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all’ebraico biblico Edizione italiana a cura di Elzbieta M. Obara
C K K C i O R l A N & n i l I M C A r . l'K K SS
Tho m as O . La m b d in
Introduzione all’ebraico biblico Edizione italiana a cura di Elzbieta M. O bara Traduzione di G iovanni Lo G iudice
GREGORIANAB1BUGALPRESS
L'edizione italiana delia presente opera è corredata di flashcard elettroniche per l’apprendim ento del vocabolario ebraico di base. Le flashcard sono disponibili gratuitam ente sul sito w eb Quizlet.com
Cover: Serena Aureli Layout; Usanti Srl - Roma Pearson Education, Ine. C opyright© 1972 ©2013 Pontificai Biblical Institute Gregorian & Biblical Press Piazza della Pilotta 35, 00187 - Roma www.gbpress.net -
[email protected] ISBN 978-88-7ó53-665~ó
P r e f a z io n e a l l ’e d iz io n e it a l ia n a
Sono passati oltre quarantanni dalla pubblicazione della grammatica ebraica Introduction io Biblical Hebrew di T.O. Lambdin. L’edizione ita liana che ho curato e ora ho il piacere di presentare risponde al bisogno di un vasto pubblico — composto soprattutto da studenti e appassionati della lin gua ebraica — desideroso di avere un accesso più agevole a un’opera di ventata ormai un classico per lo studio dell5ebraico biblico. Il fatto stesso che r Introduction abbia conosciuto numerose ristampe e traduzioni, e continui ancora oggi a essere adottata come libro di testo in diverse e qualificate isti tuzioni, ne testimonia il grande valore. Si tratta, infatti, di un manuale che presenta le strutture grammaticali in modo chiaro e scientifico. In quanto strumento di base, non si propone di ab bracciare ogni possibile questione, ma di offrire un solido fondamento per eventuali passi successivi. I contenuti coprono alPincirca le lezioni di un corso di studio annuale e mirano ad abilitare gli utenti alla lettura e alla comprensione personale dei testi narrativi della Bibbia Ebraica. L’impostazione metodologica che caratterizza l’opera è particolarmente adatta all’apprendimento perché, sin dall’inizio, consente l’immersione nella vitalità della lingua, attraverso un procedimento lineare e progressivo. La traslitterazione che accompagna i termini ebraici e i paradigmi delle forme flesse è di innegabile utilità per chi affronta, per la prima volta, lo studio dì una lingua con un alfabeto diverso da quello usuale. La scelta, poi, di pre stare un’attenzione particolare alle forme Qal - le più frequenti nella Bibbia Ebraica - permette di affrontare con maggiore facilità le rimanenti coniuga zioni. Insieme agli elementi di fonetica e morfologia, il manuale offre anche una buona esposizione di alcuni costrutti fondamentali della sintassi ebraica. Infine, il vocabolario e gli esercizi che accompagnano ogni lezione rappre sentano uno strumento utilissimo per il consolidamento e la verifica delle nozioni apprese. Grazie a tale organizzazione, lo studente diventa ben presto capace di leggere e comprendere interi brani tratti dalla Bibbia, prima in una versione leggermente semplificata e poi in tutto il loro spessore letterario. Nel corso del mio insegnamento della lingua ebraica, ho acquisito l’abitudine di dedicare la prima lezione alla presentazione dei valori e, in sieme, degli ostacoli insiti nell’apprendimento dell’ebraico. La difficoltà più avvertita dai principianti è la percezione di addentrarsi in un mondo com
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pletamente diverso, che affascina ma anche distanzia. Si potrebbe parlare di un vero e proprio incontro-scontro con l’alterità: l’alterità della lingua e della cultura che una lingua veicola. Proprio per questo è opportuno ribadire che, nonostante il disorientamento iniziale, la percezione dell’alterità è indispen sabile per un approccio rispettoso alle Scritture. Il testo biblico, infatti, va affrontato in quanto “altro” rispetto al lettore: solo così si evitano grossolane interferenze e manipolazioni di significato; solo così il testo può dispiegare pienamente il suo fascino e la sua fecondità e lo studio diventa passione. In questa prefazione mi permetto perciò, ancora una volta, di rivolgermi soprattutto agli studenti e a coloro che, per un particolare interesse personale, desiderano intraprendere lo studio delPebraico: la soglia che ci si accinge a varcare non è del tutto agevole, ma il desiderio di fare esperienza personale dell’incontro con il Primo Testamento, anche nella sua veste linguistica ori ginale, permetterà di superare le crisi che si potrebbero presentare nel cam mino. A coloro, dunque, che affronteranno lo studio dell’ebraico biblico ser vendosi di questo strumento, vorrei ricordare che la conoscenza della lingua originale non è certamente il fine ultimo della loro fatica, ma può rivelarsi un mezzo insostituibile per infondere nuova vitalità a una Parola che, sebbene conosciuta, talvolta diventa un po’ sbiadita a causa de ir abitudine, di una lettura superficiale o, ancora peggio, a motivo dell’errato convincimento che i dotti commenti siano da preferire alla nudità del Testo. Le discipline lingui stiche insegnano che la condivisione di uno stesso codice è il primo, necessa rio elemento per un’autentica comunicazione; ebbene, conoscere il codice linguistico dell’ebraico biblico può costituire il primo fondamentale passo per un incontro autentico, e favorire quello scambio comunicativo grazie al quale non solo noi leggiamo la Scrittura, ma in qualche modo anche la Scrittura legge noi, postulando una risposta interpretativa e operativa in sieme. Concludendo, vorrei anche esprimere il mio ringraziamento alle persone verso le quali rimango, in qualche modo, debitrice. Anzitutto un grazie sentito e sincero a Giovanni Lo Giudice, ex-alunno di uno dei corsi di ebraico da me tenuti presso la Pontificia Università Gregoriana. La tradu zione e l’impaginazione di questo volume sono opera della sua passione e del suo impegno. La sua instancabile dedizione, la creatività e la precisione del suo lavoro hanno reso la collaborazione piacevole e fruttuosa.
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Un ringraziamento particolare va alla G&B Press e al P. J.M. Àbrego De Lacy, Rettore del Pontificio Istituto Biblico e Direttore di Subsidia Biblica, che ha accettato di inserire 1*Introduzione all’ebraico biblico in questa pre stigiosa collana. Con grande piacere dedico questo volume al Prof. Santiago Bretón, SJ, fine conoscitore della lingua ebraica ed esegeta, che ha appena concluso il suo quasi trentennale (1984-2013) servizio di docenza di ebraico biblico presso il Pontificio Istituto Biblico e la Pontificia Università Gregoriana, sa pendo sempre coniugare il rigore scientifico e la finezza umana.
Roma, 15 Settembre 2013
Elzbieta M. Obara
P r e f a z io n e
Questo manuale è concepito per un corso universitario annuale di ebraico biblico elementare. Nelle sue scelte grammaticali e lessicali è essenzialmente un'introduzione alla prosa, ma non al linguaggio poetico. Sebbene mia in tenzione sia stata quella di includere solo tutto ciò che ritengo necessario per una lettura grammaticalmente intelligente dei testi sui quali il lavoro è ba sato, gli insegnanti esperti possono nondimeno espandere o condensare una parte o l’altra secondo le necessità dei loro propri corsi e i problemi partico lari dei loro studenti. Avendo tenuto la discussione grammaticale ad un li vello relativamente accessibile ho provato inoltre a rendere il libro il più pratico possibile per coloro che vogliono studiare la lingua ebraica senza un insegnante. Nonostante la presente opera cada chiaramente all*interno della categoria delle grammatiche tradizionali, ci sono diverse caratteristiche nel modo in cui si presenta che richiedono un breve commento. L’uso abbondante della traslitterazione si propone di servire tre propositi: rendere lo studente capace di percepire Pebraico come una lingua e non come un esercizio di decifra zione; rimuovere gli abituali ostacoli dell’inizio, in cui allo studente è richie sto di gestire innumerevoli pagine di dettagli fonologici e ortografici piutto sto astratti prima di aver imparato anche una sola frase della lingua; facilitare la memorizzazione dei paradigmi, in cui le caratteristiche essenziali sono, secondo la mia opinione» messe in maggiore rilievo rispetto ai testi conven zionali. La morfologia del verbo è presentata in modo da sfruttare al meglio le similarità delle varie forme, a prescindere dal tipo di radice; ciò permette l’introduzione dei verbi più comuni sufficientemente presto nel corso della grammatica e permette anche che la trattazione delle “coniugazioni” derivate non venga impedita da restrizioni ad esempi tratti da radici regolari. Più spa zio possibile è stato assegnato alla trattazione sistematica della morfologia del sostantivo e al verbo con suffissi oggetto; la semplificazione di questi ambiti che viene tentata in molte grammatiche elementari costituisce in realtà un cattivo servizio allo studente. Infatti, quando questi comincia ad af frontare la sua prima pagina di letture non semplificate, trova che ciò che avrebbe dovuto imparare sistematicamente deve essere invece imparato frettolosamente, con scarso profitto e non poca difficoltà. E infine, speciale attenzione è stata data a un’ordinata presentazione della sintassi della prosa,
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cominciando con una caratterizzazione dei vari tipi di proposizioni indivi duali e procedendo verso le sequenze di proposizioni interrelate. Allo stadio iniziale della preparazione di questo libro sono stato grande mente aiutato nella selezione del vocabolario da GEORGE M. Landes , A Student ’s Vocabulary o f Bìbìical Hebrew (New York 1961)1, che in quel tempo mi fu fornito in bozza dall’autore, al quale adesso vorrei esprimere i miei ringraziamenti. Nei quasi dieci anni trascorsi da quel periodo gli innu merevoli suggerimenti e correzioni inviatemi dai miei studenti e dai miei colleghi che lavoravano con varie bozze del libro sono state dì enorme aiuto per il miglioramento della qualità del prodotto finale. Sono soprattutto grato, comunque, al Dott. Avi Hurwitz, adesso alPUniversità Ebraica, per la sua grande gentilezza e per aver dato ad una precedente bozza di questo libro una lettura critica accurata, fornendomi molte correzioni. Gli errori rimasti sono dovuti ovviamente a mie personali sviste. La disposizione del testo ebraico con la punteggiatura e con segni speciali che ne marcano gli accenti si rivela sempre un lavoro difficile, anche in quest’epoca di meraviglie tecnologiche. Vorrei ringraziare l'editore e il tipo grafo per i loro generosi sforzi, tesi ad assicurare la maggior correttezza pos sibile della stampa.
Cambridge, Mass. Maggio 1971
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Thomas O, Lambdin
N.d.T. Un’edizione aggiornata del volume citato dall’Autore è ora pubblicata dalla Society of Bìblica} Lìteraiure con il titolo seguente: GEORGE M. Landes, Building Your Biblìcal Hebrew Vocabulary, Atlanta 2001.
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La Bibbia Ebraica (l’Antico Testamento cristiano) è una collezione di scritti la cui composizione si estende per quasi tutto il millennio che va dal 1200 a.C, al 200 a.C. circa. Poiché una lingua parlata non rimane costante per un periodo di tempo così lungo, dobbiamo considerare l’ebraico biblico come una forma del linguaggio parlato standardizzata in un tempo partico lare e perpetuata in seguito come mezzo letterario fisso. Si assume general mente che l’ebraico biblico, nella misura in cui è linguisticamente omoge neo, sia una approssimazione vicina alla lingua del periodo monarchico che ha preceduto l’esilio babilonese (587 a.C.), durante il quale la maggior parte della letteratura biblica fu compilata e composta. Le scarse iscrizioni del pe riodo che va dai IX fino al VII secolo a.C. corroborano questa visione, ma non ci permettono di stabilire limiti più precisi. Nel periodo post-esilico l’ebraico parlato subì la forte influenza di altre lingue, specialmente l’aramaico, ma anche del persiano e, successivamente, del greco, La lingua letteraria degli scritti biblici di questo periodo rimase relativamente libera da tale influenza, che si mostra più chiaramente nelle fonti post-bibliche come l’ebraico rabbinico della Mishna e altre opere tradizionali che esulano dall’ambito di questa grammatica. È diffìcile se non impossibile determinare esattamente quando l’ebraico cessò di essere una lingua parlata, ma con tutta probabilità la sua scomparsa fu concomitante alla devastazione della Giudea, avvenuta durante le rivolte giudaiche contro il dominio romano nei primi due secoli d.C. L’ebraico è membro della vasta famiglia delle lingue semitiche, le cui principali suddivisioni sono le seguenti: 1) Semitico nord-orientale: babilonese e assiro (accadico); 2) Semitico sud-orientale: antico arabo del sud e relative lingue mo derne del sud dell’Arabia e dell’Etiopia; 3) Semitico del sud-occidentale: arabo classico e il gran numero dei re lativi dialetti arabi moderni; 4) Semitico del nord-occidentale: comprendente a. l’aramaico b, il cananeo (ugaritico, fenicio, ebraico) La nostra conoscenza dell’ebraico bìblico dipende direttamente dalla tradi zione giudaica orale e, di conseguenza, dallo stato di quella tradizione du
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rante e dopo le varie dispersioni degli israeliti dalla Palestina. Tale dipen denza sorge da una peculiare incompletezza ortografica di cui soffre il testo biblico: esso è essenzialmente senza vocali o, al più, vocalicamente ambiguo (vedi sotto, §8). L ’attuale pronuncia della lingua è stata trasmessa oralmente e quando gli israeliti lasciarono o furono espulsi dalla Palestina e formarono nuove comunità in Babilonia, in Egitto e in tutto il resto del mondo civiliz zato, la lettura tradizionale dei testi biblici cominciò gradualmente a diver gere da qualsiasi norma potesse essere esistita prima di tale dispersione. Lo stesso testo consonantico raggiunse una forma finale autorevole attorno alla fine del I secolo d.C. Questo testo fu promulgato con successo tra tutte le comunità ebraiche, così che i testi successivi a questa data non differiscono tra loro in nessun particolare importante. Prima della fissazione del testo autorevole, comunque, la situazione era alquanto differente, e il lettore dovrà fare riferimento all’Appendice E per le informazioni bibliografiche relative ad alcune opere che lo possano introdurre ai complessi problemi delle ver sioni e dei testi antichi. Le versioni a stampa moderne della Bibbia ebraica derivano da diverse fonti essenzialmente simili, che riflettono tutte l’attività grammaticale degli studiosi ebrei (o dei Masoreti tradizionalisti) a Tiberiade, i quali durante il IX e il X sec. d.C. perfezionarono un sistema di notazione vocalica e l’aggiunsero ai testi consonantici ricevuti. Poiché il sistema vocalico di que sto tipo di notazione non coincide esattamente con quello della tradizione usata in altre località, dobbiamo riconoscere che la grammatica ebraica, così come basata sul testo masoretico vocalizzato a Tiberiade, è né più né meno autentica di quella che sarebbe derivata da altre tradizioni: quello di Tibe riade è semplicemente il testo meglio preservato e ha ricevuto il sigillo dell’autorità attraverso l’adozione universale. Una trattazione dell’at testazione frammentaria dì tradizioni diverse da quella di Tiberiade esula dalle finalità di una grammatica elementare. Il testo masoretico standard è conosciuto anche come testo di Ben Asher, a causa del nome di famiglia de gli studiosi di Tiberiade ai quali si attribuisce la sua redazione finale. La Biblìa Hebraica (3a edizione, Stuttgart, 1937) usata dalla maggior parte degli studenti e degli studiosi moderni è basata sulla copia di un manoscritto Ben Asher ora a Leningrado e risalente al 1008/9 d.C. Molte altre Bibbie ebrai che a stampa si basano fondamentalmente sul testo della Seconda Bibbia Rabbinica (Venezia, 1524-25); le fonti manoscritte di quest’opera non sono state interamente identificate, ma il suo testo non differisce sostanzialmente
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da quello della Biblia Hebraica. Una nuova edizione della Bibbia ebraica è in corso di sviluppo in Israele; utilizzerà il Codice di Aleppo, parzialmente distrutto, che è considerato, per ragioni molto convincenti, un manoscritto autentico della famiglia Ben Asher. Un numero limitato di varianti è indicato a margine nel testo Masoretico. Comunemente ci si riferisce ad esse come kdtib-q9ré> cioè una parola è scritta (kdtib) nel testo consonantico ma un’altra deve essere letta (qaré), come indicato a margine.
F o n e t ic a
[Nota; il materiale di questa sezione viene presentato come un ’unità per fa cilitarne la consultazione. Dopo aver studiato i §§ 1-3 il lettore dovrà co minciare la Lezione 1 (p. 35). La lettura degli altri paragrafi di questa se zione sarà indicata quando si renderà necessaria.] 1 .1 suoni dell’ebraico biblico Come affermato nell’Introduzione, non possiamo determinare in maniera as soluta i suoni delPebraico biblico del periodo in cui fu fissato il linguaggio letterario. La pronuncia adottata in questo libro è stata scelta per preservare il più fedelmente possibile le distinzioni consonantiche e vocaliche ricono sciute dai Masoreti ma, allo stesso tempo, per fare il meno possibile violenza a ciò che conosciamo della pronuncia più antica, È stato pòi adottato un si stema uniforme di traslitterazione che tenta di rappresentare l’ortografia ebraica in modo semplice e accurato. a.
Consonanti2
Tipo Labiale
Labio-dentale Interdentale
Traslitterazione b P m w b P t d
Pronuncia [b] come in barca fp] come in pace [m] come in male [w] come nell’inglese well [v] come in vaso [f] come in faccia [9] come nell’inglese ih in [5] come nell’inglese this
2 N.d.T. Data la relativa povertà di fonemi consonantici tipica della lingua italiana rispetto ad altre lingue (semitiche o meno), traduciamo il paragrafo relativo allo spelling delle consonanti ebraiche con adattamenti minimi per la lingua italiana, mantenendo per la maggior parte in questa sede i riferimenti fonologici e lessicali del volume inglese originale. 3 Le parentesi quadre includono in questo caso i simboli fonetici usati correntemente. Tali simboli fonetici non vanno confusi con quelli della traslitte razione.
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Dentale o alveolare d s r
S
Prepalatale
z n s V
y Palatale
k g>g k
Velare
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t] come in tempo d] come in dente s] come in sale z] come in zona n] come in nono [/] come nell’inglese show y] come nell’inglese yes k] come nell’inglese king g] come in gatto x] come nel tedesco Bach
q]
Nella lingua italiana (così come in quella inglese), tale suono non esiste. È un tipo di [k] che si pronuncia però con il contatto tra la lingua e la parte più arretrata possibile del palato. Gutturale h (
h
[?] pausa glottidale [h] come nell’inglese house [?] fricativa faringale sonora [ h ] fricativa epiglottale sorda
La pausa glottidale [?] è utilizzata anche in inglese, ma non come una parte regolare del suo sistema di suoni. E costituita da un completo arresto del re spiro nella gola e può essere udita in certe pronunce orientali di parole come bottle e battle, in cui la pausa glottidale sostituisce la t normale, in modo da avere [ba?l], [bae?l]. Il suono [h] è un suono h, ma accompagnato da un forte restringimento tra la base della lingua ed il retro della gola, così da produrre una frizione molto più aspra di una normale h. Lo [£] viene prodotto in modo simile, ma con la caratteristica addizionale della sonorità. La maggior parte dei moderni lettori dell’ebraico biblico non usano questi due suoni, sosti tuendoli rispettivamente con [x] e [?]. Coloro che operano una tale semplifi cazione devono prestare attenzione a non confondere questi quattro suoni nello spelling. I quattro suoni che chiameremo gutturali lungo il corso di questo libro sono designati più precisamente come glottidali o glottidali faringali, ma poiché la terminologia moderna è spesso applicata in maniera incoerente non abbiamo alcuna stringente ragione per abbandonare la designazione più tra dizionale.
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F o n e t ic a
Liquida Dentale modificata
r 1 t §
[r] come in ramo [1] come in linea [t] come in tempo [1s] come in marzo
La pronuncia indicata per t e s è una sostituzione moderna standard per i suoni originali, la cui vera natura può essere solo congetturata come [t] e [s] accompagnate da un restringimento nella gola (faringalizzazione o glottalizzazione), in modo da produrre un suono più teso e sordo. b. Vocali4 Nella trattazione delle vocali ebraiche si è soliti parlare di lunghezza oltre che di qualità delle vocali. Nonostante la distinzione sia probabilmente va lida per la pronuncia più antica, è dubbio che la quantità abbia giocato un ruolo importante nel sistema masoretico originale. I segni diacritici usati nella nostra trascrizione vanno considerati come dispositivi che riflettono lo spelling ebraico e non necessariamente come indicatori della lunghezza reale delle vocali. Al
—
1,1 i è, è e, e a à, a
[i] come in mach/ne fi] come in it [e] come in they [e] come in bet [a] come in fcther oppure [a] come in thot [a] come in father oppure [o] come in bawght
ù, ù u ò, ò 0 3
[u] come in mood [u] come in hook [o] come in note [o] come in bowght [o] come in «bove, e di durata molto breve
Dovrebbero essere fatte alcune distinzioni tra le due vocali a v a , dal mo mento che esse devono essere sempre chiaramente distinte nello spelling.
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N.d.T. In italiano, a differenza di altre lingue, la lunghezza (durata) delle vocali
non ha valore fonologico, Anche se nel parlato accurato si osserva il fenomeno di una maggiore lunghezza di alcune vocali che sì trovano in certe posizioni, tale lunghezza relativa non comporta distinzioni dì significato e generalmente non viene percepita da parlante e ascoltatore. Data tale particolarità insieme alla relativa povertà di fonemi del sistema vocalico italiano, traduciamo il paragrafo relativo allo spelling delle vocali ebraiche senza alcun adattamento per la lìngua italiana, mantenendo i riferimenti fonologici e lessicali del volume inglese originale.
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La scelta viene lasciata al lettore: o si distingue [a] rispetto a [a] oppure [a] rispetto a fo]. In aggiunta alle vocali elencate sopra ne esìstono altre tre (à è o) che, in sieme con a, sono conosciute come vocali ridotte. Esse sono di durata molto breve ma possiedono la stessa qualità delle corrispondenti vocali piene: à è una a molto breve, è è una e molto breve e anche 6 è una o molto breve. Le seguenti combinazioni dittongali, formate da una vocale + y o w, ri corrono frequentemente al termine di parola: tw èw, éw àw, àw aw ày ay óy, 5y ùy, ùy
la vocale t + una [u] molto breve. Anche pronunciata [iv], come nell’inglese eve. è/è + [u]. Anche [ev], come nelPinglese save. a + [u] come ou di house, oppure come [aw] o [av] a + [u], oppure come [av] o [av] [ay] come y di sky\ oppure [oy], simile a oy di loy. [ay] o [ay] [oy], simile a owy di showy, ma senza w, [uy] in qualche modo simile a uey di gluey.
A fini descrittivi ci riferiremo alle vocali secondo la classificazione seguente, senza per questo pregiudicare la lunghezza reale delle vocali in questione: 1. 2. 3. 4.
immutabili lunghe: mutabili lunghe; brevi: ridotte:
f è ó u e a volte ó
èà6 ieaou 3aè6
2. Divisione in sillabe
Con pochissime eccezioni una sillaba comincia con una singola consonante, seguita almeno da una vocale. Questa regola è sufficiente da sola per l’accurata divisione di una parola in sillabe. Si considerino gli esempi se guenti: midbàr (deserto): ’àbiw (suo padre): ddbàrim (parole): mimménm (da me): gibbórim (guerrieri): yislàhéni (egli mi manderà):
mid-bàr ’à-biw dd-bà-rim mim-mén-ni gib-bó-rim yis-là-hé-nt
[miS'bcir] [’a'viw ] [dova'rim] [mim1menni] [gibbo'rim] [yiJla'Heni]
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malkdkà (il tuo re): malkèkem (i vostri re):
tnal-ka-ka mal-kè-kem
[malica'xa] [malxe'xem]
In nessuno di questi esempi è possibile una qualsiasi altra divisione in sillabe senza violare la regola di base. Le sillabe sono di due tipi: aperte e chiuse. Una sillaba aperta finisce per vocale; una sillaba chiusa termina per consonante. Sillabe contenenti ditton ghi possono essere considerate come chiuse, prendendo la y o la w come una consonante. La distinzione è in questo caso irrilevante. Quando si determina la divisione in sillabe si osservi che una consonante doppia, come -bb—o - mm-, è sempre da dividere nel mezzo, come avviene anche in italiano. Ciò non significa che nella pronuncia vi sia una pausa per cepibile tra le sillabe: una consonante doppia dura semplicemente più a lungo di una consonante singola. Si confronti, ad esempio, la n lunga dell’inglese meanness con la breve n normale di any. Alcuni esempi sono libbakà (il tuo cuore): mimmdkà (da te): hassàmàyim (i cieli):
lib-bd-kà mim-ma-kà has-sà-mà-yim
[hbbs'xa] [mimma'xa] [hajja'mayim]
3. Accento Le parole sono accentate o suirultima o sulla penultima sillaba. Il primo caso è il più frequente. - ultima sillaba - penultima sillaba
dabàr (parola); ddbarim (parole); nàbì’ (profeta) mélek (re); làylàh (notte); nahòset (bronzo)
In questo libro sarà segnato solo l’accento sulla penultima. La sillaba accentata viene spesso chiamata tonica, e le due sillabe che la precedono rispettivamente pretonica e propretonica. 4 . Le consonanti conosciute come begadkepat
Due serie di sei suoni ciascuna sono strettamente relazionate l’una all’altra, entrambe, sia nel suono che nella distribuzione. Le sei occlusive b, g, d, k,p> t da un lato e le loro controparti aspirate b, gy d, k, p, e t dall’altra. Benché non sia possibile fissare regole per la scelta tra l’una o l’altra delle due serie
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di suoni senza dover ricorrere a notevoli eccezioni, le osservazioni che se guono costituiscono una guida sicura nella maggior parte dei casi. a. Delle due serie solo le occlusive ricorrono raddoppiate. Di conse guenza troviamo -b b - (come in habbàyit, la casa), -d d - (haddélet, la porta), -k k - (hakkdli, il vaso), ecc., ma mai -bb-, ~gg—, -dd—, ecc. b. Le occlusive è, g, d%k, p , t ricorrono (escludendo il raddoppiamento menzionato sopra) solo all’inizio di una sillaba quando questa è preceduta immediatamente da un’altra consonante:
ma
malki (mio re): mélek (re):
inal-kì mé-lek
Altrove si trovano le corrispondenti consonanti aspirate, le quali, attraverso un semplice processo di eliminazione, ricorrono (a) soprattutto alla chiusura di una sillaba, o (b) airinizio di una sillaba quando il suono precedente è una vocale, Si confronti, ad esempio, la b di midbàr (mid-bàr) con la b di nàbi' (nà-bi')5. Quando una parola inizia con uno di questi suoni, essa ha di solito la con sonante occlusiva se essa ricorre isolata (come in bàyìt, una casa), ma quando viene prefisso alla parola qualche elemento che termina in vocale, l’occlusiva viene automaticamente sostituita dall’aspirata corrispondente. Il lettore sia certo di comprendere chiaramente gli esempi che seguono: bàyìt kdli délet
una casa un vaso una porta
ma
kdhàyit ùkslì tedélet
come una casa e un vaso a una porta
AlFinterno di una frase, per garantire la presenza di una consonante aspirata è sufficiente il mero fatto che la parola che preceda la consonante termini per vocale; così,
non
banu bàyìt bànù bàyìt
essi costruirono una casa
Esistono, comunque, molte eccezioni, che dipendono dal grado di relazione grammaticale tra le parole in questione. 5 Si noti che quanto stabilito sopra non preclude la possibilità che ima consonante aspirata ricorra all’inizio di una sillaba preceduta da un’altra consonante: malkèkem (i vostri re).
F o n e t ic a
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Sarebbe meglio, almeno in via teorica, considerare come due suoni di stinti la consonante occlusiva g e la consonante aspirata g, nonostante nes suna delle moderne tradizioni linguistiche - eccetto quella Yemenita - abbia preservato la differenza. 5. Riduzione vocalica Molti dei cambiamenti che caratterizzano la flessione ebraica seguono schemi chiari e prevedibili, il più regolare dei quali è quello della riduzione vocalica. a. Riduzione propretonica, Le vocali à ed è sono regolarmente ridotte in 9 nelle sillabe propretoniche aperte. Ciò significa che tale riduzione ha luogo quando, nel corso di una flessione, l’accento si sposta in modo che le vocali in questione si vengano a trovare in posizione propretonica. Ad esem pio, aggiungendo la desinenza plurale -im al tema del sostantivo nàbV (pro feta), l’accento si viene a trovare sulla sillaba finale (cioè proprio sulla desi nenza), lasciando la à in posizione propretonica. Abbiamo così,
nabì"
+
-im
—> *na-bi- im
—> mbi im
Con è:
lébàb
+
-ót
—> *lè-bà-bót
—> hbàbót
Altri esempi:
màqóm zaqèn
+ +
-ót -im
-
— » — ►
f
^
M
*m à-qó-m ót *zà-qé-nim
1
A M
—> ntDqómót — > zdqènim
Questo tipo di riduzione si trova normalmente nella flessione dei sostantivi e degli aggettivi, ma è meno comune tra i verbi diversi da quelli con suffissi pronominali oggetto. b. Riduzione pretonica. Un secondo schema di riduzione, spesso in contrasto con quello descritto sopra, implica la riduzione di à o è in sillaba aperta pretonica. Nelle flessioni del sostantivo ciò avviene principalmente per quelle parole la cui prima sillaba (propretonica) è immutabile (cioè o è una sillaba chiusa o contiene una delle vocali immutabili lunghe) e la cui sillaba pretonica contiene è\ sópét
-I-
-im—» sdpdtim
La riduzione della vocale in posizione pretonica è molto frequente tra i verbi, indipendentemente dalla vocale che vi si viene a trovare:
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I n t r o d u z io n e
yiktób yìttèn yisma '
+ + +
A
u A-
U A.
u
—> yiktsbu —> yittanù —► yisma 'u
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(essi scriveranno) (essi daranno) (essi ascolteranno)
Abbiamo richiamato l’attenzione su questi due schemi di riduzione dal mo mento che uno o l’altro compaiono nella maggior parte delle flessioni che studieremo, Sfortunatamente, però, non è sempre possibile prevedere accu ratamente quale modello verrà seguito, cosi che ciascun paradigma dovrà es sere attentamente analizzato. L a REGOLA DELLO SHEWA. Una sequenza di due sillabe, ciascuna con d
(shewa) non viene tollerata nella lingua ebraica. Quando, nel corso di una flessione o nella combinazione di varie parole o elementi, sarebbe attesa una simile sequenza viene eseguita la sostituzione seguente: cons. Così
le (a)
+ d + cons. +
+ d
nabli (il mio profeta)
—» cons. —►
+ i + cons.
linbi’i (non lambì'i)
6. Caratteristiche speciali delle consonanti gutturali e del Resh a. Le gutturali ed r non ricorrono mai raddoppiate. b. Le gutturali non sono mai seguite direttamente da a. Queste due caratteristiche rendono conto di certe deviazioni regolari dalla norma attesa. Per esempio, dal momento che l’articolo determinativo davanti alle consonanti non gutturali è costituito da ha + il raddoppiamento della consonante seguente, ci aspetteremmo che l’articolo sia in qualche modo dif ferente davanti a parole che iniziano per gutturale o r. Vedremo nel corso delle lezioni che in alcuni casi ricorre ha-, mentre in altri ricorre ha- senza raddoppiamento. Ogni volta che una vocale lunga (à è ò) ricorre davanti ad una consonante gutturale o r e corrisponderebbe formalmente ad una vocale breve davanti a una consonante non gutturale raddoppiata, la vocale viene detta lunga per allungamento compensatorio, cioè per compensare il man cato raddoppiamento della consonante gutturale. Quando una vocale breve {a i u o) ricorre davanti ad una consonante gutturale in situazioni simili, la consonante gutturale viene detta virtualmente raddoppiata.
