-Ki funziona o non funziona? La sua "funzione" è di funzionare? pag. 161 Prima parte del "Grande Segreto"…………………………………………….. pag. 162 Seconda parte del "Grande Segreto" ………………………………………….pag. 163 Come operare la selezione ……………………………………………..pag. 164 Prima selezione………………………………………………………….. pag. 165 Seconda selezione ……………………………………………………….pag. 166 Terza selezione…………………………….…………………………….. pag. 167 Chi benedire; quale "forma" usare………………………………….. pag. 168 Oltre la terza selezione………………………………………………… pag. 170 Capitolo 22 La seconda cosa da imparare Attivare i simboli "Maestro" senza parsimonia……………………………. pag. 171 In che modo attivare i simboli Maestro ……………………………..pag. 172 Riguardo al suono………………………………………………………. pag. 173 Capitolo 23 La terza cosa da imparare Benedire sé stessi Prima della prima selezione ……………………………………………pag. 175 SEZIONE DODICESIMA SADHANA. LA PRATICA……………………………………………………….. pag. 179 Capitolo 24 Sadhana. La Pratica. Prima parte Ogni giorno ……………………………………………………………….pag. 181 Almeno ogni tre giorni………………………………………………… pag. 182 Almeno ogni sei giorni …………………………………………………pag. 183
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Capitolo 25 Sadhana. La Pratica. Seconda parte: esercizi operativi Le Benedizioni da impartire ogni giorno Benedizione fisica a sé stessi …………………………………….pag 185 Benedizione emozionale a sé stessi ……………………………pag. 187 Benedizione mentale a sé stessi Benedizione spirituale a sé stessi…………………………….. pag. 188 Benedizioni da impartire almeno ogni tre giorni Le Benedizioni a distanza ……………………………………….pag. 189 Benedizioni da impartire almeno ogni sei giorni Benedizione fisica ad un malato………………………………. pag. 190 Benedizione a distanza ad un malato………………………… pag. 192 Benedizioni da impartire almeno a Pasqua e a Natale. Benedizioni Alchemiche Benedizione delle Benedizioni Benedizione della Virtù…………………………………………. pag. 194 Benedizione da impartire il giorno del proprio compleanno La Benedizione Reale: benedire Zenith ………………………pag. 195 SEZIONE TREDICESIMA LA DEONTOLOGIA………………………………………………………………. pag. 197 Capitolo 26 La serietà. la moralità, la correttezza Responsabilità legale…………………………………………… pag. 199 Responsabilità morale ………………………………………….pag. 200 Responsabilità verso la Scuola………………………………. pag. 201 SEZIONE QUATTORDICESIMA COMMIATO…………………………………………………………………………pag. 203 Capitolo 27 "Fine del Corso. Inizio del per…corso Alba o tramonto?…………………………………………………..pag. 205 Messaggio di Benvenuto del Maestro………………………….pag. 206
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