Joe Vitale Autore del bestseller The Key
PUNTO ZERO IL SEGRETO FINALE DI ZERO LIMITS E LA VIA DEI MIRACOLI DI HO’OPONOPONO
Joe Vitale Punto Zero Titolo originale: At Zero Traduzione di Fabrizio Andreella Copyright © 2014 by Joe Vitale. All rights reserved. This translation published under license with the original publisher John Wiley & Sons, Inc. Copyright © 2014 Edizioni Il Punto d’Incontro per l’edizione italiana Prima edizione originale pubblicata nel 2014 da John Wiley & Sons, Inc., Hoboken, New Jersey. Published simultaneously in Canada. Prima edizione italiana pubblicata nel marzo 2014 Prima edizione digitale: marzo 2014 Edizioni Il Punto d’Incontro, Via Zamenhof 685, 36100 Vicenza, tel. 0444239189, fax 0444239266 Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di quest’opera può essere riprodotta in alcuna forma senza l’autorizzazione scritta dell’editore, a eccezione di brevi citazioni destinate alle recensioni. ISBN 9788868200800 www.edizionilpuntodincontro.it
Indice
Avvertenza Invocazione dell’autore PREFAZIONE La mia esperienza con Morrnah Simeona RINGRAZIAMENTI INTRODUZIONE L’inizio CAPITOLO 1 Arrivano i guai CAPITOLO 2 Non sarai più lo stesso CAPITOLO 3 Morrnah è pazza? CAPITOLO 4 Per favore, può farsi avanti il vero Ho’oponopono? CAPITOLO 5 In ogni caso, di chi è la colpa? CAPITOLO 6 Da dove vengono questi programmi? CAPITOLO 7 Variazione del controllo. L’effetto placebo CAPITOLO 8 Lo specchio segreto CAPITOLO 9 La Legge d’Attrazione contro l’Ho’oponopono CAPITOLO 10 Eppure… le intenzioni sono cose da smidollati! CAPITOLO 11 Scatola dei desideri o pacchetto regalo? CAPITOLO 12 L’arte di non attrarre CAPITOLO 13 Nuovi metodi di purificazione CAPITOLO 14 Hai un problema? CAPITOLO 15 Il quinto miracolo CAPITOLO 16 Altri segreti dell’evento di Zero Limits CAPITOLO 17 È veramente accaduto? LA GRANDE BUGIA CAPITOLO 18 Come dar vita alla tua religione personale CAPITOLO 19 Il miracolo dell’Ho’oponopono CONCLUSIONE Imparare a farlo APPENDICE A Domande e risposte sull’Ho’oponopono
APPENDICE B La meditazione sulla lavagna magnetica APPENDICE C Un’intervista con il dottor Joe Vitale APPENDICE D Domande e risposte Zero Limits APPENDICE E Il dottor Hew Len fa visita al tuo bambino interiore APPENDICE F Frasario particolareggiato dell’Ho’oponopono APPENDICE G Storie di successo Risorse Bibliografia Nota sull’autore
A Morrnah Simeona, che ci ha dato amorevolmente l’attuale Ho’oponopono
Avvertenza
Le informazioni contenute in questo libro non hanno lo scopo di diagnosticare, curare o prevenire le malattie. Se siete preoccupati per la vostra salute, dovreste sempre consultare un medico o un esperto della salute. L’autore e l’editore offrono questo materiale come conoscenza, intrattenimento e ispirazione.
Invocazione dell’autore
Oh, Infinita Mente Divina, attraverso il mio amato Sé superiore, purifica questa entità da tutta la negatività, sia interna che esterna, affinché possa essere un perfetto vascello per la Tua Presenza.
Prefazione LA MIA ESPERIENZA CON MORRNAH SIMEONA
Q
uando Joe Vitale mi chiese di raccontare la mia esperienza con Morrnah Simeona, la magnifica Kahuna Lapa’au (“sacerdotessa che cura con le parole” e “detentrice dei segreti” nel folklore hawaiano), iniziai subito a sentire la profonda pace e il senso di luminosità che ho sempre sentito in sua presenza. Era un essere umano meraviglioso che mi ricordava mia nonna materna, Amelia, che in Cile mi allevò con un amore incondizionato. Non era necessario stare a lungo con Morrnah per sapere che era speciale, davvero speciale. Lei fluiva naturalmente e la natura cambiava attorno a lei. Offriva sempre il suo aiuto a tutti per qualsiasi cosa. Ti guardava come se vedesse molto più del tuo aspetto fisico. Era una vera guaritrice. Nel 1984 venne a vivere nella nostra tenuta ubicata lungo La Jolla Farms Road, un’area molto esclusiva di La Jolla nella contea di San Diego in California. Nella proprietà c’erano quattro case indipendenti, compreso il piccolo e grazioso cottage dove lei si fermò per tre mesi. Dopo qualche settimana, tutti coloro che venivano alla tenuta ci chiedevano se avessimo un nuovo giardiniere o se avessimo ridisegnato il parco perché tutto era molto vivo, vibrante e bello. La natura stessa cambiava intorno a lei. Fu un’esperienza inspiegabile: ero poco più che trentenne e stavo appena iniziando ad avvicinarmi ai principi spirituali universali che governano la Terra dall’inizio dei tempi. A volte, quando tornavo dai tour di Money&You, mi faceva un trattamento speciale e avanzato di Ho’oponopono per ripulire la mia energia e mi sentivo come se avessi fatto una grande doccia. Era davvero divina. Mi incentivava continuamente a tenere la mia energia pulita con il metodo Ho’oponopono e pronunciandone la parola. Morrnah era davvero speciale. Veniva da un lignaggio di Kahuna e scelse di modernizzare il metodo Ho’oponopono (parte degli antichi insegnamenti Huna delle Hawaii) per aiutare gli esseri umani a liberarsi dai traumi e dai drammi che sono trattenuti nel subconscio e condizionano ogni momento della nostra vita. Un metodo molto potente. La decisione di Morrnah di dare accesso ai segreti che gli hawaiani avevano gelosamente custodito per molte generazioni non la rese certo popolare in certi ambienti e da alcuni venne messa al bando. Morrnah amava l’umanità, aiutava tutti gli esseri umani a liberarsi dai comportamenti inconsci e li incoraggiava a ripulire il subconscio. Era coraggiosa e chiara riguardo al suo scopo, che era di insegnare alla gente a liberarsi delle proprie limitazioni, a tagliare tutti i legami che sono stati creati nel tempo e a essere in armonia con la famiglia interiore: Aumakua: Au (che significa bagno o nuotata) Makua: padre (che significa bagnato dallo e nello Spirito Santo) Uhane: madre (mente conscia) Unihiipili: figlio (mente subconscia) Imparai che soltanto pronunciare la parola Ho’oponopono ripulisce lo spazio. Mi purificò immediatamente.
Ma ecco come incontrai Morrnah per la prima volta. Nel 1983, Eric Smith, un caro amico cresciuto a Hilo, nell’isola maggiore delle Hawaii, me la fece conoscere portandomi al corso di Ho’oponopono che stava tenendo a Los Angeles insieme al dottor Stan Ihaleakala (un altro essere straordinario ora noto come dottor Hew Len). Credo fosse novembre, il mio mese preferito non solo perché è quello del mio compleanno ma anche perché è un periodo così bello in tutto il mondo: autunno nell’emisfero nord e primavera in quello sud. Era un momento speciale, un fine settimana che non avrei mai più dimenticato. Al corso c’era un sacco di bella gente, compresi certi tipi di Hollywood come l’attrice Leslie Ann Warren (apparsa nella serie televisiva Will & Grace come l’amante del padre di Will). È proprio una persona adorabile. Era un gruppo divertente e familiarizzammo molto durante quei tre giorni di purificazioni e di troncamento dei legami che si creano quando ci attacchiamo alle persone, ai luoghi e alle cose. Il metodo imponeva che scrivessimo un sacco di elenchi: nomi di persone, che comprendevano pressoché tutti coloro di cui avessimo memoria e con cui avevamo avuto un legame o che avevano avuto qualche influenza su di noi; luoghi in cui avevamo vissuto; veicoli che avevamo usato; situazioni in cui avevamo sofferto o fatto soffrire qualcuno, ossia ogni esperienza sconfortante che ci venisse in mente. Eravamo invitati a scrivere tutte le infamie, le accuse e le colpe che trattenevamo nel subconscio. Dire che in certi momenti quello spazio diventò scomodo sareb be soltanto un eufemismo! Fu particolarmente interessante scrivere l’elenco delle persone con cui avevamo avuto rapporti sessuali. In quel momento realizzai l’importanza di proteggere la propria energia. Avere una relazione sessuale con qualcuno è il modo più veloce per andare a prendersi non soltanto l’energia del partner ma anche l’energia di ogni persona con cui lui o lei ha avuto rapporti sessuali in precedenza. Mentre fai sesso con una persona, potenzialmente ci potrebbe essere l’energia di centinaia di persone! Lei e Stan erano dei maestri eccellenti. Insegnavano raccontando storie meravigliose tratte dalle vicende delle persone che avevano aiutato nel corso degli anni. Sono troppe per poterle condividere qui, ma una che ho trovato particolarmente interessante è che Morrnah amava l’attore Tom Selleck, la stella del programma televisivo Magnum PI, girato alle Hawaii. Morrnah ripuliva sempre Tom Selleck. Io lo avevo conosciuto un anno prima alle Hawaii, e non potevo fare a meno di pensare quanto fosse fortunato ad avere qualcuno come Morrnah che lo purificava costantemente. Quando uscì dai riflettori per qualche anno conducendo una vita più tranquilla con la nuova moglie e il figlio, continuai a chiedermi se la preghiera Ho’oponopono lo avesse influenzato. È bello vederlo di nuovo in televisione con la serie Blue Bloods. Lei ci disse che attori, celebrità, stelle dello sport e politici – quelli sotto l’occhio dei riflettori – sono energeticamente a rischio in modo particolare a causa di tutte le proiezioni che sono dirette verso di loro. Queste persone possono avere milioni di legami potenziali determinati dalle attenzioni, dalle immaginazioni sessuali, da proiezioni positive e negative, da tutti i pensieri degli ammiratori che indeboliscono la loro forza vitale, il potere personale e la capacità di essere puri. Caspita, era qualcosa di forte! Iniziai a chiedermi se non fosse il motivo per cui sex symbol come Marilyn Monroe hanno una vita così dura! Cominciai a vedere le cose in modo molto diverso. La mia vita cambiò dopo quel fine settimana. Mi sentii come se avessi fatto un bagno lungo una vita, come se la mia energia fosse stata ripulita per sempre. Compresi che era mia responsabilità mantenere la mia energia pulita e pura. Ho sempre con me la mia piccola scheda del metodo
Ho’oponopono. Dagli anni Ottanta la tengo dietro il mio calendario annuale. Ne ho fatto delle copie che tengo nel computer, nell’iPad e nell’iPhone. Ci è stato consigliato di lasciare il nostro libro di Ho’oponopono aperto in auto per insegnare al subconscio della macchina a mantenersi pulito. Non posso fare a meno di pensare che questa cosa abbia funzionato. Dopo un incidente molto piccolo che accadde nel 1976, prima di Ho’oponopono, non ne ho più avuto uno! Ho usato il metodo Ho’oponopono in ogni luogo del mondo in cui ho viaggiato a eccezione di Bali, in Indonesia. Laggiù iniziai a farlo e un’intuizione molto forte mi disse: “No”. Più tardi compresi che ero stata guidata correttamente. Bali ha i suoi rituali, la sua energia. È sempre bene seguire la propria guida interiore. L’ultima volta che parlai con Morrnah fu a metà del 1989. Con il mio socio di allora, Robert T. Kiyosaki (autore di Padre ricco, padre povero ), ero tornata sull’isola maggiore delle Hawaii per organizzare la nostra Excellerated Business School for Entrepreneurs al Kona Surf Resort (che ha ormai cambiato proprietari un paio di volte), una tenuta meravigliosa vicino a Keauhou Bay. Chiamai Morrnah (sapevamo che l’isola maggiore le piaceva molto) per farla venire ad aprire il corso con la preghiera Ho’oponopono. Disse: “Tesoro, sono troppo stanca… Non sto più molto bene… Falla tu”. Ero stupefatta. Quella grande Kahuna stava dicendo a me di condurre un Ho’oponopono pubblico di fronte a un gruppo di imprenditori di successo. Ero perplessa, sentivo che fare quella preghiera era per me un’enorme responsabilità. Lei mi rassicurò dicendomi che l’intera area – la baia, il resort e l’isola – era stata programmata con la preghiera e che non avevo nulla di cui preoccuparmi, avrei fatto un ottimo lavoro. Mi sentii calma e pronta e in effetti andò tutto bene. Facendo Ho’oponopono, come sarebbe stato possibile il contrario! Da allora in poi, ho fatto Ho’oponopono in tutti i nostri corsi. Siamo stati molto richiesti e abbiamo avuto ottimi risultati. Con Morrnah non ho più parlato di persona. Qualche anno più tardi scoprii che era deceduta all’inizio del 1992. Anche se ero triste per non poter più prendere in mano il telefono e parlarle, o avere uno dei suoi trattamenti o imparare qualcosa stando ai suoi piedi, potevo comunque sentire la sua presenza, come sempre. Lei è, e sempre sarà, una forza straordinaria nella mia vita. Sento che i suoi insegnamenti – gli insegnamenti del dottor Ihaleakala – e la preghiera hanno avuto un impatto straordinario sulla mia vita e sul mio lavoro. Una parte della preghiera è la Pace di io: La Pace, tutta la mia Pace, sia con te. La Pace che è io, la Pace che è io sono, la Pace per sempre, ora e per sempre. Ti do la mia Pace, ti lascio la mia Pace, non la Pace del mondo, ma soltanto la mia Pace, la Pace dell’io. Ci ha insegnato a circondare ogni veicolo in cui entriamo (auto, aereo, treno o quant’altro) con trecento milioni di Pace dell’io. Lo ricordo in particolar modo quando salgo in aereo e dormo profondamente. So che sono protetta. Ho molte, troppe storie di Ho’oponopono da raccontare ma fidati: posso dire in tutta sincerità che per me, negli ultimi trent’anni, la preghiera Ho’oponopono è stata una forza enorme che mi ha guidato e protetto.
La parola Ho’oponopono è costantemente tra le mie labbra. L’ho usata in occasioni sia felici che tristi. So che l’armonia della mia famiglia interiore è cruciale per la serenità e la chiarezza mentale di cui ho bisogno per portare avanti un’organizzazione internazionale di successo, per attrarre i meravigliosi soci d’affari che ho avuto per decenni, per le persone meravigliose che insegnano ai nostri corsi, per quelle che vi partecipano, per il fantastico network internazionale che possiedo e per l’amore e l’intesa che ho con i miei cari. Il mio successo e la mia prosperità sono stati sicuramente provocati dal duro lavoro e dall’applicazione dei sani principi di business e di coscienza che insegniamo. E non c’è dubbio che il vento dietro le mie ali sia il metodo Ho’oponopono. Ti auguro la stessa cosa. Per citare la conclusione della preghiera: Che io possa benedire continuamente tutto ciò che riguarda il metodo Ho’oponopono. Veniamo liberati e il gioco è fatto! Ora siamo dentro l’abbraccio del Divino Creatore. Aloha! – DAME D.C. CORDOVA AMMINISTRATORE DELEGATO, EXCELLERATED BUSINESS SCHOOL FOR ENTREPRENEURS MONEY&YOU® PROGRAM WWW.EXCELLERATED.COM
Ringraziamenti
S
ono eternamente grato al dottor Hew Len per avermi insegnato personalmente l’Ho’oponopono, per avere scritto insieme a me Zero Limits, per avere diretto con me tre eventi legati a Zero Limits e per essere diventato il mio mentore. Molte persone mi hanno aiutato a realizzare questo libro, dall’assistenza editoriale di Suzanne Burns e Mathes Jones ai contributi di D. C. Cordova, Saul Maraney e Kory Basaraba. Ringrazio per l’incoraggiamento e il sostegno anche i miei amici Lori Anderson, Victoria Belue Schaefer, Daniel Barrett, Mathew Dixon, Mary Rose Lam, Michael Abedin e Bruce Burns. Sono eternamente grato allo staff di John Wiley & Sons, in particolare a Matt Holt per avere creduto nel mio lavoro. Voglio ringraziare anche il mio gruppo di Miracles Coaching ® a Prosper per aver aiutato la gente a imparare e praticare correttamente l’autentico Ho’oponopono. E, naturalmente, grazie Nerissa, moglie e compagna della mia vita, che mi offre il suo amore e il suo sostegno in tutti i modi. Se ho dimenticato qualcuno, vi prego, perdonatemi. Infine, ringrazio te, lettore, per essere disposto a ricevere questa ispirazione. Ti offro questo libro con tutto il mio cuore. Aloha Nui Loa.
Introduzione L’INIZIO Per guarire da tutti i pensieri e i ricordi che in questo momento ci ostacolano, possiamo chiedere aiuto alla Divinità, che conosce nei dettagli il nostro piano personale. – MORRNAH SIMEONA
M
i sbagliavo. E di brutto. Quando terminai di scrivere Zero Limits mi aspettavo che il mondo intero mi ringraziasse. Sapevo che la storia era straordinaria. Sapevo che era miracolosa. E sapevo che doveva essere raccontata. Ma non sapevo che qualcuno avrebbe odiato il libro e anche me. Eppure, il dottor Hew Len lo sapeva. Quando gli dissi che il nostro libro era stato completato disse: “Quando uscirà, arriveranno i guai”. Non capivo cosa volesse dire. Ma aveva più chiarezza di quanta ne avessi io. Viveva nel presente e vedeva il futuro. Tutto si stava dischiudendo davanti a lui. Io brancolavo nel buio e quando il sole sorse mi fece male agli occhi. Decisi di scrivere questo seguito di Zero Limits per due ragioni: la prima, per spiegarne ulteriormente il messaggio (e per raccontare cosa accadde come conseguenza della sua pubblicazione); la seconda, per mettere a tua disposizione altri metodi segreti avanzati di autentico Ho’oponopono. Chiesi un parere al dottor Hew Len su questa idea. Era riluttante perché gli anziani di Ho’oponopono l’avevano attaccato duramente per aver rivelato i loro segreti e non voleva che accadesse di nuovo. Lui può cambiare il mondo semplicemente facendo pulizia. Io invece avevo bisogno di perorare la causa. Volevo ancora che il mondo conoscesse questo strumento straordinario. Decisi che questa volta avrei scritto il libro da solo, senza il dottor Hew Len come coautore. Ma prima di entrare nel vivo, lascia che ti faccia una panoramica degli avvenimenti iniziali. Tutto accadde prima ancora che Zero Limits venisse pubblicato. Il libro diventò un best seller su Amazon prima della consegna del manoscritto all’editore. Come? Quando la famosa libreria online lo annunciò, uno stralcio stava già circolando in internet da almeno un anno. Milioni di persone lo videro e quindi molti prenotarono il libro, che divenne un best seller prima che l’editore lo avesse in mano. Ecco qui un articolo che circolò in internet nel 2005 e che spinse milioni di persone a desiderare il libro:
Lo psicologo più strano del mondo Tre anni fa sentii la storia di uno psicologo che alle Hawaii aveva curato un intero reparto di criminali malati di mente senza averne mai visto nemmeno uno. Tale psicologo studiava la cartella clinica dell’internato e poi guardava dentro di sé per vedere come aveva creato la malattia di quella persona. E mentre lui migliorava, il paziente migliorava. Quando ascoltai per la prima volta questa storia pensai che fosse una leggenda
metropolitana. Come era possibile curare qualcun altro curando se stessi? Anche se fosse stato il miglior maestro di auto-aiuto, come poteva curare dei criminali malati di mente? Non aveva alcun senso, non era logico e quindi lasciai perdere. Ma un anno più tardi questa storia giunse nuovamente alle mie orecchie. Venni a sapere che lo psicologo aveva usato un metodo curativo hawaiano chiamato Ho’oponopono. Non ne avevo mai sentito parlare ma non riuscivo a togliermelo dalla testa. Se la storia era tutta vera dovevo saperne di più. Avevo sempre pensato che “piena responsabilità” significasse che io sono responsabile di ciò che penso e faccio. Più in là di questo, non dipende da me. Credo che la maggior parte delle persone pensi che sia questa la piena responsabilità. Siamo responsabili di ciò che facciamo, non di ciò che fanno gli altri. Ma lo psicologo hawaiano che aveva curato quelle persone malate di mente mi avrebbe mostrato una prospettiva nuova ed evoluta sulla piena responsabilità. Il suo nome è Ihaleakala Hew Len. La nostra prima telefonata durò circa un’ora. Lo pregai di raccontarmi tutta la storia del suo lavoro come psicologo. Mi spiegò che aveva lavorato all’ospedale pubblico hawaiano per quattro anni. Il reparto dove venivano internati i criminali malati di mente era pericoloso e gli psicologi abbandonavano il lavoro dopo qualche mese. Il personale si dichiarava spesso ammalato o, semplicemente, rinunciava al posto. In quel reparto si camminava con la schiena contro il muro per paura di venire attaccati dai pazienti. Non era gradevole viverci, lavorarci e nemmeno andare a fare una visita. Il dottor Hew Len mi disse che non aveva mai visto i suoi pazienti. Aveva acconsentito ad avere un ufficio e a esaminare le loro cartelle cliniche. Mentre le leggeva, lavorava su se stesso. E lavorando su se stesso i pazienti iniziavano a guarire. “Dopo qualche mese, ai pazienti che venivano tenuti ai ferri venne permesso di camminare liberamente”, mi disse. “Ad altri che erano in cura con farmaci molto pesanti vennero ridotte le dosi. E quelli che sembravano non avere nessuna possibilità di essere dimessi vennero lasciati liberi”. Ero impressionato. “E non è tutto”, continuò. “Il personale cominciò ad apprezzare il proprio lavoro. L’assenteismo e il ricambio continuo cessarono. Alla fine ci ritrovammo con più personale di quello necessario perché i pazienti venivano rimessi in libertà e il personale veniva al lavoro. Oggi quel reparto è chiuso”. E qui arrivò la mia domanda da un milione di dollari: “Cosa faceva dentro di sé per provocare il cambiamento in quelle persone?”. “Semplicemente curavo la parte di me che le aveva create”, disse. Non capivo. Il dottor Hew Len mi spiegò che piena responsabilità della tua vita significa essere responsabile di tutto ciò che c’è in essa, semplicemente per il fatto che c’è. In senso letterale, il mondo intero è una tua creazione. Caspita. Questa è dura da mandare giù. Essere responsabile di quello che faccio o dico è una cosa. Essere responsabile di quello che fa o dice chiunque faccia parte della mia vita è tutta un’altra cosa. Tuttavia, la verità è questa: se ti assumi la piena responsabilità della tua vita, allora tutto quello che vedi, ascolti, tocchi, assapori o in qualche modo sperimenti è di tua responsabilità perché è nella tua vita. Questo significa che il terrorismo, la politica, l’economia, tutto quello che sperimenti e
non ti piace, è lì per essere risanato da te. In un certo senso, tutto ciò non esiste, è solo una proiezione che proviene dalla tua interiorità. Il problema non è degli altri, è tuo. E affinché tutto cambi, devi cambiare te stesso. So che è difficile da comprendere, e ancor più accettarlo o viverlo. Criticare è molto più facile che assumersi la piena responsabilità. Ma parlando con il dottor Hew Len iniziai a capire che per lui e nell’Ho’oponopono guarigione significa amare se stessi. Se vuoi migliorare la tua vita, devi curarla. Se vuoi curare qualcuno, anche un criminale malato di mente, devi farlo curando te stesso. Chiesi al dottor Hew Len come affrontava la propria guarigione. Cosa faceva, esattamente, quando guardava le cartelle cliniche di quei pazienti? “Semplicemente continuavo a ripetere ‘mi dispiace’ e ‘ti amo’”, mi spiegò. Tutto qui? Tutto qui. Risulta che amare se stessi è il miglior modo per migliorare se stessi. E migliorare se stessi vuol dire anche migliorare il proprio mondo. Ecco un piccolo esempio di come funziona: un giorno, qualcuno mi inviò un’e-mail che mi irritò. In passato avrei gestito la cosa lavorando sui miei punti deboli emozionali o cercando di far ragionare la persona che mi aveva inviato quel messaggio sgradevole. Ma quella volta decisi di provare il metodo del dottor Hew Len. Continuai a ripetere in silenzio “mi dispiace” e “ti amo”. Non lo dicevo a qualcuno in particolare, stavo semplicemente invitando lo spirito dell’amore a curare dentro di me ciò che stava creando la situazione esteriore. Nel giro di un’ora ricevetti un’e-mail dalla stessa persona. Si scusava per il messaggio precedente. Non avevo fatto nulla di esteriore per ottenere quella scusa. Non gli avevo nemmeno risposto. Ma dicendo “ti amo” avevo in qualche modo guarito ciò che dentro di me aveva creato quella persona. Successivamente partecipai a un seminario di Ho’oponopono tenuto dal dottor Hew Len, che ora ha settant’anni, è considerato un benevolo sciamano e vive un po’ da eremita. Lodò il mio libro Attractor Factor. Mi disse che migliorando me stesso le vibrazioni del libro aumentano e tutti se ne accorgeranno quando lo leggeranno. In poche parole: se miglioro, i miei lettori migliorano. “E i libri che sono stati venduti e sono già là fuori, nelle mani di qualcuno?”, chiesi. “Quei libri non sono là fuori”, spiegò sbalordendomi ancora una volta con la sua saggezza mistica. “Sono ancora dentro di te”. In poche parole: non esiste nessun là fuori. Ci vorrebbe un libro intero per spiegare questa tecnica avanzata con la profondità che merita. È sufficiente dire che ogni volta che vuoi migliorare qualcosa nella tua vita, c’è solo un posto dove guardare: dentro te stesso. E quando guardi, fallo con amore. Quell’articolo del 2005 preparò il mondo per Zero Limits e diede il via al percorso che lo fece diventare un best seller prima della sua stessa pubblicazione. Naturalmente, quando il libro uscì nel luglio del 2007, i problemi emersero e i guai iniziarono ad arrivare. Avendone letto soltanto uno stralcio, la gente iniziò a scrivere commenti al testo che, naturalmente, dovevano ancora vedere. Vecchi amici dei tempi duri passati a Houston qualche decennio addietro – gente che avevo aiutato concretamente e con suggerimenti – mi si rivoltarono
contro. Mi accusarono di avere inventato tutto. Dissero che il dottor Hew Len era un personaggio fittizio, che la storia della sua cura ai malati mentali era una leggenda metropolitana. Mi rimproverarono di vendere i segreti di una tradizione hawaiana per denaro. Altri mi dissero che facevo soldi vendendo un libro dove non c’era nessun segreto. Avevo fallito. Ero ferito. Sconvolto e confuso. Avevo creduto che l’Ho’oponopono mi avrebbe dato forza e invece mi sentivo una vittima. Come era possibile che la gente fosse arrivata a pensare quelle cose? Dopotutto, il dottor Hew Len e io avevamo passato molto tempo insieme: avevamo tenuto seminari e fatto programmi radio, c’erano foto che ci ritraevano insieme, avevamo creato la versione audio di Zero Limits. Siamo anche in qualche videoclip su YouTube. Tutte quelle cose le avevamo fatte insieme. Ovviamente, lui era, ed è, reale. Poi c’erano quelli che, pur non avendo letto il libro, che non potevano avere perché non era stato ancora pubblicato, lo recensivano dicendo che mi odiavano. Mi insultavano e cercavano di sabotare le e-mail che inviavo alla mia lista di indirizzi. Crearono persino un virus per il computer con il mio nome. Sì, c’erano anche molti ammiratori, del libro miei. Quando venne pubblicato, Zero Limits diventò ufficialmente un best seller. Migliaia, forse milioni di persone impararono il semplice metodo di guarigione che vi era descritto e cambiarono la loro vita. Venne usato non soltanto individualmente ma anche nelle scuole, nelle prigioni e negli ospedali con risultati miracolosi. Il libro venne tradotto in altre lingue. Fui invitato a parlare in diversi paesi. I seminari del dottor Hew Len passarono da trenta a più di ottocento partecipanti alla volta. Diventò un guru. L’Ho’oponopono diventò popolare. Ma non era tutto rose e fiori. Il mio migliore amico se la prese con me. Sua moglie inviò un’e-mail molto dura a una lista di indirizzi che l’avevo aiutata a creare, attaccandomi e diffamandomi. Era incredibilmente brutale e certamente non veniva dal cuore. Era chiaro che nessun amore e nessun perdono, che fossero dell’Ho’oponopono o di altri metodi, era il punto di partenza. Perché accadde tutto ciò? Un mio amico dice che il successo alimenta il disprezzo. Io la definisco una credenza. Il dottor Hew Len lo chiamerebbe un programma. Ma devo ammettere che qualcosa accadde quando il libro più importante della mia vita venne scritto e pubblicato. Potrei definirla un’opportunità per ripulirmi, ma penso che ci sia molto di più in questa storia. Guardando indietro, credo che fosse una spinta per il mio risveglio. Quando scrissi Zero Limits dissi che c’erano tre livelli di risveglio. Ma era un’analisi incompleta. In effetti ce ne sono quattro. Il quarto va oltre Zero Limits, dove il Divino vive attraverso di te. In questo nuovo libro spiegherò tutti i quattro livelli. Dopo aver scritto Zero Limits pensavo di conoscere e padroneggiare il funzionamento della vita. Tuttavia, mi accaddero così tante cose sgradevoli che mi sentivo una vittima. Tutto ciò mi portò a comprendere il senso della resa e l’importanza di continuare senza sosta a ripulire con l’Ho’oponopono. Oggi conosco il miracolo dell’illuminazione. Se vuoi saperne di più sull’autentico Ho’oponopono e riprendere da dove il mio libro precedente aveva terminato, sei nel posto giusto. Se sei curioso sulle origini del moderno Ho’oponopono e ti stai chiedendo chi fosse quella maestra apparentemente pazza del dottor Hew Len, troverai la risposta in questo libro. Ma tieniti forte. Se credevi che Zero Limits fosse una specie di corsa spericolata, aspetta e leggi Punto Zero. Potresti restare di stucco. Potrebbe scuotere, sbatacchiare e rivoltare il tuo mondo. Se ti senti pronto, gira pagina.
Aspettati dei miracoli. MAHALO, AO AKUA –JOE VITALE SU UN AEREO A DIECIMILA METRI DI ALTEZZA AGOSTO 2013
Capitolo 1 ARRIVANO I GUAI Non c’è nessun ego. Sono solo dati, dati, dati. – DOTTOR IHALEAKALA HEW LEN
C
onsegnai all’editore il manoscritto di Zero Limits durante il secondo seminario Zero Limits, che si svolse a Maui alla fine del 2006. Fu un periodo divertente per me. Il libro si scrisse praticamente da solo. Sorprendentemente, lo buttai giù in due settimane. Gli altri libri mi avevano preso mesi o anni. Due settimane? Un miracolo. Il dottor Hew Len, il coautore, lo approvò dopo aver letto soltanto qualche pagina. Disse: “Il Divino dice che va bene”. Ero orgoglioso. Perché non avrei dovuto esserlo? Non potevo immaginare che il peggio doveva ancora arrivare. Durante quel seminario il dottor Hew Len mi disse che quando il libro sarebbe uscito qualche guaio sarebbe arrivato. Non capivo cosa volesse dire, ma non ero preoccupato. Mi sentivo guidato e protetto. Il mio spirito splendeva e la mia fiducia in me stesso era enorme. Avrei continuato a ripulire e non mi sarebbe accaduto niente di male. Mi sbagliavo. Durante la serata iniziale del seminario, proprio prima dell’incontro e della cena di benvenuto, ricevetti una telefonata da un’autrice e maestra spirituale che adoravo. Era molto arrabbiata. Aveva dato il suo sostegno al libro quando le avevo spedito il manoscritto ma a quanto pare non lo aveva letto. Dopo averlo fatto, contestò alcune cose, una delle quali era includerla nel testo pur senza farne il nome. Quando si riconobbe si arrabbiò con me e mi chiamò per rimproverarmi duramente. Non era stata mia intenzione ferirla. Si trattava di quella parte del libro in cui spiego come anche la gente di successo abbia dei lati oscuri e attragga il caos. Avevo usato lei come esempio senza nominarla. Ero sorpreso dal suo scoppio d’ira perché nei suoi libri lei usava spesso le vicissitudini della sua vita come lezioni esemplari. Non era un segreto. Ma la gente proietta le sue insicurezze e le sue interpretazioni su ogni cosa, compresi i libri. Lei vide qualcosa che non le piaceva e invece di prendersi la piena responsabilità di quello che aveva visto (che è il punto centrale dell’Ho’oponopono e di Zero Limits) mi attaccò aspramente. Poiché ero (e sono ancora) un suo ammiratore, mi fece molto male. Le scrissi di nuovo dopo l’uscita del libro ma il dolore rimase. Più tardi la chiamai e tutto venne chiarito, ma ero sconvolto. Come era potuto accadere? Se era ciò che il dottor Hew Len aveva predetto e il libro non era ancora stato pubblicato, cosa mi stava aspettando? Se lo avessi saputo… I guai stavano evidentemente arrivando e una volta che il libro uscì diventarono guai davvero seri. Come ho detto nell’introduzione, certa gente che non aveva letto il libro, poiché non era ancora stato pubblicato, lo aveva già condannato e aveva condannato anche me. Dissero che avevo inventato tutto, sia il dottor Hew Len, sia la storia delle sue guarigioni dei criminali malati di mente all’ospedale delle Hawaii. Alcuni stroncarono il libro perché incompleto e altri mi attaccarono perché non rivelavo tutti i segreti di un seminario di Ho’oponopono. Mi accusavano di non fare altro che reclamizzare altri miei prodotti. Qualcuno disse che se il dottor Hew Len esisteva davvero, allora era sicuramente pazzo. Era incredibile e inquietante a dir poco. Come poteva, un libro, fare esplodere tanta gente come fosse dinamite, un libro che non solo era stato scritto con amore ma che insegnava l’amore e il
perdono? Allo stesso tempo, migliaia di persone che lo avevano letto erano cambiate. Ricevetti telefonate, lettere, e-mail da persone sinceramente grate. Avevano trovato speranza, guarigione e salvezza. Era gratificante, ma le pugnalate alla schiena mi dolevano comunque. Dovevo toccare il fondo prima di risalire. Avevo un caro amico, un uomo che era stato in una situazione finanziariamente difficile e che avevo assistito, seguito, aiutato, consigliato e ispirato. Non possedeva grandi capacità nel commercio online, ma mi piacevano lui, la sua creatività e il suo senso dell’umorismo. Pensai che aiutarlo e lavorare con lui avrebbe dato buoni risultati. Gli diedi tutto ciò che serviva per aiutarlo a tornare alla normalità senza chiedere nulla in cambio. Lo aiutai a creare un’impresa online e una lista di clienti. Lo aiutai con i prodotti e il marketing. Lo pagavo per l’aiuto che mi dava in eventi speciali, anche quando perdevo del denaro per organizzarli. Era riconoscente e me lo dimostrava, baciandomi spesso sulla guancia quando mi salutava dicendomi: “Ti voglio bene, Joe”. Nel 2009 stavo andando in Russia per una serie di conferenze e lo invitai a seguirmi. Lui fece un viaggio in prima classe e io ebbi la sua compagnia. Convenimmo che mi avrebbe dato una mano sul palco: parlare per due giorni a volte può essere estenuante. Era vantaggioso per entrambi. Benché avessimo tutti e due qualche inquietudine riguardo alla Russia (provenienti da tutte quelle storie sugli attacchi nucleari che avevamo sentito quando eravamo piccoli), preparammo i bagagli, facemmo un bel respiro e volammo dall’altra parte del pianeta. Quella in Russia non fu una gitarella. Il programma era fitto, al limite della tortura. Nel momento in cui atterrammo a Mosca venni portato direttamente a uno show televisivo senza nemmeno il tempo per una doccia e una rasatura. Ero così disorientato da rimanere ammutolito. Sapevo che, per contratto, dovevo fare tutto ciò che i russi mi chiedevano di fare. Andai allo show televisivo. Più tardi, quella sera, in una libreria autografai per ore i miei libri. Il programma fu implacabile per le due settimane successive. Sebbene il mio amico fosse là per sostenermi, rimaneva spesso nella sua stanza a dormire mentre io continuavo a parlare, presentare, dare interviste, firmare libri e molto altro. Non che mi importasse. Ero sollevato dal fatto che lui avesse un po’ di riposo. Se lo meritava. Anche lasciare la Russia si rivelò un inferno. Scoprimmo che i nostri visti sarebbero scaduti prima della fine del nostro viaggio. Qualcuno aveva fatto una fesseria con le nostre scartoffie. I nostri documenti di viaggio non erano in ordine. Mi sentivo come dentro un film di guerra. Tutto sembrava irreale. Al consolato americano dissero al mio amico “di fare qualsiasi cosa per uscire dal paese prima di mezzanotte”. Fu sconvolgente. Venimmo condotti lungo strade secondarie in zone isolate, attraversammo posti di controllo militare dove dovevamo mostrare continuamente i nostri passaporti e alla fine fummo lasciati nelle foreste della Finlandia proprio prima di mezzanotte, qualche minuto prima della scadenza dei nostri visti. Dovevamo ancora arrivare a Helsinki e trovare un volo di ritorno per gli Stati Uniti (con un grande esborso per me) e, “accidenti”, non fu per niente facile. Ma i veri guai dovevano ancora arrivare. Una volta tornati a casa sani e salvi, il mio amico andò fuori di testa. Entro settantadue ore dal ritorno a casa mi inviò un’e-mail con un inaspettato e totalmente inventato conto da pagare per gli ultimi due anni. Ogni cosa che aveva fatto gratis, per amicizia o perché si sentiva in dovere di sdebitarsi, era nella fattura. Disse che gli dovevo quel denaro, molto denaro. Non riuscivo a crederlo.
Benché pagarlo per venire in Russia non fosse mai stato parte dell’accordo, mentre eravamo là gli avevo detto che gli avrei dato qualcosa. Per il mio lavoro d’oltreoceano io non venni mai pagato del tutto e il volo di ritorno di entrambi all’ultimo minuto mi era costato diecimila dollari. Tuttavia, il suo sostegno in Russia mi aveva aiutato a sopravvivere a tutto ciò che mi era stato chiesto di fare. Come sorpresa, avevo pensato di regalargli un’auto di mia proprietà che sapevo piacergli, ma la rabbia espressa nei miei confronti a meno di tre giorni dal nostro ritorno frenò i miei piani. Ero turbato. Profondamente scosso. Non riuscivo a dare un senso al suo comportamento. Cercai di vederlo. Lo chiamai. Gli lasciai dei messaggi. Pensai che se ci fossimo seduti per parlarci avremmo capito cosa c’era che non andava. A un certo punto gli offrii di pagarlo, soltanto per riportare la pace nella nostra relazione. Arrabbiato, mi rispose: “Nemmeno per sogno”. Continuò a sfogarsi scrivendo online cose terribili su di me. Scrisse a persone che conoscevo, persino al mio staff, cercando di portarle dalla sua parte e di metterle contro di me. I suoi comportamenti erano infidi, feroci e ambiguamente subdoli, guidati dal suo impulso a distruggere la mia reputazione. Non è possibile descrivere il dolore di questa esperienza. Fu come svegliarsi e scoprire che tua moglie è scomparsa o il tuo migliore amico è morto. Ero affranto e traumatizzato. Il mio migliore amico come poteva comportarsi in modo così diabolico e freddo? Non riuscivo a capirlo. Era tutta una questione di soldi? Stava buttando via un’amicizia, una società d’affari, un patto spirituale per soldi? Dov’era la spiritualità? Dov’era l’Ho’oponopono che l’avevo aiutato a imparare? Dov’era il suo cuore? Ironia della sorte, era stato proprio grazie a lui che avevo conosciuto l’Ho’oponopono. Aveva sentito una storia e visto un opuscolo e me ne aveva parlato. Non aveva idea di che cosa fosse l’Ho’oponopono. Avevo trovato il tutto affascinante e voluto saperne di più, e così avevo iniziato a indagare da dove venisse quella storia e chi e che cosa ci fosse dietro. Alla fine ero venuto in contatto con il dottor Hew Len e avevo scritto Zero Limits. Pensavo che il mio amico avesse compreso i principi della responsabilità personale, dell’amore e del perdono. Dopotutto, gli avevo pagato la partecipazione al suo primo evento di Ho’oponopono. Eppure, quando il trauma della Russia o chissà quale altra cosa lo irritò, non se ne assunse la responsabilità. Mi accusò scaricando tutto su di me. In Ho’oponopono questo genere di rappresaglia viene chiamato ino, che significa agire per ferire intenzionalmente con la mente piena d’odio. È una delle trasgressioni più gravi. E lui lo fece a me. Eccolo, un vero guaio. Io ripulii… e ripulii… e ripulii. Osservai il mio coinvolgimento in quel dramma a livello energetico, cercando di capire come l’avevo attratto. So che le nostre vite sono intrecciate. Siamo una danza di energia. Niente accade nel vuoto. Il mio amico e io condividevamo un programma, un virus della mente. Feci del mio meglio per richiamare alla memoria tutto ciò che il dottor Hew Len mi aveva insegnato, fino a riconoscere che l’unica via d’uscita è ripulire, ripulire, ripulire. Iniziai a sentirmi triste per il mio amico e a capire che in qualche modo aveva acquisito un programma che si stava impossessando della sua mente. Sapevo che aveva già avuto degli scoppi d’ira in famiglia e con gli amici. Ne ero stato testimone. Ma non mi sarei mai aspettato di vederli tra di noi e contro di me. Sembrava proprio che un programma lo possedesse e lo pilotasse. Volevo aiutarlo, guarirlo in qualche modo. Feci una purificazione senza sosta per eliminare quel programma da me, nella speranza che sarebbe stato eliminato anche dentro di lui. Nella realtà dell’autentico Ho’oponopono, non riguardava lui. Riguardava me.
Se qualcuno poteva sentirsi autorizzato a considerarsi una vittima, quello ero io. Se qualcuno aveva le prove che il mio amico mi aveva tradito, quello ero io. Ho ancora le sue e-mail e quelle delle persone che contattò come prove di tutto quello che fece pubblicamente e in privato. Un altro magari userebbe tutto ciò contro di lui. Io non lo farò. Come spesso mi ha insegnato il dottor Hew Len, “non c’è nulla là fuori”. È tutto dentro. Dovevo sforzarmi per accettare la completa responsabilità di tutto ciò che il mio amico aveva fatto, cercando in me e in noi il programma che aveva creato, attratto e manifestato tutto il dramma. Il mio amico se ne andò via, una cosa che credo volesse fare da sempre. Aveva creato quello scenario da incubo per poter rompere la sua relazione d’affari con me? Immaginavo che avesse problemi di denaro. Aveva bisogno di un capro espiatorio? In quel caso io ero sicuramente a portata di mano. Non lo dico per biasimarlo, giacché il rimprovero non è autentico Ho’oponopono, ma per mostrare come la mente umana si impegni a fondo per dare un senso a ciò che non lo ha. Non so se ho ragione o torto sulle sue motivazioni, ma non è importante. Il punto vero è che il dottor Hew Len aveva ragione. I guai erano arrivati davvero. Cosa feci per gestire la crisi innescata dal programma condiviso dal mio amico e da me? Nulla. Non ingaggiai un avvocato né contattai nessun ente governativo. Non sarebbe stato amore e perdono o qualcos’altro di simile all’autentico Ho’oponopono. Anche se il mio amico aveva fatto cose terribili tentando di rovinare la mia reputazione (cosa che duole ancor di più per il fatto che lui conosceva la piena responsabilità e la purificazione), non mi vendicai. Al contrario, ripulii, sentii il mio dolore profondo, il tradimento, l’ingiustizia e portai tutto al Divino. Usai il metodo che il dottor Hew Len mi aveva insegnato. Mi assunsi la responsabilità. La situazione era a mio carico. Non dissi nulla di negativo pubblicamente e ora sto condividendo questa storia con te soltanto per un insegnamento più grande (che arriverà fra un attimo). Portai il dramma dentro di me e là lo ripulii. Usai anche una forma avanzata di Ho’oponopono che condividerò con te più avanti. La combinazione di tutti questi metodi mi permise alla fine di scaricare l’energia delle percezioni sul mio ex amico. Il dramma scomparve. Lui interruppe la sua campagna diffamante. La polvere si posò. La vita proseguì. Gli affari continuarono come sempre ma senza di lui. Mi manca il bel rapporto che avevamo ma preferisco essere libero anziché disperato. È interessante notare che mentre stavo scrivendo questo libro mi contattò per chiedermi se avrei guidato un evento di Ho’oponopono con lui. Era il segnale che la mia purificazione aveva funzionato e che eravamo di nuovo in pace? Sì. Tuttavia declinai l’offerta. Lui era il passato, lo avevo ripulito e lasciato andare. Lo amo, lo perdono e gli auguro ogni bene. Ma andiamo avanti. Qual è il più grande insegnamento qui? Cerca di capire che niente di questo dramma era un errore del mio amico, e nemmeno un mio errore. Non c’è nessuno da rimproverare. La causa era un programma. È essenziale comprenderlo. Mi presi la piena responsabilità del programma di cui divenni consapevole dentro di me. Quando lo ripulii, la situazione si risolse. Questa è la prima lezione da imparare. È la ragione per cui ho condiviso questa storia con te. Anche per autori e guru, tutto si riduce a usare la pratica dell’Ho’oponopono per purificare programmi, memorie e altri dati e tornare a uno stato di amore puro. Come dice spesso il dottor Hew Len, “sono qui soltanto per ripulire”. Come imparerai in questo libro, la vita si presenta sempre con delle sfide. È la natura della vita. Il biglietto gratuito per uscire dal carcere è la pratica dell’Ho’oponopono. Dicendo le quattro frasi – ti
amo, mi dispiace, ti prego perdonami, grazie – tu cancelli i programmi e le credenze di cui non sei consapevole e grazie a ciò la tua avventura attraverso la vita diventa più facile. Più ripulisci, più dati cancelli e più ti avvicini alla Divinità o a Zero. È davvero così facile? Funziona sempre? Perché la vita sembra spesso dover arrivare al fondo prima di diventare migliore? Resta con me, e andiamo più a fondo in questa avventura…
Capitolo 2 NON SARAI PIÙ LO STESSO Ho’o vuol dire realizzare, fare, creare. Pono vuol dire equilibrio, bontà, correttezza, perfetto ordine. Ho’oponopono è un metodo per creare l’ordine perfetto e l’equilibrio per sanare una situazione. – JOE VITALE
D
opo aver imparato le basi del metodo Ho’oponopono – dire le frasi ti amo, mi dispiace, ti prego perdonami, grazie – la gente spesso si lamenta del fatto che gli eventi negativi sembrano essere più di quelli positivi. Perché? Pensa a un bicchiere d’acqua rimasto lì fermo a ristagnare per un bel po’. Quando lo agiti, delle sostanze vischiose fluttuano e invariabilmente una parte sale in superficie. Devi continuare a pulire per togliere tutto lo sporco. La programmazione nella nostra mente giace in posti torbidi e oscuri e quindi può succedere che sia necessario fare esperienza dell’oscurità prima che della luce. Ma prima di poter avere l’acqua pulita dobbiamo togliere tutti i detriti. L’atto di ripulire, letteralmente, pulisce. La parola dati viene usata per definire la programmazione inconscia, la spazzatura che ti impedisce di sentire la voce della tua Divinità. Durante un evento di Zero Limits qualcuno chiese al dottor Hew Len quale fosse la differenza tra ego e Divinità. Il dottore Hew Len rispose: Prima di tutto non esiste nessun ego. Lo sapevi? Niente di tutto ciò. Sono solo dati. E sono i dati che parlano, i dati che dicono che è ego, ma non esiste niente del genere. Soltanto dati. Riesco a spiegarmi? Solo dati. I dati parlano e tu proferisci dei dati, per cui non hai il controllo di niente. Devi solo prendere i dati e cancellarli. Sei già perfetto, noi vogliamo soltanto togliere i dati dalla nostra strada affinché tu possa stare nella luce. Ci sono soltanto tre tipi di dati con cui abbiamo a che fare. Quelli che chiamo ZI, Zero Infinito. Questo è lo stato neutro. Un altro è quando la Divinità arriva a Zero e ti ispira: io lo chiamo IZI (Ispirazione Zero Infinito). Questo è lo stato dell’ispirazione, il che significa che sei nel flusso. Accade senza nessuno sforzo e con facilità. Hai anche ciò che chiamiamo memoria, e la memoria va contro la facilità. La malattia è una complicazione, è lontananza dalla Sorgente e da te stesso. E questo è il terzo stato. La tua mente può stare soltanto in uno di questi tre stati. Non c’è via di mezzo. Non puoi stare qui e anche là. Quando Zero Limits uscì, provocò l’ira di alcune persone e dei loro programmi. Più di una volta dovetti ricordare a me stesso che il problema non era la persona che si arrabbiava, erano i dati in lei – il programma – che provocavano le proteste. Sicuramente ti è capitato. Dici qualcosa che viene capito in modo diverso dalle tue intenzioni e ti chiedi come possa essere successo. Secondo l’Ho’oponopono, ciò è emerso dal programma nel tuo inconscio. Fino a quando non è arrivata la situazione adeguata e ha premuto il tasto giusto, non lo sapevi nemmeno che era là. Poi, attenzione, perché eccoli che arrivano: guai a non finire.
Riguardo al mio ex amico di cui ho scritto nel capitolo precedente, quello che ebbe una crisi dopo il nostro viaggio in Russia, la domanda da fare è: “Era lui o un programma che si era attivato?”. Da allora ho imparato che praticamente tutto ciò che facciamo come esseri umani è il risultato della nostra programmazione. Personalmente non ho mai incontrato nessuno che vivesse nel quarto stadio del risveglio. Ho letto qualcosa su queste persone ma io non sono uno di loro. Sono ancora al terzo stadio (la resa). Il quarto stadio (l’illuminazione) viene dalla grazia e fino ad allora le motivazioni inconsce guidano la maggior parte delle nostre azioni. Non c’è niente di cui stupirsi. Il campo delle neuroscienze dimostra quanto siamo inconsci. Abbiamo a disposizione più potere e capacità di controllo di quanto potessimo anche solo sospettare in precedenza, ma la grande maggioranza delle persone non lo sa e men che meno sa usarli. Attraversiamo la vita essenzialmente programmati come robot, dall’educazione e dal passato ereditato, a reagire in certi modi prevedibili. Quando qualcuno attacca verbalmente me, te o un altro, raramente la cosa riguarda me, te o un altro. Riguarda il programma di quella persona. Ecco il punto: se puoi vederlo in un altro, allora ce l’hai anche tu. Il dottor Hew Len è noto per dire: “Hai mai notato che quando c’è un problema tu sei sempre presente?”. Sei presente perché sei parte del problema. O meglio, sei parte del programma. Il programma in te ha attratto un’altra persona con lo stesso programma. È come guardare nello specchio. Quello che vedi sei tu, ma anche quello che vedi nella vita sei tu. L’esteriorità è una proiezione. Fino a quando non l’hai sperimentata DENTRO di te non sai nemmeno che esiste. Tutto accade dentro. L’esterno è solo un riflesso. Ecco perché è così importante capire che piena responsabilità vuol dire considerare tua ogni cosa che vedi e sperimenti. Non c’è mai nulla all’esterno perché ne diventi consapevole soltanto all’interno. Di nuovo, è tutto un riflesso di ciò che c’è in te. Tutto è uno specchio. Tutto è un programma condiviso. Quando ripulisci, ripulisci il programma e diventi parte della soluzione. È così che il dottor Hew Len aiutò a guarire un intero reparto di criminali malati di mente. Non lavorò su di loro ma su se stesso. La medicina tradizionale aveva già fallito nel tentativo di curarli. Il dottor Hew Len li trasformò lavorando sulle sue percezioni. Ripulendo quelle proiezioni i pazienti migliorarono. Devi capire che quando leggi questo libro, osservi una persona, vivi un momento qualsiasi, raramente, se non mai, lo vedi esattamente per quello che è. Nel 2011 alcuni psicologi della Vanderbilt University scoprirono che i ricordi delle cose che abbiamo visto di recente possono influenzare la nostra percezione visiva, compromettendo la nostra capacità di comprendere correttamente ciò che stiamo effettivamente vedendo e di agire di conseguenza. “Questo studio dimostra che trattenere nella mente per un breve periodo la memoria visiva di qualche evento può ‘inquinare’ la percezione visiva durante il periodo del ricordo”, ha detto Randolph Blake, uno degli autori della ricerca e professore emerito di psicologia.1 Per esempio, qualche anno fa, mia moglie era al volante quando la sua auto si incendiò. Fortunatamente vide del fumo uscire dal cruscotto, fermò la macchina e scese per cercare aiuto. Nel giro di pochi minuti l’auto era un inferno. Poiché era vicina a casa mi chiamò e la raggiunsi in fretta e furia. Insieme osservammo la sua macchina liquefarsi. Fu inquietante e indimenticabile. Per tutta la settimana successiva vedemmo e fiutammo fumo. Ricordo che una mattina, dopo aver fatto colazione, lei guardò fuori dalla finestra e vide della nebbia. A entrambi sembrava fumo. Corremmo fuori presi dal panico cercando una casa in fiamme ma non c’era niente del genere. Era soltanto la solita nebbia mattutina. La traumatica esperienza della visione dell’auto di mia moglie in fiamme aveva costretto i nostri cervelli a vedere del fumo dove non c’era.