F o n e t ic a
23
Quanto alla seconda caratteristica annotata sopra, la presenza di una gut turale implica la sostituzione dello d atteso con à (meno comunemente con è o Ó), Ad esempio hàkàm hàzàq
(persona saggia) (persona forte)
+ +
-tm -im
—» hàkàmim —►hàzàq tm
(non hdkàrmm) (non hazàqim)
È conveniente pensare ad a è ed ó come varianti di a da usare dopo conso nanti gutturali e considerare che una parola come hàlóm (sogno) possiede essenzialmente lo stesso schema vocalico di bakór (primogenito). Quando una parola termina per V n h o H h (nei casi in cui quest’ultima non è una lettera di vocale; vedi §8), un’eventuale i è u ó precedente è se guita da un elemento semivocalivo a non sillabico. Ne consegue che sus kòteb gàdól
(cavallo) (che scrive) (grande)
ma ma ma
luah sólifh gàbóah
(tavola) (che invia) (alto)
L a REGOLA DELLO SHEWA applicata a sequenze che comprendono conso
nanti gutturali: cons. Es.
bd (in)
+ 3 + gutt. +
+ à—+ cons.
hàlómt (il mio sogno)
—>
+ a + gutt.
+ à
bahàìómi (nel mio sogno)
La regola viene applicata in maniera simile con é e Ó, Un’altra sequenza che deriva da riduzione vocalica è illustrata da hàkàm + è (che richiede una dop pia riduzione) —> *hàkdmè —> hàkmè. Cioè
gutt.
+ à + cons.
+ a
—*
gutt.
+ a + cons.
N.B. Le regole date nella grammatica per spiegare le peculiarità delle guttu rali non si applicano a r a meno che non sia specificato espressamente. 7. L’alfabeto ebraico L’alfabeto usato per scrivere tutti i testi tradizionali dell’Antico Testamento, ad essere prefcisi, è aramaico più che ebraico. La situazione è sintetizzata dalla tabella nella pagina seguente. L’alfabeto fu inventato nell’area siro-palestinese in un momento impreci sato della prima metà del secondo millennio avanti Cristo. Tale alfabeto era
In t r o d u z io n e
24
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
una creazione originale, che non si basava direttamente su nessun altro si stema di scrittura allora in uso, ma sembra essere stato chiaramente influen zato da certe caratteristiche della scrittura geroglifica egizia, specialmente nella mancanza di simboli per rappresentare le vocali. Il ramo più prolifico dell’alfabeto fu il fenicio, attestato nelle iscrizioni dall’undicesimo secolo circa in avanti. Gli ebrei presero in prestito i caratteri dai fenici nel decimo secolo avanti Cristo, e questo nuovo alfabeto “ebraico”, divergendo successivamente dal progenitore fenicio, fu usato in vari tipi di iscrizione fino all’inizio dell’era cristiana. Con l’eccezione, tutta via, della tradizione manoscritta della setta dei samaritani, che impiega an cora una forma di questi caratteri ebraici originari, il vecchio alfabeto fu so stituito, specialmente nell’uso manoscritto, da una forma corsiva di grafia del vecchio alfabeto aramaico, essa stessa figlia del progenitore fenicio e più o meno coeva dell’ebraico. Proto-Alfabeto
a.C. 1500
/ \ . Proto-Semitico Sinaitico del Sud
1000
Ebraico y
A Arabo del Nord
Prototipo Fenicio
Greco antico
Arabo del Sud
500
Etrusco, Latino, ecc.
Samaritano#^ d.C.
Presente
0
Prototipo Ugaritico
Prototipo Etiopico
Ebraico mod.
È questa la grafia aramaica manoscritta che è già impiegala nei papiri e nelle pergamene ebraiche del secondo e del primo secolo avanti Cristo ed è attestata come l’alfabeto normale per la scrittura dell’ebraico da quel tempo fino al presente.
F o n e t ic a
25
A l f a b e t o E b r a ic o N ome
Lettera
’àlep bèt
N 2 2 *
gimel dalet hè wàw zóyìn hit tèt yód kap
sàdèh qdp rés fa sin sin tàw
b b
T n t3 ■» D
làmed mèm nùn sàmek 'àyin pèh
f
1 7 n
3 V a :
1 1 D
1
D
y s D P
Trascrizione
g g d d h w z hk t• y k k 1 m n s
V alore fonetico
pausa glottidale o zero [b] [v] [g] [g] [d] [5] [h] o zero [w] o zero [z] [H] [t] [y] o zero M W [1] [m] [n] M m
*1 n
P P
w
r
? q r
[ts]
r
S
V ti
S
FI n
t t
ra
[q] [r] [s] m ra [e ]
8. Alcune caratteristiche deir ortografia ebraica a. L ’ebraico è scritto da destra a sinistra, b. Cinque lettere hanno una forma speciale, usata solo al termine di pa rola: “I k, D m, ) n, Hp t y s.
26
In t r o d u z io n e
a l l ’ e b r a ic o b ib l ic o
c. Nelle iscrizioni ebraiche e fenicie più antiche (X sec. a.C.) non venivano indicate le vocali. Di conseguenza parole come mélek (re), mólék (regnante), màlak (egli regnò), malkàh (essi regnarono), ecc. sarebbero state scritte semplicemente come mlk. Dal IX al VI sec. (cioè prima della ca duta di Gerusalemme nel 587 a.C. e dell’esilio babilonese) le consonanti *>y, ì weT) h furono usate al termine di parola per indicare vocali finali: 1w 'y 7] h
= u “ i ■= altre vocali
es. es. es.
màfaku malki malkàh
essi regnarono il mio re regina
Nel periodo post-esilico 1y e 1 w furono usate come indicatori di vocale anche all’interno di parola, e acquisirono valori leggermente diversi da quelli citati sopra: ty La lettera H h venne ancora usata a fine parola come una lettera vocalica rap presentante qualsiasi vocale diversa da quelle appena menzionate. Le tre lettere y, 1 w e Ti /?, nella loro funzione di indicatori vocalici sono chiamate mater lectionìs (letteralmente, madre di lettura), seguendo la terminologia grammaticale tradizionale dell’ebraico. d. Il testo masoretico (TM) in generale riflette questo stadio dello svi luppo ortografico. Presenta, comunque, alcune incoerenze e irregolarità che vanno considerate: (1) in alcuni casi in cui ce li aspetteremmo, ' y e 1 w mancano. La grafia più corta è chiamata grafia difettiva mentre quella più lunga è chiamata gra fìa piena. Si osservi che la sola distinzione tra le vocali trascritte come w, w; f, J e o, 6 è che la prima di ogni coppia è rappresentata nella scrittura da una mater lectionìs mentre la seconda non lo è. Piena Dipi yaqum □“H1 yàrtm 'i m gàdól
Difettiva np* yàqmn egli sorgerà □T yàrim egli solleverà *77* gàdól grande
(2) Una à finale non è sempre indicata da H h: es. ^ tekà (a te), ptìpfì tiktóbnà (essi scriveranno).
F o n e t ic a
(3)
27
X ’ in molti casi non viene pronunciato, ma è sempre parte integrante
dello spelling: WìCl rós (testa), NXB màsa(') (egli trovò). Non appartiene, tut tavia, alla categoria delle matres lectionis discusse sopra dal momento che il suo apparire è limitato principalmente a quelle parole le cui radici ricorrono altrove nella lingua con X ’ mantenuto nella pronuncia. Generalmente nella nostra traslitterazione abbiamo comunque indicato lo X ’ quiescente. A volte, al fine di una maggiore chiarezza, l’abbiamo collocato tra parentesi, come sopra in màsaC). I punti (2) e (3) saranno menzionati più avanti nella sezione che tratta le forme grammaticali in cui si trovano comunemente tali irregolarità. 9. Il Daghesh I Masoreti impiegano un punto dentro una lettera per indicare a. che la consonante in questione è una doppia: hammélek il re b. che, nel caso delle lettere ambigue n D D ì } quella col punto è l’occlusiva mentre quella senza punto fosse la corrispondente aspirata: 2 b o bb * gogg *7 d o dd c.
2 A 1
b g d
che una n finale è da considerarsi non una lettera vocalica ma una conso nante morfologicamente significativa. Si confronti malica(h)
una regina
malkàh
il suo (f.) re
naa bàndh rna gàbcf h
egli costruì alto
[H è una mater lectionis per la -à finale] [PI è parte del suffisso che signi fica “il suo (f.)”] [H è una mater lectionis] [n è una consonante radicale, che qui viene pronunciata]6
6 È dubbio che ad ogni n con mappiq sia da assegnarsi il valore consonantico di [h]. La distinzione tra [regina] e pd*?» [il suo (f.) re] era probabiUnente solo grafica e non fonologica.
28
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
Quando il punto indica il raddoppiamento, è chiamato daghesh forte. Quando indica, invece, la consonante occlusiva anziché quella aspirata, è chiamato daghesh lene (debole). Il solo uso del daghesh in cui è possibile una certa confusione è il caso delle lettere bdgadlopaL Tecnicamente dovremmo attenderci due daghesh quando questi rappresentano consonanti doppie, uno per mostrare il raddop piamento (daghesh forte) e uno per mostrare b e non b. Ma, dal momento che le aspirate segnalate da queste sei lettere non ricorrono mai raddoppiate, un secondo punto è superfluo e non viene mai scritto. 10.1 punti vocalici Seguendo la loro pronuncia tradizionale, i Masoreti aggiunsero punti voca lici al testo ebraico (vedi l’Introduzione). Poiché tali punti furono sovrascritti su un testo che aveva già un sistema rudimentale per indicare la vocalizza zione, cioè le matres lectionis, si creò un gran numero di combinazioni (da cui l’apparente complessità della nostra traslitterazione). La tabella che se gue mostra la forma dei segni vocalici e la loro posizione in relazione alle consonanti (qui 3 b e n h)\ Nome del segno
Ordinario
Con mater lectionis 'y
pàtah qàmes hireq sere SdgÒl hólem qibbus
5 3 3 2 3 3 2 T
ba bd o bo bi (o bt) bè be ho bù
—
—
r2 bà (raro) '2 bi '2 bé bè
1w —
—
—
—
T
—
—
—
—
nh (solo finale) —
n3 T
—
—
—
—
—
—
13 bd 13 bù
bah
-----
712 beh n:p beh n'3 bóh (raro) —
5 le vocali ridotte:
?
bd
0
ha
0 he
C 0l ho
Osservazioni: 1. Vengono usati i segni vocalici per ì e u nel caso di scritture difettive, in cui vengano significati f o u ma non siano presenti nel testo né y né w. La
F o n e t ic a
29
vocale ì (3) è chiamata sùreq. Si noti che le vocali ridotte à è ed ó sono rap presentate da una combinazione del segno che sta per s e quello della vocale non ridotta corrispondente. I nomi delle vocali ridotti sono sawà (il nostro Shewa), hàtep pàtah, hàtep sdgdl e hàtèp qàmes rispettivamente. 2. La distinzione tra o = à (qàmes) q o = o {qàmes hàjup) è solitamente chiara: 9 ~ o in sillabe chiuse non accentate (es. somri\ yosmad) e 9 = à in tutti gli altri casi. C'è ambiguità quando la consonante seguente è punteggiata con O: ad es., deve essere letto màhku o molimi Per risol vere simili ambiguità, viene usato il cosiddetto metheg (vedi §11). 3. Quando una consonante chiude una sillaba (eccetto che alla fine di una parola), i Masoreti vi collocano sotto il segno dello shewa: mal-ki (il mio re). Per lo studente principiante ciò costituisce uno dei problemi prin cipali nella lettura dell’ebraico: quando il segno Q rappresenta la vocale a e quando invece non rappresenta nulla (cioè segnala la fine di una sillaba)? La risposta a questa domanda non è semplice; infatti tra i grammatici ebraici tradizionali vi sono diverse scuole di pensiero. Non entreremo nella disputa, dal momento che è totalmente irrilevante per la comprensione della lingua e per la traduzione, ma adotteremo piuttosto le semplici convenzioni che se guono: (a) Quando due segni di shewa ricorrono sotto consonanti consecutive (eccetto che alla fine di parola), la prima ha valore zero (e segnala la chiu sura di una sillaba) mentre la secondà ha valore di 9\ yìsmdru
(non yisamru o yisamdru)
(b) Quando una sillaba precedente presenta una delle vocali lunghe (w/w, olà, ili, èie, e,a), il segno di shewa rappresenta a: lapin « la n t
huqdmu essi furono stabiliti bórdku essi furono benedetti ydstmakà egli ti porrà yèrddù essi scenderanno satdtàh ella bevve (vedi § 11)
Ma dopo qualsiasi altra vocale esso ha valore zero: sìmkà malkè yismorkà
il tuo nome re egli ti guarderà
30
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
Sotto la prima di due consonanti identiche il segno di shewa rappresenta sempre la vocale a, indipendentemente dal tipo di vocale presente nella sil laba precedente: sihlè
(non siile)
(c) Sotto la prima consonante di una parola il segno di shewa rappre senta sempre la vocale a: ÌT}
bdyàdó
nelle sue (m.) mani
[Le varie forme del numero due (f.) sono le uniche eccezioni: stàyìrn
sté\
4. La semivocale a (vedi §6) è rappresentata dal segno o, posizionato sotto la consonante gutturale finale ma pronunciato prima di essa: S9mda\ sàtnerh. Tale segno è tradizionalmente chiamatopàtah furtivum. 5. Il segno vocalico di hólem può coincidere con uno dei punti che di stinguono sin e sin; i testi stampati possono presentare variazioni. Es. naso’ (sollevare); $3 bós (vergognarsi). 6. La coincidenza di una mater lectionis *y e di uno ' y consonantico è frequente: rìHDJ nokìiyàh (potrebbe essere trascritto anche come nokriyyàh). 1. La consonante "] alla fine di parola presenta sempre un segno di shewa se non ha altra vocale; abbiamo di conseguenza làk (a te - f), ma ^*7 hkà (a te - m.). 8. Nella situazione piuttosto rara in cui una sillaba finale chiuda una parola con due consonanti, es. wayyébk (ed egli pianse), il segno di shewa è posizionato sotto entrambe le consonanti: 11. Il Metheg Il metheg è un piccolo tratto perpendicolare posizionato sotto la consonante e a sinistra del segno vocalico (se è presente). Esso serve a diversi scopi or tografici, dei quali i seguenti sono i più importanti: 1. Poiché le vocali à q è sono regolarmente sostituite da s in sillabe aperte che precedono di due o tre posizioni l’accento principale, il loro pre sentarsi in tali posizioni può essere considerato come anomalo. Esse sono segnalate di solito con un metheg:
F o n e t ic a
31
’DJN •
IT
'anóìd io béraktàni tu mi hai benedetto _
2. Di fatto, qualsiasi vocale lunga che ricorre due o tre sillabe prima dell’accento principale può essere marcata allo stesso modo, sebbene i di versi manoscritti non siano coerenti nel farlo. Si confronti yu^ìn hósa ' ■ ’SiPWill hósfent
•v
salva! salvami!
........
.
Quest’uso è particolarmente importante con la vocale 9 , che ha il valore di una o breve [0] in sillabe chiuse non accentate e di una a lunga nel resto dei casi. Il metheg è usato con 0 = à in qualsiasi posizione dubbia per assicurare la lettura corretta: ydbàrakéni egli mi benedirà (non ydborkéni). [Un altro espediente usato in una parola come quella appena vista per assicu rarne la corretta lettura è di punteggiare con Q piuttosto che O:
ydbàràkèni. Quest’uso di à al posto di a è irregolare, dal momento che la consonante sotto cui appare non è una gutturale.] 3. Le vocali brevi prima dell’accento principale ricorrono di solito in sillabe chiuse. In tuttiicasi in cui succede il contrario, la vocalepuò essere segnata con il metheg: ta ’àmdd ella starà in piedi ’oholó la sua (m.) tenda Quest’ultimo esempio, cono = o, sembrerebbe eliminare l’utilità del metheg, menzionata sopra, per distinguere tra i due valori di O. In realtà, ciò non ac cade spesso giacché il segno o = à solo di rado è seguito da Q = ó nella sil laba successiva, al posto del più comune Q = à: ad es. Ì1Q2 bdhàru (essi scel sero). 4. Il metheg con una vocale breve in quella che sembra essere una sìl laba chiusa indica che il raddoppiamento normale della consonante seguente è stato tralasciato: hamraggdlim (le spie) al posto di hammdraggdlim, In questo libro il metheg sarà usato sistematicamente solo con O per segnalare la distinzione tra il valore di o e di a. Di conseguenza
T
1
T
’àkdlàh ’oklàh —
ella mangiò cibo
32
I n t r o d u z io n e
a l l ' e b r a ic o b ib l ic o
Il metheg sarà usato anche in maniera sporadica per segnalare al lettore una divisione sillabica che altrimenti potrebbe sfuggirgli.
I n t r o d u z io n e a l l ’E b r a ic o B ib l ic o
L e z io n e 1
[Leggere i §§ 1-3 della sezione “Fonetica", pp, 15-19] 12.11 sostantivo: il genere Quasi tutti i sostantivi ebraici appartengono a una delle due categorie gram maticali chiamate generi: maschile e femminile. I sostantivi che denotano esseri animati hanno di solito il genere grammaticale corrispondente al ge nere naturale (sesso), ma in altri casi non c’è una chiara correlazione tra ge nere e significato. Per esempio "IH har (montagna) è maschile, mentre Hina gib 'ah (collina) è femminile. Ci sono poi alcune indicazioni formali del genere: i sostantivi che fini scono in -ah, -et, -ai sono quasi sempre femminili, come ad esempio
ns
malkàh bai
regina figlia
nttì
dà 'ai tip ’éret
conoscenza gloria
1 sostantivi che non presentano queste finali sono generalmente maschili, ma esistono importanti eccezioni, come ad esempio nK 'ében TV ‘ir 'éres
pietra (f.) città (f.) terra (f.)
ni
E necessario pertanto imparare il genere di ciascun sostantivo, dal momento che esso non può essere dedotto in maniera sicura dalla forma o dal signifi cato. Tutti i sostantivi che terminano in -ah, -et e -at e che vengono fomiti nei vocabolari delle lezioni, devono essere considerati come femminili, mentre tutti i vocaboli rimanenti come maschili, a meno che non sia indicato il contrario, Un elenco tipico si presenterà come segue n$N ’issah “IZH dàbàr
parola
7|“n
dérek
donna’éres terra (f.) via (m. o f.)
L’ultima voce significa che dérek può essere usato sia come maschile che come femminile; parole di questo tipo costituiscono una classe molto ri stretta.
I n t r o d u z io n e
36
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
13. Il numero In ebraico si distinguono tre categorie dì numero: singolare, duale e plurale. Mentre il duale e il plurale sono segnalati da desinenze particolari, non av viene così nel caso del singolare: Singolare 7J Di'1 13 113
Duale
yàd yóm ben bai
yàdàyim yomàyìm — —
Plurale rriT
yàdót yamim □^3 banìm niB bandi
mano giorno figlio figlia
Il duale ha un uso molto ristretto e viene usato soprattutto quando si riferisce a membra doppie del corpo umano (es, le mani) e per determinate espres sioni di tempo o numero, come “200”, “due volte” e “due anni”. Per dettagli, vedi sotto il §92. Il plurale è indicato dalle desinenze -im e -ót (o -of). Sfortunatamente, esso non viene sempre formato attraverso la semplice aggiunta di una dì queste desinenze al tema del singolare. In un gran numero di sostantivi av vengono cambiamenti nella forma del tema: mélek ’is QV yom
re uomo giorno
plurale:
□‘0 *7$ mslàktm ’ànàsim EPfò; yamim
L’unica osservazione generale da farsi riguardo alle desinenze plurali è che la maggior parte dei sostantivi femminili ha il plurale in -ót e la maggior parte dei sostantivi maschili in -im. Questa è solo un’indicazione ap prossimativa come appare evidente dalle eccezioni che seguono: nK n$N
’àb ’ìssàh
padre donna
plurale:
niHK ’àbót nasini
(maschile) (femminile)
Sì osservi che un sostantivo mantiene il suo genere indipendentemente dalle desinenze che presenta nel plurale. Nelle lezioni successive prenderemo in esame i più importanti tipi di sostantivi e le loro forme plurali. Per poterli usare negli esercizi verranno introdotte nel vocabolario le forme plurali di alcuni sostantivi molto frequenti (e spesso irregolari) prima che il tipo gene
37
L e z io n e 1
rale al quale appartengono venga studiato in dettaglio. È consigliabile impa rare queste forni e man mano che saranno presentate. 14. L’articolo determinativo L’articolo determinativo ebraico trova una stretta corrispondenza nell’uso e nel significato dell’articolo determinativo italiano. Nella sua forma di base l’articolo è ha- al quale si aggiunge il raddoppiamento della consonante che lo segue. L ’articolo viene prefìsso direttamente al sostantivo che intende de terminare: rpà bayit HJ7Ì nà 'ar itti mélek
una casa un giovane un re
fpàn habbàyit “lyan hannà ’ar hammélek
la casa il giovane il re
In ebraico non esiste l’articolo indeterminativo; bayit può essere tradotto come “casa” o “una casa”. Il sostantivo con l’articolo determinativo è usato anche per esprimere il vocativo: hammélek O re! 15. Preposizioni Da un punto di vista puramente formale, nella lingua ebraica troviamo tre tipi di preposizioni. a. Le preposizioni che si aggiungono direttamente alla parola che segue e sono scritte come parte di questa. A questa categoria appartengono ^ bd (in), ) fo (a) e 3 fo (come): mélek bdmélek
un re in un re
hmélek ^1*?^ kamélek
ad un re come un re
Quando un sostantivo è determinato per mezzo dell’articolo, queste tre preposizioni si combinano con l’articolo formando una singola sillaba che mantiene la stessa vocale dell’articolo: 7[^5
hammélek il re bammélek nel re
lammélek kammélek
al re come il re
b. Le preposizioni che si aggiungono alla parola che segue mediante un trattino chiamato maqqèp. A questa categoria appartengono ’el- (a, verso), "Vv 'al- (su, sopra), e min- (da):
I n t r o d u z io n e
38
rròn-^y
'al-habbàyit ’el-habbàyil rP?rn& min-habbàyit
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
sulla casa alla (verso la) casa dalla casa
Il maqqép indica che queste preposizioni sono proclitiche, cioè che non hanno un proprio accento ma sono pronunciate come prima sillaba dell’intero sintagma. c. Il terzo e più grande gruppo è formato da preposiziopi che vengono scritte come parole separate: rràrt ^ k □UH
’e?el habbàyit néged ha ’àm lìpnè hammélek
vicino (presso) la casa di fronte al popolo alla presenza del re
Esistono molte combinazioni appartenenti a questo tipo e verranno an notate nel vocabolario di ciascuna lezione. Le preposizioni del terzo gruppo possono essere occasionalmente unite alle parole che seguono col maqqèp. Questa pronuncia proclitica è dovuta a regole d'accento, piuttosto complicate, che non saranno trattate qui. Il lettore dovrà atte nersi agli esempi presenti negli esercizi; tali esempi metteranno in evi denza gli usi più comuni, 16. Frasi con predicati avverbiali In ebraico, un sostantivo e un sintagma preposizionale (o un avverbio di luogo) giustapposti costituiscono una proposizione. 1V33 ivfo
hannà ’ar babbàyit
II giovane è nella casa.
Tali frasi non contengono un preciso corrispondente del verbo “essere” ita liano e assumono il valore temporale determinato dal contesto in cui sono inserite. Le frasi isolate degli esercizi dovrebbero essere preferibilmente tra dotte in italiano con il presente indicativo. Il normale ordine delle parole è: soggetto (cioè sostantivo) - predicato (cioè sintagma preposizionale o avver bio). Un avverbio interrogativo, invece, come ad esempio ’ayyèh (dove?), si trova sempre all’inizio della frase: "Win 7\%
’ayyèh hannà 'ar
Dov’è il giovane?
39
L e z io n e 1
17. Vocabolario 1 Sostantivi:
iv i nà'ar IH zàqén
Preposizione:
A vverbi: Congiunzione :
bàyit nàhàr sàdeh Ttf dérek al ? ba ’ésel D# sàm ’ayyèh 1 wa
giovane, ragazzo, giovinetto; usato anche nel senso di domestico, servitore vecchio, anziano (di una città) casa fiume campo strada, via (m. o f.) su, sopra, contro, riguardo a, a causa di (vedi § 15a) in, con (nel senso di “per mezzo di”) vicino, accanto, presso lì, in quel posto dove? in quale posto? e [viene prefisso direttamente alla parola seguente: wahannà 'ar, e il giovane]
Esercizi (a) Dividi in sillabe ciascuna delle parole seguenti; mikkókabè samà 'ini dabàràw n r n waydabbaru biqqastìkà salósim yosmadu ìnSip? yittanéhu bàràkéni oynVrty sadótèkem ya 'amdù 'grnan higgadtàni ziqnéhem n rti wayyàmot (b) Traduci oralmente in ebraico: 1. una casa, la casa, nella casa, vicino la casa 2. un campo, in un campo, nel campo 3. una strada, su una strada, sulla strada 4. Dov’è il ragazzo? - il vecchio? - la casa? 5. Il ragazzo (il vecchio, la casa) è lì. 6. il vecchio e il ragazzo; la casa e il campo. (c) Traduci: 1. ’ayyeh hannà'ar? hannà'ar babbàyiL
.ivi? "IVin ."lV3n !TK
1
40
I n t r o d u z io n e
2. 3. 4. 5. 6.
’ayyèh hazzàqén? hazzàqén sam. ’ayyèh habbàyit? habbàyit ’ésel hannàhàr. hassàdeh ’ésel hannàhàr. hannà 'ar wdhazzàqén bassàdeh. ’ayyèh hazzàqén? hazzàqén 'al-haddérek
(d) Scrivi in ebraico: 1. La casa e il campo sono vicino al fiume. 2. Il giovane è sulla strada. 3. Dove sono il ragazzo e il vecchio? 4. Il ragazzo è nel campo. 5. Il fiume è vicino alla casa.
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
.nw ii>Tn .ii>Tn n>N 2 rran .rràn rrK 3 .*inan
rn&n lì?Tni nyin ì m *li?ID n »
4 5 6
L e z io n e 2
[Leggere i §§ 4-6 della sezione “Fonetica ”, pp. 19-23] 18. L’articolo determinativo (cont.) Davanti a parole che iniziano con una consonante gutturale (X\ 17', PI h, n h) o con la “1 r l’articolo determinativo ha una forma leggermente diversa da quella esposta nella lezione precedente. a. Davanti a K’ e 1 r l’articolo è Pi hà-
*
njn T
T
’is rà 'db ~
uomo
Iì^npì ha’is
l’uomo
carestia
HSHPì hard 'db
la carestia
•
T
T
T T
b. Davanti a V l’articolo di norma è n ha-, ma se V' è seguito da à non ac centata, l’articolo è T) heTS7 'ir d n y ’àrim *)Dy 'dpàr •
città TS?n w città (pi.) O'HVO he 'àrim polvere 1DUD he'àpàr *
r
la città le città la polvere
c. Davanti a PI h e n h l’articolo di norma è Pi ha- (senza raddoppiamento). Ma se PI h è seguita da à non accentata, o se n h è seguita da à accentata o non accentata, l’articolo è p hehèkàl héreb □DH hàkam V
M
T
T
onn • T
hdrim
palazzo spada un u omo saggio monti
3iqn
hahèkàl hahéreb hehàkàm
il palazzo la spada l’uomo saggio
□nw
heharim
i monti
Come già detto al §15a le preposizioni 3 bd,^ h e 3 kd sono aggiunte di rettamente al sostantivo cui si riferiscono. Davanti a un sostantivo con l ’articolo determinativo la consonante della preposizione sostituisce la h dell’articolo. La vocale dell’articolo, che cambia secondo le regole ap pena esposte, non è in alcun modo alterata da questa variazione:
42
I n t r o d u z io n e
IZ/'Kn ha‘is heharim
l’uomo V'ÌÒ la ’ìs le montagneD'H.n^ behàrim
a l l ’ e b r a ic o b ib l ic o
alPuomo nelle montagne
19.11 plurale dei sostantivi Si osservino i seguenti gruppi di sostantivi: a. b.
bdkòr hàlóm “137 dàbàr li?! zàqèn Dlpip mdqóm liD} T
plurale:
T
D'HlD} bdkórim ni»V?q ha lomot ddbàrim Q^i?ì zaqènim mdqòmòt ni
primogenito sogno parola vecchio luogo
Nel primo gruppo (a) i temi del singolare e del plurale sono identici, ma nel secondo gruppo (b) la a della prima sillaba è ridotta in a secondo il principio esposto al §5. Si noti che nel gruppo (a) la vocale della prima sillaba è già a (o un suo equivalente) al singolare; ne consegue che essa non può andare in contro ad ulteriori riduzioni vocaliche nel plurale. Un secondo tipo di sostantivo, molto frequente e composto da due sillabe, è rappresentato dal gruppo che segue:
rnf
mélek zébah séper nò 'ar , ’ébed
plurale:
nidlàkìm EPrQJ zdbàhìm o n w sspàrim cny} n
re sacrificio libro giovane servo
La forma singolare di questi sostantivi è caratterizzata dall’accento sulla pe nultima sillaba. Tutti i sostantivi di questo tipo seguono al plurale lo stesso schema, come illustrato sopra. Si noti come la variazione della vocale del singolare sia irrilevante per la vocalizzazione della forma plurale. Perché c’è una à nella prima sillaba di àbàdim? 20. Vocabolario 2 Sostantivi:
’is HWX ’issàh bàttim *7^ yéled upn
(pi. irreg. ’ànàsim) uomo, marito (pi. irreg. nasini) donna, moglie pi. irreg. di JV3 bayit, casa (pi. -im) ragazzo, bambino
L e z io n e 2
43
hèkal mélek tb “1DD sèper ’ébed Ty ir kìh hù' hV mi riis pòh ’époh
*73^ T
••
t/y
Pronomi:
*
A vverbi :
palazzo, tempio (pi. -im) re, governante (pi. -im) libro (pi. -im) servo, schiavo (pi. irreg. W,~\V ’àrim) città (f.) egli, esso (riferito a sostantivi maschili) ella, esso (riferito a sostantivi femminili) chi? (nessuna distinzione di genere) qui, in questo posto dove? (sinonimo di n*N ’ayyéh)
Esercizi (a) Fai precedere la preposizione te- (a) ai seguenti sostantivi e pronuncia la combinazione che ne risulta (§4): kdhèn kérem kéleb rnin tóràh UT13 paràs P&àT damméseq i n dòr péger irò
T T
(sacerdote) (vigna) (cane) (legge) (cavaliere) (Damasco) (generazione) (cadavere)
bàbel 113 bór nps baqàr g ir pésel dérek góral TS pikà T
(Babilonia) (buca, cisterna) (bestiame) (residente straniero) (idolo) (via) (sorte) (la tua bocca)
(b) Aggiungi la desinenza plurale richesta a ciascuno dei seguenti sostantivi secondo le regole esposte nei §§5-6: *71331 3irq N32Ì ^np T
t
T
ir
gabùl rahób sàhd ' qàhàl
{-im) (-a/) (-o/) {-im)
confine strada esercito assemblea
■QV anàn -ina nàhàr 1?# sàkèn u n hàsér T
T
** T
(-im) (-di) (-im) (-ót)
nube fiume vicino cortile
(c) Indica la forma corretta dell’articolo per i seguenti sostantivi: hàdàr 1DS7 ’àpàr □IH ’àdam 3 n rib T
T
Y
T
splendore polvere umanità lite
fàdàmàh 3*?n hàlàh na?n hokmàh bovi hékàl T
T
T
»
suolo latte sapienza —
44
In t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
(d) Costruisci i plurali dei sostantivi seguenti usando le desinenze indicate: péger séqel ">?i? qéber yéled 'ésem ’ében nà'ar nàhàr ijé
(-ini) (-ìm) {-itti) (-ini) (-ót) (~im) (~ìm) (-ó<)
cadavere shekel tomba — osso pietra — —
'ébed mélek “im TT da bar m zàqèn dérek VV népes héder =no héreb
(-ini) (-ini) (-im) (-ini) (-ini) (-01) (-im) (~ót)
— — — — anima camera spada
(e) Traduci oralmente in ebraico: 1. uomo, uomini, gli uomini, negli uomini 2. donna, donne, le donne, nelle donne 3. re, re (pi.), sui re 4. anziano, anziani, sugli anziani 5. casa, case, vicino le case 6. libro, libri, nei libri 7. città, città (pi.), nelle città traduci: 1. ha ’anàsim bà 'ir. 2. hannàstm babbàyìL 3. hammélek Wdhà 'àbàdim bahékàl. 4. hassdpàrim babbayit. 5. ’ayyéh hanns 'àrim? hanns 'àrim bassàdeh. 6. ’èpoh habbàttim? habbàttim bair. 7. ’épóh hanndharól? hanmhàról sàm. 8. he 'àrim sàm wdhaddérek pòh. (g) Scrìvi in ebraico: 1. Gli uomini e le donne sono nella città. 2. Il re è nel palazzo. 3. Le donne sono qui.
