La questione della lingua Il “De vulgari eloquentia” Forte legame fra letteratura e linguistica, ma a trasformare la lingua non contribuisce solo la letteratura, anche la lingua del popolo ha il suo ruolo. Il più antico trattato sulla lingua era il de vulgari eloquentia di Dante. Dante passa in rassegna le varietà di volgare e questioni storiche sulle origini del linguaggio. Per farlo parte dal mito della torre di Babele (sbagliato) ma anticipa i tempi quando intuisce il collegamento tra francese, provenzale e italiano solo che a differenza dei moderni, non identifica il latino come lingua comune (Dante vede il latino come una lingua artificiale create a puro scopo letterario).
Gli umanisti Loro non sono interessati alla questione della lingua, ma al tipo di lingua che parlavano gli antichi Romani. Ci sono due ipotesi: 1) Biondo Flavio: Flavio: crede che si parlasse un latini che poi è stato contaminato con le invasioni barbariche. Così Così è nato l'italiano. (italiano è marchiato negativamente); negativamente); 2) Leonardo Leonardo Bruni: Bruni: crede crede che a Roma si parlass parlassero ero due tipi tipi di latino, quello quello colto colto e quello popolare. Da quello quello popolare nasce nasce l'italiano. La tesi di Biondo Flavio raccoglie più consensi.
Etrusco e Toscano Toscano + teoria del latino volgare di Castelvetro Per Gianbullari il toscano deriva dall'etrusco che a sua volta viene identificato con l'antico arameo. Castelvetro è il primo ad usare il termine “lingua latina volgare”. Dedica alcune pagine all'origine dell'italiano. Anche Anche per lui a Roma esistevano due tipi di latino, uno nobile e uno popolare che però differivano solo nel lessico. Il latino popolare da cui deriva l'italiano si è diffuso maggiormente con l'avvento degli imperatori stranieri che venendo maggiormente a contatto col popolo, avevano imparato e diffuso il latino popolare.
Ricerca dei documenti epigrafici: Celso Cittadini e Ludovico Muratori Celso cittadini: scrive il “vero trattato dell'origine e del nome della nostra lingua ”
Esclude che le invasioni barbariche abbiano contribuito in modo rilevante allo sviluppo dell'italiano. Ma il suo merito maggiore sta nell'aver cercato di dimostrare la sua tesi studiando documenti antichi e lapidi. Durante il suo studio nota che ci sono degli errori ricorrenti rispetto al latino classico presenti nei documenti documenti in latino arcaico. Ne deriva che il latino latino non è omogeneo omogeneo e gli errori arcaici riaffiorano dopo con la formazione del volgare italiano. Cittadini toglie anche l'accezione negativa al termine “corruzione” e lo sostituisce con “ alterazione”. Ludovico Muratori: vuole trovare in area Italiana qualche documento paragonabile al Giuramento di Strasburgo che era stato trasmesso da Nitardo. Quando questo aveva fatto scrivere il documento, affermava che era stato scritto in lingua Romana (= lingua intermedia tra latino e lingua moderna).
Per questo il documento è così importante, perché fa parte di una lingua intermedia. Si credeva che
la lingua intermedia fosse usata allo stesso modo in tutta Europa non germanica, ma non è così. Antiquates Italicae Medii Aevi → in due dissertazioni Muratori parla della storia della lingua: credeva che le lingue germaniche avessero avuto importanza nella trasformazione del latini, che la lingua intermedia non era mai esistita e che si trattasse solo della lingua volgare del tempo. Siccome non trova prove concrete sulla sua tesi, ammette l'insuccesso della sua ricerca. Purtroppo Muratori non si accorge in tempo della pubblicazione del Placito Capuano (960 d.c) che sancisce l'atto di nascita dell'italiano. Ma nell'Antiquates viene fatta una rassegna dettagliata dei volgari e della supremazia del Toscano. Muratori fornisce un saggio di dizionario etimologico, ma il primo dizionario etimologico italiano era stato scritto dal francese Ménage.
Dalla teoria della lingua alla storia linguistica nazionale La teoria della lingua intermedia viene accettata anche in Italia. Mentre in Francia viene identificata col provenzale da raynouard, in Italia Perticari si rifiuta di accettare questa identificazione. Raynouard però è uno dei fondatori degli studi romanzi, anche se l'identificazione della lingua intermedia era sbagliata. Perticari invece è importante per aver tracciato il passaggio dal latino all'italiano tramite la lingua intermedia perché fornisce la documentazione più avanzata in Italia in quel tempo sulla linguistica storica. Inoltre incentiva l'interesse filologico dell'Italia grazie al suo interesse per i testi antichi italiani precedenti a Dante (che per lui sono erroneamente in lingua intermedia). Anche se Perticari non si interessa ai dialetti, presto nasce la dialettologia scientifica. invece lascia un'opera incompiuta sulla storia della lingua con la spiegazione del passaggio dal latino all'italiano a stampo tradizionalista ma dove sorge un sentimento nazional-risorgimentale. Nasce un nuovo legame tra patriottismi e linguistica. Pietro Giordani → storia dello spirito pubblico d'Italia per 600 anni considerato nelle vicende Grassi
della lingua.
Dalla linguistica prescientifica alla linguistica scientifica I fratelli Schlegel studiano le origini delle famiglie linguistiche, in particolare quella delle lingue indoeuropee di cui fa parte l'Italiano. F. Schlegel pubblica “ sulla lingua e la sapienza degli indù ” che sancisce la nascita del comparativismo. Anche Padre Paolino aveva scritto un saggio dove collegava il latino al sanscrito. I fratelli Schlegel sono anche famosi per la distinzione tra linguistica prescientifica (precedente ai loro studi, quindi negativa) e quella scientifica (nata con loro, quindi affidabile e rigorosa).