Ma non si tratta soltanto di fare arrivare una percezione fino al momento presente. Sì, se hai appena visto un film dell’orrore con immagini forti e inquietanti, tutto ciò che guarderai subito dopo avrà delle sfumature di paura. Il tuo cervello filtrerà i momenti successivi a causa delle visioni ancora presenti nella memoria. Il dottor Hew Len mi spiegò che abbiamo anche ricordi inconsci che influenzano ogni livello del nostro essere, sia mentalmente che fisicamente. Disse: “Se il tuo subconscio è pieno di informazioni e si sente sopraffatto da quel peso, ti lascerà. Lo sai. Si alza e se ne va. Quella parte di te se ne è andata, hai una casa vuota. E cosa succede quando hai delle case vuote? Puoi essere posseduto. I demoni entrano. Il fatto è che devi stare a casa. Devi continuare costantemente a lavorare per essere al punto Zero, per fare in modo che nessuna parte di te ti abbandoni. “Una cellula cancerogena è una cellula che ha perso la sua identità. Non sa chi è. E poiché non lo sa, provoca il caos. Distrugge tutto. È agitata. Proprio come te. Le cose emergono perché non sai chi sei. Sei stato spiazzato dai ricordi. Invece di essere al punto Zero, la memoria emerge e ti spiazza. Ora sei all’inferno e spunta ogni genere di problemi. Demoni”. Anche i ricordi inconsci hanno una parte più sottile ma altrettanto significativa. Per esempio, quando vai a una festa e vedi qualcuno che ti piace o ti irrita a prima vista, spesso è a causa di un programma che hai in testa. Non vedi la persona chiaramente. Stai impostando il tuo programma che si proietta sulla persona. Non c’è da meravigliarsi se molta gente sposa persone che o adorano o detestano i loro genitori. Quelle prime immagini depongono uno strato su ciò che vedono di fronte a sé. Io avevo un problema con le figure autoritarie. Mi ribellavo contro i capi. Odiavo stare al lavoro. Lavoravo bene ma borbottavo contro i miei superiori. Erano “superiori” soltanto per il fatto che la loro posizione lavorativa era migliore e la loro retribuzione era più alta. Non stavano sopra di me, ma la mia psicologia me li faceva vedere allo stesso modo dei miei genitori. Era la relazione con mio padre – un ex sergente dei Marines – che veniva proiettata su chiunque agisse con autorità. Non vedevo il capo come una persona ma come una versione di mio padre. Ovviamente non me ne rendevo conto. Ci volle una lunga pulizia per arrivare a eliminare il programma. Non pensare di essere immune da questa trappola della mente. È facile pensare che accada agli altri ma non a te. E già questo è un inganno del cervello, un modo per evitare la responsabilità. Infatti, in questo preciso momento non stai vedendo la realtà. Ci sono cento miliardi di neuroni nel tuo chilo e tre etti di cervello. Ogni secondo, undici milioni di impressioni sensoriali sfrecciano sulle autostrade del tuo cervello, ma soltanto quaranta raggiungono l’effettiva consapevolezza. Quaranta! Cosa è accaduto agli altri 10.999.960 bit di informazione? Il tuo cervello li ha filtrati e classificati come inutili alla tua sopravvivenza. Ma come ha fatto a sapere cosa eliminare? Il tuo cervello crea un’immagine del mondo basata sui ricordi che ha. In altre parole, le tue esperienze passate sono i ricordi che creano un modello di realtà usato poi dal tuo cervello per dirti cosa è reale. Se ciò che sta accadendo in questo momento non si accorda con ciò che il tuo cervello ha deciso che sia prezioso e reale, tu come essere cosciente non lo verrai mai a sapere. E non avrai mai accesso nemmeno all’informazione. Il tuo cervello ti proteggerà da ciò. Il tuo cervello è una macchina per creare la realtà, solo che tu probabilmente non lo sapevi. Finora. Non c’è da stupirsi se mi vengono rivolte domande come: “Perché certa gente crede nella Legge d’Attrazione e altra no?”. Facile. I credenti permettono all’informazione che vi è contenuta di sostenere la loro fede; i non credenti, allo stesso modo, permettono a quell’informazione di rifiutare la Legge d’Attrazione e di sostenere la loro fede.
La Legge d’Attrazione è reale? Poiché puoi attrarre dati a sostegno di ogni credenza, a quanto pare la Legge d’Attrazione è reale. Ciò che l’autentico Ho’oponopono rivela è che i nostri ricordi ci impediscono di sperimentare la pura realtà di questo istante. Benché tu probabilmente non desideri che undici milioni di bit di dati ti travolgano all’improvviso, non vorresti nemmeno bloccare l’ispirazione solo perché non si adatta alla tua visione del mondo. Secondo molti scienziati, soltanto i bambini piccoli vedono il mondo così com’è. Vedono la versione integrale della realtà perché hanno meno dati che filtrano ciò che va verso di loro. Come dice spesso il dottor Hew Len, “abbi gli occhi di un neonato. Solo così puoi vedere”. Lascia che ti faccia un altro esempio, anche se è doloroso scriverlo. Anni fa mia moglie e io trovammo una villa che ci piaceva molto. Era maestosa e isolata, su venti acri collinari bellissimi e rispondeva alle nostre esigenze del momento. Poiché era una casa di lusso molto costosa, comprarla avrebbe richiesto un finanziamento gigantesco. Feci la richiesta e venne accolta. Iniziammo le pratiche per concludere l’acquisto e cominciammo a pianificare il trasloco. Pensavamo di celebrare il Natale nella nostra nuova casa. L’atmosfera era elettrizzante. Ma tre giorni prima della firma finale, la banca mi chiamò e aggiunse altre provvigioni al finanziamento. I miei commercialisti e i miei consiglieri legali mi dissero di non accettare perché me ne sarei pentito. In quei tempi quello era il modo in cui le banche mettevano in difficoltà finanziarie la gente. Non volevo cadere in quella trappola e decisi di non comprare la villa. Eravamo profondamente delusi. Cancellammo l’appuntamento per la chiusura dell’affare. Pensai che fosse tutto finito. Mi sbagliavo. I venditori erano due avvocati che stavano divorziando e decisero di farmi causa per il mancato acquistato della casa. Non potevo credere che una cosa del genere fosse possibile. A causa di un cavillo nel contratto che mi impediva di ritirarmi dall’acquisto mi citarono in giudizio. Dovetti andare da tre diversi avvocati prima di trovarne uno che mi piacesse e che volesse aiutarmi. Tutto ciò si trascinò per vie legali per almeno tre anni. Tre anni! Dovetti andare a deporre e l’avvocato della controparte mi interrogò praticamente su tutto, da perché non comprai la casa alla relazione con la mia ex moglie defunta. In quei momenti cerchi di tenere duro, ma il processo fu estenuante e penoso. Quello che mi faceva più male era l’idea che stessero facendo tutto ciò per avidità o vendetta. Non c’era amore. Mi straziava il cuore vedere come la gente possa essere spinta a fare certe cose. Conosco molti metodi per ridurre lo stress e molti sistemi di guarigione. Li misi in pratica tutti ma nulla risolse il problema. Continuavo a ripulire, ripulire, ripulire. Ripulii praticamente ogni giorno per più di tre anni. Non accadde nulla, o almeno così sembrava. Quando il dottor Hew Len venne a trovarmi a Austin, prima di un altro evento di Zero Limits, lo incontrai all’ufficio bagagli smarriti dell’aeroporto, il che è significativo se si pensa che iniziai a raccontargli del peso che stavo portando. Ascoltò attentamente la mia storia. “Hai ancora il tuo biglietto da visita?”, mi chiese riferendosi al biglietto che una volta aveva detto essere uno strumento di purificazione, quello con la mia macchina chiamata Francine. Dissi di sì, ce l’avevo. “Prendilo e usalo per tagliare a pezzi l’immagine di quella gente che ti sta facendo causa”, mi spiegò. “Osservala sminuzzarsi in piccoli pezzi e poi dissolversi”. Mi stava insegnando una tecnica avanzata di Ho’oponopono per ripulire. Feci esattamente ciò che mi disse. Tuttavia nulla sembrò cambiare. Infatti quella coppia notificò che mi chiedeva tre milioni di
dollari. Ero esterrefatto. Non avevano avuto nessuna perdita reale. Avevano ancora la casa ma mi stavano facendo causa per quella che sostenevano essere una perdita percepita di entrate. Parlai della mia situazione difficile con gli amici più intimi. Nessuno riusciva a spiegarsi perché mi stesse accadendo tutto ciò. Poiricordai che nel mio libro Attractor Factor dicevo che quando impari la lezione non hai più bisogno dell’esperienza. “Qual è la lezione”, mi chiesi. “Qual è la lezione?”. Dopo mesi di profonde ricerche interiori conclusi che un programma in me stava attraendo quella situazione per darmi una lezione su come si leggono i contratti. Mi ero fidato del mio agente immobiliare, che avrebbe dovuto togliere quella clausola che stava provocando tutti quei problemi, e non avevo letto attentamente il contratto malgrado dentro di me qualcosa mi avesse spinto a farlo. Avevo ignorato quell’avvertimento interiore. Il risultato fu l’inferno. Una volta appresa la lezione – obbedisci alle sensazioni e leggi i contratti – mi sentii libero. Poi accadde un miracolo. La coppia propose di giungere a un accordo in via amichevole. Non volevano più i tre milioni. Non volevano più portare avanti la causa. Fu una fine rapida e pacifica del dramma. Era tutto finito. Benché le cause legali durino spesso degli anni, questa finì nel momento esatto in cui feci chiarezza. Questo, per me, è un altro miracolo. Ti prego di notare che dovetti ripulire fino a quando imparai la lezione e il programma venne eliminato. Una volta rimosso il programma, la scena si dissolse. Ma devi prenderti la piena responsabilità perché funzioni. Un avvocato una volta mi disse: “C’è qualcosa nel cervello umano che non permette alla gente di dire che è responsabile. Anche di fronte a una montagna di evidenze, cerchiamo di negare, ignorare e giustificare il nostro coinvolgimento”. Ecco perché l’Ho’oponopono contiene frasi come mi dispiace e ti prego perdonami . Quelle affermazioni ti aiutano ad aprire gli occhi sulla tua parte in qualunque cosa tu stia sperimentando. È interessante notare che queste due affermazioni sono le più difficili da dire per la maggior parte delle persone. Persino pensarle risulta complicato. Di nuovo, non è colpa tua se c’è qualcosa da risolvere nella tua vita, ma ne sei responsabile. Se stai lottando con un problema che non se ne vuole andare, cerca di capire che non ha niente a che fare con te o chiunque altro. Il problema è un programma. È in te, come un batterio o un virus. È psicologico. È ciò che l’Ho’oponopono definisce un ricordo. Non sappiamo da dove venga e non abbiamo bisogno di saperlo. Dobbiamo soltanto eliminarlo. Come? Praticando l’autentico Ho’oponopono. Ma prima che ti spieghi nuovi modi per eliminare vecchi programmi, scaviamo un po’ nella storia dell’Ho’oponopono che oggi conosciamo. Allora, da dove viene questo strano metodo? 1 http://news.vanderbilt.edu/2011/07/memories-visual-perception/.
Capitolo 3 MORRNAH È PAZZA? Il punto essenziale del moderno Ho’oponopono è eliminare i dati in te. – JOE VITALE
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orrnah Simeona era un tipo strano. Inizialmente, anche il dottor Hew Len la pensava così. Per tre volte se ne andò dai suoi corsi. Anche dopo essere tornato per sorbirsi tutte quelle chiacchiere esoteriche su demoni, elfie spiriti, pensò ancora per un paio d’anni che lei fosse pazza. Eppure qualcosa lo teneva legato a lei e fu un sincero discepolo del suo Ho’oponopono modernizzato fino alla sua morte nel 1992. Nel 1976 Morrnah trasformò la tradizionale pratica Ho’oponopono di cura di gruppo in un metodo di guarigione interiore. Morrnah era considerata una Kahuna, o detentrice dei segreti. E tuttavia non li serbò tali. Tenne dei corsi e li rivelò a chiunque per qualche dollaro. Le infermiere la invitavano a ripulire gli ospedali ma non ci andava con un secchio e una scopa. Andava a disperdere gli spiriti che camminavano per i corridoi, giravano in ascensore tutta la notte o azionavano lo scarico dei bagni. Morrnah andava a curare l’ospedale affinché le infermiere avessero un po’ di pace. Evidentemente era brava. Infermiere di altri ospedali le chiesero lo stesso servizio. Anche se Morrnah era esperta in Ho’oponopono tradizionale, il metodo di guarigione di gruppo, il suo interesse si concentrò su un approccio più intimo che, a quanto pare, creò da sola. Pur rispettando le tradizioni e le credenze hawaiane, capì che se le persone si fossero prese cura del proprio mondo interiore, il loro mondo esteriore sarebbe cambiato. Ricavò dalla tradizione hawaiana una tecnica moderna di auto-aiuto. Diceva spesso che quando tagli gli aka cords, cioè i legami con la gente e le persone, diventi libero. Paragonava un aka a una connessione telefonica, un collegamento invisibile con un’altra persona. Secondo lei, quando dedichi il tuo tempo a una persona, un luogo, una cosa, crei un attaccamento, un legame invisibile che si radica in entrambi, anche quando lasci quella persona, luogo o cosa. Immagina una ragnatela che ti collega a tutto ciò che hai toccato e riuscirai a intuire il caos. Arrivò a dire che persino gli oggetti d’antiquariato che compri e i regali che ricevi o doni hanno dei legami aka. Si deve fare attenzione e, pensava, si devono sempre cancellare gli attaccamenti. Una volta possedevo una palla da baseball firmata dal dottor Hew Len che lui aveva usato durante una presentazione perché volevo la sua energia. Ho una collezione di cose appartenute al famoso culturista e attore del cinema Steve Reeves perché volevo la sua energia. Ma allora cosa succede con i pezzi di antiquariato che possiedo, per i quali non ho la più pallida idea di chi, durante diverse generazioni, ne sia stato il proprietario? Devo spezzare intenzionalmente i legami aka con quegli oggetti, altrimenti dovrò ospitare le loro programmazioni nella mia casa. Morrnah sentiva che dobbiamo recidere tutti i legami aka per essere liberi e fare così in modo che la Divinità possa operare attraverso di noi. Quando andava negli ospedali, con la sua visione, per così dire, a raggi X poteva vedere le anime dei defunti che gironzolavano. Il suo Ho’oponopono riguardava la purificazione karmica. Quando le liberava dai loro vincoli su questo piano, si rimettevano in movimento. Il suo metodo era quello di recitare la sua Preghiera di Purificazione favorita. La paragonava al Padre Nostro ma la preferiva per ripulire i vincoli. Era ispirata a farlo
così. L’ha offerta al mondo come un dono affinché noi la possiamo usare liberamente. Il dottor Hew Len e io la usiamo ancora. Eccola: Spirito, Coscienza Suprema, ti prego, individua l’origine dei miei sentimenti, dei miei pensieri di (__________ riempi lo spazio bianco con le tue credenze, sensazioni o pensieri). Porta ogni livello, strato, spazio e aspetto del mio essere a questa origine. Esaminali e scioglili perfettamente con la verità di Dio. Vieni attraverso tutte le generazioni del tempo e l’eternità. Sanando ogni situazione e le sue conseguenze fondate sull’origine. Ti prego, fallo secondo la volontà di Dio fino a quando io non sia nel presente, riempito di luce e di verità. Pace e amore di Dio, perdono di me stesso per le mie percezioni sbagliate. Perdono di ogni persona, luogo, circostanza e situazione che abbia portato a questi sentimenti e a questi pensieri. Morrnah diceva che dobbiamo recitare questa preghiera per quattro volte quando vogliamo rilasciare qualcosa. Sentiva che, se memorizzi la preghiera, puoi inserirla più facilmente nella tua coscienza, ma che anche leggerla va benissimo. Una volta, un medico le chiese se il suo turbamento per la morte di un suo paziente restava nell’anima dello scomparso. Lei annuì. Fece un discorso impegnativo. Spiegò che abbiamo dei legami con gli altri e che le emozioni li rinforzano. Per liberarcene, facciamo l’Ho’oponopono recitando il testo qui sopra riportato. Secondo Morrnah noi siamo dei computer. Siamo riempiti di programmi che non abbiamo scelto di avere. Siamo nati su una linea del tempo che non inizia con la nostra nascita ma prima di quel momento. Credeva nella reincarnazione ma sosteneva che ognuno di noi è un essere unico. Veniamo al mondo con molto più di quanto possa apparire a prima vista. Le nostre menti sono programmate con dei dati, la maggior parte dei quali non ci servono più e comunque tutti impediscono al Divino di ispirarci. Come insegnò al dottor Hew Len, e lui a me, il nostro unico obiettivo è ripulire le nostre cose. Anche quando abbiamo un problema con qualcuno, quel problema è in noi, non nell’altra persona. Per molti lettori di Zero Limits, questo era un dilemma. Lo tralasciarono o lo equivocarono. Il punto essenziale del moderno Ho’oponopono è eliminare i dati in te stesso. Morrnah insegnava ripetutamente che il modo per eliminare la programmazione era recitare la sua preghiera. Il trucco era ripeterla quattro volte. Diceva anche che non c’è bisogno che qualcuno lo sappia. Spiegò che tutto ciò di cui hai bisogno è il suo nome. In effetti, è così che il dottor Hew Len ripuliva prima di ogni seminario di Zero Limits. Mi chiedeva la lista dei partecipanti. Voleva sapere come si chiamavano. Guardava quei nomi uno a uno e mentalmente eliminava ogni legame aka tra lui e quelle persone. Spesso usava la gomma per cancellare sull’estremità di una matita per dare dei colpetti a ogni nome mentre diceva in silenzio “goccia di rugiada” o “cancella”. Dubito che dicesse tutta la preghiera di Morrnah per ogni nome, più probabilmente la recitava sulla lista che teneva in mano. Non sottolineerò mai abbastanza che l’unico motivo per fare tutto questo è la tua pace interiore. Nient’altro conta, a parte occuparsi degli effetti che qualcuno può avere sul tuo benessere interiore. Se qualcuno tocca qualche tua corda sensibile, ripulisci e ripulisci ancora. Nell’ultima apparizione pubblica di Morrnah ripresa da una telecamera, qualcuno le chiese se una
forma pensiero possa essere piantata nella mente di una persona. Trovai la domanda affascinante. Sin dal mio personale satori (breve esperienza di risveglio) compresi che la comunicazione con il Divino è una strada a doppio senso. Puoi purificarti per ricevere ispirazione dal Divino e puoi spedirgli chiaramente delle richieste. Morrnah disse: “Sì, puoi mettere una forma pensiero in un altro computer”. Ciò mi sorprese. Il dottor Hew Len diceva: “Non disturbare gli altri. Complicheresti il loro karma e lo pagheresti a caro prezzo”. E invece ecco Morrnah, l’insegnante del dottor Hew Len, che diceva che è possibile influenzare un’altra persona. Quale affermazione era vera? Entrambe lo sono. Puoi inviare un messaggio a qualcuno con un’intenzione, riempiendolo di emozione e immaginando che giunga a destinazione. Auspicherei che la tua intenzione sia per il benessere e la guarigione di quella persona. E sono sicuro che anche Morrnah lo vorrebbe. Ma questo solleva una questione: chi sa cosa è buono per gli altri? Non conosco la linea del tempo della tua vita. E tu non conosci la mia. A volte sembra una cosa ovvia: la gente soffre, quindi aiutala. Ma non vediamo le cose dall’alto. Forse la loro sofferenza potrebbe condurli a qualcosa di buono che non possiamo vedere o prevedere. Morrnah era focalizzata sulla guarigione. Sono sicuro che voleva che le forme pensiero avessero un’intenzione positiva. Ammetteva apertamente che esistevano stregoni che praticavano magia nera. Confessò che l’avevano usata contro di lei cercando di farle del male. Sapeva che esiste il potere del bene e quello che non è così vicino al bene. Infatti, i primi Kahuna delle Hawaii furono spesso stregoni maligni che si diceva “pregassero per la morte della gente”. Julius Scammon Rodman, nel suo libro The Kahuna Sorcerers of Hawaii , sostiene che la magia nera fosse più praticata di quella bianca. C’era più odio che amore. Era più voodoo che luce bianca. L’amore e il perdono del moderno Ho’oponopono non si vedevano. Era un’arte oscura della manipolazione. Scott Cunningham, nel suo libro Cunningham’s Guide to Hawaiian Magic & Spirituality , scrisse che alcuni Kahuna “inviavano degli spiriti in volo in missioni distruttive”. Si può anche capire. I cristiani non arrivarono prima del 1820, quando iniziarono a convertire e civilizzare gli usi e costumi hawaiani fuorilegge, come la famosa hula dance. Prima di ciò, paura, superstizione e paranoia dominavano la gente. Erano tutti terrorizzati dalla terra, dall’oscurità e altre cose del genere. Gli dei del vento, della terra e del mare non li avrebbero danneggiati se si fossero comportati correttamente, avessero offerto dei sacrifici o avessero ingaggiato un mago o uno stregone. Consideravano chiunque potesse proteggerli come una persona con poteri magici. Quei poteri erano spesso usati per maledire o persino uccidere qualsiasi cosa percepita come minaccia. Questo era lo Huna primordiale, un’arma psichica. Morrnah era considerata uno degli ultimi, autentici Kahuna della vecchia scuola, ma usava il suo potere per il bene. La differenza era che, con i suoi insegnamenti, mirava alla cura di sé. Il tuo benessere è sufficiente per influenzare gli altri. Una volta andò in un ospedale per incontrare il direttore. Gli spiegò che se voleva che il suo ospedale fosse efficace e proficuo, doveva guarire se stesso. Si sedette al suo fianco e lesse la preghiera. Come aveva detto, il giorno dopo l’ospedale migliorò. Influenzare gli altri senza dire loro niente non è qualcosa di nuovo. A metà dell’Ottocento Phineas Parkhurst Quimby, considerato il padre di quel New Thought che nel corso del tempo si sarebbe evoluto in tutti i vari tipi di guarigione New Age, scrisse:
La filosofia non ha mai spiegato un fatto indiscutibile, e cioè che le persone si influenzano l’una con l’altra senza esserne consapevoli. Per il principio secondo il quale io curo i malati, tali eventi dimostrano, e può essere provato al di là di ogni ragionevole dubbio, che l’uomo ignora completamente le influenze che agiscono su di lui e quindi, ignorando la causa, è costantemente soggetto ai suoi effetti. Questo aiuta a spiegare come il dottor Hew Len possa avere portato la sua vibrazione positiva in un caotico reparto di malati mentali e, con il tempo, il suo essere abbia sistemato i pazienti senza che nemmeno lo abbiano saputo. Si rilassarono a causa della sua calma implicita. Li influenzò, ma senza dire una parola. Morrnah credeva che il mondo immaginato fosse solido come il mondo reale. Per esempio, diceva spesso che non hai bisogno dell’acqua come strumento di purificazione; ti basta infatti immaginare l’acqua. La purificazione ha luogo allo stesso modo. Il dottor Hew Len dice spesso che l’acqua blu solarizzata è uno strumento di purificazione realizzato mettendo dell’acqua del rubinetto in una bottiglia blu ed esponendola ai raggi del sole per un’ora, ma Morrnah insegnò che tutto ciò di cui hai bisogno è un’immagine mentale dell’acqua blu solarizzata. Tutto accade nella mente. Una volta feci una sessione di purificazione con un esperto praticante di Ho’oponopono che inviò un’e-mail, con maiuscole in posti sbagliati, in cui diceva: “La meditazione si è aperta con un grande Chicco di Cereale Multicolore che è atterrato sopra di te. Quando il Cereale si è sciolto si è impegnato a dividere i ricordi delle tue preoccupazioni fisiche. Il Chicco poi ha fatto dissolvere tutti i pezzi. Questo processo è durato parecchi minuti. Alla fine ti è stato dato un Dolce Multicolore. Quel Dolce è uno strumento fatto per te da usare specificatamente per rapportarti al tuo peso. Mangialo spesso. Immagina di mangiare dolci per perdere peso. La meditazione è finita. E il gioco è fatto!”. Per Morrnah e altri veterani dell’Ho’oponopono l’immaginazione era reale quanto la fisicità. Il fulcro di tutto, però, è in te e in nessun altro: te. Al primo evento di Zero Limits, nel 2006, due degli studenti del dottor Hew Len sedevano in fondo alla stanza. Erano come statue di cemento. Non dicevano nulla. Non mostravano nessuna emozione. Restavano seduti e osservavano in assoluto silenzio e immobilità. Se non fosse stato per i vestiti occidentali, potevano essere scambiati per dei monaci di una vita passata. Quando chiesi loro cosa stavano facendo, uno disse: “Il nostro lavoro”. Ebbi l’impressione che fossero là per aiutare il dottor Hew Len a continuare a ripulire la stanza in modo che tutti potessero sperimentare più rapidamente la Divinità. Credo che non stessero facendo nient’altro che ripulire se stessi. La loro concentrazione sul loro benessere stava eliminando i dati da tutti noi. Ricordati che il tuo unico scopo è il tuo benessere. Da quel luogo, ossia ciò che il dottor Hew Len chiama lo Zero, puoi essere ispirato ad aiutare qualcun altro, ma lascia che ciò arrivi dall’ispirazione, non dall’intenzione dell’ego. Nel frattempo, continua a ripulire. Morrnah sentiva che tutto nella vita è sacro. Letteralmente. Senza eccezioni. Vedeva gli oggetti inanimati come animati. Era l’animismo incarnato. Tutto era ed è vivo. Diceva che la cosa più importante è rispettare tutta la vita. Non c’è da stupirsi se il dottor Hew Len parla ai tavoli, alle sedie, ai tappeti e alle stanze. Sta controllando il loro benessere. Ammette la loro vitalità. Anche lui è animista. Cerca di spezzare ogni legame aka per lasciare spazio alla purezza. Quando parlava a stanze e sedie, pensavo che il dottor Hew Len fosse un po’ fuori di testa, eppure, mentre la mia collezione di chitarre aumentava, notavo che ogni chitarra sembrava parlarmi. I
musicisti dicono spesso che le chitarre hanno delle canzoni dentro di loro. Una volta presi una chitarra fatta da Huss&Dalton e, imbracciandola, iniziai improvvisamente a strimpellare e a cantare un pezzo insolito. Diventò la canzone “Ghost Train” nel mio album The Healing Song ma sappi che la canzone non esisteva affatto fino a quando la chitarra non sembrò rivelarmela. Ora non contesto più il dottor Hew Len che parla al mobilio. Ora io parlo alle chitarre. Morrnah andava persino oltre. “Puoi ripulire la stanza”, disse una volta, “ma la terra allora?”. Spiegò che tutta la terra è sacra e ha bisogno di cure. Quando arrivarono le macchine e iniziarono le costruzioni edilizie, la terra venne profanata. Anch’essa ha bisogno di guarigione. Mentre scrivevo queste cose, ho ricevuto un manoscritto da Mark Anthony, un avvocato della Florida, che è capace di vedere il mondo invisibile. Si definisce l’avvocato psichico. Il suo libro è pieno di evidenze, della sua personale esperienza e di altri ricercatori, che provano l’esistenza di un mondo di esseri invisibili. Morrnah era spesso invitata ad aiutare gli spiriti invisibili degli ospedali a finire il loro lavoro, a capire di essere morti e ad andare verso il loro prossimo stadio evolutivo. Il dottor Hew Len avvertiva spesso di non badare ai fantasmi perché l’attenzione li attrae. Secondo lui il tuo unico compito è quello di prenderti cura di te. In ogni caso, ogni volta che Morrnah o il dottor Hew Len si imbattevano in spiriti che non avevano finito il loro lavoro, li ripulivano. Come? Ripetendo la preghiera Ho’oponopono. Per tutti e due la preghiera è lo strumento di purificazione che taglia i legami aka e lascia andare i dati in modo tale che chiunque sia coinvolto possa essere libero. Una volta venne chiesto a Morrnah di ripulire Pearl Harbour perché le anime dei defunti abitavano ancora nella zona. Acconsentì e lo fece. Credeva anche che non ci fosse bisogno di nessuna purificazione come tale. “La preghiera è una richiesta di conforto”, spiegava. Il dottor Hew Len la chiama petizione. La tua purificazione è una richiesta. Dipende dalla Divinità fare qualcosa. A volte una persona ha un debito karmico da pagare e nessuna quantità di Ho’oponopono potrebbe essere di aiuto fino a quando il Divino non indichi che il debito è stato pagato. In breve, ripulisci e lascia andare. Ripulisci e abbi fiducia. Pratica Ho’oponopono e abbi fede. Credi nel metodo. Tutto il resto è una pretesa dell’ego, e l’ego non è al comando. È il Divino il responsabile. Troppe persone negli ambienti della guarigione accusano i pazienti perché non riescono a guarire. Dicono: “Devi fare questo o quello”, oppure: “È colpa tua se non succede niente”. Sfortunatamente, quei guaritori fanno più danni che altro. Secondo il moderno, autentico Ho’oponopono nessuno è colpevole. Mai. Hai delle sfide e dei problemi a causa dei dati, e lavori per cancellare questi dati. Ma che vengano cancellati o meno non dipende da te. In effetti, aspettarsi che i risultati si ottengano in un certo modo è un altro dato in più. In altri termini, un’aspettativa è una credenza. Una credenza è un dato. Ecco perché il dottor Hew Len sottolinea costantemente, in pubblico e in privato, che è qui soltanto per ripulire. Il resto è in mano alla Divinità. Non c’è da stupirsi se qualcuno considerava Morrnah un tipo strano. Non poteva garantire risultati. Poteva garantire che avrebbe ripulito, ma il risultato non dipendeva da lei. Pensaci. E ripulisci.
Capitolo 4 PER FAVORE, PUÒ FARSI AVANTI IL VERO HO’OPONOPONO? La chiarezza è la risorsa più importante della tua vita. – DOTTOR IHALEAKALA HEW LEN
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a da dove salta fuori l’Ho’oponopono? Il dottor Hew Len diceva spesso che viene da altre galassie. Eccoti un esercizio di estensione mentale. Mi disse che poteva venire da Lemuria, un continente scomparso simile ad Atlantide che può anche non essere esistito. Poiché sono uno scrittore che vuole conoscere la verità dei fatti, trovavo entrambe le possibilità non molto utili. Qual è la verità? La forma originale di Ho’oponopono era usata come strumento per sanare le relazioni e risolvere i conflitti familiari. Ha almeno cent’anni e la sua genesi non è chiara, anche se si pensa sia di origine polinesiana. Secondo il primo volume di Nana I Ke Kumu (Guarda alla fonte), il libro che Morrnah consigliava per capire la vecchia scuola Ho’oponopono, “Ho’oponopono era essenzialmente qualcosa che riguardava la famiglia o quelli più interessati al problema”. Usato alle Hawaii da psicologi, sacerdoti, consiglieri e capifamiglia, spesso si trattava di far sedere in cerchio i membri di una famiglia che esternavano a turno le divergenze, i rancori, le rabbie e molto altro. Lo scopo era quello di dare libero sfogo alle emozioni, venire ascoltati e risolvere tutto con il perdono. È usato ancora oggi ma con un’ampia varietà di interpretazioni su come dovrebbe essere svolto. Molti pensano che sia ormai corrotto. Secondo il Nana I Ke Kumu “quando arrivò la cristianità, più di cent’anni fa, l’Ho’oponopono usci di scena”. L’approccio della vecchia scuola seguiva queste linee guida: - pule (preghiera) di apertura - dichiarazione del problema da risolvere o curare - esame minuzioso dei pensieri e azioni di ogni persona - assoluta sincerità - il leader controlla la discussione e dirige il gruppo - onesta confessione delle malefatte agli dei e agli altri - pule (preghiera) di chiusura In epoca precristiana, questa tradizionale pratica Ho’oponopono era seguita dal sacrificio di un animale ma dopo l’arrivo del cristianesimo, tale usanza venne sostituita da un pranzo. Morrnah diceva che la frutta era il cibo perfetto da mangiare dopo la cerimonia. L’Ho’oponopono che il dottor Hew Len e io insegniamo è la versione aggiornata che insegnava Morrnah. È fondamentalmente uguale all’Ho’oponopono tradizionale ma senza la necessità di qualcun altro. Si svolge tutto interiormente. L’idea di Morrnah era che tutto è te. Il dottor Hew Len va ancora più in là e dice che non c’è bisogno di nessuno. Ecco perché non è necessario insegnare
Ho’oponopono o creare dei prodotti di contorno. Tutto ciò di cui hai bisogno è il metodo, e quindi tutto ciò di cui hai bisogno è praticarlo. Se proprio vogliamo trovare qualcosa che possa aiutare, allora è avere un maestro (proprio come il dottor Hew Len ha avuto Morrnah e io ho avuto lui). Una volta chiesi al dottor Hew Len se dovessi allenarmi in Ho’oponopono. “No”, replicò senza esitazioni. “Tu sei già a posto”. Non ero d’accordo e continuai a cercare persone che avevano studiato con Morrnah o con il dottor Hew Len. Volevo assorbire tutto ciò che potevo. Ovviamente, quello che in realtà stavo facendo era aggiungere dati al mio già sovraccarico hard disk mentale. Perfetto. Qualcos’altro da ripulire. Che cos’è il vero Ho’oponopono? È quello che pratichi. È sostanzialmente uno strumento, non la religione migliore. È un passo verso il risveglio. Lungo la strada, molte persone hanno creato dei prodotti attorno a Ho’oponopono. Naturalmente anche il dottor Hew Len vende certe cose. Per esempio i suoi adesivi Ceeport, l’immagine che venne ispirato a realizzare. Ceeport significa “ripulisci, cancella, cancella mentre torni al porto”2. Ha la stessa immagine sul suo biglietto da visita, che vende a 10 dollari l’uno. Ho sempre ammirato questa sua audacia. La maggior parte della gente lotta per dare agli altri il proprio biglietto da visita. Il dottor Hew Len li vende. Una volta, quando qualcuno gli chiese un parere sul fatto di creare un prodotto da vendere ispirato dall’Ho’oponopono, il dottor Hew Len disse: “Se l’idea viene dall’ispirazione va benissimo”. Usa quei prodotti se ti senti ispirato. Ma chiediti se ne hai realmente bisogno. In Ho’oponopono, l’unica persona da cambiare è te stesso. Quando lo usi per i tuoi turbamenti indipendentemente da chi o da cosa li ha provocati, allora stai praticando l’autentico Ho’oponopono. Non hai bisogno d’altro. Per quanto io possa desiderare che tu compri più copie di questo libro (e di Zero Limits) per regalarle a tutti coloro che conosci, tu hai bisogno di fare soltanto ciò che riguarda i problemi che vivi. So che è una tentazione dire agli altri “ripulisci”, ma l’autentico Ho’oponopono non funziona in questo modo. Nessun altro deve fare qualcosa per risolvere un problema. Solo tu. L’Ho’oponopono tradizionale è così: qualcuno è turbato da un evento. Per risolverlo, tutti coloro che sono coinvolti vengono invitati a una riunione. In quell’occasione affiorano tutte le lamentele, non sempre espresse con amore o accettate con clemenza. Il leader del gruppo trattiene tutti coloro che sono coinvolti e la riunione continua il tempo necessario, fino a quando le cose si risolvono completamente, ossia quando nel gruppo torna l’amore incondizionato. Il moderno Ho’oponopono è invece così: tu sei turbato da qualcosa. Ti rivolgi all’interno, senti il dolore e supplichi la Divinità (Dio, Gaia, Tao, Zero, Natura ecc.) affinché rimuova il tuo programma interiore (dati, pensieri o credenze) che ha provocato o attratto il problema. Ripeti questo ripulire, ripulire e cancellare, o riparare, fino a quando non trovi pace. Nel primo scenario hai bisogni e dipendi dagli altri. Nel secondo non hai bisogno di nessuno. Il dottor Hew Len, Morrnah e io insegniamo quest’ultimo approccio. Per esempio, una mia amica aveva dei problemi con una donna in un gruppo che frequentava. La donna sembrava dire e fare qualunque cosa pur di irritare gli altri. Poiché non ero nel gruppo e non conoscevo la donna che pestava i calli agli altri, niente di tutto ciò mi dava fastidio. Non ero coinvolto. Ma la mia amica sicuramente sì. Presa dalla disperazione alla fine mi raccontò: “Ho provato Ho’oponopono perché non riuscivo a risolvere la situazione”.
In altre parole, insisteva a cercare di risolvere il problema che stava vivendo dicendo e facendo cose in modi diversi. Ma nulla funzionava. Poiché aveva appreso il metodo dal libro Zero Limits, decise di fare un tentativo con esso. Il risultato fu che riuscì a trovare la pace interiore e alla fine anche a dormirci sopra. Su quella situazione fu in grado di andare a Zero. Ecco un altro esempio. Parecchi anni fa mia madre venne ricoverata d’urgenza. Era malata da tredici anni ed era peggiorata molto. Stava soffrendo. I suoi organi vitali stavano cedendo. Tutta la famiglia venne chiamata. Cancellai i miei appuntamenti per stare al suo fianco. Era in un reparto di terapia intensiva così isolato che c’erano soltanto altri cinque pazienti. Tre di loro morirono mentre io ero là. Quando vidi mia madre così debole e pallida, mi sentii inerme. Una parte di me si sentiva anche arrabbiata. Pensavo che lei avrebbe dovuto prendersi maggior cura di sé. Ero turbato e impaurito. Non sapevo cosa fare. Persino i dottori sembravano soltanto tenerla in vita artificialmente e poco più. Non ero in pace e mi sentivo impossibilitato a fare qualcosa. Ricordai l’Ho’oponopono. Per me era essenziale trovare la pace interiore, la mia pace avrebbe aiutato mia madre a fare ciò di cui aveva bisogno, che fosse restare o andarsene. Iniziai a lavorare su me stesso. Non cercai di guarirla. Non sapevo come farlo. Non avevo modo di sapere cosa fare per aiutarla. Sapevo di essere turbato, quindi lavorai su di me. Avevo bisogno di riacquisire la pace. Sapevo dalle mie ricerche sui guaritori e sulla guarigione che il mio benessere avrebbe potuto influire su quelli intorno a me. Feci tutto ciò che ero in grado di fare. Sedetti e mi guardai dentro ripetendo le frasi “ti amo, mi dispiace, ti prego perdonami, grazie”. Non le stavo dicendo a lei e non le stavo dicendo a voce alta. Nessuno poteva sapere cosa stavo facendo e probabilmente pensavano che stessi meditando, pregando o semplicemente che stessi seduto in silenzio, inerme. Continuai a fare questa pratica fino alla fine delle ore di visita. Questo accadde molti anni fa. Mia madre è ancora viva. È a casa. Non sta benissimo ma è ancora viva, respira, parla, comunica. Ha dei giorni molto difficili e altri molto buoni. A volte mi guarda e mi dice: “Ti voglio bene”. Ci sono stati giorni di festa in cui ha passato la giornata con tutta la famiglia. Mio padre è il suo primo assistente. Poiché è un marine veterano della Seconda guerra mondiale, sposato con mia madre da più di sessant’anni, prendersi cura di lei è per lui la sua missione. Quindi il resto della famiglia si fa da parte e lo lascia fare ciò che meglio crede. Nel frattempo, l’estensione della vita di mia madre appare come un vero miracolo. La mia pratica di Ho’oponopono le ha salvato la vita? Le ha regalato degli anni extra o non ha fatto altro che dare a me la serenità? Non lo so. Non ho modo di sapere come valutare una cosa del genere. Ma so che la mia pace interiore mi ha permesso di stare con mia madre, centrato e nel presente. Forse è questo il vero miracolo. Forse il mio permettere la realtà del presente, senza giudizi o richieste, ha dato a mia madre la libertà di fare ciò di cui aveva bisogno: in questo caso, stare bene abbastanza da tornare a casa. Secondo Larry Dossey, medico, ricercatore e autore di Il potere curativo della preghiera, “i ricercatori lasciano intendere che i guaritori sono più efficaci se cercano di essere completamente liberi da visualizzazioni, associazioni e obiettivi specifici”. Continua spiegando che potrebbe essere meglio lasciare che l’approccio alla cura sia del tipo “sia fatta la tua volontà”. Come disse Henry Ward Beecher, “la forza di un uomo consiste nel trovare la via che Dio sta percorrendo e nell’andare in quella direzione”. Naturalmente è più facile dirlo che farlo. Vedere mia madre vicina alla morte in un reparto di
terapia intensiva fu inquietante. Volevo la sua guarigione. Ma l’autentico Ho’oponopono insegna che è il Divino, non io, a detenere l’esito perfetto. Devo avere tale fede per lasciare andare, facendo l’unico lavoro necessario per trovare la mia pace interiore. Scaviamo ora più in profondità su questo tema. 2 In inglese, ceeport è una contrazione di: clean, erase, erase, as you return to port(N.d.T.).
Capitolo 5 IN OGNI CASO, DI CHI È LA COLPA? Non è la gente, non è la persona. È il programma. – DOTTOR IHALEAKALA HEW LEN
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n amico passò a trovarmi e mi sparò addosso alcune domande sincere che scaturivano da Zero Limits. “Come può un bambino avere già delle credenze che lo limitano?”. La domanda sorse perché la figlia del dottor Hew Len aveva un problema dermatologico e Morrnah, quando lo incontrò, lo aiutò a guarire la bambina. “Ma prima di tutto, come aveva fatto la bambina ad ammalarsi? Non sono forse innocenti a quell’età?”. Veniamo al mondo con una programmazione. La scienza dell’epigenetica conferma che ciò che fecero i nostri bisnonni appare spesso nel Dna di un bambino di oggi. Non veniamo al mondo come lavagne immacolate. Ci arriviamo con una programmazione e poi ne scarichiamo di nuove dai nostri genitori, da altre persone e dalla cultura ini cui viviamo. Al mio amico raccontai di una persona che lavorava al mio programma Miracles Coaching® e che aveva perso i suoi gemelli qualche giorno dopo la nascita. La madre si sentiva in colpa, chiedendosi cosa avesse fatto di male. Il dottore disse che non aveva fatto nulla di male, non era stata colpa sua. In un altro caso, un famoso culturista di mia conoscenza ebbe un attacco di cuore. “Ma come?”, si chiese. Si era sempre nutrito con equilibrio e aveva sempre fatto sport. Aveva fatto tutto alla perfezione. Il dottore spiegò che non c’entrava niente ciò che lui aveva fatto. Era nel suo sistema ereditario, basato su ciò che le persone presenti in quell’albero genealogico avevano fatto prima che venisse al mondo. Lui non aveva niente a che fare con la causa di quell’attacco di cuore. Il mio amico capì. “Se è vero, allora abbiamo un sacco di purificazione da fare”, sintetizzò. E questo è il punto nell’Ho’oponopono. Ci sono talmente tanti dati da ripulire che potremmo non smettere mai. Il dottor Hew Len, durante uno degli eventi che organizzammo insieme a Austin, andò giù in centro a fare una passeggiata. Alla fermata dell’autobus disse buongiorno a uno sconosciuto. Non ebbe risposta. Il dottor Hew Len si adirò in un istante. Voleva un amichevole ciao. Questo dimostra quanta pulizia dobbiamo fare. Il dottor Hew Len pratica la purificazione da più di venticinque anni e tuttavia l’affronto di un estraneo lo offese. Tu continua a ripulire. Gran parte di ciò che devi ripulire è inconscio. È la tua programmazione. Anch’io ce l’ho. Per anni ho ripulito e ciò mi ha condotto a grandi svolte e a momenti di unità con il Divino. Ma non sono ancora perfetto. E nemmeno tu lo sei. Se stai leggendo questo libro hai altro lavoro da fare. Non è un giudizio su di te o su di me. Siamo esseri umani. Abbiamo ereditato dei programmi. Nessuno è colpevole. Ma abbiamo la responsabilità di purificare il mondo purificando noi stessi. Se vuoi essere una cosa sola con la vita e sentire subito l’appagamento, continua a ripulire. Dico appagamento anche se, fino a quando una conversazione con un amico mi fece cambiare il mio modo di esprimermi, ero solito affermare che l’obiettivo è essere subito felici e aggiungevo che la felicità è una scelta.
Mathew Dixon è uno straordinario chitarrista di flamenco moderno ed è il mio maestro di chitarra. Mi preparò per il mio primo cd, Blue Healer. Continuammo creando due noti album di musica ispirata all’Ho’oponopono, Aligning to Zero e At Zero. Quando viene a trovarmi, parliamo più spesso della vita e dell’Ho’oponopono che di chitarre e musica. Un giorno Mathew sostenne che la felicità è fuggevole. Disse che tutti vogliamo l’amore e, per questo motivo, facciamo qualsiasi genere di cosa. Ma, continuò, ciò che più vogliamo è l’appagamento. Mi ricordò il termine imperturbabilità. In altre parole, vogliamo stare in pace. La felicità può essere un modo per esternarla. L’appagamento è un altro. La maggior parte di noi non è felice, in pace o appagata. Ho detto spesso che, se vuoi sapere quanto illuminato sei, vai a trovare la tua famiglia. Loro conoscono i tuoi punti deboli. Poche persone si sentono appagate quando sono circondate in ogni istante dalla famiglia. Tempo fa, ero solito visitare la mia famiglia indossando uno scudo psichico. Ero teso e mi aspettavo che qualcuno criticasse me o il mio stile di vita. Invece adesso torno a casa sereno. Continuo a ripulire e la mia famiglia sembra essere cambiata. Devi ripulire, ininterrottamente. È il biglietto per l’appagamento. Lungo la strada si trovano altri benefici, quasi mistici e sovrumani (ci tornerò sopra più avanti). Ma tu non dipendere dalle ricompense. Ripulire per ottenere qualcosa è un programma. Tu ripulisci per essere qui adesso. Il miracolo è adesso. Il potere è adesso. Il vero premio è adesso. Non conosco ancora nessuno nel qui e ora, quindi continuo a ripulire. Da dove vengono le quattro frasi e perché funzionano? Non sono riuscito a trovare nessuno studio che dica come sono nate. È facile dedurre che le credenze cristiane (come il pentirsi con un “mi dispiace” e un “ti prego perdonami”) siano coinvolte. È probabile anche che le vecchie superstizioni hawaiane possano aver dato origine a frasi sull’arrendersi alla Divinità o agli dei che possono sanare o danneggiare. Ed esiste anche la tentazione di affermare che le quattro frasi siano soltanto ciò che chiunque direbbe in un gruppo di assistenza psicologica: “ti prego, perdonami per aver tirato dei pomodori contro casa tua”, e terminando con la richiesta di perdono (“mi dispiace”) affinché uno possa dire all’altro “ti amo”. Comunque siano arrivate, le quattro frasi sono ormai consolidate. Migliaia di persone oggi le ripetono per sanare una lunga lista di problemi. Ma perché queste frasi funzionano? È ancora più difficile rispondere. Potrebbe essere semplice fede. L’effetto placebo è potente. Associandole alla famosa storia del dottor Hew Len e del reparto di ospedale che fece chiudere, è facile credere che le frasi possano avere dei poteri magici. E non possiamo sottovalutare la possibilità che li abbiano davvero. Nessuno può affermare con certezza se il potere venga dalla tua fede in esse o dal pronunciarle indipendentemente da ciò che credi. Immaginiamo lo studio di uno scienziato in cui un gruppo di persone usa le frasi e un altro gruppo no. Potremmo forse essere in grado di dire cosa abbia funzionato. Ma poiché ci sono molte variabili in uno studio del genere, non potrebbe essere definitivo (una volta il dottor Hew Len mi inviò una ricerca che dimostrava come la pressione sanguigna si abbassasse usando le quattro frasi come una meditazione. Ma la ricerca era così ridotta da non poter essere presa seriamente in considerazione). Ho spiegato spesso che le quattro frasi sono parole che mettono in moto un lungo processo. Per esempio, quando dico “mi dispiace” sto veramente pensando “mi dispiace per qualunque programma presente in me abbia creato questa situazione”. Quando dico “ti prego perdonami” voglio dire “ti prego perdona il mio essere inconsapevole dei miei processi mentali”. Quando dico “grazie” voglio
dire “grazie per liberarmi da questo programma”. Quando dico “ti amo” sto ritornando alla Sorgente (la Divinità o lo Zero) e sto mantenendo pulita la mia lavagna interiore. La buona notizia è che oggi abbiamo a disposizione più metodi di purificazione che danno rapidi risultati, ma ne parlerò in un altro capitolo. Ora diamo un’occhiata a come la scienza sostenga l’idea che è alla base della guarigione Ho’oponopono.
Capitolo 6 DA DOVE VENGONO QUESTI PROGRAMMI? Sei già perfetto. – DOTTOR IHALEAKALA HEW LEN
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doro il campo della plasticità cerebrale. È incoraggiante. Afferma che il tuo cervello può essere modellato come argilla. E può essere rimodellato e riconnesso da te: una neuroplasticità fai da te. Questo ci aiuta a spiegare come funziona l’Ho’oponopono. Il dottor Jeffrey Schwartz, nel suo ultimo libro You Are Not Your Brain , scritto con la dottoressa Rebecca L. Gladding, sostiene che praticamente ogni abitudine può essere cambiata con un processo in quattro tappe. Puoi farla finita con l’auto-sabotaggio e con altre abitudini dannose. Puoi liberarti. Ho incontrato il dottor Schwartz. Questo medico, psichiatra e ricercatore trasuda una grande energia, ha una fede profonda e ama il suo lavoro. È stato consulente per il film di Martin Scorsese sulla figura di Howard Hughes The Aviator. Schwartz sta ora aiutando la gente come noi a imparare a riconnettere il cervello per ottenere ciò che vogliamo e per diventare le persone che desideriamo essere. Al centro del suo approccio rivoluzionario c’è la comprensione del fatto che tu sei qualcosa di diverso dal fisico. È per questo che puoi essere separato dal tuo cervello, puoi essere consapevole di esso e riprogrammarlo. Schwartz è un uomo di scienza che ha scritto un altro affascinante libro scientifico nel 2002: The Mind and the Brain: Neuroplasticity and the Power of Mental Force . Tuttavia è anche un uomo spirituale e non ha paura di dirlo. Non dice da dove vengano i pensieri ma suggerisce che alcuni di essi ti servano e altri siano invece ingannevoli messaggi cerebrali. Questi ultimi puoi imparare ad ascoltarli, ma non assecondarli. Ho detto a Schwartz che in gran parte dei miei libri, come Attractor Factor, chiamo credenze limitanti ciò che lui definisce ingannevoli messaggi cerebrali. Sono entrambi pensieri che non sono utili per il tuo obiettivo più alto. Schwartz mi ha spiegato che nel suo lavoro con malati di disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), l’esame del cervello ha rivelato che i pazienti stavano obbedendo a dei messaggi cerebrali che li facevano soffrire. Tuttavia, non era un problema per loro, era un problema per i loro cervelli. Con nuove capacità, potrebbero imparare a riqualificare il loro cervello (il dottor Schwartz ha analizzato il DOC nel suo primo libro Brain Lock). Ma questo è vero per tutti noi. Il nostro cervello potrebbe non essere sempre di aiuto. Il messaggio è che, indipendentemente da quale sia il conflitto, tu puoi cambiare. La sfida è imparare come. I quattro passi di Schwartz sono una soluzione universale che si applica a tutto: la dipendenza da iPhone o BlackBerry, gli acquisti compulsivi, la bulimia, la dipendenza dal cibo spazzatura o dal gioco, il temporeggiare e come smettere di ritornare dal tuo vecchio partner così deleterio per te. In altre parole, quei pensieri che appaiono improvvisamente nella tua testa, come “questa roba Ho’oponopono è tutta una m…”, non vengono da te ma dal tuo cervello. Schwartz li chiama messaggi cerebrali ingannevoli, ma fino a quando non te ne stacchi, ti identifichi in essi. Ripulire ti aiuta a schivarli e a evitare che ti sparino addosso. In breve, ecco i quattro passi di Schwartz per aiutarti a venirne a capo:
Passo 1 - Rietichetta: identifica i messaggi cerebrali ingannevoli e le sensazioni sgradevoli; chiamali con il loro nome. Passo 2 - Reinquadra: cambia la tua percezione sull’importanza dei messaggi cerebrali ingannevoli; dichiara perché questi pensieri, desideri e impulsi continuano a tormentarti. (“Non sono io, è solo il mio cervello!”). Passo 3 - Rifocalizza: dirigi la tua attenzione verso un’attività o un processo mentale che sia sano e produttivo, anche se desideri, pensieri, impulsi e sensazioni ingannevoli sono ancora presenti e disturbanti. Passo 4 - Rivaluta: osserva chiaramente i pensieri, i desideri e gli impulsi per quello che sono: sensazioni provocate da ingannevoli messaggi cerebrali che non sono veri e che hanno poco o nessun valore. Puoi allenare il tuo corpo e puoi allenare la tua mente. Per ora chiamiamolo yoga del cervello. Questa informazione ti insegna a essere il pilota del tuo cervello e non un semplice passeggero che gli permette di schiantarti contro un muro. Libri e ricerche di pionieri delle neuroscienze come Schwartz mi ispirano e mi entusiasmano. Provano che puoi avere ciò che vuoi con la tenacia, la volontà e la strategia. Ancora più importante è il fatto che puoi arrivare a un punto in cui sei nel presente. Sperimenti pienamente questo istante, sei in grado di sentire il Divino che sussurra le sue intenzioni e le sue ispirazioni e sei in grado di agire di conseguenza senza esitazioni o paure. Fino ad allora ripulisci, ripulisci, ripulisci.
Capitolo 7 VARIAZIONE DEL CONTROLLO L’effetto placebo Secnodo un pfosseore dlel’Unviesrità di Cmabrdige, non imorpta in che oridne apapaino le letetre in una paolra, l’uinca csoa imnorptate è che la pimra e la ulimta letetra sinao nel ptoso gituso. Il riustlato può serbmare mloto cnofuso e noonstatne ttuto si può legerge sezna mloti prleobmi. Qesuto si dvee al ftato che la mtene uanma non lgege ongi letetra una a una, ma la paolra nel suo isineme.