.TÌD .rràa o ^ iri
1 2 3 4 5
E rg ic i .rpàa □nopn o n «wTtn■ .onvan •TI** ir# ***• .rntya .Tua *T D*»nan • IT- .Durian *IT- nb^« 6 .Dtf T ninmn TI—.nl-inan TJ- nb’N •• 7 .nb n i * 10?
8
LEZIONE 2
4. Dove sono i giovani uomini e i servi? 5. I libri sono nella città. 6. Le città sono vicine ai fiumi.
L e z io n e 3
21. L’articolo determinativo (conclusione) Quando una parola inizia con le sillabe ya- o ma- l’articolo determinativo è solitamente n ha- senza il raddoppiamento:
*1^ □ ^l*?
ydladim yd*5r mdraggslim
haylàdim ntyn hay'ór D ^ljpn hamraggalim
i ragazzi il fiume, il Nilo le spie
Si noti come in queste parole raggiunta dell’articolo provoca la perdita di una sillaba nella pronuncia: hay-là-dlm e non ha-yd-là-dim. Si hanno delle eccezioni alla regola appena esposta quando la seconda sillaba del sostantivo inizia con il'o n /i: □Hin?
ydhùdim
□v7!in*ri hayyahudim
i giudei, i figli di Giuda
Diverse parole, quando accompagnate dall’articolo, presentano una forma leggermente diversa. Le seguenti sono le più importanti: ’ére$ har *am U gan par hag l1i*5 ’àrón n* in nv
hà’ares rm ITO hàhàr ayn hà 'ani haggàn w 1DH happàr hehàg m lliW hà ’àrón T
T
terra, paese montagna popolo, nazione giardino giovenco, toro festa, festività scatola, cassa, arca
Si noti che in “inn hàhàr la forma dell’articolo non segue le regole esposte nella lezione precedente. 22. Aggettivi Gli aggettivi concordano in numero e genere con i sostantivi cui si riferi scono. Diversamente dal caso dei sostantivi, però, in cui il genere non coin
I n t r o d u z io n e
48
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
cide necessariamente con la forma, la distinzione tra maschile e femminile nell’aggettivo è chiaramente e uniformemente segnalata: Singolare m.Diti toh f. roitt tóbàh
Plurale (buono)
M io niniu
tóbim tóbót
Gli aggettivi composti da due sillabe, con a nella prima sillaba, mostrano un cambiamento nel tema davanti alle desinenze del femminile singolare e del plurale (m. e f.). La a è sostituita da d (come descritto sopra nel §5): gàdól gddólim rf7Ì7} gsdólàhnftVT* gddólót QDp hàkdmCPaDt] hàkàmim HJDDp hàkàmah hàkamót Le forme di fttf? qàfon (piccolo) sono insolite per il fatto che il tema subisce un mutamento davanti alle desinenze: pi? n|Dp
qàtdn qstannàh
niHUj?
qstannim qstannót
Gli aggettivi monosillabici - un gruppo relativamente piccolo - mostrano le seguenti forme tipiche. Le regole che stanno alla base del cambiamento nel tema verranno discusse in una lezione successiva: rab mar v i ra' ry 'az bay *77 dal
rrn ma nin nry r?n rf?7 T
-
T T
r
t
t
—
T -
T
-
rabbàh mciràh rà'àh 'azzàh hayyàh dallàh
rabbini s n a màrim D^nt rà 'im 'azzim □^n hayyim 0^7 dallim • T
*
n is i nina niyn rwy nisn nf?7 r
r
rabbót màrót ra ó t *dzzót hayyót dallót
molto, molti amaro cattivo forte vivente povero
Gli aggettivi che terminano in -eh hanno le forme seguenti: H5? yàpeh qàseh
riD’ yàpah nW[? qàsàh
Q"’D^ yapim ETOj? qàsim
nlD^ yàpót qàsót
Altri tipi di aggettivi saranno commentati quando ricorreranno.
bello duro, difficile
L e z io n e 3
49
23. L’uso degli aggettivi Gli aggettivi svolgono due funzioni: attributiva e predicativa. Per attributivo s’intende un aggettivo che forma un sintagma con il sostantivo cui si riferi sce; questo sintagma, nel suo insieme, ha nella frase una funzione determi nata. Per esempio, in “io leggo un buon libro”, “buon” si riferisce a “libro” e il sintagma “un buon libro” è l’oggetto del verbo “leggo” In ebraico l’aggettivo attributivo segue il suo sostantivo e concorda con esso in genere e numero. Inoltre, se il sostantivo ha l’articolo determinativo, anche l’aggettivo sarà determinato mediante l’articolo. aiu urx aìton i^xn D'alt) calori n^iKri
'is tób ha ’is hattób ’ànàsim tóbim ha ’anàsim hatfóbim
un uomo buono l’uomo buono uomini buoni gli uomini buoni
naie n$x naiun n^xn niaiti wuìi niaitan
’issàh fóbah ha ’issàh hattóbàh nàsim tóbót hannàsim hatlóbót
una donna buona la donna buona donne buone le donne buone
'ir gddólàh ha 'ir haggddólàh 'àrim gddólót he 'àrim haggddólót
una città (f.) grande la grande città città grandi le città grandi
-
*
r
t
*
t
-
T
T
*
T
Ty n ^ n tvci onv n an y ^
Si presti attenzione al fatto che l’aggettivo concorda con il genere del sostantivo e non con le sue desinenze. La giustapposizione di un sostantivo e di un aggettivo privo dell’articolo costituisce di solito una predicazione, essendo considerato l’aggettivo come predicato e il sostantivo come soggetto. Nella funzione predicativa l’aggettivo può stare davanti o dopo il suo sostantivo soggetto. Si avrà allora concordanza nel numero e nel genere, ma l’aggettivo predicativo, per defini zione, non ha l’articolo determinativo:
■
aio
t
n1t} tób hà ’is ha ’ìs tób '
""
L’uomo è buono.
50
In t r o d u z io n e
n$xn m io Y T 1 nalO T
T
*
lobah ha issah ha issah tobah
T
D’U^xn D^iD •
t
”* T
•
*
T —
La donna e buona. '
tòbimhà ’ànàsim
Gli uomini sono buoni.
tóbót hannàsim
Le donne sono buone.
*
D’ttfan niDÌD
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
•
—
Una serie di aggettivi può svolgere Trina o l’altra funzione: niliUJm Tyn bà 'ir haggddólàh wshattóbàh La grande e buona città, rniu*] n*7Ì7} Tyn ^ *r g^dólàh W9tóbàh La città è grande e buona. Nell’uso predicativo un aggettivo può essere modificato da un sintagma pre posizionale: □ttV TV!? rQÌD tóbàh ha 'ir là 'àm
La città è buona per il popolo.
Quando il sostantivo con funzione di soggetto è indeterminato, cioè privo dell’articolo, sono possibili ambiguità: rnitt ntìpn
buona sapienza oppure La sapienza è buona.
I casi di questo tipo non sono molto comuni e di solito possono essere risolti grazie al contesto. Gli aggettivi possono essere usati come sostantivi (cioè in funzione di so stantivo) in due modi: (1) l’aggettivo, solitamente con l’articolo determina tivo, può significare “colui che è...”, DDpiri hehàkàm colui che è saggio, l’uomo saggio; (2) sia la forma maschile singolare che la forma femminile singolare di alcuni aggettivi possono essere usate come sostantivi astratti, “ciò che è ...”, come nel caso di inri hàra' o nel caso di Hinn hàrà'àh, cattiveria, malvagità. 24. Vocabolario 3 SOSTANTIVI:
*137 dàbàr
nsn rà 'àb ’éres nn har □S7 'am U Sarì T
T
(pi. -im) parola, affare, cosa, avvenimento carestia (pi. -ót) paese, terra (f.) montagna popolo, nazione giardino
L e z io n e 3
A ggettivi:
51
3 ÌD
TO
in
A vverbi:
ita ?
tób gàdól qàtòn yàpeh ra ' ms ’dd
buono grande, importante piccolo, giovane, poco importante bello, affascinante malvagio, cattivo, maligno molto, molti (segue l’aggettivo che modi fica, come in 3 ÌtO fób m a’dd, molto buono)
Esercizi (a) Indica tutte le quattro forme (m., f.; s., pi.) dei seguenti aggettivi: $i*7£ qàdós santo 733 kàbéd pesante pirn ràhóq lontano sàmè' assetato qàrób vicino sàlém integro, sano (b) Traduci oralmente in ebraico: 1. l’uomo buono, l’uomo piccolo, l’uomo cattivo 2. la città grande, la città piccola, la città cattiva 3. la donna bella, la donna piccola, la donna buona 4. un ragazzo buono, una città grande, un campo piccolo, una grande casa 5. nella città, nella grande città, vicino alla grande città 6. nel grande palazzo, vicino al grande fiume 7. città (pi.), le città, nelle città, nelle grandi città 8. uomini, gli uomini, gli uomini cattivi, negli uomini cattivi 9. donne, le donne, riguardo le donne cattive 10. paese, il paese, il grande paese (c) Traduci: 1. hà ’issàh rà 'àh ma ’dd 2. hu ' yàpeh, 3. hà ’is wdhà ’issàh yàpim md ’dd 4. ’ayyèh h à ’ànàsim hatfóbim? hà ’ànàsim hattóbim bà 'ir haqqatannàh. 5. ’èpdh hannà 'ar hàra '? hu ’ babbàyit haggàdól
,7‘n$ nv i rr ó n
1
.HD1 w n
2
.ita ? c d i n ^ x r n t z ^ n
3
V T
,a*>ràn
rpN
Ty:p Datori Eripjtfà I . n n "iv3n .*?mn rràa wn , i
-T
- - —
.4
4
52
In t r o d u z io n e
6. 7. 8. 9. 10. 11. 12;
‘ayyéh hammélek? h u' bahékàl haggàdól. mi tób? tóbàh hà ’issàh hayyàpàh. haddàbàr tób md ’dd. gàdól hàrà 'ab bà 'ir. hà 'àbàdim rà 'im md ’dd. hazzdqénim ’é$el habbàyit. he 'àrim haqqdtamót ’ésel hannàhàr haggàdól.
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
■ ^ 3 n»i?
6
.aito '’B .hd-ti n#Nn pqìd .ito zriD -n^n .t s g nv“in Viìa .ito? n^vi .iran n'i\pjri in |n niaDpn onyp .*?iìan
7
(d) Scrivi in ebraico: 1. Le donne sono molto belle. 2. La città è molto grande. 3. La casa è vicino a un piccolo campo. 4. Gli uomini e le donne sono sulla strada. 5. Le grandi case sono nella città. 6. Le donne sono malvagie. 7. L’affare è poco importante (lett. piccolo). 8. Il piccolo giardino è vicino la strada.
T T -
*
T
T
•
T
T
TT
T
T
8 9 10 11 12
L e z io n e 4
[Leggere il § 7 nella sezione “Fonetica”, pp. 23-25] 25. Sostantivi plurali (cout.) 1 sostantivi composti da due sillabe, la cui prima sillaba è chiusa o contiene un vocale immutabile lunga e la seconda sillaba è vocalizzata con à o e, for mano il loro plurale in due modi: la prima sillaba rimane immutata; nella se conda sillaba, invece, la è è ridotta in 9, mentre la à viene di solito mante nuta, I sostantivi seguenti illustrano i tipi più rilevanti: (a) sostantivi con la prima sillaba chiusa: mispàf m al’ak najfò mìzbtfh
plurale:
mispàtim m al’àkim nirpT» mizbahót
giudizio messaggero altare
(b) sostantivi con una vocale immutabile lunga nella prima sillaba: ’dyéb irp kóhèn DDÌ3 kókàb hékàl
plurale:CPT’N ’óydbim kóhànim tPnDto kókàbim hèkàltm
nemico sacerdote stella tempio
Una situazione particolare si riscontra in alcune parole, come ad esempio, "fiy 7wwér KD3 kissè ’
plurale:
D'H'IV 'iwrim nlNpS kìs’ót
cieco (agg.) trono
In questi casi, la consonante doppia del singolare è semplificata al plurale con il risultato della perdita di una sillaba: non abbiamo infatti né 'ìwwarim né kissd ’ót ma ’iwrim e kis ’ót. Le irregolarità di questo tipo verranno sempre segnalate nei vocabolari delle diverse lezioni. 26. Il Participio attivo In ebraico, tutte le forme verbali e la maggior parte dei sostantivi possono essere scomposte analiticamente in almeno due parti: una radice e un modulo vocalico formativo. Nel gruppo di parole ■qrD bàruk rm mdbàrék
benedetto (agg.) benedicente (verbo)
54
I n t r o d u z io n e
borale Tia bérék bdràkah
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
egli fu benedetto egli benedisse benedizione (sost.)
la sequenza di consonanti BRK porta con sé la nozione di “benedire”. Una sequenza di questo tipo è chiamata radice delle forme. Si noti che la radice è un’astrazione grammaticale da gruppi di parole e non viceversa; in altri ter mini, una radice non ha alcuna esistenza autonoma al di fuori della sua in corporazione nelle parole e dire che le parole derivano da una radice è in qualche modo fuorviante rispetto alla comprensione della natura della lin gua. Il modulo delle vocali collegato ad una parola data può avere o meno un significato proprio. Per esempio, dalla parola mélek (re), malkah (regina), malkut (regno), màlak (egli regnò), homlak (egli fu fatto regnare), ecc. pos siamo astrane una radice MLK che ha a che fare con le nozioni di “regnare” o “governare”. Nondimeno, dire che la parola mélek sia formata dalla radice MLK e da un modulo vocalico formativo e-e (che indicherebbe colui che compie ciò che viene specificato dalla radice) ha un fondamento piuttosto debole. Il modulo vocalico e-e non costituisce infatti uno schema regolare per la formazione di sostantivi d’agente. Ora però si consideri il seguente gruppo di parole: DrD kóteb yóseb TjVn hólèk 7T yòréd
scrivente che siede, seduto andante, che cammina che scende
Il modulo vocalico ò-è è uno schema consueto per la formazione del partici pio attivo nel caso delle radici composte da tre consonanti, come quelle ap pena illustrate. Tuttavia, mentre dal punto di vista analitico è sempre legit timo isolare radici e moduli formativi, bisogna essere sempre cauti nell’assegnare significati specifici a questi ultimi. Inizieremo lo studio del verbo ebraico con la forma del participio men zionata sopra. Per quel che concerne la sintassi e la flessione, il participio è come un aggettivo sotto quasi tutti gli aspetti: Singolare m. f.
yóseb yósébet
Plurale yósdbim nlnt^ yósdbót
che siede, seduto
55
L e z io n e 4
La prima vocale è immutabile lunga; la vocale della seconda sillaba è è e pertanto suscettibile di mutamento. Si osservi la forma femminile singolare con -et finale e il corrispondente cambiamento vocalico nella sillaba tema tica finale. Meno frequentemente si riscontra la forma na^'’ yóssbàh. Il participio può essere usato come attributivo, DJpn tó^xn ha ’is hakkòtèb
l’uomo scrivente o l’uomo che sta scrivendo
o predicativo, nn’3 tf^XH ha ’is kóteb
L’uomo sta scrivendo.
Questi due usi non si discostano in alcun modo dalla sintassi dell’aggettivo trattata nella lezione precedente. Il participio, sia come attributo che come predicato, indica di solito un’azione continuata, nel suo svolgersi, per cui viene meglio tradotto con tempi e forme che implicano una sfumatura progressiva: in italiano col parti cipio, col gerundio perifrastico o con forme equivalenti. Il tempo verbale, come nelle frasi aggettivali della lezione precedente, deve essere ricavato dal contesto. Le frasi participiali negli esercizi dovrebbero essere tradotte al pre sente o al futuro immediato (egli sta per...): 00*7 }T}Ì UTXH ha ’is noten léhem laddallàh L’uomo sta dando (sta per dare) del pane alla povera donna. 27. L’indicatore dell’oggetto diretto "J18 ’etQuando l’oggetto diretto di un verbo è un sostantivo determinato (cioè ha l’articolo determinativo) o è un nome proprio, è di solito preceduto dall’indicatore dell’oggetto diretto ’DX 'et- (o, senza maqqép, fiX ’èt): rninrrn$
tt^XH ha ’is sómér ’et-hattóràh L’uomo sta osservando la Legge. T ir nX nn'X DJm hà ’àm ’ohèb ’et-Dàwid Il popolo ama Davide. • T
V
«
T
T
—
“
Se invece l’oggetto è privo dell’art. determin., l’indicatore non viene usato: m i nris ttrxn T
T
••
*
T
hà ’is kótèb dàbàr L’uomo sta scrivendo una parola. “
“
L’indicatore può essere ripetuto davanti a ciascun membro di un oggetto diretto composto:
I n t r o d u z io n e
56
rnìflrrnK U'yjU} ni^D Tim
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
hà ’ànàsim somdrim ’et-hattóràh Wd *et-hammiswdt Gli uomini stanno osservando la Legge e icomandamenti.
28. Vocabolario 4 Sostantivi:
V erbi:
Preposizioni:
N03 arp Vdk irii TjVn
m -m
sopét mal ’àk kissè ’ kdtèb •dm nólèn holék yóseb et ’eth’el-
bd 'énè
(pi. -im) giudice (pi. -im) messaggero, angelo (pi. irreg. niKQS kis’óì) trono (ptc. att.) scrivere (ptc. att.) mangiare (ptc. att.) dare, collocare, posizionare (ptc. att.) andare, camminare (ptc. att.) sedere, risiedere, abitare indicatore dell’oggetto diretto (vedi §27) indicatore dell’oggetto diretto (vedi §27) a, per (in senso dativo); come su, verso (implica di solito movimento o attraversamento di spazio, ma spesso è sinonimo di h-) agli occhi di, ad opinione di, secondo, per quanto concerne
Esercizi (a) Costruisci il plurale dei seguenti sostantivi: “1DD sópèr {-‘im) i r ò mó 'ed {-im) miskàn (-im)
scriba tempo fissato tabernacolo
(b) Traduci oralmente in ebraico: 1. il giudice sta seduto 2. il re sta scrivendo 3. il ragazzo sta camminando 4. la donna sta dando 5. il messaggero sta andando 6. l’uomo sta dando
a» ic1?#
gcmnàb (-im) sulhàn (-ót) miqdàs (-im)
ladro tavolo santuario
L e z io n e 4
57
7. lo schiavo sta mangiando 8. la donna sta andando (c) Volgi al plurale ogni elemento deir esercizio precedente. Es.: i giudici sono seduti. (d) Trasforma gli elementi dell’esercizio (b) in locuzioni attributive (sostan tivo + ptc. in forma attributiva), come ne “il giudice (che è) seduto”. (e) Traduci: 1. hassópèt nótèn ’et-hasséper là ’ts. 2.
ha ’issah yosébei ws ’dkélet babbàyit. ha ’ànàsim hóhktm 'el-hahèkàl haggàdól.
3.
hammélekyóséb wdkótèb basséper. hammal ’àkim hótekfm ’el-hahékdl.
4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 1
1
.
12.
ra ' haddàbàr bd 'èné ha 'arri, hanm 'àrim hóhkim ’el-hannàhàr. hammélek yóséb 'al-hakkissé’ bahèkàl ha 'am yóséb bà ’ares haggddólàh. ha ’is Wdhà ’issàh yósdbim bà Ir hàrà 'ah.
npórrn^ )rìi ddwh
2 3 .Mu n ì? y n T ìi# .“1903 rupi 2^ ^ $ n
4
c r^ n o'ON'parf
5
.□yn T y a nrnn yn nnyjn
6 7
K03n“*7y
8
T -
T T
13.
hù 1kdtèb ’et-hadddbàrfm ’alhassèper.
14. 15.
’épóh yosdbót hannosim? tobim ha abadim bd ene hammélek , A l
7
— f
w T
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7*
I
f
A
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—
. n ^ n ri& ì y # ' QVO n$Nn 1
“in|n
9 10
.nym Tya D ^w n
11
tn ^ ri
12
T
hassdpstim hóhkim fel~hannàhàr. haylàdìm yósdbim ’ésel hannàhar haqqàtón.
1
TT
•
• P
i ?
T
n
□n^rt-riK nns «in .“i^érrVy .o^an nint^ n'D’w ^py:? Dnn^n a n io Ts tifo
13 14 15
58
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
(d) Scrivi in ebraico:
1. 2. 3. 4. 5. 6.
I ragazzi stanno andando alla città. Gli schiavi sono seduti vicino le case piccole. Il ragazzo sta dando il libro all’uomo, L ’uomo e la donna siedono nel giardino. Gli uomini stanno dando al re il piccolo campo e il giardino. Il popolo sta dimorando in una buona terra.
L e z io n e 5
[Leggere i §§ 8-9 nella sezione "Fonetica ”, pp. 25-28] 29. Le preposizioni 3 ba-,
kz-
La forma di queste tre preposizioni è determinata dalla prima consonante o sillaba della parola alla quale sono prefissate: a. Se il sostantivo comincia con la sillaba ' y9, le forme attese *beyd, *hyd e *loyd sono sostituite da bi, li e la:
•-
1
•— T
»
•
ydrusàlàim birusalàim lirusàlàim kirusàlàim
Gerusalemme in Gerusalemme a Gerusalemme come Gerusalemme
b. Se il sostantivo comincia con qualsiasi altra consonante seguita da d, le preposizioni assumono la vocale i\ sdmu ’èl bismù ’él lismu ’èl
Samuele in Samuele a Samuele come Samuele
Si noti che lo d del sostantivo cade nella pronuncia: si avrà così la silla bazione bis-mu- ’él, e non bì-sd-mu- ’él. c. Se il sostantivo comincia con una consonante gutturale seguita da una vocale ridotta (a, è o o), le preposizioni assumono la vocale breve corri spondente: hàlóm un sogno in un sogno nftpa bahàlóm a un sogno lahàlóm kahàlòm come un sogno ’émét verità in verità n $ P be ’émét a verità m i le ’émét come verità nftfcp ke ’émét
I n t r o d u z io n e
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rp]$
’Óniyàh bo ’óniyah
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
una nave m una nave, ecc.
d. Davanti a parole che hanno l’accento sulla prima sillaba (quindi soprat tutto davanti a parole monosillabiche) le preposizioni sono facoltativa mente vocalizzate con a. Esempi di queste forme piuttosto limitate sa ranno fatte notare quando ricorreranno. e.
Così come affermato in precedenza, queste tre preposizioni si possono combinare con l'articolo determinativo, che perde le sua PI h iniziale. La vocale dell’articolo rimane immutata.
f.
Al di là dei casi particolari esposti nei paragrafi precedenti, le preposi zioni ricorrono semplicemente come £ bd-, ^ ldkz>-\ -pya
30. La preposizione
bd 'ir kdmélek ld ’is
in una città come un re a un uomo
m in
a. Davanti all’articolo determinativo questa preposizione può avere sia la forma me-, unita direttamente alla parola che la segue, o p min-, che è congiunta di solito alla parola che la segue col maqqép: dal re min-hammélek o mèhammélek
T j^ rn a
b. Davanti a sostantivi che iniziano con una consonante gutturale o con r, la preposizione prende la forma di me- ed è unita direttamente alla pa rola che la segue; TV 'ir tt/NH rd(')s
una città una testa
Tllft me 'ir tiWlQ méróOs
da una città da una testa
c. Davanti a tutti gli altri sostantivi la forma è & mi + il raddoppiamento della prima consonante: mélek
un re
Tl’piftt mimmélek
da un re
L e z io n e 5
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La sequenza miyye- è comunemente contratta in mi-, come in rTJìnV? mihùdàh (per *miyy9htìdàh) da Giuda. 31. Il comparativo
,
Per esprimere il grado comparativo l’aggettivo non viene alterato nella sua forma. Viene usata, invece, la preposizione ìfp min davanti al sostantivo che funge da secondo termine di paragone, ivintt con tì^XH hà ’is hàkàm mèhannà ’ar L’uomo è più saggio del ragazzo. ------
T
T
•
T
*“
Sono possibili, ma non usuali, altri ordini di parole nella frase: HWXH HEP yàpàh hà ’issàh mèhanna 'àràh La donna è più bella della ragazza. La stessa costruzione può essere tradotta con “troppo.. .per...”. Es.: n i’tes?? n$i?
qàsàh hà ’àbódàh méhà ’is Il lavoro è troppo duro per l’uomo.
La scelta tra il comparativo e la traduzione “troppo...per” dipende da quale delle due forme sia in grado di rendere meglio il senso della frase. 32. Il pronome relativo
’àser
In ebraico, diversamente dall’italiano, il sintagma preposizionale non è posto di solito accanto al sostantivo cui si riferisce. Mentre noi possiamo dire “il libro sul tavolo” o “la fontana nel parco”, dove “sul tavolo” e “nel parco” si riferiscono rispettivamente a “libro” e ‘fontana”, in ebraico espressioni di questo tipo sono più frequentemente introdotte dalla parola “1$$ ’àser, che di norma equivale ai pronomi relativi italiani il quale, la quale e che, TV21 *■)$$ f 1X3
hà ’is ’àser bà 'ir Qyn hà 'àm ’àser bà ’àres
l’uomo nella città, o l’uomo che è nella città il popolo nel paese, o il popolo che è nel paese.
La parola 1$% ’àser non è condizionata dal genere o dal numero di quella che la precede:
I n t r o d u z io n e
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ha ‘m ah ’àser bahèkàl
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
la dolina nel tempio.
*1$$ ’àser non è normalmente impiegato davanti ad aggettivi o participi. Ne deriva che la proposizione italiana “l'uomo che è saggio” venga resa come Qpnn W-Wn hà ’is hehàkàm (usando semplicemente l’aggettivo in forma attributiva), o solamente con DDH^i hehàkàm. E ancora - per indicare un altro esempio - “L 'uomo che è seduto” è UWtiT! hà ’is hayyoséb. Il participio può essere usato da solo, anche senza l’articolo determinativo, come equi valente delPitaliano uno che, qualcuno che, chiunque, egli che: T^'n holék be ’émèi
colui che (o chiunque) cammina nella verità
33. Vocabolario 5 S ostantivi;
3HT zahab hokmàh HO? késep r r à y 'àbódàh r t
ITO v
A ggettivi:
.<
1?: p' w
n?i? yun N omi Propri:
A ltro :
TB
'ésàh yàqàr yàsàr saddìq qàseh rasa' Dàwlcj Samu ’èl Ydrusàlàim
min-
’àser
oro sapienza argento, denaro lavoro, compito, schiavitù (cfr. •ébed) consiglio, avvertimento prezioso integro, retto giusto difficile, duro, severo malvagio, empio, criminale Davide Samuele Gerusalemme [Si noti che nella sillabazione ebraica manca il secondo 1 y. Ciò potrebbe indicare un’antica variante dialettale di pronuncia: Yarusàlèm] (prep.) da; usato anche come partitivo: mèhà’ànàsim, alcuni degli uomini. (pronome relativo) il quale, la quale, che
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LEZIONE 5
Esercizi (a) Preponi la preposizione 2 bd- alle seguenti parole; prima poi con l’articolo. Esempio: késep, bdkésep, bakkésep. mdlàkìm rid 'artm DH3Ì7 'àbàdim o m o hàdàrim D“ny 'àrtm ’àdàmàh ydìàdim rnft ’óniyàh QpTf ddràkim ■T
senza l’articolo,
(camere) (suolo) (nave)
(b) Traduci oralmente in ebraico le seguenti espressioni. Usa l’aggettivo nella forma singolare maschile: 1. migliore del ragazzo 2. più grande della casa 3. più grande del fiume 4. più piccolo di un campo 5- peggiore degli uomini 6. più preziosi dell’oro 7. più giusto del re (c) Traduci oralmente in ebraico le seguenti espressioni. Trasformale poi in sintagmi che usino ’aser. Esempio: La città è nel paese
1. 2. 3. 4. 5.
—> la città che è nel paese
Il ragazzo è nel campo grande. Le parole sono nel libro. La donna è sulla strada. L ’oro è nel tempio. L ’argento è nella casa.
(d) Traduci: 1. ydqàràh hohnàh mizzàhàb. 2. qàsàh hà 'àbòdàh méhà ’ànàsim. 3. yasàrim hà ‘àbàdtm mehammdlalani.
.nn-TS Httpn mj??
1
IT7Ì!l^n ' 2 .D'OCHE CT“l$? 3
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I n t r o d u z io n e
4. 5.
Dàwid yàsàr md 'od. hù ' nótèn hokmàh lammélek hayyóséb ’al-hakkissè ’. 6. r à fim hadddbàrim ’àser basséper. 7. tóbah lióbnàh mikkésep. 8. yssàrim hà ’ànàsim. 9. Dàwìd wdhà ’ànàsim ydssbim birùsàlàim. 10. mi ?addiq missdmù ’èl? 11. hà ’èsàh rà 'ah md ’dd. , 12. ’ayyèh haysàrim wdhassaddiqim?
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
.7X& ^ Ì 1Ì t?.$? n?DDn irù m I
.-idó5
T
T
• T
n n ^ n nnn n ^ n rniu .e tta r i in *— T
.c p ^ n i
4 5 6 7 .8 9
»
n n nvvs nsN
(e) Scrivi in ebraico: 1. Il re sta dando Toro e l’argento agli uomini che sono nel palazzo. 2. La sapienza è più preziosa dell’argento (traduci senza articoli). 3. Sono molto cattivi i messaggeri in Gerusalemme. 4. Samuele e Davide sono retti e giusti. 5. Il lavoro è troppo difficile per il ragazzo. 6. Il campo è più grande del giardino vicino alla casa. 7. I giudici sono più malvagi dei re.
10 11 12
L e z io n e 6
[Leggere il § 10 nella sezione “Fonetica ”, pp. 28-30] 34. Sostantivi plurali (cont.) Dal punto di vista dei cambiamenti del tema, i sostantivi monosillabici si di vidono al plurale in due tipi: (a) quelli senza cambiamento, e (b) quelli che hanno un raddoppiamento della consonante finale: V A
Tt p sir DÌO sus nix ’ót Dì dàm T
n ay ro pn
'ès 'am hès hóq
v a
sirim D’QÌO susim niniN ’ótót dàmun 'ésim 'ammim crsn hissim D'IPt! huqqim
n'yu?
*
T
canzone cavallo segno sangue albero popolo freccia statuto
Si presti attenzione ai seguenti particolari: (1) I sostantivi con le vocali tematiche w, i, ó e di solito anche quelli con à non alterano il tema davanti alla desinenza plurale. (2) I sostantivi con la vocale tematica è si comportano in uno di questi due modi: a. il tema resta immutato, come in 'és - 'ésim b. la consonante finale del tema viene raddoppiata ed è viene sosti tuita da i, come in hès - hissim. (3) I sostantivi in a sono simili a quelli precedenti: a. quando la consonante finale del tema è una gutturale o r, la vo cale tematica è “allungata” in à, come in har - hàrìm b. altrimenti la consonante finale del tema è raddoppiata e la vocale tematica rimane la stessa, come in 'am - "ammim. (4) I sostantivi con la vocale tematica 6 seguono solitamente il modello di hóq - huqqim. Spesso, comunque, 6 costituisce una scrittura difettiva di <5, e per questa ragione si deve prestare attenzione a non confondere il tipo di hóq con il tipo di 'ót nel gruppo (a).
