SCHELLING E’ allievo di Fichte e amico di Hegel, insegna filosofia presso l’università di Jena sotto l’appoggio di Goethe. La sua filosofia muove da una critica a Fichte, il quale non sarebbe stato in grado di risolvere in modo soddisfacente il problema della derivazione della natura (non-io) dall’Assoluto. Schelling quindi è una sintesi tra idealismo e romanticismo. CRITICA A FICHTE E NUOVO CONCETTO DI ASSOLUTO Schelling riconosce a Fichte il merito di aver superato il criticismo kantiano, relativamente all’eliminazione del problema della cosa-in-sé; ma non condivide la sua identificazione dell’assoluto con l’Io puro; infatti l’Io puro era un concetto astratto, costruito dal filosofo per giustificare l’infinito (astrattezza del sistema fichtiano). Shelling sosteneva poi che l’assoluto fichtiano non potesse essere definito perfetto, perché esso non poteva essere cosciente senza la definizione del non-io; emerge così una nuova concezione di assoluto in Schelling: (l’assoluto = all’unità indifferenziata di soggetto e oggetto, Io e non-io, spirito e natura). Non posso ammettere l’esistenza di una natura altro dallo spirito: si tratta infatti di due elementi complementari, esistenti all’interno di una medesima unità costituente l’Assoluto originario. FILOSOFIA DELLA NATURA (Analisi delle caratteristiche della natura e come da essa si distingua lo Spirito)
Presenta tematiche molto eterogenee tra di loro, con diversi richiami a filosofi precedenti (Eraclito, Spinoza, Kant) e alle scoperte dell’età coeva nell’ambito del magnetismo e dell’elettricità. Visione organicistica: la natura viene considerata come un sistema organico in cui ogni parte è collegata ad un tutto . Concezione finalistico-immanentistica: la natura tende ad un ordine in virtù di una forza dinamica presente in essa. Secondo Shelling deve quindi essere presente uno Spirito inteso come idealizzazione dell’Io-penso kantiano (natura permeata dallo spirito). Il concetto di finalismo è da ricondurre all’attività dinamica dello spirito volta alla definizione di forme viventi. Il processo di auto strutturazione della natura che da vita alle forme viventi è spontaneo e mai cosciente. Secondo Schelling nella natura è presente una polarità data dalla contrapposizione tra due forze: un polo positivo (forza di attrazione – elemento produttivo) e un polo negativo (forza di repulsione – elemento improduttivo). E’ evidente il richiamo ai principi scientifici del magnetismo. Questa opposizione viene continuamente superata attraverso un andamento dinamico (dialettica). TESI
ANTITESI
+
- /-
SINTESI
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…
NEGAZIONE DELL’ANTITESI
La natura viene concepita come attività spirituale, quindi da questo posso spiegare come si sviluppano le forme viventi. Da forme di vita più generali arrivano a generarsi forme di vita più complesse.
Processo conoscitivo: “SPARTIACQUE” PREISTORIA DELLO SPIRITO
ATTIVITA’ COSCIENTE
Filosofia della natura
Filosofia dello spirito SENSIBILITA’
La natura è considerata da Shelling come preistoria dell’autocoscienza (solo quando sorge la sensibilità si diventa coscienti, poiché posso riflettere sul percorso storico da cui siamo emersi). NATURA A PRIORI Alla luce di una fisica sperimentale, per la fisica galileo-newtoniana, tutti i fenomeni erano riconducibili a rapporti meccanici. Secondo Schelling invece, alla luce di una fisica speculativa, è possibile inquadrare i risultati in un sistema già definito. Per questa ragione la natura di Schelling può essere definita a priori, nel senso che la sua struttura e i fenomeni che ivi si manifestano sono necessari e organizzati in un sistema coerente, come deducibili da principi razionali. Schelling ha preparato ad una mentalità evoluzionista. Tuttavia non può essere considerato propriamente un “evoluzionista” poiché non parla di una sequenza temporale ma di una sequenza logica. FILOSOFIA DELLO SPIRITO (Analisi del processo di evoluzione dello spirito grazie a cui coglie la natura che è in lui.)
Nella filosofia dello spirito vengono descritte le varie fasi attraverso cui lo spirito può giungere all’autocoscienza, vale a dire un atto dello spirito attraverso il quale si attiva la riflessione. Essa comporta una ricostruzione dell’attività produttiva ed una riflessione sul piano logico. L’attività dell’autocoscienza si sviluppa in termini di processo dialettico tra attività reale ed attività ideale Attività reale: produzione inconsapevole, si traduce in prodotti finiti Attività ideale: infinito, riflessione che porta alla consapevolezza dell’attività produttiva della natura A partire dall’unità indifferenziata di natura e spirito, si passa ad una differenziazione delle due componenti che comporta la compresenza di oggetti finiti (natura) ed attività riflessiva (spirito), per poi giungere alla sintesi che è l’assoluto che è nuovamente compresenza di natura e spirito ma assieme consapevolezza del percorso produttivo e della necessità di superare gli ostacoli. Quindi la coscienza emerge da un percorso che comporta differenzazione tra le componenti natura / spirito. L’originalità dell’idealismo: la ragione non è un’attività discriminante bensì raggruppante. Essa deve ricomporre l’unità dell’assoluto e giustificare attraverso di esso la realtà del mondo. FILOSOFIA ESTETICA Kant: la produzione artistica è espressione del genio, quindi è il risultato di un’esigenza non controllata. Shelling: l’arte è l’organo dell’assoluto. La filosofia permette di ricondurre il finito all’infinito ma non è tuttavia l’organo più adatto per cogliere l’assoluto. L’arte è sintesi di conscio ed inconscio. L’artista esprime emozioni di cui non è consapevole.