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l tuo cervello è progettato per creare delle scorciatoie che permettono di capire la realtà e di individuare ogni minaccia alla tua sopravvivenza. Uno dei modi in cui svolge queste funzioni è quello di riempire i vuoti, proprio come ha fatto quando hai letto qui sopra le parole disgregate. Tuttavia questa capacità unica può anche creare dei problemi percettivi. La tua mente può essere incline all’errore e tu potresti non notarlo nemmeno. Il film del 2005 Control è un ottimo esempio di come funziona. È la storia di un sociopatico condannato a morte con iniezione letale a cui viene data la possibilità di ricominciare. Deve solo fare la cavia di un nuovo farmaco che si spera possa tranquillizzare un’anima tormentata. Il killer interpretato da Ray Liotta accetta con riluttanza. Nel corso del tempo, il protagonista diventa più calmo, vive il rimorso e sembra veramente cambiato. Ma ben presto scopriamo che tutte le altre cavie dell’esperimento che hanno usato il farmaco sono morte. Eppure Ray è ancora vivo. Perché? Non voglio rovinarti il film raccontandoti la trama, quindi ti dirò soltanto che le tue aspettative creano il risultato che ottieni. Non è necessario che tu conosca consciamente le tue aspettative. Trarrai delle conclusioni sulle tue aspettative dalla gente che ti circonda e dal tuo passato. Ed è qui che arriva l’Ho’oponopono a toglierti dai guai. Secondo il dottor Hew Len, il nostro passato è parte della nostra programmazione. Ciò che ci aspettiamo dalla vita e dagli altri deriva dalle conclusioni che abbiamo tratto da esperienze precedenti. In altre parole, non riesci quasi mai a vedere il momento presente con limpidezza. Lo guardi attraverso un filtro. Nel film Control, l’attore protagonista ha avuto un’educazione violenta. È stato testimone di crimini d’odio e di passione. Ha inconsciamente concluso che la sua vita sarebbe stata ciò che aveva visto. Non è vero, naturalmente, perché non deve necessariamente andare in quel modo. Tuttavia, la sua mente trae le sue conclusioni e vive in base a esse. Nel corso del film, incontra qualcuno che lo aiuta a formulare una nuova immagine di sé e la sua vita cambia drasticamente. Perché? Perché la sua nuova percezione di sé crea un nuovo modo di essere. Diventa un’anima gentile invece che violenta. L’Ho’oponopono insegna che il tuo passato non riguarda soltanto questa vita. Il dottor Hew Len dice che conteniamo dati risalenti alle amebe e a tutte le forme di vita dall’inizio dell’universo. È più di quanto porti con te consapevolmente in questa vita. Il tuo bagaglio è pesante. Hai fatto le valige per questo viaggio molte vite fa. Non le hai ancora aperte e quindi raramente ciò che vedi e sperimenti è la purezza di questo istante. Anche mentre leggi queste parole, la tua mente te le sta trasmettendo attraverso un filtro di
programmazioni preconcette. Se ti hanno insegnato a essere scettico leggerai questo libro in un certo modo. Se invece ti hanno insegnato a essere aperto lo leggerai in un altro. Se i miei libri ti piacciono avrai una certa aspettativa. Se sei uno di quelli che invece non li amano ne avrai un’altra. E allora, cos’è questo libro? Se dipendendo dai dati personali e dalle aspettative ci sono molte maniere di percepire queste parole, qual è la realtà di questo libro? Ecco un altro quiz mentale per chiarire ulteriormente come funziona il cervello. Leggi le seguenti frasi e conta quante d vedi: I SEGNALI ADDITATI DA LUI SONO QUELLI CHE NON DANNO INDICAZIONI DI NESSUN GENERE SULLA DISTANZA DI SICUREZZA DA TENERE. Questo esempio aiuta a dimostrare che il tuo cervello ha dei bachi (a proposito, ci sono nove d. Hai trovato subito quelle delle parole di?) Ecco un altro quiz: Quanti animali di ogni specie portò sull’arca Mosè? A meno che tu non conosca già la domanda, hai probabilmente risposto “due”. Ma avresti sbagliato. Mosè non raggruppò gli animali. Fu Noè a farlo. Nel suo libro On Second Thought, Wray Herbert racconta di uno studio condotto su studenti di un college a cui venne chiesto di leggere le istruzioni di un programma di esercizi sportivi che avrebbero fatto. Un gruppo lesse le istruzioni stampate con un carattere tipografico Arial black, chiaro e leggibile. Un altro gruppo lesse le stesse istruzioni con un carattere che le faceva sembrare “scritte a mano con un pennello giapponese”. Agli studenti venne chiesto di fare gli esercizi indicati dalle istruzioni. Quelli che avevano il carattere tipografico facile da leggere pensarono che sarebbero stati facili e li fecero subito. Gli altri, che avevano avuto le istruzioni con il carattere più difficile da leggere, pensarono che gli esercizi sarebbero stati troppo difficili e non li fecero affatto. Come scrisse Herbert, “quelli che lottarono con i caratteri in stile pennello giapponese non avevano nemmeno l’intenzione di andare in palestra. La sola lettura li aveva stancati”. Nota che gli studenti non erano consci del fatto che i caratteri delle istruzioni stavano influendo sulle loro decisioni. Accadde al di fuori della loro consapevolezza. Un carattere tipografico li aveva condizionati. Il tuo cervello dà in continuazione giudizi sommari. Cerca di essere efficiente e di salvarti la vita, e in più è pigro. Ma come rivelano gli esempi appena fatti, queste scorciatoie potrebbero limitare la tua capacità di vedere la realtà della vita e di cambiarla quando tu lo desideri. Potresti anche non accorgerti di quanta influenza abbia su di te il mondo circostante. Accade tutto inconsciamente. Assolvendo tutti i comportamenti passati per trovare l’amore e l’accettazione in questo istante, l’Ho’oponopono ti spinge a lasciare andare le programmazioni passate che, essenzialmente, creano questi bachi mentali. Ti aiuta a ripulirti per arrivare al risveglio nel presente. È un compito arduo. Il dottor Hew Len non crede che riusciremo a farlo durante questa vita (penso che lui sia un pessimista, ma questi sono i miei dati). In ogni caso, la cosa da fare è ripulire. Ripulire questo libro, la tua vita, le tue aspettative: tutto ciò che ti capita e che non è il miracolo dell’adesso. Il film Control dimostra che si ottiene ciò che ci si aspetta, anche quando è inconscio. Ma quello è un film. E la vita reale? In un post per un blog che scrissi sulla credenza nella magia, qualcuno commentò chiedendo di
sapere qualcosa sugli antichi guerrieri che indossavano vesti magiche per proteggersi da frecce e proiettili. Pensava che tali guerrieri fossero dentro un pensiero magico e non nella realtà. Lo trovai bizzarro. Se andassi in battaglia, indosserei qualunque cosa che promettesse di proteggermi, compresa una veste magica, e la metterei velocemente. Se pensassi che mi potrebbero aiutare, mi metterei in testa degli spaghetti e indosserei una collana di crocchette per conigli. Penso che saresti un po’ stupido se non facessi tutto ciò che ti fa sentire più forte: preghiere, rituali, ornamenti, quello che vuoi. Tutto ciò che ti aiuta a superare un’esperienza terrificante come la guerra dovrebbe essere accettabile. Ma osserviamo più in profondità il commento del mio amico. Quando il pensiero magico è un problema? La mia ricerca sui placebo – definiti come “pillole innocue, medicamenti o procedure prescritte più per un beneficio psicologico del paziente che per gli effetti fisiologici” – conferma che quando credi in qualcosa, la tua credenza tende a realizzare quella cosa. Esistono incredibili studi scientifici che provano che quando qualcuno con un problema alle ginocchia viene indotto a credere di essere stato operato – gli era stata somministrata un’anestesia e fatta un’incisione ma non un’operazione chirurgica – si sente effettivamente meglio. Un altro studio più recente ha dimostrato che un placebo funziona anche quando sai che è un placebo. Niente di nuovo. Conosco i poteri della fede fin dagli anni Sessanta, quando lessi il capolavoro di Claude Bristol The Magic of Believing. Le tue credenze plasmano la realtà. Se credi qualcosa su te stesso o sul tuo mondo, tenderai ad attrarre le condizioni perché ciò accada. Questo funziona anche con le credenze negative. Il nocebo è un’aspettativa negativa che altrettanto facilmente riuscirà a creare le condizioni per la sua realizzazione. In altre parole, se credi che le cose andranno male o che qualcosa avrà un effetto dannoso, tenderai ad attrarre quell’aspettativa.3 Questo ci porta a un’interessante quanto difficile situazione. Se la tua fede influenza la tua realtà in modo così forte, allora quando la tua fede entra in conflitto con la realtà? Per esempio, indossare una veste magica per andare in guerra è solo un modo per illudersi? Credere in un risultato positivo malgrado la realtà dei fatti è un modo per ingannarsi? Credere in un risultato negativo malgrado le evidenze contrarie è un errore? Probabilmente. Sì, può essere che ti stia illudendo quando indossi una veste magica e un anello benedetto. Ma proprio quell’illusione può essere la fede che ti aiuta ad andare avanti con forza o quel qualcosa in più di cui hai bisogno per aiutare te stesso, sopravvivere e prosperare. In altri termini: qual è l’alternativa? Andare in battaglia senza niente? Attraversare la vita senza alcun potere? Poiché qui la tua fede è l’elemento dominante, sei libero di credere nel positivo, nel negativo o in niente (scrivo niente in corsivo perché persino credere in niente è ancora credere in qualcosa). C’è chi pensa che il grande dio chiamato scienza sia la cosa migliore della realtà, ma la scienza arriva sempre a conclusioni che contraddicono le conclusioni precedenti. E la scienza attuale che spiega i placebo dimostra che ciò che credi è più importante della cosiddetta realtà che ti circonda. Se la scienza è lo sguardo definitivo sulla realtà, perché tutti gli scienziati non sono d’accordo tra loro? Perché ci sono scienziati che credono, per esempio, nella percezione extra-sensoriale e scienziati che non ci credono?
Perbacco, credevo che la scienza desse il verdetto finale. Ho smesso di leggere famose riviste scientifiche, come Psychology Today , perché era evidente che non fanno altro che riportare studi recenti. Aspetti un po’ e nuovi studi contraddiranno quelli vecchi. E così all’infinito. E allora, che cosa è reale? Fin da quando ho pubblicato il libro e il programma audio Corso di Risveglio ho sempre sottolineato che la realtà è un’illusione. Non è un’idea nuova. Buddha e altri, specialmente maestri della non dualità, hanno detto la stessa cosa. Quando raggiungi il quarto stadio del risveglio vedi l’illusione. Come disse Einstein, “la realtà è soltanto un’illusione, anche se molto persistente”. Insisto: sei libero di indossare vestiti e amuleti magici o non fare nulla del genere. Puoi accordare la tua fede alla magia o alla realtà. Entrambe riflettono le tue credenze. Entrambe, in essenza, sono realtà. Dopotutto, tu vedi la cosiddetta realtà attraverso le tue percezioni e quelle percezioni provengono dalle tue credenze. Se mi hai incontrato, sentito parlare, visto in fotografia, in televisione o al cinema, allora sai che indosso anelli e rosari. Alcuni sono cose commerciali, altri hanno un vero potere esoterico e sono convinto che mi aiutino. Ogni volta che parlo in pubblico, indosso una gemma fatta con un frammento del meteorite Gibeon, che si stima abbia circa quattro miliardi di anni (cioè più vecchio del pianeta Terra). È bello e sento un’energia in più quando lo indosso. È un regalo che mi fece mia moglie Nerissa una decina d’anni fa e quindi ha un valore anche affettivo. Cos’è più importante in tutto ciò? La mia fede in esso. Ciò detto, cos’è davvero reale? La verità è che preferisco credere in un universo magico dove vedo la mia vita fiorire con dei miracoli piuttosto che attraversarla pieno di paura ogni volta che si muove una foglia. Allo stesso tempo sottoscrivo il detto sufi: “Abbi fede in Allah, ma prima lega il tuo cammello”. Tornando al commento del mio amico sul blog circa il pensiero magico, questo significa abbi fede nella tua veste magica ma prenditi cura di te stesso in tutti gli altri modi possibili. Questa è la co-creazione della realtà. Sì, c’è della magia, e sì, ci sono le tue azioni nel mondo fisico. La cosa più saggia sarebbe mescolare le due cose. L’unico vero pericolo della magia può essere quello di fidarsi solamente di essa. Shawn Achor, nel suo libro Il vantaggio della felicità, suggerisce di guardare il mondo attraverso delle lenti rosa anziché colorate di rosa. Sostiene che “come implica il nome, le lenti rosa lasciano i veri problemi reali nel nostro campo visivo, ma mantengono la nostra concentrazione principalmente sulla positività”. Termino citando Bruce Barton, il protagonista del mio libro I sette segreti perduti del successo. Nel suo volume del 1927 What Can a Man Believe?, Bruce scrisse: La fede negli affari, la fede nella patria, la fede in se stessi, la fede negli altri: questo è il potere che muove il mondo. E perché è così irragionevole credere che questo potere, che è più forte di ogni altro, sia un frammento del Grande Potere che agisce nell’universo? In breve, se io stessi per andare in guerra, sicuramente indosserei una veste magica e farei qualsiasi altra cosa per uscirne vivo. La veste magica può avere o non avere del potere, ma la mia fede in essa lo avrà.
Detto in altri termini, un placebo non è veramente reale, ma il suo effetto sì. Abbi fede e lega il tuo cammello. Oh, e continua a ripulire! 3 www.washingtonpost.com/ac2/wp-dyn/A2709–2002Apr29
Capitolo 8 LO SPECCHIO SEGRETO Quando ti senti fiducioso e sicuro puoi continuare a parlare di tutto. Puoi lasciare che le cose sorgano e rimuoverle facilmente. La fede è la prima cosa importante. – JOE VITALE, DA THE MIRACLES MANUAL, VOL. 1
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ll’inizio del 2013 l’azienda che gestisce il mio programma Miracles Coaching® voleva sviluppare con me un prodotto online. Erano certi che sarebbe stata una buona fonte di guadagni e un generatore di contatti commerciali per il mio programma di allenamento ai miracoli. Pensai che fosse una buona idea e acconsentii. Nessuno di noi aveva un’idea su che prodotto creare. Contattammo un po’ di professionisti e raccogliemmo le idee. Dissi loro che molto del mio lavoro girava attorno al concetto della vita come uno specchio e che forse potevamo creare un prodotto che usasse lo specchio come metafora o come strumento. Fu lì che me ne uscii con l’idea dello Specchio Segreto. È un nome accattivante, ma devo confessare che nessuno, io compreso, sapeva cosa fosse. Passarono i mesi e decidemmo di invitare quattro persone per offrire loro un allenamento personalizzato con me presente e ripreso dal vivo. Come in un reality televisivo, la mia idea era quella di aiutarli e di filmare tutto per poi convertirlo in un prodotto. Il giorno delle riprese, nella stanza al piano superiore del Brewster’s Pizza a Wimberley, nel Texas, la troupe era pronta sul posto. Avevamo persino affittato uno specchio antico da usare come parte del prodotto non ancora ben definito. Mentre la cinepresa riprendeva la scena, incontrai le persone e chiacchierai con loro sulla vita e sul successo. Fin qui tutto bene. Ma poi arrivò il momento dei faccia a faccia individuali, trenta minuti o anche meno per aiutare ognuno di loro a dare una svolta alla propria vita (sempre dal vivo). Non avevo idea di come farlo. Benché abbia decenni di esperienza nel campo dello sviluppo personale e conosca molte tecniche, aiutare un estraneo a cambiare così, istantaneamente e ripreso dal vivo, era più che snervante. Infatti ero completamente bloccato. Mi feci prendere dal panico. Pensai: “E se non ci riesco? E se sullo schermo sembro un idiota? E se non riesco ad aiutare queste persone? E se invece rendo tutto peggiore?”. Poi ricordai la tecnica dell’E se che Mindy Audlin insegna nel suo libro What If It All Goes Right? Lei dice di farsi delle domande positive come “E se funziona? E se riesco ad aiutarli? E se è divertente?”. Questo cambiò la mia energia. Mi sentii felice e più ottimista, ma avevo ancora bisogno di sapere che cavolo fosse il metodo dello Specchio Segreto. Aiuto! Andai in bagno, chiusi la porta a chiave e mi guardai allo specchio. Mi dissi che avevo bisogno di una purificazione – subito – e iniziai a borbottare ad alta voce le quattro frasi purificanti. Mi ricordai di focalizzarmi e di parlare al Divino, non a me stesso. Le mie paure erano programmi. Erano dati. Erano lì dal passato. Non mi importava come, perché o chi.
Volevo purificare. Dopo lunghi minuti feci un respiro, mi dissi che mi amavo e che mi sarei amato indipendentemente da cosa sarebbe successo e uscii per le riprese. In quel momento capii la tecnica dello Specchio Segreto. Tutto si chiarì nella mia mente: un processo in tre stadi con lo specchio, la mia guida e la mia assistenza per aiutare la gente a capire i propri problemi e a raggiungere l’obiettivo che ognuno ha. Ecco com’era:
1.
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Spiegai le contro-intenzioni. È l’idea che la mente conscia vuole una cosa mentre quella inconscia ne vuole un’altra. Questo conflitto ti impedisce di ottenere dei risultati. Per esempio, se tu coscientemente vuoi più soldi ma hai un programma inconscio che dice che i soldi sono il male, bloccherai l’acquisizione di denaro. La tua contro-intenzione inconscia, che viene dalla parte di te più potente e invisibile, dominerà. Poi spiegai lo Specchio Segreto. È un genere di esperienza dell’immaginazione in cui le persone che preparo viaggiano mentalmente nel futuro verso un universo parallelo – ma nel futuro le preoccupazioni che hanno oggi sono il passato – per vedere come ha affrontato il problema con cui stanno attualmente lottando la versione futura di se stessi. Li aiutai a usare un vero specchio e li guidai in uno stato di trance a occhi aperti mentre lo guardavano. Poi potevano fare ai loro futuri sé le domande che riguardavano il loro oggi. Poi spiegai l’azione ispirata. È il concetto dell’agire a partire da idee che emergono dalla tua mente e appaiono nel tuo stato di veglia. Poiché niente accade fino a quando qualcosa non si muove, l’azione è essenziale per il successo.
Ispirato, improvvisai tutta la serata. Lasciai andare. Ebbi fede. La prima persona che allenai si era trasformata, davanti alla telecamera, in meno di mezz’ora. La stessa cosa accadde con gli altri e nacque così lo Specchio Segreto. Recitai una piccola preghiera: “Grazie”. Mesi più tardi, verso la fine del 2013, l’azienda annunciò in internet il metodo dello Specchio Segreto. Il risultato fu un brulicare di conversazioni e un mucchio di ordinazioni. Il nuovo prodotto è stato, ed è, un successo. Ecco un’altra storia illuminante sul tema. Qualche decennio fa, quando vivevo a Houston, andavo a Hermann Park a correre lungo il sentiero di tre chilometri che circonda il campo da golf. Poiché ero sovrappeso, pestavo i piedi e mi procurai una forte tallonite a causa di depositi di calcio che si erano formati dietro entrambi i calcagni. Erano così grandi che i medici li mostravano ai colleghi commentando la dimensione incredibile. Ero diventato lo spettacolo itinerante delle cliniche mediche. I medici facevano girare le mie radiografie. Ma nessuno di loro riusciva ad alleviare il mio dolore. Nel corso del tempo, quelle calcificazioni diventarono estremamente dolorose. Mi costringevano a zoppicare. Questo mi provocò una piccola lacerazione a un legamento muscolare del piede destro. Alla fine, quasi non potevo guidare per il dolore insopportabile. Poiché credo che tutto possa essere curato, misi l’intenzione conscia in cerca di una cura. Intanto andavo da medici, guaritori, psicologi, chiropratici, podologi, medici sportivi, agopunturisti, erboristi e altro ancora. Comprai delle scarpe speciali e dei plantari. Allontanai il dolore con tecniche di libertà emotiva, pregai i miei angeli custodi, provai pozioni e creme e cercai online dei rimedi.
Un podologo mi introdusse nel piede degli steroidi che rimossero il dolore per un mese. Ma poi tornò. Mi consigliò di operarmi ma non era molto convincente quando diceva che sarei guarito. Lasciai perdere. Andai da un esperto in proloterapia che mi iniettò più volte nel tallone destro una soluzione di acqua e zucchero: fu la visita medica più dolorosa della mia vita. Disse che avrei sentito come la puntura di un’ape. Sembrò invece che un mostro preistorico mi avesse trafitto il piede con un artiglio grande come il naso del dottore. Fu un dolore impossibile da dimenticare. Gemevo come un animale ferito. E ancora non funzionò. Continuavo ad agire in base a ogni indizio trovassi sulla mia strada. Naturalmente, tutti avevano un’opinione. Una donna disse “io mi opererei”. Come gran parte delle persone bene intenzionate, non aveva la minima idea se ciò fosse giusto per me. Dovevo continuare a ripulire, ad agire e a fare attenzione a dove mettevo i piedi (letteralmente, perché il dolore era terribile). Cosa avrei dovuto fare? Poi, un giorno, durante un ritiro alle Hawaii per i membri del Transformational Leadership Council, vidi un annuncio per una guarigione gratuita di Qi Gong sulla spiaggia. Qualcosa in me fece un click. Le parole gratuita e sulla spiaggia risuonavano dentro di me. Ma anch’io avevo conoscenze di Qi Gong, l’arte cinese di guarigione interna chiamata anche Chi Kung, ed ero più che incuriosito. Sentivo che ne sarebbe valsa la pena. Sentivo che era un’idea ispirata. Ci andai. Chunyi Lin è un maestro certificato di Qi Gong e il fondatore dello Spring Forest Qi Gong. Incontrò me e pochi altri sulla spiaggia assolata. Gli raccontai del mio problema ai calcagni e della lacerazione del legamento. Lui trasalì, come se sentisse il mio dolore. Il suo viso sofferto sembrava suggerire che non potesse fare nulla per me, quindi non vedevo grandi speranze di venire curato da lui. Mi chiese di chiudere gli occhi, di rilassarmi e di ascoltare le onde più lontane dell’oceano, visualizzando l’amore che andava verso i miei talloni doloranti. Ok, lo potevo fare. Diedi una sbirciatina per vedere cosa stesse facendo. Chunyi era ai miei piedi e puntava le sue dita verso i miei talloni. Continuava a muovere la mano in piccoli circoli, concentrando la sua energia e la sua intenzione sui miei piedi per parecchi minuti. Persi la cognizione del tempo. Non sentivo che stesse accadendo nulla, ma mi rilassai e lasciai andare. Dopo quello che sembrò un quarto d’ora, si fermò e si diresse verso la persona successiva. Quando me ne andai dalla spiaggia e iniziai a camminare, notai che i piedi erano più flessibili. Riuscivo a muovermi e a camminare più facilmente. Non sentivo che fosse stata una cura definitiva perché provavo ancora dolore, per cui non ci pensai più di tanto. Ma nel giro di un paio di giorni il dolore diminuì e la mia capacità di camminare migliorò. Ero entusiasta. Andai in cerca di Chunyi prima di lasciare le Hawaii per ringraziarlo e chiedergli cosa avesse fatto. Fu molto amichevole e mi disse che aveva semplicemente inviato energia ai miei piedi. Mi chiese il tesserino con il mio nome, lo prese e mi disse che avrebbe continuato a inviare energia curativa verso di me. Questo accadde almeno due anni fa. Oggi non ho più nessun dolore, guido, cammino e mi alleno senza difficoltà. Si vedono ancora i bozzi sui miei piedi dove avevo le calcificazioni. Sono ancora cauto con i miei piedi, ma si è risolto tutto. Il dolore se ne è andato. Considerando quanto dolore ho passato e per quanto tempo l’ho avuto, questo è stato davvero un miracolo. Come è potuto accadere un miracolo del genere? Avevo un’intenzione – curare il dolore – e seguii l’ispirazione, che in questo caso era vedere Chuyi. La combinazione delle due cose, come per la creazione dello Specchio Segreto, produsse il
risultato. Ma cosa permise a tutto ciò di accadere? Come creai qualcosa dal nulla? Alla fine, come trovai la cura? Credo che ci sia qualcosa che ha a che fare con l’intenzione conscia, con l’ispirazione divina e con l’agire a partire da entrambe. Quindi cerchiamo di capire meglio come funziona l’Ho’oponopono quando viene combinato con questi elementi.
Capitolo 9 LA LEGGE D’ATTRAZIONE CONTRO L’HO’OPONOPONO Un’intenzione pura – specificata senza disperazione o obbligatorietà e con uno spirito infantile di fiducia, fede e divertimento – conduce a opportunità che nessuno può prevedere o pianificare. – JOE VITALE
I
fan del mio libro Attractor Factor o del film The Secret in cui intervengo fanno spesso fatica a conciliare la Legge d’Attrazione e l’Ho’oponopono. Qualcuno pensa persino che io abbia preso una piega del tutto diversa quando ho pubblicato Zero Limits. Non hanno capito. Non vedo nessun conflitto, funzionano benissimo insieme. Io sono dell’idea che esistano intenzioni e ispirazioni, e ciò che voglio sono le seconde. Mi spiego. Un giorno stavo camminando lungo il corridoio degli uffici del mio programma di addestramento al marketing e uno degli istruttori mi chiese: “Hai qualche idea per altri tipi di addestramento?”. L’ispirazione accese la mia mente. “Ho sempre voluto fare qualcosa sui miracoli”, dissi. “Forse vorrei fare l’addestramento ai miracoli”. Ne discutemmo. In una settimana mettemmo in piedi un sito web sul tema, www.MiraclesCoaching.com. Ci aspettavamo che nel giro di sei mesi una cinquantina di persone mostrasse qualche interesse. Ne arrivarono cinquecento in un giorno! Questa è ispirazione! Nel 2006 diressi un evento privato chiamato Beyond Manifestation durante il quale spiegai che ci sono tre modi di manifestare la propria realtà: 1. 2.
3.
Per impostazione predefinita: se non sei coinvolto nella tua vita a livello conscio, la tua realtà sarà creata dalle azioni degli altri e dal tuo inconscio. È un modo di vivere assopito. Per scelta: puoi dichiarare consciamente le tue intenzioni, che focalizzeranno il tuo corpo, la tua mente e il tuo spirito per andare in una certa direzione. Questo è preferibile all’impostazione predefinita perché sei più sveglio e più forte. Per ispirazione: avviene quando permetti alla Divinità, o Zero, di trasmetterti idee nuove. Può sembrare che vengano fuori dal nulla. Se ti rilassi e ti lasci andare ma resti cosciente e sveglio, puoi ricevere nuove idee incredibili. Questo è un approccio alla vita elettrizzante e più illuminato.
Le intenzioni sono potenti. Puoi progettare tutto quello che vuoi ma è più saggio permettere al Divino di darti ciò che hai stabilito o anche qualcosa di meglio. Accade quando è l’ispirazione a dominare. Mettiamola così. Le intenzioni vengono dal tuo ego, si basano sul tuo passato e su ciò che la tua mente crede sia possibile. Questo significa che le intenzioni si appoggiano sui dati attuali. Si basano sui ricordi. Sono limitazioni incorporate. L’ispirazione, invece, può sbalordirti.
L’ispirazione può venire da tutto ciò che è; chiamalo Divino, Zero, Dio, Tao o come vuoi. Comprende la tua mente ma va al di là di essa. È ciò che ti può far pensare più in grande di quanto tu abbia mai fatto prima. Un altro modo di vedere ciò di cui stiamo parlando è dai quattro stadi del risveglio, che ho esaminato in Corso di Risveglio. Quando scrissi Zero Limits non conoscevo il quarto stadio (ero interessato al terzo). Ma un quarto stadio c’è ed è quando tu diventi una sola cosa con la Divinità. L’Ho’oponopono può aiutarti ad arrivarci. Questi sono i quatto stadi:
1.
2.
3.
4.
Vittimismo: la maggior parte della gente vive in questo primo stadio. Non importa cosa stia accadendo, è sempre colpa degli altri o almeno di qualcun altro. È il mondo del gioco della colpa. Qui, la maggior parte della gente vive, come disse Thoreau, “delle vite di tranquilla disperazione”. Autoaffermazione: The Secret, Attractor Factor e Think and Grow Rich parlano tutti dell’affermazione di sé. È lo stadio in cui puoi progettare, visualizzare e manifestare. È divertente, persino elettrizzante. Ma a un certo punto ti imbatti in qualcosa su cui non hai il controllo, un decesso o una malattia grave, e ti trovi ad affrontare delle limitazioni. Capisci che non controlli tutto. Non puoi. Questo ti prepara allo stadio seguente. Resa: questo terzo stadio è quello dell’Ho’oponopono che il dottor Hew Len mi ha insegnato. Non cerchi di dirigere il mondo. Ti sforzi per lasciare andare le tue intenzioni e permettere alle ispirazioni di raggiungerti. Hai fede in un processo che è già operante. Impari a sintonizzarti con una corrente sotterranea che proviene dal Divino. Ti fidi. Risveglio: è lo stadio finale, il tuo ego si fonde con la mente divina. Quasi nessuno ci arriva, ma qualcuno ce la fa. Da fuori non puoi dire chi sia illuminato e chi non lo sia. Non hai modo di saperlo. È uno stadio che viene dalla grazia. Non puoi provocare il risveglio o la grazia. Non dipende da te. Tutto ciò che puoi fare è ripulire, purificare e preparare. La Legge d’Attrazione non è ripudiata più di quanto non lo sia la scuola elementare da parte di uno studente delle scuole medie. È parte della tua evoluzione. È parte della scala del risveglio o, come avrebbe potuto dire il defunto dottor David Hawkins, della mappa della coscienza umana. Non sono in conflitto. Sono semplicemente su piani diversi di spiritualità.
Ho sempre detto che la Legge d’Attrazione è come la gravità: c’è. Puoi rifiutarla o no, ma è operante. Tuttavia non è sufficiente per comprendere compiutamente la vita. Lo strumento più grande è l’ispirazione. L’approccio saggio è quello di prendere tempo per permettere l’ispirazione. Questo capitolo mi è arrivato in questo modo. Smisi di fumare un sigaro (tra poco dirò di più a riguardo) e lasciai vagabondare la mia mente. Chiamala meditazione o invio di segnali di fumo all’universo, ma all’improvviso ebbi l’idea di scrivere su come iniziò Miracles Coaching®. Era qualcosa di fantastico e misi da parte tutto per iniziare a scriverlo. Nota che non intendevo scrivere nulla di tutto ciò in questa sezione, venni ispirato. C’è una bella differenza. Qualche anno fa decisi di diventare un cantautore perché era nel mio elenco delle cose da fare prima di morire. Volevo farlo prima di andarmene. Avevo l’intenzione ma avevo anche un sacco di
dati, o bagagli. Non sapevo scrivere canzoni, cantare e suonare la chitarra e non ero sicuro di potere imparare. Dopotutto, a scuola mi consideravano lento, ero tra quelli che andavano male e venivo bocciato in quasi ogni corso universitario. Non avevo mai pensato a me stesso come a una persona intelligente, quindi come avrei potuto imparare a fare musica? Naturalmente, ripulii. Ripetei le quattro frasi. Ripulii anche le mie frustrazioni in merito al ripulire. Tenni il passo e continuai a purificare sempre di più. Ridussi i miei demoni interiori a piccoli topolini, poi a dei sussurri e infine a pressoché niente. Scrissi anche qualche bella canzone. “Got a Problem?” è una canzone originale ispirata dall’Ho’oponopono e che scrissi e registrai per il mio secondo album, Strut!. Su iTunes il pubblico la considera la mia canzone migliore. Sono orgoglioso di quel pezzo e di altri di successo che ho scritto, come “Today’s the Day!”, sempre su Strut!. Come ho raggiunto il mio obiettivo di diventare un cantautore pur non avendo alcuna esperienza? Ho messo insieme l’intenzione e la purificazione. Ho unito la Legge d’Attrazione e l’Ho’oponopono. Ho realizzato un cocktail spirituale che mi ha stordito di felicità. Quando senti questa storia, puoi vedere all’opera sia la Legge d’Attrazione che l’Ho’oponopono. Intendevo creare un prodotto, ma allo stesso tempo ripulii e lasciai andare. Feci la stessa cosa con le persone di cui ho parlato nel capitolo precedente: volevo aiutarle davanti alle telecamere, registrando dal vivo, ma allo stesso tempo ripulii e lasciai andare. Abbi l’intenzione. Ripulisci e lascia andare. Semplice, no? Sì, è una questione di equilibrio. Ti focalizzi su ciò che desideri ma senza attaccamento, dipendenza, necessità o disperazione. Se c’è qualche bagaglio del genere, lo ripulisci per liberartene. L’ideale è avere lo spirito di: “Non sarebbe bello se…?”. La parte della Legge d’Attrazione in cui le persone sembrano rimanere impigliate è il come. Stabiliscono un’intenzione e poi si chiedono cosa devono fare perché il risultato si manifesti davvero e ne sono preoccupate. Vogliono sapere come, e questo è l’errore. In Attractor Factor ho scritto che, dopo aver stabilito una chiara intenzione, il tuo passo finale è quello di lasciare andare mentre fai l’azione ispirata. Ma cosa significa? La storia seguente può chiarire il punto. Nel 2012, il mio personal trainer Scott York e io passammo del tempo a casa mia con il culturista e attore Lou Ferrigno (noto per aver interpretato il ruolo di protagonista nella celebre serie televisiva Hulk). Trascorrere con lui alcune ore è stato un momento importante della mia vita. Era incantevole e aperto. Non lo dimenticherò mai. Poi, Scott e io riflettemmo su chi altro ci sarebbe piaciuto incontrare. La risposta ovvia per noi fu: la leggenda stessa, Arnold Schwarzenegger. Entrambi avevamo letto la sua autobiografia Total Recall e nutrivamo un timore reverenziale verso quell’uomo e i suoi successi, il cui elenco era sbalorditivo. Nemmeno a sessantacinque anni sta rallentando. Ha nuovi obiettivi, nuove passioni, nuovi progetti, nuovi film e un inesauribile impulso a realizzare cose nuove. Decidemmo che volevamo vederlo. Quella era la nostra nuova intenzione. Ma come ci saremmo riusciti? Non ci preoccupammo di come sarebbe accaduto. Non facemmo piani, chiamate o richieste di presentazione ad altre persone. Avrei potuto farlo. Dopotutto conosco persone che sono in contatto
con lui. Avrei potuto sentirle cercando di insistere per farmi presentare. Ma non feci nulla di tutto ciò. E nemmeno Scott. Perché no? Perché non ci sentivamo ispirati a farlo. Quando dico “lascia andare e fai l’azione ispirata” voglio dire lascia andare ogni attaccamento al risultato, ogni dipendenza da esso e ogni necessità che si realizzi. Questo richiede fede. Richiede fiducia. Richiede di sapere che sì, l’intenzione si manifesterà, ma con tempi e modi suoi, oppure che arriverà persino qualcosa di meglio per sostituire l’intenzione. Lasciammo andare ogni domanda su come farlo accadere. Questo è distacco, ma è solo una parte della formula. L’altra parte è che, allo stesso tempo, quando sei ispirato, agisci. Una sera Scott stava controllando le e-mail con il suo iPhone mentre i figli giocavano e guardavano la televisione. Scorrendo i messaggi Scott ne vide uno che diceva: “Vuoi conoscere Arnold?”. Scott non ci poteva credere. Pensò che fosse uno scherzo o un imbroglio ma cliccò sull’e-mail e lesse che una persona del posto che aveva contatti con il mondo del cinema avrebbe ospitato la première del nuovo film d’azione di Arnold, L’ultima sfida. C’era un concorso: i venti vincitori avrebbero visto il film e dopo la proiezione avrebbero incontrato lui e il coprotagonista Johnny Knoxville per fare loro delle domande in privato. Scott dubitò che fosse vero, ma si sentì ispirato ad agire. L’organizzatore voleva una foto e un paragrafo scritto da ogni persona che voleva partecipare. Scott compilò tutto e poi se ne dimenticò. Più tardi, quella sera, ricevette un’e-mail di risposta che diceva: “Hai vinto!”. Gli dissero che poteva portare all’evento un’altra persona e andammo insieme alla première del film. Ci sedemmo con i pochi eletti e ponemmo ad Arnold domande sul film (bello), la politica (sporca), i suoi obiettivi (tanti), il suo futuro (il cinema), la sua routine sportiva (quotidiana) e su altre cose. Avevamo raggiunto la nostra intenzione! Riesci a capire come funziona? Un’intenzione chiara – definita senza disperazione o necessità, con uno spirito infantile di fiducia, fede e divertimento – portò a un’opportunità che nessuno avrebbe potuto prevedere o pianificare. Il nostro compito era quello di fare l’azione ispirata quando fosse apparsa, e lo facemmo. Ecco come funziona la Legge d’Attrazione. Cosa vuoi? Per te, cosa sarebbe bello essere, fare o avere? Arnold disse che suo padre gli aveva insegnato a essere utile e che quel consiglio aveva guidato tutta la sua vita. Sii utile. Quale intenzione che ti piaccia e che allo stesso tempo ti renda utile agli altri puoi definire? Questo moltiplicherà gli effetti della Legge d’Attrazione. Ma non preoccuparti di come raggiungere il risultato. Quando le idee si presentano, agisci. Qual è la tua generosa intenzione? Definiscila e poi lasciala andare mentre presti attenzione a qualsiasi spinta venga da dentro o a qualsiasi opportunità ti venga incontro. Quando ti senti ispirato a fare qualcosa, agisci: questo è il come, il modo di realizzare i tuoi sogni. È qui che l’Ho’oponopono può aiutarti, perché quando ti senti attaccato, dipendente o vincolato a un certo risultato, hai bisogno di lasciare andare. Vuoi andare al punto Zero, dove stai bene sia con l’intenzione sia senza.
Il dottor Hew Len dice spesso che non hai affatto bisogno di un’intenzione. “Semplicemente ripulisci, così la Divinità può passare attraverso di te”, ci ricorda. Ma a me suona ancora come un’intenzione. Una volta gli chiesi: “Se continui a ripulire, l’azione che dovresti fare può arrivare a te?”. “Certo!”, rispose prontamente. “Mentre ripulisci togli ogni cosa dalla tua strada e così Zero può dirti cosa fare”. Di nuovo, praticare l’Ho’oponopono è eliminare le erbacce mentali e i ricordi ereditati per poter sentire l’ispirazione quando ti chiama. L’ispirazione può sembrare un ordine dal Divino. È più profonda della tua mente. La senti nel corpo. Comprendi il senso generale, comprendi che qualcosa di più grande di te vuole che tu faccia qualcosa. Ti spinge da dentro. Per esempio, stavo cenando con Will Arntz, il produttore del film Bleep, ma che …bip… sappiamo veramente? e a un certo punto gli chiesi: “Stai lavorando a un altro film?”. “Non adesso”, rispose. “Non ho ricevuto l’ordine di partire”. Sapevo cosa voleva dire. L’ordine di partire è quello che Zero ti dice di fare. È un po’ come nella famosa scena del film The Blues Brothers, quando uno dei personaggi continua a dire: “Siamo in missione per conto di Dio”. Alcune delle mie canzoni sono arrivate come ordini di partire. La canzone “Ghost Train” (nell’album The Healing Song) sembrò arrivare dal nulla. Anche musicisti navigati ascolterebbero la prima parte di quella canzone dicendo: “Ma cos’è questa roba?”. È qualcosa di completamente nuovo. Lo è. Ed è venuta come un regalo dall’ispirazione. Avrei potuto resistere e non registrarla, ma volevo obbedire all’ordine di partire che mi diceva di scriverla e cantarla. Molti dei miei libri sono così. Naturalmente c’era un potere dietro Zero Limits, un potere che arrivò da qualcosa di più grande di me. Il libro venne scritto in due settimane. Mi sentivo più uno stenografo che uno scrittore. Una mano invisibile ispirava i miei pensieri e guidava le mie frasi. È il mio unico libro che ho riletto perché è come se l’avesse scritto qualcun altro benché, in realtà, sia soltanto mio (il dottor Hew Len è citato come coautore ma ha apertamente ammesso in eventi dal vivo che non ha mai letto il libro). Di nuovo, non c’è nulla di male nell’avere un’intenzione. Ma un sentiero che attraversa la vita di livello superiore è quello che continua a ripulire fino a quando l’ispirazione arriva, per poi lasciare che l’ispirazione sia la nuova intenzione. Fai dell’intenzione ispirata il tuo ordine di partire. A quel punto, tutto ciò di cui avrai bisogno sarà un atteggiamento distaccato, una resa totale a ciò che salterà fuori mentre agirai e continuerai a ripulire. Questa è la combinazione che apre il sentiero del risveglio: hai un desiderio ma anche no. Hai un’intenzione ma anche no. Vuoi qualcosa ma anche no. Sei nello spirito di lasciare andare mentre persegui la tua intenzione ispirata. Quando riesci ad avere una fede così solida da credere nell’istante e in tutto ciò che c’è in esso senza sapere cosa succederà dopo, allora sei più vicino a Zero. Se la senti come una cosa difficile da fare, allora usa l’Ho’oponopono per ripulire le interferenze. Ogni dubbio o timore è un dato nel tuo computer. Cancellalo per liberarti. Una volta libero, puoi avere, fare o essere tutto ciò che puoi immaginare, ma probabilmente sarai abbastanza saggio da preferire che il Divino immagini per te. Ricorda: ripulire e purificare costantemente è ciò che rimuove i dati della mente per permettere a qualcosa di più grande di arrivare. Ripulisci, ripulisci, ripulisci.
Capitolo 10 EPPURE… LE INTENZIONI SONO COSE DA SMIDOLLATI! Non sempre conosci la differenza, è molto facile essere confusi o spinti in una direzione invece che in un’altra. Ripulisci, purifica o prega ogni volta che un impulso si manifesta. Non importa se pensi che provenga dall’ego o dal Divino. – DOTTOR IHALEAKALA HEW LEN
S
ono stato a cena un paio di volte con il dottor Garland Landrith, psicologo all’avanguardia nei campi quantistici e guaritore energetico la cui ricerca era citata nell’acclamato film Bleep, ma che …bip…sappiamo veramente?. È un uomo incantevole e un grande pensatore. In una delle nostre conversazioni disse che i pensieri e le intenzioni sono due cose diverse. Questo mi affascinò perché coincideva con le mie personali scoperte. Gli chiesi di spiegarsi meglio. Disse: “Le intenzioni sono lo scenario della tua vita, mentre i pensieri vanno e vengono su quello scenario”. Tutto ciò sembrava misteriosamente simile al mio esercizio di avere un’intenzione (o un’ispirazione) mentre entro in uno spazio che chiamo lavagna magnetica e poi lasciare andare l’intenzione mentre siedo in quello spazio (ho incluso una meditazione sulla lavagna magnetica nell’appendice B). I pensieri sono soltanto nuvole che fluttuano. Non c’è bisogno di loro né di dar loro attenzione. In ogni caso, Landrith ha qualche perfezionamento da proporre che trovo importante. Continuò raccontandomi che nelle sue meditazioni quantiche le persone possono ottenere risultati più rapidamente se praticano tre cose: 1. 2. 3.
Avere un’intenzione. Lasciare andare quell’intenzione. Fare in modo che i pensieri girino attorno a frasi come “sì, sì, sì”, “ti amo” e “sono così fortunato”.
Questo potrebbe anche non avere un grande significato per te fino a quando non vieni a sapere che Landrith è stato coinvolto in centinaia di studi scientifici che provano che questo nuovo modo di meditare e di manifestarsi funziona. La chiave sembra essere duplice: 1. 2.
Lasciare andare è più importante che avere un’intenzione. I pensieri su cose positive creano un vortice di energia che attrae la positività.
Durante la cena analizzammo tutto ciò e fummo d’accordo nel dire che le intenzioni non sono importanti come precedentemente avevamo pensato. Sì, è una buona pratica volere qualcosa di buono
con un’intenzione, ma non è essenziale. Lasciando andare tutto nell’energia di fondo della vita e tenendo i pensieri in un ambito positivo, tu crei naturalmente le condizioni migliori per te. In altre parole, imparare a realizzare un cambiamento radicale delle tue convinzioni per vedere il miracolo dell’adesso ti permette di rimanere nel flusso della vita, dove i miracoli sono la norma. Quando si è là, chi ha bisogno di intenzioni? Concordammo sul fatto che uno dei modi migliori per entrare in quel Solco Divino è la gratitudine. Ho scritto al riguardo molte volte. Quando ti senti grato per qualcosa, qualsiasi cosa, in quel momento tu alteri il segnale che esce da quell’istante. Attrai una maggiore quantità di quella stessa vibrazione che potrai usare in futuro. In breve, quello che senti adesso tende ad attrarre ciò che sperimenterai in seguito. Ho detto spesso che quello che pensi adesso con intensa emozione tenderà a manifestarsi nella tua vita nel giro di tre giorni. In ogni caso, stai causando il tuo futuro, più o meno intensamente, con i tuoi pensieri più forti. Ancora una volta, non si tratta di qualcosa di nuovo; è la Legge d’Attrazione basilare, un cortese promemoria che ti invita a osservare i tuoi pensieri. Ma più riesci a far girare i tuoi pensieri attorno alla positività di frasi come “sì, sì, sì” e “ti amo”, più puoi spingere la tua vibrazione interiore ad attrarre i miracoli che cerchi. C’è qualcosa di più in questo segreto. Un mio amico mi scrisse un’e-mail dove diceva: “Il Divino vuole che io continui a scrivere”. Tuttavia ciò che scriveva era critico e negativo. Vi sembra che ciò sia divino? Un altro amico una volta disse: “I miei angeli custodi non vogliono che io abbia soldi”. Davvero? Vi suona come una cosa che direbbe un angelo custode? Lascia che la tua intenzione di fondo sia qualunque cosa tu voglia manifestare, ma lascia anche che i tuoi pensieri siano della natura più elevata che tu possa immaginare. Trattieni il più possibile pensieri d’amore, positivi, di gioia e ottimismo verso la tua consapevolezza. Questo è il motivo per cui gli elementi chiave del moderno Ho’oponopono girano attorno a frasi come “grazie” e “ti amo”. Ti aiutano a rimanere nella zona di Zero. Lascia che te lo spieghi in un altro modo. La tua intenzione è soltanto una tela bianca che contiene un dipinto. Il dipinto è ciò che tu vorresti manifestare e i tuoi pensieri, mentre guardi il dipinto, devono essere positivi. La tua attitudine generale è del tipo “sia fatta non la mia, ma la tua volontà”. Nessuna pressione, nessuna scadenza. Naturalmente, continui ad agire quando sei ispirato a farlo, ma non sei guidato da una necessità. Quando scrissi Attractor Factor, enfatizzai l’idea di avere un’intenzione. Ciò dirige la tua energia e precisa la tua direzione. Dopo avere praticato l’Ho’oponopono per quasi un decennio e avere avuto molte esperienze di satori, sono arrivato a capire che le intenzioni possono essere delle limitazioni. Una volta stavo partecipando a un programma radiofonico e mi venne chiesto dove avrei voluto essere da lì a un anno. Nel passato avrei risposto dichiarando qualche grande obiettivo. Ma quel giorno dissi: “Non ne ho idea. Qualunque cosa io dica sarebbe una limitazione basata sulla mia esperienza di ciò che è possibile. Preferisco che il Divino mi sorprenda”. Nella nuova tradizione dell’autentico Ho’oponopono, tu ripulisci per ascoltare l’intenzione del Divino, non quella del tuo ego. Dopotutto, il Divino non ne sa qualcosa in più di te, piccoletto? Il dottor Hew Len ha il suo punto di vista sull’intenzione. Una volta gli regalai una copia di The Secret, il famoso film sulla Legge d’Attrazione. Lui l’accettò, sorrise e disse: “Lo metterò sulla
mensola”. Ero sorpreso. Ma ho imparato a conoscerlo, l’ho capito meglio. Per lui, le intenzioni sono limitazioni. Sono programmi. Sono memorie. Direbbe: “Non hai bisogno di intenzioni. Lascia che il Divino ti ispiri”. Ciò che credo lui non abbia afferrato è questo: voler seguire le ispirazioni è in sé un’intenzione. In altre parole, potresti dirlo così: “Intendo seguire le ispirazioni che il Divino mi dà”. È ancora un’intenzione, solo che è più evoluta. Lasciamelo dire così: nello scrivere questo libro, la mia intenzione è quella di permettere al Divino di parlare attraverso di me. Questa è un’intenzione ispirata. È ancora un’intenzione ma permette l’ispirazione e da essa proviene. Mentre scrivo questo libro continuo a chiedere alla parte più elevata di me: “È questo ciò che vuoi che io dica? Va bene?”. Continuo a scrivere e a controllare se sono in armonia con la mia intenzione ispirata. Sento che questo può ancora confonderti, e allora lascia che condivida un’altra intuizione. Un giorno, il dottor Hew Len e io stavamo camminando lungo una strada sterrata e gli chiesi: “Come fai a sapere la differenza tra un ricordo e un’ispirazione?”. In altre parole, come fai a sapere se il tuo desiderio è un’intenzione che viene dall’ego, dalla memoria o dalla programmazione, o se invece è un’ispirazione che viene dalla Divinità? Il dottor Hew Len replicò senza scomporsi: “Non lo puoi sapere”. “Cosa dovremmo fare allora per sapere qual è la cosa giusta da fare?”. “Ripulire”, disse. “Io ripulisco tre volte ogni decisione. Se la stessa risposta è ancora lì dopo tre pulizie, allora la seguo”. Ripulisci, ripulisci, ripulisci.
Capitolo 11 SCATOLA DEI DESIDERI O PACCHETTO REGALO? Quando iniziai a rinunciare al controllo del mio ego, dissi: “Va bene, Divinità. Non riesco a cavarmela molto bene da solo. Aiutami. Mostrami la strada e la seguirò”. È stato allora che ho trovato la scala mobile della mia vita, e da quel momento la uso sempre. – JOE VITALE, DA THE MIRACLES MANUAL, VOL. 1
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ill Phillips è una leggenda. Ha scritto tre best seller, ha creato il famoso concorso di fitness Body-for-Life e prodotti nutrizionali innovativi che cambiano la vita, ha dato milioni di dollari alla fondazione Make-A-Wish e continua ad aiutare la gente a raggiungere la forma fisica e il benessere nel suo centro di Denver, in Colorado. Più di un decennio fa partecipai cinque volte di seguito alla competizione di Body-for-Life perdendo quasi cinquanta chili in un anno. Mi cambiò la vita e Bill e io diventammo amici subito dopo. Più tardi entrai nel suo Ritiro di Trasformazione, un approccio al cambiamento di tutto il proprio essere. Ora che ho sessant’anni sto ancora trasformando il mio corpo grazie al suo aiuto. Un giorno stavamo pranzando insieme alla sua deliziosa moglie Maria (che ha perso quasi trenta chili in sei mesi seguendo il suo programma) e disse una cosa impressionante. “Ho sempre saputo che avrei vinto un anello del Super Bowl”4, dichiarò. “Non capivo come avrebbe potuto succedere dato che non giocavo a football nel campionato. Ero un allenatore e preparatore di molti atleti. Sapevo soltanto che sarebbe accaduto, anche se non avevo nessun indizio per credere che fosse possibile”. Tuttavia, come previsto, il 15 luglio 1988, durante la cerimonia di premiazione, Bill fu chiamato e gli venne donato un anello del Super Bowl per il suo sostegno alla squadra vincitrice. Il suo sognò si realizzò. Ma non finisce qui. Un anno più tardi ne ricevette un altro. “Quello,” disse, “mi fece sentire la vita come una scatola dei desideri”. Lo trovai affascinante. Dovevo approfondire la cosa. “Avevi l’intenzione di vincere o soltanto la premonizione che avresti vinto?”. Grande pensatore e tenace praticante della meditazione, Bill insegna la trasformazione (ha scritto un libro a riguardo), e sa che nella vita c’è più di quanto sembri. Mi guardò sorridendo ed elaborando la risposta. Io continuai spiegando cosa avevo in mente. “Oprah5 dice che sapeva che sarebbe diventata famosa da quando era bambina. Gran parte della filosofia di vita di Ayn Rand 6 era già sviluppata nella sua mente quando aveva sei anni. E io ho sempre saputo che sarei stato uno scrittore”. Proseguii: “Una volta chiesi a Rhonda Byrne, creatrice del celebre film The Secret, la stessa cosa: aveva avuto l’intenzione di realizzare il film o aveva ricevuto l’ispirazione? Non riuscì a dirlo con chiarezza. Mi disse che lo aveva ‘invocato’. Ma da dove venne l’idea per il film? Pensi che noi abbiamo voluto realizzare intenzionalmente quei sogni o ci siamo sintonizzati sui nostri destini?”. “È una gran bella domanda”, disse Bill. “Forse dovremmo dedicare meno tempo a pianificare e più tempo a ricevere”, suggerii.
L’idea gli piacque molto. Credo che questo sia così importante che voglio ripeterlo qui come fosse un aforisma: Forse dovremmo dedicare meno tempo a pianificare e più tempo a ricevere. Continuando a praticare l’Ho’oponopono e a purificare, diventa sempre più evidente che nella vita esiste una sorta di corrente sotterranea. In altre parole, sembra che la Divinità abbia un piano per ciascuno di noi e che noi possiamo sintonizzarci con esso. Se la Divinità sta cercando di guidarci, dobbiamo calmarci per ascoltare i suoi sussurri e percepire le sue indicazioni. Questo significa andare nel silenzio più spesso, praticare la meditazione più spesso e ascoltare i fiori e gli alberi più spesso. Una volta vidi il dottor Hew Len in un campo con le braccia conserte che osservava le erbacce. Quando gli chiesi cosa stesse facendo mi disse: “Sto ascoltando”. Non era una cosa insolita. Spesso camminava nei giardini per ascoltare le piante. È un’antica tradizione hawaiana non soltanto rispettare tutte le forme di vita ma anche dare ascolto a ciò che forse stanno cercando di dire, agli indizi che ci stanno dando. Ricorda: la tua realtà attuale è semplicemente ciò che in questo momento sta accadendo, basato sui ricordi e sulle credenze che hai avuto in passato. Sei un pilota automatico. Il tuo futuro è in qualche modo prevedibile perché chiunque guardi il tuo presente con obiettività può vederci una tendenza ad andare in una certa direzione. Ma sotto a questa programmazione c’è un sentiero divino che aspetta di essere scoperto da te. A volte mi chiedono di leggere il futuro delle persone osservando il loro campo energetico. È facile perché la maggior parte delle persone portano addosso i loro dati. Le loro credenze e i loro ricordi sono visibili a chiunque, a chiunque tranne a se stessi, naturalmente. Di solito non riusciamo a vedere i nostri dati perché sono troppo vicini a noi. Non c’è da stupirsi se il dottor Hew Len può descrivere il futuro delle persone, perché gran parte di tale futuro deriva da ciò che credono ora. I loro ricordi, e non le loro ispirazioni, dirigono lo spettacolo. I dati, non il Divino. “Mentre ripulisci, cambi il tuo sentiero”, disse una volta il dottor Hew Len, all’improvviso, durante un evento di Zero Limits. Quando pratichi l’Ho’oponopono purifichi i dati del tuo subconscio (Unihipili), che ti permette di avere accesso al sentiero che il Divino ha preparato per te. Più purifichi il Sé inferiore dalle sue programmazioni, più il tuo Sé superiore (Aumakua) può guidare il tuo cammino. Durante lo stesso pranzo con Bill Phillips, sua moglie mi chiese come avevo fatto a uscire dai bassifondi di Dallas alla fine degli anni Settanta. Era affascinata dal fatto che fossi partito come uno squattrinato signor nessuno e poi avessi raggiunto lo stile di vita dei ricchi e famosi. “Ho fatto di tutto”, dissi a Maria. “Leggevo libri in biblioteca, andavo ad ascoltare conferenze gratuite, continuavo a praticare i metodi di auto-aiuto che avevo imparato e continuai a lavorare su me stesso per elevare la mia autostima e limitare le mie convinzioni limitanti”. Alla fine, capii anche che quando non ascoltavo la mia guida interiore, la vita diventava più difficile. Quando invece la ascoltavo, diventava più facile. Questa guida interiore è il Divino che mi conduce sulla mia strada. Dopo aver praticato l’Ho’oponopono per quasi dieci anni, ho capito che gli hawaiani hanno uno strumento meraviglioso per purificare i dati in modo da poter sentire quella piccola voce interiore silenziosa, che si chiami Dio, Divino o Natura.
Ed è facile come ascoltare. Direi che la vita è più un pacchetto regalo che una scatola dei desideri. Più che mettere le tue intenzioni nella scatola, potrebbe essere più saggio guardarci dentro e vedere che regali ci aspettano. Preferiresti dire al Divino cosa deve fare o accettare i regali che ha pronti per te? Dopotutto, come dice il dottor Hew Len, “la Divinità non è un portiere d’albergo”. Bill non sapeva come avrebbe vinto l’anello del Super Bowl, ma lo vinse. Due volte. Io non sapevo come avrei potuto diventare uno scrittore, ma è successo. Sì, puoi pregare affinché si realizzino i tuoi desideri e le tue richieste vengano esaudite fingendo che il Sé conscio (Uhane) sappia cosa è meglio per te. Ma perché dovresti farlo se la Divinità è la fonte della magia e dei miracoli? I risultati sono molto più spettacolari quando ascolti i suggerimenti e le premonizioni del Divino, lasciando il controllo al Divino stesso. Continua a ripulire e accetta le meraviglie che ti vengono offerte. La tua vita è un miracolo. Accetta il regalo. 4 Premio dato dalla lega professionistica statunitense di football americano ai vincitori del campionato (N.d.T.). 5 Oprah Winfrey, conduttrice televisiva, attrice e opinion leader statunitense (N.d.T.) 6 Scrittrice, filosofa e sceneggiatrice statunitense morta nel 1982 (N.d.T.).