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I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
I plurali che si comportante in maniera anomala a causa di varie irregola rità o di deviazioni minori non prevedibili saranno indicati di volta in volta nel vocabolorio di ciascuna lezione. I seguenti sostantivi sono irregolari per il fatto che i temi plurali non si conformano ai tipi indicati sopra: testa giórno figlio città uomo
m i ró(')s dV’ yóm ben tA TV ir IS
plurale:
CPMq rà(')sim yàmim banim D’33 • ’àrìm ani? • f anasim 0^3 • T
t
T
w
— vy*
35. Participi (cont.) Se la seconda o la terza consonante di una radice verbale è una gutturale (N V Hh, n h) le forme del participio appaiono leggermente modificate. Quando la seconda consonante è una gutturale, abbiamo a al posto di b nel tema del plurale: py'S so ’éq nì?y!£ so 'éqet
so 'àqim só'aqót
che grida (lett, gridante)
Quando la terza consonante è V ' o n h, il femminile singolare ha a al posto di e nelle ultime due sillabe: rn:n bor^h nrn’3 boràhat
D‘,n”l’3 bordhìm nìni'3 bòrdhót
che fugge (lett. fuggente)
Quando la terza consonante è K’, la quale non viene pronunciata quando chiude una sillaba, il femminile singolare presenta è: *HP gòre' n*n‘p qóré(')t
□‘’N’IP qòrd ’im rriN“|'p qors 'ót
che chiama (lett. chiamante)
36. Vocabolario 6 S o sta n tiv i:
*?ip gol
es D15 kérem
(pi. -ót) voce, suono; bdqól gàdóh ad alta voce, a gran voce (pi. ’èsim) albero, legno (pi. -im) vigna
67
L e z io n e 6
V erbi:
Altro :
py'ìf só 'è# nVw sole’h yt ì nòli? * yds’e ' nné tàhat ■>3 la ai
rab
(ptc. att.) gridare (nell’angoscia) (ptc. att.) inviare (ptc. att.) piantare (ptc. att.) partire, uscire (prep.) sotto; al posto di (cong.) perché, poiché, a causa di; che (agg.) molto, molti, numeroso (forme in § 22)
Esercizi (a) Traduci oralmente in ebraico: 1. L’uomo anziano sta andando via. 2. La donna sta piantando. 3. Il giudice sta inviando. 4. Il popolo sta gridando. 5. Il servo sta andando via. (b) Volgi al plurale ciascuna delle frasi dell’esercizio (a). (c) Traduci: 1. hi3’ànàsim nótd 'im rèsim rabbim 'al-hàhàr.
ì .in .r^ y n^ai T
2. 3.
hannà 'arydsèb tàhat hà ’és ’àser baggàn. gddólim h à 'èsim ’àser behàrim méhà 'èsim ’àser ’ésel hannàhàr.
T
rvn nné
-
*
-
iy|n
2
-ÌW 3
c ra n ."inan T T ”
4.
'ammim rabbim yósdbim bà ’ares ki hà ’àres tóbah ma ’dd,
dw
5.
hà fàm sd ’àqim baqól gàdól ki qàsàh ma ’dd hà 'àbódàh.
.■ma naitj f1KH *>:>Vn$ Vipa d$»s?x ay? .n in y n ì 'nq nwp
6. 7.
miyósè *mìn-hà 'ir hàrà ’àh? rà 'im hadddbàrim bd ’ènè hammélek hayyàsàr.
.nyin t v it i ?? ^ ti’póo ’T»? □na^n e v i .it^ n
4 5 6
7
I n t r o d u z io n e
8. 9,
hà ’issàh yósè(’) t mèhabbàyìt. hà 'àbàdim nòta 'im kérem qàtón ’èsel hassàdeh.
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
.rrsna m p nttfan Ib i? D i i
8 9
.niton
Scrivi in ebraico: 1. Il re sta inviando i messaggeri al giudice che è in città. 2. Il popolo sta andando via da Gerusalemme perché la carestia è molto grande, 3. Chi sta gridandando nella casa? 4. La vigna e il giardino sono vicino alla casa. 5. Egli è seduto sotto un grande albero. 6. Gli uomini sono buoni, ma i servi sono cattivi. 7. I servi sono migliori dei messaggeri.
L e z io n e 7
[Leggere il § 11 nella sezione “Fonetica", pp, 30-32] 37. Predicato di esistenza Al fine di asserire che qualcosa esiste la lingua ebraica impiega la particella yés, comunemente tradotta con “c’è (ci sono)”. tt/*’** W W
yés ’is yés ’issàh yès ’ànàsim
C’è un uomo. C’è una donna. Ci sono degli uomini.
In questa parola non avviene alcun cambiamento in relazione al numero o genere dell’oggetto predicato. La particella negativa fN *èn esprime invece la non-esistenza: Non c’è alcun uomo. Non c’è alcuna donna.
| • ^ V' — I
issah
Questo tipo di frase compare frequentemente per esprimere il possesso: *103 l’S ’èn la ’is késep nWN1? yès ’is là ’issàh T
'
T
•
«
^
L’uomo non ha argento. La donna ha un marito.
Nelle lezioni precedenti abbiamo trattato le frasi con un predicato avver biale. Tutti gli esempi usati, sia nelle lezioni che negli esercizi, avevano come soggetto sostantivi determinati. Una frase di questo genere ma con soggetto indeterminato, come “Un uomo è nella casa”, è virtualmente equi valente a quella che esprime esistenza “C’è un uomo nella casa”. Di conse guenza, le frasi che esprimono esistenza e quelle che hanno predicati avver biali risultano a volte identiche: sogg. deter. sogg. indeter.
rpÌ3 UPNri hà’is babbàyit rpà2 ^ yés ’is babbàyit
sogg. indeter.
ivàll
T*K
en ’is babbàyit
L’uomo è... Un uomo è... C’è un uomo... Nessun uomo è.,. Non c’è alcun uomo...
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I n t r o d u z io n e
38. Le preposizioni
fo-,
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
b - e Tlfc? 'et- con i suffissi pronominali
Quando è l’oggetto di una preposizione, il pronome personale viene aggiunto come suffisso direttamente alla preposizione: *? li hkà làk i1? lo rò làh T
a me a te (m.) a te (f.) a lui a lei
lanù lakém n?1? làkén lahém in> làhén
a noi a voi (m.) a voi (f.)] ad essi, a loro (m.) ad esse a loro (f.)
Qui, come altrove nella lingua ebraica, esiste una distinzione per genere nella seconda e nella terza persona. Ci sono pertanto due pronomi ebraici corrispondenti all’italiano “te”, due pronomi ebraici corrispondenti all’italiano “voi” e due pronomi ebraici corrispondenti airitaliano “loro”. La preposizione ? bs con i suffissi pronominali si presenta analogamente alla precedente. Nel caso della 3a persona plurale viene anche usata la forma alternativa 03 barn per 003 bahém. I pronomi che svolgono la funzione di complemento oggetto di un verbo possono ricorrere come suffissi aggiunti alPindicatore deH’oggetto diretto, nel modo che segue: oti ’òtdkà ■qn'K ’Ótàk inX ’ótó ’ótàh T
me te (m.) te (f.) lui, lo lei, la
urto T
nm um T
’ótànu ’etkem ’etken ’ótàm ’dtàn
noi, ci voi, vi (m.) voi, vi (f.)] loro, li (m.) loro, le (f.)
Le forme delia 3a persona plurale ricorrono anche come ’ethen. Ecco alcuni esempi di utilizzo: Dfl'p I}1? in‘3 ti'ìl'n
’ethem e
ha ’is nótèn lànu léhem L’uomo ci sta dando del pane. ’pK ’èn li késep Non ho argento, ìftìj DI# yés lahem mélek Essi hanno un re. T y T 1^ onx hammélek s5li?h ’òtàm fel-ha Ir Il re li sta mandando alla città.
71
L e z io n e 7
39. Vocabolario 7 só(')n
SOSTANTIVI: "li??
V erbi: A ggettivi:
Tf *
T
PARTICELLE: rx
bàqàr gàmàl léhem yòréd 'àsir dal yès en #
(senza pi.) termine collettivo per bestiame piccolo (pecore e capre) (senza pi.) termine collettivo per bestiame grosso (tori, giovenchi, mucche, ecc.) (pi. irreg. gomallim) cammello (senza pi.) pane, cibo (ptc. att.) scendere, discendere ricco povero c ’è, ci sono non c’è, non ci sono
Esercizi (a) Traduci oralmente in ebraico: 1. Io ho un/una_____________ . (casa, giardino, campo, vigna) 2. Ella non h a ______________(marito, schiavi, denaro, libri) 3. Non abbiamo____________ . (re, giudice, città, cammelli) 4. L ’uomo non ha moglie. 5. Essi hanno_________ . (bestiame piccolo, cammelli, oro, argento) 6. Non ci sono alberi sulla montagna. 7. Ci sono molte case nella città 8. Ci sono molti messaggeri qui. 9. Egli ci sta inviando. 10. Egli sta scrivendo a noi. 11. Egli cì sta dando del pane. 12. Egli sta abitando in esso. 13. Ella li sta inviando. 14. Ella lo sta piantando per loro. (b) Traduci: ’èn ’isyósèb 'al-hakkissé 1. yès sèper sàm. 2. 3. ’èn sópétyàsàr bà 'ir. 4. hammal ’àkim yóradim mèhàhàr ki ’èn làhem léhem sàm.
.Koarr1™ 3 # ,>tfnjt *px . m i 5p w .TV3 "IttT DDW*pX ^ “inna n 'i y .□tf ujf? nd) r«
1 2 3 4
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I n t r o d u z io n e
5.
hà 'àsirim notemm léhem laddallim hayyosdbim sàm. 6. hà ’ànàsim yósd ’im min-hà 'ir wdhóldkim 'el-hàhàr. I. hannàsim yòsd 'ót mèhà 'ir wDyórBdót \el-hannàhàr. 8 . yès lànu bàyit gàdól wzgan qàfdn, 9. mi hà ’ànàsim hahóhkim 'el-hà'ir? 10. haylàdim yosdbim ws ’oksHm bakkérem. II. hu’ ’àsir ma ’òd; yès lo késep wdzàhàb.
a l l ’ e b r a ic o b ib l ic o
no1? D^rù .d$ n ^ n T y n -p d^ ' 1 D ^ n n ìx p .Ibi? )ì ) □r?ynn
n iìtl rrè u 1? w
q’^ k i n 'ytf' o n > n .D*tèa ‘ò w .ixq tuty.w n
5 6 7 8 9 10 il
(c) Scrivi in ebraico; 1. Il re non ha città e non ha terra. 2. Dove siedono e mangiano i giovani? 3. I ricchi hanno pane ma i poveri non hanno pane. 4. I poveri stanno gridando perché non hanno cibo. 5. I giudici stanno inviando al re i libri, perché in essi ci sono molte cose buone. 6. Il re mi sta inviando al giudice perché ha un problema (=cosa) diffi cile. 7. Qui ci sono molti cammelli.
L e z io n e 8
40. Aggettivi e pronomi dimostrativi Singolare m. f.
ni zeh rm? zó(')t
m. f.
m
hu hi*
Plurale
questo questa
’élleh
questi/queste
quello quella
hèm hénnàh
quelli quelle
nan T
I dimostrativi hanno un uso analogo a quello dell’aggettivo. n-jn irò n ntfrn nwKn
ha ’is hazzeh h à ’issàh hazzó(')t hà ’ànàsim hà ’élleh hannàsim hà ’élleh
quest’uomo questa donna questi uomini queste donne
wnn K’nn n^Kri dnn nan;i D’r à
hà ’ts hahu ' h à ’issàh hahi’ hà ’ànàsim hàhém hannàsim hàhénnàh
quell’uomo quella donna quegli uomini quelle donne
-
T
■ T
In una serie di aggettivi, i dimostrativi si posizionano per ultimi; njn S t a fiNTH naitin ri$xn
hà ’is hattób hazzeh h à’issàh hattóbàhhazzò(’)t
questo buon uomo questa buona donna
La forma senza l’articolo ha lo status di pronome (si confronti quest’uso con quello dell’aggettivo predicativo): n| zeh h à ’is nWKH DN'T zóC)t hà ’issàh ’élleh hadddbàrfm
Questo è l’uomo. Questa è la donna. Queste sono le parole.
Si noti la concordanza in genere e numero, come nel caso dell’aggettivo.
74
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
41. Participi (cont.) Singolare m. f.
Plurale
n£l bdneh HÌa bònah bóniyàh)
EH'a bònìm ni 32 bónót
La H h finale della forma H32 bòneh è una mater lectionis per la vocale fi nale, non una terza consonante radicale. La radice, in questa classe di verbi, deve essere considerata di forma variabile, a volte BN-, a volte BNY. Si os servi che il femminile ha due forme nel singolare; l’una o l’altra possono es sere usate ma bóniyah è piuttosto rara. 42. Vocabolario 8 SOSTANTIVI:n ra
binali p i i sédeq m es X’g j nàbV VERBI:nla bòneh n^y ‘òleh nòpel T
•
intelligenza, intuito giustizia (cfr. saddiq) (senza plurale) fuoco (f.) (pi. -im) profeta (ptc. att.) costruire, edificare (ptc. att.) ascendere, salire, andar su (ptc. att.) cadere
Esercizi (a) Traduci oralmente in ebraico: 1. questa carestia 2. queste case 3. quella città 4. questo denaro 5. quel lavoto
6. 7. 8. 9.
questo consiglio queste città queste montagne quei popoli
(b) Trasforma le espressioni dell’esercizio (a) in frasi complete, secondo il modello: questa carestia —>Questa è la carestia. (c) Traduci: 1. dal hannàbi’ hazzeh wd ’én lo léhem. 2, h à ’ànasim h a ’élleh'òlim ’el-heharim.
.Qlj*? i1? ■pX’] n-JH D^y n’jxn .□ 'H nrr^
1 2
75
LEZIONE 8
3. 4. 5. 6. 7. 8. 9.
hantidbi’im haysàrim hóhkim bafédeq. binàh wdhokmàh tóbót mizzàhàb. hà’és nópélet 'al-habbàyit ’àser ’ésel hahèkàl. hà ’ànàsim bónim bayit gàdól bà 'ir hahi\ ra 'im hà 'àm ki ’èn làhem binàh hu ’sóle’h lànu nàbi’ saddiq. ’èn mélek birusàlàim.
□■gyn □,n ^ n Daziari
3
.anta ninìu r r o ni n rs
4 5
T
*•
—
y
**
Tya .nra uri) r? nyn a r n .p’ìx 10:13 v'ì nVw mn
(d) Scrivi in ebraico: 1. Questi cammelli sono miei (lett. a me) e quei cammelli sono tuoi. 2. Non hai intelligenza. 3. Egli sta salendo verso il bestiame che è sulle montagne. 4. Ella sta cadendo. 5. I ragazzi stanno costruendo una piccola casa vicino al giardino. 6. Il popolo abita (ptc.) in questa terra perché è grande e bella. 7. Egli sta dando fuoco alla città malvagia.
6 7 8 9
L e z io n e 9 43. Il perfetto di 3D3 kàtab Per ogni verbo ebraico esistono due flessioni verbali complete per persona, genere e numero. La prima, chiamata perfetto, è formata aggiungendo i suf fissi pronominali a un tema relativamente stabile, come illustrato qui sotto ana kàtab ■ ’npna kàtàbti
egli scrisse io scrissi.
Nella seconda flessione, chiamata imperfetto, viene usato un tema differente e persona, numero e genere vengono contrassegnati da particelle sìa prefisse che suffisse, come in arp? yìktòb nprori tiktóbnàh
egli scriverà esse scriveranno.
Cominceremo lo studio del verbo con il perfetto, la cui flessione completa è la seguente: ana -
T
w S? w ? ’npna lana r it
tw ? ra w upna
kàtab kàtdbàh kàtàbtà kàtabt kàtàbti
egli scrisse ella scrisse tu (m.) scrivesti tu (f.) scrivesti io scrissi
kàtdbù kdtabtem kdtabten kàtàbnù
essi scrissero voi (m.) scriveste voi (f.) scriveste noi scrivemmo
Si presti attenzione ai seguenti particolari: (1) In ebraico, l’ordine tradizionale di un paradigma verbale comincia con la terza persona e procede fino alla prima. (2) Nel perfetto, c’è una distinzione per genere nella forma della seconda e della terza persona del singolare e della secona persona plurale. Le altre forme, inclusa la prima persona singolare e la prima persona plurale, non distinguono il genere del soggetto. (3) Le desinenze nel paradigma dato sono comuni per quasi tutti i verbi della lingua ebraica. Si noteranno molte variazioni nei temi dei vari tipi
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a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
di verbi ma le desinenze in se stesse rimangono abbastanza costanti. La 2a persona maschile singolare ricorre anche con una mater lectionis fi nale: HFgri-i katàbtàh. (4) Il tema del verbo kàtab cambia in accordo con la forma della desinenza che viene aggiunta: a.
Davanti alle desinenze non accentate -tà, -/, -ti e -nù il tema rimane lo stesso come nella terza persona maschile singolare.
b. L’aggiunta delle desinenze -ah e -u, entrambe accentate e compo ste da una vocale, rende aperta la sillaba finale del tema. Davanti a queste desinenze la seconda vocale tematica è regolarmente sosti tuita da (ridotta in) a. c.
Le desinenze -lem e -ten sono sempre accentate. Poiché esse ini ziano con una consonante, la seconda sillaba del tema rimane chiusa e immutata. La prima vocale tematica, se è in una sillaba aperta come nel paradigma che stiamo prendendo in considera zione, è ridotta in a.
(5) Quando la consonante finale della radice è identica a quella con cui comincia la desinenza, si scrive solo una lettera, ma con il daghesh forte\ di conseguenza, da rn s (egli tagliò) otteniamo '’l r ò kàràtti (io tagliai) e da (egli si stabilì) otteniamo 135$ sàkànnu (noi ci stabilimmo). I verbi le cui radici contengono una consonante gutturale, o quelli le cui radici hanno altre peculiarità fonologiche, come nel caso di bóneh, si disco stano dal paradigma dato sopra e saranno trattati nelle lezioni successive. I verbi che hanno radici prive di particolari caratteristiche fonologiche sono a volte chiamati verbi triconsonantici forti o regolari. 44. Il significato del perfetto Vedremo nel corso di questo libro che la traduzione dei tempi ebraici di pende largamente dal tipo di frase o di proposizione in cui il verbo è usato. Nelle frasi isolate degli esercizi di queste lezioni si danno solo due o tre pos sibili traduzioni del perfetto: (1) Tutti i verbi al perfetto, indipendentemente dal loro significato, possono essere tradotti con il passato remoto italiano (“io scrissi”) o con il pas sato prossimo (“io ho scritto”).
LEZIONE 9
79
(2) Tutti i verbi al perfetto che indicano una percezione, un atteggiamento o una disposizione del soggetto verso un oggetto (piuttosto che un’azione diretta eseguita sull’oggetto) possono essere tradotti con il presente indi cativo: ■ ’rgrm •>riyr
’àhàbti yàda'ti
io amo (o, come sopra, io amai, io ho amato) io so (o io seppi, io ho saputo).
(3) Tutti i verbi al perfetto che indicano stati mentali o fìsici del soggetto, e che di conseguenza non hanno un oggetto diretto, possono essere tradotti con un predicato nominale al presente indicativo (“essere” + aggettivo): zàqànti
io sono vecchio (o io sono invecchiato).
(4) Frequentemente in poesia e nelle espressioni proverbiali (ma più rara mente in prosa) il perfetto è usato per esprimere un’attività abituale senza uno specifico valore temporale. Questo tipo d’uso è tradotto gene ralmente in italiano con il presente (“io scrivo”). 45. L’ordine delle parole nella frase verbale Nella frase verbale, il verbo è collocato di solito al primo posto, seguito dal soggetto, dal complemento oggetto e da vari elementi avverbiali. “DT zàkar hà ’is ’iet-hadddbàrim L’uomo ricordò le parole. "l^è? ■'QìrrnN! W'Wn urD kàtab hà’is ’et-haddàbàr basséper L’uomo scrìsse le parole nel libro. Non è inusuale trovare il soggetto o qualche altro elemento prima del verbo, ma un tale ordine nella frase è spesso condizionato da relazioni specifiche tra proposizioni diverse (di cui si tratterà in seguito) o da enfasi posta sull’ele mento che è posizionato per primo. Il verbo concorda in persona, numero e genere con il suo soggetto. I sog getti pronominali sono implicati dalla stessa forma verbale. “DT zàkar ’et-hadddbàrim Egli ricordò le parole. n*pT zàfaràh ’et-hadddbàrim Ella ricordò le parole, rttiwn rnDT zàksràh ha ’issàh ’et-hadddbàrim La donna ricordò le parole.
I n t r o d u z io n e
80
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
Nel caso di complementi oggetto determinati si usa la particella ’et-, come spiegato in precedenza. Il perfetto viene negato con lo \ che è sempre posto immediatamente prima del verbo: -n^n-nsj ’n-|5J vb
15 ' zàkàrti ’et-haddàbàr Non ricordai la parola.
L’oggetto indiretto, sempre indicato dalla preposizione /a-, tende a prece dere l’oggetto diretto quando l’oggetto indiretto è pronominale e l’oggetto diretto nominale: n^KrnnS; i1?
nàtan lo 'et-hà ’issàh Egli gli diede la donna.
Altrimenti, oggetto diretto seguito dall’oggetto indiretto rappresenta l’ordine consueto: i*7 Pin'N iri3 n$Kn"D^ inj
nàtan ’òtàh lo h ’ìssàh Egli la diede a lui come moglie. nàtan 'et-hà ’issàh là ’is Egli diede la donna all’uomo.
46. Le forme della congiunzione 1 waCome le preposizioni bd-, h - e ka-, la congiunzione *] wd- (e) cambia forma a seconda dell’inizio della parola alla quale è unita: a) Davanti alle consonanti labiali 2 b, Dp o 73 m, la sua forma è ì ù-\ ]Tà bayit n‘S poh màyim
una casa qui acqua
fPDÌ ùbàyit HDÌ ùpóh ETÓì ùmàyim
e una casa e qui e acqua
b) Davanti a una parola che inizia con ] ya-, la congiunzione e la prima sil laba della parola si contraggono in "’l wi-; ydhùdàh Giuda 30^1? ydàa ’tem voi sapeste
HYirPI wihùdàh OFiyTI wida ’tem
e Giuda e voi sapeste
c) Davanti a una parola che inizia con una qualsiasi consonante (eccetto 1y) accompagnata da a, la forma è ì w-: sdmu ’èl
Samuele
ùs(d)mù ’èl
e Samuele
L e z io n e 9
81
d) Davanti a una consonante gutturale accompagnata da à, è o ò la congiun zione è rispettivamente ] wa-, \ we- o 1 wo-: niin$ n'rg
’àrasót ’éddm
terre Edom flotta
ninnai
w a ’àrasót w e ’édóm w o ’óm
e terre ed Edom e una flotta
47, Vocabolario 9 S o s t a n t iv i :
Di'*
yóm làylah
Diptt
màqóm sàmàyìm
Ì li
y^lad
f3j?
qàbas
“IDI —T
zàkar
A g g e t t iv i :
ìn x
’ehàd
P r e p o s iz io n i:
*pa
V e r b i:
“
bén
i\m
A v v e r b i:
batók T]ina m ittók DA gam
t i?
159
(pi. irreg. D1??^ yam tm ) giorno; si noti Divi hayyóm , oggi. (m.; pi. raro) notte [SÌ osservi la posi zione dell’accento]. (pi. -ót) posto; luogo (pi.) cielo, cieli generare, partorire raccogliere ricordare uno (f. irreg. ITO ’ahat); 7n$ ’ehàd min uno di tra, fra; “tra A e B” può essere espresso con ben À ùbèn B o ben A wdB . in mezzo a dal mezzo di anche, perfino, pure [Viene posto di rettamente davanti alla parola che mo difica, come in gam -ham m élek , anche il re, perfino il re]. no, non [Avverbio di negazione gene rale; viene inserito davanti alla parola di cui indica la negazione
Esercizi (a) Indica oralmente il paradigma completo del perfetto per ciascuno dei verbi che seguono: Ì T 2$ ’ “Dì (b) Scrivi in ebraico le seguenti espressioni con speciale attenzione alla forma della congiunzione “e”: 1. oro e argento 2. sapienza e conoscenza
82
I n t r o d u z io n e
3. 4. 5. 6. 7. 8.
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
consiglio e lavoro bestiame piccolo e bestiame grande servi e cammelli; cammelli e servi un uomo grande e ricco una donna povera e insignificante (piccola) un uomo e una donna
(c) Traduci: 1. yasab ha ’is bèn-hannàhàr ubèn-hassàdeh. 2. qàbas hannabi’ ’et-hà'àm ’ésel hahékàl haggàdól. bayyóm hahu ' nàpalàh ’ès 3. m in-hassàmàyim. 4. halakù hà ’àm ’el-hassdpèt hayyàsàr waló ’ hàlakù ’el-hannàbi’ hàràsà \ mi hannabi ’im hahólakim 5. ’el-hà 'ir? 6. ballàylàh hahu’yàradu hà ’ànàsim mèhehàrim. 7. yàsàbnù batók hà 'ir waló ’ hàlóknù min-hammàqóm hahu \ 8. yàladàh hà ’issàh yalàdim rabbini wayàpim. lami qàbàstà ’et-hakkésep 9. wa ’et-hazzàhàb? 10. lo ’nàpal ’ehàd méhanna 'àrim.
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(d) Scrivi in ebraico: 1. Egli diede sapienza e intelligenza ai profeti. 2. Essi mandarono l’oro e l’argento agli uomini nel tempio. 3. Questo lavoro è molto difficile perché non abbiamo intelligenza. 4. Oggi gli uomini stanno costruendo una casa nella città. 5. Dove scrissero quelle parole? 6. Ricordo che egli mi diede il libro. 7. C’è male in questo luogo. 8. Una delle donne sta lasciando la città.
10
L e z io n e 10 48. Il perfetto dei verbi con consonanti gutturali in radice La presenza di consonanti gutturali nella radice di un verbo provoca leggere modifiche nella flessione del perfetto. Tutte queste variazioni sono semplici e prevedibili, ad eccezione di quelle che riguardano le radici la cui terza con sonante è N (da qui in poi, tali radici saranno designate semplicemente come verbi III-Àlephj1, la cui flessione sarà presa in considerazione separatamente. 3 m. s. 3 f. s. 2 m. s. 2 f. s. 1 s. 3 pi. 2 m. pi. 2 f. pi. lp l.
■ ’rqóy n
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m m «Té?
'amaci ’àmddàh ’àmàdtà 'àmadt amàdti ’àmddù 'àmadtem 'àmadten 'àmàdnu
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bahar bàhàràh bàhàrtà bàhàrt bah órti bàhàru bdhartem bdharten bàhàrnù
sàma' n v m sàma 'ah sàma ’tà nmui (sàma 7) TOÓW sama U — T
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sànrj w sama ’tem sama ’ten sàma 'nu
Nei verbi I-gutturale (cioè quelli la cui prima consonante radicale è una gutturale) l’unica variazione rispetto al paradigma standard è la sostituzione di a con a nelle forme della 2a pers. plurale. Questa sostituzione dovrebbe già essere familiare al lettore grazie agli esempi dati in precedenza.La stessa regola vale per i verbi li-gutturale, in cui troviamo a al posto di a nelle forme bàhàràh e bàhàrit. L ’unica forma nel paradigma di sàma ' (Ili-gutturale) che richiede com mento è essa, così com’è, è anomala. Probabilmente questo tipo di scrittura è stata usata da coloro che hanno inserito la punteggiatura per me stare la possibilità di scelta: potremmo leggere o sàmà'at, ignorando così il daghesh, o sàma 7, ignorando la seconda a.
7 Molte grammatiche ebraiche utilizzano le lettere D, V e *? per designare rispettivamente la prima, la seconda e la terza consonante radicale. Di conseguenza, il nostro \YL-Aleph corrisponde alla più usuale designazione Lamedh-Aleph.
84
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
49. Il perfetto di *|Jia natati Questo verbo ha delle peculiarità nella sua flessione: la seconda n della ra dice è sempre assimilata alla consonante iniziale della particella pronominale ad esso suffissa. Si studino attentamente le forme che seguono; il daghesh è forte ed indica il raddoppiamento.
m
nàtan nàtanàh nàtàttà nàtati nàtàtti
egli diede ella diede tu (m.) desti tu (f.) desti io diedi
m ago? m urn
nàtdnu natattem mtatten nàtannu
essi/esse diedero voi (m.) deste voi (f.) deste noi demmo
m
- T
50. Sostantivi plurali (cont.) (a) I sostantivi bisillabi con la sequenza ~àyi- mostrano una contrazione regolare nel tema del plurale: fPT zàyit ’àyil
ulivo ariete
plurale:
CPJVT zètìm D',)7,,K ’èlim
Il sostantivo IV? bàyìt (casa) ha forma irregolare: CPIte bàttim. Si noti la a in una sillaba chiusa non accentata; il fenomeno è pressoché unico e si verifica quasi esclusivamente con questa parola. (b) Ci sono molti sostantivi di due sillabe i cui temi del singolare e del plurale sono identici. Si tratta di sostantivi in cui entrambe le sillabe non sono soggette ai mutamenti illustrati nei paragrafi precedenti. Ne sono esempi: )V2$ ’ebyón “IÌ3A gìbbór saddiq 7ÌB57 'ammùd
povero plurale: guerriero uomo giusto colonna
D’gipN; ’ebyónim D1'1Ì3^ gìbbórim O'p'TS saddiqim LP7TO 'ammùdim
Si osservi come entrambe le sillabe di questi sostantivi siano o chiuse o contengano una vocale immutabile lunga.
85
L e z io n e 10
(c) Un piccolo gruppo di sostantivi termina in -eh al singolare. Nono stante questa terminazione non sia un suffisso ma parte integrante della ra dice della parola, essa non viene mantenuta nel tema del plurale; roto sàdeh rptjtt mahàneh
campo accampamento
plurale:
nììto sàdót niìptì mahànót
A questa classe appartengono anche i sostantivi che sono originariamente participi di verbi III-Hé (cioè quelli la cui terza consonante radicale viene indicata come n): ró ’eh, pi. 0'iy‘‘1 rd'im, pastore. 51. Vocabolario 10 S o s t a n t iv i :-lina
gibbór nyiià gib ’àh màyim
V e r b i :n n s
mahàneh milhàmàh p3ri bàhar
XX) harag 1?T yàda ' làqah 7DV ’àmad “’JD'? lipné -
P r e p o s iz io n i :
T
(pi. -ìm) guerriero, eroe, uomo valo roso collina acqua [come un plurale senza singolare] (pi. -ót) accampamento battaglia, guerra frutto scegliere [questo verbo può reggere il complemento oggetto per mezzo di *nx ’et-, ma più comunemente lo regge con ^ bd: “’S “105 bàhar bt egli scelse me] uccidere, ammazzare sapere prendere stare davanti, prima, di fronte a, alla pre senza di
E se r c iz i
(a) Coniuga i seguenti verbi al perfetto: (b) Traduci oralmente in ebraico: 1. Essi piantarono molti alberi. 2. Ella stette vicino alle case. 3. Tu mi scegliesti.
pVH
nbttf
17D3
86
In t r o d u z io n e
4. 5. 6. 7. 8. 9.
Essi non scelsero te. Io presi il denaro. Essi uccisero il giovane. Tu (f. s.) prendesti l’acqua. Voi (m. p.) avete mangiato il pane, Noi mandammo i messaggeri dal giudice.
(c) Traduci: nata u ha ’ànasim kérem gadól 'al-haggib 'àh. yàdà 'ti kt hu hàrag ’et-hannàbi\ ’àmddù ha 'abàdim hardàà ’im lipnè hammélek bàhàrti bdkà hméìek ’aì-hà ’àm haggàdól hazzeh. napslù gibbórim rabbim bammilhàmàh hah i’. yés mahàneh bèn-hannàhàr ùbèn-hehàrim. mi sdìah ’dtekà ’eì-hammaqóm hazzeh? mi harag 'et-ha 'ànàsim hà ’éllek? làqdhàh ha Hssàh méhappdri wdnàtenàh ’dtó là ’ts. bahàriì ha ’àm 'et-Dàwìd làhem hmélek 1
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(d) Scrivi in ebraico: 1. Egli piantò un albero nel mezzo di questo giardino. 2. Essi gridarono a gran voce a causa di questo duro lavoro, 3. Essi si (= a loro) scelsero una terra e vi dimorarono. 4. Gli uomini presero l’oro e l’argento dal tempio. Essi uccisero anche i profeti che (erano) lì. 5. Ella sapeva che quelle parole (erano) molto cattive. 6. Uno dei giovani cadde in quella battaglia. 7. Essi mi diedero pane e acqua, ma io non diedi loro il denaro.