Riflessione scientifica sulla storia dell'Italiano August Schlegel I fratelli Schlegel studiano la formazione delle lingue romanze, in particolare August nelle revisioni sulla lingua e la letteratura provenzale che è una recensione dell'opera omonima di Rayouard. Viene preso in esame il processo di formazione delle lingue romanze e vengono fatte delle distinzioni tra i tipi di lingue che potevano essere: 1) senza struttura grammaticale (es. il cinese, a radici sterili); 2) ad affissi: lingue che permettono la combinazione di elementi dotati di senso compiuto (come le lingue degli indigeni d'America); 3) flessive: con struttura grammaticale articolata come il sanscrito, greco, latino e idiomi europei. In queste ultime la parola è dotata di una radice e da una desinenza priva di significato che consente
di designare genere, numero o tempo verbale. Le lingue flessive sono le più importanti perchè permettono di esprimere molte idee con poche parole. A. Schlegel fa anche la distinzione tra le lingue scientifiche e analitiche che per distinguere quelle antiche e moderne. Le analitiche hanno l'articolo, i pronomi, gli ausiliari verbali e le preposizioni per distinguere i casi. Queste sono la decomposizione delle lingue sintetiche e si sono formate con il passaggio alle lingue romanze. Schlegel critica la tesi della lingua intermedia che Raynouard identificava col provenzale: per Schlegel c'erano diversi idiomi locali diversi a seconda di tempo e luogo.
Graziadio Isaia Ascoli L'Italia dialettale → studio dettagliato sui dialetti Italiani, della loro
distribuzione e delle loro
caratteristiche. Saggi ladini → importante per i dialetti dell'area retroromanza Ascoli rielabora la teoria del sostrato: importanza delle lingue vinte su quelle dei vincitori→ la gente domata perde talvolta la propria lingua ma assoggetta quella del vincitore alle abitudini del proprio organo vocale.
La teoria del sostrato è importante quando ci si interessa alle cause del mutamento fonetico e sui rapporti lingua-nazione. Sostrato: vero condizionamento causato dalla struttura degli organi fonatori →va visto come condizionamento fisico-biologico (=fattore etnico). Nel 1873 Ascoli fonda la rivista Archivio glottologico Italiano: •
nel proemio contesta Manzoni sulla soluzione della questione della lingua;
spiega come intende davvero il rapporto tra toscano e italiano: dimostra che l'unificazione linguistica italiana era diversa da quella Francese e latina che al contrario erano centralizzate, mentre in Italia c'era il policentrismo, ovvero la capitale politica non corrisponde con quella linguistica. La storia dell'Italiano può essere capita a fondo solo prendendo in considerazione il ruolo decisivo dei dialetti (dietro ogni dialetto c'è il latino volgare). •
Nascita di una nuova disciplina Bruno Migliorini e Giacomo Devoto La filologia romanza acquista importanza in tutta Europa. Grazie ad essa vengono scoperti molti testi antichi di rilievo: •
la Carta Picena ;
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la Confessione Umbra;
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la Carta Osimana;
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la Postilla Amiatina;
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la Carta Fabrianese
Ma la storia della lingua Italiana come disciplina è molto più recente ed il primo ad insegnarla è Migliorini. Giacomo Devoto fonda la rivista “lingua nostra”, importante per gli studi filologici e la storia della
lingua: Migliorini scrive l'articolo introduttivo dove spiega che si deve tenere conto di tutti gli strati sociali per ricostruire la storia della lingua, non ci si deve avvalere solo delle correnti dotte.
Migliorini: storia della lingua Italiana È un excursus cronologico dei dati raccolti fino alla Grande Guerra, composto da: •
schema per secoli (da cui mancano alcuni capitoli: le origini e Dante che ha uno scomparto a parte) con serie identiche di paragrafi;
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sequenza organizzata di temi;
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struttura agevole alla consultazione grazie all'indice delle cose notevoli.
Migliorini e la lingua contemporanea Nella lingua contemporanea (volumetto) fa notare che viene superato il pregiudizio che gli antichi fossero gli unici a ricevere attenzioni in campo letterario. Ora hanno rilievo anche gli autori contemporanei.
De Mauro si rifà alla storia sociale. Fa notare che al momento dell'unificazione solo il 2% degli Italiani parla italiano. L'unificazione linguistica quindi non è stata omogenea ma è stata favorita dalle nuove tecnologie di comunicazione, dall'intrattenimento e dal servizio militare obbligatorio. La prima parte è discorsiva, mentre la seconda comprende schede di approfondimento: Storia linguistica dell'Italia unita:
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rapporto lingua-nazione; purismo;
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Manzoni;
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dialetti;
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dati sulla scuola.
Soggetti e oggetti della storia linguistica Volgari, dialetti e spinte regionali Centro e periferia nella storia linguistica Italiana In Italia è forte la distinzione fra centro (Toscana) e periferia linguistica. Tutte le altre regioni hano accettato l'italiani come lingua nazionale perché lo avevano già apprezzato nella letteratura di Dante, Boccaccio e Petrarca. L'Italia poi è l'unico paese dove la capitale linguistica non coincide con quella politica.
Volgari e dialetti Prima del 400 non si può parlare di dialetti perché presuppongono che esista una lingua nazionale, per questo prima del 400 si parla di volgari italiani.
Policentrismo e varietà linguistica La letteratura Italiana si è sviluppata sullo sfondo dei dialetti, usando 3 tipologie di testo: 1) testo esclusivamente in dialetto; 2) testo che usa il dialetto qua e là; 3) testo che non usa il dialetto. I dialetti hanno arricchito la lingua.