Capitolo 12 L’ARTE DI NON ATTRARRE I dati parlano e tu li esprimi, quindi non hai mai il controllo della situazione. – DOTTOR IHALEAKALA HEW LEN
Q
“
ual è la tua paura più grande?”. La domanda era improvvisa e profonda, e mi sorprese. Forse perché non sono abituato a queste indagini filosofiche e psicologiche durante una cena con qualcuno che ammiro e che ho appena incontrato. Forse perché a farmi quella domanda era Lou Ferrigno, il culturista protagonista di Hulk di cui ho già parlato. O forse perché ero ancora in soggezione per il fatto di essere al tavolo con un eroe della mia infanzia. Non potevo credere che questo supereroe, una montagna di uomo con un’anima dolce e una mente acuta, fosse lì con me, per non parlare del fatto che era lui a farmi quelle domande inquisitorie. Mi ci volle così tanto tempo per rispondere che alla fine mi diede un colpetto dicendo: “Dai. Lo sai benissimo cos’è”. “Ho paura di fallire”, dissi d’impulso. Lou sorrise. “Hai paura di perdere ogni cosa”, disse capendo tutto. “Non pensavo”, confessai, “ma a quanto pare è così”. Ammise che anche lui aveva delle paure. A un certo punto aveva paura di parlare in pubblico. Quando era bambino aveva un problema di udito e aveva faticato per sentire e farsi sentire. Oggi parla senza paura davanti a decine di migliaia di persone. Ammise anche che aveva paura di annegare. Nell’Ho’oponopono, una paura è soltanto un programma. Come i software, sta soltanto inviando informazioni al tuo cervello, non è né un bene né un male. Morrnah, e anche il dottor Hew Len, descriveva spesso le persone come semplici computer, raramente così puliti da non avere nessun programma. Non so se Morrnah fosse illuminata. Le Hawaii la considerano un tesoro nazionale, ma questo non significa che fosse risvegliata. Scommetto che anche lei aveva dei programmi. Le paure di Lou sono soltanto programmi. E così le mie. Fortunatamente puoi cancellare le paure con la stessa facilità con cui cancelli altre cose recitando la Preghiera di Purificazione che Morrnah ci ha insegnato, preferibilmente quattro volte e a voce alta. Non parlai dell’Ho’oponopono con Lou perché ci eravamo incontrati per conversare sul nostro comune interesse per il leggendario culturista e attore Steve Reeves. L’Ho’oponopono non fu tema di conversazione, ma se lo avessi tirato fuori e avessi avuto l’occasione di lasciare andare i programmi di tutti e due, sarebbe andata così: Io sono l’“Io”. Vengo dal vuoto verso la Luce, io sono quel vuoto, quel nulla dietro la Coscienza, l’“Io”, l’“Es”, il “Tutto”. Tendo il mio arco di arcobaleni verso le acque,
la continuità delle menti nella materia. Io sono l’invisibile e intoccabile brezza, l’indefinibile atomo della creazione, io sono l’“Io”. Spirito, Coscienza Suprema, ti prego, individua l’origine dei miei sentimenti, dei miei pensieri di paura di perdere tutto. Porta ogni livello, strato, spazio e aspetto del mio essere a questa origine. Esaminali e scioglili perfettamente con la verità di Dio. Vieni attraverso tutte le generazioni del tempo e l’eternità. Sanando ogni situazione e le sue conseguenze fondate sull’origine. Ti prego, fallo secondo la volontà di Dio fino a quando io non sia nel presente, riempito di luce e di verità. Pace e amore di Dio, perdono di me stesso per le mie percezioni sbagliate. Perdono di ogni persona, luogo, circostanza e situazione che abbia portato a questi sentimenti e a questi pensieri. La Pace sia con Te, tutta la mia Pace. La Pace che è “Io”, la Pace che è “Io sono”, la Pace per Sempre, ora e per sempre. Ti do la mia Pace, ti lascio la mia Pace, non la Pace del mondo, ma soltanto la mia Pace, la Pace dell’io. In una strada autentica, pratichi l’arte di non attrarre con una Preghiera di Purificazione come quella qui sopra. Quando hai un programma che si attiva nel computer del tuo cervello, attrarrà le cose che ami, odi o temi, e sono le tue emozioni ad attivarle. Ma se lasci andare il programma, disattivandolo, per così dire, ti permetti di stare nel momento presente, di essere felice ora e di permettere alla Divinità di ispirarti o persino di risvegliarti. La chiave dell’odierno Ho’oponopono è lasciare andare tutti i programmi per poter essere una cosa sola con la Divinità, chiamata anche punto Zero. Il segreto è eliminare la programmazione mentre ne diventi consapevole. Quando lo fai, la Divinità verrà a te e attraverso di te. A quel punto potrai dire, come affermò Lou Ferrigno dopo una gara di culturismo: “Ora posso mangiare la mia torta”.
Capitolo 13 NUOVI METODI DI PURIFICAZIONE Piena responsabilità significa accettare tutto, anche la gente che entra nella tua vita e i suoi problemi, perché i suoi problemi sono problemi tuoi. Quelle persone sono nella tua vita, e se ti assumi la piena responsabilità della tua vita, allora devi assumerti la piena responsabilità anche di ciò che loro vivono. – JOE VITALE E DOTTOR IHALEAKALA HEW LEN, DA ZERO LIMITS
Q
uando partecipi a un evento di Ho’oponopono ti viene chiesto di firmare un accordo di confidenzialità, cosa che ho fatto anch’io. Ecco perché, quando scrissi Zero Limits con il dottor Hew Len, non potevo rivelare tutti i segreti che avevo conosciuto. Soltanto quando organizzai personalmente degli eventi Zero Limits di Ho’oponopono gestiti da noi due non dovetti firmare nessun accordo del genere. Ho i diritti su di essi e, di conseguenza, ora posso rivelarti i segreti dell’Ho’oponopono (vedi a pagina 308 per gli indirizzi web degli eventi Zero Limits). In Zero Limits ti ho dato soprattutto un metodo: le quattro frasi. Sono una specie di mantra, una preghiera o una supplica. Erano il nucleo del libro. Qui le reintroduco e le spiego ma vado anche oltre. Per te è giunto il momento di conoscere i segreti più avanzati. Ogni volta che passo del tempo con il dottor Hew Len mi vengono ricordate le basi fondamentali di Zero Limits e dell’Ho’oponopono: - Non c’è altro da fare se non ripulire. - Più ripulisci, più puoi ricevere l’ispirazione dal Divino. - Esistono sia ricordi che ispirazioni, ma di solito sono ricordi (dati). - L’unica cosa da ripulire è ciò che senti dentro. - L’unico obiettivo è la libertà, essere nel punto Zero. Conoscere le basi è un conto, viverle è tutt’altra cosa. Ecco perché possiamo usare libri, cd, dvd, dispositivi, seminari, istruttori e altro per ricordarci che tutto accade interiormente. Il mondo è fatto di dati che devono essere ripuliti. Ma possiamo percepirli soltanto dall’interno. In altre parole, non c’è niente là fuori. È tutto dentro di te. È lì che vivi i problemi ed è lì che deve essere fatta pulizia. Ma qual è il giusto modo di ripulire? Se ripulire è la cosa più importante da fare e il fulcro di tutto il processo Zero Limits, qual è il modo giusto per farlo? Benché non ci sia un unico modo corretto di ripulire, ho visto che queste cinque idee funzionano bene per me e per altri che le hanno seguite:
1.
Individua una cosa che non va. Questo può essere innescato da un pensiero, una persona, una situazione o qualsiasi altra cosa. Questo è lo stimolo. Prima di Zero Limits notavi un problema che consideravi essere all’esterno. Dopo Zero Limits comprendi che il problema è interiore. Nessuno può farti arrabbiare o turbarti; sei tu che lo fai dentro te stesso partendo da ciò che percepisci fuori di te. Qualunque sia il caso, il primo passo è renderti conto che non stai bene.
2.
3.
4.
5.
Sei arrabbiato, turbato, preoccupato, intimorito o preso da qualsiasi altra emozione o sentimento che possono essere qualificati come infelici. Inizia a ripulire la sensazione. Non si tratta di ripulire un’altra persona, il pensiero, la situazione o qualcosa all’esterno. Di nuovo, il problema è dentro. Sono io quello consapevole del problema. Sono io che devo ripulirlo. Dire “ti amo”, “mi dispiace”, “ti prego perdonami” e “grazie” è il modo per ripulire. Puoi dire queste frasi in qualsiasi ordine. Io le dico mentalmente in continuazione mentre avverto e patisco il problema. E le dico al Divino. Puoi usare altri metodi di purificazione. Per esempio, il dottor Hew Len ci spiegò cos’è l’acqua blu solarizzata e come può aiutarci: “Prendete una bottiglia di vetro blu, qualsiasi tipo di blu, e versatevi normale acqua del rubinetto. Mettete la bottiglia al sole o sotto una lampadina non fluorescente da quindici a sessanta minuti per solarizzare l’acqua. Potete aggiungere quest’acqua a quella che bevete o a quella destinata ad altri usi. È ottima per i vostri animali domestici e per cucinare. A me piace metterla nella lavatrice e spruzzarla sugli pneumatici della mia auto prima di un viaggio. L’acqua blu solarizzata è uno strumento per ripulire. Bevetela o usatela in qualsiasi altro modo”. Lascia andare fino a quando non sei spinto a fare un’azione ispirata. Il dottor Hew Len una volta mi disse che lui ripulisce una decisione tre volte. Se la risposta è la stessa dopo quelle purificazioni, agisce in quel senso. Questo significa che se io ho l’impulso a fare qualcosa per risolvere un problema che sento, dovrei ripulire tre volte prima di agire effettivamente. Questo è un modo per assicurarsi che l’azione venga dall’ispirazione e non dalla memoria. Ripeti.
Tutti vogliono una scorciatoia per ripulire e raggiungere lo Zero. Anch’io. Ma quell’impazienza dev’essere ripulita. È la memoria che ci spinge a volere qualcosa subito, ad avere una gratificazione istantanea. È un dato. Il Divino non ha tempi e urgenze. Volere che le cose si realizzino più velocemente di quanto facciano normalmente offre una meravigliosa opportunità di ripulire tale desiderio. Io continuo a ripulire perché mi fa sentire più leggero, più felice e più sano. Per me, rimuovere i dati dal mio essere è una corsia preferenziale per avvicinarmi al Divino. Ed è anche facile, naturale e gratis. Se il dottor Hew Len ha insegnato molti metodi di purificazione, io aggiungo che essi possono essere inventati – o ispirati – al momento. Per esempio, all’ultimo evento di Zero Limits, qualcuno disse che purificare era come avere una lavagna magica mentale. Al dottor Hew Len piacque molto la definizione e disse: “Adoro quest’immagine della lavagna magica. È tutta piena di dati, la scuotiamo ed è pulita. Fantastico. Userò questa immagine come nuovo strumento di purificazione. Quando avrò una domanda, fingerò di scriverla nella mia lavagna magica. Per esempio: ‘Qual è il senso della vita?’. Quindi la scuoterò e la domanda sparirà! Meraviglioso! Sono libero, sono libero”. In un’altra circostanza, il dottor Hew Len vide il mio biglietto da visita, quello riprodotto in Zero Limits in cui appare la mia auto Francine, e mi disse che era uno strumento di purificazione. “Davvero?”. “Sì” disse. “Tu visualizza il problema e poi usa il bordo del biglietto per farlo a fette”. Era proprio uno strumento di purificazione? Allora non lo sapevo, e nemmeno ora. Ma il dottor Hew Len lo affermò come una verità e io uso spesso il biglietto da visita per aiutarmi a ripulire ogni
problema che appaia nella mia vita. E che dire dei sigari come strumenti di purificazione? Cosa? Sigari? Ma non fanno male? Non secondo il dottor Hew Len. I sigari possono essere calumet della pace o incensi cerimoniali. Una volta venni a sapere che il dottor Joseph Murphy, uno dei miei scrittori preferiti di New Thought, fumava un sacco di sigari. Diceva: “Sto mandando segnali di fumo agli dei”. Mi piace. Fumare un sigaro è diventata per me una meditazione. Mi rilasso mentre rifletto. Mi ricorda il monaco che chiese al suo maestro: “Posso fumare mentre prego?”. Il maestro disse: “No!”. Il monaco allora chiese saggiamente: “Posso pregare mentre fumo?”. E questa volta la risposta fu: “Sì!”. Sta tutto nella percezione. Quando stavo promuovendo i video online per l’ultimo evento di Zero Limits, guidavo gli spettatori attraverso un nuovo processo di purificazione. Immagina il problema che ti sta facendo soffrire come un campo di energia. In fondo, si tratta di questo. Qualcuno la chiama forma pensiero. Poi immagina un coltello e visualizza te stesso che tagli il problema. Quando l’energia si spezza puoi sentire che si dissolve (nel video online usavo un coltello rituale tibetano chiamato furba. Puoi fare la stessa cosa). Essenzialmente, puoi usare qualsiasi cosa come strumento di purificazione. Anche questo libro è uno strumento di purificazione. Forse hai notato che all’inizio c’è un’invocazione. È una preghiera per ripulire il libro affinché, mentre lo leggi, ti possa ripulire. Forse lo senti, forse no. La purificazione avviene comunque. Dipende tutto da ciò che credi. Un giorno Linda Manzer, leggendaria liutaia che vive a Toronto, in Canada, mi offrì una delle sue migliori chitarre fatte a mano. Avevo già tre delle sue chitarre e sapevo che lei realizzava dei capolavori. Le chiesi una foto di quella che voleva donarmi e la inviai al mio amico e consigliere Mathew Dixon. Dopo una breve occhiata egli esclamò: “Quella chitarra è uno strumento di purificazione!”. Lo era? Ora possiedo la chitarra, soprannominata Marilyn per le sue curve, e ammetto che c’è qualcosa nell’aura attorno a lei. La adoro. Mathew e io l’abbiamo suonata nel secondo album fatto insieme, At Zero. Siamo d’accordo nel dire che è speciale. Ma è veramente uno strumento di purificazione? Quando il dottor Hew Len disse che il mio biglietto da visita era uno strumento di purificazione, iniziai a usarlo come tale. Di questo fatto ho scritto in Zero Limits e da allora la gente mi chiede spesso se è possibile vederlo. Quando ero a Mosca, i partecipanti al seminario mi chiesero di usarlo su di loro. Volevano che lo facessi ondeggiare sopra le loro teste come se fosse uno strumento sacro con poteri magici. Lo feci. Sapevo che il potere era nel fatto che ci credessero, non in me, non nel biglietto da visita. Lo stesso avviene con i furba. Sono antichi e intrisi di storie. Puoi anche semplicemente immaginarli e ottenere lo stesso risultato, vedendo tutto ciò con l’occhio della mente. Quando stavo lavorando al mio secondo cd musicale, Strut!, decisi di usare un esercizio di immaginazione per favorire la manifestazione del successo. Andai da un artista grafico e gli chiesi di inserirmi nella copertina della rivista Rolling Stones. L’idea era quella di creare una copertina che
sembrasse autentica per poterla guardare ogni giorno e programmare la mia mente per il successo. Mi ricordai del fatto che fatto che Jack Canfield e Mark Victor Hanson avevano fatto la stessa cosa prima che i loro libri Brodo caldo per l’anima diventassero dei leggendari best seller. Il grafico fece la copertina ed era straordinaria. Ogni volta che la guardavo sorridevo. Irradiava vibrazioni positive. Allora decisi immediatamente che era uno strumento di purificazione. Quando la guardavo mi aiutava a ripulire e a purificarmi da ogni dubbio sul successo della mia musica. Ricorda: è ciò che fai nella tua mente, con la tua mente e per la tua mente che conta davvero. Riguarda te che ripulisci i dati. Questo è ciò che conta per fare spazio e permettere al Divino di entrare. Tutto ciò che avverti come reale strumento di purificazione, probabilmente ti aiuterà per il semplice fatto che ci credi. Pensa all’effetto placebo di cui abbiamo discusso in precedenza. La tua mente ha un potere incalcolabile. Quando credi che qualcosa sia uno strumento di purificazione richiami il potere della tua mente. Naturalmente, a un certo punto, vorrai andare oltre la mente, dritto a Zero. Ma ci arriveremo tra poco. Una volta ero in una trasmissione radiofonica con il dottor Hew Len e un ascoltatore ci attaccò con un tono duro e aggressivo. Scosse me, ma non lui. Pensai: “Perché questa gente si sta comportando così?”. Non riuscivo a capire. Nella pausa per la pubblicità dissi al dottor Hew Len che ero dispiaciuto, spiegandogli che non avevo capito che ci avrebbero fatto quel genere di domande. Mi scusai per tutti. Lui disse: “Non è quell’ascoltatore, è il programma”. Non è la persona, è il programma. Una lampadina mi si accese in testa, e non l’ho più dimenticato. Ogni volta che facciamo delle domande, comprese quelle che faccio a me stesso sull’essenza di uno strumento di purificazione, esse vengono da un programma, da alcuni dati che appaiono sopra lo Zero, oscurando il Divino. Quando chi ci sta di fronte è turbato, per esempio si lamenta o piange, avviene la stessa cosa: si sente così a causa di un virus nel campo di energia, a causa di un programma. Non lo sa, ovviamente, perché è il programma che si è impadronito di lui. Lui è solo colui che lo ospita. A quel punto, quindi, usa qualsiasi strumento di purificazione tu abbia a disposizione, o lasciati ispirare per crearne uno che risolva le cose e liberati dal programma. Mentre scrivevo questo capitolo per te, ho ricevuto una telefonata da un’amica. Ero di buon umore e felice, appagato del fatto che stessi scrivendo per te. Ma la mia amica era inquieta e l’ho ascoltata pazientemente e con attenzione. Da subito ho iniziato a sentirmi anch’io inquieto, risucchiato dalle sue sabbie mobili. Ero forte e felice e stavo diventando debole e infelice. Cos’è accaduto? Quando la mia amica ha chiamato, io ho preso il virus – il programma – come un bambino contagiato dal raffreddore nella sala d’attesa di un pediatra. Non importa che per anni io avessi ripulito. Inizialmente la cosa mi ha dato fastidio. Poi ho capito che dovevo ripulire il mio fastidio. Ripulire tutto è il segreto. Che ci sia o meno un problema in quel momento, ripulisci usando qualsiasi metodo ti piaccia. Per esempio, stai leggendo queste cose e pensi: “Non voglio ripulire niente”. Ripulisci quel pensiero. “Io non voglio ripulire questo”. Ripulisci quel pensiero. “Tutto questo ripulire è una perdita di tempo”.
Ripulisci quel pensiero. “E se ripulire non funziona?”. Ripulisci quel pensiero. “E se funziona?”. Ripulisci quel pensiero. “Mi sento bene quindi non ripulirò adesso”. Ripulisci quel pensiero. “Ma perché ripulire se sto bene?”. Ripulisci quel pensiero. “Non capisco”. Ripulisci quel pensiero. “Capisco”. Ripulisci quel pensiero. “Lascerò che tu ripulisca per me”. Ripulisci quel pensiero. “I sigari non possono essere uno strumento di purificazione”. Ripulisci quel pensiero. Ti è chiaro il concetto? Ripulisci sempre, in ogni momento, che tu abbia la spinta a farlo o meno. “Ma perché devo ripulire se tutto va bene?”. Ripulire incessantemente ripulisce la strada davanti a te. Sebbene non sia stato sempre così, oggi ho una vita tranquilla perché passo il mio tempo a ripulire. Lo faccio notte e giorno, lo sto facendo anche ora, mentre scrivo queste parole per te. Farlo è come essere un netturbino che pulisce ogni notte le strade affinché il giorno successivo vi si possa circolare. Ripulire tiene pulita la mia strada attraverso la vita, come vedrai nelle storie che ti racconterò. Ancora una volta, osserviamo come qualsiasi cosa possa essere uno strumento di purificazione. Credo che la mia chitarra Marilyn creata da Linda Manzer sia uno di questi. Credo che lo sia anche la copertina del mio album Sun Will Rise. Il dottor Hew Len crede che anche il mio biglietto da visita lo sia. Cos’è veramente uno strumento di purificazione? Quello in cui credi.
Capitolo 14 HAI UN PROBLEMA? Tutto ciò che devi fare è guardare allo specchio e innamorarti di te stesso, indipendentemente da ciò che dice il resto del mondo. – JOE VITALE, DA THE MIRACLES MANUAL, VOL. 1
E
cco qualcosa in cui probabilmente ti puoi immedesimare. Non era facile partire da zero e creare sei album in due anni. Ho ingaggiato dei professionisti per aiutarmi: Daniel Barrett, cantante del gruppo Porterdavis e produttore dei Rubicon Studios, mi ha preso per mano nello studio di registrazione; Guy Monroe, un mago dell’addestramento vocale, mi ha insegnato a cantare; Mathew Dixon, un moderno virtuoso della chitarra e discepolo dell’Ho’oponopono, mi ha insegnato a suonare la chitarra a un livello che non avrei osato nemmeno sperare; Sarah Marie McSweeney, una cantautrice di talento e insegnante di musica, è stata la prima ad ascoltare le mie canzoni e mi ha incoraggiato ad andare avanti. Ho anche partecipato a un seminario di scrittura musicale con due famosi cantautori, Ray Wylie Hubbard e Kevin Welch. Ho ingaggiato il grande cantante Lee Coulter per farmi dare dei consigli e Jay Frank, autore di Hack Your Hit, affinché mi aiutasse a creare della musica che fosse vendibile. Quando sono andato in studio, ho ingaggiato vere leggende della musica, dalla stella della Hall of Fame del rock’n’roll Joe Vitale (sì, il famoso batterista mio omonimo), al bassista Glenn Fukunaga. Ho reclutato anche tre vincitori dei Grammy per farmi aiutare in uno dei miei album (The Healing Song). Tutto questo tempo, sforzo e denaro hanno dato i loro risultati. I miei album sono stati accolti bene. Canzoni come “Today’s the Day” dall’album Strut! si sono distinte per la quantità di acquisti su iTunes e CDbaby, due dei maggiori negozi di musica online. Altre canzoni sono state prese in considerazione per la colonna sonora di un film. Sono stato paragonato a Johnny Cash, Tom Petty e Leonard Cohen. Reverberation.com, un sito per musicisti, mi ha eletto cantautore numero uno nel marzo 2013. Niente male. Quindi puoi immaginare lo sgomento che mi prese quando un mio familiare mi disse che non gli piaceva la mia musica. Disse che preferiva essere onesto – affermazione spesso usata quale preludio alla critica successiva – e che mi consigliava di restare nel campo letterario. Aggiunse: “Non sono un fan”. Non avevo chiesto la sua opinione, ma si sentiva in dovere di darla. Non ero abituato ad ascoltare queste negatività, anche se mio padre mi diceva spesso che la gente giudica. “Persino la tua famiglia potrebbe essere contro di te”, mi ricordava qualche volta. Era sconvolgente. Non ci potevo credere. Ero ferito e confuso, mi aveva colpito nel profondo. Ovviamente, in me c’era un punto debole che il mio familiare aveva ferito. Questo problema mi infastidì per settimane. Nonostante tutte le tecniche di auto-aiuto che conoscevo, mi era difficile alleviare il dolore. Naturalmente, se il mio familiare avesse avuto esperienza musicale avrebbe apprezzato. Una regola generale è quella di accettare consigli solo dalle persone che hanno già avuto successo nel
campo della tua disciplina. Ma lui non è un musicista e non ascolta musica. Ha pochissime conoscenze di teoria musicale, di storia della musica e della musica pop odierna, tuttavia mi giudicò come se sapesse di cosa stava parlando. Il suo giudizio non richiesto mi ferì profondamente. Tutti possono dare la loro opinione. Una volta lasciai un concerto di Bob Dylan prima della fine. Adoro le sue canzoni (ho persino riscritto e registrato la mia versione della sua famosa canzone “All Along the Watchtower” nel mio album Strut!), ma non sopportavo i suoi strilli più acuti. Tuttavia non ho mai chiamato Dylan per lamentarmi. Ho tenuto i miei pensieri per me (Bob, se stai leggendo, ti prego perdonami. Mi dispiace. Grazie per la tua musica e per avermi concesso di registrare “All Along the Watchtower”. Sei un cantautore straordinario. Ti amo). Nel caso del mio familiare, avrei voluto fare come Tom Petty che, quando un giornalista gli chiese cosa rispondeva alle persone che dicevano che la sua musica non era bella, replicava: “È rock’n’roll, amico; non dev’essere bello”. Ma io non ero distaccato. Un programma – dei dati – era stato attivato in me e il mio familiare lo aveva fatto funzionare. Non sapevo come rispondere al suo attacco critico non richiesto. La maggior parte delle persone nella mia cerchia di amici e parenti sono più amorevoli e solidali. Sapevo anche, dalla lettura di libri come The Power of Un-Popular, che non devo piacere a tutti ma solo a un piccolo gruppo di sostenitori affettuosi. Nei miei seminari ho persino insegnato che tutto c i ò di cui hai bisogno è un gruppetto di persone che desiderano che tu diventi ricco. Bisogna dimenticare coloro che non lo fanno. Eppure il brutto atteggiamento del mio familiare mi ferì nel profondo. Non riuscivo a lasciar perdere. Il dottor Hew Len mi disse: “Non è la persona, è la sua spazzatura che trattieni. Infatti, quando lavoravo all’ospedale delle Hawaii, accadeva che sperimentassi il giudizio, la rabbia, il risentimento. Ero bloccato e lontano da me stesso e volevo tornare a Zero”. Mi era stato ricordato che la situazione non riguardava il mio familiare, ma il programma che condividevamo. Il mio obiettivo era eliminare il programma per essere libero. In questo modo non avrei dato importanza alle sue parole. E molto probabilmente sarebbe stato zitto. Ma come potevo riuscirci? Mentre continuavo a ripulire, ricordai che ciò che non ci piace negli altri spesso coincide con quello che inconsciamente siamo e non ci piace di noi stessi. Pensai al mio familiare che diceva che non era un fan della mia musica. Trasformai questa affermazione rivolgendo a me stesso la domanda: “Cosa penso della mia musica?”. In altre parole: è possibile che io, inconsciamente, non sia affatto un ammiratore della mia musica? Più di quanto volessi ammettere, una parte di me giudicava negativamente la mia carriera di cantautore. Una parte di me era d’accordo con il mio familiare. Ciò che stava facendo era soltanto dare voce ai miei continui dubbi. Come ho detto spesso agli altri, l’esterno è una proiezione dell’interno. Il mio familiare era, per molti aspetti, me stesso. Questa fu una grande intuizione ma non mi piacque. Volevo che la mia sofferenza fosse colpa sua. Volevo che lui cambiasse. Non volevo che il compito di crescere fosse tutto sulle mie spalle. Ma è così che funziona l’autentico Ho’oponopono. Non guardi fuori, guardi dentro. Come disse lo psicanalista svizzero Carl Jung: “Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia”. La mia intuizione su quella situazione non si fermò lì. Successivamente, mentre stavo facendo ginnastica aerobica nella mia palestra, mi sentii ispirato a fare l’Ho’oponopono a voce alta, cosa per me insolita. Era molto raro che parlassi mentre facevo
esercizio fisico perché l’intensità dello sforzo mi lasciava senza fiato. Ma qualcosa mi disse: “Fallo”. Pensai alle parole del mio familiare e a quanto disagio mi avessero provocato. Mentre portavo la mia consapevolezza sui miei sentimenti continuavo a dire a voce alta: Mi dispiace che qualche aspetto del mio essere o della mia programmazione o della mia famiglia abbia espresso questo giudizio su di me e sulla mia musica. Mi dispiace di avere avuto una reazione sopra le righe e di aver dimenticato la mia pace. Mi dispiace che la mia programmazione inconscia abbia spinto il mio familiare a giudicarmi così duramente. Ti prego perdonami di aver considerato il mio familiare un insensibile. Ti prego perdonami per avere in me questa tendenza a criticare. Ti prego perdona tutti i miei avi per qualunque cosa abbiano fatto o pensato portando così, nel mio essere oggi, quel sistema di credenze. Ti prego perdonami dì essere inconsapevole dei miei pensieri più intimi. Grazie perché mi rendi consapevole di questa credenza e di questi dati. Grazie perché ascolti la mia richiesta di eliminare questi dati dalla mia mente e da tutte le menti. Grazie perché mi aiuti ad apprezzare il fatto che il mio familiare mi abbia dato questa opportunità di ripulire, purificare e diventare libero. Grazie perché mi ricordi l’amore anche nell’oscurità. Ti amo, amo il mio familiare, amo me stesso, amo la mia famiglia e amo il Divino perché cancella tutte le limitazioni interiori e i dati affinché possa essere qui ora a sperimentare il miracolo di questo momento e il miracolo dell’amore. Ti amo, ti amo, ti amo. È davvero interessante il fatto che, mentre recitavo ad alta voce la mia preghiera Ho’oponopono, sentissi l’effettivo spostamento interiore. Infatti fu una purificazione così intensa da non poter quasi ricordare cosa avesse detto il mio familiare! Questo accade spesso con la vera guarigione. L’evento di cui ti stavi lamentando se ne è andato, fai fatica a ricordarlo e, se lo fai, non provi nessuna emozione a riguardo. Come accade quando leggi una storia interessante che hai letto, ma che non è capitata a te. Questo è il miracolo dell’Ho’oponopono. Ciò che scoprii con il mio familiare fu che se volevo sperimentare una guarigione reale velocemente, dovevo pronunciare a voce alta le frasi per ripulire. Non posso sapere, però, se questo volesse dire che la mia mente era più coinvolta, che la mia voce risuonava con la vibrazione dell’universo o che la mia preghiera veniva ascoltata da angeli che non potevano leggermi nel pensiero. Clark Wilkerson, nel suo libro del 1968 Hawaiian Magic, spiega: “È stato osservato, ed è la verità divina, che se dici qualcosa con sincero desiderio ed emozione profonda, e lo dici a voce alta, si realizzerà”. Esprimere il mio desiderio a voce alta al Divino diventò un modo avanzato, semplice e tuttavia infallibile, di raggiungere una guarigione o un risultato. Il mio familiare e il suo giudizio non mi turbano più. Non ho idea se ora la mia musica gli piaccia o no. Non mi importa. La mia musica piace a me. Non sto cercando di competere con grandi musicisti, sto cercando soltanto di creare. E da questo punto di vista, sto avendo successo. Nel 2013, dieci delle mie canzoni sono state nominate ai Posi Awards, i Grammy della musica positiva. Malgrado ciò che il mio familiare (e io) pensavamo precedentemente, è evidente che sto facendo qualcosa di buono. La mia purificazione del programma che condividevamo ha ripulito la
strada verso il successo della mia musica. Come sempre, la soluzione è ripulire, ripulire, ripulire.
Capitolo 15 IL QUINTO MIRACOLO Quando sei purificato, non pensi. Semplicemente agisci. – DOTTOR HEW LEN
C
ome puoi realizzare dei veri miracoli nel mondo reale con l’Ho’oponopono? Nell’ottobre del 2012 dissi al mio produttore musicale e amico Daniel Barrett che la voglia di fare musica mi era passata. Non mi sentivo ispirato o connesso con le muse. Ero soddisfatto dei quattro album che avevo già realizzato ma non vedevo nient’altro all’orizzonte. Mi sentivo stanco, bollito. Mentre parlavamo continuavo a praticare l’Ho’oponopono dentro di me, ripetendo le quattro frasi. Ebbi il vago sospetto che mi stessi ingannando da solo. Dopotutto, l’auto-sabotaggio dilaga praticamente in tutti noi e di solito non lo sappiamo nemmeno. Era il mio caso? Daniel suggerì di trovare un modo per intensificare la mia energia musicale. Non sapeva come, ma sentiva che una soluzione c’era. In un attimo, mi giunse un’ispirazione: conoscevo un modo per dare una spinta alle muse. Ma non ero sicuro di volerlo fare. Feci un respiro profondo e dissi: “Posso definire l’intenzione di registrare cinque canzoni nuove entro Natale”. Mancavano soltanto due mesi a Natale. Sarebbe stato un miracolo scrivere e registrare cinque canzoni nuove prima di allora. Non sarei soltanto partito dal nulla, ero anche esausto dopo aver appena terminato il mio quarto album, The Healing Song. Daniel non perse l’occasione. “Perché non farne dieci?”, chiese. Ansimai. Aveva spostato troppo in alto l’asticella, persino per me. Avevo già infranto dei record realizzando quattro album in meno di due anni e quattro miracoli sembravano abbastanza. Ma accettai la sfida. Concordammo che avrei lavorato per creare dieci canzoni nuove entro due mesi e che insieme le avremmo registrate per il mio quinto album. Sentimmo la tonificante energia derivante da un obiettivo che insieme ti delizia e ti spaventa. Eravamo speranzosi, titubanti, aperti e motivati e non avevamo idea di come produrre dal nulla un nuovo album. Dovevo fare molta purificazione, e feci affidamento sulla mia pratica di Ho’oponopono per aprirmi la strada. Ricordati che non avevo alcuna idea per nuove canzoni né entusiasmo per realizzare nuova musica. Mi sentivo svuotato. Tuttavia, questa intenzione ispirata invocava nuova musica. Il nuovo obiettivo accese la mia immaginazione e nel giro di qualche giorno avevo nuove canzoni che arrivavano dentro di me. Non potevo spegnere le energie creative! Mi sedevo, leggevo un libro sul mio iPad e all’improvviso l’idea per una canzone entrava nella mia coscienza. Lasciavo immediatamente tutto da parte e iniziavo a comporla (agisci sempre). Altre volte mi sentivo ispirato a dare un’occhiata ad altri generi musicali, come il primo rock’n’roll che veniva chiamato rockabilly. Seguivo la musa ispiratrice per vedere cosa succedeva. Mi piaceva cercare, esplorare e imparare (segui sempre l’ispirazione).
Nel giro di qualche settimana mi ritrovai con più di due dozzine di buone canzoni. Di queste ne scelsi nove che pensavo fossero valide. Volevo scegliere la decima nello studio di registrazione in base all’ispirazione del momento. Mi sentivo pronto a registrare l’album numero cinque! Il mio gruppo (non era proprio il mio gruppo, ma erano gli stessi musicisti con cui avevo realizzato Strut! e The Healing Song) si riunì nuovamente. Andammo in studio il 18 e 19 dicembre e registrammo dieci nuovi brani. Mi è stato detto che di solito non si realizza un album così rapidamente e facilmente o con tutta quell’energia e focalizzazione. Ma quando ci riunimmo in studio lasciammo che la magia entrasse nelle mie canzoni. Il risultato è il mio quinto album, Sun Will Rise: un altro miracolo. Quando presi tra le mani il nuovo cd appena ultimato e ascoltai la musica che avevo scritto e suonato, realizzata con i musicisti che mi avevano sostenuto, iniziai a piangere. Il fatto che ciò sia stato realizzato dal nulla è qualcosa che tuttora mi lascia tuttora stupefatto. Sapere che le canzoni sono così belle, la musica così incredibile e i messaggi così importanti mi lascia semplicemente sbalordito e pieno di gratitudine. Una volta chiesi al dottor Hew Len cosa pensava dell’agire. Disse: “Quando sei purificato, non pensi. Semplicemente agisci”. Se devi pensare, allora hai delle credenze contraddittorie che lottano nella tua mente: una vuole una cosa e l’altra vuole una cosa diversa. L’ideale sarebbe essere certi che l’ispirazione ci sia e che a essa segua la spinta all’azione. Agisci senza tentennamenti poiché l’azione è pura. Senza interferenze. Senza ripensamenti. Non dico che questo sia per tutti un atteggiamento abituale: persino il dottor Hew Len riflette sulle risposte da dare. Quando un amico mi inviò la sceneggiatura per fare un film su Zero Limits, chiesi al dottor Hew Len il suo permesso poiché i diritti sul libro sono in comune. Mi inviò un’e-mail che diceva: “La Divinità ha detto no”. Come si fa a contraddire la Divinità? Poiché sono consapevole del fatto che a volte può essere difficile capire la differenza tra Divinità ed ego, glielo chiesi una seconda volta. Ci pensò sopra e poi confermò la risposta. La cosa curiosa è che non aveva nessuna ragione logica per rifiutare il copione. Ero perplesso sul motivo del suo diniego. Era una grande opportunità per portare la sua incredibile storia sul grande schermo. Un film era un sogno per me. Lo volevo fare. Sapevo anche che in precedenza il dottor Hew Len era stato aperto all’idea, perché una volta mi disse che avrebbe voluto essere impressionato da Robert De Niro in un film. Ma il suo clamoroso “No!” fermò ogni cosa. Lo accettai ma ero confuso. Con il passare del tempo scoprii che i potenziali produttori del film erano degli sfruttatori e dei manipolatori. Volevano che io persuadessi il dottor Hew Len a cambiare idea usando qualche trucco psicologico che, in ogni caso, sapevo non lo avrebbe ingannato. In quel momento seppi che la ragione per cui il dottor Hew Len aveva detto no era che, alla fine, ci saremmo pentiti di avere a che fare con quei produttori. Lo dico per sottolineare che lui dovette dedicare del tempo alla cosa perché non aveva una risposta chiara. Quindi non essere severo con te stesso. Il messaggio in questo caso è di amare se stessi. Facciamo tutti del nostro meglio. Se le cose non sembrano funzionare, definisci un’intenzione, chiedi istruzioni e chiarezza e agisci in qualsiasi modo ti venga indicato. Un no può proteggerti e tenerti pronto per un sì di successo. Devi avere fiducia. Devi avere fede. Se c’è un’essenza dell’Ho’oponopono, è nell’idea di fiducia. Fidati di te. Fidati della vita. Fidati
della Divinità. L’antico anello d’oro che indosso, in cui è incisa la parola latina Fidem, che vuol dire fede, mi ricorda di averne sempre. La minuscola moneta che porto con me, e di cui do spesso delle copie agli amici, è un altro messaggio. Non so quando si farà un film sulla incredibile storia del dottor Hew Len, ma ho fede nel fatto che accadrà. Soltanto che non so come o quando. Come per l’album musicale che ho realizzato quando ero privo di energia per scrivere e registrare di nuovo, i miracoli accadono se seguo il flusso, se agisco in base alle idee e se ho fede sempre, sempre, sempre. Ecco il segreto dei miracoli. O almeno uno dei segreti. Indaghiamo ancora un po’…
Capitolo 16 ALTRI SEGRETI DELL’EVENTO DI ZERO LIMITS Ripulire è l’unica strada verso lo Zero e l’Ispirazione. – DOTTOR IHALEAKALA LEW HEN
I
l dottor Hew Len e io abbiamo tenuto insieme tre eventi di Zero Limits prima che lui decidesse di non viaggiare, non parlare più e di andare in pensione. Non mi sorprese perché spesso aveva detto: “Voglio soltanto prendermi cura del mio giardino, ma la Divinità continua a spingermi fuori dalla porta”. Di solito, agli eventi mi sentivo come l’uomo convenzionale, il contrappeso divertente al dottor Hew Len. Qualcuno mi definiva “quello simpatico”. La gente a volte lo trovava duro. A me non è mai successo. Lo adoravo allora e lo adoro ancora. Ho sempre apprezzato la sua concentrazione cristallina durante i nostri eventi. Non menava il can per l’aia. Era diretto. Per esempio, chiese ai partecipanti: “Qual è la capacità, la risorsa fondamentale per avviare un’impresa?”. Dopo avere ricevuto un po’ di risposte che non lo soddisfacevano disse: “Ve lo dirò io qual è perché, se non ce l’avete, siete nei guai. Potete essere entusiasti finché volete e dare un servizio. Potete fare tutto ciò, ma la risorsa principale è essere puliti. Quando siete puliti tutto accade, quindi la pulizia è la risorsa più importante della vostra vita. Se non siete puliti, e in effetti gran parte di voi non lo è, non mi interessa cosa offriate o quanto buono sia il vostro servizio”. Continuò spiegando che persone come Gesù e Buddha erano pulite. Non avevano bisogno di essere entusiasti o di avere altre informazioni. Erano puliti e la loro pulizia permetteva loro di essere ispirati. La pulizia, ciò che spesso chiamava Zero o il Vuoto, era l’obiettivo. Una volta mi disse: “Se le persone mettessero Dio per primo, avrebbero tutto il denaro che hanno sempre sognato”. È come la famosa storia di cui scrissi all’inizio di Attractor Factor sul perché alla gente che partì per l’America del Sud non andò così bene, in termini economici, come a quella che parti per l’America del Nord. Perché? Perché la gente che andò al sud era in cerca di oro, mentre quella che andò al nord era in cerca della libertà di inseguire Dio. Stavano cercando Dio. La mente umana, piena dei suoi dati e delle sue programmazioni, rimarrebbe di stucco cercando di scimmiottare i profondi cambiamenti e gli avvenimenti che possono essere realizzati con facilità, semplicemente ripulendo e permettendo alla Divinità di sussurrare le sue ispirazioni. Mi vengono i brividi alla schiena solo a pensarci. È il potere sublime dell’Ho’oponopono. “L’Ho’oponopono è soltanto osservare che cosa sta succedendo in me quando faccio esperienza di certe persone o di certe idee in un certo modo”, disse il dottor Hew Len. “Allora la domanda è se io abbia intenzione di lasciare andare. Una volta lasciato andare, accade qualcosa di meraviglioso. Istantaneamente, quando sei al punto Zero, quella è la casa madre del Divino, l’IO SONO”, disse il dottor Hew Len. Può essere così facile? Puoi credere che sia facile come respirare o mangiare? A quegli eventi, il dottor Hew Len mostrò un metodo per lasciare andare e buttar fuori i dati.
Sedetevi comodamente con i piedi a terra e la spina dorsale appoggiata dolcemente contro lo schienale della sedia. Il pollice rappresenta il Divino, l’IO SONO in voi. Il vostro indice è il dito indicatore e rappresenta voi in quanto esseri. Prendete il Divino in voi (il pollice) e il dito indicatore e metteteli insieme in modo tale che voi e il Divino siate una cosa sola. Poi appoggiateli in grembo. Questo metodo impedisce il jet lag. Se avete un’aritmia vi ristabilisce. L’idea di fondo è tornare nel ritmo naturale. Inspirate dolcemente con gli occhi chiusi, come per un normale respiro. Ora, inalando ed esalando, iniziate a contare così: mentre inalate contate fino a sette, trattenete il respiro e contate fino a sette, poi esalate e contate fino a sette, pausa di nuovo, e ripetete il tutto. Ogni giro consiste in un’inalazione contando fino a sette, una sospensione fino a sette, un’esalazione fino a sette e un’altra sospensione fino a sette. Questo è un giro. Fatelo per sette volte, sette giri di Ha. Nei seminari che ho tenuto con il dottor Hew Len discutemmo i benefici purificanti di fragole, mirtilli e anche dei confetti di cioccolato M&M’s. Sì, lo so. M&M’s? La prima volta che lo sentii sembrava assurdo. Ma il dottor Hew Len dice sempre che non è necessario mangiare effettivamente il confetto, è sufficiente leccarlo. Leccare un M&M’s? Senza mangiarlo? Difficile. Se sei come me, può sembrarti una cosa esagerata. Mi ricorda quell’uomo che andò dallo psichiatra perché si sentiva stupido. Il dottore gli prescrisse delle pillole. L’uomo le prese per una settimana e tornò dicendo: “Dottore, può essere che sia un’impressione, ma queste pillole non sembrano nient’altro che caramelle”. Lo psichiatra replicò: “Lo vedi? Sei già più sveglio”. Qualsiasi cosa può essere uno strumento di purificazione, dipende dal fatto che tu ci creda o meno. Secondo il dottor Hew Len, anche mangiare zucchero e cioccolato può ripulire i dati. Diceva che questi erano considerati dannosi soltanto a causa delle nostre percezioni. La cioccolata calda era tra i suoi strumenti preferiti. Disse: La cioccolata calda cancella i ricordi che mettono i soldi in primo piano. Quindi, cosa significa? Significa che al primo posto metterai Dio. Io bevo cioccolata calda per cancellare i ricordi che mettono il mondo e non la Divinità al primo posto. Non dovete dire o fare nulla, soltanto berla. Dovete capire che il problema non è la cioccolata, ma la vostra esperienza di essa. Tuttavia potete lasciare andare quelle esperienze. Se avete dei problemi sono i ricordi. Non il cibo, lo zucchero, la gente con cui uscite. Niente di tutto questo. Il problema è la nostra percezione, qualunque essa sia. Se avete voglia di mangiare, perché non mangiare qualcosa che ripulisca i dati, come le fragole, i mirtilli, i biscotti allo zenzero, gli M&M’s? Persino le caramelle gommose sono un metodo di purificazione che vi porta a essere nel posto giusto nel momento giusto. A uno scettico, questi metodi possono sembrare un po’ fuori di testa, ma nel moderno Ho’oponopono sarebbe soltanto un altro dato, poiché fuori di noi non c’è nulla.
Non puoi attaccarti a qualcosa che non sia parte della fabbrica di dati della tua mente. Tutto ciò che accade, accade in te, quindi chi può dire qualcosa se non tu? Personalmente, voglio usare qualsiasi metodo che funzioni. Come ci ricorda il dottor Hew Len: “L’obiettivo ultimo è essere liberi. Liberi da cosa? Dal passato per poter andare sempre a ritmo con la Divinità”. Nella mia esperienza, una mente aperta ti porta più avanti di una mente chiusa, e se potenzialmente può offrirti la libertà, allora io sono per la mente aperta. Ma se vuoi davvero esaminare i limiti della tua mente, verifica se la famosa storia del dottor Hew Len che cura un intero reparto di malati mentali criminali sia vera oppure no. Era soltanto un’enorme bugia che ha ingannato tutti, me compreso?
Capitolo 17 È VERAMENTE ACCADUTO? La grande bugia La cosa più incredibile di tutto ciò è che non abbiamo il controllo. Controllo, intenzione. Sono tutte illusioni. Chi decide? La Memoria e l’Ispirazione, una è la spina e l’altra è la rosa. Entrambe fanno fare all’anima ciò che vogliono. Davvero. – DOTTOR IHALEAKALA HEW LEN
S
pesso, chi ha letto Zero Limits chiede se la storia sia vera. “Il dottor Hew Len ha davvero guarito l’intero reparto di criminali malati di mente? E se sì, perché non è apparsa la notizia nei media? Dove sono le prove?”. Quando la sentii per la prima volta non credetti nemmeno io alla storia. Ma dopo avere parlato al telefono con il dottor Hew Len, mi convinsi. Più tardi, partecipai al mio primo seminario con lui e mi convinsi ancora di più della sua autenticità. Poi scrivemmo Zero Limits e diressi insieme a lui tre eventi, cancellando così ogni dubbio dalla mia mente. Sapevo che credere è più intelligente che non credere. Dopotutto, avevo scritto anche un libro chiamato Faith (Fede). Credere è potere, e preferisco credere ai miracoli che non crederci. Tuttavia, da bravo autore, avevo bisogno di saperne di più, e quando ne ebbi l’opportunità lo interrogai ancora. “Ao Akua”, iniziò, chiamandomi con il nome hawaiano che mi aveva dato, “non feci tutto da solo e non fu facile”. “Guarirono tutti?”. “No”, replicò. “Non siamo mai riusciti a far stare bene Billy. Venne spostato in un’altra struttura”. Durante le ricerche per Zero Limits, contattai assistenti sociali che erano all’ospedale quando c’era il dottor Hew Len. Dissero apertamente che in sua presenza sentivano qualcosa, ma non sostennero mai che fosse una specie di Messia. Non gli attribuirono mai nessuna guarigione direttamente. Nessuno disse che gli internati erano stati curati e che il reparto era stato chiuso grazie a ciò che aveva fatto il dottor Hew Len. Ciò non mi sorprese. La vita è così interconnessa che la mia espirazione influenza la tua inspirazione. Ma tu non mi guarderai mai pensando consciamente: “Ehi, grazie per aver espirato!”. Non mi sorprese nemmeno il fatto che i media non avessero trasmesso la notizia. Anni fa, la ABC News venne a casa mia e mi intervistò per un’ora. Parlammo di molte cose, compresi i miei libri e la trasformazione che avevano generato nei lettori. Eppure non selezionarono le informazioni positive, anzi, tagliarono tutte le cose buone e mandarono in onda qualche secondo in cui cercavo affannosamente una risposta dopo essere stato colto all’improvviso da una domanda a trabocchetto. I media generalisti non sono stati pensati per raccontare cose positive. Hanno bisogno che tu sia spaventato per poterti vendere i prodotti reclamizzati (lo dico mentre ripulisco ciò). Ecco perché mandano in onda notizie terribili, tragiche e disperate. Quando non succede niente di orribile in zona, cercano una storia triste in un’altra zona, persino in altri paesi del mondo. E quando i media non riescono a trovare sufficienti cattive notizie, spesso riprendono quelle vecchie dai loro archivi. Infatti, mentre scrivo, alcuni amici mi hanno contattato congratulandosi con
me per l’apparizione, la notte scorsa, in un filmato di ABC News trasmesso per la prima volta tre anni fa. Ma mai o quasi mai presentano buone notizie. Dopotutto, quale potrebbe essere il titolo in un telegiornale generalista sulla guarigione degli internati in un ospedale psichiatrico? Malati di mente curati – Senza spiegazione – Festeggiamo! Se i media avessero voluto documentare le capacità di guarigione del dottor Hew Len, avrebbero fatto un titolo così: Un tipo strano non fa nulla e i pazienti guariscono! In breve, i media generalisti non sono concepiti per parlare di cose positive o di avvenimenti miracolosi. Sono inclini a una prospettiva negativa anche nel caso più incredibilmente positivo. Io avrei avuto maggiore fortuna con i media se avessi raccontato della mia chitarra Bourgeois che sembra avere un volto sul retro della cassa (ce l’ha davvero). Qualcuno pensa che sembri un indiano. Io penso che sia molto più discutibile ed eloquente. I media potrebbero dire: Scoperto un Buddha DENTRO una chitarra! O addirittura: Gesù appare in una chitarra! O forse: Un autore di The Secret vede il Salvatore in una chitarra! Naturalmente, una storia miracolosa comunicata come reale deve essere almeno un po’ vera per essere di qualche utilità. Le storie immaginarie o, peggio, quelle spacciate per reali che si rivelano poi immaginarie, possono essere deleterie. Non è così se si usa una storia metaforica. Molti ipnotizzatori raccontano questo genere di storie per dirigere dei messaggi al tuo subconscio. Ma questo non è mentire. È solo semplice finzione. Una volta stavo leggendo un libro di un noto autore di auto-aiuto il quale scrisse che il famoso illusionista Harry Houdini, negli ultimi anni, non aveva bisogno di fare dei trucchi. Houdini, sosteneva, faceva “magia vera”. Ero scioccato. Houdini aveva passato gli anni che gli rimanevano per provare che la magia vera non esiste! Come membro a vita della Society of American Magicians, il gruppo che Houdini stesso fondò, so che lui era contrario a raggirare le persone e aveva i piedi ben saldi per terra. Perché, nel suo libro, questo scrittore mentiva alla gente? Non lo so, ma ero così infastidito dalla sua bugia – innocente, ignorante o intenzionale che fosse – che gettai il suo libro nella spazzatura. Mi ci volle un bel po’ per perdonarlo. Un amico giustificò la bugia dicendo: “Probabilmente voleva raccontare quella storia per far credere nella magia vera”. Il fatto è che quell’errore macroscopico mi portò a concludere che non potevo fidarmi di nulla di ciò che aveva scritto. Diventò una fonte inattendibile.
Poiché non volevo che la storia miracolosa del dottor Hew Len diventasse come quella storia di Houdini, continuai a indagare per saperne di più. Seguitavo a sentire storie in qualche modo simili, come questa che ricevetti via e-mail e che uso qui con il permesso dell’autrice: Gentile dottor Vitale, ho letto il suo libro Zero Limits nel dicembre del 2008. Lavoro al carcere femminile di Baton Rouge come life-coach e parenting instructor. Ogni settimana ho tre classi di venti donne. Cominciai a fare l’Ho’oponopono subito dopo avere iniziato il libro. Vidi risultati immediati con le donne del gruppo. Condivisi le informazioni con loro e portai cinque copie del libro affinché potessero leggerlo a turno. Mi hanno raccontato molte storie sul cambiamento dei secondini che le sorvegliano. Un giorno, la settimana scorsa, c’era una certa confusione in prigione. Sentivo il subbuglio fuori dalla mia aula. Il direttore entrò in classe e rimase strabiliato. Non poteva credere che ci potesse essere una calma e una tranquillità del genere nella stanza con tutto il trambusto che c’era fuori. Mi disse: “Non so cosa stia facendo, ma continui a farlo”. In numerose occasioni mi ha detto che tutte le donne si comportano meglio e stanno ottenendo benefici e concessioni che prima non erano in grado di ottenere. Io stessa sto riscontrando dei cambiamenti positivi con mia figlia adolescente e mio marito. La ringrazio molto per aver reso accessibili queste informazioni. – CINDY RAY-HUBER DIRETTORE REGIONALE, RCB DI BATON ROUGE
In quanto esseri umani, tutti abbiamo delle sfide davanti. Tutti abbiamo cose da ripulire. Quando stavamo lavorando insieme a Zero Limits, il dottor Hew Len venne a trovarmi. Girammo per alcune strade di campagna in cerca del bed&breakfast che avevo prenotato per lui al telefono. Quando fu evidente che ci eravamo persi, lo sentii sospirare. Sembrava frustrato. Disse: “Avrei dovuto chiamare per chiedere informazioni”. Le sue parole furono queste ma quello che voleva dire veramente era che io avrei dovuto chiamare. Faceva pensare a una persona che non era affatto tutt’uno con ciò che esiste. Un’altra volta, vidi una foto in cui lui teneva per mano una giovane donna mentre passeggiavano insieme lungo la spiaggia. Sembrava tutto molto romantico, anche se il dottor Hew Len ha cinquant’anni più di lei. Non è certo un problema, giacché possono essere innamorati, ma è un chiaro segno che lo rende umano. Ma anche Gesù era umano. Era un uomo normale che viveva e respirava ma che sembra abbia fatto dei miracoli. Secondo l’autore di Zealot, Gesù non venne mai accusato di truffa nelle sue dimostrazioni pubbliche. Non stava facendo magie ma miracoli. Venne accusato di molte cose ma mai di essere un mago. Era un uomo che faceva dei miracoli con l’aiuto del Divino. È ciò che il molto umano dottor Hew Len stava facendo? Dopotutto, Albert Einstein disse: “È molto probabile che siamo in grado di fare cose più grandi di Gesù, perché ciò che è scritto su di lui nella Bibbia è poeticamente abbellito”. Ma non voglio scansare la domanda: il dottor Hew Len ha effettivamente guarito il 99% degli internati all’ospedale psichiatrico per criminali? Io credo di sì. Ma come si fa a esserne sicuri?