L e z io n e 11 52. Il perfetto dei verbi III-Aleph: NStó musa ’
'miti}
mùs3 'ah màsa(’)tà màsà(')t màsà{')tì
egli trovò ella trovò tu (m.) trovasti tu (f.) trovasti io trovai
m irn
mdsB ’u m9sà(>)tem mD$à(')ten màsa^)nù
essi/esse trovarono voi (m.) trovaste voi (f.) trovaste noi trovammo
t
Nei verbi III-Aleph, la seconda sillaba del tema nel perfetto presenta a in vece che a nelle forme alle quali è aggiunto un suffisso pronominale che ini zia per consonante. Ciò è dovuto al fatto che, ogni volta che originariamente Yaleph chiudeva una sillaba, esso veniva a cadere, provocando come conse guenza rallungamento della vocale della seconda sillaba. Ualeph viene in vece preservato quando si trova all’inizio alla sillaba, come in màsd'àh e màsd’u. Si ricordi, comunque, che Valeph si trova sempre nella traslittera zione, anche quando non viene pronunciato. Si faccia attenzione anche al fatto che scompare il daghesh lene dalle n dei suffissi, dal momento che ora, nella pronuncia, essi sono preceduti non più da una consonante ma da una vocale. 53. Sostantivi plurali (cont.) La maggioranza dei sostantivi femminili che terminano in -ah non mostra alcun cambiamento nel tema davanti alla desinenza plurale: sànàh m in tóràh ’ammah bdràkàh HOT bdhémàh ntmiji tabuJah n^Dn tdpillàh nnstftà mispdhàh T T
T
T
■ 1
anno plurale: legge cubito benedizione animale prodotto preghiera famiglia
a ■gw n nifi rà x n tn ? niari} rrixnjji nV?DJji
sànim tórót ’ammót bdràkót bshèmót tdbu ’ót tdpìllót mispàhót
I n t r o d u z io n e
88
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
Invece, i sostantivi che seguono il modello generale CvCCàh1, in cui le due consonanti contigue sono diverse (come ad es. in malkàh, regina, e non come sopra nel caso di ’ammàh), hanno un diverso tema del plurale: i
malkàh nypa gìb'àh nsin herpàh
regina collina rimprovero
plurale:
niD ^
mdlàkót [si noti la a]
nìyaa gdbà ’ót fliDip hàràpót
Un caso particolare è quello di miswàh, pi.miswót, dove la prefisso e quindi non fa parte della radice.
è un
54. La particella interrogativa Tj hàQualsiasi frase può essere convertita in una domanda premettendo alla prima parola una forma adeguata della particella rj ha-: W’Wn rpìttq
hàsàlah hà ’is... hatóbàh hà ’àres
L’uomo ha mandato...? È buona la terra?
Davanti alle gutturali la forma della particella interrogativa è normalmente H ha-. ìO'un
ha ’ómèd hà ’is
L’uomo sta in piedi?
Ma se la consonante gutturale è seguita da à o o la forma usata è Dhe-: he ’àkaltà
Hai mangiato?
Davanti a consonanti non gutturali seguite da a la forma è ancora H ha-: DflZiriDn
hak(d)tabiem
Avete scritto?
Raramente si incontra il raddoppiamento della consonante che segue la par ticella, fenomeno già visto nel caso dell’articolo: DJ£in?n 55. Ancora su
hakkatablem
Avete scritto?
’àser
Abbiamo visto sopra (§32) che la particella ’àser indica che l’intero sin tagma che la segue si riferisce alla parola che precede la particella. Questo è vero anche per intere proposizioni, come mostrano gli esempi seguenti: 1C = consonante; v = a, i, e, o.
L e z io n e 11
89
“n ìT n K
"1$N ’jn’sn
■‘l’pén nVtt* "It^
hakkóhèn ’àser kàtab ’et-haddàbàr il sacerdote che scrisse la parola hammal ’àk ’àser sàlah hammélek il messaggero che il re inviò
56, Vocabolario 11 S o s t a n t iv i :
rrp -
"T
rois W T\W mTin Nim Nia T T
V e r b i:
T
T
«ìi?
semes yàre^h kókàb 'ànàn ÒBràkàh sdnàh tóràh màsa’ bara’ gòra’
“ItìK
W nbK1? lè(')mór -
Congiunzioni:
T
sole luna (pi. -fw) stella nube (pi. -o/) benedizione (pi. -ftw) anno (pi. -ót) legge, istruzione, la Legge trovare creare chiamare, nominare; convocare; di chiarare, leggere ad alta voce [con ’el: chiamare, invocare (qualcuno); con h: convocare (qualcuno)] dire, parlare introduce una citazione diretta dopo verbi del dire; non viene tradotto in italiano
E se r c iz i
(a) Costruisci il plurale dei sostantivi che seguono, così come descritto al
§53: rra n1?ir nnja T T
T
ny?i? hVpìj T T
*
-
rm ni?t] nVipto T
**
sarah olàh minhàh ’eglah qdlalàh mdsillàh marniakàh 'ésàh huqqàh simlàh
(-ót) angoscia (-ót) olocausto (-ót) offerta, dono (-ót) giovenca (-ót) maledizione (-ót) strada, via (-ót) regno (-ót) consiglio (-ót) statuto (-ót) mantello
I n t r o d u z io n e
90
rDHÌ? nVin}
'àràbàh bdtulàh magiIIah
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
(-ót) deserto, steppa (-ót) vergine (-ót) rotolo
(b) Traduci oralmente in ebraico le seguenti espressioni. Converti poi ognuna di esse in una domanda con l’aggiunta del prefìsso t} ha- nella sua forma appropriata: 1. Egli stette davanti al re. 2. Essi ammazzarono i guerrieri nella battaglia. 3 . Voi (m.) sapevate che la città (era) su una collina. 4. Io ho preso il frutto. 5. Tu ci hai scelto. 6. Non abbiamo acqua. 7. L ’uomo ricco ha bestiame grosso e cammelli. 8. Tu sei sceso al fiume. 9. Tu (m.) mangiasti il pane, (c) Traduci: .wnn io s a K*>D|n aria
.r è n .nV^a nTni o r a
.iW 'ìq
D 'n ap n$c
1
vxsfò kV| Tyg-S# rata
2
,n ti nT.TD^ n?ówa
3
.nw) Q^ai cpaaia \p n^a-oa
4
.t r a i n ' i m 1*793 nvih m $ a .□yn 'isf? ìa y n1?# Tatò iVàn 1*7 “ia$
5
,D?ó$n-n$ Kia ’ai n f c r n$ x ia ,na *1# $ cn a^ n □'aiu'i rninn nato .13VO ito a .nynn tv to
6
7
8 9 10
11
Dnyjn Yn$ □‘•vi "ibN1? Viia *7ip? ovn-1?^ ioaan ktjj 12 (d) Scrivi in ebraico: 1. Egli creò il sole, la luna e le stelle, 2. Hai trovato il libro nella casa? 3. Ha detto loro che (ki) la legge è giusta? 4. Questa benedizione è per noi e per coloro che dimorano in mezzo a questo popolo.
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5. 6. 7. 8.
91
La nube stette sopra la terra. Dove ha trovato (m.) il bestiame piccolo? Il re convocò il profeta, ma il profeta non andò al palazzo. Avete ricordato (m.) questa legge e le parole che io ho scritto in essa per voi?
i
L e z io n e 12
57. Il perfetto dei verbi III-Hé: »133 bànàh rm rum h'fo rrfo 'n 'h
bànàh bànatàh bànità bànit bàniti
egli costruì ella costruì tu (m.) costruisti tu (f.) costruisti io costruii
arpaa m ì w fo
bànu banitem bdnìten baninu
essi/esse costruirono voi (m.) costruiste voi (f.) costruiste noi costruimmo
T T
T 1 IT
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• T
Si noti che la vocale tematica nella prima sillaba si comporta in maniera piuttosto regolare. Il tema stesso è variabile (bànàh, bànat-, barn-, barn-, bàn-)\ bisogna poi ribadire che la n della 3a persona maschile singolare non è propriamente una consonante radicale ma una mater lectionìs della vocale finale. Conviene, comunque, seguire la grammatica tradizionale e parlare di questa classe di verbi come III -He. Quando un verbo \l\-Hé è anche I-gutturale, nelle forme della 2a persona plurale si trova la sostituzione regolare di a con à: ay'?y, IO’1??
'àlitem 'aliten
voi (m.) saliste voi (f.) saliste
Il verbo ITTI hàyàh (essere) si coniuga regolarmente come appartenente alla classe dei verbi lll-Hè; solo la 2a persona plurale mostra una peculiarità, con è al posto di à: hèyìtem
voi (m.) foste
58. Suffiso di direzione no -àh Il suffisso -ah aggiunto ad un sostantivo indica il movimento o moto a luogo. Esso si incontra sia con nomi propri che con nomi comuni; in quest’ultimo caso, con o senza rarticoio. Questo suffisso non è mai accentato e si diffe renzia perciò dalla desinenza femminile -àh. Poiché il suffisso -àh di dire zione non può essere aggiunto a tutti i sostantivi, è preferibile imparare indi
I n t r o d u z io n e
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a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
vidualmente ciascuna forma, senza attardarsi nell’analisi dettagliata di tutti i cambiamenti minori che si producono nel tema. La lista che segue contiene le più importanti parole utilizzate con questo suffisso e i relativi significati; Sostantivo
Sostantivo con suffisso di direzione
’éres
verso la terra, verso il paese, al suolo habbàytàh i verso la casa, bàytàh verso casa verso la montagna, m nn hàhàràh \ verso i monti n iè héràh verso il deserto midbaràh verso la città nTvn hà ’tràh verso il cielo n&’ròtèn hassàmàymàh misràymàh verso l’Egitto n&'ptfn? ydrusàlà(y)màh verso Gerusalemme négbàh verso il Neghev1, m verso sud
ru&
bayit in
har
midbàr TV ir w m ) sàmàyim misràyim ydrùsàlà(y)im négeb * -
T
1àrsàh
nn *
§d‘dl
T
TP
-
* T
T
-
ss ’ólàh
rtfky
verso lo Sheol
Si faccia attenzione poi in modo particolare all'utilizzo della particella negli avverbi di direzione: ’anàh sammàh D^n hénnah
verso dove? verso quale luogo? là» verso quel luogo qui, qua, verso questo luogo
(si confronti con iTK) (si confronti con □$) (si confronti con n’S)
Similmente si noti l’uso della particella con i termini indicanti i punti cardi nali: sàpón Bìì? qédem tèmàn tr yàm T
nord est sud mare, ovest
niióK sàpónàh qedmàh tèmànàh hep yàmmàh
verso sud
T T
1Parte meridionale della Palestina; il Sud in generale. La residenza dei morti.
95
L e z io n e 12
59. Vocabolario 12 Nota speciale: i titoli utilizzati più di frequente nell’AT per designare Dio sono Cp;??8 ’elóhim e mrP Yhwh. (1) è una parola plurale, generalmente utilizzata come singolare. Può significare “dèi, divinità” quando è usata come plurale e “Dio” quando è usata come singolare o come plurale, con o senza l’articolo. (2) mrP è il nome di Dio. Per ragioni di osservanza religiosa o di supersti zione nirP era letto come ’àdónày (lett. “miei signori, mio Signore”). Non è certo quando questa pratica abbia avuto inizio ma è probabile che sia precedente all’era cristiana. I masoreti indicarono questa sostituzione appli cando a mrP i punti vocalici - leggermente modificati - di ’àdónày, da cui nin?. L’interpretazione letterale di quest’ultima forma come Yahòwàh Jehovah risale ai tempi moderni. Entrambi questi termini si comportano in maniera irregolare quando vi si prefiggono delle preposizioni: lo N iniziale nella pronuncia si perde: bè{')lóhim U'thìÒ lè(')lòhtm CPrfriO kè(')lóhim
mrP3 ba(')dónày mrp'? la(')dónày niTTS ka(')dónày
Coloro che desiderano leggere mrP come Yahweh, la pronuncia originaria più probabile, devono ricordare di punteggiare queste preposizioni come bdYahweh, hYahweh, ecc. Quando il nome nirp ricorre insieme con il primo viene letto e punteggiato come Hlr£. Questo accorgimento serve per evitare la ripetizione ’àdónày ’adónày che altrimenti si avrebbe nella lettura. S o s t a n t iv i :
V e r b i:
nn-i bdrit ÌD hèn nsnun ydsu 'ah simhàh nfcw ’àsàh nio rà ’àh mjD kàrat you nàsa' □V ’im ? kd T
T
T
T
- *
P r e p o s iz io n i :
alleanza, patto (f.) grazia, benevolenza (pi. -ót) salvezza, liberazione, vittoria (pi. -ót) gioia fare, produrre, agire, svolgere vedere tagliare; ITO fare un’alleanza partire, viaggiare con, insieme con come, così come, secondo
96
I n t r o d u z io n e
m "flN
et ’et-
a l l ’ e b r a ic o b ib l ic o
con, insieme con
N ota:
Sì faccia attenzione all’espressione idiomatica come in TV? 10 T!! Davide trovò grazia agli occhi del re. oppure II re si affezionò a Davide. Il re fu ben disposto verso Davide. Esercizi (a) Traduci oralmente in ebraico le seguenti espressioni: 1. In quel giorno egli fece un’alleanza con il re. 2. 11 ragazzo trovò grazia agli occhi del profeta. 3. Una grande voce si levò verso il cielo. 4. Essi salirono verso la città con il popolo. 5. Essi costruirono una casa in quel luogo. 6. Chi ha fatto questa cosa cattiva? 7. Hai agito secondo le parole che sono li? 8. La donna cadde al suolo. 9. Essi partirono dal mezzo della città verso la montagna. 10. Anche quegli uomini non ricordarono. (b) Traduci: .nvb rftiìi n s n i m n ntoy
1
.snn tò'iò zrn’r a
rx
2
.njn irta ? .DvrrnK mrr m_| n n sn -n ^ o r p f n .ntf m rp ^ ^ .m in w fo Tyn n*?n^ .nvix rVpSi rrótèn» n iT m ■ ’ivìn
3 4 5 6 7
T T
-T
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*
* -
*•
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T T
I
I
■nr&i 1H3
.uyqrus n n ì |
rr-gn-n$ n-]òi tò
(d) Scrivi in ebraico: 1. Chi ti ha detto che l’accampamento è vicino al fiume? 2. L ’uomo è un giudice giusto.
8
11
L e z io n e 12
3. 4. 5. 6. 7. 8.
Hai visto la luna e le stelle? Dio non trovò un uomo retto nella città malvagia. Queste sono le parole che abbiamo visto nella legge. Grande e buona è la terra che il Signore ha creato. In queir anno il popolo partì da quella terra. La donna trovò grazia agli occhi del re.
L e z io n e 13 60. Frasi con predicato nominale Uno dei più semplici tipi di frase in ebraico è quello in cui due sostantivi (o due sintagmi nominali) sono giustapposti per formare una proposizione: Dàwìd mélek {ób Davide è un buon re.
(1)
I pronomi dimostrativi h u \ N'H h i\ e i loro plurali sono spesso usati in frasi di questo tipo nel modo seguente: DÌO Nin
7V7 Dàwìd hu ’ mélek tób TI} Dàwìd mélek fòb hu ‘
(2) (3)
Nonostante sia probabile che l’uso dei pronomi dimostrativi ponga una mag giore enfasi su un particolare elemento della frase, è impossibile determi narne tale sfumatura con accuratezza, dal momento che non sono ovvia mente disponibili individui che parlano l’ebraico biblico. È verosimile che la (2) risponda alla domanda “Chi è un buon re?” e la (3) alla domanda “Chi è Davide?”, mentre il tipo (1) è una semplice asserzione di fatto, che non pre suppone alcuna domanda specifica. 61. Il verbo rnrj hàyàh (essere) Nelle lezioni precedenti abbiamo studiato quattro tipi di frasi non verbali: (1) (2) (3) (4)
con predicato con predicato con predicato con predicato
aggettivale: avverbiale: di esistenza: nominale:
31D tó b h à ’is ha 'is babbàyit urx yès ’is aio Dàwìd mélek tób
Nessuna di queste frasi ha uno specifico valore temporale, il quale dipende piuttosto dal contesto in cui esse ricorrono. Tutte, però, possono essere con vertite in frasi verbali utilizzando il verbo ITH hàyàh, che al perfetto ha la va lenza temporale propria di quella forma:
(1)
DÌD Irà n rrn
hayah ha 'is tób
L ’uomo era buono.
100 (2) (3) (4)
I n t r o d u z io n e
rp?5 W’Xn rrn
hàyàh hà ’is babbàyit hàyàh késep n;n TH Dàwid hàyàh mélek tób
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
L’uomo era nella casa, C’era dell’argento. Davide fu un buon re.
Ognuna di queste frasi può essere trasformata in negativa con ìò 15 \ Si noti che W viene sostituito da PPH in (3) e che una frase con predicato di non-esistenza come »10| IN diventa n p | n;n In frasi del tipo 2ÌD
71*7 n;n
hàyàh Dàwid hmélek tób
la preposizione aggiunge al verbo “essere” la sfumatura del “diventare”. No nostante una frase di questo tipo stabilisca un rapporto di equivalenza tra due elementi nominali, come nella frase di tipo (4), essa appartiene comunque al tipo (2). Si faccia attenzione all’uso seguente di *?: n m ) OrnilN'? mTWnirn
hàydtàh Sàràh te ’Abràhàm h ’issàh
La frase può essere tradotta come “Sara divenne la moglie di Abramo” o “Sara era la moglie di Abramo”. Se dovessimo sostituire con :p, la sfuma tura di significato sarebbe invece quella di “agire al posto di o con il potere di, ma non esserlo veramente”: iv i1?
rrn hàyàh hà ’is lannà 'ar kd ’àb Oppure
L’uomo era come un padre per il giovane. L’uomo divenne come il padre del giovane.
Certamente l’espressione ITI!, in quanto forma al passato di *p tiP , può es sere utilizzata per tradurre l’idea di possesso al tempo passato: n ^ K 1? irta n;?
hàyàh $ò(')n te ’Abràhàm Abram possedeva/aveva del bestiame
Frasi il cui predicato è un participio, come ad esempio Hip W’Nn, “l’uomo sta (stava) scrivendo”, vengono trasformate con l’uso di n ^ solo raramente. Il motivo di ciò diverrà chiaro più avanti quando avremo iniziato la sintassi della narrativa ebraica.
101
L e z io n e 13
62. Sostantivi plurali (conclusione) I sostantivi femminili che terminano in -et, -at, -àt, -ìt, -ót, o -ut mostrano grande varietà di forme nel plurale. Le parole che seguono costituiscono un campione sufficientemente esemplificativo di questo gruppo. Le forme dei sostantivi appartenenti a questo gruppo devono essere imparate una per una man mano che si presentano. Nessuna di esse, infatti, rappresenta un tipo frequente. figlia tempo. porta servizio, ufficio peccato lancia regno
na nv n^ì
bat et délet mìsméret DNtin hattàt rnt] hànit malkùt T
-
*
* *
plurale:
niB bànót DTO 'ìttim nìnVr dslàtót mismàrót rnatan haftà ’ót hànttim malkùyót T
—
63. Vocabolario 13 S o s t a n t iv i :
V e r b i:
rr a n hattà()t DV?q hàlorn fD bat ’émàh siphàh h m ’àmàh T
-
hàyàh kdh hàtà ' D^n hàlam lakad rrn T T
T
T
-
T
(pi. nlNftn) peccato (f.) (pi. -ót) sogno (pi. niB) figlia paura, timore, terrore, spavento (pi. -ót) serva, schiava (pi. irreg. ’àmàhót ninttt$) domestica, schiava essere, diventare (con ‘j») peccare (contro: *7) sognare catturare, fare prigioniero
Esercizi (a) Traduci oralmente in ebraico: 1. Samuele è un giudice giusto. 2. Gerusalemme è una grande città. 3. Questo servo è un uomo retto. 4. Il sole e la luna stanno nei cieli. 5. La benedizione che egli ha pronunciato è buona.
102
I n t r o d u z io n e
6. 7. 8. 9.
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
La nuvola è molto grande. Ci sono molte stelle nel cielo. Egli ha molte figlie. I guerrieri sono nel 1’accampamento.
(b) Rendi le frasi delIPesercizio (a) al tempo passato utilizzando la forma ap propriata del verbo rPH. (c) Traduci: .IO?
nvn-n^'m ) ^ n n
spiìfin
^
nnyo-nj*
o V ? tjn n n o V ? q
.anyDvm
2
nn^rf-ni$ n$xn rin1?#
3
rriri niB ■»’? Q^VÌ ^*0 iò
5 6
*>•)nSr*?? n*?ii r m
.cp;f?*ò m y n .a^n “1# $ ai*7cj5 n n
n ftis
1
1
n to n n nlsn
8
an ^ rrn ì* - 19Ó5 uro
9
(d) Scrivi in ebraico: 1. Non abbiamo fatto alcuna alleanza con questo popolo. 2. Non c’era gioia nella città quel giorno. 3. Non trovammo favore agli occhi del profeta. 4. Dove ti hanno trovato? 5. Queste parole sono una grande benedizione per il popolo. 6. Il re è un uomo giusto e retto.
L e z io n e 14 64. Il perfetto di Dj? qàm e IO bà* I due verbi qàm (egli si alzò) e N3 bà ' (egli venne) rappresentano un nuovo tipo di radice verbale, non menzionato prima. Per quanto concerne la loro flessione verbale, questi verbi hanno essenzialmente radici biconsonantiche, ma poiché a volte sono associati ad essi sostantivi che presentano un’altra forma della medesima radice, cioè radici che hanno come seconda consonante radicale un Waw o uno Yodh, nelle grammatiche tradizionali queste radici sono classificate come II-Waw o Ìl-Yodh. Essi sono anche chiamati Verbi Vuoti. In un tipico dizionario d’ebraico biblico 0j? e N2 sono elencati sotto le radici Dlp e *03 rispettivamente. La distinzione tra radici IIWaw e W-Yodh diverrà chiara solo più avanti, quando alcune particolari forme saranno prese in considerazione; al momento la distinzione è irrile vante. Dp verrà considerato come il modello di questa classe: Dj? qàm qamàh qàmtà FiQP_ qàmt qàmti
egli si alzò ella si alzò tu (m.) ti alzasti tu (f.) ti alzasti io mi alzai
itti? qàmu OFtfpì? qamtém ]ri&ì? qamtén ìjaj? qàmnù
essi/esse si alzarono voi (m.) vi alzaste voi (f.) vi alzaste noi ci alzammo
Si osservi che la vocale tematica è breve per tutte le persone eccetto che per la 3a. La lunghezza della vocale tematica dipende quasi esclusivamente dal fatto che la sillaba tematica sia aperta o chiusa. Diversamente dai verbi stu diati in precedenza, nelle forme della 3a femminile singolare e della 3a plu rale l’accento rimane sul tema. Poiché N3 presenta K come consonante finale della radice, troviamo qui lo stesso tipo di variazioni già osservate per NXfc. Il paradigma completo di questo importante verbo è il seguente: N3 HN3 nN3 DN3 V1N3
bà’ ba ’àh bà(')tà bà(')t bà(')tì
egli venne ella venne tu (m.) venisti tu (f.) venisti io venni
ÌN3 b a u
essi/esse vennero
DriN3 bà(’)tem voi (m.) veniste iflxa bà(’)ten voi (f.) veniste ÌJN3 bà{^)nù noi venimmo
104
I n t r o d u z io n e
a l l ’ e b r a ic o b ib l ic o
Il tema del participio in questi verbi è lo stesso di quello della 3a persona maschile singolare del perfetto: Singolare m. f.
Plurale
Q[? qàm qàmàh
qàmìm nittj? qàmót
In queste forme l’accento cade regolarmente sull’ultima sillaba. Si faccia at tenzione al fatto che la forma femminile singolare del participio si distingue dalla 3a femminile singolare del perfetto solo per la posizione dell’accento: qàmàh, ella si alzò, ma nDf? qàmàh, alzandosi. Nel caso di una frase come □l? hà ’is qàm, - se non abbiamo a disposizione il contesto in cui la frase ricorre - possiamo tradurre “l’uomo si alzò” (perfetto) o “l’uomo sì sta alzando” (participio). L ’unico criterio che può essere applicato ad una frase isolata è che il perfetto più spesso precede il soggetto, mentre il participio lo segue. La forma ver bale nella frase di sopra allora, in assenza di altre informazioni, è più proba bilmente un participio. 65. Le preposizioni 'im W
m in e | fa con suffissi pronominali
mimménm mimnwka mimmék mimménnu mimménnàh
da me da te (m.) da te (f.) da lui da lei
v
□£73 □!Tìfò lllìp naflfr T •>
^103 •
T
T
T
T
kàmónt kàmókà kàmók kàmóhù kàmóhà
come me come te (m.) come te (f.) come lui come lei
*
«
mimménnu da noi da voi (m.) mikkem da voi (f.) mikken da loro (m.) mèhem méhen *da loro (f.) mehénnàh
kàmónù DD3 kàkem kàken □D3 kàhem 15? kàhen T
V
T
come noi come voi (m.) come voi (f.) come loro (m.) come loro (f.)
Le forme dei suffissi pronominali aggiunti a queste due preposizioni sono piuttosto diverse da quelle già studiate. Nonostante una comparazione possa
L e z io n e 14
105
essere d’aiuto, la cosa migliore è imparare queste forme come un nuovo pa radigma. Le forme kàmóni ecc. possono essere usate nel senso quasi-pronominale di “qualcuno come me” ecc. ’èn kamóhù ba ’àres Non c’è nessuno come lui sulla terra. Oppure Non c’è (nessuno) uguale a lui sulla terra. 66. Vs kòl La parola V3 kól in una forma o nell’altra corrisponde più o meno all’italiano “ciascuno, ognuno, ogni, tutti (es. i giorni), l’intero (es. giorno)”. Si tratta di una forma invariabile, che precede il sostantivo cui si riferisce e che può es sere unita ad esso con il maqqèp nella forma -k73 kol- oppure rimanere sepa rata nella forma *73 kól. Gli esempi che seguono rappresentano il suo uso ti pico. Si presti molta attenzione alle differenze tra le costruzioni tradotte con “ciascuno, ognuno, ogni” e quelle tradotte con “tutto, l’intero”. DV'*73 kol-yóm □ p r r ^ kol-hayyóm D 'w rr^ kol-hayyàmim T
• T -
■
■Ad
< 1 1
■J
T y 1?? kol- 'ir T y rr1?;? kol-hà 'ir kol-he *àrim __________________1
a
T
ciascun giorno, ogni giorno tutto il giorno, l’intero giorno tutti i giorni ciascuna città, ogni città tutta la città, l’intera città tutte le città.
L’espressione kol-’àser è usata come una locuzione relativa “tutto ciò che (o tutto quel che)”. Quando svolge la funzione di oggetto di un verbo, essa è preceduta da 3et-: natan lo ’et-kol- ’àser qanah Egli gli diede tutto ciò che aveva acquistato. Insieme a un aggettivo ^3 assume un senso pronominale indefinito: Wip-1??
qualcosa di nuovo
I n t r o d u z io n e
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a l l ’ e b r a ic o b ib l ic o
67. Vocabolario 14 S o s t a n t iv i :
”?? kalt T f i 'éreb v t w sulhàn béqer
V e r b i:
°i? qàm ÙÌD sàm N3 b à 1 T
DS T
sàm *
"U gàr IV
sàtàh 'ad
*73
kól
nriW A l t r i:
(pi. irreg. D111??) vaso, utensile sera (pi. -ót) tavolo mattino alzarsi, levarsi, sorgere mettere, situare, collocare venire, entrare (può essere seguito da un complemento di luogo senza una preposizione) digiunare soggiornare bere (prep.) a, fino a (distanza), vicino, fino a quando tutto, ciascuno, ogni
Esercizi (a) Traduci oralmente in ebraico: 1. egli è migliore di me 2. non c’è nessuno come noi 3. egli prese da noi il denaro 4. hai visto una donna come lei? 5. in tutta la terra che è davanti al popolo 6. ogni gioia e ogni salvezza che vi ho dato 7. tutti i peccati che tu hai peccato 8. ogni patto che ho fatto con il popolo 9. tutto l’oro e tutto l’argento 10. tutto ciò che possiedo (lett. tutto ciò che è a me) (b) Traduci: . y $ r ™ xinn Di’n-^3 iò) n r .o$ a n'K ÌÒ3 o ^ n r a 1#$ t y r ò vn dh rp h t o D,'??n"n^ w v nyitf ? nn?n rfrm nnzpwa nTÌ?n nyri r ó .D?Ó Wlty □!$ *01 DVH"1?? 13^
1
2 3 4 5
107
L e z io n e 14
.njrj avo vn a onan .f5?5» n ^ rrn ^ n'D^ .Ti^n n'D rp wj;»T^ nan □'niaan-bo wa .Dfl1? l*7DK“D>‘| D?Ó ÌTltf .^ÓV o # ttfnn? ^ t ^ n ni (c) Scrivi in ebraico: 1. Ella non vide gli uomini che venivano sulla strada verso la città. 2. I retti stanno digiunando giorno e notte. 3. Oggi Dio ci ha dato una grande vittoria. 4. A sera egli partì per Gerusalemme. 5. Il Signore è Dio, e non c’è nessuno come Lui sulla terra e nei cieli. 6. Misero un grande tavolo di fronte al re. 7. Sedettero lì tutta la notte fino al mattino. 8. I peccati che abbiamo commesso sono molti e grandi.
6 7 8 9 io
L e z io n e 15
68.1) perfetto di 33D sabab La radice verbale di questo tipo è particolare per il fatto di avere identiche la seconda e la terza consonante. Il perfetto si presenta come segue: ano m o niào niao ’ntào — T
T ”
T
T
—
sàbab sàbàbàh sabbóta sabbòt sabbòti
sàbàbù sabbò{em IDtaO sabbóten Ulào sabbónù
egli circondò ella circondò tu (m.) circondasti tu (f.) circondasti io circondai essi/esse circondarono voi (m.) circondaste voi (f.) circondaste noi circondammo
Qui troviamo una nuova particolarità: davanti a tutti i suffissi che comin ciano per consonante il tema è sabbó-. Nei casi rimanenti le forme sono relativamente regolari; tuttavia, si faccia attenzione alla à al posto di a, in ac cordo con § 11 (2). Quando le ultime due consonanti della radice sono una gutturale o r, le forme nelle quali ci aspetteremmo un raddoppiamento sono sostituite da forme che mostrano un allungamento di compensazione.