Mettiamola così: se prego segretamente per la tua salute e un giorno la tua malattia se ne va, me ne attribuirai il merito? Probabilmente no. Come potresti farlo se non sai nemmeno che stavo pregando per te? Mathew Dixon venne ispirato a scrivere un libro dal titolo Attracting for Others. La premessa è che quando qualcuno ti racconta che vuole essere, fare o avere qualcosa, tu lo ripulisci segretamente per permetterglielo. Ripulisci qualsiasi cosa emerga in te affinché la persona che hai incontrato possa realizzare il suo desiderio. In altre parole, diventi un ninja del bene. Può essere semplice come dire le quattro frasi, usare alcuni dei segreti avanzati che hai imparato qui o qualsiasi altra cosa che ti ispiri per aiutare lui o lei. Adesso fermati e rifletti: se qualcuno ripulisce in silenzio qualcosa che tu vuoi e lo ottieni, gli darai qualche merito? Naturalmente no. Come potresti? Non avevi la minima idea che qualcuno stesse facendo qualcosa per te. Lo ha fatto di nascosto e con benevolenza. La stessa cosa può essere vera per la storia del dottor Hew Len all’ospedale. Il suo ripulire se stesso ha generato un campo di attrazione che ha influenzato tutti gli altri. Sono stati meglio ma non potevano riconoscergli il merito dato che non avevano idea di ciò che stava facendo per loro. I notiziari generalisti non hanno modo di raccontare storie come questa. Vogliono vedere cause ed effetti visibili. Se il dottor Hew Len avesse distribuito delle pillole da cavallo e la gente fosse stata meglio, lo avrebbero messo nel telegiornale (anche se, molto probabilmente, avrebbero trovato qualcosa che non andava nelle pillole e fatto un servizio su questo). In breve, credi nella storia di Zero Limits, se non altro perché ti offre il potere di creare i tuoi propri miracoli. E se non ti sembra ancora vero del tutto, ripulisci.
Capitolo 18 COME DAR VITA ALLA TUA RELIGIONE PERSONALE Ua ola loko i ke aloha – L’AMORE È LA SORGENTE DELLA VITA
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urante il nostro secondo evento di Zero Limits, il dottor Hew Len si alzò in piedi e annunciò: “Lasciate che vi mostri come dar vita a una religione”. Poi andò alla lavagna magnetica – ne riparlerò tra poco – e fece un punto al centro dello spazio bianco. “Una persona si risveglia alla Divinità”, disse. “È pura e ispirata”. Poi disegnò dei cerchi. “Da là, la persona risvegliata cerca di raccontare agli altri la sua esperienza”. Il dottor Hew Len continuò: “Ma gli altri non hanno avuto l’esperienza. Non capiscono. Pensano di capire, ma non è vero. Quindi cercano di insegnare ad altri il risveglio che non hanno mai avuto. Ed ecco che è nata una religione”. Compresi perfettamente. Ogni volta che studiavo dei risvegliati, finivo sempre per restare perplesso sui loro seguaci. I seguaci non sembravano mai risvegliati. Nel corso del tempo conclusi che le persone sono in maggioranza pecore. Seguono il caprone, il capo che può sapere o non sapere dove sta andando. Qual era il ruolo di Morrnah in tutto questo? Il dottor Hew Len lasciò intendere chiaramente che Morrnah era una risvegliata. Aveva preso la vecchia scuola del tradizionale Ho’oponopono – il metodo di risoluzione dei problemi che consiste nel dare voce alle differenze personali in un circolo fino a quando non si raggiunga il perdono e la pace – e ne aveva ricavato un processo interiore. Ma il risveglio di Morrnah non significava che tutti coloro che praticavano la sua versione dell’Ho’oponopono fossero dei risvegliati. Lei lo era? Non possiamo saperlo con certezza. Possiamo solo supporlo, e quando lo facciamo la storia diventa più convincente. E il dottor Hew Len, insieme al quale ho passato tanto di tempo? È un risvegliato? È un illuminato o è parte del gregge? Una mattina, mentre prendevamo il caffè disse: “Ci stai arrivando”. Non sapevo a che cosa stessi arrivando. Non avevamo detto una parola da parecchi minuti. La mia mente aveva esaurito le domande. In quel silenzio c’era un’apertura nel mio cuore, come se si fosse spalancata una finestra. Più tardi lo chiamai satori, una breve esperienza di risveglio. Non significava che fossi risvegliato. Significava che qualcuno mi aveva permesso di vedere il risveglio. Era stato il dottor Hew Len? Il suo essere aveva acceso il mio satori? Sono convinto che lui sia un fedele discepolo di Morrnah che pratica ciò che ha imparato da lei e che stia facendo del suo meglio, con le sue peculiarità, per fare il lavoro di pulizia. Purificazioni come questa hanno l’effetto di stabilire l’essere interiore. Un giorno potremmo risvegliarci mentre ci stiamo rilassando. Nel libro Corso di Risveglio ho scritto che l’illuminazione viene dalla grazia. Non è un’esperienza a comando. Non puoi dichiarare: “Mediterò fino a quando non mi illuminerò!”. Dichiarazioni come questa provengono dal tuo ego, ma esso deve gettare la
spugna per permettere al risveglio di accadere. Ma torniamo a come dar vita alla tua religione personale. Qualche anno fa feci una presentazione dell’Ho’oponopono ai miei colleghi del Transformational Leadership Council durante un incontro (il link al video è reperibile nella sezione “Risorse”). Sono i personaggi più importanti e influenti nel campo dello sviluppo personale. Molti di loro sono vere leggende dell’auto-aiuto e hanno trasformato la mia vita qualche decennio fa, quando ero al verde, sconosciuto e in difficoltà. Quando salii sul palco mostrai loro una lavagna magnetica – il mio strumento preferito e metafora della vita – e li invitai a raggiungermi e a scrivere su di essa tutti i modi in cui ci si può trasformare. Dopo venti minuti in cui scrissero le loro idee, chiesi loro: “Cosa è accaduto alla lavagna bianca?”. Era ricoperta di scritte nere. Non si riusciva più a vederla. “Sono qui per suggerire che i vostri metodi di cambiamento potrebbero, di fatto, essere un blocco all’ispirazione proveniente dalla Divinità”. Poi raccontai la storia del dottor Hew Len, dell’ospedale psichiatrico e della pratica dell’Ho’oponopono. Mentre parlavo, cancellai le scritte sulla lavagna. Quando ebbi finito, la lavagna bianca era nuovamente visibile. Eravamo tornati a Zero. La spiegazione del dottor Hew Len su come inizia una religione descrive perfettamente quello che fa la maggior parte degli autori, dei conferenzieri e dei maestri. Naturalmente, noi crediamo di essere di aiuto e di solito lo facciamo. Tuttavia, guardando le cose da un punto di vista più alto, ciò che vogliamo veramente è essere tanto aperti da lasciare che l’ispirazione sussurri qualcosa nel nostro cuore e noi essere in grado di sentirla. In altre parole, se sono convinto che l’unico modo per aiutare qualcuno sia mangiare torte di carote (cosa che aiuta davvero, credimi), allora ogni volta che sento un problema, proporrò torta di carote. I discepoli dell’Ho’oponopono sono spesso così. Hanno dimenticato che l’Ho’oponopono è soltanto una tecnica come tante altre, non la pratica spirituale o di auto-aiuto migliore in assoluto. È concepita per aiutarti a cancellare tutte le interferenze – quelle che il dottor Hew Len chiama programmazioni – e renderti così aperto all’ispirazione della Divinità. Il successo del mio libro con il dottor Hew Len, Zero Limits, ha portato la consapevolezza dell’Ho’oponopono alle masse. Sfortunatamente, ha raccolto anche un sacco di pecore. Certo, non tutti ricadono in questa definizione. Ci sono quelli che credono sinceramente in ciò che stanno facendo. Ma può darsi che siano come i discepoli di un essere illuminato, cioè che l’essere è risvegliato e i discepoli no? E se è così, cosa ti resta in mano? Come fai a sapere chi seguire, cosa comprare o cosa fare? Ti resta la purificazione. Mentre la pratichi, ripulisci i dati della mente per dare spazio alla chiarezza e quando arriverà, lo saprai. Ecco un altro modo per arrivarci. Morrnah una volta insegnò che si dovrebbe prendere un pezzo di carta e buttar giù l’elenco di tutte le persone, le località e le cose connesse con ciò che stai ripulendo. Disse: “Il tuo subconscio capirà meglio il problema, e lo percepirai meglio della prima volta che l’hai descritto”. Fatto ciò, recita la preghiera di Morrnah sopra il pezzo di carta. Per esempio, diciamo che al lavoro hai un problema con un’altra persona. La prima cosa da fare è
comprendere che il problema è in te, e che si manifesta come una tua percezione mentale di quella persona. La cosa inizia in te e quella persona esterna è soltanto il detonatore. Come diceva spesso il dottor Hew Len: “Hai mai notato che quando c’è un problema tu sei sempre presente?”. Poi scrivi tutto ciò che riguarda quel problema: il nome di quella persona, il genere di lavoro che fai tu, il nome dell’impresa, l’indirizzo e qualsiasi altra cosa ti venga in mente. Stai scaricando nel pezzo di carta tutti gli aspetti del problema. Come sottolineava Morrnah, questo aiuta la tua mente a comprendere l’intera situazione. Leggi quindi la sua preghiera sopra il pezzo di carta, preferibilmente ad alta voce, almeno per quattro volte. Dopodiché strappa o brucia il foglio. Vai in pace e attendi che il Divino ti trasmetta i dettagli. Lo farà. Zero è davvero così importante? Tornare alla lavagna bianca è davvero così necessario? Il dottor Hew Len parla dello Zero come di una maniera di esprimere la Divinità. Altri parlano di una frequenza a zero. Per me, Zero è quel vuoto in cui non possono esistere pensieri, credenze o dati. È il testimone di fondo della vita che può permettere all’ispirazione di raggiungerti dalla Sorgente. So che questo concetto può scompigliare la tua mente, per cui concedimi un momento per spiegartelo. Alle scuole superiori di Niles, in Ohio, avevo un insegnante di algebra eccentrico. Si chiamava Ron Posey. Alle medie ero stato bocciato in algebra. Con il signor Posey, alle superiori avevo tutti voti eccellenti. Era un genio dell’insegnamento. Stava davanti a tutti e chiedeva: “Gli zeri sono importanti? Lo zero è niente?”. Poi scriveva il numero 1 sulla lavagna e diceva: “Datemi sei zeri dietro quell’uno e avrò un milione di dollari!”. Sì, lo zero conta. Ma quello che veramente vuoi è essere al punto Zero. Lascia che adesso ti porti lì.
Capitolo 19 IL MIRACOLO DELL’HO’OPONOPONO La cosa più importante che puoi fare per sbloccare la tua energia e attrarre i tuoi sogni più grandi è perdonare tutti per ogni cosa accaduta durante la tua vita e, cosa ancor più importante, perdonare te stesso. – JOE VITALE, DA THE MIRACLES MANUAL, VOL. 1
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ualche decina d’anni fa ero un discepolo di Rajneesh, poi chiamato Osho. Era una figura controversa. Recentemente ho letto due libri su di lui, uno del dentista che visse con lui per molti mesi, e uno della donna che per anni aveva gestito le sue attività e che venne poi incarcerata. Uno lo dipinge come un essere divino, l’altra come un demone. Sono stato un seguace anche del defunto dottor David Hawkins. Aveva creato uno strumento chiamato Mappa della Coscienza e le sue intuizioni mi hanno aiutato. Poi, non molto tempo fa, ho letto un accurato libro scientifico scritto da uno dei suoi devoti discepoli, che è anche un suo amorevole biografo, che dimostra che la mappa della coscienza è sbagliata e che gli esperimenti per realizzarla erano inesatti. Chi è il guru? Questa è la vera domanda, ed è una domanda giusta. Dopotutto, in una cultura in cui viene dato un valore eccessivo alla nozione di esperto, è possibile che molti esperti vadano in giro divulgando informazioni disparate e contraddittorie. Da che parte dobbiamo guardare? Probabilmente molti di loro non saranno come quel giovane indiano del film Kumare che, pur essendo cresciuto in America, finge di essere un guru, raccoglie un piccolo seguito e più tardi rivela il suo imbroglio dicendo che lui è il guru di se stesso. La verità è che a volte riusciamo a vedere i retroscena di persone che ammiriamo, come accadde a me con Rajneesh e Hawkins, e altre volte no. È un buon consiglio quello di seguire la nostra guida interiore. Dopotutto, come farai a sapere di chi fidarti e chi seguire? Alla fine non dovrai fidarti e seguire te stesso? A che serve l’Ho’oponopono? Qual è il suo scopo? La tradizione hawaiana dice che l’Ho’oponopono è un rito di perdono. Il dottor Hew Len dice che siamo qui soltanto per ripulire. Morrnah, la sua maestra, sentiva che siamo qui per curare. Piccoli gruppi e fazioni di Huna e Ho’oponopono hanno le loro risposte. E anch’io ne ho una. Nella mia visione del mondo, l’autentico Ho’oponopono è un metodo per aiutarti a raggiungere la pace. È uno strumento per eliminare vecchi programmi, credenze e altri dati, per permetterti di essere qui e ora e ricevere l’ispirazione dalla Divinità. Il suo scopo principale è perdonare tutto e tutti in ogni tempo e in ogni luogo. Benché io lo pratichi giornalmente, so che non è l’unico strumento. È uno dei tanti. Nel 2013 presentai una tecnica chiamata Remembering Process, sulla quale ho scritto con Daniel Barrett un libro di prossima pubblicazione. Durante quel discorso pubblico indicai una grande lavagna magnetica e dissi: “Questo siete voi senza la programmazione, siete puliti, siete al punto Zero e da qui potete ricevere l’ispirazione”. Continuai chiedendo alle persone di osservare il proprio corpo. Era confortevole? Avevano
qualche acciacco o dolore? Spiegai che anche se potevano sentire il loro corpo, loro non erano il loro corpo. Erano separati da esso. Potevano essere testimoni del corpo e non essere il corpo. Adesso anche tu potresti interrogarti sul tuo corpo. Ovviamente ne hai uno, ma poiché puoi osservarlo devi non essere quel corpo. Poi chiesi loro di osservare i propri pensieri. Cosa stavano pensando? Mentre parlavo le loro menti stavano correndo. A un livello stavano ascoltando ma a un altro stavano giudicando. Se potevano sperimentare i loro pensieri, significava che in qualche modo non erano i loro pensieri. Erano separati da essi. Potevano osservarli. E tu? Mentre stai leggendo, stai anche pensando, ma non sei i tuoi pensieri. Puoi osservare il tuo pensare, il che indica che devi essere diverso da esso. Poi chiesi al mio pubblico di riflettere su ciò che stavano provando a livello emotivo. Per esempio, quando il mio discorso era divertente, ridevano. In altri momenti, le loro emozioni erano diverse. Se potevano sentirle, allora non erano le loro emozioni. Erano, piuttosto, degli osservatori. Di nuovo, e tu? Provi delle emozioni. Ne hai provate diverse leggendo questo libro. In ogni caso, se provi delle emozioni e puoi descriverle, allora non sei le tue emozioni. “Se non siete i vostri pensieri, il vostro corpo o le vostre emozioni”, chiesi, “allora cosa siete?”. In molti discorsi spirituali, la parola testimone descrive questa consapevolezza di fondo. Nella spiritualità hawaiana, nell’Ho’oponopono, quello sfondo è chiamato Divino. Qualcuno lo chiama Dio. Altri natura. Il dottor Hew Len e io lo chiamiamo Zero. Indipendentemente dal nome che gli dai, quella Divinità è in te ed è la stessa Divinità che c’è nei tuoi amici e familiari, in Morrnah, nel dottor Hew Len e in me. Il grande obiettivo è essere una sola cosa con la Divinità, che è l’Illuminazione, è il Risveglio. Quando sei una sola cosa con tutto ciò che è, sei una sola cosa con la sorgente stessa della vita. Il miracolo dell’Ho’oponopono è che consiste in un modo facile per cancellare ciò che sta tra te e la Divinità. Quando indico la lavagna magnetica, indico un simbolo. Quando tu pratichi l’Ho’oponopono stai andando verso quella lavagna, verso la Divinità. Quando sei una sola cosa con essa, sei in pace. Quando sei là, sei al punto Zero. So che qualcuno dice che la consapevolezza di fondo non è nulla, tuttavia, come ho sentito dire a papa Giovanni Paolo II: “Ciò che tu chiami nulla è ciò che io chiamo tutto”. Quel tutto è la Divinità e ti ama. Vuole il meglio per te, per la tua famiglia e per il mondo. Quando eliminiamo i programmi che interferiscono con la nostra possibilità di ascoltare la Divinità e di sentire il suo amore incondizionato, allora sperimentiamo il miracolo dell’adesso. Questo è lo scopo dell’Ho’oponopono. E questo è il suo miracolo. Tocca a te essere il guru di te stesso.
Conclusione IMPARARE A FARLO Viviamo in un universo guidato dalle credenze. Cambia le tue, assicurati un nuovo universo. – JOE VITALE
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l dottor Hew Len mi diceva spesso che quando sei al punto Zero, allora l’ispirazione può arrivarti. Quando non sei purificato, tutto ciò che hai sono soltanto ricordi, vecchi programmi, credenze, esperienze e altri dati che ti bloccano. Un giorno, mentre mi stavo rilassando e meditando, ricevetti l’ispirazione di guardare uno Hang. Lo so, non ha nessun senso, e non lo aveva nemmeno per me in quel momento ma, come insegna il dottor Hew Len, quando sei purificato, la Divinità può consegnarti qualcosa. Quindi feci ciò che ogni persona moderna che si rispetti farebbe: cercai su Google. Venne fuori che uno Hang, pronunciato “Hong”, è uno strumento musicale creato da Felix Rohner e Sabina Schärer a Berna, in Svizzera, nel 2000. Non è un tamburo – come avvertono subito gli inventori – ma uno strumento musicale completamente nuovo. Francamente sembra un UFO, una specie di astronave. Immagina due wok o due coperchi di metallo fusi insieme, con delle ammaccature. Non è l’immagine migliore ma serve a rendere l’idea. Le ammaccature sono in realtà dei ritocchi e quando colpisci con le mani lo Hang fa un suono misterioso, morbido, di un altro mondo. Ne volevo uno. Sfortunatamente, lo Hang ha una tale richiesta che quei pochi produttori non prendono più ordini e le loro liste d’attesa sono lunghe anche anni. Quelli usati sono quasi impossibili da trovare, ma ne scoprii due su eBay. Uno era una vecchia versione fatta da Rohner e Schärer e comprandolo subito costava ottomila dollari. L’offerta iniziale era di cinquemila dollari. Sapendo che uno nuovo costa normalmente millecinquecento dollari, non volevo spendere quella cifra per uno usato. L’altro Hang era italiano e su eBay costava settecento dollari. Qualcosa in me mi disse di fare un’offerta, quindi studiai le immagini, guardai il video in cui veniva suonato da qualcuno in Italia e decisi che era mio. Me lo aggiudicai. Più tardi, quel giorno, ricevetti un assegno di 1250 dollari, la cifra esatta che avevo pagato per lo Hang su eBay. Lo presi come il segno che doveva essere mio. Perché era per me? Incontrai Mathew Dixon, mio socio e maestro di chitarra, e gli raccontai la storia. Mentre gli parlavo, capii che avrei potuto realizzare una melodia con il mio Hang e aggiungerci la mia voce leggendo la preghiera di Morrnah. La combinazione di preghiera e Hang sarebbe stata intensa e rilassante e ciò avrebbe costituito un ottimo strumento di purificazione (puoi ascoltare la preghiera di Morrnah letta da me e Hang su www.morrnahsprayer.com). Come dice il dottor Hew Len, quando sei al punto Zero, la Divinità non trova ostacoli sulla strada verso il tuo cervello. Non stavo cercando un nuovo strumento, e men che meno uno Hang. Non sapevo nemmeno che esistesse. Non stavo cercando di creare un nuovo brano musicale. Tuttavia, ero aperto a qualsiasi cosa, e allora quella cosa si manifestò. Il dottor Hew Len dice spesso che siamo già prosperi, ma non lo sappiamo perché i nostri dati lo
nascondono. Ci preoccupiamo, troviamo delle scuse. Proviamo a fare qualsiasi cosa, spesso per paura. Raramente entriamo nel miracolo dell’istante per essere solamente. Questo potrebbe essere il mantra dell’Ho’oponopono: “Sii e arricchisci”. Tutto ciò di cui hai bisogno è imparare a non preoccuparti. Alla fine, come spiega il dottor Hew Len nel nostri sito www.zerolimits.info, lo scopo dell’Ho’oponopono è la totale libertà. Quando sei libero dai dati – pensieri, credenze, programmazioni – sei disponibile a ricevere l’ispirazione dal Divino. Il mio obiettivo nello scrivere questo libro è aiutarti a essere libero. E tutto inizia con me. La pace sia con te. Aloha Nui Loa (Con tutto il mio amore)
Appendice A DOMANDE E RISPOSTE SULL’HO’OPONOPONO D: Per quanto tempo al giorno devo fare l’Ho’oponopono? R: Tutto il giorno. All’inizio ci vuole una decisione conscia. Con il tempo diventa una seconda natura. Mentre scrivo questo libro sto dicendo le frasi. È il brusio di fondo nella mia mente. D: Devo pensare a un particolare problema mentre faccio l’Ho’oponopono? R: Se ce l’hai sì. Altrimenti no. D: Sto dicendo le frasi giornalmente, ma sembra che le cose stiano peggiorando. R: Quando agiti una bottiglia che ha dei depositi sul fondo, il contenuto diventa torbido. Fino a quando non vengono rimossi, vedrai dei residui fluttuare. Continua a ripulire. D: Posso ripulire per qualcun altro? R: Ripulisci la tua percezione di qualcun altro. Se percepisci un problema in lui, in realtà è in te. Ripulisci la tua interiorità. D: Come fai a usare la cioccolata per ripulire? La mangi? R: Mangiala. Annusala. Leccala. Medita su di essa. Per il dottor Hew Len è un vero strumento per ripulire. Ma forse cerca solo un pretesto per mangiare cioccolata. D: Posso dire le frasi in ordine diverso? R: Sì. D: Posso dire soltanto “Ti amo”? R: Certo. D: E se provo rabbia mentre ripulisco? R: Ripulisci la rabbia. D: Quali sono i nomi del bambino interiore? R: Tutti quelli che senti. D: Quando ripulisci per un affare o una proprietà, devi essere fisicamente sul posto per ripulire? Ho bisogno dell’indirizzo? R: L’indirizzo aiuta. Le foto aiutano. Ma non è necessario essere sul posto. D: Quando penso di avere una domanda, invece di contemplarla dovrei fermarmi, ripulire e realizzare che non sono io a pormi quella domanda, ma sono la mia memoria o i miei dati che la stanno ponendo? R: Sì. D: Com’è che ripulendomi aiuto il mondo a essere al punto Zero? R: Tu sei il mondo. La pace inizia con te. Se stai aspettando che qualcun altro diventi felice prima di te, allora non hai capito e non sei ancora pulito. Lavora su te stesso prima di tutto. D: Come facciamo a sapere quando siamo a Zero? Lo sapremo? Andare a Zero è l’obiettivo? Quando siamo là, ci rimaniamo o è uno sforzo costante? Il dottor Hew Len è al punto Zero? R: Non farai più alcuna domanda. D: Quando faccio l’esercizio del respiro è importante se respiro più di sette volte? R: No. D: Sto facendo l’Ho’oponopono da qualche settimana ma non accade nulla. R: Nulla? Davvero? Come lo sai? Fuori dalla tua consapevolezza conscia stanno accadendo tante
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cose di cui non hai la benché minima idea. Abbi fede. Quando il dottor Hew Len e il dottor Joe Vitale faranno altri seminari? Quando il dottor Hew Len uscirà dal suo ritiro da pensionato. Ho iniziato il metodo delle quattro frasi e della purificazione. Come faccio a sapere se lo sto facendo in modo corretto? Il fatto che lo stia facendo è il modo corretto. Posso usare l’Ho’oponopono per i miei problemi di salute? Sì. Come faccio a sapere cosa ripulire? Ripulisci il non saperlo. Durante l’esercizio del respiro, dobbiamo esalare attraverso la bocca? E poi: dobbiamo concentrarci sul ricordo o problema che vogliamo purificare oppure dobbiamo concentrarci soltanto sul respiro? Lascia il problema sullo sfondo. Concentrati sul respiro. La mia ragazza mi ha lasciato. Posso usare l’Ho’oponopono perché ritorni da me? No, ma puoi usarlo per purificare la frustrazione, il rimpianto e la sensazione di perdita. Lei era una manifestazione esteriore di un programma interiore. Puoi attrarne un’altra. Ci sono miliardi di persone su questo pianeta. L’Ho’oponopono curerà e cambierà la persona con cui sono arrabbiato? No. Curerà te. Quando sarai guarito, l’altra persona potrà cambiare. È necessario che il dottor Hew Len mi dia il mio vero nome? No. Se dico le frasi in francese hanno lo stesso effetto? Sì. Hai un altro libro su Ho’oponopono oltre Zero Limits? Questo. Come posso usare l’Ho’oponopono per la mia situazione economica? Purifica ciò che ti preoccupa della tua situazione economica. Paragonata a quella dei paesi in via di sviluppo e alla gente che non può nemmeno leggere questo libro, sei a posto. Mi piacerebbe molto saperne di più sull’Ho’oponopono e poter insegnare questo metodo di purificazione. Dove posso avere le informazioni necessarie? Non c’è niente da insegnare. Il tuo lavoro è su di te. Lascia che la tua vita sia un’ispirazione. In ogni caso, se vuoi un aiuto personale, considera il Miracles Coaching®.
Appendice B LA MEDITAZIONE SULLA LAVAGNA MAGNETICA Una casa a pezzi non sta in piedi. Questo è vero per le nazioni, le comunità, le organizzazioni, le famiglie e gli individui. Nella casa dell’umanità, l’individuo è il comune denominatore. Quando è frammentato, la casa è a pezzi. – DOTTOR IHALEAKALA HEW LEN
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a mattina dopo la fine del secondo evento di Zero Limits, a Maui, feci una meditazione privata per chi avesse voluto seguirla. Quella meditazione fu così ispirata e potente che voglio includerla qui affinché tu possa gioirne. Nota: Puoi trovare l’audio di questa meditazione nella pagina di Risorse disponibili. La meditazione non è un incontro di un’ora a cui si affibbia ufficialmente il nome di meditazione. La meditazione è il modo in cui vivi la tua vita. Avevo una maglietta con la scritta: “La meditazione non è ciò che pensi”. Adoro quella citazione. Il primo livello di cui parliamo adesso qui e a cui ti sto portando – perché la meditazione è già iniziata – è andare oltre il pensare. Pensa al fine settimana appena passato e alla lavagna magnetica, immaginando di averla davanti a te. A un certo punto potresti sentire il bisogno di chiudere gli occhi. Lascia che accada, e nella tua mente permetti alla grande lavagna bianca di essere il tuo sfondo. Se la visualizzi chiaramente, immagina di spingere la tua sedia il più vicino possibile a essa oppure di prendere la lavagna e di avvicinarla a te. Mentre io parlo e tu sei seduto, respiri e ti rilassi, alcune cose vengono scritte sulla lavagna. Lascia che vadano e vengano senza concentrarti su nulla in particolare per ora. Permetti semplicemente alla lavagna di essere lo sfondo della tua esperienza. In realtà, tu non sei i tuoi pensieri, per cui lasciali andare e venire come nuvole che fluttuano. Non sei le tue emozioni. Non sei il tuo corpo. Tu sei, in effetti, la lavagna stessa. Solo per un istante ascolta, vedi e percepisci quello sfondo, quella lavagna, quel testimone che è l’essenza di ciò che sei. Puoi lasciare scorrere i suoni che ascolti, i sentimenti che provi, i pensieri che hai. Non c’è niente a cui dare attenzione. Non c’è niente da fare. Stai imparando a essere un testimone. Durante il fine settimana avrai notato che ho sempre pulito la lavagna magnetica su cui scrivevo. Quando ci siamo lasciati dopo il fine settimana, la lavagna nella stanza era di nuovo bianca, senza alcuna scritta. Se ti senti scomodo sulla sedia o seduto sul pavimento puoi notare mentalmente: “Il mio corpo senta una scomodità” e lasciare che anche questo scorra via. Mentre ti rilassi, tieni gli occhi chiusi e goditi questo momento dentro di te, la tua connessione con la lavagna e con il Divino. Ti invito a considerare una cosa che vorresti avere, fare o essere nella tua vita. Può essere qualcosa di piccolo, come una buona colazione o un buon pranzo. Può essere qualcosa di grande, come una casa, una relazione o una guarigione. Non importa. Lascia soltanto che affiori. Non devi pensarci. Qualcosa verrà in superficie. Mentre emerge, dalle un po’ di attenzione. Non dipendi da questa cosa. Non sei legato a essa. Le permetti semplicemente di essere nella tua consapevolezza e le dai il benvenuto nella tua vita. Come ti sentiresti se avessi, facessi o fossi quella cosa che è affiorata nella tua consapevolezza? Cerca di
incarnare quel momento. Nota che la lavagna è ancora dietro di te. Puoi ancora essere un tutt’uno con lei. Rappresenta il Divino e ciò che ti invito a fare è permettere alla cosa che vorresti essere, fare o avere di fluttuare sulla lavagna. In qualsiasi modo ti sembra possa accadere, lascia che si dissolva, si sposti o si trasferisca nello sfondo del tuo essere. Hai girato la tua richiesta alla lavagna. Se esiste una parola che descrive la lavagna mentre stai seduto con gli occhi chiusi, questa è, di solito, amore. Permetti al sentimento di amore di venire a galla nel tuo corpo, nella tua consapevolezza e nel tuo essere. Qualunque cosa ti sembri, senti l’amore. Senti la connessione con il Divino e la puoi sentire grazie al fatto che le permetti di essere. I pensieri vanno e vengono. La mia voce va e viene. La coscienza corporea va e viene. Le emozioni vanno e vengono. Dietro a tutto questo c’è ciò che sei veramente. Porta la tua attenzione sul respiro. Il respiro entra e il respiro esce. Il respiro entra e il respiro esce al ritmo che ti è più congeniale. Mentre respiri, immagina che l’energia stia salendo dalla terra, dal centro dell’universo attraverso i tuoi piedi. L’energia sta salendo attraverso le piante dei tuoi piedi. Sta salendo attraverso le tue caviglie, attraverso le tue gambe, lentamente. Puoi sentire questa energia che sale. Se inizialmente non la senti, immaginala. Mentre respiri, immagina che l’energia salga dalla terra per connetterti al Divino attraverso il fisico. Sale attraverso il corpo. Sale attraverso il tuo cuore. Sale attraverso la tua gola, attraverso la tua testa. Esce nella stanza dalla cima della tua testa. L’energia continua a salire attraverso i tuoi piedi. Ti sta lavando, ti sta lavando da dentro e ti sta energizzando. Questa energia aiuta ad alimentare proprio la cosa che vorresti avere, fare o essere e che è uscita dalla lavagna. Permetti a questa energia di salire attraverso i tuoi piedi. Potresti sentire un formicolio mentre sale attraverso le tue gambe, un formicolio al tronco. Potresti sentire una vibrazione o dei brividi. È solo per te. Permetti all’energia di salire attraverso i tuoi piedi e il tuo corpo, permettile di uscire dalla cima del capo. Stai diventando un diapason del Divino. Vorrei che raggiungessi e toccassi la persona che ti sta vicino per poter essere tutti presi per mano mentre questa energia ci attraversa. Possiamo condividerla. C’è una vibrazione in questa stanza. C’è una vibrazione nel tuo corpo. Lascia che vada per la stanza, attraverso queste connessioni corporee, come fosse corrente elettrica. Questa energia viene dal Divino, attraverso la terra, attraverso il tuo corpo, esce dalla tua testa e dalle tue mani. È condivisa da tutti coloro che sono in questa stanza. Ti sta purificando. Ti sta energizzando. Ti sta aiutando a materializzare la cosa che hai detto di voler essere, fare o avere, e dietro tutto ciò c’è la limpidezza della lavagna. Tu sei il Divino. Mentre vi tenete per mano, tu sai come fare la purificazione su cui hai lavorato per tutto il fine settimana. Puoi dire in silenzio “ti amo”, e se lo hai appena detto, fluttuerà attraverso tutta la stanza, toccando il cuore di tutti e aiutando a curare e purificare tutti. Attraverso di noi si estende all’universo. “Ti amo. Mi dispiace. Ti prego perdonami. Grazie. Ti amo. Mi dispiace. Ti prego perdonami. Grazie. Ti amo. Mi dispiace. Ti prego perdonami. Grazie”. Puoi restare nell’esperienza di questo istante quanto vuoi. Puoi aprire gli occhi quando vuoi. “Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo”. Siete tutti persone straordinarie, connessioni spirituali al Divino che risplende nei vostri occhi. Lo vedete in tutti? Lo vedete mentre vi guardate attorno? Vedete il Divino? C’è una vibrazione, come se le mie dita fossero state inumidite e inserite in una presa di corrente leggerissima. Sono incredibilmente grato a tutti voi per essere venuti qui a Maui in questo fine settimana e a questa meditazione. Onestamente non sapevo quanti sareste stati. Non potevo immaginare che tutti i partecipanti all’evento sarebbero venuti qui. Vi sono grato per questa massiccia partecipazione e per
essere entrati in questo stato profondo. Ho guardato ognuno di voi, e siete andati tutti in quello stato profondo, verso la lavagna. Ora devo scendere a terra per un po’. Questa meditazione serviva prima di tutto a dirigervi verso il Divino, verso ciò che continuo a chiamare la lavagna. È comodo per me chiamarla lavagna perché potete immaginare di scrivere su di essa e poi di cancellare. Poi, volevo portarvi alla lavagna per avere una specie di connessione con essa. Ciò che ho imparato è che quando ho fatto una connessione con la lavagna, posso fare una richiesta al Divino. È importante capire che una richiesta non è una necessità. Non è un attaccamento. Non è una dipendenza. Si può descrivere più o meno con questa frase: “Sarebbe veramente bello se potessi sperimentare questo o quello”. Non c’è bisogno che accada e non c’è affatto disperazione. È più come se io fossi arrivato nel grembo di Dio e dicessi: “Posso avere questo?”. Comunico quella richiesta attraverso il sentimento, l’immaginazione, la concentrazione; ecco perché vi ho invitato a sentire come sarebbe avere, fare o avere già sperimentato la cosa che volevate. Stavate offrendola come un sentimento al Divino. Poi sono tornato indietro perché avete mandato le vostre richieste. Non c’era dipendenza o attaccamento, lo avete fatto e vi siete allontanati per tornare a ripulire. “Ti amo. Mi dispiace. Ti prego perdonami. Grazie”. Vi ho riportati alla lavagna e allora, a quel punto, mi sono semplicemente sentito ispirato a portare l’energia nel mio corpo. Mi stava già succedendo, e mi sono sentito ispirato a condividerlo con voi. Ecco perché vi stavo guidando a immaginare l’energia che saliva attraverso i piedi, connettendovi al Divino e aiutandovi a diventare degli esseri spirituali con un’esperienza fisica. Poi ho solo permesso che ciò accadesse. Mi sono sentito ispirato anche a connettervi attraverso le mani e il tatto, creando questo circolo di energia, e poi ho lasciato che restasse così fino a quando ho ceduto. C’era così tanta energia che vibrava attraverso di me che sono veramente sceso a terra senza parole. Poi vi ho permesso di andare ovunque aveste voluto e di uscire da qualsiasi situazione steste provenendo. Qualcuno di voi è ancora là, e questo va assolutamente bene perché all’inizio ho detto: “La meditazione non è ciò che pensi”. E ho detto anche: “La meditazione non è ciò che fai in un’ora. È ciò che fai con la tua vita”. State ancora meditando. Quando lascerete la stanza, starete ancora meditando. Come ho detto ieri, mentre camminate, potete camminare in modo meditativo. Andate in pace.
Appendice C UN’INTERVISTA CON IL DOTTOR JOE VITALE – DI KORY BASARABA7
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iò che segue è tratto da un seminario in teleconferenza nel quale sono stato intervistato su Zero Limits e sull’Ho’oponopono. Poiché è un’intervista molto approfondita e rivelatrice, voglio qui condividerla con te. Kory: Ciao, sono Kory Basaraba di Peak Life Publishing e sono molto contento perché ho al telefono una persona che ammiro per il suo lavoro. Una persona che per me è un amico e un mentore, il dottor Joe Vitale. Joe, grazie per aver acconsentito a questa telefonata. Joe: È sempre un piacere parlare di questo tema con te; è fantastico essere qui. Kory: Grazie. Sono contento perché ti farò delle domande sull’antica tradizione hawaiana di guarigione dell’Ho’oponopono. Un tema sul quale so che sei un esperto. C’è molta curiosità attorno all’argomento, quindi il nostro obiettivo ora è quello di aiutare la gente a capire cosa sia l’Ho’oponopono, e daremo anche qualche indicazione su come può essere usato. Nel tuo libro Zero Limits hai raccontato la tua esperienza con l’Ho’oponopono. Cosa in questa pratica attirò la tua attenzione e ti ispirò a scrivere un libro? Joe: Ciò che attirò la mia attenzione fu qualcosa che non sono stato più in grado di dimenticare. Quando la ascoltai per la prima volta, mi parve la storia di un miracolo che poteva essere una frottola o una leggenda metropolitana. Un amico mi aveva raccontato la storia di uno psicologo che alle Hawaii aveva aiutato a guarire un intero reparto di criminali malati di mente. Ma la notizia più straordinaria era che li aveva guariti senza lavorare con loro direttamente. Aveva usato uno strano metodo di guarigione hawaiano. Si trattava di una specie di cura miracolosa passiva su detenuti con problemi mentali. Erano in un manicomio e questo medico in qualche modo li aveva curati. Pensai che dovevo sapere se era vero. Questo era il punto: se era vero – a quel tempo non lo sapevo ancora e sospettavo che non lo fosse – qualcuno doveva raccontare quella storia, perché era davvero incredibile. Se in quell’enorme ospedale tutti i pazienti problematici potevano essere curati, allora anche tu, io, chi ci ascolta e tutti coloro che ora sono in giro per il pianeta – ognuno con i propri piccoli o grandi problemi – possiamo essere curati. Quindi ero ispirato dalla storia. Volevo scoprire se era vera. Volevo raccontarla e imparare qualcosa da essa. Kory: È comprensibile, perché quando si conosce la storia sembra un miracolo e ci fa sperare che, nel caso sia vera, sia possibile anche per noi. Quindi cosa hai scoperto quando hai fatto le tue indagini? Joe: La prima volta che sentii la storia non feci nulla. La dimenticai per circa un anno. Non diedi prova di grande intelligenza. Sono di mente aperta, ma sono anche scettico, volevo qualche prova in più e l’amico che me ne aveva parlato non ne sapeva niente né aveva alcuna fonte; non aveva un libro, un sito o altro da mostrarmi. Quindi lasciai perdere e me ne dimenticai per un anno intero.
Un anno dopo tornò a raccontarmi la storia di nuovo e pensai fosse un segnale, dovevo saperne di più. Prendemmo un portatile e iniziammo la ricerca. Non c’era quasi niente, vennero fuori un paio di nomi, ma non sapevamo se tra questi ci fosse il nome dello psicologo. A quel punto però la mia ricerca era iniziata. Quando tornai a casa in Texas, iniziai a scavare più a fondo. Trovai un indirizzo di posta elettronica dello psicologo, gli scrissi e poi gli parlai al telefono. Quella prima telefonata fu probabilmente la più indimenticabile di tutte. Lo avevo scovato, gli avevo scritto, gli avevo proposto un appuntamento telefonico, lui mi aveva detto di chiamarlo e lo feci. Kory: Immagino che debba essere stato un momento emozionante e al tempo stesso di incertezza. Eri cautamente ottimista e ti aspettavi di sentire dire che era vero? Joe: A quel punto tutto stava convergendo: passione, entusiasmo, curiosità, speranza, ispirazione. E mi ero messo nel ruolo di giornalista che faceva domande come: “È proprio vero?”, “Dov’era l’ospedale?”, “Cosa stava facendo?”. Ho parlato di questo aspetto in Zero Limits. Stava diventando una cosa interessante, perché mi raccontava di questa insolita tecnica hawaiana così al di fuori della mia esperienza, della mia realtà. Io sono uno che ha fatto un sacco di ricerche metafisiche e scritto di spiritualità, visualizzazioni, affermazioni motivazionali, miracoli, magia e altre cose di questo genere. Ma lui stava parlando della nostra connessione con il Divino e da un livello di comprensione della vita completamente diverso. Comunque, quella conversazione durò circa un’ora e questo era già sorprendente, perché mi aveva dedicato il suo tempo senza conoscermi affatto e con un generoso atteggiamento di grande apertura. In quella telefonata mi disse che avrebbe tenuto un seminario in California, dev’essere stato quel fine settimana o quello successivo, e con l’amico che me ne aveva parlato presi un aereo e vi partecipai. Kory: Mentre eri al telefono, sentivi di aver scoperto qualcosa di entusiasmante? Joe: Sicuramente, ed ebbi anche le risposte a tutte le mie domande, anche se non le compresi tutte. Poi andai al seminario per incontrare quello psicologo, il cui nome completo è dottor Ihaleakala Hew Len. Quel tipo mi piacque subito. Ciò che accadde al seminario fu appassionante e gli parlai sia in quel frangente sia successivamente dell’idea di scrivere un libro. Ma lui non voleva. In quel momento era molto riluttante. Disse che qualcun altro, non lui, doveva scrivere un libro e allora non ne voleva sapere. Ma io ero ancora curioso e volevo imparare, per me stesso e per poter condividere la cosa con gli altri. Perché, vedi, io sono quel genere di esploratore che va in cerca di tecniche e metodi di guarigione e di tutti quei diversi strumenti che aiutano la gente per poterli poi condividere. Voglio usarli su di me ma voglio anche guardarmi attorno e aiutare gli altri. Kory: Senz’altro quello che hai fatto molte volte nel corso degli anni, con i tuoi libri, i tuoi programmi e i tuoi corsi, è stato aiutarci con degli strumenti utili per la nostra vita. Tornando al punto: tu sei lì a questo evento, il metodo si chiama Ho’oponopono. Spero che la mia pronuncia sia corretta. Joe: Sì, lo è. Kory: Quindi, cosa hai scoperto dell’Ho’oponopono che ti ha veramente emozionato? Il fatto che ci fosse qualcosa di nuovo che potevamo usare tutti, immagino. Joe: C’erano due o tre cose che mi attiravano. Una era la semplicità. Si tratta di un metodo molto
facile, che prevede la ripetizione interiore di quattro frasi per risolvere ogni problema che senti in te o nel mondo. Durante i seminari che più tardi facemmo insieme abbiamo esplorato anche altre tecniche, ma il fulcro dell’Ho’oponopono è prendersi la responsabilità di tutto ciò che c’è nella propria vita. È un concetto enorme su cui soffermarsi e il motivo per cui ero così emozionato è che affermi la tua responsabilità. Non devi incolpare o cambiare un’altra persona, non devi usare un altro prodotto o servizio né qualsiasi altro genere di cose. È un lavoro interiore. Questo mi piacque. È una sensazione di autoaffermazione e responsabilità per cui non sei più vittima, sei totalmente responsabile di tutto. Poi, per me fu facile iniziare a dire le quattro frasi che oggi sono ormai il rumore di fondo della mia mente. Non c’è nulla di più facile che ripetere quelle quattro frasi: ti amo, mi dispiace, ti prego perdonami e grazie. Se vuoi possiamo approfondire il tema. Il terzo aspetto a entusiasmarmi furono tutte le storie che ascoltavo su persone che avevano avuto profondi cambiamenti praticando l’Ho’oponopono. La prima fu quella del dottor Hew Len, il quale riuscì a curare da solo tutti quei criminali malati di mente, tanto che il reparto finì per essere chiuso. Quando ascoltai quella storia ne rimasi affascinato. Quali sono le possibilità, le implicazioni o le sfide che possono essere risolte usando questa piccola tecnica semplice, insolita, difficile da pronunciare e folle? Kory: E quelle persone potevano non essere coscienti del fatto che il dottor Hew Len le aveva aiutate senza nemmeno vederle. Era uno psicologo e non le aveva mai viste in faccia. Lavorava su di sé per curare i loro problemi, e questo è ciò che rende così stupefacente questo metodo. Joe: Per essere precisi, lui le aveva viste quelle persone, ma non come pazienti. In altre parole, mentre camminava per il reparto le persone le vedeva perché là doveva starci. Quello era il suo lavoro, stare nel reparto e vedere i suoi pazienti, ma non li considerava da un punto di vista medico, professionale. Non si comportava come uno psicologo tradizionale che parla con i pazienti nel suo studio. Non faceva niente di tutto ciò. Lui leggeva le cartelle cliniche e mentre lo faceva osservava le proprie reazioni: rabbia, dispiacere, vergogna, frustrazione, infelicità, qualsiasi cosa. Assumeva come propri quei sentimenti e poi si chiedeva come li avesse fatti sorgere. Si assumeva il cento per cento della responsabilità per qualsiasi cosa accadesse dentro di lui. I criminali malati di mente diventavano la sua realtà; si prendeva la responsabilità di questo, sentiva i dolori e le sofferenze dentro di sé e faceva ciò che chiama pulizia. Pulizia o purificazione è la terminologia che usa per l’Ho’oponopono. Ripuliva quei sentimenti, e mentre ripuliva se stesso, sentendosi meglio dentro di sé, quei pazienti iniziavano a stare meglio. Kory: Recentemente ho avuto la possibilità di vedere i filmati di un seminario che tu e il dottor Hew Len avete tenuto insieme; osservare il suo metodo di insegnamento e il vostro modo di interagire è stata un’esperienza incredibile. Una cosa che io e te abbiamo fatto ultimamente è stato di inviare un questionario ai tuoi iscritti per vedere quali domande hanno su questo tema. Ho alcune di quelle domande qui davanti a me. Abbiamo avuto un fiume di domande molto utili, perché ci aiuteranno a capire. Sembra davvero facile all’inizio. Le persone possono trovare le quattro frasi su internet o hanno letto il tuo libro e dicono: “Tutto qui?”. E a un certo livello, sì, è tutto qui, ma su un altro livello c’è una serie di insegnamenti di
contorno che ci aiutano a usarle. Allora, prendiamo alcune delle domande che ho qui. Un sacco di gente vuole conoscere le tue esperienze. Puoi darci qualche esempio di cambiamenti avvenuti in te grazie all’Ho’oponopono? Joe: Sì, perché ce ne sono davvero tanti. Tieni presente che ora lo faccio ogni giorno ventiquattro ore su ventiquattro; è diventato così automatico che succede anche mentre dormo. In altre parole, le quattro frasi continuano anche adesso: mentre parliamo sto facendo la purificazione. Cosa accade? Prima di tutto, mi calma. Sto togliendo, meglio che posso, qualsiasi vecchia programmazione. Programmazione è un termine usato spesso dal dottor Hew Len in Zero Limits per riferirsi alle credenze, alla negatività, a vecchi blocchi di energia, a forme-pensiero e a tutto quel genere di cose che ci impedisce di essere qui adesso, in pace in questo istante. Facendo la purificazione, mi capitano sempre più momenti di meraviglioso stupore. Ci sono cose difficili da descrivere, perché in passato il vecchio Joe era tutto preso da qualsiasi cosa stesse facendo, dalle lotte, dalle sfide, dalle opportunità, dai problemi, da tutto ciò che accadeva. Avevo un comportamento molto competitivo, cercavo di vincere a tutti i costi. Oggi sono molto più rilassato. Ti faccio un esempio specifico. Quando stavo facendo il primo seminario con il dottor Hew Len, circa sei anni fa, ebbi un’infezione alle vie urinarie. Ero in viaggio fuori città, lo stress era molto, stavo facendo una cosa completamente nuova. Quindi mi sentivo molto stressato e insicuro; inoltre l’infezione peggiorava, così pensai: bene, usiamo le quattro frasi. Iniziai a dire “mi dispiace, ti prego perdonami, ti amo, grazie” mentre ero consapevole delle mie condizioni fisiche e continuai a concentrarmi su di esse finché l’infezione non passò. Si dissolse, sparì e non avevo fatto altro. Non presi medicine, non andai da un dottore o in ospedale, non bevvi molta acqua, non feci nulla delle cose più ovvie che si fanno in questi casi. Feci solo ciò che avevo imparato in Zero Limits. Questa fu una delle prime esperienze con l’Ho’oponopono. Poi iniziai a usarlo per tutto ciò che capitava, per esempio – credo di averlo scritto in Zero Limits – ricevetti un’e-mail da un tizio che era furioso con me. Non ricordo il motivo, e in realtà non è importante. Questo è un punto importante della purificazione: non importa dove si manifestano questi blocchi di energia, quando appaiono devi ripulirli e basta. Quindi non gli risposi come avrei fatto in passato, essendo chiaro, cercando di capirlo, di andargli incontro, essendo persuasivo, facendo del mio meglio per calmarlo. Non feci niente di tutto ciò. Mi sedetti e feci il mio Ho’oponopono: ti amo, ti prego perdonami, mi dispiace, grazie. Tenni lui nella mente e dissi le frasi dentro di me fino a quando sentii un senso di pace. Poi tornai alle mie occupazioni, controllai le mie e-mail e ne trovai un’altra inviata dal mio contestatore, che si scusava per quella precedente a cui non avevo risposto. Era come se i problemi si fossero appianati senza che io partecipassi esteriormente alla loro soluzione. E queste sono solo due tra le esperienze significative che mi sono capitate. Kory: Sono ottimi esempi e, come dici tu, ciò solleva la domanda: cos’altro è possibile? Se tutto ciò può accedere con questa semplice tecnica, quali altre implicazioni sono possibili? È qualcosa di davvero interessante. Quindi quelle esperienze ti aiutarono a credere nel metodo e ti incoraggiarono a usarlo ancora. Ora tu lo insegni a molta gente. C’è qualche esperienza dei tuoi studenti o di altre persone che
possa consolidare l’idea che funziona veramente? Joe: Sì, ci sono centinaia, se non migliaia di storie a riguardo. Ne ascolto praticamente ogni giorno e i miei assistenti ne leggono molte nelle e-mail che mi vengono inviate e a cui non riesco a star dietro. Una storia che mi viene in mente è quella di un dottore che aveva un gemello che morì improvvisamente a seguito di una malattia. Puoi immaginare come si sentisse. Aveva perso un membro della famiglia, suo fratello, il suo gemello, il che deve aver fatto emergere un sacco di emozioni del tipo: il prossimo potrei essere io. Aveva molta paura, era in pena e depresso e si imbatté in Zero Limits. Scoprì l’Ho’oponopono e, non sapendo dove sbattere la testa, provò a farlo. Iniziò usando le quattro frasi e imparando tutto quello che poteva dell’Ho’oponopono per affrontare ed elaborare il lutto. Lo fece così velocemente che riuscì a riprendersi e a tornare al lavoro. Ora sta bene e continua a ripetere le quattro frasi per la sua salute, non come conseguenza del lutto e della perdita, ma come risultato dell’Ho’oponopono. Lo so perché mi ha scritto un’e-mail, in cui mi pregava scambiare due parole per telefono, cosa che ho fatto dedicandogli un’ora, durante la quale mi ha ringraziato di tutto ciò che riesce a fare e della guarigione che ha ottenuto dentro di sé. Questo per quanto riguarda un livello di profondo dolore. Io ho perso mia moglie anni fa e so cosa significhi un lutto. So quanto a lungo può durare, ma quest’uomo lo ha attraversato riuscendo a rimettersi molto velocemente. Poi ci sono persone che praticano l’Ho’oponopono per un altro genere di cose. C’è chi lo faceva per gli affari che stavano andando male. E ho sentito storie di chi lo faceva per preoccupazioni economiche, perché temeva che suoi i soldi diminuissero o che potesse adirittura fallire. Uno di loro mi ha comunicato che gli affari sono migliorati, ma il punto è che esteriormente non ha fatto nulla per migliorare la situazione. Io, come imprenditore, gli avrei suggerito di fare un po’ di pubblicità, un po’ di marketing online e cose del genere. Ma non ha fatto nulla. Ha lavorato su se stesso, sulle sue sensazioni e sul suo rapporto con il business e il denaro usando il metodo di guarigione dell’Ho’oponopono, e il risultato è che i suoi affari sono andati bene senza che facesse nulla del tradizionale marketing che lo avrei incoraggiato a fare. C’è poi il tema delle relazioni, lo sento sempre. Tu hai ricordato i seminari che ho fatto insieme al dottor Hew Len. L’ultimo, chiamato Zero Limits III, è stato probabilmente il migliore di tutti. Non so perché, ma eravamo tutti sulla stessa lunghezza d’onda, tutto era in armonia e tutti si alzavano e raccontavano la loro storia. Ricordo una donna che parlò della sua relazione con sua sorella, che era sempre stata difficile. Non erano mai andate veramente d’accordo, litigavano sempre. Ma quella donna imparò l’Ho’oponopono e una volta si sedette di fronte a sua sorella che continuava a lamentarsi di ogni cosa. Normalmente ciò avrebbe infastidito entrambe, ma questa volta la donna che aveva imparato l’Ho’oponopono rimase là seduta dicendo le quattro frasi e notò che sua sorella si era calmata. Era cambiata, si era rilassata, non aveva avuto quegli scatti d’ira del passato e non aveva cominciato con i soliti battibecchi furiosi. Ci sono tante storie analoghe. È incredibile cosa la gente riesce a fare con questa tecnica. Un insegnante, credo fosse di scuola elementare ma non ne sono sicuro, mi disse che la usava in
classe. C’era uno studente che non partecipava mai, era molto timido e introverso. Invece di cercare di lavorare con lo studente direttamente, l’insegnante si sedette di fronte a lui in classe tenendo la sua lezione ma al contempo facendo l’Ho’oponopono. Disse che il suo alunno iniziò a partecipare alle lezioni, ad alzare la mano, a fare gli esercizi e si aprì. L’unica cosa a cui poteva essere attribuito il merito di questa trasformazione – come dice la maggior parte delle persone – era il fatto che stesse pronunciando dentro di sé le frasi dell’Ho’oponopono. Kory: Sono storie straordinarie e penso sia importante conoscerle, perché quando si inizia a praticare l’Ho’oponopono i risultati e gli eventi eccezionali che accadono sembrano coincidere con ciò che vogliamo. Desideriamo avere relazioni più serene, vogliamo attrarle, ma a volte abbiamo paura di credere in qualcosa: e se poi non funzionasse? Cosa succederebbe se non funzionasse con me? Voglio che la gente sappia che questa non è un’ordinaria storia di successo, ma una serie di storie di persone differenti ed è la tua personale esperienza dell’Ho’oponopono che lavora per loro. Ci stavo pensando recentemente. Chiunque sia su un sentiero spirituale o stia cercando di migliorare la propria vita è fortunato quando si imbatte in qualcosa che funzioni davvero. Considero tutto ciò un prezioso regalo in questo percorso di ricerca. Joe: È proprio così. Ho infatti voluto regalare il metodo per farlo pubblicandolo sul sito www.zerolimits.info. Quando abbiamo fatto i seminari insieme è sempre stata una grande delizia. Sfortunatamente, il dottor Hew Len vuole godersi la pensione, per cui nel futuro non farà viaggi o seminari, e penso che questo sia il motivo per cui l’ultimo che abbiamo fatto è stato così grandioso. Rivivo nella mia mente tutta quell’esperienza. L’Ho’oponopono è un metodo molto semplice, molto diretto e molto orientato al risultato. Sono un imprenditore sufficientemente accorto da voler ottenere dei risultati dalle mie attività spirituali. Ecco una ragione in più per cui mi piace così tanto. Kory: Sì, la gente ottiene dei risultati tangibili e ci rivolge molte domande a riguardo, soprattutto sull’uso dell’Ho’oponopono per ottenere risultati specifici. Per esempio, qual è il modo più efficace usato per creare ricchezza? Joe: Potrei rispondere in tanti modi. La prima cosa di cui essere consapevoli riguardo all’Ho’oponopono è che si tratta di dissolvere un problema dentro di te, non di cambiare qualcosa all’esterno. Ogni volta che qualcuno guarda all’esterno per modificare un rapporto con una persona sgradita o per cambiare una situazione finanziaria precaria, secondo l’Ho’oponopono parte da un punto di vista sbagliato. Ciò che dovresti chiederti è: “Perché sono preoccupato della mia situazione finanziaria?”. L’Ho’oponopono serve ad aiutarti a dissolvere questa preoccupazione. Quando esteriormente qualcosa appare come un problema, devi immediatamente tirare fuori dal tuo cilindro magico l’Ho’oponopono e usarlo senza indugi. Prendendoti cura di quella preoccupazione dentro te stesso, il problema se ne va. Quindi, in base alla mia esperienza personale, posso dire che il rapporto con i soldi e con la capacità di attrarre ricchezza diventa magico. Negli ultimi anni, avendo fatto l’Ho’oponopono, tutto è diventato sempre più facile. Non mi concentro sull’esterno, mi concentro sull’interno. Ho visto il dottor Hew Len spendere soldi con leggerezza. Una volta andammo a pranzo e
facemmo una passeggiata nella nostra piccola città di Wimberley, in Texas. Entrammo in un negozietto, lui comprò un paio di piccoli soprammobili e lasciò venti dollari di mancia. Era una cosa abbastanza strana. Non si trattava del cameriere di un ristorante, ma del commesso di un negozio. Comprò due cosette e gli lasciò venti dollari. Il commesso era visibilmente imbarazzato, poiché si trattava di una cosa inusuale. Lui mi guardò sorridendo e disse: “Sai, l’universo me li ridarà, il pianeta è ricco”. E non è solo un’affermazione, è un modo di essere e di vedere il mondo. Quindi, la ricchezza esiste già. Se guardiamo fuori e non la vediamo, quello è il problema che dobbiamo purificare. Dobbiamo ripulire la nostra percezione della realtà per non restare immobili a pensare: quando la ricchezza arriverà da me? Quando avrò del denaro? Quando ripulirai davvero questo problema, allora guarderai fuori e penserai: cè ricchezza ovunque; ovunque ci sono opportunità; il denaro mi arriva da ogni parte. Noterai la differenza, ma tutto avrà inizio quando ripulirai all’interno la percezione di ogni problema usando l’Ho’oponopono. Kory: Ogni volta che abbiamo un problema esteriore, la maggior parte di noi cerca di risolverlo esternamente. Tu invece dici che dobbiamo cambiare. Questo offre un’altra prospettiva: cercherò il problema all’interno di me, lo ripulirò e sarò libero di andare all’esterno a fare ciò che normalmente non farei per creare ricchezza. Oppure procedo e agisco, laddove in passato forse sarei stato troppo preoccupato e inquieto. Questo apre delle possibilità. Sono sulla strada giusta? Joe: Sei sulla strada giusta, ma devo spingerti oltre per ricordarti che la cosa più importante è che non esistono problemi esteriori. Questa è una delle prime cose che si imparano con l’Ho’oponopono. Una delle frasi preferite del dottor Hew Len è: “Hai mai notato che quando c’è un problema tu sei sempre presente?”. Ogni volta che la pronuncia ride, e io penso: che mantra meraviglioso. Ho intenzione di scrivere una canzone soltanto con quella piccola frase. Ogni volta che c’è un problema ci sei anche tu. Perché? Perché tu partecipi alla creazione di quel problema e la partecipazione è un evento interiore. Quando ti prendi cura del problema ripulendolo interiormente, ciò che percepisci all’esterno svanirà. Si trasformerà, cambierà, verrà portato via. Può svanire fino a non ricordartene più. Basta, andato. Questa è la forza del ripulire. Perciò, quando per esempio la gente fa una purificazione sulla ricchezza e sulle preoccupazioni finanziarie, può trovare delle opportunità di cui non avrebbe potuto approfittare in precedenza. Oppure può non fare nulla di diverso e continuare a vivere, a respirare la realtà, e la ricchezza arriverà, perché non le sta più intralciando il cammino. In questo modo accade anche che la tua percezione cambi. Guardi fuori dalla finestra, come faccio io dal secondo piano del mio ufficio, e vedi tutti quegli alberi meravigliosi e sembra che questo universo sia lussureggiante e prospero. Ma qualche decina d’anni fa, quando stavo lottando con la povertà ed ero senza tetto, non vedevo le cose in questo modo. Guardavo fuori e vedevo soltanto problemi, ma gli alberi, l’abbondanza e la prosperità esistevano già. Quindi, quando ripuliamo il problema dentro noi stessi, la nostra mente si espande, ma ciò che davvero si allarga sono i paraocchi che abbiamo addosso. Quando cadono, vediamo opportunità di prosperità o di denaro, in qualunque forma si manifestino.