T 1N m ix ninx ninx Vii*™
'arar ’àràrah ’àrotà ‘àrót ’arati
egli maledisse ella maledisse tu (m.) maledicesti tu (f.) maledicesti io maledissi
rm □niix le m m x
’àràrù ’àrótem ’aróten ’àrónu
essi/esse maledissero voi (m.) malediceste voi (f.) malediceste noi maledicemmo
—T
T
T
1T
T
T
•
V
T
T
110
In t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
*
w w m n&y
con me con te (m.) con te (f.) con lui con lei
*3
fimmi 'immdkà 'imrnàk *immó 'immàh
u
69. Le preposizioni UV 'im e "X1M ’et con suffissi pronominali
wv □$y w
’immanù Hmmàkem ’immàken 'immàm ’ìmmàn
con noi con voi (m.) con voi (f.) con loro (m.) con loro (f. )
Una variante altrettanto comune della la persona singolare è '’ìfty 'immadì, con me; come lo è EDEV 'immcihem> con loro, della 3a persona plurale ma schile D&y ’immàm.
im inx T\m T
•
’itti ’ittdkà ’ittàk ’ittó ’ittàh
con me con te (m.) con te (£)] con lui con lei
D?w Dm nm T
nm
•
’ittànu ’itidkém ’ittdkén ’ittàm ’ittàn
Si noti il singolare contrasto tra D3E>y che si presenta con a e senta con a.
con noi con voi (m.) con voi (f.)] con loro (m.) con loro (f.)] c^e si Pre_
70. Osservazioni finali su Dal momento che in ebraico normalmente, non è retto da alcuna preposizione, espressioni italiane come “a cui, al quale, per cui, per il quale” e simili devono essere espresse in maniera differente. Ciò avviene per mezzo di un pronome “riassuntivo” collocato all*interno della stessa proposizione relativa, come illustrato negli esempi seguenti; l’uomo al quale ho dato l’argento —>l’uomo che ho dato l’argento a lui 1*7 ■ ’fl/o hà ’is ’àser nàtàtti ló ’et-hakkésep la città dalla quale essi sono venuti —> la città che essi sono venuti da essa "l$t$ TS?n hà'ir ’àseryàsd’u mìmménnàh l’uomo con il quale essi sedettero —i► l’uomo che sedettero con lui inN UW’ hà ’is ’àser yàsabiì ’ittó
111
L e z io n e 15
In alcuni casi specifici, gli avverbi un pronome:
e
possono essere usati al posto di
la città nella quale egli si stabilì —» T?n
la città che egli si stabilì là ha 'ir ’àseryàsab sàm
la città alla quale egli andò —* la città che egli andò colà T’VD hà *r àser hàlak sàmmàh Il pronome riassuntivo retto del verbo:
è facoltativo quando
l’uomo che ho mandato iritf
si riferisce alFoggetto di
—► l’uomo che ho mandato lui ha ’is ’àser sàlàhti ’ótó
o semplicemente (e di norma) In questo paragrafo e nei precedenti (§§ 32, 55) abbiamo presentato l’uso più comune di in quanto corrispondente all’uso dei pronomi relativi dell’italiano. Si possono incontrare però molti casi nell’uso di “1$$ che non trovano corrispondenza nell’esposizione data qui. La maggior parte di questi casi, tuttavia, può essere affrontata se si tengono a mente due tendenze gene rali: ( 1) tende ad assumere il significato della locuzione relativa “ciò che”. Come tale, esso può trovarsi come congiunzione all’inizio di una pro posizióne con il significato di “il fatto che...” e può assumere di conse guenza il significato di “dal momento che, poiché” o di qualche altra con giunzione che in italiano introduce una proposizione subordinata. Una classi ficazione esaustiva di tutti questi usi va oltre la finalità di una grammatica elementare come questa. (2) Dal momento che può assumere uno status di pronome indipen dente (“ciò che”), può essere trovato occasionalmente con una preposizione che lo precede, contrariamente a quanto previsto dall’uso comune. Esempi di queste tendenze sono le espressioni seguenti, utilizzate nor malmente come congiunzioni IV? 1$ ^ *nt|H "1 ^ 3
y& an 'àser ’ahàrè ’àser ka’àser
perché, a causa di (lett. a causa del fatto che) dopo come, secondo, quando
112
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
Infine, nonostante la maggior parte delle proposizioni relative sia segna lata dalla presenza di "1$$, è sempre possibile usare una proposizione che si riferisce ad un sostantivo precedente senza aggiungere alcuna indicazione formale della relazione tra di essi (per descrivere questo fenomeno viene usato il termine asindeto): Gn 15,13 ISam 6,9
DD*? N'1? U1? rPH Nin
in una terra (che) non (è) loro Fu un caso fortuito (che) capitò a noi.
Questo tipo di proposizione relativa è più frequente in poesia che in prosa, soprattutto dopo un antecedente indeterminato che dopo uno determinato per mezzo dell’articolo. 71. Vocabolario 15 S o s t a n t iv i :
r m miswdh “liN or W * hòsek ’óyèb TX sàbab W m x 'arar DII? ’azab "DV 'cibar 9
V e r b i:
—T
- T
-
T
yàras n:>tf sàkah ka ’àser C o n g iu n z io n e : 1 ^ 3 ”T
*•
T
~Òt) comandamento (pi. -ini) luce oscurità, tenebre ( p i -im) nemico circondare, girare, aggirare maledire abbandonare attraversare (un luogo); trasgredire (un comandamento) ereditare dimenticare come, secondo, quando (pi.
Esercizi (a) Traduci oralmente in ebraico: 1. il vaso in cui c’è acqua 2. l’uomo che il re ha convocato 3. la casa in cui trovammo un tavolo 4. la sera in cui mangiammo e bevemmo 5. il popolo con cui egli sta dimorando 6. il giorno durante il quale (lett. in cui) digiunammo
L e z io n e 15
7. 8. 9. 10.
113
la nuvola dalla quale uscì il fuoco Fanno in cui molti caddero in battaglia la legge in cui (ci) sono benedizioni e saggezza i cieli in cui egli creò il sole, la luna e le stelle
(b) Traduci: .nyn
Ntian nw sm
nty*?rrn$ N"Pf ayrrriì$i ™
i 2
.D^nV^o iti i m n x n m'T 3 .erótto n^Dìsn-nx ^ k i ini niVcj Hinn rfr?f3 4 .nix dd1? PX "3 op*pn DVP 5 .dì1 «li? “ìlxft T|$iV? a^n'^ xij? 6 xmi nirp*? n ia i niKtpn ’nxón ^ mrr»& nyìtf? ^ rx i t o n^n 7 .^V ayrnis'ì ^nx n x .n y n ^ rn x irim Tyn_n$ a ^ 'x n 1330 ^ w ìti d$&i nypan^y U7óy 8 .VD^nna D ^ r r ^ - n s inpym 'i Tyn_n§ 9 .□ ^ ìa x n m ? inx ayn-^Di «in “inw-nK -ny ij?33 10 (c) Scrivi in ebraico: 1. La luce è migliore delle tenebre. 2. Hai dimenticato le parole che io ti avevo scritto nel libro? 3. Ho trasgredito tutte le leggi e tutti i comandamenti che tu mi hai dato. 4. Il Signore maledisse la città cattiva e tutto il popolo malvagio che era in essa. 5. Non ci sono nemici in questo paese (lett. terra). 6. Il vecchio mi diede un buon consiglio, perché sapeva che io non avevo fatto quelle cose cattive.
L e z io n e 16 72. La catena costrutta Nell’ebraico biblico non esistono preposizioni che abbiano la stessa gamma di significato espressa in italiano dalla preposizione “di”. La relazione geni tivale, il genitivo delle lingue classiche, trova il suo corrispondente nella ca tena costrutta: Vip gol hannàbì' n & i ìW mélek hà *ares
la voce del profeta il re della terra
Come mostrano questi esempi, la giustapposizione di due sostantivi serve ad esprimere una relazione tra essi. Il primo sostantivo in una catena di questo tipo è detto “in stato costrutto”. Per usare una terminologia più moderna, in casi dì questo tipo, sì dice che, rispetto alla forma “normale o libera (asso luta)” usata altrove, il primo sostantivo ricorre in forma “legata”. La forma costrutta o legata di un sostantivo è spesso diversa da quella as soluta. Tale differenza sorge principalmente a causa dei mutamenti dell’accento implicati dallo stato costrutto: il primo sostantivo perde il suo accento abituale e diventa proclitico rispetto al secondo. La perdita dell’accento può essere completa, come avviene comunemente con (si noti il maqqèp): ben-hammélek
il figlio del re
sebbene di solito il primo sostantivo mantenga il suo accento: n fc t ^
mélek hà ’àres
il re della terra
Più importante delle modifiche d’accento è comunque il cambiamento che si riscontra nella vocalizzazione di molte parole: T3T ddbar hammélek
la parola del re
L’argomento sarà preso in considerazione più avanti. In una catena costrutta, solo il sostantivo finale può avere l’articolo de terminativo, Il fatto che l’intera espressione sia determinata dipende dal se condo sostantivo: se esso è determinato per mezzo dell’articolo o è un nome proprio, anche il primo sostantivo risulterà determinato: N'gan Vip
qól hannàbì‘
la voce del profeta
I n t r o d u z io n e
116
*?ìp qól SDmù ’él
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
la voce di Samuele
mentre invece N'QJ *7Ìp
qól nabi’
una voce di un profeta
In questo modo, la relazione tra i sostantivi di una catena costrutta corri sponderà generalmente alle espressioni “il... del...” o “un... di un...”, Per dire esplicitamente “un... del...” si usa la preposizione (spesso con *!$$) con la forma normale (assoluta) di un sostantivo: (l$t$) "137 dabàr ( ’àser) lammélek i l i 1? "IÌE>|& mizmór hDàwTd
una parola del re un salmo di Davide
Ciascuno dei sostantivi della catena costrutta può essere reso al plurale. Le forme caratteristiche dei plurali costrutti saranno trattate alla Lezione 18. Per il momento si consideri che dibrè è la forma costrutta di □‘*‘197: □’ÌOIiari "137 ddbar hanndbi’im n .}*7 dibrè hannàbi’ D’W ^ n ’H in dibrè hann9bi’tm
la parola dei profeti le parole del profeta le parole dei profeti
Gli eventuali aggettivi che qualifichino l’uno o l’altro dei sostantivi si collocheranno in fondo all’intera catena. In certi casi possono sorgere delle ambiguità ma la concordanza in genere e numero - insieme al contesto gene rale - è di solito una guida sufficiente per risolverle. Si osservino bene i se guenti esempi in modo che risultino chiari (n$N e sono le forme costrutte di e rispettivamente): jn_rj t r a n "137 la parola del profeta malvagio oppure la parola malvagia del profeta CPinn le parole malvagie del profeta □’W'Oan "07 la parola dei profeti malvagi U to n$N la moglie dell’uomo buono rniBnn$N la buona moglie dell’uomo nlD’H le belle mogli dell’uomo □‘’Djn le mogli degli uomini belli La lingua ebraica vieta l’uso di due aggettivi che si riferiscano a sostantivi diversi della catena. Ma due aggettivi diversi possono riferirsi ad uno solo dei sostantivi della catena, come in
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117
Dion •q'?àn a r a t a ^ é n vp ì
le parole del re buono e giusto le parole buone e giuste del re
La catena costrutta può essere estesa a tre o più sostantivi; tuttavia esempi di quattro o più sostantivi sono molto rari: N a rrili
la moglie del figlio del profeta
Anche in questi casi valgono le regole viste sopra a proposito dell’aggettivazione e dell’uso dell’articolo. Qualche volta, e di solito in espressioni stereotipate, il primo o il secondo sostantivo di una catena costrutta possono essere sostituiti da un sintagma più lungo. I seguenti casi sono anomali e non verranno usati negli esercizi: Y'l^rr]
i l re del cielo e della terra (il secondo sostantivo è sostituito da sostantivo + sostantivo) le parole e le azioni del re (il primo sostantivo è sostituito da sostantivo + sostantivo) T?ì?5 nnati? la gioia della (o nella) mietitura (con il secondo sostantivo è usata la preposi zione; probabilmente una contaminazione con la locuzione verbale sàmè?h bd gioire in)
I participi attivi possono essere costruiti con complemento oggetto in diversi modi o ( 1) in quanto verbi rninrrriK 1
colui che (adesso) sta osservando la legge
o (2) in relazione costrutta in quanto sostantivi m ta
colui che (in generale) osserva la legge.
Come suggerito dalle traduzioni di sopra, ciò comporta frequentemente una differenza nel significato: nell’uso verbale del participio, il riferimento è concreto e preciso; nell’uso sostantivato, il riferimento è generale e manca di precisione. Il significato preciso della catena costrutta è difficile da definire. Sebbene una traduzione approssimativa, con l’uso del “di” o del possessivo, come nell’espressione “il figlio del re”, sia spesso sufficiente, ci sono molti casi in cui è preferibile l’uso di un aggettivo o di un sintagma preposizionale:
I n t r o d u z io n e
118
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
13& ni1? una tavola di pietra p&n la tavola di pietra una santa montagna CPÓ '’V? 1111 vaso Per l’acqua Lo studente dovrebbe tenere a mente il fatto che in una catena costrutta il se condo sostantivo modifica o restringe in qualche modo il significato del primo; partendo da questa regola generale si può procedere ad una corretta traduzione così come richiesto dal contesto o dal comune uso dell’italiano. Dovrebbe essere invece evitata l’aderenza pedissequa ad un singolo modello di traduzione. 73. La forma del costrutto singolare La forma costrutta di un sostantivo singolare (esclusi i femminili in -àh e po chi altri) può essere ricavata dalla forma assoluta attraverso l’applicazione delle regole seguenti: 1) é e à non accentati vengono sostituiti da a. 2) à in una sillaba finale chiusa viene sostituita da a. 3) é in una sillaba finale chiusa rimane di solito invariata, ma in un pic colo gruppo di parole viene sostituita da a. Sotto sono elencati alcuni esempi dei più frequenti tipi di sostantivo: Assoluto V yàd Dipa màqóm nàbi’ roto kòkàb hèkàl mispàf gannàb "Dì dàbàr 1ì?ì zàqèn voti sdpét lébàb mélek "150 séper nà'ar T
• T
V
T -
■r
r
Costrutto V yad tri pz? maqóm m i ndbV kókab 'W d hèkal mispat gannab ddbar m zdqan DD$ sdpét hbab mélek séper nà'ar
Regola applicata 2 1 1 2 2 2 2 1e 2 1 e 3 (con cambio) 3 (senza cambio) 1e 2 nessuna nessuna (la è è accentata) nessuna
L e z io n e 16
119
74. Vocabolario 16 S o s t a n t iv i :
’ében dàg
(pi. -ini) pietra (f.) (pi. -im) pesce [Il f. dàgàh è usato come termine collettivo]. (senza plurale) metà fyàsì (pi. □'’fò? yammìm) mare; si noti HEP D1 yàm yammàh verso il mare, verso ovest. (pi. -ót) tavola Di'? luah rDìÒZ? mdlà(')kàh occupazione, lavoro ty*— (coll., senza plurale) uccelli, volatili op nìv 'èseb (coll.) erba, vegetazione erbacea (pi. -tm) immagine, somiglianza sélem rompere, spezzare “D # sàhar sàma' udire, ascoltare; con o prestare attenzione a, badare a, ascoltare; con / 3 obbedire. cessare, riposare r o t f sàbat làmmàh Perché? [Davanti alle gutturali N, H e n i$ V viene preferita la forma rró*? 138 n T
T
V e r b i:
— T
-
A l t r i:
T
lam ah].
Esercizi (a) Forma il costrutto singolare dei sostantivi seguenti (secondo le regole menzionate sopra): • ZPft “i m
“1ÌK T T
n $ u
“in □V?q
ir à TZ$ Ili
in
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120
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
(b) Traduci oralmente in ebraico: 1. un vaso d ’argento 2, la montagna del Signore 3. il cammello dell’uomo 4. il giardino della donna 5. il tempio della città 6. il sogno del ragazzo 7. l’argento degli uomini 8. la voce del servo 9. la luce delle stelle 10. il pane del bambino 11. il fiume di quella terra
(c) Traduci: 7 8 9 10 11 12
“ì^Vvi “l’VO ^ n ^ ìn nsn Viian o?ó#n )iv, ani
n? ian f s? p p n ^ K n ia inn n$xn t^N nsnnrrateniz^N D5?n tiDW —T
T
•
T
■
T
T T
T
•
i 2 3 4 5 6
T■
(d) Traduci: .ix$ tpy$1 =pn ^ r a r i Vip1? oyn ìò .□V*? irto in; x1?! is&n D^rni* K^an “n # .rrnVana oratf na1? .KÌH *73 ttVT *?Ì73LD*?i Wftl Hìnn T5n .cg1? lana onìn-n^ QFi^^n ."ta np^ avfàn niy .n&p'pB1? naqan .D',nl7^n K^-n^ d$ ux&d vfr) nTvn mi .in^rrVv' nninn “i§ó"ni$ insn nto .rnz^n -\y§ aibqn w x-i n ^ rrn ^ nVi ip ia w p .k o st Vv oyn ni ,n$xn Vip-1?» v m ti? *^&D1 ^È rr ^e?1? nuton nxà m jaa nvr T ll? o ^ l trrf^ n Vip-1?» EpyzpW ito?» n ftfe .do1? ina T
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2 3 4 5 6 7 8 9 io il 12 13
L e z io n e 16
121
(e) Scrivi in ebraico: 1. Egli attraversò la strada della città. 2. Perché mi hai abbandonato al nemico? 3. Chi ha rotto questo vaso? 4. Egli ci ha maledetto perché abbiamo dimenticato la parola della legge, 5. Il re malvagio prese prigioniero il popolo di Gerusalemme. 6. Egli mi ha abbandonato perché ho peccato contro di lui e non l’ho ascoltato. 7. Non si riposarono fino a sera.
L e z io n e 17 75. Il costrutto singolare: tipi minori a)
I termini e tìX hamio -i come suffisso nella forma costrutta,e regolare riduzione della vocale tematica: ’àbi, 'ahi. b) Tutti i sostantivi che seguono il modello di JVÌ e n*|Óhanno nel costrutto una contrazione regolare (ayi —►è e àwe —» ó): n?± nió
bàyit mawet
costr.:
iva bèt nift mot
c) La forma costrutta di 13 è di solito proclitica: “13 (con e). Un forma si mile si trova per 0$ ma è meno frequente. d) Un piccolo gruppo di sostantivi, apparentemente identici al tipo di 1|7T (costr. zaqarì), ha un forma costrutta insolita; questo gruppo include katèp TJT yàrèk
costr.:
qró kétep Tp* yérek
spalla coscia
e) I sostantivi che terminano in -eh hanno la forma costrutta in -eh. Gli altri mutamenti sono conformi alle regole già esposte: ITJ&
sàdeh mahàneh
costr.:
niif? sddéh rnrjfò mahànéh
Ci sono poche altre eccezioni rispetto alle regole di base date nella lezione 16. Nessuna di esse, tuttavia, è abbastanza frequente da rappresentare una categoria separata; quando necessario le differenze particolari saranno se gnalate nei vocabolari. 76. Il costrutto singolare dei sostantivi femminili che terminano in -ah Nel caso dei sostantivi femminili che terminano in -ah avviene la sostitu zione della desinenza finale con -at, Per il resto essi si conformano normal mente alle regole indicate nella lezione precedente. sànàh 'ésàh malkàh
anno consiglio regina
costr.: ro'ptt
ssnat 'osai malkat
regola 1 regola 1 senza ulteriori cambiamenti
124
In t r o d u z io n e
HKìDr1 tdbu ’ah raccolto nVpn topillah preghiera bdràkàh benedizione
a l l ’ e b r a ic o b ib l ic o
nMIiri tebu’at tapilla t J13”|Z1 birkat
^ 3 ? nabélah cadavere
regola 1 e regola dello shewa (§ 5) 1
ri1?}] niblat
Gli ultimi due esempi dovrebbero essere chiari; la riduzione di a in a se condo la regola 1 porta a *b9rskat, che, in seguito alla regola dello shewa, diventa birkat. Sono comuni due tipi di variazione rispetto alla norma: 1) La maggior parte dei sostantivi trisillabici che cominciano con una sil laba chiusa hanno forme costrutte con l’accento sulla penultima sillaba: nn§V»
mìlhàmah mispàhàh
guerra costr.: milhémel famiglia nnólfto mispàhat
2) A volte l’attesa riduzione di è o di a in 3 non avviene. Ciò non può es sere previsto e richiede speciale attenzione. rra
bzrekàh sàràh
stagno angoscia
costr.: rm
riD"l3 bdrékat sarai
La maggior parte dei sostantivi femminili terminanti - nella forma assoluta in -at, -et, - ut,, -ìt, ecc. non è suscettibile di ulteriori cambiamenti nella forma costrutta. E quelli che invece lo sono, seguono le regole consuete. La forma costrutta di n$N è del tutto irregolare: n$X ’éset. 77. Vocabolario 17 S o s ta n tiv i:
srj?“i
ràqìa '
nato1 yabbàsdh ab un rm ’àh 13 ben malkàh T
T —
T
T
il firmamento (a quanto pare, conce pito dai cosmografi della Genesi come una barriera solida) terra asciutta (pi. ~ót) padre (pi. irreg. D^nK ’ahim) fratello (pi. irreg. banim) figlio (pi. -ót) regina
1 Si noti l’inusuale regressione di k in k. Ci si aspetterebbe invece
daghesh lene.
senza il
L e z io n e 17
AGGETTIVI:
125
ÙW sem risón 'iti séni salisi T T \ rabi'i njtojq Ramisi 'al-panè 1? kèn V
Al t r i:
Ta v a
(pi. -ót) nome primo (f. risóndh) secondo (f. senti') terzo (f. salisti) quarto (f. IFSPyi rabi'it) quinto (f. D ^ t ) bàmisit) (prep.) sulla superficie di, di fronte a (aw.) così, in questo modo (riferito a ciò che è stato menzionato prima).
Esercizi (a) Traduci: ntf pn trà n m tay n n m n nsntf’ *onn n ^ n nyna T
Pt
-
*
•
T
-
1
*
—
—
i
V™ uà ntfrn n x n ntf n 'y f à naqa
8 9 10 il 12 13 14
K^an m ■ T -
••
niimri m in nyn
1 2 3 4 5 6 7
(b) Traduci oralmente in ebraico: 1. il campo dell ’uomo ricco 2. il padre del re 3. la terza battaglia dell’anno 4. il più giovane (= piccolo) fratello del profeta 5. la quinta parola della legge 6. la benedizione del Signore 1. la sapienza del re 8. la prima casa della città 9. il firmamento dei cieli 10. l’immagine di Dio (c) Lettura: La creazione N.B. La narrazione originale dell’ebraico biblico richiede l ’utilizzo dì una forma
verbale che non verrà trattata prima della lezione 22. Le letture selezionate nelle
126
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
lezioni 17-22 dovranno dì conseguenza essere considerate come semplici sequenze di frasi isolate, legate per quanto riguarda il significato ma non per quanto ri guarda la sintassi.
^ f ì i ‘m i nnn nn?n n t o - n f c r n s i o?ó$n-ri$ j q j ptfxin dì»? nfry 13 .n*??1? *qj? ìy fb ] nv nix1? *aTj? .liNirnis n n 1?^ .n ^n dìs5 Q'rfrfó a ltè ri nnn
D?ón ■pa T?y spì?l?1 D^n
-i y ^ i D’n'V^ nwy
dì5?
d1»3 ntoy i? . d ^ s v i 1? «li? .D ^ r r ^ y i$é$ D?àn yyi kiti7 nttG?1? .™ aipa-1?^ d t o h nnn .r y - ^ - n ^ n S ? n ^sr^-n a; tq a
D?7§rrnì<
n i?
Di’?
o l^ 'o a .d*isp ìoj? d^ ’?*) n $
(d) Scrivi in ebraico: 1. La casa di pietra non cadde. 2. La gioia del popolo è nella legge del Signore. 3. Metà dei giovani cadde in battaglia quel giorno. 4. Bevetti l’acqua da un vaso di pietra e mangiai il cibo che era su un tavolo di legno. 5. Ho dimorato col popolo di quella terra (per) molti anni. 6. Nel mattino egli partì verso ovest. 7. Il nome di questo re è Davide.
1 tóhu wàbóhui una designazione del caos primordiale; “senza forma e vuota” è
una traduzione accettabile per questa frase pressoché oscura.
L e z io n e 18
78. Le forme costrutte dei sostantivi plurali in -tm Nella forma costrutta dei sostantivi plurali in -irn, questa desinenza è sosti tuita da -è. Le riduzioni vocaliche che hanno luogo avvengono in accordo con le regole date al §73. Assoluto yamùn tn a hcmlm n ^ n hissim ‘ammim □'DIO sùsim j zetim nniD-i bdkórtm gdbùlim gdtnallim a n y r dabàrtm D 'r ó ’ànàsim zsqènìm kèlìm kókàbim □ ^ n hékàlìm mìspàtim kohànim • T
► T
j\
■ T
*
T
»
/\
Costrutto ydtnè bariè ’3tn hìssè ’ammè •’DID susè zete bakórè ''im gabùlé gdmallè dibrè \anse ^i?T zìqnè Itdlè kókdbè 4 ? ’n hèkdlé mispdtè kdhànè >■ i
Regola applicata 1 1
M*
••
t
1 e regola dello a 1 e regola dello s 1 e regola dello d 1 1 1 1
I sostantivi bisillabici con accento sulla penultima sillaba (del tipo di mélek) devono essere distinti da quelli di sopra e fatti oggetto di particolare atten zione. Nonostante essi abbiano un plurale assoluto che segue uno schema comune, la forma costrutta non può essere ottenuta attraverso le solite re gole: a) Sostantivi del tipo di (con é) hanno a o ì nella sillaba tematica del plurale costrutto. La vocale corretta deve essere appresa separatamente per ciascuna parola. La lista che segue riporta la forma costrutta plurale di tutte le parole di questo gruppo che sono state menzionate fino a que-
I n t r o d u z io n e
128
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
sto punto. D’ora in avanti la vocale specifica dì ogni sostantivo sarà se gnalata nei vocabolari. malkè 'abdé ■»»13 karmé 'ir. yaldè darhé ’abné ■TS3 na 'are
orato n-'inv,
■j
;u -u
vii: onw
* T !
b) Sostantivi del tipo di “I5 Ó (con e) hanno la vocale i (a volte e): Ó
19
•nè
nnD p
■n.99 sìpré
o '-to
sibtè t i ? ’edrè
tribù greggi
c) Sostantivi del tipodi tV~)p (con 0) hanno invece la
vocale o: radici
sorse
Esistono numerosi sostantivi le cui irregolarità nella forma del plurale co strutto devono essere brevemente commentate: D'WNI ràsim 'arim a n n hàrim •
r
• T
* T
Le forme costrutte di
'r ò l ns? nn ••
t
- T
**T
rase 'are hàré
Senza riduzione Senza riduzione Senza riduzione
e a^Ó sono rispettivamente
samè e '0 me.
79. Le forme costrutte dei sostantivi plurali in -òt La desinenza -ót dei sostantivi plurali rimane tale e quale nella forma co strutta. Per il resto viene applicata la stessa regola (1) di riduzione già men zionata. Anche in questo caso, se sostantivi del tipo di mélek, séper, sóres (o nà ’ar, zéra \ ’órah) hanno le forme plurali in -ót, la vocale tematica non può essere semplicemente prevista sulla base delle regole. a# ±> a iti
samót nia1?J1Ì31? libbót napsót nirnt] n l r j o harbót
regola 1 non prevedibile
L e z io n e 18
nix Qipa
129
’arsót 'orhót mdqómót nìDin birkót nlitp éddót
niiqx nirqx
nls-fó nirn^ niDis niìto T !
T
non prevedibile
1 e regola dello a 1
I plurali costrutti di sostantivi femminili come nypà e rD ^ assumono la stessa vocale che mostrano al singolare: fiìy ^ ma 80. Vocabolario 18 S o st a n t iv i :
adàm
d ik
’àdàmàh
bdhèmàh W l
rémes
zàkàr nsqébàh natf sabbàt 'VfVf SlSSl S3DI l ’ahèr im "Dì
■*
A g g et t iv i :
—
^
V
V e r b i:
• V
l A t *
yàsar
(1) il nome proprio Adamo; (2) ter mine collettivo (senza pi.) umanità; (3) sostantivo singolare (senza pi.) uomo [ 'àdàm caratterizza l’uomo op posto a ciò che non è umano, mentre ’is è l’uomo in opposizione alla donna e al bambino]. terra, terreno, suolo, proprietà terriera [a volte sinonimo di era?, che però contiene un significato più geografico o politico piuttosto che agricolo], (costr. fittala behémat) (pi -ót) bestia, animale, spesso usato come collettivo (senza, pi.) termine collettivo per indi care tutti gli esseri che strisciano (pi. -im) maschio femmina (pi. irreg. nifOT) sabato (f.) sesto (f. n W sissit) settimo (f. rpyzi^ sdbVit) altro, un altro (f. ril£iX ’ahéret; m. pi. t H 0$ ’àhèrim, f. pi. ’àhèrói) plasmare, formare
Si osservi attentamente: le tre parole che seguono vengono spesso confuse tra loro (1)*>n hay un aggettivo le cui forme sono date al §22; “vivo, vivente” (2)rpn hayyàh un sostantivo (pi. -ót) usato come termine gene rico per ogni “essere vivente o animale”
130
(3) n«n
I n t r o d u z io n e
hayyim
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
un sostantivo usato solo alla forma plurale ma con il significato singolare di “vita, la durata della vita”
Esercizi (a) Traduci i seguenti sintagmi, Assicurati di capire chiaramente tutte forme costrutte. 15 Tyn 16 rninn nini1? 17 D'r fW ^ ny? '7 $ 18 □yri nin? T»n »t t ot 19 n f e ! nì»?j 20 i§én n y i Dwgjn nirna 21 T u' ta Tyn T7 * 22 m/n TT niaa •• * H b ’! 23 Ti?n n t o ’sto 24 nvàn D’ó^n ’3?i3 25 cruori rrjton nnj]5 26 n w n»n 27 28 'infra nnn 'pN
le i 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14
il plurale di ciascun sostantivo; usa poi la forma del costrutto plurale nel sintagma dato. 1. luogo, i luoghi della terra 2. accampamento, gli accampamenti dei nemici 3. comandamento, i comandamenti del Signore 4. fiume, i fiumi della terra 5. profeta, i profeti di quella città 6. libro, i libri dei profeti 7. servo, i servi del re 8. città, le città della terra 9. albero, gli alberi del giardino 10. giudice, i giudici del popolo 11. padre, i padri dei figli 12. figlio, i figli degli anziani
131
L e z io n e 18
(c) Lettura; La creazione (conclusione)
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nan?-l? r n§ n & ? n*ri'm ntoy “W n Disa .□rt< >q? n?i?;i “idt .nvf?8 a )fo nniqna , r t o "i#$ n a x ^ n -^ B cp;f?$ rnw T ? $ n Q^a (.nawn dV> tnn ia tprfrft riau; T a $ n Di’n)
(d) Scrivi in ebraico: 1. Questi sono i nomi dei figli del popolo che venne a Gerusalemme. 2. Egli ammazzò i figli cattivi del profeta perché essi avevano trasgre dito le leggi del Signore. 3. Egli diede denaro alla prima donna, ma all’altra non diede nulla. 4. Hai visto le stelle del cielo che Dio mise nel firmamento? 5. Dove sono le tavole di pietra che il profeta ha spezzato? 6. Il Signore è la salvezza di tutti i popoli.
L e z io n e 19
81. La forma indipendente del pronome personale (soggetto) ani ’ànóki nrix ’attàh ’att m mn h u ’ *071 hV
io io tu (m.) tu(f.) egli ella
«Afe
’ànàhnù
aria
’attem nJFIN / lipx ’atten, ’attennah nan / an hèm, hémmah n3n hénnàh
noi voi (m.) voi (f ) essi esse
Osservazioni: 1. Entrambe le forme del pronome della la persona singolare sono molto frequenti, senza chiara differenza di significato o di applicazione. 2. È attestata una rara alternativa della 2a persona femminile singolare: W , con la ? finale. Si riscontrano e quali varianti molto rare di 131^. 3. Le forme della 2a persona femminile plurale sono piuttosto rare per po ter determinare preferenze; in qualche testo è vocalizzata come ‘jrtK. 4. Nel Pentateuco la grafia della 3a persona femminile singolare è N1H, cioè viene scritta la forma maschile ma letta quella femminile; la causa di ciò è sconosciuta. 5. OH e nftfi sono entrambi frequenti, ma mostrano una distribuzione leggermente differente: OH predomina nel Pentateuco, mentre n73H è più comune nei libri di Samuele e in diversi libri poetici. Le forme indipendenti del pronome personale sono usate principalmente come soggetti delle frasi, e soprattutto nelle frasi non verbali: Dìtt ^ TjVn
Io sono buono. Io sto camminando. Io sono un uomo. rpiQ ■’JtJ Io sono nella casa. Tali forme possono essere usate in una varietà di modi disgiuntivi e possono trovarsi prima del verbo in una frase verbale per dare enfasi al soggetto. Quest’enfasi non è necessariamente forte; può indicare semplicemente che il
134
In t r o d u z io n e
a l l ' e b r a ic o b ib l ic o
discorso ha subito un cambiamento di soggetto. Ciò non implica necessaria mente un’enfasi speciale nella traduzione. 82.1 pronomi interrogativi a)
mi chi? Non si flette né per genere né per numero. Kjn
HÙA? ‘’tt ipN fiX '’O n3 fjOlrrriK fili] 'tì?