Kory: Questo è di grande aiuto, perché posso guardarmi dentro e trovare l’origine dei miei problemi. Ma non credi che essere in grado di lasciarli andare mi faccia passare a un livello successivo? Joe: Questa è una cosa importantissima. Quando sperimentiamo quei problemi è necessario capire che essi si trovano solo dentro di noi. Non sono fuori. Percepisci un problema come esterno perché usi i tuoi occhi, le tue orecchie e il tuo cervello. Ma qualsiasi impulso parte dall’interno del tuo cervello, dal tuo sistema mente-corpo. Il problema è in noi, nella nostra psiche. Ci concentriamo su quel problema particolare trattenendolo nella nostra consapevolezza, ed è talmente grande che non dobbiamo preoccuparci di riuscire a trattenerlo. Allora bloccalo, accarezzalo, accompagnalo e di’: “Ti amo, ti prego perdonami, mi dispiace, grazie”. Concentrandoti così sul problema, esso inizierà a dissolversi. Quando è completamente fuori dal tuo corpo, non lo senti più nel tuo sistema; quando guardi fuori, non lo vedi, è stato risolto o rimosso. Ci può essere ancora qualcosa da fare, ma è da dentro che devi lavorare. Kory: Per me è tutto molto chiaro e comprensibile, perché ho già risolto dei problemi, se ne sono andati del tutto e mi rendo conto che essere in grado di accelerare questo processo ogni volta che voglio è qualcosa di notevole. Ridurre lo stress apre tante possibilità per la felicità e, come hai detto tu, per avere una vita più gioiosa. È davvero emozionante. Quindi, quando la gente chiede come usare l’Ho’oponopono per risolvere un problema, io riformulo la domanda in questo modo: come posso usarlo per perdonare fino in fondo qualcuno? Joe: Devi ricordare che non riguarda l’altra persona. Riguarda te, e ciò che in realtà stai facendo è perdonare te stesso. Questa è la prima cosa da affrontare. Forse potrebbe essere utile soffermarsi un momento a esaminare le frasi, perché quando affermo: “Devi solo ripetere: ‘mi dispiace, ti prego perdonami, ti amo, grazie’, indipendentemente da quello che senti”, sembra tutto fin troppo semplice. Ma cosa stai facendo davvero quando dici queste frasi? Per quanto mi riguarda, sto dicendo: “Mi dispiace di essere stato inconsapevole; ti prego perdonami per non essere consapevole delle mie programmazioni, delle mie credenze, della mia negatività o dei miei ricordi. Mi dispiace, perdonami per non essere vigile in modo conscio e responsabile e per non essermi accorto di quanto ho contribuito a creare il problema che percepisco”. L’altra cosa è il “grazie”. Stai ringraziando la Divinità, termine amato dal dottor Hew Len. Qualcuno, per nominare quel campo di energia più grande di noi e di cui facciamo parte, può preferire usare termini come Dio, Tao, Vita, Natura. Lo ringrazi perché ripulisce questo problema da dentro di te. E a me piace concludere con “ti amo”, anche se puoi dire le frasi in qualsiasi ordine. Ma se finisci con “ti amo”, allora ogni parola per descrivere il Divino o qualsiasi essenza dell’universo e della tua stessa anima, è amore. Dicendo “ti amo” torni a fonderti con l’essenza della vita stessa, con il Divino e con la tua devozione al Divino. Quindi “mi dispiace, ti amo, ti prego perdonami e grazie” sono molto di più di quattro frasi. In effetti, dietro ciascuna di esse c’è un pezzo di energia. Sono come la combinazione di una serratura spirituale che si apre per poter liberare i sentimenti che provi dentro di te. Non importa se sia un problema che riguarda il perdono di qualcuno oppure la tua salute o quella di qualcun altro. Qualunque cosa tu percepisca come un problema, è ciò su cui ti concentri mentre dici le quattro frasi internamente indirizzandole alla tua connessione con il Divino. Quindi, questa è la ricetta per ogni problema che mi presenti. La risposta è sempre la stessa.
Kory: Insomma il metodo è lo stesso per qualsiasi problema che viviamo. Mi sono piaciute le analisi delle frasi, mi hanno veramente aiutato a capire cosa penso e sento. Una persona mi scrive: “Quando dico mi dispiace, sento di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma in realtà non è vero”. Quindi ha delle resistenze a dire “mi dispiace”. Joe: A questo resiste la maggior parte delle persone. Ma direi che la prima cosa a cui resistono è assumersi la piena responsabilità della loro vita. Ho sentito tante volte, in tutti questi anni, persone che non vogliono dire “mi dispiace”. Sentono di avere fatto qualcosa di male, di avere commesso un crimine o un peccato. Una volta ne parlai con il dottor Hew Len e mi disse: “Allora lo possono cambiare con ‘ti prego perdonami’”, ma quando lo proposi la gente continuava a obiettare anche su quello. Mi disse: “Beh, non è che devono dirlo, ma la soluzione migliore sarebbe ripulire il tuo problema dicendo ‘mi dispiace’”. Kory: Quindi, quando pronunci la frase, qualsiasi sensazione affiori, la ripulisci. Joe: La ripulisci, sì. Durante gli eventi di Zero Limits la gente tirava fuori spesso il problema del “mi dispiace”. Raccontavo: “Sono andato a tanti funerali e mi sono rivolto alla famiglia dicendo ‘mi dispiace’”. Perché lo dicevo? Ho sentito molta gente dire “mi dispiace” in quelle circostanze. Stamattina stavo parlando con alcune persone, una delle quali con una malattia terminale. Erano molto tristi e io ho detto loro: “Mi dispiace”. Perché l’ho detto? Non sono direttamente responsabile, non conosco nemmeno quella gente, ma avverto comunque un sentimento di empatia. Con quella frase sto cercando di manifestare dell’amore e di portare conforto. Quando dico al Divino “mi dispiace”, non penso di avere commesso qualche sciocchezza, ma di non essere stato cosciente; tutti siamo guidati dalla nostra mente inconscia. Essa è la centrale elettrica, il reattore nucleare, il magazzino di tutte le informazioni e programmazioni, e non siamo consapevoli di ciò che c’è dentro. La mente conscia è solo la punta dell’iceberg. Molto spesso, quindi, partecipiamo inconsciamente alla creazione di un problema, al di là della consapevolezza successiva. Per cui dico: : “Mi dispiace perché non ero consapevole. Ti prego perdonami per non sapere cosa c’è nella mia mente inconscia, ma adesso lavoriamoci su. Grazie per sanare, ripulire, rimuovere il problema. Ti amo”. Kory: È un grande esempio, perché se vivo una situazione triste dico “mi dispiace”. E se scopro che ho inavvertitamente ferito i sentimenti di qualcuno a cui tengo, se l’ho danneggiato, dico “mi dispiace per questo”, non è così? Anche se non l’ho fatto apposta ho comunque voglia di dirlo. Joe: Perfetto, è un esempio migliore del mio, perché è ciò che in effetti diciamo. Il nostro modo inconscio di agire o pensare ci lascia addosso sensazioni spiacevoli. “Mi dispiace per questo, non sapevo che sarebbe accaduto. Mi dispiace davvero, ti prego perdonami”. Kory: Anche l’assunzione di una responsabilità è un grande tema. A questo proposito, una persona ha scritto: “Sono ancora confuso dal fatto che sia colpa mia o che tutto dipenda da me, specialmente rispetto all’attuale situazione in Giappone. Sto cercando di accettarlo e voglio fidarmi del metodo”. Joe: Sono felice che voglia fidarsi del metodo, perché la chiave del suo successo è la fiducia. Quando tenni il primo seminario con il dottor Hew Len, stavamo parlando di questo e lui mi chiese: “Hai mai sentito la frase ‘sei tu che crei la tua realtà?’”. Dissi: “Sì, anch’io scrivo su questo tema. Salgo su un podio e ne parlo”. E lui mi disse che quando qualcuno entra nella tua vita, contribuisci alla creazione di quella realtà, come gli era
successo con i criminali malati di mente. In altre parole, se crei la tua realtà non ci sono scappatoie o vie d’uscita, non ci sono nemmeno dei piccoli angoli nascosti che tu non abbia creato. Se crei la tua realtà, e in questo momento il Giappone ne fa parte, devi avere avuto qualche responsabilità in questa creazione. Quando pensi al Giappone il vero tema è: come ti senti a riguardo? Se ti sembra un evento neutro per il quale non provi alcun sentimento, probabilmente stai bene. Se invece dici: “Oh, Dio mio, come è potuto accadere?”, “È una catastrofe terribile”, “Dio mio, dove sei finito? C’è sempre di mezzo il diavolo, qualsiasi cosa sia”, allora questi sentimenti stanno creando il problema. Lo guardi e non sei più felice, non sei più nel presente con riconoscenza e gratitudine. Lo vedi come un problema: ecco cosa devi ripulire. Kory: Quindi devi usare questo metodo con quell’idea o quei sentimenti e arrivare a ripulirli. Joe: Devi arrivare a ripulire te stesso. A quel punto puoi essere ispirato a fare qualcosa per il Giappone o continuare a vivere la tua vita e fare ciò che è utile. Non si può sapere, ogni persona ha il suo percorso. Dobbiamo continuare a ripulire e a purificare per poter sentire l’ispirazione. Ciò che fa la maggior parte di noi è soltanto agire, ma in realtà stiamo solo reagendo agli altri, ai pensieri, alle nuove notizie, alla vita. Non stiamo rispondendo al Divino, non siamo ispirati, non tendiamo alla connessione con il Divino. Solo attraverso un costante ripulire possiamo arrivarci. Kory: Ottimo. Molte persone fanno confusione su “sono responsabile, è colpa mia”. E questo genera sensi di colpa. Come si fa a distinguere le cose? Joe: Quando ci sentiamo responsabili per ciò che sta accadendo, non dobbiamo in nessun modo farcene una colpa. Anche laddove ci sia intenzionalità, non sono sicuro che sarebbe corretto vedere le cose attraverso la colpa. Ciò che dobbiamo fare è assumerci la piena responsabilità di quello che accade nella nostra vita a livello emozionale. Mi viene in mente lo slogan uno spot televisivo di qualche decennio fa: “Il tuo problema non è colpa tua, ma è tua responsabilità”. Mi è sempre piaciuto per la sua chiarezza. Non devi incolparti, nessuno sta puntando il dito contro di te dandoti la colpa di un’azione. Ma la responsabilità di essa è tua. Questo modo di vedere le cose non ti condanna ma ti aiuta, e allo stesso tempo ti affida a te stesso. Adesso sei libero di fare qualcosa a riguardo. Kory: Se pensi che sia colpa di qualcun altro o che qualcuno sia responsabile della tua vita, allora sei davvero impotente e non puoi fare nulla. In questo modo, invece, hai la forza per fare davvero dei cambiamenti e lavorarci su. Joe: Sì, e funziona. Uno degli esempi che adesso emergono nella mia coscienza riguarda Mabel Katz, un’insegnante di Ho’oponopono che ha studiato con il dottor Hew Len. Viaggia molto, ha scritto un paio di libri e, per lavoro, andava all’Agenzia delle entrate a fare delle verifiche in rappresentanza dei suoi clienti, e non faceva altro che ripulire. Guardandomi negli occhi mi ha detto che ha ottenuto delle sanzioni estremamente inferiori, o persino annullate, grazie alle purificazioni che ha fatto. Per quanto riguarda l’Agenzia delle entrate, la maggior parte delle persone pensa: “Beh, è un ufficio di cui non abbiamo nessun controllo, non possiamo intervenire”. Non è vero. Pensare così attiene alla percezione che porta al problema. Mabel parte dal presupposto che l’Agenzia delle entrate sia parte del suo essere interiore e, qualunque sia la sua relazione con essa, la ripulisce
dentro di sé: “Ti amo, mi dispiace, ti prego perdonami, grazie, ti amo, mi dispiace, ti prego perdonami, grazie”. E tutto cambia. Dal punto di vista dell’Ho’oponopono di Zero Limits, se tu cambi l’interno, l’esterno cambia. Durante l’ultimo evento di Zero Limits mi alzai e dissi: “Cercare di cambiare il mondo esterno e le persone è come stare davanti allo specchio del bagno, al mattino, a truccarsi o farsi la barba”. Kory: Ho visto quella parte del seminario. La tua grande analogia ha aiutato me e tutti gli altri a comprendere meglio. Joe: Sì, la gente capì. Infatti, un cameraman presente all’evento crollò quasi per terra, dopo che l’ebbi pronunciata. Lo vidi ripiegarsi e sedersi. Quell’analogia gli andò dritta nella pancia, a un livello profondo. Ma nell’Ho’oponopono cerchiamo di riflettere tutta l’immagine, non stiamo cercando di cambiare qualcosa fuori. La proiezione è ciò che proiettiamo da dentro. Dobbiamo ripulire il proiezionista, che è la persona che sperimenta tutto questo. Kory: Tutto torna. Joe. Un’altra persona chiede: “Quando pronuncio le frasi devo trovarmi in una certa condizione mentale o posso farlo, per esempio, mentre vado al lavoro in auto?”. Joe: Mi piace molto la domanda. In un cd che ho registrato per un programma audio, pronuncio solo la frase: “Mi dispiace, ti prego perdonami, ti amo, grazie” per venti o quaranta minuti. È come un mantra che va avanti in continuazione e so che la gente lo ascolta sempre mentre è in auto. Qualche anno fa ero a Los Angeles. Una mattina dovevamo andare in uno studio di registrazione di una signora e lei disse che a causa del traffico sarebbe stato meglio partire un’ora prima. Pensai: “Va bene, partiamo un’ora prima”. Quindi salimmo in macchina e lei mise un cd. Ero io che scandivo le frasi. Disse che lei lo ascoltava sempre e, quando lo faceva, il traffico davanti a lei si attenuava. Era a basso volume per permettere la conversazione e arrivammo all’appuntamento un’ora prima perché non trovammo traffico a Los Angeles. Quindi no, non è necessario essere in un particolare stato mentale. Credo che la cosa importante sia imparare a dire le frasi, indipendentemente dall’aiuto. A me piace farlo da solo, assecondando la necessità di un monologo interiore a cui tutti aspiriamo. In ogni istante la maggior parte di noi ha il proprio monologo interiore che va avanti. Da “mi piace” a “non capisco proprio”, fino a “oh, ho dimenticato di dare da mangiare al gatto” o qualsiasi altra cosa. Quando continui a dire le frasi, il nuovo monologo interiore diventa: “Mi dispiace, ti amo, ti prego perdonami, grazie, ti amo, ti prego perdonami,…” e così via. Kory: Ho avuto questa esperienza soltanto negli ultimi giorni, da quando ho guardato i video e ho fatto la purificazione. Quando cammino per strada con le frasi che si rincorrono nel mio cervello, ho notato che i pensieri negativi svaniscono. Riuscire a farlo dona uno stato di pace meraviglioso! Gran parte dello stress dipende dalle nostre preoccupazioni e quando siamo stressati e fuori di testa possiamo sempre cambiare tornando alle frasi. Un’altra persona chiede come sostituire il suo monologo interiore con le belle frasi di Ho’oponopono. Dice: “Se mi vengono in mente le ripeto, altrimenti riprendo il mio normale bla bla bla”. Poco fa hai detto che quando assumi la consapevolezza del tuo monologo, le frasi prendono il posto degli altri pensieri. Quanto tempo hai impiegato perché ciò avvenisse automaticamente? Joe: L’intero processo è durato circa due mesi. Non si tratta, infatti, di un lavoro difficile, non ho dovuto forzare me stesso come avviene quando si devono fare centinaia di flessioni in palestra, per esempio.
È tutt’altra cosa. È dire: “Mi dispiace, ti prego perdonami, grazie, ti amo”. Lo facevo più spesso che potevo, ogni volta che me ne ricordavo. E avere dei promemoria da qualche parte aiuta molto. In altre parole, attacca un foglietto con le quattro frasi al tuo computer o al cruscotto della tua auto per ricordarti di dirle. Piccole cose come queste ti permettono di andare avanti. Kory: Molte persone affermano di non provare nulla mentre pronunciano le frasi. È importante avere una sensazione o un’emozione in questa fase? Joe: Feci la stessa domanda al dottor Hew Len quando stavo imparando da lui la tecnica. Disse: “No, non c’è bisogno di sentirle, c’è bisogno di dirle. Continuando a dirle le sentirai, ma all’inizio può essere una ripetizione meccanica, stai soltanto pronunciando qualcosa, più o meno come leggere un copione”. Adesso sono in grado di dire cosa succede con le quattro frasi perché si sono dischiuse in me. È come trovarsi davanti a un poema con diversi livelli di significato; o a una canzone dapprima solo orecchiabile, ma che assume consistenza man mano che la si ascolta con attenzione. Allo stesso modo, le quattro frasi finiscono per diventare uno scrigno del tesoro. All’inizio sono soltanto parole, ma con il passare del tempo si riempiono di un sentimento che ti avvolge. Quindi, per rispondere alla domanda: no, non c’è bisogno di avere una sensazione, ma sono certo che essa arrivi comunque, e sarà deliziosa. Kory: Allora si tratta solo di iniziare, iniziare a dirle, iniziare a usarle. Joe: Sì. Kory: D’accordo. Un’altra domanda frequente è: “Come funzionano le quattro affermazioni e come interagiscono con la Legge d’Attrazione?”. Joe: Si parte innanzitutto dal presupposto che abbiamo attratto tutto ciò che è nella nostra vita, e in questo non vi è nessun conflitto o contraddizione. L’Ho’oponopono e la Legge d’Attrazione funzionano nella stessa realtà. Quando capirai che sei la sorgente di tutto ciò che arriva nella tua vita, allora la Legge d’Attrazione starà funzionando. Ma quando non ti piace ciò che ti arriva, che cosa fai? Come lo cambi? L’Ho’oponopono è la tecnica della cancellazione. È ciò che usi per affrontare le cose che appaiono nella tua vita ma che non vuoi attrarre. Se, per esempio, un capo ha un problema con un collaboratore, la Legge d’Attrazione dice che è stato lui lui ad attirarlo. Gli scettici direbbero: “No, non sono stato io perché non ci stavo pensando affatto”. Ma al livello di comprensione più profondo della Legge d’Attrazione tu attrai ogni cosa in base alle tue credenze inconsce e a ciò che inconsciamente progetti. E impossibile sapere che cosa ci sia nella tua mente inconscia. Ecco perché l’Ho’oponopono è così importante. Ripulisce la negatività nella mente inconscia. Quando la ripulisci, sei meno incline ad attrarre ciò che non ti piace. Quindi lavorano insieme. Kory: È vero, sembra che si sostengano l’un l’altra. Se ciò che attrai nella tua vita è la somma dei tuoi pensieri inconsci, allora più il tuo inconscio è purificato, più attrarrai ciò che vuoi. Joe: Sì. Più sei in armonia con il Divino, con il sentiero della tua vita, più vivrai una vita ispirata. Quando ti guardi intorno, tutto ciò che attrai è in armonia con quel sentiero. L’Ho’oponopono è un modo per far funzionare meglio la Legge d’Attrazione. Kory: Ho un’altra domanda per te. Qualcuno dice: “Attualmente sto facendo il corso di miracoli. Pensi che sia compatibile con l’Ho’oponopono? Se sì, come li integreresti nella tua vita?”. Joe: Una volta chiesi al dottor Hew Len se avesse senso usare altre tecniche o altri metodi insieme
all’Ho’oponopono e mi disse: “Se sei ispirato a farlo, allora fallo”. In altre parole, se hai un’intuizione, una sensazione che emerge da dentro, se sei ispirato a studiare nel corso di miracoli e mentre lo fai lo sfondo della tua mente ti dice: “Grazie, mi dispiace, ti prego perdonami, ti amo”, non stai facendo altro che incrementare l’efficienza del corso. Questo è valido per qualsiasi altra cosa. Non importa che qualcuno suggerisca il metodo Sedona, una tecnica di rilascio o l’ipnosi o altre tecniche utili a perfezionare la tua vita. Qualsiasi tecnica sarà migliorata facendo anche l’Ho’oponopono. Se mentre fai il corso di miracoli esercitandoti con gli esercizi giornalieri per un anno continui a praticare anche l’Ho’oponopono, questo accelererà l’effetto di attrarre i miracoli. Kory: Sono d’accordo. Quando si fa un corso può capitare di avere sensazioni sgradevoli, di rabbia o tristezza. Un tempo non avremmo saputo come affrontarle; adesso abbiamo un metodo per elaborarle mentre emergono. Joe: È una bella tecnica che funziona sempre. Kory: Come fai ad accorgerti quando sei allo stato Zero? Ti viene in mente qualcosa? Joe: Sì. Negli ultimi miei discorsi e negli eventi Zero Limits ho usato l’immagine della lavagna magnetica per cercare di comunicare il punto essenziale. Qualche mese fa ho fatto un discorso a un gruppo di leader trasformazionali e avevo una lavagna magnetica sul palco. Era completamente bianca e la guardavo. Poi invitai il pubblico a dirmi tutti i modi possibili in cui possiamo curare, purificare, migliorare noi stessi, e iniziammo a scrivere tutte quelle tecniche di auto-aiuto sulla lavagna. Questo durò qualche minuto, fino a quando la lavagna diventò tutta nera e dissi: “Che cosa è accaduto alla lavagna? Adesso è ricoperta da ciò che pensiamo possa aiutarci ad arrivare alla lavagna stessa”. La lavagna magnetica è la mia immagine dello stato Zero. È quel posto in cui non c’è altro che la purezza. Non ci sono pensieri o sentimenti se non quello che potremmo descrivere come amore. E l’ispirazione può arrivarti da quello stato Zero, dalla lavagna. Noi non riconosciamo lo stato Zero perché, mentre tento di spiegarlo, la gente fa delle riflessioni, si chiede se gli piaccia o meno o è intenta a visualizzare le frasi scritte sulla lavagna. Tutto ciò che è scritto sulla lavagna, tutti i pensieri e le credenze che sono nella nostra mente inconscia, sono ciò che ci tiene lontani dallo stato Zero. Quindi, se riuscite a immaginare di cancellare tutto e di tornare alla lavagna bianca, noterete l’estrema pace. Quanto più farete questa purificazione, tanto più sarete vicini allo stato Zero. E quando cominciate a sentirne il gusto, quella è la buddità, l’illuminazione, l’esperienza del satori. Ciò che inconsapevolmente stiamo cercando è qualcosa che ci renda felici, senza sapere che la felicità che vogliamo è in questo momento velata da pensieri, sentimenti, aspettative e desideri. Ma è già qui. Per cui, la pratica costante dell’Ho’oponopono ci farà avvicinare all’obiettivo. Per queste ragioni penso che dovrebbero farlo tutti; in più è semplice e gratuito. Quattro frasi: potete iniziare già ora. Kory: Ci sono tante tradizioni spirituali nel mondo che la gente può seguire, tra cui buddismo e scintoismo. Ma adesso che ho scoperto l’Ho’oponopono non posso pensare di farne a meno, in quanto colma un vuoto molto grande. Vorrei chiederti se hai mai avuto la stessa sensazione e dove si colloca l’Ho’oponopono nella tua vita spirituale. Joe: Provo una forte senso di gratitudine nei confronti del dottor Hew Len e dell’Ho’oponopono, per
averlo imparato e per la possibilità di condividerlo. Ho scritto cinquantatré libri, ma Zero Limits è l’unico che ho riletto dopo averlo pubblicato. Kory: Davvero? Joe: Sì, e l’ho fatto di recente. L’ho preso cercando un riferimento e poi ne sono rimasto catturato fino alla fine. Non so quanti autori riescano a intrattenersi con i propri libri. Io non l’avevo mai fatto, e con questo ho rivissuto l’esperienza del primo approccio con l’Ho’oponopono, della ricerca del dottor Hew Len, della prima avventura con lui e di tutte le meravigliose conversazioni che abbiamo avuto. Per cui considero questo libro la mia creatura, l’amo e sorrido. Sono orgoglioso, ispirato, grato. Kory: Apprezzo molto il fatto che tu abbia speso il tuo tempo per scrivere il libro, fare dei seminari e condividere le cose che sai. In più, la versione online di Zero Limits III è prossima all’uscita, il che aiuterà molte persone in tutto il mondo. Joe: Lo ameranno. Kory: Lo penso anch’io. Nessuna attesa, basterà accendere il computer e il seminario più entusiasmante che io abbia mai visto sarà a disposizione online. È piaciuto a tutti quelli a cui l’ho mostrato, compresi i miei familiari. Accedere all’Ho’oponopono in questa maniera è un enorme passo avanti per tutti noi. Joe: Sarà meraviglioso, perché è sempre una grande sorpresa vedere il dottor Hew Len in azione. Intrattiene ma è anche molto profondo. Io sono una specie di aiutante, sono là per sostenere lui, ma è lui il guru e tutti vogliamo ascoltarlo. Kory: Joe, ti ringrazio molto per il tuo tempo. Hai risposto a un sacco di domande e hai dato a me e a tutti gli ascoltatori un quadro più chiaro dell’Ho’oponopono e delle sue applicazioni. Penso davvero che sia stato un grande regalo. Grazie mille. Joe: Grazie a te per le domande e per avere trovato il tempo per questa intervista. Buona fortuna a tutti coloro che ci ascoltano. Ti amo, mi dispiace, ti prego perdonami e grazie. Kory: Grazie, Joe. Ti faccio i miei migliori auguri. 7 Copyright © Kory Basaraba, Aprile 2011. Tutti i diritti riservati. Ristampato con il permesso dell’autore.
Appendice D DOMANDE E RISPOSTE ZERO LIMITS
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oiché molte persone fanno delle domande sull’Ho’oponopono, mi è parso utile aggiungerle qui. Come fa notare spesso il dottor Hew Len, la mente è una pettegola. Fa sempre le stesse domande, aspettandosi risposte diverse. Tenendolo a mente – e non è un gioco di parole – aggiungerò altre domande che spesso mi vengono fatte e le mie risposte.
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Ho notato che l’ordine delle frasi non è mai lo stesso. Ho sentito che l’ordine è importante, e poi che non lo è. Temo di dirle in modo errato e che la mia mancanza di comprensione del metodo possa influenzare negativamente il risultato. L’ordine conta o no? Non importa in quale ordine tu pronunci le frasi. Ciò che conta è farlo. Segui la tua ispirazione e dille dentro di te nell’ordine che senti migliore. Lasciati guidare dall’istinto. Nell’ultimo evento di Zero Limits, il dottor Hew Len ridusse le quattro frasi a due: “ti amo” e “grazie”. Rimanere attaccati alle frasi o a qualcosa che le riguarda è diverso da ripulire o purificare. Le frasi sono uno strumento per ripulire facile da usare che ti aiuta a trovare la strada verso lo Zero. Tutto qui. La paura di dirle in modo sbagliato va ripulita. Nella mia registrazione audio “I Love You” manca una frase, ma è sempre uno strumento di purificazione e funziona comunque: www.milagroresearchinstitute.com/iloveyou.htm. Quando ripulisco, a chi sto parlando? A me? Alla persona che sto ripulendo? Sono confuso. Non è mai a un’altra persona. Ciò che fai è ripulire la parte di te che sta percependo come un problema qualcosa all’esterno. Non riguarda mai qualcos’altro o qualcun altro. L’esterno è ciò che ti spinge a voler cambiare qualcosa. Ma, insisto, non devi cambiare l’esterno. Devi cambiare dentro. E lo fai usando le quattro frasi. Ti stai rivolgendo al Divino e a nessun altro. Quando ho un problema e faccio la purificazione, mi concentro sul problema o sulla persona? Se è mio figlio ad avere un problema e voglio ripulire per lui, invado il suo spazio se non mi dà il permesso di farlo? Questa domanda è simile a quella precedente. Di nuovo: non ti focalizzi sull’altra persona, ti focalizzi su di te. Il problema non è fuori di te, ma dentro. Ti focalizzi sul problema mentre lo vivi. Lo vivi sempre dentro di te. Come ha detto spesso il dottor Hew Len, “Hai mai notato che quando c’è un problema tu sei sempre presente?”. Il problema è in te. Ed è lì che devi concentrarti e dirigere la purificazione. Stai chiedendo al Divino di rimuovere l’energia che senti dentro di te quando, guardando all’esterno, vedi un problema. Devo ripulire per sempre, per tutta la vita? Mi sembra stancante, un sacco di lavoro da fare. Non c’è un altro modo? Ci sono talmente tanti dati nel mondo – programmazioni, credenze, negatività – che la nostra sfida dura tutta la vita. Sì, devi continuare a ripulire, ma è davvero difficile dire “ti amo” e “grazie” dentro di te? Comunque, all’ultimo evento di Zero Limits, il dottor Hew Len ci insegnò una scorciatoia. Poiché il tuo bambino interiore trattiene tutti i dati nella tua mente inconscia, puoi sempre insegnargli come purificare in modo tale che quando la tua mente conscia dimentica di ripulire o ha bisogno di una pausa, il tuo bambino interiore ripulisce in ogni caso ventiquattro ore al giorno (Vedi Appendice E).
D:
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D:
R:
Se ho bisogno soltanto delle quattro frasi, perché ci sono tutti questi prodotti Ho’oponopono che la gente vende e da cui guadagna? Se posso dire la mia, trarre vantaggio economico dalla spiritualità è qualcosa che mi fa passare la voglia e mi fa dubitare della validità dell’Ho’oponopono. Potresti darmi una risposta? Pensare che qualcuno approfitti economicamente della spiritualità indica una concezione del denaro come male. Il denaro non è un male, è neutro. Il denaro è persino spirituale. Ho creato un corso audio su questo tema (The Secret to Attract Money). Se tutto appartiene al Divino, perché il denaro dovrebbe essere un’eccezione? I prodotti sono lì per aiutarti. Se non li vuoi, non comprarli. Perché stare lì a giudicare altri che creano prodotti per aiutarti a sentirti meglio, per essere più purificato e più felice? Ti stanno dando un servizio. Giudicarlo qualcosa di brutto o non spirituale mi suona come una credenza limitante che deve essere purificata. Mi sembra arrogante. Dopotutto, anche il dottor Hew Len vende dei prodotti, come del resto quasi ogni insegnante di Ho’oponopono. Ripulirò questa credenza. Come possiamo insegnare ad altri a ripulire? Non farlo. Nessun altro ha bisogno di sapere qualcosa sul tema. Solo tu. Il dottor Hew Len ha passato venticinque anni ripulendo se stesso. Dice apertamente che l’unica ragione per cui è vivo è ripulire. Non importa se nessun altro lo fa. Importa che tu lo faccia. Una delle cose che mi capita di sentire durante gli eventi è un partecipante che dice a un altro con un problema: “Dovresti ripulire”. Sbagliato. Ogni volta che senti un problema, è un tuo problema da ripulire. Inizia subito. In realtà, non dovresti mai dire agli altri di ripulire. Qualsiasi cosa tu venga a sapere o sperimenti, è compito tuo ripulire. Sono stato a un evento di Zero Limits e non ho ancora capito niente. Di cosa si tratta? Fondamentalmente, si tratta di ritornare alla Divinità. Nel mio programma audio Corso di Risveglio dico che ci sono quattro stadi del risveglio. La maggior parte delle persone non lascia mai il primo stadio (il vittimismo). Grazie a film come The Secret e The Compass, molti stanno raggiungendo il secondo livello (l’autoaffermazione). Grazie al libro Zero Limits, qualcuno è consapevole del terzo livello (la resa), ma ne esiste un quarto. È dove ti risvegli alla Divinità. Dove il Divino respira consciamente attraverso di te. Zero Limits è un modo per smaltire tutti i dati (o materiali mentali) che stanno tra te e il Divino (lo Zero). Di cosa si tratta? Si tratta di essere ripuliti dalle interferenze nella tua mente per far vivere il Divino attraverso di te con consapevolezza e amore. Per arrivarci abbiamo un sacco di lavoro da fare, quindi continua a ripulire. Qual è la differenza tra i seminari di Zero Limits e i corsi di base e avanzati di Ho’oponopono? Devo frequentarne alcuni prima di altri? Se queste informazioni devono rimanere private, perché ti è stato concesso di rivelare alcuni segreti in Zero Limits o di registrare gli eventi di Zero Limits? La differenza principale tra un evento di Zero Limits e un corso base di Ho’oponopono è questa: con Zero Limits ci sono io come insegnante ausiliario. Per fare un corso avanzato di Ho’oponopono devi fare il corso di base e praticare ciò che vi impari per almeno due anni. Ho potuto dare alcune informazioni perché il dottor Hew Len mi ha concesso di farlo. Lui è, dopotutto, il coautore di Zero Limits e l’insegnante principale di Ho’oponopono. Se lui dice che posso scrivere un libro o registrare un audio o un dvd, allora lo faccio. “Mi dispiace” significa chiedere scusa o provare tristezza? Di cosa mi devo dispiacere quando
D: tutto nell’universo è perfetto? Non mi piace doverlo dire. Devi dire “mi dispiace” e “ti prego perdonami” per il fatto di essere inconsapevole. Non ha niente a che fare con il rimorso, la colpa, la vergogna o il lamento. Ha a che fare con la comprensione che eri addormentato. Quando urti qualcuno, dici “mi dispiace”. Perché? Hai fatto uno sbaglio mentre eri inconsapevole. Quando ti rivolgi al Divino e dici le quattro frasi, stai lasciando che il Divino sappia che eri R: inconsapevole. Il perdono è uno degli strumenti di trasformazione più potenti che hai. Se non vuoi chiedere perdono per la tua inconsapevolezza, stai probabilmente bloccando il flusso del Divino anche in altre aree della tua vita. Ciò detto, una volta chiesi al dottor Hew Len cosa rispondere a quanti si lamentano per dover dire “mi dispiace”. Rispose che non devono dirlo.
Appendice E IL DOTTOR HEW LEN FA VISITA AL TUO BAMBINO INTERIORE
A
l terzo evento di Zero Limits, il dottor Hew Len ci fece fare una meditazione per incontrare il nostro bambino interiore. La riporto qui integralmente.
C’è una parte di noi che ha bisogno di sapere come funzionano le cose. Si chiama subconscio e ora vi aiuterò a conoscerla. Per favore, chiudete gli occhi e rilassatevi. Questo è il rapporto più importante di tutta la creazione. Più importante di qualsiasi relazione fisica. Quindi, se vi rilassate con gli occhi chiusi, vi aiuterò a conoscere ciò che secondo me è il rapporto più importante di tutta la creazione: quello tra il conscio e il subconscio, che definisco una relazione tra madre e figlio. La madre è la mente conscia, che può scegliere se prendersi cura del figlio o ignorarlo. Quindi supponiamo per il momento di rimuovere la terminologia tradizionale e di considerare che la mente conscia sia veramente l’aspetto materno della creazione e che il subconscio sia il figlio, il figlio che, sin dalla creazione, è gravato da tutti i ricordi. Quindi se vi sentite giù di corda, ciò è dovuto a un’infiammazione nel bambino interiore. Vogliamo che questa relazione funzioni e la prima cosa da fare è procedere lentamente. Dite al bambino: “Per la prima volta da quando sono nato sto riconoscendo la tua presenza in me”. Ciò che importa è riconoscere che siete consapevoli della presenza di questo essere in voi, il bambino interiore. Ditegli: “È la prima volta che sono consapevole del fatto che sei una parte di me”. La cosa successiva da dire è molto semplice: “Ti amo. Ti amo”. Poi riconoscete il fatto che tutti i dolori e le ferite sono dati custoditi in questo bambino e ditegli: “Mi dispiace. Ti prego, perdonami per tutti i ricordi accumulati che sperimenti come dolore, tristezza, tormento”. State parlando a questo bambino, state riconoscendo la vostra responsabilità per tutte le sue pene; le avete create, accettate, accumulate voi e vorreste liberarlo da tutto ciò. Un metodo molto semplice è chiedere sempre il permesso al bambino. Non dovete mai andare da lui senza chiedergli il permesso. Ditegli: “Ti prego, permettimi di accarezzarti la testa con amore e attenzione”. Ditelo. “Ti prego, permettimelo”. E fatelo. Non dovete immaginare nulla, solo farlo. Accarezzate la testa del bambino. E mentre lo fate ditegli: “Ti amo. Ti prego, perdonami per tutti i dolori accumulati e che ora sono in te. Mi dispiace”. Lo ripeto: questa è la relazione
più importante perché potete insegnare al bambino interiore come ripulire automaticamente, ma se prima non lo avete riconosciuto e non vi siete davvero presi cura di lui, non funzionerà. Quindi, mentre gli accarezzate la testa, dite: “Ti amo. Grazie per essere parte di me, mi dispiace se sono stato negligente. Forse non mi sto prendendo cura di te in modo corretto. Se ti ho manipolato, ti chiedo scusa”. Poi fate una specie di inventario di tutto, parlate al bambino di tutti i ricordi che si ripresentano come problemi e ditegli: “Se non ti dispiace, aiutami a lasciare andare”. Quindi, nel caso abbiate mal di testa, iniziate dalla cima del capo. Se avete mal di schiena, cercate di espellerlo dal vostro corpo. Lo mettete nella lista e dite al bambino: “Sto sentendo questo mal di schiena. Ti prego, lascia andare i ricordi che lo stanno causando. Non conosco questi ricordi, ma tu sì”. Poi possiamo offrirlo al Divino attraverso la coscienza suprema. Possiamo chiedere al Divino di liberarci. Mentre fate questo, continuate ad accarezzare delicatamente la testa del bambino. E adesso chiedetegli il permesso di abbracciarlo, non in modo brusco ma teneramente. I modi bruschi lo spaventano, perciò ditegli: “Ti prego, permettimi di abbracciarti con delicatezza”. Poi fatelo senza pensarci. Cullatelo tenendolo tra le braccia e parlategli. “Grazie per essere una parte di me. Ti amo e mi dispiace per tutti i ricordi accumulati che hai sperimentato come dolore e sofferenza. Ti prego, ti prego perdonami”. Dopo averlo fatto, chiedetegli di darvi la mano. “Ti prego, lascia che prenda la tua mano con dolcezza”. Accarezzatela. “Dammi la mano che preferisci, ti prego”. Nella vostra mente avete preso la sua mano, gentilmente, l’avete accarezzata e riconoscete ancora che il bambino è parte di voi: “Grazie per essere una parte di me. Una parte di me a cui non avevo dato molta attenzione, mi dispiace. Ti prego, ti prego perdonami. Ti amo”. Poi pensateci su, magari volete affrontare il tema finanziario. Dite al bambino: “Va bene, il problema sono i ricordi. Ti chiedo di lasciarli andare. Ti prego, lascia andare”. Poi pensateci attentamente. Qualunque sia la vostra situazione economica. Se avete tasse da pagare, la casa pignorata o altre cose del genere, ebbene, lavorate su quello. State parlando perché il problema non è il pignoramento. Il problema non sono i soldi. Il problema sono i ricordi che fanno rivivere il dolore. È l’ipoteca sulla vostra anima e dovete fare in modo che il bambino che detiene l’ipoteca la lasci andare. “Ti prego, lascia andare il fatto che in banca siamo in rosso”. Oppure: “Qualsiasi ricordo abbiamo dei nostri errori finanziari, del fatto di avere usato male i nostri soldi, ti prego lascialo andare”. Poi chiedete al bambino il permesso di prendergli l’altra mano. “Ti prego, permettimi di prenderti l’altra mano”. La prendete mentalmente e la accarezzate con dolcezza. Voglio che sia chiaro: questo bambino è il deposito dove ci sono tutti i problemi. Quindi è meglio avere
una buona relazione con lui per lasciare andare e per far sì che Dio faccia ciò che deve fare. Quindi lo cullate, gli accarezzate la mano. Poi vi osservate, osservate cosa sta accadendo dentro di voi, perché avete questi problemi – l’esperienza di questi problemi – con certe persone. Li fate venire fuori e dite: “Va bene, non so che ricordi siano, ma mi accorgo che quando vado in giro con il tal dei tali sono scocciato e irritabile e non capisco perché, ma dipende dai ricordi in me, per cui ti prego di lasciarli andare”. State parlando a questo bambino che è una banca dei ricordi. “Ti prego, lascia andare”. Questa è la relazione essenziale, la più importante in tutta la creazione, la relazione tra madre e figlio. Se la madre riesce a persuadere il figlio, allora è fuori pericolo. Il figlio la aiuterà a ripulire, vorrà lasciare andare, vorrà farle intuire le cose e le dirà: “Sta succedendo questo. Meglio che ce ne occupiamo!”. Grazie mille. Ora chiedete al bambino il permesso di abbracciarlo. “Ti prego, permettimi di abbracciarti”. Quindi vi avvicinate e ricominciate il dialogo. Un dialogo sull’amore. Riconoscendo la presenza del bambino. “Ti amo. Grazie, grazie, grazie per essere una parte di me. Sono davvero felice di sapere che in me ci sei tu, ti ho trascurato dall’inizio dei tempi. Ti prego, perdonami per averti ignorato, per non essermi preso cura di te, provocando in te grande dolore e sofferenza. Mi dispiace. Ti amo. Grazie per essere una parte di me”. Quindi abbracciatelo e dite: “Ti prego, permettimi di abbracciarti e di offrirti un amore incondizionato”. Se state cercando un socio in affari, questo bambino è il migliore di tutta la creazione. Se la relazione tra madre e figlio funziona, funzionerà ogni cosa. Lo state abbracciando, lo guardate negli occhi e confessate: “Ti ho ignorato. Ti ho procurato dolore e sofferenza. Mi dispiace. Ti prego, ti prego perdonami. Ti amo. Grazie per voler lasciare andare affinché tu e io possiamo liberarci dei ricordi e camminare mano nella mano con la Divinità e l’Aumakua verso la luce”. Potete farlo al mattino. Potete farlo alla sera. Prendetevi qualche minuto tra gli impegni della vostra giornata per riconnettervi, per riallinearvi. Se lo farete, il vostro bambino interiore sarà vostro amico. Ora faremo sette giri di respirazione. Quindi, appoggiate i piedi a terra, tenete entrambe le mani sulle ginocchia o sul grembo, unite pollici e indici e iniziate la respirazione. Il bambino apprezzerà la respirazione e il processo di purificazione. Adesso fate un giro di respirazione. Inspirate contando fino a sette, trattenete il respiro fino a sette, esalate sempre fino a sette e trattenete di nuovo fino a sette. Fate sette giri, per cortesia. Ora vi parlerò di come dare un nome al bambino. Ci sono solo quattro possibilità. Ma è soltanto una proposta, ok? Allora, potete dare un nome al subconscio e io vi aiuterò a farlo e
ve lo spiegherò. Poi dovrete trovare il modo per farlo da soli. Allora, il primo nome che potete dare al bambino è Kalā, una parola hawaiana che significa “il sole”. Ka significa “il”, lā significa “sole”. Assicuratevi di pronunciarlo correttamente. Sarebbe imbarazzante parlare con qualcuno che conosce questa lingua perché Kala vuol dire denaro, Kalah vuol dire perdono. Il sole è Kalā. Questo è ciò che hanno fatto i missionari: gli hanno messo un tetto sopra, che è il segno di una vocale lunga. Per cui è Kalā. Poi, l’altra possibilità è Keola, che significa “la vita”. Ecco cosa farete: prima di tutto lavoreremo con il bambino interiore, per cui rilassatevi e chiudete gli occhi. Parleremo al bambino interiore, a quello che si carica tutti i ricordi e tutti i fardelli, a quello che soffre mentre la mente conscia continua a parlare. Quindi rilassatevi e chiudete gli occhi per non distrarvi.8 Innanzitutto diremo al bambino: “È la prima volta in vita mia che comprendo che c’è un ‘tu’ in me”. Riconoscete la presenza del subconscio, Unihipili, che chiamerò “il bambino”. Direte: “Per la prima volta sono conscio del fatto che c’è questa parte di me a cui non ho dato attenzione, questa parte di me che ho trascurato, questa parte di me che ho maltrattato. Mi dispiace”. Quindi riconoscete che il bambino è presente in voi e dite semplicemente: “Ti amo. Ti amo. Grazie, grazie, grazie per essere una parte di me, mi dispiace di averci messo così tanto, eoni ed eoni di vite, per arrivare al punto e realizzare adesso che in me c’è un ‘tu’ e che sono responsabile di te. E mi dispiace per quanto ti ho trascurato, ti prego perdonami. Mi dispiace per tutti i maltrattamenti che ti ho fatto patire, ti prego perdonami. Mi dispiace per tutte le tue pene. Ho messo degli altri davanti a te”. Poi chiedete al bambino il permesso di accarezzargli la testa. “Ti prego, permettimi di accarezzarti la testa con amore, attenzione e riguardo”. Poi lo fate e iniziate il procedimento. Accarezzatelo mentalmente, accarezzate la testa del vostro bambino e contemporaneamente parlategli. È un amico e un compagno. Senza questo compagno, senza questo tu nella relazione con questa parte di voi, non sarete mai felici, indipendentemente da quanti soldi farete, perché non ne avrete mai abbastanza. Non mi importa chi frequentiate. Potete avere tutto, i soldi che volete, le relazioni che volete, ma dovrete trovare una soluzione con questo bambino. Mentre lo carezzate parlategli. “Ti amo, grazie, ti prego perdonami per tutte le sofferenze che stai vivendo, ma in questo modo ripuliremo tutto”. Per cui, indipendentemente da cosa viene fuori, possiamo dirgli: “Ti amo, grazie”. Acqua blu solarizzata, ghiaccio blu, questi sono gli strumenti principali, e quando iniziate a insegnare al bambino come usarli, lui lo farà. Ma innanzitutto sta aspettando che voi lo facciate, e poi che glielo insegniate. E sta aspettando anche di vedere cosa farete e se farete la purificazione. Quindi lo state accarezzando teneramente e poi gli dite: “Vorrei sapere con che nome ti piacerebbe essere chiamato. Il primo nome è Kalā e vuol dire ‘sole’. L’altro nome è Keola,
che significa ‘vita’. Poi ce ne sono altri due e vorrei sapere se una di queste quattro possibilità ti potrebbe piacere. Ti sto solo chiedendo se ti senti in sintonia con uno di questi nomi. Se così non fosse, voglio che tu me lo dica, e poi forse potrò proporti altri nomi o tu potrai dirmi quale sarà quello giusto”. Siete già pronti con i nomi ma gli dite: “Diamo un’occhiata ai nomi”. Poi passate alla fase successiva e abbracciate teneramente il bambino, non in modo rude, come abbiamo già detto. L’idea è quella di chiedere il permesso: “Ti prego, permettimi di abbracciarti teneramente” e poi lo fate. “Ti abbraccio teneramente”. Una delle caratteristiche del subconscio è che è privo di discernimento. Lo voglio ripetere: non ha nessun discernimento. Quindi se sorgerà un ricordo, lo seguirà. Se sorgerà un’ispirazione, la seguirà. Perciò dovete iniziare ad aiutarlo a discernere tra un ricordo e un’ispirazione. Il modo per farlo è ripulire. Quindi lo state abbracciando, lo state cullando tra le braccia e state dicendo: “Ti amo, ti amo”. State confessando tutti quegli eoni di trascuratezza. “Mi dispiace, ti prego perdonami per averti trascurato e maltrattato, per non essermi preso cura di te”. “Vogliamo trovarti un nome, e allora diamo un’occhiata a quale potrebbe andare bene per te”. Quindi è il bambino che deve decidere il nome, non la madre. La mente conscia sta solo proponendo certe cose, poi è il bambino a decidere. Gli state dicendo: “Ho questi quattro nomi e forse ce ne sono altri. Stiamo cercando un nome per te”. Poi chiedete al bambino di permettervi di prendergli la mano e di accarezzarla gentilmente. Dite nella vostra mente: “Qualunque mano tu mi dia, lascia che te la accarezzi”. Poi la prendete e iniziate ad accarezzarla. Allora, se c’è qualcosa che state provando adesso – un mal di testa, un mal di schiena, qualsiasi cosa del genere, ossia dati che si ripetono – parlatene al bambino. “Mi dispiace, ti prego perdonami per avere creato, accettato e accumulato questi dati che tu stai sperimentando adesso, che sia il mal di testa, il mal di schiena o altre cose”. Qualunque sia l’informazione che ci fa sentire questo problema, ti prego di lasciarla andare”. Il modo per farlo è dire all’informazione: “Ti amo, grazie; acqua blu solarizzata, ti prego perdonami; mi dispiace, mais blu”. Ciò che dovete fare è dire mentalmente: “Fragole, mirtilli” e poi al bambino: “Adesso puoi dirlo anche tu. Quindi se accade qualcosa – tutti i milioni di cose che accadono e di cui non sono cosciente – tu puoi fare la purificazione per noi due, puoi ripulire”. State insegnando al bambino come fare la purificazione e così, nel caso voi siate bloccati, lui la farà per voi. Poi chiedete al bambino il permesso di prendergli l’altra mano. “Ti prego, permettimi di prenderti l’altra mano”. Prendetela gentilmente e accarezzatela delicatamente. Parlategli di nuovo. Se avete qualche preoccupazione, che sia finanziaria o una grande emozione che emerge e vi schiaccia, dite al bambino: “Oh, sono soltanto ricordi che si ripetono. Quindi, qualunque sia l’informazione che agisce in noi, ti prego, lasciala andare. Lasciala affiorare in modo che possa essere mandata alla Divinità per essere trasformata”.
State parlando al bambino, gentilmente, semplicemente, e quelli sono soltanto dati. Non sovraccaricatelo pensando che tanto lo sapete già, ditelo. “C’è qualcosa, ci sono delle informazioni in noi che ci fanno sperimentare questo problema, quindi ti prego di lasciare andare”. Potete lasciare andare dicendo “ti amo, grazie”. Adesso avete questo sodalizio e il bambino vi aiuta a ripulire. Se state dormendo e fate un sogno, ditegli: “Possiamo lasciarlo andare”. Adesso dovete chiedere al bambino il permesso di abbracciarlo. “Ti prego, permettimi di abbracciarti”. Guardatelo negli occhi e iniziate con “ti amo, grazie per essere una parte di me”. Poi chiedetegli se c’è qualcosa che vuole lasciare andare, qualche informazione nel subconscio che voi state sperimentando come un dolore e ditegli: “Possiamo lasciare andare”. Qualsiasi sia il dato o l’informazione che sta generando tutto questo, quello che sto sperimentando è una specie di depressione o una cosa del genere. Allora ricordate al bambino: “Cerchiamo un nome per te. Abbiamo quattro proposte, ma se c’è qualche altro nome che preferisci, dimmelo pure, lo apprezzerò. Quindi, ti prego di farmi sapere quale pensi possa essere il nome corretto per te”. Adesso siete sufficientemente ripuliti da poter proporre qualsiasi informazione al bambino, che deve essere colui che sceglie il nome. Poi, quando avete fatto questo, ringraziatelo: “Grazie per essere venuto con me, grazie. Ti sono grato per aver voluto stare con me. Ti amo, ti amo, ti amo”. Adesso faremo i sette giri di respirazione. Avete i piedi a terra, appoggiate la schiena allo schienale della sedia. La vostra spina dorsale sono i vostri familiari e i vostri antenati, quindi, quando respirate, lo fate per loro. Appoggiate i piedi a terra e, se le vostre gambe sono troppo corte per riuscirci, fatelo mentalmente per poter respirare da Madre Terra e dai regni minerale e animale. Le vostre dita si toccano, l’indice con il pollice, le mani appoggiate in grembo. Fate sette giri di respirazione. Inspirate contando fino a sette, trattenete fino a sette, espirate fino a sette e trattenete fino a sette, facendo così un giro completo. Fate sette giri, per cortesia. Una sera d’estate, mentre imperversava un violento temporale, una madre stava mettendo a letto suo figlio. Stava per spegnere le luci quando il figlio chiese con voce tremante: “Mamma, dormi con me stanotte?”. La madre sorrise e gli diede un abbraccio rassicurante. “Non posso, amore mio”, disse. “Devo dormire nella stanza del papà”. Un lungo silenzio venne interrotto alla fine da una vocina tremula: “Codarda”. 8 Il dottor Hew Len non propose gli altri due nomi per il bambino interiore. Suggerisco di permettere al vostro di dirvi come chiamarlo.
Appendice F FRASARIO PARTICOLAREGGIATO DELL’HO’OPONOPONO – DI SAUL MARANEY9
- Quando noto un problema, chiedo a ME STESSO: “Cosa è successo dentro di ME che ha causato questo problema? E come posso risolverlo in ME?”. - Il mio compito è ripulire me stesso. Quando lo faccio, il mondo si ripulisce, perché io sono il mondo. Tutto ciò che è fuori di ME è una proiezione e un’illusione. - È mia responsabilità mettere a posto dall’interno di ME tutto ciò che sperimento connettendomi al Divino. Dico: “Ti amo” al Divino perché mette a posto tutto ciò che sta fuori. - Io sto ripulendo i MIEI ricordi. - Il dolore dentro di ME è un ricordo CONDIVISO. Il dottor Hew Len sapeva che era un programma a indurre i pazienti ad agire in quel modo. Erano fuori controllo. Erano prigionieri di un programma. Quando sento un problema, ripulisco. - Sto ripulendo vecchi ricordi accumulati nella MIA mente subconscia. - Dico in continuazione le quattro frasi, indirizzandole al Divino, per fermare le mie chiacchiere mentali: - Ti amo - Mi dispiace - Ti prego perdonami - Grazie - Ripulisco costantemente tutto perché non so cosa sia un ricordo e cosa sia un’ispirazione. Ripulisco costantemente per arrivare in un posto senza limiti. - Le nostre menti hanno una visione ridotta del mondo. - I nostri cervelli ci dicono cosa fare PRIMA di decidere coscientemente di farlo. Questo significa che le intenzioni vengono dalla MIA mente inconscia e POI entrano nella mia consapevolezza cosciente. - Numerosi esperimenti hanno dimostrato che un aumento dell’attività cerebrale appare un terzo di secondo PRIMA dell’intenzione. - È stato provato che NON POSSO controllare l’origine di un segnale che MI spinge ad agire. - NESSUNA intenzione viene mai covata nella coscienza. - Le intenzioni sono premonizioni. Sono immagini che lampeggiano in un angolo della coscienza per segnalare cosa sta probabilmente per succedere. - Ho capito che le intenzioni non sono affatto MIE scelte. - Soltanto due leggi reggono le MIE esperienze: l’ispirazione dalla Divinità (nuove esperienze) e i ricordi accumulati nel mio subconscio (vecchie esperienze). - Zero è la sede della Divinità e di ME STESSO. È il luogo ed è ciò da cui fluiscono tutte le benedizioni, la ricchezza e la pace. - Non faccio caso all’ispirazione e vado alla Sorgente: Zero. - Io amo, perdono e ringrazio le MIE preoccupazioni. - Ripulendo i MIEI ricordi, il Divino ha la possibilità di emergere con l’ispirazione.
- I problemi di denaro sono semplici ricordi che si ripetono. Sono ricordi che rimuovono lo Zero (ME). Per tornare a Zero, chiedo alla Divinità di eliminare i ricordi che stanno dietro le MIE preoccupazioni finanziarie. - Le preoccupazioni finanziarie sono un programma. - Sto ripulendo i problemi dei ricordi affinché svaniscano. Sto ritornando alla pace. - L’intenzione è uno straccio logoro se comparata all’ispirazione. - Mi arrendo all’ispirazione. - L’ispirazione arriva all’improvviso, in pochi secondi. - Ricevo idee che vengono dall’ispirazione. - Piuttosto che stabilire intenzioni, raccolgo opportunità. - Quando vengo dallo stato Zero, dove non ci sono limiti, non ho bisogno di intenzioni. Ricevo semplicemente ispirazioni, agisco di conseguenza e i miracoli accadono. - Il libero arbitrio ha luogo DOPO che ho avuto l’impulso a fare qualcosa e PRIMA che io la faccia. - Ripulendo COSTANTEMENTE tutti i pensieri, che vengano dall’ispirazione o dalla memoria, sarò in grado di scegliere meglio ciò che è giusto nel presente. - I problemi di denaro sono programmi della MIA memoria, non ispirazioni dal Divino. - Devo amare i programmi della MIA memoria, FINO A QUANDO non si dissolvono e tutto ciò che rimane è la Divinità. - Tutto ciò che vedo e sperimento è dentro di ME. - Se voglio cambiare qualcosa, lo faccio DENTRO DI ME. - Mi assumo il cento per cento della responsabilità per tutta la MIA vita. - Ogni volta che vivo un problema, io sono là. - Sono responsabile di tutto. - Ho capito che la gente agisce a partire da un programma/ricordo. Per essere utile, devo rimuovere il programma. E la sola maniera di farlo è ripulire: - Ti amo - Mi dispiace - Ti prego perdonami - Grazie - Sto andando bene. - Sto RILASCIANDO l’energia di questi pensieri (ricordi) dolorosi che causano lo squilibrio. - Ogni soluzione dei problemi è DENTRO DI ME. - Sto eliminando i MIEI ricordi e programmi. - Tutto ciò che appare nella MIA vita è soltanto la PROIEZIONE dei miei programmi. - Tutto allineato: - subconscio (figlio); - conscio (madre); - coscienza suprema (padre). - Tutti i pensieri sono pervasi di ricordi dolorosi. - L’intelletto che lavora da solo non può risolvere questi problemi, perché non fa altro che controllare. Io voglio lasciare andare tutti i MIEI vecchi ricordi. - Con l’Ho’oponopono, la Divinità SI PRENDE i ricordi dolorosi, li neutralizza e li cancella. - Sto NEUTRALIZZANDO l’energia che associo alle persone e alle cose. - Una volta che l’energia è stata neutralizzata, viene rilasciata e ci si trova in uno stato completamente nuovo.
- Sto permettendo alla Divinità di entrare e riempire il vuoto con la luce. - Ogni volta che noto un problema, ripulisco. - Chiedendo PERDONO, libero il passaggio per permettere alla guarigione di manifestarsi. - Ciò che blocca il benessere è una mancanza d’amore. Il PERDONO apre la porta per permettergli di tornare. - Sono responsabile al cento per cento di tutto ciò che c’è nella MIA vita. - Devo essere responsabile al cento per cento. - Se voglio risolvere un problema, devo lavorare su ME STESSO. - Quando qualcuno MI irrita, mi chiedo: “Cosa c’è in ME che fa sì che io sia infastidito da questa persona?”. - MI DISPIACE per qualsiasi cosa stia accadendo, ti prego perdonami. - Se qualcuno ha mal di schiena mi chiedo: “Cosa c’è dentro di ME che si sta manifestando come dolore alla schiena in questa persona?”. - Lavoro su ME STESSO. - Nel cuore, siamo tutti Divini. - I programmi si prendono come le malattie e devo ripulirli. - Sto chiedendo all’amore di correggere gli errori in ME dicendo: “MI DISPIACE. Ti prego perdonami per qualsiasi cosa in me si sia manifestata come questo problema”. - È responsabilità dell’Amore TRASFORMARE gli errori dentro di ME che si manifestano come il problema. - Ogni problema è un’opportunità per ripulire. - I problemi sono SOLTANTO ricordi che tornano per darmi un’altra possibilità di vederli con l’occhio dell’Amore e di agire a partire dall’ISPIRAZIONE. - Mi assumo la piena responsabilità della MIA vita. - Devo assumermi la piena responsabilità per ciò che gli altri sperimentano nella MIA vita. - Ti amo è il codice che sblocca la guarigione. - Uso “ti amo” su di ME. I problemi di tutti sono i MIEI problemi. - Ho bisogno di guarire ME STESSO. - Sono la sorgente di tutte le esperienze. - Sto agendo a partire dalla memoria (pensando) o dall’ispirazione (ricevendo). - Se i ricordi stanno agendo, non sentirò l’ispirazione. - I programmi sono come una CREDENZA. La mia sfida è PURIFICARE tutti i programmi per tornare allo stato Zero, dove l’ispirazione può emergere. - Tutti i ricordi sono CONDIVISI. - Il mio lavoro è ripulire la memoria, affinché lasci ME e anche l’altra persona. - L’Ho’oponopono si occupa seriamente delle cose. - Il Divino NON è uno che prende gli ordini. - Ci vuole una COSTANTE focalizzazione sul ripulire, ripulire, ripulire. - Sto DISSOLVENDO i programmi limitanti che sento e vedo. - La MIA mente non ha la minima idea di cosa stia accadendo. - Soltanto quindici bit di informazione sono accessibili alla MIA mente conscia, mentre ce ne sono quindici milioni in ogni istante. - Devo lasciare andare e AVERE FIDUCIA. - Sono in QUESTO istante. - Quando dico “ti amo” sto cercando di ripulire qualsiasi cosa ci sia in questo istante.
- Quando dico “ti amo” sto EVOCANDO lo spirito dell’Amore affinché curi dentro di ME ciò che sta creando o attraendo la mia situazione esteriore. - Sto curando dentro di ME i programmi NASCOSTI a cui stiamo partecipando ENTRAMBI. - Miro a raggiungere la PACE. - Non esiste un fuori. L’UNICO posto in cui guardare è dentro di ME. - Non progetto nulla, ho FIDUCIA nella Divinità. - Amo, riconosco e apprezzo TUTTO. - Dico “ti amo” per CHIEDERE al Creatore Divino di CANCELLARE i ricordi nella MIA mente subconscia e di RIMPIAZZARLI nella MIA anima e in quella di tutti con pensieri, parole e azioni della Divinità. - Sono responsabile al cento per cento. - La Divinità sta MODIFICANDO l’energia bloccata. - Mi ripulisco e dico: “Cosa c’è in ME che fa sì che questa cosa appaia in loro?”. - La mia mente conscia NON ha il benché minimo indizio su cosa stia succedendo! - Sto riportando la mia mente SENZA dati a Zero. - L’Ho’oponopono è un processo di COSTANTE, INCESSANTE azzeramento, affinché io possa tornare a Zero. - SOLO a Zero la creazione (l’ispirazione) può avere luogo. - MI chiedo: “Cos’è che non so e che devo purificare? Non ho idea di cosa stia succedendo!”. - La mia mente può servire SOLTANTO la memoria e l’ispirazione. E solo UNA alla volta. - L’ispirazione divina è DENTRO DI ME. - Tutto ciò che sono è allineato: - la coscienza suprema (padre), Aumakua; - la coscienza (madre), Uhane; - il subconscio (figlio), Unihipili. - Quando sono a Zero, TUTTO è a disposizione. - Sono creato a IMMAGINE del Divino: Vuoto e Infinito. - Sto LASCIANDO ANDARE i MIEI ricordi. - Se ho un problema con qualcuno significa che c’è un RICORDO che affiora e a cui sto REAGENDO. NON è l’altra persona. - Sto facendo questa domanda al Divino: “Cosa c’è in ME che ha provocato il dolore di quella persona?”. - Poi chiedo: “Come posso RISOLVERE quel problema in ME?”. - Lavoro su di ME, NON sugli altri. - Se un’idea è ancora lì dopo tre purificazioni, AGISCO in base a quell’idea. - Non pianifico, CONFIDO che il Divino si prenda cura dei problemi (ricordi). - Se qualcosa fa parte della MIA esperienza, devo ripulirla. - TUTTE le esperienze sono CONDIVISE. - Io creo OGNI COSA della MIA realtà. - Io ho attratto la MIA situazione e sto perdonando me stesso e l’energia attorno al problema. - Sto SPOSTANDO l’energia dentro di ME. - Amo ME STESSO quando ama gli altri. - Sto ricordando chi sono VERAMENTE. - La MIA vera natura è AMARE. - MI arrivano un sacco di clienti.
- Il successo sta fluendo facilmente verso di ME. - Sto ripulendo e purificando ME STESSO. - Sono responsabile al cento per cento di TUTTA LA MIA vita. - Sto ripulendo e purificando COSTANTEMENTE i ricordi della MIA mente subconscia. - Ho CAMBIATO il modo in cui affronto la vita. - C’è stato un CAMBIAMENTO nel MIO corpo e nella MIA mente. - Cerco sempre di vedere tutto il BENE (non il male). - Mi concentro sugli aspetti positivi. - Ho cambiato la MIA percezione. - Sto SGOMBERANDO il vecchio per fare posto al NUOVO. - Sto raggiungendo lo stato Zero prendendomi il cento per cento di responsabilità, CHIEDENDO SCUSA per tutto ciò che accade in ME di cui non sono consapevole e chiedendo PERDONO. - Sto SVUOTANDO la MIA mente e tornando a Zero. - L’universo funziona a CERCHI concentrici. - Mi sto spostando CIRCOLARMENTE. - Sto LASCIANDO ANDARE e tornando a ZERO. - Dico “MI DISPIACE” perché mi sento responsabile di ciò che sta succedendo nella MIA coscienza in questo istante. - Mi sento molto connesso. - La mia vita è una COSTANTE purificazione. Quando purifico, torno a Zero e la MIA vita scorre serenamente. - Sto facendo tabula rasa e ripartendo da Zero. - Ripulisco per disperdere la mia assurdità (i miei ricordi). - Zero è la CASA base. - Tengo per me il MIO lavoro di purificazione. - La gente ha bisogno soltanto del MIO amore per cambiare. - L’Ho’oponopono è una metodologia e una filosofia della guarigione e del PERDONO. - Studia il nome della persona, fai chiarezza e raggiungi l’unità. Esprimi l’amore per l’altra persona. - Chiedo PERDONO per ogni errore, cosciente o incosciente, dal passato al presente, MIO e dei MIEI antenati fino a tornare all’INIZIO del tempo e alla vita infinitesimale. - Dico questo affinché possiamo tornare tutti al nostro VERO rapporto con e nella Divinità. - Bevo acqua PRIMA di ogni pasto e RIPULISCO il disordine. - L’Ho’oponopono mi ha RISVEGLIATO a COME CANCELLARE gli elementi negativi che si manifestano come situazioni problematiche DENTRO DI ME. - Prendendosi il cento per cento della RESPONSABILITÀ, le situazioni POSSONO cambiare. - Sto iniziando a capire chi sono. - Ci sarà SEMPRE qualcosa che emerge. Dico che ne sono responsabile al cento per cento (ma senza senso di colpa) e non faccio altro che ripulire, lasciare andare e lasciare che il Divino ne prenda il posto. - Non perdo tempo con domande quali: come? Quando? Chi? SOLTANTO io sono! E così facendo mi levo di mezzo. DENTRO DI ME lascio andare i problemi. - Continuo SENZA nessun giudizio su di ME. - Con la mia pulizia dell’Ho’oponopono sto raggiungendo una molteplicità di risultati. - Trattengo gli errori del mondo nella MIA ANIMA (come fanno tutti). - La ragione/l’intelletto causa la follia, la confusione e l’incertezza.
- I ricordi sono PROBLEMI. - Sto purificando e cancellando i ricordi nella MIA mente subconscia per TROVARE la Divinità DENTRO DI ME. - Ognuno è GIÀ perfetto, i PROBLEMI sono i ricordi. - Il PROBLEMA è il ricordo dell’errore che gioca nella MIA mente subconscia che CONDIVIDO con altre persone. - L’identità del Sé attraverso l’Ho’oponopono è un METODO PER RISOLVERE I PROBLEMI di PENTIMENTO, PERDONO e TRASFORMAZIONE che tutti possono applicare a SE STESSI. È un metodo per RICHIEDERE ALLA DIVINITÀ di ridurre a Zero i ricordi di errori nel nostro subconscio. - La mente conscia è INETTA, non ha idea di cosa stia succedendo. - Quindi mi APPELLO alla DIVINITÀ (che conosce tutto) per ridurre a Zero qualsiasi ricordo stia agendo nel MIO Unihipili (mente subconscia). - Le aspettative e le intenzioni NON hanno nessuna influenza sulla Divinità. La Divinità farà QUELLO CHE VUOLE e QUANDO VUOLE. - Per APRIRE la strada all’AFFLUSSO del DIVINO è necessario PRIMA DI TUTTO cancellare i ricordi. - Fino a quando i ricordi (blocchi/limitazioni) saranno presenti nel MIO subconscio, IMPEDIRANNO alla Divinità di darmi la MIA ispirazione giornaliera. - Quando ripulisco, mi AVVICINO a sperimentare la beatitudine dello stato dell’essere senza limiti. - Io AGISCO in base alle idee che mi vengono incontro. - Le idee appaiono nella MIA mente e agisco in base a esse. - Continuare a ripulire è più importante di qualsiasi altra cosa. Mentre lo faccio, mi vengono DATE delle idee. - Ceeport® = ripulisci, cancella, cancella mentre TORNI al porto, allo stato Zero. - Ripulire è l’UNICO modo per avere risultati più VELOCEMENTE. - Sto ricevendo una ricchezza molto GRANDE. Sto tenendo lo sguardo sulla Divinità. Devo rimanere CONCENTRATO sul tornare a Zero, SENZA ricordi e SENZA programmi. - Sono qui soltanto per ripulire. - LASCIO ANDARE e lascio che la Divinità faccia ciò che è meglio per ME. - Le intenzioni sono LIMITAZIONI. Sto ripulendo e LASCIANDOLE ANDARE. - Avrò SEMPRE dei problemi, quindi ripulisco, ripulisco, ripulisco. - Cosa sono i problemi? Sono ricordi che si ripetono, e i ricordi sono PROGRAMMI, NON sono soltanto miei, sono CONDIVISI. Il modo per liberare la memoria è quello di INVIARE AMORE alla Divinità. - La Divinità ascolta e risponde nel modo MIGLIORE per TUTTI, nel MOMENTO migliore per tutti. - Scelgo ma non DECIDO. - LA DIVINITÀ DECIDE. - Ripulisco, ripulisco, ripulisco. - Non cerco di vendere. TUTTO CIÒ CHE FACCIO È RIPULIRE, RIPULIRE, RIPULIRE. - Ripulisco tutto il giorno. Non ho intenzioni e non ho aspettative. - Sono TOTALMENTE responsabile di tutta la mia vita. Tutto è in ME. Senza eccezioni! - Devo ripulirlo, O NON diventa pulito. - SE è parte della mia esperienza è compito MIO ripulire. - Quando ripulisco i ricordi, ciò che affiora è l’ispirazione.
- So che la pulizia INTERIORE porta a risultati ESTERIORI e che io non posso decidere quali siano tali risultati. POSSO scegliere, ma non decidere. - Sono qui soltanto per ripulire affinché il Divino possa ISPIRARMI A FARE ciò che ero stato mandato qui a fare. - Uso la gomma per cancellare della matita per aiutarmi a RIPULIRE. È un promemoria psicologico per PURIFICARE la memoria. - Immergo mentalmente il MIO conto bancario in un bicchiere d’ACQUA con della FRUTTA e vedo ciò che accade. - La gente agisce per SE STESSA: TUTTO ciò che devo fare è ripulire. - Mi è stata RICORDATA la via verso CASA. - IL MIO VERO SÉ è incredibile, eterno, senza limiti, totale, completo, vuoto, ZERO. DA ESSO EMANA TUTTA LA PACE: “CASA”. - Dove c’è un problema, lì ci sono io. - Sto DISSEPPELLENDO i miei ricordi e i miei giudizi nascosti per RIPULIRLI e TRASFORMARLI. - Qualcosa in ME è CAMBIATO. - Per guarire i MIEI ricordi ci vuole PERSISTENZA E DILIGENZA. - La guarigione è per ME. - Tamburello con la gomma per cancellare di una matita e dico: “Goccia di rugiada”. - Sto DISSOLVENDO il conflitto. - Lo SCOPO della vita è quello di essere RICONDOTTI all’AMORE, attimo dopo attimo. - Per RAGGIUNGERE questo scopo, RICONOSCO di essere responsabile al cento per cento per la CREAZIONE della mia vita così com’È. - Ho visto che sono i MIEI PENSIERI che CREANO LA MIA VITA così com’È, attimo dopo attimo. - Il problema NON è la gente, i luoghi o le situazioni MA piuttosto i PENSIERI di essi. - Sono arrivato a comprendere che NON c’è un’esteriorità! - La QUALITÀ della MIA vita è sensibilmente cambiata! - PRATICO CONTINUAMENTE il metodo di identità del Sé attraverso l’Ho’oponopono con il PENTIMENTO, il PERDONO e la TRASFORMAZIONE per QUALSIASI COSA io stia sperimentando consciamente o inconsciamente in me. - Mi assumo il cento per cento della RESPONSABILITÀ per ripulire le cose che in ME hanno PROVOCATO il problema che vivo. - Io sono PERFETTO! Ciò che è imperfetto sono i ricordi (STRONZATE) che reagiscono e si ripetono come giudizi, risentimenti, rabbie, irritazioni e tutti gli altri pesi che ci sono nella MIA anima. - Se la gente è aperta, è un RIFLESSO di ME STESSO! - Sto CAMBIANDO LA MIA INTERIORITÀ per cambiare LA MIA ESTERIORITÀ. - Guardo DENTRO ME STESSO per vedere che cos’è che CONDIVIDE l’esperienza che vedo ESTERNAMENTE. - NON mi relaziono con persone o problemi, mi relaziono con le SENSAZIONI che PROVO. - Quando ripulisco ciò che c’è DENTRO DI ME, anche GLI ALTRI saranno purificati e GUARITI. - Ho iniziato a capire che SONO RESPONSABILE per ciò che dicono e fanno TUTTI, semplicemente perché essi sono parte della MIA ESPERIENZA. - SE creo la mia realtà, ALLORA creo TUTTO ciò che vedo, ANCHE le parti che NON mi piacciono.
- NON importa cosa facciano gli altri, IMPORTA COSA FACCIO IO! - PURIFICO l’ENERGIA CONDIVISA dicendo al Divino: - Ti amo - Mi dispiace - Ti prego perdonami - Grazie - NON uso il metodo di guarigione per ottenere qualcosa! Lo faccio per PURIFICARE l’ENERGIA CONDIVISA, affinché nessuno debba sperimentarla MAI più. - L’identità personale attraverso l’Ho’oponopono è un METODO DI PURIFICAZIONE e NON SMETTO MAI di farlo. - SE sorge qualcosa nella MIA coscienza, ALLORA tocca a ME RIPULIRE E CURARE. - Devo ripulire TUTTO ciò che è parte della MIA esperienza di vita. - Se sono il creatore della MIA esperienza, allora ne sono anche RESPONSABILE. - L’identità personale attraverso il metodo Ho’oponopono è TUTTO AMORE… Esso continua e io ne sono PIENAMENTE RESPONSABILE. - Dico queste frasi alla Divinità per ripulirmi: - Ti amo - Mi dispiace - Ti prego perdonami - Grazie - A Zero, la Divinità mi sta GIÀ ricoprendo di AMORE, ma io non sono ancora là. - Dicendo: - Ti amo - Mi dispiace - Ti prego perdonami - Grazie Sto ripulendo i programmi in ME che mi stanno IMPEDENDO di essere allo stato Zero. - Il Divino NON ha BISOGNO di ME per praticare l’identità personale attraverso l’Ho’oponopono. Io ho bisogno di farlo! - L’UNICO modo per curare qualcuno è ripulire ME STESSO. Le persone che nella mia realtà hanno dei problemi stanno CONDIVIDENDO un programma con ME. L’hanno PRESO come fosse un virus mentale. NON DEVONO ESSERE ACCUSATE! - Quello che posso fare è ripulire me stesso, perché se io ripulisco, gli altri vengono ripuliti. - Quando ripulisco i programmi che condividiamo, l’umanità intera ne viene liberata. - TUTTO ciò che faccio è ripulire, ripulire, ripulire. - RIPULIRE è la cosa più sincera che posso fare. Il resto è in mano al Divino. - Io creo ogni situazione che fa parte della MIA realtà proprio perché fa parte della MIA realtà. - Devo ripulire. - Quando CURO ME STESSO, la persona che ha il problema e tutti coloro che ne CONDIVIDONO il programma si sentono MEGLIO. - So che la scelta è una LIMITAZIONE. Sperimento la MAGIA e i MIRACOLI e mi sento galvanizzato dalla vita. - TUTTO è VIVO. - Sono pieno di ENERGIA. - NON cerco di controllare la mia vita. DEVO LASCIARLA ANDARE. Tutto ciò che faccio è
RIPULIRE ed ELIMINARE con l’INTENZIONE di tornare a Zero. - Ho una marcia in più. Tutto ciò che CREO è figlio mio. DEVO AMARE TUTTI I MIEI “FIGLI”. - Nel passato cercavo di risolvere i problemi, MA oggi li lascio stare, ora ripulisco i ricordi che li hanno PROVOCATI. - Quando ripulisco, i MIEI problemi si risolvono. - NON cerco di cambiare le persone, lavoro su ME STESSO. - Se sento il dolore altrui è perché CONDIVIDO lo STESSO PROGRAMMA e devo ripulirlo. Quando lo faccio, il problema uscirà da me e anche da loro. - GRATITUDINE, RISPETTO E TRASFORMAZIONE possono TRASFORMARE OGNI COSA. - Queste frasi sono come le PAROLE MAGICHE che APRONO il LUCCHETTO dell’universo: - Ti amo - Mi dispiace - Ti prego perdonami - Grazie - Quando dico queste frasi, sto APRENDO ME STESSO al Divino per RIPULIRMI ed ELIMINARE TUTTI I PROGRAMMI (I RICORDI) che MI IMPEDISCONO di essere ME STESSO ADESSO. - Ci sono programmi (ricordi) nel mondo che la gente PRENDE come un virus. - Quando qualcuno lo prende e io lo noto, significa che ANCH’IO ce l’ho. - L’idea di fondo è di assumersi la RESPONSABILITÀ al cento per cento. - Quando ripulisco ME STESSO, ripulisco TUTTI dalla memoria (dal programma). - Ho un sacco di pulizia da fare per arrivare a Zero. - TUTTO ciò che vuole ciascuno di noi è essere AMATO! - L’UNICA SCELTA CHE POSSO FARE NELLA VITA È RIPULIRE, perché voglio sorgere dall’AMORE e dall’ISPIRAZIONE. - Se sono PURIFICATO, quando ARRIVA L’ISPIRAZIONE non faccio che agire, non ho bisogno di pensarci. - Quando ripulisco i MIEI ricordi NON ho scelta, ho l’ispirazione e AGISCO SENZA PENSARCI. L’ispirazione, semplicemente è! - Ognuno ha il suo strumento da suonare. NESSUNO è uguale a un altro. - Devo fare la MIA parte, NON quella degli altri. - TUTTO ciò che faccio è essere ME STESSO. Sto recitando la MIA parte nella sceneggiatura dell’universo. - Quando interpreto il MIO ruolo, il mondo FUNZIONA! - Ho un LIBERO ARBITRIO assoluto. Creo mentre respiro, ma per vivere a Zero devo LASCIARE ANDARE tutti i ricordi. - La MIA mente conscia cercherà di CAPIRE tutto, MA essa è consapevole SOLTANTO di quindici bit di informazione, mentre in ogni istante ne sorgono quindici milioni. - La MIA mente conscia NON ha idea di cosa stia davvero succedendo. - I ricordi tengono LONTANO il denaro. Se riguardo al denaro sono PURIFICATO, ce l’avrò. - L’universo MI DARÀ del denaro se lo ACCETTERÒ. Sono i miei ricordi che allontanano da ME il denaro e MI impediscono di vederlo. - Quando sono a Zero NON ho limiti e il denaro può venire da me, MA quando sono perso nella memoria glielo impedisco. - Ci sono molti ricordi sul denaro, e quando li ripulisco, li ripulisco per TUTTI.
- Quando il mio sé è PIÙ PULITO, il luogo in cui mi trovo lo SENTE. - REGALO denaro, è SOLO denaro. - L’universo MI PREMIA per la mia generosità. Quando io do, l’universo mi dà IN CAMBIO L’ISPIRAZIONE. - Ricevo in cambio l’ispirazione. - Fintanto che resto APERTO alle idee dell’universo, esse CONTINUANO AD ARRIVARE. - Ripulendo e lasciando andare i MIEI bisogni, le IDEE arrivano da me. - Ciò che vogliono tutti è essere AMATI. Io DEVO amare gli altri. - Io DEVO amare gli altri perché sono PARTE della MIA vita e, amandoli, contribuisco a cancellare, ripulire e purificare i ricordi attivati nella LORO vita. - Qualunque cosa io percepisca come MIO problema NON è il VERO PROBLEMA. È solo la MIA INTERPRETAZIONE conscia degli eventi. Ciò che sta veramente accadendo è FUORI dalla MIA consapevolezza. La MIA versione è soltanto il punto di PARTENZA. - Continuo a dire “ti amo” al Divino, CONFIDANDO che qualunque cosa debba essere ripulita lo SARÀ. - Quando uno ha un nome DOPPIO, ciò CREA una personalità DOPPIA. Tutti hanno bisogno di avere il proprio nome. - Sto iniziando a RILASSARMI e a sentirmi DI NUOVO INTEGRO. - Gli psicologi pensano di AIUTARE o SALVARE la gente. Ma in realtà il loro lavoro consiste nel guarire SE STESSI dai programmi (ricordi) che vedono nei loro pazienti. - Quando questi ricordi vengono CANCELLATI nello psicologo, vengono cancellati anche nel paziente. - È IMPORTANTE che io ami la gente con cui sono. - Poiché le persone che vedo sono uno SPECCHIO DI ME STESSO e ciò che loro sperimentano è condiviso da ME, ripulendo il programma condiviso staremo bene sia io che loro. - Pensiamo di essere attori consapevoli, MA SBAGLIAMO! Per certi versi siamo BURATTINI governati dall’ENERGIA del Divino che c’è in noi. - Vivo in un mondo pilotato dalle CREDENZE. Ciò che credo funzionerà. Mi accompagnerà nella giornata e incasellerà le MIE esperienze nelle PERCEZIONI che hanno un senso per ME. - L’Ho’oponopono e le intenzioni funzionano SOLO quando mi levo di mezzo. - La MIA mente è un ostacolo al FLUSSO NATURALE delle cose. - Una mente PIENA di ricordi è UN’INTERFERENZA che impedisce l’esperienza della BEATITUDINE di questo istante. - Uso dei metodi di purificazione per eliminare le INTERFERENZE dal Piano Divino. - Gli INCORAGGIAMENTI mi sono MANDATI dal Divino. La MIA ansietà a riguardo è un’interferenza. - TOGLIENDO l’interferenza, TORNO a essere me stesso con il Divino; burattino e burattinaio, per così dire. - Sono venuto a questo mondo con un dono DENTRO DI ME. Riuscirò ad AGIRE a partire da quel DONO solo dopo aver RIMOSSO l’interferenza che mi impedisce di farlo. - Sarò il burattino del Divino e il burattinaio della MIA vita. - La MIA UNICA scelta è quella di seguire la corrente. - AGISCO SEGUENDO un Ordine Superiore. - AGISCO in base a idee SENZA interferenze da parte della MIA mente. - LASCIO che i risultati siano ciò che sono, SAPENDO e CONFIDANDO che tutto è parte di un
universo PIÙ GRANDE. - LASCIO ANDARE MENTRE AGISCO. - TUTTI hanno il proprio DONO e la propria parte da interpretare. - NON faccio resistenza al MIO ruolo. - NON è il cibo a essere pericoloso, è ciò che PENSO del cibo che lo è. - PRIMA di mangiare qualcosa, dico MENTALMENTE al cibo: “Ti amo”. - La CHIAVE per il dottor Hew Len è AMARE TUTTO. Quando amo qualcosa, essa CAMBIA. - Tutto INIZIA con il PENSIERO e il grande guaritore è l’AMORE. - Mi assumo il cento per cento della RESPONSABILITÀ per la MIA vita e per ciò che sperimento. - So che ciò che vedo negli altri sono IO. - Non c’è NULLA LÀ FUORI, TUTTO è in ME. - Qualunque cosa io sperimenti, la sperimento DENTRO DI ME. - Sperimento la gente in ME, quindi NON esiste SE NON guardo in ME STESSO. - Ripulire è tornare a CASA. - NESSUNO può PREVEDERE il suo prossimo pensiero, perché i pensieri SORGONO dall’INCONSCIO. - NON ho il controllo sui MIEI pensieri, LA MIA UNICA SCELTA è quella di agire o non agire quando appaiono. - Sto ripulendo il MIO inconscio PER avere pensieri MIGLIORI. - Sto ripulendo per SVUOTARE il MAGAZZINO dei programmi nella MIA mente. - Quando ripulisco, i pensieri che SORGONO sono più POSITIVI, INTUITIVI e AMOREVOLI. - Assumendomi la RESPONSABILITÀ al cento per cento e tornando a Zero, io COMPRENDO che i ricordi (i programmi) degli altri sono i MIEI programmi. - Il fatto che la gente CONDIVIDA idee con ME significa che io le CONDIVIDO con loro. - Quando mi RIPULISCO dai miei programmi, ciò accade anche negli altri. - Sto CERCANDO di ripulire ed eliminare ININTERROTTAMENTE tutto ciò che c’è TRA ME e Zero. - Io so che QUANDO parto da Zero, tutto diventa SIMULTANEO. - Stando a Zero, PERMETTO al Divino di ISPIRARMI. - Il Divino ha TUTTO il POTERE. NON IO. - Ripulisco per poter sentire il DIVINO e obbedirgli. - NESSUN esperto di auto-aiuto ha idea di cosa stia facendo. - Il lavoro del dottor Hew Len mi ha INSEGNATO a LASCIARE ANDARE e a CONFIDARE nel Divino mentre, ascoltandolo, ripulisco CONTINUAMENTE tutti i pensieri che emergono. - Ripulendo CONTINUAMENTE posso PURIFICARE le impurità della memoria per OCCUPARMI della vita in modo migliore, con GRAZIA e FACILITÀ. - Io so che il Divino NON è un portiere d’albergo. NON chiedo delle cose, ripulisco SOLTANTO. - CONTINUO a ripulire. - Sono RESPONSABILE di TUTTO ciò che c’è nella MIA vita, e per AGGIUSTARE ogni cosa pratico il semplice: - Ti amo - Mi dispiace - Ti prego perdonami - Grazie - Vedo ME STESSO come SORGENTE delle MIE esperienze.
- Mi DISPIACE per ciò che sta accadendo IN ME e che sperimento come questa cosa. - La TESI del dottor Hew Len è che NIENTE è FUORI da noi. - Sono responsabile al cento per cento. - Chiedo PERDONO per ciò che in ME sta CAUSANDO la situazione esteriore. - Mi sto RICONNETTENDO al Divino dicendo: - Ti amo - Mi dispiace - Ti prego perdonami - Grazie - Il resto è CONFIDARE nel Divino perché MENTRE GUARISCO, l’esteriorità guarisce. - TUTTO, SENZA ECCEZIONI, È DENTRO DI ME. - Io so che la sorgente REALE del POTERE è l’ISPIRAZIONE. - Sono D’ACCORDO con la vita, NON la contraddico. - VADO CON LA CORRENTE e ripulisco COSTANTEMENTE ciò che sorge. - LASCIO ANDARE e lascio che il Divino agisca ATTRAVERSO di ME. - Ripulendo, vedo un MIGLIORAMENTO generale. - Sto ripulendo i MIEI pensieri nocivi e li sto SOSTITUENDO con l’AMORE. - Non c’è NIENTE di sbagliato negli altri. L’UNICA cosa sbagliata sono i MIEI ricordi erronei. - AMO TUTTO. - Il metodo di identità del Sé attraverso l’Ho’oponopono implica l’assunzione di RESPONSABILITÀ al cento per cento per ME STESSO, PERMETTENDO così la RIMOZIONE di energie negative e indesiderate in ME. - Sono a mio agio e MI GODO ME STESSO. - RIDO MOLTO, mi DIVERTO e mi GODO quello che faccio. - Le cose hanno cominciato a CAMBIARE per me. - La MIA vita sta MIGLIORANDO SENZA SFORZO COSCIENTE. - Ripulisco ogni cosa accada in ME. - Aiuto gli altri lavorando su di ME. - Ripulisco CONTINUAMENTE e AGISCO in base alle IDEE e alle OPPORTUNITÀ che mi vengono incontro. - Io so che, ovunque sarò in FUTURO, sarà MOLTO MEGLIO di quanto io possa IMMAGINARE adesso. - Sono PIÙ INTERESSATO a QUESTO momento che al prossimo. - Quando presto attenzione a QUESTO momento, tutti quelli futuri si sviluppano positivamente. - Quando LASCIO ANDARE il MIO ego e i suoi desideri, PERMETTO al Divino di GUIDARMI. - Ho capito che le MIE INTENZIONI SONO LIMITAZIONI perché NON POSSO CONTROLLARE TUTTO. - Io so che quando mi arrendo a un Potere Superiore, i MIRACOLI tendono a realizzarsi. - Sto iniziando a LASCIARE ANDARE e ad AVERE FIDUCIA. - Sto iniziando a esercitare la MIA CONNESSIONE con il Divino. - Sto iniziando a RICONOSCERE L’ISPIRAZIONE quando arriva e ad AGIRE in base a essa. - Realizzo che posso scegliere, MA NON ho il controllo della MIA mente. - Io so che la cosa più grande che posso fare è ACCETTARE ogni istante. - A questo livello i MIRACOLI ACCADONO, e quando succede mi SORPRENDONO sempre. - Quando SOPRAGGIUNGE un risveglio, NON si guarda indietro.
- TUTTO ciò che posso fare è CONTINUARE a ripulire per SPERIMENTARE la BEATITUDINE di QUESTO momento. - Avremo sempre dei problemi, e l’identità del Sé attraverso l’Ho’oponopono è un metodo per RISOLVERLI. - Se continuo a ripulire, ritorno al luogo senza limiti. - Mi sto sintonizzando con l’AMORE dicendo INCESSANTEMENTE: - Ti amo - Mi dispiace - Ti prego perdonami - Grazie - Continuando a ripulire mi sintonizzo con la PURA ISPIRAZIONE. - AGENDO in base all’ispirazione, accadono MIRACOLI più grandi di quanto io abbia mai potuto immaginare. - TUTTO CIÒ CHE DEVO FARE È CONTINUARE, perché l’Ho’oponopono RICHIEDE TEMPO. *** Nota: Saul Maraney è un appassionato di Ho’oponopono di Johannesburg, Sudafrica. Si è esercitato con il dottor Ihaleakala Hew Len e con il dottor Joe Vitale. Scrive articoli e crea prodotti che mescolano l’Ho’oponopono e la Legge di Attrazione. Studia l’Ho’oponopono dal 2006. 9 Copyright © Saul Maraney 2008. Tutti i diritti riservati. Ristampato con l’autorizzazione dell’autore.
Appendice G STORIE DI SUCCESSO
V
engono qui riportate esperienze reali di applicazioni dell’Ho’oponopono in vari ambiti. Ci sono migliaia di storie da parte di gente che ha letto Zero Limits. Eccone una selezione (pubblicate con il permesso degli autori).
Agire in base all’ispirazione divina Caro dottor Joe Vitale e caro dottor Ihaleakala Hew Len, il mio nome è Darren, ho diciannove anni e vivo in Irlanda. Ho una storia fantastica da raccontarvi. Tutto iniziò quando lessi Zero Limits. Usai il mantra “ti amo, mi dispiace, ti prego perdonami, grazie” in ogni istante. All’inizio non accadde niente realmente, ma quando funzionò per me fu uno shock. Ecco la storia: ebbi l’ispirazione di andare a vedere il sito di golf della Nike e mi saltò subito all’occhio un concorso. Diceva: “Se compri un driver Nike Dymo Str8-Fit e registri online il codice che c’è sulla mazza, entri automaticamente e gratuitamente nel sorteggio per un premio”. Il premio era giocare una partita di golf con Tiger Woods e includeva il volo di andata e ritorno in business class per il vincitore e un ospite, una stanza doppia con pensione completa in un hotel a quattro stelle, le assicurazioni di viaggio, denaro per le piccole spese e i trasferimenti con autista da e per l’aeroporto negli Stati Uniti. L’ispirazione tornò e disse: “Fallo!” (proprio come nello slogan di Nike “just do it!”) e lo feci! Il giorno dopo, infatti, mi alzai dal letto, andai al negozio di golf più vicino, comprai il driver Nike Dymo STR8-FIT e lo registrai online. Passò un altro giorno e un’altra ispirazione mi disse di fare il passaporto e così feci. Compilai i moduli di richiesta, feci la foto necessaria e spedii tutto. Dopo dieci giorni lavorativi ebbi il mio passaporto. Quel giorno, più tardi, stavo guardando la televisione ma decisi di andare di sopra, nella mia camera, dove trovai una valigia. Mia sorella stava rassettando la sua stanza e l’aveva spostata nella mia per pulire meglio. Mi dissi: “Meglio che io faccia la valigia per andare a giocare a golf con Tiger Woods”. La riempii dei miei abiti da golf, creme solari e un sacco di cose di cui avrei avuto bisogno negli Stati Uniti. È difficile per me spiegare perché mi comportai così, ma sentivo che andava bene così e quindi continuai a farlo. In ogni istante di quel giorno dicevo “ti amo, mi dispiace, ti prego perdonami, grazie”. Quando arrivò l’ispirazione feci semplicemente ciò che mi venne richiesto. Passarono alcune settimane, ma rimasi concentrato dicendo “ti amo, mi dispiace, ti prego perdonami, grazie”. Un giorno ebbi l’ispirazione di aprire la mia e-mail e nella mia casella di posta c’era un messaggio da Nike Golf! Ecco cosa lessi: “Gentile Darren Byrne, Congratulazioni, hai vinto il premio Nike Golf STR8-FIT! Ti scriviamo per confermarti che, grazie a Nike Golf, hai vinto la possibilità di giocare con Tiger Woods negli Stati Uniti nel corso del 2009. Acquistando un driver STR8-FIT e registrandolo online sei entrato automaticamente nel sorteggio per il premio e l’hai vinto! Ti preghiamo di metterti in contatto con noi per farci sapere se hai ricevuto questo messaggio e per darci il tuo indirizzo dettagliato in modo da poter organizzare tutto nei minimi particolari. Ancora
congratulazioni, Nike Golf”. Che meraviglia, cari Joe e dottor Hew Len: io che gioco a golf con Tiger Woods?! Non ci sono ancora andato perché Nike Golf mi ha detto che Tiger è pieno di impegni per tutto il 2009, ma nel 2010 giocherò con lui. Nel frattempo, Nike Golf mi ha dato una scatola con degli omaggi per l’attesa, dove ho trovato abiti, scarpe, palle da golf e altre cose ancora. Voglio ringraziarvi, Joe e dottor Hew Len, per il vostro aiuto. Avete reso la mia vita felice. Sono solo un diciannovenne, non sto nella pelle e sono curioso di vedere cosa ha in serbo per me e per la mia vita il Divino! Grazie! Spero che abbiate la miglior vita possibile. Ti amo, mi dispiace, ti prego perdonami, grazie. – DARREN BYRNE
Agire in base all’ispirazione divina Caro Joe, il mio percorso con l’Ho’oponopono iniziò quando vidi “The Secret” ed entrai nella tua mailing list! Comprai Zero Limits e adesso vado due volte all’anno ai seminari di Ho’oponopono. Sono un’esperta di terapia enzimatica con oltre duemila pazienti in tutto il mondo e l’Ho’oponopono ha cambiato la vita mia, quella della mia famiglia, dei miei amici e dei miei pazienti. Quando sono ispirata a farlo, condivido l’Ho’oponopono con i miei pazienti e anche loro hanno avuto dei cambiamenti molto positivi praticandolo. Ho avuto molte esperienze, ma quella di cui vorrei parlarti è capitata come una sorpresa insperata e sconvolgente, una rivelazione. Mi stavo rilassando, spensierata, con degli amici nel mio soggiorno dopo essere tornata dal mio quarto seminario di Ho’oponopono, quando mio marito, John, andò a prendere un video e lo mise nel lettore per farlo vedere a un nuovo amico. Questo video, intitolato “Nights of Wonder”, conteneva ottantatré foto dell’aurora boreale che John ha raccolto in più di diciannove anni di caccia alle aurore. Avendole viste molte volte, non prestai molta attenzione e devo ammettere che a volte mi sono un po’ seccata, perché con tutto il tempo che ha dedicato a quelle foto non ha mai pensato di venderle, accidenti! Quando schiacciò il tasto “play” e il video iniziò, la mia voce, come un lampo proveniente dalla Divinità, disse: “Questo è uno strumento di purificazione”. Non riuscivo a parlare e quando alla fine lo feci nessuno riconobbe la mia voce! Mi chiesi com’era possibile che avessi visto per diciannove anni quelle foto e non lo avessi capito. Non avevo bisogno di pensare al passo successivo da fare. Ho un grande sito web e avevamo alcuni dvd fatti per l’incantevole musica curativa della Golden Arp di Joel Andrews. Li caricai nel mio sito con una foto molto particolare dell’aurora boreale e che io chiamo La Fiamma di San Michele (perché a me sembra proprio così). Qui c’è un link al dvd con sette minuti di queste scene celesti: http://www.litalee.com/SFP_shopexd.asp?id=427. Con nostro sommo piacere, la gente sta acquistando regolarmente il dvd “Nights of Wonder”. Sono molto contenta del fatto che lo Spirito mi abbia spinto a condividere il meraviglioso video curativo di John con il mondo. E qui ci sono altre piccole storie: - Dopo aver condiviso l’Ho’oponopono con una collega che ha un centro di terapie alternative, ricevetti una sua telefonata in cui mi diceva gridando che le frasi erano vuote, prive di senso e che pensava di stare per avere un esaurimento. Risposi: “No, quello che sta capitando è che sei a una
svolta!”. Quando poi la rividi mi disse che il suo capo, che l’aveva spesso minacciata di licenziarla e che lei chiamava “il rettile”, aveva fatto un cambiamento repentino proprio dopo che lei aveva praticato l’Ho’oponopono per quindici minuti al lavoro. Un giorno lui si avvicinò al suo cubicolo e disse: “Sai, mi dispiace molto che abbiamo litigato. So che hai delle buone idee e vorrei che le condividessi con me”. - Stavo praticando l’Ho’oponopono mentre facevo la spesa. Mentre spingevo il carrello verso la mia macchina, il fastidioso rumore di un allarme mi stava rompendo i timpani. Seguii senza pensarci il suono e arrivai a una macchina con il finestrino un po’ rotto. Dentro c’era un cagnolino che stava saltando istericamente, abbaiando senza sosta. Il suo guaito convulso era ricoperto dall’allarme. Nel momento in cui toccai la macchina, l’allarme si fermò, il cane smise di abbaiare e di saltare, corse al finestrino e mi leccò le dita che avevo infilato dentro per calmarlo. Uno scettico la definirebbe una coincidenza, ma non io! Grazie per il tuo lavoro, Joe. Sei un’ispirazione per tutti coloro che ti conoscono. Amore e benedizioni – DOTT. LITA LEE WWW.LITALEE.COM
Agire in base all’ispirazione divina Usando questo metodo sono accaduti tanti miracoli, troppi per essere menzionati tutti. Tuttavia vorrei dire che, per avere usato questo metodo, sono stata ispirata a scrivere un libro per bambini sull’Ho’oponopono. Cosa può essere meglio di insegnarlo ai bambini? Dopo avere avuto questa ispirazione, il libro si è scritto da solo in un giorno appena e sta per essere pubblicato. Questo metodo mi piace moltissimo e i bambini sono degli esseri così limpidi che, se riescono a imparare queste cose alla loro età, ciò li aiuterà molto nella loro vita e potremo avere un mondo più pacifico. Ho scritto al dottor Hew Len dicendogli del libro e ha detto che se è stato ispirato, va bene. Ovviamente sono consapevole del fatto che soltanto “io” sono responsabile della purificazione. Quindi per me questo è stato un viaggio incredibile e continua a esserlo. Continuo a ripulire la pubblicazione di questo libro per i bambini del mondo. Grazie, Joe, perché mi dai l’opportunità di condividere questo. – CHARAN SURDHAR
Animali Mi chiamo Madeline Tutman, ho vent’anni e sono una studentessa del Maryland. Di recente ho letto il tuo libro Attractor Factor e per molti aspetti è stata un’esperienza rivelatrice. Non avevo mai capito che la vita è veramente una proiezione di ciò che trattengo dentro di me e questo è importante se si considerano i seguenti eventi accaduti di recente. La cagnetta del mio amico, Sable, è una delle creature più dolci che abbia mai incontrato. Ieri pomeriggio è stata aggredita da due cani del vicinato che sono ora rinchiusi sotto sorveglianza. Sable è un mini-pastore australiano, per cui era ridotta davvero male. Il veterinario non sapeva se sarebbe
sopravvissuta e, se sì, avrebbe dovuto amputarle una zampa. Ero sconvolta e devastata da queste notizie. Non riuscivo a capire come avevo potuto attrarre una cosa del genere nella mia vita e poi capii… Qualche settimana fa stavo guardando un programma alla televisione in cui il cucciolo di una donna era stato attaccato e ucciso da un husky. Mi ero lasciata andare alla rabbia mentre guardavo il programma e avevo permesso alle mie emozioni di portarmi a quei sentimenti. I pensieri diventano davvero cose! Quindi, quando sentii di Sable, sapevo che dovevo sciogliere la situazione che avevo creato. Ho usato molte delle tecniche che hai suggerito… Ho usato e ripetuto ad alta voce “Il copione” (da Attractor Factor), ho immaginato di correre con Sable e l’ho immaginata felice e sana. Mi sono inviata un messaggio che diceva che la sua zampa veniva guarita con qualche terapia e che Sable sarebbe stata bene. Ma la cosa più importante è che ho preso una foto di Sable e per circa dieci minuti ho detto su di essa “ti amo, ti prego perdonami, mi dispiace”. La sera, mia madre è venuta nella mia stanza e mi ha detto che l’operazione era terminata e che avevano salvato la zampa a Sable. Avrà bisogno di un po’ di terapia ma recupererà completamente. Le parole che ha usato erano praticamente le stesse che avevo scritto nel mio messaggio a me stessa! In meno di ventiquattro ore Sable è guarita, grazie a uno spostamento nella mia energia. Grazie mille dottor Vitale. Il tuo libro mi ha salvato la vita in così tanti modi e, cosa più importante, ha salvato la vita di Sable. :-) Se hai mai avuto qualche dubbio su ciò che fai, toglitelo dalla testa. La gente come me ha bisogno di leggere le tue parole. Stai trasformando delle vite. Grazie, grazie, grazie – MADELINE TUTMAN BOWIE, MARYLAND
Affari e carriera Caro Joe, sono così felice di sapere che sta uscendo un tuo nuovo libro sull’Ho’oponopono avanzato! Da molti anni sto usando con ottimi risultati per la mia vita personale questo metodo incredibile di pulizia e purificazione, ma solo negli ultimi sei mesi ho iniziato ad applicarlo agli affari e l’unica cosa che posso dire è: CASPITA! Ecco cosa è successo: essendo una donna molto sensibile e centrata sul cuore, ascolto la mia meditazione di venti minuti ispirata all’Ho’oponopono con cui inizio il processo di pulizia e purificazione per connettermi ai clienti. Questo mi porta in un luogo di pace e amore così profondo che alla fine sento una vera unione del cuore con il mio prossimo cliente. Immediatamente dopo avere ascoltato la meditazione (quando mi sento ripulita da ogni idea preconcetta e lascio andare ogni aspettativa) torno al sito web del cliente e dedico dieci minuti circa a farmi un’idea di chi è, cosa sta cercando di fare e se c’è qualcosa di non armonico. Le idee tendono a fluire facilmente quando io sono in uno stato di apertura e di neutralità. Poi prendo un pezzo di carta e scrivo sulla stessa riga, con qualche centimetro di spazio in mezzo, il mio nome e quello del potenziale cliente. Per esempio: Georgina Sweeney Joe Vitale. Nei giorni seguenti, uso la gomma da cancellare di una matita per rimuovere ogni blocco tra i nostri nomi (tra di noi), o guardo semplicemente lo spazio che si pulisce nella mia mente mentre
ripeto la frase dell’Ho’oponopono. Proprio prima dei nostri incontri, chiudo gli occhi, dico il loro nome mentalmente e ripeto di nuovo le frasi dell’Ho’oponopono. Poi fluttuo verso il mio Sé superiore e immagino che sto iniziando la conversazione di lavoro con il Sé superiore del cliente. Durante l’incontro seguo un processo di vendita basato sul cuore per evitare di mettere pressione. Poi, quando le cose sono mature, appena prima di inviare la mia proposta con un’e-mail, ripulisco ancora e dico il nome del cliente seguito dalle frasi dell’Ho’oponopono. Quando ho lasciato andare ogni aspettativa o volontà di lavorare insieme e sento un senso di pace, allora schiaccio il tasto INVIO trattenendo l’intenzione di lavorare insieme soltanto se è nel nostro interesse più alto e migliore. Da quando seguo questo metodo e ascolto la mia meditazione guidata ispirata dall’Ho’oponopono, la mia relazione con i potenziali clienti è cambiata completamente. Non ho più paura dei fallimenti, non provo ansia e, soprattutto, ora ho un tasso di successi molto alto. Fino a oggi, non ho mai condiviso questo metodo con nessuno ma spero che, facendolo ora, possa essere di beneficio per molti altri individui centrati sul cuore e che possa permettere loro di far crescere il loro business con facilità, nello stile dell’Ho’oponopono. Con amore, abbondanza e gratitudine per tutto quello che fai e che sei. – GEORGINA SWEENEY
Affari e carriera Caro Joe, le tue tecniche di Ho’oponopono, il cd e il libro di Zero Limits mi hanno liberata, letteralmente e figurativamente! Sono fiera di possedere molti altri dei tuoi fantastici prodotti, compresi il libro Spiritual Marketing e il programma Hipnotic Writing Wizard. Grazie per aver suggerito il rivoluzionario metodo EFT, Emotional Freedom Tecnique (tecnica di liberazione emotiva), uno dei tanti metodi efficaci di purificazione. Questa frase nell’e-mail in cui chiedevi delle testimonianze – “La gente si blocca e ha bisogno di essere liberata” – mi ha indotta a condividere la mia Ispirazione Divina e la rifinitura dell’Ho’oponopono. Dopo otto mesi di studio, io, praticante di EFT da sei anni, ho passato l’esame del fondatore del metodo nel 2009 e ho ottenuto la certificazione ufficiale EFT. Due mesi più tardi, il maestro ha annunciato che sarebbe andato in pensione e che avrebbe chiuso il suo sito web, da cui proviene il novanta per cento dei miei clienti! Devastata e impaurita, ho praticato molto Ho’oponopono ogni giorno per ripulire, ripulire, ripulire, proprio come raccomanda il dottor Hew Len. Ho chiesto a Dio cosa fare: stare con l’EFT o creare qualcosa di meglio? Come risultato della purificazione, nel gennaio del 2010 ho creato una tecnica chiamata FREED: Fast Release of Emotional Energy Drains (Rilascio rapido di scarichi di energia emozionale). Invece di usare la complessa sequenza di colpetti di EFT, FREED usa una mano per purificare un meridiano di energia chiamato il Vaso Governatore (GVM). Ripulendo il GVM umano o animale mentre ci si concentra su paure specifiche ed emozioni dolorose che bloccano i chakra, si rilascia la carica emotiva in pochi istanti. FREED purifica anche intere generazioni di strutture di DNA con tendenze indesiderabili, paure di vite passate che provocano comportamenti sbagliati nella vita corrente e barriere emotive che ci fanno rabbrividire. FREED recupera frammenti dell’anima, inverte malefici che abbiamo messo nei nostri guadagni, nei nostri lavori e nelle nostre vite. Purificare il GVM mentre si recita l’Ho’oponopono è un modo veloce, facile e potente per ripulire, ripulire, ripulire. E
chi non ama un cambiamento veloce, facile e potente? Quando la gente si lamenta del fatto che “non posso fare niente” per questo o quest’altro disastro, suggerisco di usare FREED e l’Ho’oponopono e ripulire, ripulire, ripulire il proprio sistema energetico e quello dei propri cari. Sono molto felice del tuo Ho’oponopono avanzato e dello sviluppo di Zero Limits, Joe! Mahalo! Ao Akua! Ti auguro continui successi! – COLLEEN FLANAGAN EFT CERT-1, FONDATORE DI FREED E GRANDE FAN DI JOE VITALE! PHOENIX, ARIZONA
P.S. – Piccolo miracolo: una mattina, mentre facevo jogging, mi imbattei in un tipo molto arrabbiato, sui vent’anni, che stava strillando e maledicendo qualcuno al telefono. Sembrava che un addetto al recupero crediti lo minacciasse di sequestrargli l’auto sportiva. Il tipo protestò e disse che aveva appena iniziato un nuovo lavoro e che avrebbe potuto pagare nel giro di due settimane. Aveva bisogno dell’auto per andare a lavorare. Sapevo di avere assistito a questo scambio per sanare quella situazione. Dopo tre ripetizioni di Ho’oponopono in me stessa, il giovane si calmò e smise di gridare e di imprecare. Alla quarta ripetizione, lui e l’addetto al recupero crediti stavano negoziando in modi civili. Continuai a camminare con un grande sorriso, luminoso come il sole dell’Arizona.