Chi ha fatto questa cosa? Chi sei tu? Di chi sei figlia? (lett. A chi tu figlia?) A chi hai dato il denaro?
b) na mah che cosa? Non si flette né per genere né per numero. La forma di questo pronome dipende dalla lettera con cui inizia la parola che lo segue, ma le varianti sono meno regolari rispetto a quanto avviene nel caso dell’articolo determinativo o della congiunzione W9-. Le regole che seguono bastano a coprire la maggior parte dei casi che si incontrano. 1) Davanti a X H "ì si usa mah. 2) Davanti a H V si usa
meh.
3) Altrove, davanti a consonanti non gutturali, si usa Hfr con il rad doppiamento della prima consonante della parola seguente. Tutte queste forme possono essere seguite dal maqqèp. Sia che sono a volte seguiti da un pronome dimostrativo, che non è ne cessario tradurre, come in rpìi/y nx'T na Xin nj T
•
T
83. Le preposizioni
-
Cosa hai fatto? chi è lui?
, Vs?, Iinri e
con i suffissi pronominali
Queste quattro preposizioni, tra le altre, prendono un insieme di suffissi pro nominali molto diversi da quelli già studiati. 1 s. 2 m. s. 2 f. s. 3 m. s. 3 f. s. c .
■ ’Vx
vVx T
••
irt#
*èlay \élékà ’éfàyik ’èlàw ’élèhà
1 pi. 2 m. pi. 2 f. pi. 3 m. pi. 3 f. pi. c .
irVx
TO’f t
’èlènu ’àlékem ’àléken ’àlèhem ’àlèhen
L e z io n e 19
135
1 c. s. 2 m. s. 2 f. s. 3 m. s. 3 f. s.
*7» - T 'alay 'àlekà 'alàyik Tty 'àlàw 'àieha
1 c. pi. 2 m. pi. 2 f. pi. 3 m. pi. 3 f. pi.
1 c. s. 2 m. s. 2 f, s. 3 m. s. 3 f. s.
tahtay tahtgkà ■si?*TO tahtayik vnnri tahtàw tahtèhà
1 c. p i 2 m. pi. 2 f. pi. 3 m. pi. 3 f. pi.
U’é u s D?’nnn
1 c. pi. 2 m. pi. 2 f. pi. 3 m. pi. 3 f. pi.
ir iq x
1 c. s. 2 m. s. 2 f, s. 3 m. s. 3 f. s.
TTO TÌCJN ìn q a 3 Ìq »
’ahàray ‘ahàrekà ’ahàràyìk ’ahàràw ’ahàrehà
•*T alenu a?’1?? 'àlékem 'àléken 'àléhem ’àlèhen
l< T ro
□9T08 □ in q s
tatyénù tahtèkem tahtèken tahtèhem tahtèhen ’ahàrènu ’ahàrèkem ’ahàrèken ’ahàrèhem ’ahàrèhen
84. Vocabolario 19 So st a n t iv i :
nàhàs 1JV 'ézer T•• sélà * ' sir “1W3 T T basar TW
A g g e t t iv i :
V e r b i:
màwet in K arar nehmàd QDn hàkàm n tf T
Al t r i:
w
’e/wo/
nt]N T!N
’ahàrè
(pi. -fw) serpente, serpe aiuto, soccorso (pi. -im o -ót) costola, fianco; la forma costrutta è irregolare: vhi séla ' (pi. -im) canto corpo, carne; kol-bàsàr l’umanità morte maledetto piacevole, desiderabile saggio; come sostantivo: un uomo saggio cantare (cfr. sopra) o tdmól (avverbio) ieri (prep.) dopo, dietro; (cong.) + dopo che come sopra •
I n t r o d u z io n e
136
a l l ’ e b r a ic o b ib l ic o
Esercizi (a) Traduci: c r n ^ “ìs rn a H D 1DT ■>» nswn Dl^na ani d™ N'garr'^ □•’X-fp ann
7 8 9 io 11
D’D^n na'ptfn? nrVy Dtfxn pyx nrix nWx nx nztt nnW m n» ann □nn^rrnij nnb njn ay? ^1n-ì niia iflxn V V
I -
t
T
I -
»
1 2 3 4 5 6
(b) Traduci oralmente in ebraico: 1. Qual è il nome di quest’uomo? 2. Chi è il figlio della ricca donna? 3. Cosa ha fatto (m. s.) al sesto giorno? 4. Come ha chiamato (m. s.) la terra asciutta? 5. Cosa hai fatto ieri? 6. L’hai visto ieri? (c) Traduci:
(d) Scrivi in ebraico: 1. Dio fece la donna dalla costola dell’uomo, 2. Chi sono i nemici di questo popolo? 3. Queste sono le parole che riguardano la vita del gran re. 4. Egli fece i pesci dei mari e gli uccelli del cielo. 5. A immagine di chi (lett. neH’immagine di chi) Dio ha plasmato l’uomo? 6. Cosa ha messo (m, s.) nel firmamento del cielo al quarto giorno?
L e z io n e 19
137
(e) Lettura: Nel giardino di Eden
njy rrn dìn V) rnwn a?ówn nlsfy n w qình *qi? ■dì* n$*
.ni? "TOT aio *? nn*n ^
niten n^n_t7sa 3nny rrn wnan *$n
fy^i 4n ^ ^m n
.n$an ? nana T • T i1 T I IT iwg V -J n5n"n« •I “ V nbx1? n*mn ih k 'ifòòx ^ “‘n’ìn^i r?!TW 'tàN'? niKn-^ a^n1^ nax .n*to n^rna □■»;??& mrr i&k .fyn~i& ^ nana N^n n&y nrq ntswij nx'T jvfry ^ :^3inn_l7^: mn1 i&n .n^K ttfn|n "1$$ i^ - ^ - n s i1? rn$N W7)) n ^n wtpn r? larnp n$Nni Dixn w r .ni&n n^n_l? |^ nansn"1? ^ nnN im .cpn^ nm^ Note alla lettura: 1. “adatto a lui” 2. '?„.n33 nel senso di “costruire, oppure trasformare qualcosa in qual cos’altro” 3. “astuto, scaltro” 4. Si osservi il frequente uso di ìtt come partitivo: “alcuni dei frutti”.
L e z io n e 20 85. Il sostantivo con suffissi pronominali La lingua ebraica non conosce aggettivi o pronomi possessivi; espressioni come ad esempio “il mio libro”, “il suo re”, ecc., vengono rese attraverso suffissi pronominali. Le forme dei suffissi pronominali per il sostantivo sin golare sono per lo più identiche a quelle già adoperate con le preposizioni. La maggiore difficoltà risiede, come al solito, nei cambiamenti che avven gono nel tema nominale piuttosto che nelle desinenze stesse. Qui di seguito è esposto il paradigma dì DIO (cavallo), il cui tema rimane invariato: ■>010 sùst sùsaka TjDID sùsèk 1010 suso nOÌO susah
il mio cavallo 13010 sùsénu il tuo (m.) cavallo DpplO sùsakem susaken il tuo (f.) cavallo il suo (m.) cavallo □010 susàm il suo (f.) cavallo 1010 susàn
il nostro cavallo il vostro (m.) cavallo il vostro (f.) cavallo il loro (m.) cavallo il loro (f.) cavallo
Si osservi specialmente: (1) La 2a persona femminile singolare e la la persona plurale hanno sem pre -è~. Si ricordi invece che le preposizioni non sono costanti: hanno à in alcuni casi (bàky làk, ’immàk) ed é in altri (mimmék). (2) Lo a di ^pìO susakà dovrebbe essere considerato come una parte pro pria del suffisso (sùs + aka) e non come una parte del tema del sostantivo. Al contrario, lo a di O^plO sùsakem e di pplO susaken deve essere considerato come parte del tema del sostantivo (susa + kem). La ragione di questa distin zione a prima vista arbitraria diverrà più chiara in seguito. Diamo uno sguardo alle stesse particelle pronominali suffisse ad un so stantivo come "137: ddbàri ddbarakà dabàrèk rm 1137 dabàró ddbàrah nn
dabàrénù Q7P7 dabctrkem 15137 ddbarken cr»7 dabdràm 11^7 dabaràn
Lo spostamento d’accento dal tema del sostantivo al suffisso ha prodotto lo stesso tipo di riduzione incontrato nel plurale e nelle forme costrutte, vale a dire, d ed è in sillabe aperte propretoniche (due sillabe prima dell’accento
140
In t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
primario) sono sostituite da 9. Le forme della 2a persona sono le uniche che richiedono un commento. Come accennato sopra, lo d di -skà è considerato come parte del suffisso; ciò fa sì che la sillaba finale del tema rimanga aperta (dd-bà-rs-kà), e di conseguenza il tema del sostantivo prima di questo suf fisso avrà nella maggior parte dei casi la stessa forma che avrà alla la per sona singolare. Tuttavia, avviene che i suffissi della 2a persona plurale siano -kem e -ken (senza a); l’ultima sillaba del tema del sostantivo è chiusa (ddbar-kem) per cui la vocale, se possibile, è abbreviata. Il tema del sostantivo davanti a questi suffissi è nella maggior parte dei casi identico alla forma co strutta. Ne consegue che, per comprendere i mutamenti tematici, i suffissi pronominali devono essere considerati come appartenenti a due tipi diffe renti: ( 1) quelli che iniziano con una consonante, spesso chiamati “forti” (kem e -ken), e (2) quelli che iniziano con una vocale (tutti gli altri), spesso chiamati “deboli”. I sostantivi femminili in -ah hanno -ài davanti ai suffissi deboli e -ai da vanti ai suffissi forti:
Tinnin 1mln T
nmlri
toràti tóràpkà tóràték tóràtó tóràtàh
la mia legge, ecc.
*♦
T
D?n!in p rn in □nnirì innin
toràtènu tóratkem tóratken tóràtàm tóràtàn
I sostantivi con accento sulla penultima sillaba, come mélek e nà 'ar, e al cuni altri tipi irregolari saranno trattati separatamente nelle lezioni succes sive, La tabella seguente include la maggior parte degli altri tipi di sostantivi singolari, presentati con suffissi forti e deboli. Il lettore si assicuri che i cam biamenti fonetici annotati nei commenti siano chiari. Singolare ass.
Con suff. 1 sing.
Con suff. 2 pi.
1. Sostantivi monosillabici: yàdi T yàd Dy
'am
m
’èm
sir W’W ’is TV 'ir
■>m
yedkem
'ammi
□w ?
'ammdkem
’immi
DW
’immakem
siri Tst 'TS7 'tri
sirdkem ’isdkem ’irdkem
Commenti Irregolare; atteso: yadkem. Cfr. tema pi. in ’ammim. Cfr. tema pi. in ’immót.
141
L e z io n e 20
Vip ni1 wtò DIO
qól yóm ró(')s sus
■ ’Vip qoh A. W yomi ró(')si ■ ’DID SUSl A
A
A
qóhkem yómskem D?tpK1 ró^)sdkem □5pìD susdkem
l. Sostantivi con -àyi- e -àwe-: bàyit 'N I bèti r
ma
mawet
■>nia moti
3. Sostantivi bisillabici: i rskusi vfty) rdkus hàlóm i DìVp hàlóm ddbàrì V I dàbàr I
A VA
0^*1»
bètdkem
Si noti -àyh
mótdkem
Si noti -àwe—* -ó-.
rdkusdkem □WV?Q hàìòmdkem dabarkem
ìì?ì zàqén
zaqéni
WT
zdqankem
W21
nàbi’
ndbVÌ
WM
ndbi’àkem
aipa
màqóm
■»aip^ maqómi
apaipa
mdqómdkem
kókàbi mispati ■ ’Il’N ’óyabi saddiqi
□333Ì3 touDU/a v*» DD VTX I•
kókabkem mispatkem ’dyibkem saddiqakem
T
us^a
4.
kókab mìspdt ’óyèh saddiq
*T
l
Sostantivi femminili in -■ah: sànàh sanati •T1 ’èsah tóràh binàh niTH huqqàh gib 'ah ’àdàmàh
rriin nj’3
np-#
bdrakàh
TO5?
'àsàti
sanatkem DWSV
’àsatkem
tóràti binati ■’O T huqqàti gib 'àti ■W7K ’admàtì
tóratkem D W ’3 binatkem 0?QÌ?G huqqatkem D W W gib 'atkem QPi?a7X ’admatkem
'rQRfr
D5flD“]3
v q in w• Ta *
birkàti
Riduzione propretonica. Riduzione propretonica. Riduzione propretonica; à dopo guttu rale. Riduzione propretonica.
Riduzione propretonica. Riduzione propretonica.
oDrn.in
birkatkem
Riduzione propretonica e regola dello shewa. Riduzione propretonica e regola dello shewa.
I n t r o d u z io n e
142
rniny ’àbódah *>niiny 'àbódàti nVDIj) tdpillàh*>n^pn tapillàti
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
'àbódatkem O^pDJj) tdpillatkem
I suffissi uniti al sostantivo plurale hanno le forme già esposte nelle le zioni precedenti per *7$ e hv. Quando un sostantivo plurale termina in -im, questi suffissi pronominali prendono il posto della desinenza plurale. Essi dovebbero dunque essere considerati come una fusione della desinenza plu rale e dell’elemento pronominale: 'DÌO TQÌO TÒìo ■poio Fóto T
TÌFT
sùsay sùsékà sùsàyik susàw sùsehà
i miei cavalli, ecc.
ddbàray dabàrekà dsbàràyik dsbàràw ddbàrehà
le mie parole, ecc.
ÌPÓ1D D^OÌO ìy w D^pOÌO 10’DÌO
susènù sùsèkem sùsèken sùsèhem susèhen ddbàrènu dibrèkem dibrèken dibréhem dibréhen
Si osservi il cambio dell’accento quando vengono suffisse le particelle pro nominali della 2a e della 3a persona plurale. In questi casi, un sostantivo con due vocali suscettibili di mutamento sarà sottoposto alla doppia riduzione già incontrata nella forma costrutta plurale. I sostantivi con il plurale in -ót assumono gli stessi suffissi pronominali, aggiunti direttamente alla desinenza plurale, senza che questa venga sosti tuita. ■ ’n iiin
rninin rprrìiin T
T
V
iniDi3 T ritola
tórótay tórótékà tórótàyik torotaw tórótéhà
le mie leggi, ecc.
birkótay birkótékà ecc.
le mie benedizioni
, A
A
A
< A
A
torotenu tórótèkem tòrótéken tórótéhem tórótèhen
irrrirna □ ^ n irja
birkótènù birkótèkem ecc.
v
. A
( A
ìp jn in □DTiinin p v rh in Djpnmn l^rnnin
Il suffisso -èhem è a volte sostituito da -àm, come in ro padri).
«
per DlTi'Tlin^ (i lo
143
L e z io n e 20
Una lista completa dei diversi tipi di sostantivi, nella quale sono classifi cati tutti i sostantivi usati in questo libro, è disponibile nell’Appendice A. Ogni volta che il lettore avrà un dubbio circa il comportamento di un tema nominale davanti al suffisso pronominale potrà individuare il sostantivo nel glossario e utilizzare il numero lì indicato come riferimento per la lista dell’Appendice A. La selezione seguente dei più frequenti tipi di plurali dovrebbe comunque rivelarsi sufficiente: Plurale assoluto DW * T dàmìm bànìm DM ■3 T CPEP yàmim T sanim • T nàsim DTO 'ammim hissim tp sirim D^pìO sùsim □nv arim bàttìm DTO • IT ddbàrim Q 'r à ’anàsim D’W zdqènim Q T?) mbi'im mispatim ’óydbitn rma bànót ninin tórót nidlàkót nisn* gdbà 'ót n i x t ì miswót •
n ^ l?
bdràkót
Con suff. 1 sing. —T
^3 -T WT -
- T
vtn '’TW ■>ptà ’ny —T T -OIT
nyr
■>ntaa i • ’nly»
damay bànay yàmay sanay nàsay ’ammay his§ay siray susay 'àray bàtlay dabàray ’ànàsay zaqènay ndbt'ay mispàfay ’óydbay bdnótay tórótay malkótay gib ’ótay miswótay
^13"13 birkótay
Con suff. 2 m. p i sangue EW ? ddmékem DD figli V’33 1 bdnékem giorni oyo: ydmékem anni sdnèkem mogli msékem popoli o y s ? 'ammèkem frecce o y sn hissèkem canzoni oyTttf sirékem cavalli n^DID susékem ’àrèkem città case bàttèkem parole o y n ;n dibrékem ’ansèkem uomini vecchi Dy3i?T ziqnèkem m b i’èkem profeti mispdtèkem giudizi ’òydbékem nemici figlie aerila? banótékem leggi D^nlniD tórótékem malkótèkem regine colline Dynlv:?a gib ’ótèkem V •• 1 • miswótèkem comandamenti birkótékem benedizioni
Si osservi che i plurali in -ót hanno davanti a tutti i suffissi lo stesso tema del costrutto plurale, mentre i plurali in -im presentano il tema del costrutto plu rale solo davanti ai suffissi -kem, -ken, -hem e -hen.
144
In t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
Un sostantivo con suffisso pronominale è sempre determinato. Pertanto ( 1) un aggettivo che gli si riferisce ha l’articolo determinativo: pTnn ‘’pìO il mio cavallo forte □''aton le sue buone parole (2) quando tale sostantivo è l’oggetto diretto di un verbo, è richiesta la preposizione 'et: IDIOTI^ '’JVK"! ho visto il suo cavallo. Tuttavia, quando il sostantivo si riferisce ad una parte del coipo, la pre posizione ’et viene frequentemente omessa: ÌT» rW
Egli stese (lett. mandò) la sua mano.
86. Vocabolario 20 S o s t a n t iv i:
ym
h à y il
“ippa
mìspdr
rp3"1$ merkàbah D1D sùs ttHD pàràs T
T
nn
saba ’ «
—
ruah
l’esterno; hùsàh e nxinn hahusàh verso l’esterno, verso fuori; ^ fTO mihus h - fuori di (pi, D ^t]) forza; esercito; ricchezza. Molto frequente nell’espressione un guerriero, un combattente, numero, numerazione; “IDpTp ’pX (sono) senza numero, innumerevoli; da questa espressione idiomatica deriva il fatto che "lDptt può essere usato da solo nel senso di “nu merabile” (che si può contare), cioè “pochi” - es. alcuni uomini (lett. uomini di numero). (pi. n n | “|ft) carro (pi. -tiri) cavallo (costr. pi. CP^ID) cavaliere, fan tino (costr. ÌOIS; pi. -ót) armata, schiera, esercito (di soldati, angeli, corpi celesti). Anche nella frequente designazione di Dio come HIPP o n to y (pi. -ót) respiro, vento, spirito (f.)
L e z io n e 20
145
sur
(pi. -tm) rupe, roccia; (fìg.) aiuto, di fesa assemblea, congregazione (pi. -ót) muro nuovo forte, fermo, duro cavalcare *
qàhàl qir hàdàs PIO hàzdq UDÌ ràkab
taì? tf A g g e t t iv i ;
t
V e r b i:
-
T
T
E sercizi
(a) Traduci. Il lettore si assicuri di aver compreso perché i temi sono così come si presentano. 9 10
nnapn inapn
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il D p n v ^ u r m tf'’ V
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1
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T
(b) Traduci oralmente in ebraico: 1. il tuo (m. s.) popolo, il tuo albero, i tuoi uccelli 2. la vostra (m. pi.) canzone, il vostro consiglio, il vostro bestiame (mi nuto) 3. i miei luoghi, i miei accampamenti, la mia fame, i miei comanda menti 4. la mia voce, la mia legge, i miei messaggeri, il mio profeta 5. il suo (m. s.) firmamento, la sua tavola, il suo trono, il suo palazzo 6. le sue (m. s.) parole, i suoi pesci, i suoi cammelli, le sue benedizioni 7. i loro (£ pi.) nemici, i loro guerrieri, la loro morte (c) Traduci: o
p
t
o
n
s
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p
a
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ì a
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p
a
r
$
.t f # n nnri ttfìrrta . r i f e r ì wìh dì? mn pjn mn1 otfa xa o ìx
1
2 3 4 5
146
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
rflinriB -nx voio-nN ìftjjn n1?^ .nirr1? tfign Q T^-ns n # .n^ó^n K ^ ^ r n ^ i DrsDisn-nyn nTn-n^i v r ih .xvin *i#t$ ^ h n ni»$ n1?^ .d tv ? unn n?? m .□v1?DO1? rvnià) nte i?jn n;?ny-fl
6
7 8 9 10 11 >nn -ita} nirp ™ 12 13 .nvr ’rv ? w n ■o o n n ^ 14 .□iroìcrVy n^D'n □'w^n-riK w in 15 .rnri& rr^y n:nn ^ n n nia? w 16
(d) Scrivi in ebraico: 1. Egli prese una costola dall’uomo e da essa fece una donna. 2. La canzone che hanno cantato era piacevole e buona. 3. Il nemico è troppo forte per i nostri guerrieri. 4. Essi ammazzarono l’animale e mangiarono (da) la sua carne. 5. Questa è una nuova canzone su cavalieri, carri eguerra. 6. Non c’è aiuto per la nostra assemblea. 7. Cadde il muro della loro grande città.
i
L e z io n e 21
87. Verbi stativi Oltre a verbi come quelli già studiati, esiste un gruppo molto più ristretto di verbi che presentano le vocali e o o nella sillaba finale del tema del perfetto. La maggioranza di questi verbi sono stativi, cioè esprimono uno stato del soggetto piuttosto che una sua azione e vengono tradotti per lo più come ag gettivi: 733 lì?!
kàbèd zàqèn
egli è pesante, era pesante, è diventato pesante egli è vecchio, era vecchio, è diventato vecchio
Esistono altri verbi, del tipo regolare con il perfetto in a, che per via del loro significato appartengono a questa categoria. Tali verbi, a giudicare da altre forme di flessione con cui si presentano, appartenevano originariamente alla categoria degli stativi ma, nel corso del tempo, sono stati assimilati al tipo dominante con il perfetto in a perché il loro significato è slittato da quello puramente stativo a quello di un’azione, come ad esempio Dii?
qàrab
egli è (era, è diventato) vicino; si è avvicinato.
Esistono poi verbi con il perfetto in è che vengono trattati invece come transitivi attivi, con eventuale oggetto diretto, come ad esempio sane’
egli odiò.
Formalmente, esistono verbi in è nella classe triconsonantica dei verbi forti (723 kàbèd), nella classe III-Aleph (fròtt màlè‘ essere pieno), e nella classe dei verbi vuoti (fi!D mét egli morì); ci sono verbi in ó nella classe tricon sonantica dei verbi forti e nella classe dei verbi vuoti ($3 bós egli si vergo gnò). La flessione di questi verbi è fornita sotto in colonne parallele in modo da facilitarne la comparazione. Il tipo più frequente, quello di kàbèd, è dato in forma completa come paradigma di riferimento. Gli altri verbi sono dati con alcune forme congetturali tra parentesi dal momento che non tutte le forme sono attestate nell’ebraico biblico.
148
I n t r o d u z io n e
avere timore/paura
essere pesante 733 •• T
kàbèd
NT •’T
nTx T**T y à r è t à DHT y à r é t
k à b à d tà
^733
kàbàdt k à b à d ti
' m• i ' " *T
y à ré ti
kàbddu
w x
y a r d ’u
k d b a d te m
?
k d h a d te n
73?
kàbàdnu
it o
^
y à rè ! y a r d ’à h
kàbsdàh
FÉ?
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
y a r è ’te m y a r è ’te n
n w i?
UKT •■ t y à r è ’n u
morire
essere capace
m èt
provare vergogna
nnó T»
m é tà h
V31T y à k ò l a t a y à k d là h
r rT o“
m a tta
tifi:
m
m à tt]
w
m a tti
ìn é
m é tti
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y à k ò lt à
n $ i3
bósàh
W
b é s tà ]
Ì
y à k ó lt 't if i:
bost
y à k ó lt i
^ 3
y à k d lù
« tè
PW
m a tte m ]
° ti? T .
im
m a tte n ]
TO'???
y d k o lt e n
« v i:
y à k ó ln ù
m à tn ù
bòs
y d k o lt e m
b ó s ti bésu b o s te m ]
D W ì
b o s te n ] bósnù
A causa d el loro sign ificato — ch e non im plica una vera e propria azion e - i verbi stativi appaiono raramente in una form a participiale co m e 3J13.
Si riscontra spesso un aggettivo associato con ognuno di questi verbi, di frequente identico nella forma del tema alla 3a persona maschile singolare del perfetto, con cui può essere facilmente confuso. V erbo
733 kabéd 3f7T zàqèn 3ìn rà'èb “irìtp tàhèr 3“1j? qàrab
essere pesante essere vecchio essere affamato essere puro essere vicino
Db mèt hVù male * Ibj? qàtón
morire essere pieno essere piccolo
** T
_
_
A g g e t t iv o
733 jj?T 3SH lino 3TÌ? «
T
kàbèd zàqèn rà'èb fàhór qàrèb “
nn mèt màlè’ pi? qàtón
pesante vecchio affamato puro che si avvicina; 3Ì"lj? qàrób vicino morto pieno lpi? qàfàn piccolo
L e z io n e 21
149
È solo nella forma maschile singolare che si riscontra ambiguità formale. Una frase isolata come tf’w m può essere tradotta in forma verbale, “L ’uomo invecchiò (era vecchio, è di ventato vecchio)”, o in forma aggettivale, “L’uomo (è) vecchio”. Ma quando il soggetto è femminile o plurale, la distinzione è chiara: HWKH rtìpT (verbale) HWXH rOj?f (aggettivale) UflJT, (verbale) (aggettivale)
La donna invecchiò, La donna è vecchia. Gli uomini invecchiarono, Gli uomini sono vecchi.
Non si riscontra ambiguità, ovviamente, quando i temi verbali e aggettivali hanno forma differente. Entrambi, verbi e aggettivi, a causa del loro significato, possono essere costruiti con "Jtì per esprimere la comparazione: t^ìCI 7113 L ’uomo divenne più importante di me. I verbi stativi da radici geminate (cfr. §68) alla 3a persona sono coniugati come segue. □JFl
nftfì T
-
tàmmù
tam
essere alla fine
tàmmàh
La parte rimanente della flessione è come quella di 320. 8 8 .1 sostantivi 3K, HK e Hf Questi tre sostantivi sono simili per la presenza di -1 nel costrutto singolare e prima dei suffissi. Si noti anche la differente forma dei suffissi: ass.
un T
costr.
sOi$
'ab abi
■QX •
T
T O
irrfix *
T
vax *
T
rrȈx T
•
T
padre
’àbi ’àbikà ’àbik ’àbihu ' ’àbiw ’abihà
’àh ahi
nx ^
•>nx Tplìx 7)T|X ìn^nx *
T
vnx •
T
Tilt*
fratello
MS ■ >?
’àhi ’àhikà ’àhik ’àhihu ‘àhiw ’àhihà ■
peh pi
irré ^
vè Té T
•
bocca
pi pikà pile Al Apmu piw pihà
150
I n t r o d u z io n e
■ T
ÌF3S
’àbinu ’àbikem ’àbiken ’àbihem ’àbihen
WI1N *
T
nym ww orpnfc$ wm
’àhìnù ’àhikem ’àhiken ’àhihem ’àhihen
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
A
A
ìré pinu UTB pikem piken n y * pihem pihen
Le forme plurali di HK sono degne di nota: ass. costr.
Qinx
■»rm ’ahay ’ahékà ’afyàyifc ’ehàw m ’ahèhà
’ahim ’àhé
irn x □3Ti$
ì? m
’ahènù ’àhékem ’àhéken ’àhèhem ’àhéhen
89. Vocabolario 21 n$ peh
S o sta n tiv i:
t
yàd
D7 lilD nma *733
dàm kàbód mìnhàh kàbed
tòt)
male ’
X
T
T
V erbi:
I
•
••
T
fifo $3
“
""
met bòs
1 ftV} sàmar
(pi, raro) bocca. Si presti attenzione alle espressioni preposizionali '’D}, '’p^ e che hanno il significato di “ri guardo a, in base a, secondo”. Tali es pressioni possono essere usate come congiunzioni con 15D3 “se condo quello che”. Si osservi l’espressione *7n$ r?9 “aH’unanimità”. (du. pi. -ót) mano, lato, (fìg.) forza (f.) (pi. -im) sangue gloria, onore, ricchezza (pi. nimzp) offerta, dono essere pesante, importante, grave; agg, “03 kàbéd. essere pieno, riempito, compiuto. In ebraico non è richiesta alcuna preposizione: HST1 plftn ntf'piO La terra era piena di malvagità. Agg. iòti male ’, pieno. morire; agg. Dtt mèt morto provare vergogna, essere confuso (senza agg. corrispondente) osservare, custodire, far attenzione
L e z io n e 21
151
73y 'àbad m n harah
N om i P r o pr i :
Qàyin Vaà Hébel Hìn Hawwàh r i?
servire, lavorare; lavorare (il terreno) essere adirato, in collera; viene usato impersonalmente con W'iÒ n"jn L’uomo si arrabbiò, pascolare (il gregge), pascere, con durre, guidare (+ ogg. diretto o }); n^p ró *eh pastore Caino Abele Èva
Esercizi (a) Traduci ed identifica ciascuna delle seguenti frasi come verbale o non verbale. Quali sono ambigue? m òq O 1^3 a ™ c ru ^ n rrp ■> a rn w ’ftj D?èn
7 8 9 10 11
□7 kV» ■ ’V^ri mn’ 7i3} VD’nn tò a unti nwxn 3 jn n 733
1 2 3 4 5 6
(b) Traduci: FI1ÓS -1^*5 ^ ì^ -n y m T|ina 1P3N TO
5 6 7 8
(c) Traduci oralmente in ebraico: 1. la legge dei nostri padri 2. l’anno della morte di nostro fratello 3. Il cielo è pieno di nuvole. 4. Il campo era pieno di carri e cavalieri. 5. Il vaso nuovo è pieno d’acqua. 6. Essi si vergognarono. 7. I cieli sono nella sua mano.
TÌ37 ’?? ìto k 'so *
T
'
*
Tprm n .37 ’pV
1 2 3 4
152
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
(d) Scrivi in ebraico: 1. Essi servirono il re giusto per molti anni. 2. Il pastore si arrabbiò perché gli uomini avevano ucciso suofratello. 3. Noi abbiamo osservato la legge che tu hai dato ainostri padri e non abbiamo trasgredito i comandamenti che sono in essa, 4. La mano dell’uomo era piena di sangue. 5. L ’esercito si stabili fuori dalla città, e dentro la città ilpopologridò: “Noi siamo (come uomini) morti”. 6. Questa cosa è troppo grave per noi. (e) Lettura: Caino e Abele r r f f t .VP. 3np}a
h ? » ì?ì?
n u ì-m n r a
15 m n r n f t .mn-nw; d ik h l v v T
.V & r r f ) n;n ^
n m ^ n -n s i i v
v i *1?i? '0*5
nrq&ì nirrTV? rniD V33 nn;a nn;nT.Urta 4ninb?& w rrm V nn V:?ò*| mn*’’?
.rn&a vm Vn^rn^ vi no .fx$ vi) .■gì$ ■ ’HK
■ p 6nnx i n K n^x*} ,n»7*Krft "Vx 5d*,ì ? ^
spfix ^
/f ly r x1? n?é "W
Vip . n ^ r n ^ :m ;r n&x
-^17» Tifo ’&7"n$ ™i?!?