Affari e finanza Ciao, sono Sergio Lizarraga, dal Messico. Acquistai Zero Limits nella versione audiolibro e lo ascoltai nel mio iPod circa tre anni fa. Fu interessante e sorprendente vedere che semplicemente ripetendo quattro frasi dirette al Divino i problemi della nostra vita possono essere risolti ricevendo l’ispirazione e purificando i ricordi che, ripetendosi, creano la nostra realtà. Mi vengono in mente molte situazioni in cui sono stato testimone dei risultati dell’Ho’oponopono. Eccone un paio. Parte del mio lavoro è incontrare i dirigenti di aziende manifatturiere. Quella volta stavo per vedere un dirigente che tutti consideravano molto difficile da gestire. Aveva la reputazione di uno che esce dalla sala quando non è interessato alla persona o all’affare che sta trattando in quel momento. Iniziai a ripetere le frasi e a chiedere a Dio di ripulirmi da qualsiasi ricordo io avessi e che potesse generare quel tipo di situazione. Quando iniziò la riunione, ero rilassato e fiducioso. Il tipo arrivò, iniziammo a parlare e a esaminare le informazioni. Il tempo passò così in fretta che arrivò subito l’ora di pranzo! Quella persona, sorprendentemente, mi invitò a pranzo, poi tornammo insieme alla sala riunioni per concludere i nostri accordi. Inutile dire che da allora abbiamo mantenuto un’eccellente relazione personale e di lavoro. Molte persone che hanno assistito a tutto ciò mi hanno chiesto cosa avessi fatto. Ho detto che quando l’ho incontrato ero ripulito… ripulito con l’Ho’oponopono! In un’altra occasione, ero in difficoltà con il pagamento del mutuo della mia casa. Ero in ritardo di parecchi mesi e il saldo e gli interessi stavano aumentando. Un giorno lessi che si possono ripulire i ricordi che si ripetono in una data situazione che riguarda atti e contratti usando la gomma per cancellare di una matita, con cui si deve picchiettare il documento dicendo le quattro frasi. Iniziai a farlo e un giorno ricevetti una telefonata dalla banca. Era una chiamata diversa dalle solite, in cui mi chiedevano di andare lì per una proposta che dovevano farmi.
Andai a questo incontro ripetendo le quattro frasi mentalmente e quando ricevetti la loro proposta rimasi molto sorpreso! La banca si offriva di assorbire il mio debito passato, mi offriva una riduzione degli interessi e la possibilità di rateizzazioni mensili per un periodo ragionevole. Nota che non avevo mai chiesto una cosa del genere! Si può dire che sia un miracolo? Certo che lo è! Queste due storie sono solo piccoli esempi di come accadano le cose nella mia vita usando l’Ho’oponopono. Mia moglie, mia figlia e mio figlio l’hanno usato a scuola, in chiesa, con gli amici e in ogni situazione quotidiana con risultati eccellenti. Infine voglio dire che ho presentato l’Ho’oponopono in conferenze via web con la mia socia Gisel Sotelo (il nostro sito è www.libemo.com) per il pubblico ispanico. Lo abbiamo condiviso basandoci su “Zero Limits” e abbiamo fatto delle preghiere online per i terremoti a Haiti e in Cile. Joe, grazie per aver reso disponibile l’Ho’oponopono alla gente di tutto il mondo con il tuo libro e il tuo lavoro. Cordiali saluti – SERGIO LIZARRAGA
Famiglia Il mio miracolo Ho’oponopono: l’uomo da cui ho divorziato dopo venticinque anni di matrimonio e quattro figli è molto gentile e amorevole. Anch’io sono gentile e amorevole. Eravamo una coppia perfetta e poiché ci rispettavamo a vicenda nessuno poteva immaginare cosa stava per succedere, e in effetti nemmeno io o lui. Ero infelice. Venni presa da una serie di problemi. Iniziai il divorzio. Di conseguenza, la famiglia e gli amici che mi conoscevano da sempre come una buona amica, una buona moglie e una buona madre mi rifiutarono. Due dei suoi numerosi fratelli rimasero in rapporti amichevoli con me ma gli altri diventarono molto ostili. Capivo la lealtà della sua famiglia verso di lui ma mi faceva male, perché erano persone che avevo amato, di cui mi ero presa cura, ed erano state la mia famiglia per lungo tempo. Passarono gli anni e alcuni di loro vissero difficoltà e malattie. Nella mia meditazione, ogni giorno, ripulivo tutta la famiglia e me stessa e praticavo l’Ho’oponopono per il beneficio di ognuno di loro. Molti mesi dopo avere iniziato questa pratica, il mio ex suocero morì. Andai alle esequie con qualche apprensione per le reazioni della famiglia, ma sapevo che esserci era la cosa giusta da fare. Non potevo immaginare che avrei avuto l’opportunità di sperimentare la maggior guarigione di tutta la mia vita. Ogni membro di quella famiglia – fratelli, zii, amici – mi parlò personalmente, o per mia o per sua iniziativa. Mi permisero di esprimere il mio amore e le mie condoglianze e uno di loro si scusò con me per il trattamento ostile che mi aveva riservato in passato. Queste conversazioni iniziarono a ricucire le mie relazioni con i membri della famiglia che mi avevano detto che non avrebbero mai più parlato con me. Nemmeno nei miei sogni più grandi avrei potuto immaginare che questa riconciliazione potesse avvenire. So che queste guarigioni sono il risultato del mio lavoro con l’Ho’oponopono. Non c’è altra spiegazione. Ho ripulito con l’intenzione di chiedere perdono e dare amore e gratitudine a tutti loro. Facendo questo ho ricevuto la stessa cosa. – NANCY PALESE
Soldi
Da quando ho imparato l’Ho’oponopono, circa due anni fa, l’ho usato giornalmente e ho visto che i problemi sembrano semplicemente sciogliersi. Ho condiviso le mie scoperte con amici e clienti, essendo io un personal trainer e life-coach. Il mio obiettivo nella vita è aiutare le persone fisicamente e spiritualmente. Una delle mie clienti a cui ho insegnato l’Ho’oponopono ha detto di averlo usato per circa tre mesi per un problema specifico. Tre mesi prima, il commercialista aveva detto a lei e a suo marito che dovevano una grossa somma di denaro per le imposte. Era stato un colpo sconvolgente per loro e vennero colti completamente impreparati. La cosa li avrebbe davvero massacrati e avrebbero dovuto usare tutti i loro risparmi. Lo stile di vita molto confortevole a cui erano abituati stava arrivando alla fine. Erano entrambi molto stressati, non riuscivano a dormire e a pensare lucidamente. Il commercialista cercò in tutti i modi una soluzione per questa povera coppia ma non ci riuscì. La donna iniziò a mettere in pratica ciò che le avevo insegnato sull’Ho’oponopono. Ripeteva giorno e notte “mi dispiace, ti prego perdonami, grazie, ti amo”. Lo fece senza interruzioni per tre mesi. Il giorno prima di andare dal commercialista con gli assegni, lei decise con suo marito di chiamarlo per vedere se, per qualche miracolo, avesse trovato un modo per evitare di pagare quella somma. Il commercialista si scusò molto e disse che non era riuscito a escogitare nulla. Quella sera, andarono a letto pensando che quello sarebbe stato l’ultimo giorno in cui avrebbero potuto vivere nel lusso. Tuttavia, la mia cliente era infaticabile e continuò a praticare la sua tecnica di purificazione. Il giorno seguente, quando si presentarono all’ufficio del commercialista pronti a consegnare tutto ciò per cui avevano lavorato così duramente e a lungo, vennero accolti con un sorriso che andava da un orecchio all’altro. Il commercialista disse soltanto: “È UN MIRACOLO!”. Ovviamente non avevano la minima idea di cosa stesse dicendo. Raccontò che, per qualche miracolo accaduto la notte precedente, aveva trovato quella scappatoia che tanto aveva cercato. Come per magia, la soluzione era apparsa davanti ai suoi occhi! Dopo un esame attento e minuzioso, il commercialista disse loro che per quell’anno non dovevano nessuna somma di denaro per le tasse. Beh, devi sapere che negli ultimi tre mesi il commercialista aveva cercato di preparare la mia cliente e suo marito al fatto che avrebbero dovuto pagare molto denaro. Sto parlando di cifre a sei zeri e il giorno in cui dovevano consegnare quel denaro guadagnato con fatica, il commercialista trovò la soluzione e finirono per non pagare NULLA… NULLA! Ora, se questo non è un miracolo, non so cosa sia. Non molto tempo fa ho rivisto la mia cliente che mi ha detto: “Ernie, hai cambiato la mia vita, voglio solo che tu lo sappia”. Ti dico: sapere che ho fatto la differenza nella vita di qualcuno è stata la sensazione più bella del mondo. Grazie Joe Vitale e dottor Hew Len per avere condiviso con il mondo intero l’Ho’oponopono. Ho letto molti dei tuoi libri, Joe, e voglio ringraziarti perché nella mia vita la differenza l’hai fatta tu. Con gratitudine, – ERNIE DE MINICO
Dare agli altri Ciao Joe, io e mio marito, Tim Seldin, eravamo con te alle Hawaii (per Zero Limits 2 nel 2007) e da allora sono successe un sacco di cose. Quasi due anni fa, lessi un articolo sui donatori viventi di reni, gente che dona un rene a una persona cara o a uno sconosciuto. Poiché sono terrorizzata da ogni
procedimento medico, mi sono sorpresa di me stessa quando mi sono registrata online a una struttura di donazioni. Ricevetti una telefonata da un uomo di New York. Stava morendo per una malattia dei reni. La sua vita era molto dolorosa ed era in dialisi. Non poteva più lavorare. Tutti i suoi familiari avevano cercato di donargli un rene, ma per un motivo o per l’altro non avevano le caratteristiche per farlo. Il test per diventare un donatore in vita è molto severo e le possibilità di affinità con uno sconosciuto sono scarse. Ci furono mesi di analisi continue e superai un esame medico dopo l’altro. L’ultimo passaggio riguardava il mio viaggio dalla Florida a New York per la serie di esami finali all’ospedale del trapianto. Appena prima della mia partenza per New York, la mia più cara amica e socia in affari fece alcune cose incredibilmente sbagliate che distrussero completamente un’azienda che avevamo fatto crescere con tanta cura. Mi lasciò in seri problemi finanziari e legali e si dette alla fuga. Sono passati nove mesi da quando è sparita e ogni giorno la raffiguro nella mia mente e recito le parole dell’Ho’oponopono. Credo di non avere più nessuna rabbia e penso che l’Ho’oponopono mi abbia salvato dal rancore e dalla tristezza. Forse già questo è un miracolo. Nel frattempo dovevo decidere se seguire o abbandonare la donazione del rene e concentrarmi sulla mia situazione. In sostanza, avevo una via di fuga. Il mantra dell’Ho’oponopono stava continuando nella mia testa come un loop senza fine. Mi calmò e mi aiutò a rimanere concentrata. Quando riuscivo a calmare il brusio nella mia mente potevo sentire una voce interiore che diceva: “Vai avanti lo stesso”. Risultò che ero adatta al trapianto. Sapevo che da qualche parte c’era qualcuno che stava aspettando un mio passo avanti sin dal momento in cui mi ero registrata online. Non sono religiosa e fu una sensazione inaspettata percepire il Divino che agiva attraverso di me. Mi sentii connessa, non riesco a spiegarlo in altro modo. L’operazione venne fatta in gennaio. Durò per me quattro ore e di più ancora per il paziente. L’ultimo ricordo prima che l’anestesia facesse effetto sono le parole dell’Ho’oponopono che attraversano la mia mente. Il paziente, che non è più uno sconosciuto, ebbe benefici immediati. Pochi minuti dopo il trapianto, il suo incarnato migliorò e il gonfiore alle mani e ai piedi si ridusse. Non è più in dialisi, è tornato al lavoro e quest’estate farà una vacanza a piedi in Francia. L’estate scorsa era vicino alla morte, senza possibilità di miglioramenti in vista. Io, dopo circa due mesi di convalescenza, tornai alla mia vita normale. Di fatto, ora non penso proprio più all’operazione. Poche settimane dopo avere lasciato l’ospedale, era il mio compleanno. La famiglia del paziente mi inviò una collana con due cuoricini d’oro. Regalare un cuoricino d’oro a un bambino nato in famiglia è un’usanza del loro paese d’origine. Pensarono che era giusto che io ne ricevessi due per commemorare l’unione delle nostre famiglie, non per nascita ma per scelta. Sento che l’Ho’oponopono mi ha aiutato ad andare avanti durante i tempi duri e ha aperto la strada al miracolo che stava per arrivare. – JOYCE SELDIN
Salute Nel 2008 contrassi l’artrite reumatoide che mi costrinse a letto per almeno dieci settimane e mi lasciò indebolita per molti mesi. Il mio unico esercizio fisico era arrancare dal letto al computer dove cercavo febbrilmente qualche cura alternativa per una malattia che mi era stato detto essere incurabile. Stranamente, nelle mie ricerche continuava ad apparire l’Ho’oponopono e questo alla fine
mi spinse a ordinare Zero Limits, che mi arrivò mentre ero ancora molto malata e stavo perdendo la speranza di poter essere mai curata. La mia prima reazione quando vidi la copertina fu che era soltanto un folle gioco di prestigio hawaiano e lo lasciai sulla mensola. Più tardi, sempre nel 2008, stavo passando il periodo peggiore per una giuntura compromessa del ginocchio destro che mi faceva molto male quando camminavo. In quel momento, pochi giorni prima di prendermi una pausa in montagna con il mio compagno, presi Zero Limits dallo scaffale e iniziai a leggerlo. Stavolta rimasi a bocca aperta, non riuscivo a metterlo giù. Iniziai a ripetere le frasi ininterrottamente e la cosa mi procurò un incredibile stato di leggerezza. Per molti giorni, il viso di ogni persona che avevo incontrato nella mia vita passò attraverso la mia coscienza e per la prima volta sentii di avere veramente capito la trama invisibile che ci connette tutti uno con l’altro. Nella baita di montagna lessi dei pezzi del libro al mio compagno, che si dimostrò subito disponibile a usare le frasi. Gli parlai di come la pratica dell’Ho’oponopono del dottor Hew Len avesse curato i criminali malati di mente all’ospedale pubblico delle Hawaii. Quel fatto ci lasciò entrambi stupefatti per la potenza di questo metodo. Il giorno seguente andammo ad ammirare il panorama sulle montagne da un punto particolare. Il mio ginocchio era ancora bloccato e non avevo nessuna intenzione di camminare ma stranamente mi ritrovai a seguire il mio compagno che scendeva per quelli che saranno stati circa trecentocinquanta passi. Mentre continuavo a scendere, alternavo il pensiero che dovevo fermarmi subito perché altrimenti avrei dovuto farmi portare via con un aereo di soccorso, al pensiero di mi dispiace, ti prego perdonami, ti amo, grazie. Alla fine, al fondo del percorso, ci aspettava la vista panoramica più bella: una cascata mozzafiato scendeva come un velo nuziale su un dirupo a strapiombo, circondato da antiche rocce arenarie dorate e ricche di vegetazione. Ma, in ogni caso, ero a metà strada sotto una rupe e l’unico modo per tornare indietro era SALIRE per trecentocinquanta passi con un ginocchio che fino a quel momento mi aveva impedito la mobilità in salita. Iniziai con cautela l’ascesa di ritorno, rimproverandomi per essere stata così stupida e aspettandomi un’agonia atroce soltanto per scoprire che ogni passo che facevo verso l’alto era privo di sforzo e dolore. Questo sì che era un miracolo! Lo stesso ginocchio che nei mesi precedenti era stato drenato quattro volte per il gonfiore che lo aveva portato alle dimensioni di una noce di cocco, a cui era stato iniettato invano, per molte volte, del cortisone (e che si era sgretolato, mi aveva fatto male da impazzire anche solo camminando normalmente e si rifiutava di farmi fare qualsiasi salita), quello stesso ginocchio mi stava portando facilmente indietro alla cima, lontana trecentocinquanta passi. Da quel giorno in avanti il mio ginocchio è completamente guarito e ho accolto l’Ho’oponopono come parte della mia quotidianità. Credo che le quattro frasi abbiano delle vibrazioni curative universali che permeano la coscienza che anima tutti noi. Pronunciate in qualsiasi lingua, hanno la stessa risonanza di resa, perdono, gratitudine e amore che invita misteriosamente la divinità a far risplendere la sua grazia sulla nostra vita e su quella di chi ci è vicino. Grazie Joe e dottor Hew Len per questo enorme regalo. Vi amo. – CHRISTINE SCANTLEBURY SIDNEY, AUSTRALIA
Salute Grazie… mi dispiace… ti prego perdonami… ti amo.
Caro Joe, che anno il 2009! Ho letto molti dei tuoi libri e mi piace caricarmeli sull’iPod per poterli riascoltare continuamente. Ho acquistato Zero Limits proprio al momento giusto. Coincidenza? No, non credo. A marzo mi era stato diagnosticato un cancro di quindici centimetri all’esofago. Ero così sconvolta che non puoi neanche immaginarlo. Pensavo che non avrebbe mai potuto capitare a me. Ma così era successo… ed era grave. Se non lo sai, il tasso di sopravvivenza al cancro all’esofago è molto ridotto. Navigavo su internet per avere maggiori informazioni ma diventavo sempre più depressa e impaurita. Chiusi il computer e mentre i medici mi visitavano accesi l’iPod per ascoltare Zero Limits. Ripulii le mie visite mediche con chirurghi e dottori, le mie chemioterapie e radiazioni, e appuntamento dopo appuntamento ascoltavo te e il dottor Hew Len. Ripulivo… e ripulivo… e ripulivo. È una cosa sorprendente, ma è come se io avessi un codice segreto per accedere direttamente al DIVINO. Miracolo? Mi operarono, mi estrassero l’esofago ma non trovarono nessun tumore. Se ne era andato. I dottori erano allibiti. Non c’era più. Dopo quattro mesi mi fecero un nuovo esame e dissero che ero priva di tumori… ma due giorni dopo scoprirono un altro bozzo… un cancro al seno che per qualche ragione non era stato individuato. Di nuovo, ripulii e continuai a ripulire. Anche quello, dopo tre mesi, se ne era andato. Ripulire mi ha permesso di accettare la realtà e di essere umile. Mi sento amata come mai prima e sono molto riconoscente. Ripulire con il Divino mi ha salvato la vita. Sono curiosa di vedere cosa c’è ancora in serbo per me. Non vedo l’ora che esca il tuo prossimo libro per andare ancora più in là… ma parliamoci chiaro, Joe… stiamo parlando di veri miracoli qui! Grazie per quello che sei e per quello che porti all’universo! Grazie… mi dispiace… ti prego perdonami… ti amo. – MRS. GERRY DAVIDSON
Salute Poco tempo dopo aver letto Zero Limits ebbi dei terribili mal di testa per un problema di allergia alle cavità nasali che avevo da circa un anno. Feci alcune radiografie in diverse zone della testa e risultò che i miei seni paranasali erano otturati da qualcosa. Sentivo quotidianamente un dolore e una forte pressione. Il dottore mi prescrisse tre medicine e un antidolorifico. I sintomi scomparvero per due o tre settimane per poi riapparire con la stessa forza. Un giorno sognai che stavo osservando le mie radiografie e che allo stesso tempo avevo una gomma per cancellare con cui eliminavo l’immagine dei seni. Di solito presto attenzione ai miei sogni poiché sono abituata ad analizzarli. Questo sogno mi sembrava strano ma non feci nulla perché in quel momento non avevo colto il messaggio. Continuai a prendere le mie medicine ma il problema non si risolveva. Molti giorni dopo, aprii Zero Limits e ricordai quella tecnica dell’Ho’oponopono in cui si usa una matita per cancellare ciò che hai bisogno di cancellare e, bingo!, tutto diventò chiaro. Per una settimana, ogni sera prendevo le mie radiografie e con una grande gomma quadrata le cancellavo. Intanto dicevo “ti amo, mi dispiace, ti prego perdonami, grazie”. Lo facevo per circa cinque, dieci minuti. Inoltre visualizzavo una luce bianca che entrava dal naso e mi ripuliva la testa. Al termine della settimana, nessun dolore, nessuna infiammazione, nessun muco, niente! Circa un mese più tardi iniziai a manifestare i soliti sintomi, feci la stessa cosa e mi sentii molto meglio. Ebbi anche l’intuizione che stavo immagazzinando dei ricordi nei miei seni nasali e che quindi dovevo ripulirli e
lasciare andare. Grazie dottor Hew Len per averci insegnato questa tecnica meravigliosa! – GISEL SOTELO
Salute SÌ, CON IL METODO HO’OPONOPONO MI È CAPITATO UN MIRACOLO. La prima volta che venni a sapere dell’Ho’oponopono, nel 2007, non ci credetti, ma fortunatamente decisi di restare mentalmente aperta. Cinque mesi più tardi, quando per corrispondenza ricevetti altre informazioni a riguardo, credetti seriamente che per me sarebbe stato possibile sperimentare l’Ho’oponopono. Qualche giorno dopo, mentre stavo mangiando da sola al ristorante di un hotel in un’altra città dove ero andata per lavoro, mia sorella mi chiamò per dirmi che Aquiles, un nostro amico di sessantacinque anni, era in fin di vita. Era stato in coma per una settimana in un ospedale di Città del Messico e i medici avevano detto che era talmente grave che difficilmente si sarebbe salvato. Il suo corpo non reagiva positivamente alla terapia medica e pensavano che avrebbe potuto morire nel giro di tre giorni. Quando la telefonata terminò, ricordai l’Ho’oponopono e decisi di usare la tecnica. Andai dentro di me e chiesi alla Divinità di dirmi cosa c’era in ME (responsabile al cento per cento) che aveva creato quella terribile malattia in Aquiles. Meditai per alcuni secondi in profondo silenzio e la Divinità rispose: “Una volta, circa vent’anni fa, pensasti che ad Aquiles sarebbe piaciuto ammalarsi perché parlava sempre di medicine, dottori e ospedali”. Quando ricevetti la risposta, confessai a me stessa che questo era davvero il pensiero che quella volta avevo avuto su di lui! Iniziai a chiedere alla Divinità perdono e dissi: “Mi dispiace! Ti prego perdonami!”. Sentii una voce che mi diceva: “Va bene! È stato cancellato! Adesso è assolutamente dimenticato!”. Con tutto il cuore dissi: “GRAZIE! TI AMO!”. Da quel momento, ogni volta che pensavo ad Aquiles ripetevo a me stessa con la stessa emozione: “Mi dispiace! Ti prego perdonami! Grazie! Ti amo!”. La sensazione che l’energia della malattia era attorno a lui era sparita, sostituita da quella che fosse perfettamente sano. DUE GIORNI DOPO mia sorella mi chiamò di nuovo e mi disse che Aquiles si era sorprendentemente svegliato dal coma e che per i medici i segnali di vita stavano migliorando, quindi continuai a ripetere le stesse frasi in continuazione fino a quando venni a sapere che era stato dimesso dall’ospedale sano e salvo e completamente guarito! La cosa più sorprendente e affascinante accadde quando Aquiles mi chiamò da casa sua un mese dopo per ringraziarmi per la mia presenza all’ospedale. Disse di avermi vista nel momento in cui si era risvegliato dal coma. Non ero mai andata a trovarlo fisicamente all’ospedale, perché vivo a Guadalajara e Città del Messico non è dietro l’angolo. Credo davvero nell’Ho’oponopono. IO SO CHE È UNA TECNICA MERAVIGLIOSA! L’ho provata anche in molti altri casi. – MARIA ELENA CONTRERAS P.
Salute Caro Joe, lascia che mi presenti. Mi chiamo Nata Touganova. Sono un’istruttrice di crescita interiore e lifecoach russa. Sono anche la traduttrice dall’inglese al russo di The Easiest Way e The Easiest Way to
Understanding Ho’oponopono di Mabel Katz. Tra le mie innumerevoli esperienze di miracoli con l’Ho’oponopono, ho scelto di condividere con te quella più recente. Una sera, nel maggio del 2009, ricevetti una telefonata inaspettata da una delle mie studentesse. Sembrava preoccupata e agitata. Il suo nipotino di dieci anni si stava divertendo saltando e correndo in giardino quando all’improvviso una grande porta di ferro che era appoggiata al muro della casa gli cadde addosso schiacciandogli la testa. Venne portato in ospedale in coma. La mia studentessa, la zia del bambino, mi chiamò per chiedere aiuto. Tutto ciò che le dissi fu: “Continua a dire senza fermarti le quattro frasi: ti amo, mi dispiace, ti prego perdonami, grazie!”. Anch’io dissi le quattro frasi per tutta la sera, fino a quando mi addormentai. Il pomeriggio successivo mi chiamò di nuovo dicendo che era accaduto un miracolo. Il bambino era uscito dal coma, aveva chiesto qualcosa da mangiare e stava perfettamente bene. Non era più in pericolo e non c’erano state conseguenze negative a causa del coma. L’unica cosa era una mandibola fratturata. I medici erano allibiti e non riuscivano a spiegarsi come fosse potuto accadere che il cervello non avesse subito conseguenze. La mia studentessa lo definì un miracolo. Io lo chiamo “Ho’oponopono in atto”. Molto amore! Grazie! – NATALIA TOUGANOVA
Casa e proprietà Stavo attraversando un periodo veramente sfortunato e non c’era alcuna traccia di “vibrazioni positive” e di buoni pensieri fino a quando acquistai il corso “The Missing Secret” e scoprii il libro Zero Limits di Joe Vitale. All’incirca nello stesso momento, il nostro padrone di casa ci aveva chiamato per dirci che sarebbe venuta una persona a vedere il posto dove vivevamo perché era interessato a comprarlo e che avremmo dovuto prepararci a traslocare. Come puoi immaginare, la quantità di stress e di preoccupazioni che ci piombò addosso fu davvero grande. Quando arrivò il pacco con le cose che avevo acquistato, lo aprii come un bambino che scarta per la prima volta una barretta di cioccolato, perché sapevo che là dentro c’era qualcosa di delizioso che avrebbe migliorato la mia vita. Quel giorno imparai che ero stata io il mio peggior nemico. Tutte le preoccupazioni che avevo avuto avevano creato altre cose di cui preoccuparsi. La mia negatività sul trasloco mi aveva impedito di raggiungere i miei obiettivi reali, che erano quelli di scrivere romanzi e di farli pubblicare. Speravo di usare quel mini-corso come uno strumento per accrescere la mia coscienza superiore e poter rimuovere gli ostacoli all’abbondanza! Pochi giorni dopo avere provato il metodo di purificazione e pulizia dell’Ho’oponopono, sentii un cambiamento radicale in me. Nel giro di una settimana ero in grado di sentire quando avevo bisogno di ripulire e purificare e quando la mia energia sarebbe diventata “adesiva”. Ogni mattina e ogni sera, prima di andare a dormire, ripulivo e purificavo la foto del mio padrone di casa. Ciò rimosse ogni scetticismo e ogni dubbio dal mio vocabolario sul tema della nostra permanenza in quella casa. Un paio di settimane più tardi, ricevemmo un’altra chiamata dal proprietario che diceva che il tipo che doveva venire a vedere la casa non era più interessato all’acquisto e che, se volevamo, potevamo comprarla noi! La nostra famiglia fece i salti di gioia perché quella era la nostra casa e non volevamo andare via. Era molto importante per noi. Le parole “mi dispiace, ti prego perdonami, ti amo, grazie” erano arrivate da me proprio al momento giusto. Ci hanno aiutato a tenerci la nostra casa! Mentre stavo dormendo feci un sogno che proveniva dal Divino e diceva che dovevo scrivere un libro di poesie e questo è il mio nuovo progetto. Anche i numeri della lotteria hanno iniziato a
fluire verso di me. Da oggi, ogni volta che ho un’idea dal Divino, agisco in base a essa! – EVA WRIGHT
Casa e proprietà Ho scoperto l’Ho’oponopono durante una delle mie abituali prediche a me stesso: “DEVO vivere senza limiti! D’ora in poi limiti zero”. In quel momento stavo leggendo un libro sui numeri. Scoprii che volevo essere come il numero zero. Partendo da zero, sentivo che avrei potuto essere ogni cosa! Più tardi il mio stato cambiò. Ero triste e molto confuso, single e con una bambina da allevare da solo, intelligente ma privo di focalizzazione. Ero sempre in cerca del mio sé occulto e cercavo quotidianamente di stabilire un contatto con LUI (o quella parte di me) tendendo verso le zone più oscure e mi comportavo in modo cupo. Prima dell’incontro con Zero Limits/Ho’oponopono, ebbi l’opportunità di vivere gratis in una azienda agricola che coltivava soia e aveva dei vigneti. Mia figlia e io dovevamo soltanto stare là, essere. Potevo così continuare la mia ricerca interiore e vivere dei prodotti della terra. Durante una conversazione con un vecchio amico che è un contabile stavamo parlando di soldi (anzi, della mancanza di soldi) e gli dissi che gli avrei inviato Attractor Factor e “The Missing Key”. Mentre cercavo quei libri nella mia libreria trovai il mio regalo: Zero Limits. Con Attractor Factor, “The Missing Key” e Zero Limits avevo il mio terzetto al completo. Ero molto coinvolto dalla lettura, che presi seriamente. All’improvviso iniziai a prendere tutto alla lettera. Scoprii che quella vecchia fattoria e io avevamo qualcosa in comune: entrambi avevamo bisogno di dare attenzione ai particolari. Ripulii e ascoltai il libro. Ripulii e usai le quattro frasi su me stesso e sulla casa. Completai la pulizia della casa, la sistemai e la rimisi a posto. Nel seminterrato ricavai uno studio e un ufficio. Il pianterreno era diventato un posto stupendo semplicemente per ESSERE. Arrivò il momento del controllo annuale dell’immobile da parte della proprietaria, che rimase impressionata. Ogni angolo della casa era pulito come uno specchio. E anch’io al mio interno ero perfettamente pulito e purificato. Ero fantastico. Ero da solo ma senza problemi. Passarono alcune settimane dall’ispezione. La proprietaria era ancora stupefatta dalla mia piena assunzione di responsabilità su tutta la proprietà malgrado ci vivessi gratis! E allora mi chiese di traslocare! Cosa?! Mi propose di spostarmi in un’altra casa, più nuova, con meno terra, ma più grande, più lussuosa e in una zona prestigiosa… tutto gratis! Quello che dovevo fare era ripulirla (ma il mio segreto era quello di ripulire la casa insieme a me stesso) come avevo fatto con quella in cui stavo vivendo. E senti qui… rifiutai! Mi rifiutai senza mezzi termini di spostarmi! La mia proprietaria era incredula. La casa e io eravamo davvero belli, pensavo. Ma d’altro canto la casa voleva anche che me ne andassi. Frastornata, la signora aggiunse alla sua offerta di “ripuliscila e rimanici gratis” il pagamento di tutto ciò che avevo comprato con le carte di credito e il mio vitto (mangio solo cibo biologico quindi è un conto molto salato!). Inutile dire che accettai l’offerta, traslocai e… sto ripulendo. Poiché sto quasi finendo di ripulire questa nuova casa, la signora ha già iniziato a mostrarla a dei possibili acquirenti. Ora devo decidere se acquistare questa casa, che era difficile da vendere, o spostarmi di nuovo in un altro rifugio sicuro per conto mio.
– EDWARD WELLS
Relazioni personali Caro Joe, sono un liutaio e ho costruito più di ottanta chitarre, lavorando anche per Steve Earle, Tish Hinojosa e Hank Williams Junior. Sono anche un conduttore e produttore di programmi radiofonici (ogni settimana vengo ascoltato in più di venti stazioni statali) e ho appena finito il mio primo libro, intitolato The 20-20 Creativity Solution: Focus Your Natural Creativity for Success, Happiness, and Peace of Mind (http://the2020book.com). Il libro si basa su una pratica graduale, passo dopo passo, che sintetizza numerosi percorsi spirituali e di auto-aiuto che ho sperimentato nel corso degli anni, non ultimo l’Ho’oponopono. Ho preso ciò che considero il meglio di molti metodi e li ho messi insieme in una cornice chiamata L’Esercizio 20-20 – venti minuti la sera e venti minuti la mattina – che è facile da eseguire e che dà risultati incredibili. Questa pratica rimuove gli ostacoli all’espressione creativa autentica con la riflessione, la valutazione di sé, la gratitudine, le scuse, il perdono, la pianificazione, il dono dell’amore, la visualizzazione, l’affermazione, la scrittura libera, la meditazione e i mantra (sembrano molte cose ma è tutto molto semplice). Prima di iniziare a scrivere il libro, otto mesi fa, ebbi un’esperienza incredibile con l’Ho’oponopono. Accadde appena dopo avere terminato di leggere Zero Limits. Stavo ripulendo e mi stavo concentrando sul perdonare la mia ex moglie per tutte le situazioni sgradevoli che avevo vissuto durante i tre penosi anni del divorzio. Facendo l’Ho’oponopono scoprii che la mia energia si spostava dalla mia ex moglie verso il perdono di me stesso per la parte che avevo avuto nella vicenda. Sorprendentemente, mi ritrovai a guardare a tutta la vicenda come a una bellissima danza di dualismo (visualizzandola come il simbolo dello yin e dello yang) e alla fine arrivai all’accettazione e alla capacità di stare al di sopra della lotta, su un livello spirituale di pienezza e pace. Eliminando la mia parte nella danza, riuscii a sfrattare gentilmente la mia ex moglie dall’appartamento gratuito che da quasi otto anni occupava nella mia mente. Qualche mese più tardi, andai con la mia moglie attuale a trovare i miei figli in California per il Giorno dell’Indipendenza. Erano là con la mia ex che aveva pensato di tornare a casa sua a Las Vegas non appena noi fossimo arrivati. Ci sarebbe stato il solito saluto teso e nervoso mentre noi arrivavamo e lei se ne andava. Invece accadde che la sua auto si ruppe il giorno prima e, essendo un periodo festivo, dovette rimanere in California fino alla riapertura dell’officina. La invitammo a stare con noi per la durata della vacanza e lei accettò. Passammo un po’ di tempo sulla spiaggia, parlammo con leggerezza, facemmo un barbecue e finimmo persino nell’idromassaggio insieme! Mia moglie e la mia ex andarono d’amore e d’accordo. Incredibile! Niente di tutto ciò sarebbe accaduto senza Zero Limits e il metodo di purificazione dell’Ho’oponopono. Grazie Joe! – JOHN DILLON CONDUTTORE E CREATORE DI ART OF THE SONG: CREATIVITY RADIO
Spiritualità Trovato il nesso mancante… ci sono certi passi verso il successo, insegnati da molti, grazie ai quali
ho raggiunto senza sforzo certi obiettivi. Per altri, invece, ho avuto grosse difficoltà malgrado i miei sforzi. Sono stata fortunata quando nel 1986 ho conosciuto l’Ho’oponopono e l’insegnamento di Morrnah Simeona, che ha aggiornato questo metodo e l’ha reso accessibile a tutti. Era il nesso mancante. Quando ho usato scrupolosamente il metodo, ho trovato facile ciò che prima era difficile. L’ho applicato a prove fisiche, all’aspetto finanziario, alle relazioni. Oltre al metodo dell’Ho’oponopono, Morrnah mi insegnò a meditare e a chiedere la guida della Divinità. Dio mi disse cosa fare e non fare, facendomi notare cosa davvero contava, mi disse su cosa lavorare e cosa ripulire e mi diede gli strumenti adeguati per affrontare ogni sfida. Per anni ho insegnato networking a New York notando una grande differenza quando applicavo l’Ho’oponopono e quando non lo facevo. I corsi in cui eseguivo con cura il metodo di purificazione erano decisamente diversi dagli altri. Riuscivo a trovare un parcheggio molto comodo e gratuito, avevo un corso per adulti che si mostravano entusiasti e andavo a casa soddisfatta. Grazie a tutte le purificazioni che avevo fatto, iniziarono ad accadere cose straordinarie. Iniziai a ricevere messaggi da angeli, maestri ascesi e altre figure. Una notte, Isaia, il profeta biblico, mi intimò di purificare i cambiamenti della terra. Disse che non mi avrebbero colpito ma che dovevo purificarli e che dovevo chiamare Kamaka, un ex istruttore di Ho’oponopono. Lavorammo insieme ai cambiamenti della terra e scoprimmo che quella notte c’era stato un terremoto nella nostra zona. Più tardi, Kamaka mi disse che gli effetti del terremoto sarebbero stati peggiori se non avessi fatto ciò che eravamo stati guidati a fare. Il metodo purificò così tanto che in certi momenti ero in grado di vedere il cielo e di ricevere le informazioni che riguardavano me e gli altri. Circa nello stesso periodo in cui imparai l’Ho’oponopono scoprii anche di essere in grado di ricordare vite passate. La cosa straordinaria, comunque, era avere di fronte a me le persone che ero stata in passato e che mi davano le informazioni necessarie per il mio percorso, poiché i loro ricordi mi influenzavano e lo fanno anche oggi. Indipendentemente da quale sia la preoccupazione o il problema, io applico l’Ho’oponopono. Non inizio la mia giornata senza farlo per ripulire ogni persona, luogo e cosa che incontrerò durante il giorno. Ha creato pace ed equilibrio nella mia vita. La gente commenta di frequente la mia inconsueta tranquillità. Ho uno strumento utile che può essere usato per qualsiasi cosa. Non so chi, cosa e dove sarei senza questo regalo dell’Ho’oponopono. Ho purificato con successo alcune cose con una sola applicazione ma per altre sto ancora lavorando perché nuovi elementi continuano a sorgere. Mi sento fortunata per il fatto che non importa quale sia il problema: io so che se farò l’Ho’oponopono tutto verrà purificato e tornerà in equilibrio. – JOY S. PEDERSEN
Spiritualità Ho’oponopono… che cosa fantastica e che parola meravigliosa. Ha cambiato così tanto le nostre vite e quelle degli altri! Grazie, grazie! La mia collega e amica Sue ha comprato una casa molto vecchia con 5 acri di terra. Quando arrivò alla casa seppe subito che aveva bisogno di una grande purificazione, ma ancora di più lo necessitava la terra. Questa terra è a Auckland, in Nuova Zelanda. Poiché i sincronismi hanno portato nelle nostre vite altre persone per dipingere la tela della vita, sembra che, tornando indietro di secoli ai primi maori, nella sua terra e in quella circostante ci siano
state grandi battaglie con molti decessi. Purificare la terra dalle anime in pena e benedire il suolo dove molti sono caduti rese quella terra e quelle circostanti più leggere, in un’area che era stata piagata da affari andati male, case infelici e un’alta percentuale di adolescenti suicidi. Ci sedemmo nel mezzo della sua proprietà iniziando a purificare. Sapevo che avevamo bisogno di connetterci con uno spirito in pena molto potente e che impediva al flusso dello Spirito di tornare a casa. Nel mio modo di operare, lo Spirito viene a me il tempo necessario per comunicare e poi se ne va nella luce. Cercando di attivare questa connessione, Sue e io ci ritrovammo a fare l’Ho’oponopono e riconoscemmo, senza riflettere, la nostra parte nel dolore che per anni molte persone avevano attraversato. Lo facemmo sopra alle loro ossa e per i loro e i nostri avi e chiedemmo perdono per tutti noi. In quel momento, quell’energia si sprigionò a piena forza e ci arrivò una comunicazione molto speciale, fu un momento molto emozionante. Mentre continuavo a cercare di lasciare andare e Sue tornava a fare l’Ho’oponopono e a benedire, quell’anima si spostò verso la luce. In quel momento, seduta sotto la pioggia, con il vento che soffiava tra gli alberi, venni spinta all’indietro e caddi come se stessi precipitando nel vuoto, molti spiriti sfrecciavano verso di me e si scioglievano nella luce. Grazie, grazie! L’altro momento ugualmente emozionante fu all’interno della casa, quando mi collegai con quella che scoprii essere l’anima di una vecchia donna maori con un moko (tatuaggio) sul mento. Ancora: molto amore, riconoscimento, perdono e responsabilità vennero dati per la sua vita e tutto ciò che comporta. Mentre iniziavo a lasciarla andare, cominciai a piangere molto ritmicamente (una specie di sussurro o gemito lamentoso) come fanno le donne maori per manifestare il dolore del lutto. Diventò un crescendo e poi, quando se ne andò, il lamento si esaurì lentamente. Non essendo mai stata capace nemmeno di cantare intonata, fui molto grata per quel momento in cui ebbi una voce e per l’onore di poterla aiutare a tornare alla luce. Con forza vitale e rispetto, perdono e amore, tornò a casa dai suoi avi. Mi dispiace, ti prego perdonami, grazie, ti amo. – MAGGIE KAY
Chili di troppo Ho usato l’Ho’oponopono con quel testone di mio figlio adolescente mentre dormiva, ripetendo le parole sacre, e il mattino dopo lui si alzò e mi abbracciò, un abbraccio vero, per la prima volta da molto tempo. E dopo non mi chiese nemmeno dei soldi :-). Questo mi rincuorò sufficientemente da provare a usarlo per la mia battaglia contro l’obesità, che durava da una vita. Ripulivo l’idea di essere stanca di tutta quell’energia negativa che accompagnava la mia ossessione e preoccupazione per ciò che stavo mangiando. Quel giorno sarei andata al corso professionale che stavo frequentando. Durante la presentazione, sentii dietro di me qualcuno che si avvicinava e quando mi voltai vidi che un impiegato stava preparando sul bancone un grande vassoio di tortine al cioccolato e bevande per lo spuntino pomeridiano. Mi girai di nuovo verso la persona che stava tenendo il corso e mi accorsi che l’aula era insolitamente tranquilla. Mi guardai attorno, insospettita dal silenzio, pensando che avrei trovato tutti con gli occhi puntati su di me. Ma nessuno mi stava guardando e rimasi confusa dalla quiete. Cominciai a rifletterci su e compresi che il silenzio non era nella stanza… la gente si muoveva nelle sedie e i sospiri, le matite tambureggianti e i colpi di tosse per schiarirsi la voce c’erano ancora; tutti i normali rumori di un corso erano lì presenti. Allora capii che il silenzio era dentro di
me e che la sua sorgente mi colpiva tra gli occhi. Seppi subito con certezza che quel silenzio era l’assenza del mio abituale monologo interiore sul cibo. Normalmente, la visione di quelle torte avrebbe invaso la mia mente con un chiacchiericcio infinito come “sembrano buoni ma non puoi mangiarli”, “se mangi uno di quelli diventerai ancora più grassa”, “tutta la fatica che hai fatto ieri sera sulla cyclette sarà buttata via se mangi uno di quelli”, “guarda quella specie di strega là in fondo così magra… ne mangerà quattro e non prenderà un etto… no, no, scommetto che non ha mai mangiato un dolce in vita sua, perché ha più forza di volontà del mio sedere”. E il chiacchiericcio sarebbe continuato all’infinito. Compresi che non riuscivo a ricordare un altro momento in cui non avessi avuto qualche genere di monologo interiore sul cibo. Quel giorno guardai quei dolcetti dietro di me. Non ne avevo voglia, perché avevo mangiato molto a pranzo e nella mia mente c’era soltanto silenzio. Ero davvero sorpresa. Ora uso l’Ho’oponopono regolarmente. Ho creato un salvaschermo che mi ricorda di usarlo. Ho scritto le frasi a lettere multicolori e le ho appese alle pareti della casa. Non è che sono perfetta grazie all’Ho’oponopono, ma ho fatto molti miglioramenti. E ogni giorno della settimana il miglioramento batte la perfezione perché esiste. – TAMMY BLANKENSHIP
Risorse Attracting for Others e-book: www.attractingforothers.com Attract Miracles Group: www.attractmiracles.com Attract Money Now e-book: www.attractmoneynow.com At Zero libro: www.atzerobook.com At Zero musica: www.atzeromusic.com Aligning to Zero music: www.aligningtozero.info The Awakening Course: www.awakeningdownload.com Beyond Manifestation: www.beyondmanifestation.com Ceeport, adesivi purificanti: http://ihhl-ceeport.com/ Chunyi Lin: www.springforestqigong.com/ Dr. Hew Len: www.businessbyyou.com/ Dr. Joe Vitale: www.mrfire.com Dr. Joe Vitale su Facebook: https://www.facebook.com/drjoevitale Espresso for the Soul music: http://guitarmonks.com/memp3/ “Got a Problem?” (canzone Ho’oponopono): www.getupandstrut.com Ho’oponopono: www.hooponopono.org/ Ho’oponopono, prodotti per il bagno: http://intentionallyclean.com/ Ho’oponopono, quadri di guarigione: www.healingpainting.com/ Ho’oponopono, gioielli e altri strumenti per ripulire: www.intentionaltreasures.com/ Ho’oponopono, meditazione: http://hooponoponomeditation.com “I Love You” audio: www.milagroresearchinstitute.com/iloveyou.htm Mabel Katz: www.mabelkatz.com/ Miracles Coaching: www.MiraclesCoaching.com Morrnah’s Prayer: www.MorrnahsPrayer.com Morrnah Teachings on DVD: www.Hunaohanastore.com The Secret Mirror: www.VitaleSecrets.com Self-Identity: www.self-i-dentity-through-hooponopono.com Transformational Leadership Council speech: https://www.youtube.com/watch?v=ZTViougNWKo The Zero Point: www.nightingale.com Zero Limits audio: www.zerolimits.info Zero Limits libro: www.zerolimits.info Zero Limits, meditazione: www.Divinewhiteboard.com Zero Limits: Secondo evento su DVD: www.zerolimitsmaui.com Zero Limits: Terzo Evento su DVD: www.zerolimits3.com/ Zero-wise strumenti: http://zero-wise.com/
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Nota sull’autore
Il dottor Joe Vitale, autore, conferenziere, musicista, guaritore e star del cinema di fama internazionale, è un vero specialista del moderno Ho’oponopono. È anche qualificato come guaritore Reiki, medico Qi Gong, ipnoterapeuta clinico, esperto di PNL e ha un dottorato in scienze metafisiche. È autore di troppi libri per elencarli tutti: tra i suoi best seller si annoverano The Key, Zero Limits (con il dottor Hew Len), Istruzioni mancanti sulla vita, Corso di risveglio, Expect miracles, Realizza i tuoi desideri e molti altri. Il suo e-book segnalato dal New York Times come best seller Attract Money Now è disponibile gratuitamente: www.attractmoneynow.com. Il dottor Vitale compare nei film di successo The Secret, The Opus, The Compass, The Tapping Solution, Leap, Beyond Belief, The Meta-Secret, Openings. Ha registrato numerosi programmi audio, da The Missing Secret a The Abundance Paradigm (pubblicati da Nighingale-Conant). È anche un abile cantante, compositore e musicista, con sei album incisi, compresi Strut! e Sun Will Rise. Dieci sue canzoni sono state nominate per i Posi Awards, i Grammy della musica positiva. È il creatore di Miracles Coaching®. Vive vicino a Austin, in Texas, con la moglie Nerissa e i loro animali. Il suo sito principale è www.joevitale.com.
ZERO LIMITS Lo straordinario sistema hawaiano per gioire di una vita meravigliosa in cui tutto è davvero possibile Zero Limits presenta un metodo collaudato ed efficace per uscire dalle limitazioni auto-imposte e per ottenere dalla vita più di quanto hai mai sognato. Adattato ai tempi moderni, Ho’oponopono è un sistema tramandato dalla tradizione hawaiana che purifica da convinzioni, pensieri e ricordi inconsciamente accettati che ti intrappolano e di cui non sei nemmeno consapevole. Uno strumento straordinario per ripulire la mente da ostacoli e blocchi subconsci che impediscono al destino e al desiderio di prendere il controllo e di aiutarti a trovare modi nuovi e inaspettati per raggiungere ciò che vuoi nella vita. Non solo funziona, ma fa meraviglie, sia nel lavoro che nella vita privata, e permette di sperimentare quotidianamente una pienezza e una felicità sorprendenti.
THE KEY - LA CHIAVE La Chiave mancante alla legge di attrazione - Il Segreto per realizzare tutto ciò che vuoi The Key è uno dei più importanti e rivoluzionari libri di crescita personale degli ultimi anni, che dimostra come ognuno possa riuscire a ottenere davvero benessere e felicità, rivelando dieci valide strategie per superare definitivamente le convinzioni autolimitanti, le “controtendenze”, idee e opinioni che riducono il nostro potenziale e attirano ciò che non vogliamo invece di ciò che realmente desideriamo. Joe Vitale riesce ad affrontare complessi temi psicologici rendendoli estremamente facili da comprendere e da applicare nella vita quotidiana. Unendo saggezza pratica e conoscenza spirituale per farci conoscere la verità su noi stessi, offre strumenti infallibili per aprire nuove possibilità e nuove opportunità.
REALIZZA I TUOI DESIDERI Lascia che la tua mente subconscia lavori per te Ci sono persone che riescono a realizzare le proprie aspirazioni con facilità, altre che faticano a raggiungere anche gli obiettivi più elementari. Esiste tuttavia un sistema per comprendere chiaramente la dinamica della “azione-realizzazione”: Joe Vitale l’ha decodificato per te e può insegnarti come metterlo in pratica con efficacia nella vita di tutti i giorni. Un potente alleato e una guida preziosa nel sentiero verso l’appagamento. Un processo di facile applicazione che getta le basi di una nuova esistenza basata sulla comprensione e l’interpretazione della tua situazione, sulla valutazione dell’adeguato sforzo da compiere e su come indirizzare la tua volontà verso la giusta direzione. Un metodo nuovo e sorprendentemente semplice per trasformare la tua vita!
ISTRUZIONI MANCANTI SULLA VITA Il manuale che avrebbero dovuto darti quando sei nato Prefazione di Gay Hendricks, autore di “Cinque desideri” La felicità è una scelta. Ti diranno che non è vero, ma è proprio così: puoi essere felice, ora. Come? Joe Vitale, autore dei bestseller The Key e Zero Limits, sa che per essere nelle condizioni di vivere la vita dei propri sogni mancano alcune “istruzioni fondamentali”, vere e proprie chiavi per avere accesso alla dimensione in cui tutto è possibile, dove si può ottenere tutto ciò che si desidera. Da questa riflessione è nato un manuale illuminante che raccoglie tutte le indicazioni necessarie su come vivere appieno la vita e trarne il meglio. Un testo prezioso, traboccante di indicazioni pratiche che vorresti ti avessero dato molto prima, perché grazie a questi spunti la tua esistenza compirà un salto di qualità. Ti accorgerai che, mettendo in atto i passi descritti, riuscirai a riprendere in mano le redini della tua vita, a superare qualunque ostacolo e a trovare l’appagamento che cerchi.
EXPECT MIRACLES Come trasformare la tua vita in ciò che hai sempre sognato “Ti sei mai chiesto perché i consigli che ricevi sembrano non funzionare? Come puoi aspettarti dei miracoli nella tua vita quando ti sembra di non riuscire neppure ad arrivare fino a sera? Per gran parte della mia carriera ho aiutato la gente a capire come migliorare la propria vita e come vivere i propri sogni. Ho incontrato anche molte persone convinte che le cose non sarebbero mai andate per il verso giusto e che tutto quello che di grande e meraviglioso capita agli altri non sarebbe mai capitato a loro. Il mondo dello sviluppo personale sembra invaso dall’idea che i pensieri positivi cambino la vita. Ma questa è solo una parte della soluzione. Credo che una forte fiducia legata all’azione sia la vera chiave. Puoi cercare di convincerti di essere felice, ma se la tua mente è piena di opinioni autolimitanti che sostengono il contrario, non farai nessun progresso”.
CORSO DI RISVEGLIO Diventa artefice della tua felicità Un innovativo programma che ti consentirà di superare ogni tipo di problema, anche quelli più difficili, e vivere la vita che desideri davvero. Denaro e tenore di vita, salute e forma fisica, amore e relazioni, felicità e appagamento, saggezza e illuminazione spirituale, sono tutti aspetti importanti che puoi migliorare ed equilibrare. Corso di risveglio ti offre gli strumenti giusti per scandagliare il tuo io interiore e dar vita a una radicale trasformazione personale e professionale che coinvolgerà corpo, mente e anima. Attraverso semplici esercizi e considerazioni illuminanti, Joe Vitale dimostra che i miracoli, molto più comuni di quanto si creda, avvengono in continuazione e ti offre un percorso in quattro stadi alla portata di tutti, con spiegazioni dettagliate, che ti condurrà fino al risveglio vero e proprio.
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