.’léa Vm 7,gis? :mrr>-V$ ri? nax
Note alla lettura: 1. in senso sessuale 2. “(egli) portò” 3. aggiungi “come” 4, “dai primogeniti del” 5, pi, per attrazione di ’i07; ^ soggetto vero è Vip 6, ripetizione per enfasi: “e tu, tu sei maledetto (o bandito)” 1. “la mia colpa”
.rnito njv
L ez io n e 22 90. L’imperfetto La seconda delle principali flessioni del verbo ebraico è quella dell’imperfetto. Questo, al contrario del perfetto, è una coniugazione che si contraddistingue soprattutto per la presenza di prefissi, nonostante siano pre senti anche i suffissi. egli scriverà ella scriverà tu (m.) scriverai tu (f.) scriverai io scriverò
yiktob tìktob OfrQf) tikiób tìktabì ’ektob c ■
yiktabu n n rp n tiktobnàh 1 ^ 3 r\ tiktdbu n p rp n tìktòbnàh nìktdb nnpn 1
essi scriveranno1 esse scriveranno voi (m.) scriverete voi (f.) scriverete noi scriveremo
■
Si osservi come la riduzione della vocale tematica 5 in d sia costante davati a suffissi formati da una vocale. Diversamente da quanto accade nel perfetto, c’è una differenza di forma tra i due generi della 3a persona plurale, ma la 3a e la 2a persona plurale femminile sono identiche. Si vedrà che nello studio deirimperfetto saranno necessarie più suddivi sioni tra i tipi di radice di quante ne fossero necessarie nel caso del perfetto. Per esempio, i verbi con le consonanti radicali 1, N, o 1 in prima posizione hanno forme che divergono notevolmente da quelle appena esposte per i verbi forti di tre consonanti. I verbi introdotti finora nel vocabolario, che presentano una flessione identica a quella di 3J13, sono i seguenti: *13| 13}? yizkór m_3 JV13? yikrót 13$ “GW1 yisbdr "1 yismór
ricordare tagliare rompere osservare
75^
nri3
73^
yilkdd yiqbós rnty” yisbòt 3fl3? yiktób
catturare convocare cessare scrivere
1 Una variante non insolita presenta la terminazione -un con o senza la riduzione della vocale tematica: yiktdbun 0 ytìrq') yiktóbùn essi scriveranno.
154
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
91. Il significato dell’imperfetto a) Futuro: Ufi}? egli scriverà b) Azione abituale o consuetudinaria: D'rp? egli scrive (come d’abitudine), egli era solito scrivere (come d’abitudine) o egli scriverà {idem). In usi di questo tipo, il tempo non è esplicito e deve essere ricavato dal contesto in cui il verbo appare. c) Uso modale: frequentemente, l’imperfetto deve essere tradotto con una delle numerose sfumature modali, attraverso verbi italiani equivalenti - ad. es.: potrebbe, dovrebbe, può - in grado di esprimere potenzialità, probabilità, capacità, eventualità, obbligo, ecc. È praticamente impossibile offrire indica zioni precise di traduzione dal momento che questa è condizionata dall’intera struttura sintattica di cui il verbo è parte (proposizione condizio nale, proposizione finale, ecc.). I più importanti di questi costrutti sintattici saranno trattati in lezioni successive. In una frase isolata, le traduzioni che rendano l’azione come futura o abituale restano le più appropriate. Con l’eccezione dell’uso al futuro, in cui l’azione descritta può essere piuttosto specifica, l’imperfetto è altrimenti usato per descrivere un’azione ritenuta dal parlante come indeterminata, non specifica, abituale, potenziale, 0 probabile in certa misura. Non è del tutto esatto, comunque, descrivere azioni di questo tipo come incomplete o incompiute, come spesso accade (consuetudine da cui dipende il nome di “imperfetto” dato alla forma in que stione). Per la negazione dell’imperfetto si usa la particella negativa Nb: IfiD? X*? egli non scriverà, non scrive, non aveva l ’abitudine di scri vere, non avrebbe scritto, ecc. In poesia si trova anche la particella “^K: HFID? Vk, 92.11 duale 1 sostantivi che designano oggetti che per natura si presentano in coppia sono usati frequentemente in forma duale. La desinenza del duale è -àyim e la sua forma costrutta ~è. Quando al duale sono aggiunti i suffissi, la forma risul tante è la stessa di quella dei plurali in -im\ es, ’TJ le mie (due) mani. Segue
L e z io n e 22
155
una lista dei sostantivi che si incontrano più spesso al duale, con esempi di forme con suffissi. Singolare
Duale ass. □v71 trtn crino Q?h?
Costr.
Con suffissi
*b
T t t 1: h :
* “ f
• -
r t
w* w
i
-
tv ^ ■»Dp t iì ? ■*3#
D 'è» • - T 1
r e
w
mano (f. ) piede (f.) fianchi, reni (m.) occhio (f.) r h its orecchio (f.) T ire l’ire ala (f.) TD3 ■> corno (f.) dente, mascelle (f.)
Il duale può ricorrere anche in espressioni di tempo e misura come le se guenti: due giorni (QV) CPriltf due anni (n3$) due settimane (m tf) D?7^S3 due volte (DVD una volta) due sere (21$) mezziogiomo (non due mezzogiorni) due cubiti (n^N) Gli aggettivi che si riferiscono a sostantivi duali assumono la forma plurale: nipTp U'ìl
(due) mani forti (si ricordi che T è femminile)
93. Vocabolario 22 S o sta n tiv i :
IJN ozen W . régel
“pi?
qéber ’àyin
CT’ìtlV sohòràyìm ET‘ISO mi$ràyim
(du. ; pi. -ót) orecchio (f.) (du. 0 ^ 1 ; pi. -im) piede (f.); si noti l’espressione “appartenente a, al seguito di” (pi. -im) tomba, sepolcro (du. pi. -ót) occhio; sorgente, pozzo (f.) (solo du.) mezzogiorno Egitto; misraymàh verso l’Egitto.
156
I n t r o d u z io n e
V erbi:
“Qì? -D» HI? tth ì —
T
- Y
A vverbi:
qàbar màkar sarap dàras
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
(impf. iaj7?) seppellire (impf. TD^) vendere (impf. rpty?) bruciare (impf. Uh]1) cercare, interrogare, consultare, richiedere due volte
D?Ó$7S pa 'àmàyim
Esercizi (a) Traduci: n^n
6
n?a;rn$ ìd**^
in'K n a & n
7
in'K i3 p
n n a in^pn
8
•’anan
9
UJTIK n?j?? nn'x n^3Qn 13?^ nQ5
i
ufin
■» ••
•
i
i
i
»
»
10
1 2 3 4 5
(b) Traduci oralmente in ebraico: 1. Le mie (due) orecchie hanno udito. 2. I tuoi (m. s.) (due) occhi hanno visto. 3. Egli stese (= mandò) le sue (due) mani. 4. I suoi (f. s.) (due) occhi sono belli. 5. Li ho messi sotto i miei (due) piedi. 6. Il popolo che appartiene a lui (lett. che è ai suoi piedi) sta in piedi. (c) Traduci:
.■qVn vniyaai uni ™ T n$ ^ ~ny mrr n;rt .tv) firn? uta nyin n$x*rnx tp r f n
‘nna fapn n^rn^ny; nsa?
1 2 3
.m,T n^a miay nsx^-V rn» ntoy 4 5 .Nin nawn nv ■ ’a n$V nnK rroVa-Va» n'a$n wnn ava .nìh ^ \9n mrp-n8 t&h7x6 7 .■’t k ''n'x maanq 8 .:pnK n^x^-HQ xa
Viìa n ^"V rn « i
n ^-n ^i mrr n^a-ns v tx
.rox^na mrp natf ia ^ nattf wnp xinn ni5»*? T
T
>
-
"
- T
•
T
-
I*IT
-
-
(d) Scrivi in ebraico: 1. Egli li frantumerà come un vaso. 2. Ricorderò i tuoi (m. s.) comandamenti tutti i giorni della mia vita.
9 10
L e z io n e 22
157
3. Essi seppelliranno il loro padre nella tomba dei suoi (m. s.) padri. 4. Cosa richiedono a me (lett. da me) i miei fratelli? 5. I figli cattivi non ricordano (abitualmente) le parole del loro anziano padre. 6. Cattureranno i nostri nemici la città e il suo popolo?
L e z io n e 23 94. L’imperfetto in a I verbi stativi del tipo di 733 e l'Uj?, così come tutti i verbi con seconda o terza consonante gutturale, nel tema dell’imperfetto hanno a invece che 5. *72?? yikbad 73?n likbad 73}fi tikbad tikbadi ■»733n *1I
- t ■ yism a r
tisma ' tisma ' tisma ’i - i ■.* ’esma '
-
*
’ekbad m i y( • yikbadu n n à w tikbàdnàh (ikbddù n w tikbàdnàh nikbad
i
*
njyótftì
yisma 'ù tisma ’nàh tisma 'u tisma 'nàh nisma *
-ira'» t irp n irg n -
*
no»
yibhar tibhar tibhar tibhari ’ebhar
yibhàru tibhàrnàh n tp n tibhàru n rirp n tibhàrnàh "in}} nibhar vitE?
Esiste inoltre un piccolo gruppo di verbi, esattamente come 3173 al perfetto, che pur non essendo stativi né presentando consonanti gutturali in radice, sono nondimeno flessi con a all’imperfetto. I più importanti di questi sono: 33$ sàkab 7fc*7 làmad 33*1 ràkab
33$? yiskab 7&*p? yilmad 33"|? yìrkab
coricarsi imparare cavalcare
95. Verbi III-Aleph: l’imperfetto Come nel perfetto, la quiescenza di N alla fine di una sillaba produce l’allungamento della vocale tematica: «T??
yw à’ tìqrà’ tìqrà* tiqra’i N1TÌ?$ ’eq™ '
ì*ni?? yìqrdu niKlpn tiqré(')nàh ììC|ì?n tiqrau tiqré(')nàh niqra'
I n t r o d u z io n e
160
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
96.1 sostantivi 13 e Qttf Questi due sostantivi, al singolare, si comportano in maniera analoga davanti ai suffissi, subendo la riduzione della vocale tematica in a: Ì3ÌÌ3
■>33 boni binkà 1)3^1 bdnék 133 bsnó n33 bdnàh
s
[CQ33 [1D33 [03^
t
[133
bmenù bìnkem] binken] bdnam ] bonàri]
'ftVf
sami faménu simkà simkem sdmek simken] forno 013$ sdmàm rìfòttf sdmàh[l^U^ samàn]
Si ricordi che il plurale di 13 è □'*33 e che quello di
è
nelle forme
plurali di questi sostantivi con suffissi pronominali non si riscontra alcuna irregolarità.
97. Vocabolario 23 S o st a n t iv i :
'm i n3j& Qìi? 3D^ nos bm nato TK
V e r b i:
"
T
-
T
-
-
A v v e r b i:
m
0“QN D')‘7^3 m_é pn
•
beni mobili Cananeo (agg. o sost.) (costr. najft; pi. -ót) altare est; a est di (33$?) coricarsi (nu^?) fidarsi di, confidare in (^N£) riscattare (n ^ ? ) rallegrarsi allora, in quel tempo = l!p + da lì, da quel luogo verso dove? verso quale luogo? da dove? da quale luogo?
d ella lettu ra
’Abràm forma alternativa di 'Abraham ’Ur Kasdim Ur dei Caldei, città della Mesopotamia meri dionale Térah il padre di Àbramo Hàràn (1) un figlio di Terah (2) città della Mesopotamia settentrionale Sàray forma alternativa di rnttf Sàràh, la moglie di Abramo r
■Hjtf
T
T
T
N om i pr o pr i
T
rdkùs kdna 'ani mìzbe’h qédem sà/cab bàtah g à ’al sàmafr ’àz missàm ’ànàh mè ’àyìn
f
L e z io n e 23
161
ai1? Lót Kanà 'an
il nipote di Abramo Canaan, una designazione dell’area compren dente la Palestina e la Fenicia Sichem, una città circa 64 km a nord di Geru salemme Bethel, una città circa 24 km a nord di Geru salemme
isfe np^
V Sdkem Bèi- ’èl
Esercizi (a) Traduci: Tpp n p ip ì Tjp nop§ x^ ■>p?'x t » ^n'x Vx^ ■*&
nrò ìH"iì?n ^ x id^p4? dd1? D^an n;x|z?n n*rx
’P$ ‘’nxà Ty1? Qìi?»
6 7 8 9
■nVn nnx mx
10
■ ^ p no1? ì"TO
••33 *I nxa rito P —m T
1
T
f
*
-
T
T
to
Djtfn? nùp n^ói^n
1 2 3 4 5
(b) Traduci oralmente in ebraico: 1. i nostri figli e le nostre figlie 2. il nostro fratello piccolo 3. i nostri nomi 4. nostro padre e nostro fratello 5. il nostro esercito e i nostri cavalieri 6. la nostra assemblea e il nostro popolo 7. il nostro sangue 8. la nostra offerta; le nostre offerte (c) Traduci: .nm m v nsntf? ^ Tip ntàrVp nato? 1 .-0 r n y du; taptfr 2 .mrr D#p nt?p? tt^xn aio 3 ^ $ T*?? ^XH DW ìpp? 4 .ìx$ dh ■>? D^p$ ViirVx ipjri ti? 5 .w n x *7X^ xin ’p ’nyl; 6 .airr» «5 ntoy ^ ì r ^ r r i x W i 7 .D ^xn t o ujì'x ■>» 8 .TftipV ^ *?ip? ^ 8 P W 1 Tp’py T3pfl 9 .«’a ft'V tf’x “inps io
In t r o d u z io n e
162
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
(d) Scrivi in ebraico: 1. I suoi (m. s.) nemici non lo troveranno in Egitto. 2. Egli creerà nuovi cieli e una nuova terra. 3. Noi abbiamo visto che le sue (m. s.) mani sono forti e sappiamo che la nostra liberazione è in lui. 4. I suoi (m. s.) fratelli andarono al seguito (lett. ai piedi) del re malva gio. 5. I nostri occhi hanno visto la gloria del Signore. 6. Le stelle del cielo erano innumerevoli. 7. I cieli furono pieni di una grande luce. (e) Lettura: Abram
~m) ù? □“qktiìs mn kt .ani^s m a rné '13 pn"l? ofr1 m jjrp a-pK inift nié na nw) no? ^ ,1 .2ìVj? annx n#N n w '^ 1 i:p“p dìV vnx“i| DiV-nsi nfernij tn p njpV .mrr V? i&k .pna atf? rrn mn1
pna mpK Tf?n .a*p8 uto in -^T iira*! *\m
.n § 5 tk ^ -> n rrn .dd^ aip$~?y "OV-1^? ^ 1 $ **4 .du? mrr'? nap? o*pK ma ntfrn n$ri"n^ irò ^ :n^2 aip tr1^ .mrp 5a#-i a$ *n \?) n?|z? ma a$-aa .VN-rrn1? aiJa 4rnnn a$» roi
Note alla lettura: 1. “per andare” 2. La particella di direzione -ah può essere aggiunta, come in questo caso, sul primo membro di una catena costrutta: “verso la terra di Canaan”. 3. “la tua progenie” 4. Vedi §58. 5. 2a fcCtlp It “invocare il nome di”
L e z io n e 24 98. Le sequenze narrative Una peculiarità dell’ebraico, rispetto alle altre lingue semitiche, sono le co siddette sequenze narrative. Esse implicano un uso congiunto di due coniu gazioni verbali, il perfetto e l’imperfetto. Le modalità di traduzione indicate in precedenza per il perfetto (§44) e l’imperfetto (§91) non sono in alcun modo interessate dal discorso che segue a condizione che il verbo in que stione non si venga a trovare in una delle sequenze che stiamo per presen tare. (a) La sequenza Perfetto + Imperfetto è usata principalmente per narra zioni al tempo passato ed è estremamente diffusa in tutto l’AT. L ’indicatore che segnala questa sequenza è una forma speciale della congiunzione - wa + raddoppiamento - che si congiunge ai verbi della sequenza. Questo tipo di sequenza può prolungarsi anche per una lunga serie di proposizioni, ognuna delle quali, quando è parte della narrazione principale, comincia con il verbo all’imperfetto cui si prefigge la congiunzione suddetta: ...t£h7*l U^XH IftV
L’uomo si alzò e cercò... Egli si fermò e chiamò...
Non è necessario che il soggetto sia lo stesso in ogni proposizione: □yn V^X 1X“)p?l ^ n r t V^X ...D^ip"1?!??
Egli sedette vicino al tempio e il popolo 1° chiamò ed egli prestò ascolto alla loro voce...
La forma della congiunzione è chiarita dai seguenti esempi: D'Fpn wayyiktób iro n i wattiktób wa ’ektób
n p rp n i
wayyiktdbù wattiktobnàh wanniktób
ed egli scrisse ed ella scrisse, ecc. e io scrissi ed essi scrissero ed esse scrissero, ecc. e noi scrivemmo
Tutte le narrazioni al passato in cui ogni verbo è temporalmente o logica mente conseguente rispetto al verbo che precede si servono di questa se quenza. I verbi della sequenza coniugati all’imperfetto assumono così il va
164
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
lore temporale del perfetto e sono detti invertiti. Il valore di “perfetto” della forma wa + imperfetto è divenuta nel tempo così ordinaria da poter essere usata anche senza un perfetto all’inizio della sequenza: an^T riN ; U^XIl Dfpn
(E) L’uomo scrisse le parole.
A motivo della sua funzione, la congiunzione usata nelle sequenze narrative è chiamata waw inversivo o waw consecutivo. Poiché in ebraico ogni narrazione contiene una serie di proposizioni che iniziano con “e” seguita da un verbo, è ovviamente impossibile una tradu zione letterale che sia allo stesso tempo in italiano corretto e scorrevole. Di conseguenza, nella traduzione, lo studente dovrà ricorrere frequentemente a costruzioni subordinate, proposizioni avverbiali e participi, facendo però at tenzione a mantenere l’ordine logico o temporale dell’ebraico. (b) La sequenza Imperfetto + Perfetto mantiene tutti i significati dell’imperfetto, siano essi il futuro o l’abituale/durativo. La congiunzione prima del verbo al perfetto è regolare e viene impiegata secondo le norme esposte al §46. Clplrrntj f? irgi iriX XX$? Egli lo troverà e gli darà il denaro. □yìrrn# n r t i Ty;rra$ io -# : Essi bruceranno la città e imprigioneranno il popolo. Se il primo verbo all’imperfetto esprime un’azione abituale, tale sfumatura di significato si estende a tutta la sequenza: HOSI'I X'Gin”1?^ X"1Ì7? Egli soleva chiamare il profeta e dire: Quando una proposizione negativa è inserita nella sequenza, poiché il verbo è preceduto dalla negazione, esso non occupa più la prima posizione. Di conseguenza, il verbo della proposizione con la negazione si trova nella sua forma ordinaria, non invertita: I^X 1X^ 1
Essi andarono e lo chiamarono ma egli non ascoltò.
Dopo una tale interruzione, la sequenza narrativa può essere ripresa attra verso il ritomo alle forme invertite. Tratteremo più sotto questa e altre que stioni più complesse. Nel perfetto invertito l’accento è spostato di solito sulla sillaba finale sia nella la persona singolare che nella 2a persona maschile singolare:
165
L e z io n e 2 4
‘tfnrD] àprDl
wakàtabti wdkàtabtà
e io scriverò e tu scriverai
Questo spostamento d’accento non influisce sulla vocalizzazione; d’altra parte esso non ha luogo in tutti i casi, come si osserva specialmente nelle forme sopra menzionate dei verbi III-Aleph e 99. 1 segolati I sostantivi con l’accento sulla penultima sillaba, come TjVÓ, sono chiamati segolati, e ciò a causa della presenza della vocale seghol (e) in una o in en trambe le sillabe. Quando viene aggiunto un suffisso alla forma singolare di questi sostantivi, viene ripristinato il loro originale tema monosillabico: malki mio re. La vocale della forma con suffisso, a nel caso di mélek, è la sua vocale caratteristica e si ripresenta anche nel costrutto plurale. I quattro tipi principali di sostantivi segolati sono rappresentati da Assoluto
Costr.
Con suff.
PI. Ass. /Costr.
■nW
'fi n ì? 1?»
D'oVa •T1
PI. con t re
(b)
1?i?
“Pi?
’13i?
onw nw
na? D7‘PÌ?
tomba
(c)
1?Ó
“130
’IPP rm D^DD
□nop ’19P
n.pp Q7*!9p
libro
(d)
mp
v i?
^7i? Wli? d?V7ì?
santità
^7i?
*018 oyV7i?
I sostantivi con è hanno una i come loro vocale caratteristica; quelli in ó hanno invece una o. I sostantivi in e possono avere la a oppure la i, per cui la vocalizzazione appropriata dovrà essere appresa individualmente per ciascun sostantivo. I sostantivi di questo tipo che sono apparsi finora hanno tutti la a caratteristica (come n i T ì t TO, t 1?:, ìfr), 13$, W& eccetto "Oi? e jP'jf, che hanno invece la i (’"!3i?>
166
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
100. Osservazioni su alcune preposizioni (a) Il sostantivo D'Up (faccia), che si trova solo al plurale (con significato singolare), fa parte di molteplici e importanti preposizioni composte: lipnè alla presenza di, davanti, prima (temporale) ■gpfc mippanè - dalla presenza di, lontano da, a causa di ■ ’Jpto millipnè \]p-17y 'al-pdné sulla superficie di, davanti/contro Quando vi sono aggiunti dei suffissi, il sostantivo si comporta normalmente (cfr. il plurale D1^ con suffissi): hpanay bpàn^kà
davanti a me davanti a te, ecc.
WipV Idpànènù □T'JpV lipnèkem
davanti a noi davanti a voi, ecc.
(b) Molte preposizioni, come la precedente, sono composte da una prepo sizione semplice seguita da un sostantivo. I suffissi sono aggiunti secondo la regola che si applica al sostantivo in questione, es. " D ^ y 'al-dabar T|in3 bdtók bdqéreb
a causa di 'al-dsbàri in mezzo a bdtókó dentro Ì3"|ì?? baqirbó
a causa mia, ecc. in mezzo ad esso dentro di esso
(c) Anche le preposizioni semplici possono essere composte tra loro per offrire maggiore chiarezza. Molte di loro si spiegano da sole: VyQ me'al ITO me'et
da sopra rinfitt da parte di, lontano da
mìttàhat
da sotto
101. Vocabolario 24 qéreb
S o st a n t iv i :
700
hésed
191»
midbàr
(con suff. ^"li?) parte interna, cen tro; (prep.) dentro a (con suff. ^pn; pi. -im) affetto, bontà; atto di benevolenza (senza pi.) terra deserta, deserto; territorio per il pascolo, non neces-
L e z io n e 24
167
D’39 panim nin» mar ’eh ’1¥» misri • t
miqneh "riaq hàmór ìinx ’àtón hdnd maggépàh négeb n}W
ninx
’àhót kóhèn ny nàgap w é1? hm à 'an T
V e r b i:
A l t r i:
TOS|3
ba 'àbur
iTp^y- 'al-ddbar
sariamente disabitato, ma lontano dai grandi centri urbani (solo pi.) faccia apparizione, aspetto, apparenza (pi. □’H ?a) egiziano (agg. o sost.); (f.) bestiame, proprietà (pi. -im) asino, somaro (pi. -ót) asina (pi. -ót) colpo, flagello, afflizione Neghev, la parte meridionale della Palestina; najf n verso il Neghev (pi. assoluto non attestato) sorella (pi. -im) sacerdote colpire, flagellare, affliggere (cong.) così che, affinché (con im perfetto) (cong.) affinché; (prep.) a motivo di, a causa di (prep.) a motivo di, a causa di
E se r c iz i
(a) Traduci: .Ty1? fina Irto
ìjqn 1
.□<^*5 wiirni* n1? ^ ! Dyn-ns: .Uvavi#
.vyjR 'vi irix .rty’J.T1??
^ iwtoyny;
2 3
irix in ^ i v1™ nx^ì?? 4 ntèxn in i 5
■TÌ3T? rmziai .TftJ do1? n r p n ini? .rr$7&n wMaq-'py iD-p c n flip .a?ó5/9 Tyn“n$ Dfliaoi ^ MpD W|j?n .np?) n ^ rn ì^ ipjRqi nvótf x^r] .W’éT? i 4 l ^ nnio 13^3 .unx rt^ y TTOrrn$ ì r p t
•‘IH 1?? n’pxn
6 7 & 9 io 11
12 13 14
168
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
(b) Traduci oralmente in ebraico le espressioni che seguono» utilizzando per tutte la forma della 3a persona maschile singolare. Ripeti poi l’esercizio adoperando la forma della 3a persona femminile singolare. 1. il suo libro, i suoi libri 2. il suo denaro, il suo oro 3. il suo orecchio, il suo piede 4. la sua via, le sue vie 5. il suo nemico, i suoi giudici (c) Traduci:
.nnw
.vrya *nrrnì$ rró ^ mrr vò] viti? cpói di# rròn r w niia .np'àn-iy Il
.irpììcn$ .□Vip-1?** l ’ràn yj3$n Tj^n •*5?*? irto
ani n&ny» QV??n
-
-
T
instai nrriin t ó I
I
*
-
T
I -
-
i 2 T
3
.nafan^y» arrn$ D’grpn 4 ia lai? nip&a Dornìfm napT 5 Vip? D ^^ri 6
.lbj?n Tpa naya yjx
n*?u^
.irórnyi iiify ìpp ivfry
^ nW
7
.1
^ra .ina i^ i n'yyn iiiDp-^y aan
8 in ^ 9 10
(d) Scrivi in ebraico: 1. Ella si arrabbiò e ruppetutti i vasi che erano nella casa. 2. Egli andò fuori dallacittà verso i campi e là cercò i suoi fratelli e li trovò vicino al fiume. 3. Nonavete osservato l’alleanza che avete stipulato con noi. 4. Stiamo digiunando affinchéDio possa ascoltare le nostreparole e darci (in sequenza con il verbo “ascoltare”) liberazione dal nemico. 5. Egli catturerà le nazioni con mano forte e gli uomini saggi della terra verranno per ascoltare le sue parole. (e) Lettura; Àbramo in Egitto
.T\y\2V2 S
at?” iy»V w vrin$ p 3naN .Tjn'x inp^i ™ n in i ntfr
L e z io n e 24
.pj^n tò “ì&n 1$$ i j ^ ik'x n n i n ^
169
□nyBn-Vì* rr$N .n a p sa wà nntoy i? .Dn“p*rn$ n^n *01 n'y"|5 rp3"V$ nn'K n n ^ n ìnpV TO373 u ^ m rtiiin^i ninDiin
n n ia q i
□ni?#*? n'y'iD kh^ i Dn“QK mto “n7"Vy 5niVì^ niDA& n>ini -nxi niùrnK'i nn'ptrns 6n*?$?i .tori '’nintj ri^éì? n&V .ll? jv&y ntfrn» nbxV on*pN .riapri i&y toiVi V ? n $ n i t y - j kw d ^ b » aninx n^y .V? “i^ n-Vs .anni npà? njpaaìxz? la? Note alla lettura: 1. Si osservi l’aggettivo allo stato costrutto che viene specificato me diante l’uso di un sostantivo: “bella d’aspetto”. 2. “Vedranno”. Si noti l’inizio di una sequenza alPimperfetto. 3. “Dì” (imperativo femminile singolare). 4. “affinché io sia trattato bene” 5. Si noti l’uso, molto frequente nelle lingue semitiche, di un comple mento oggetto interno, “colpire un colpo”. È meglio tradurre; “colpì il Faraone con grandi piaghe”. 6. “ed egli espulse”
L e z io n e 25 102. L’imperativo Il tema di base dell’imperativo è sempre strettamente imparentato con quello dell’imperfetto e può essere dedotto da esso. Imperfetto
Imperativo
yiktdb yiskab yisma ' yibhar yiqrà ’
kdtób sakab 35$? sdma ' 57»$? bdhar 10?? «Ti? qdra’ »Ti?? Le desinenze dell’imperativo sono identiche a quelle delle forme della se conda persona dell’imperfetto: nro DDUJ i?fc$ "in? s
-
Singolare
;
Plurale
ITI.
-*—
~U
f.
-i
-nah
Ma quando le desinenze -t e -ù sono aggiunte al tema, questo viene modifi cato come segue: nn? kdtòb sdkab sdma' “in} bdhar Nli? Q9™ ’
’ajp kìtbi *03$ sikbi sim 'i ’Hpa bahàrt{\) ^ 11? W ’i
kìtbu sikbu sim'u bahàru (!) Wlì? W*ù
*^5» ? kdtóbnàh sdkàbnah royÓ$ sdmà’nàh n5"[n} bdhàrnàh niNn# qdré(')nàh (!)
Nell’imperativo maschile singolare ricorre con frequenza la desinenza -ah senza nessun particolare cambiamento di significato. Il tema si presenta di solito con una o davanti al suffisso: n » ? kotbdh scrivi! (m. s.) ma i verbi con imperfetto in a hanno spesso z, come in rDDttf sdraiati; nn*?$ manda. La negazione dell’imperativo si ottiene con: (a) *7N + imperfetto: per comandi immediati, specifici, come “Non andare!” “Non aspettare!” ecc. (b) ÌÒ + imperfetto: per comandi durativi, non specifici, come “non devi (mai) fare la tal cola e la tal altra”.
172
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
Qualsiasi forma imperativa può essere seguita dalla particella X3, come in N3 NJ ^ 0 tO K1|7 Essa è frequentemente unita al verbo per mezzo del maqqèp, il quale indica che il verbo cede il suo accento principale alla particella. Ad es., il caso di N3 "10$ con il maqqèp si presenta come: NJ può anche essere aggiunta a
sdmor-nà ’ della negazione dell’imperativo:
n ^ n ÌO"1^ Non mandare! La particella *0 può essere tradotta con “per favore”, “ti prego”, o simili, ma è molto più spesso ignorata. 103. Verbi I-gutturale: imperfetto e imperativo I due tipi base di imperfetto per questa classe sono rappresentati da (a) (b)
7DV ptn
IMPF.
*nSP ya ’àbdd pT£j? yehèzaq
IMPTV.
73$? pTf]
'àbód servire hàzaq essere forte
I verbi con imperfetto in 6 hanno a nel prefisso (eccetto che nella la persona singolare); quelli con imperfetto in a hanno invece e. L ’imperfetto in cia scuno di questi tipi principali ha una vocale derivata - vale a dire lo shewa composto - dopo (sotto) la consonante gutturale della radice. Nella flessione si deve applicare la regola dello shewa: ne consegue che l’atteso ya 'àmddù diventa ya 'amdù (si noti il mantenimento della d), e in ma niera analoga anche altrove: 7'»}T ya 'àmód ibsm ta 'àmód 7bs?ri ta 'àmód ta 'amdi ’Ì W In m ’e 'émód ya 'amdù ta 'àmódnàh ta 'amdù ta 'àmodnah na 'àmod
pm p im ?m vm m m ìpt m pm
yehèzaq tehézaq tehezaq tehezqi ’ehézaq yehezqù tehézàqnàh tehezqu tehézàqnàh nehézaq
La flessione dell’imperativo non comporta particolari problemi:
L e z io n e 25
173
12Vt 'àbód Piq hàzaq
'fèdi hìzqi
'pin
TQV 'ibdu ìpjn hìzqu
nipTp
’àbódnah hàzàqnàh
Ci sono diversi verbi I-gutt. in cui la vocale derivata non è presente. Di con seguenza, la loro flessione, eccetto che per la vocale del prefìsso, segue il modello regolare di DFi:?? o di Ad es.: yahsób yahssbu
egli reputerà essi reputeranno
tehdar
tu onorerai
Il verbo NOp, che è al contempo I-gutt. e lll-Aleph, unisce le caratteristiche di entrambi i tipi: m i
*m
yehétà’ tehètà ' tehètà ’ tehet ’i ’ehétà '
yehet ’u nixópj? tehétè(')nàh iKtppn tehet ’u tehèfé(')nàh m i nehètà *
104.1 segolati (cont.) I tipi principali di segolati sono leggermente modificati quando hanno con sonanti gutturali nella radice. (a) Consonante gutturale in prima posizione: riguarda solo il tipo di “1DÓ; la vocale caratteristica è e invece che ì: “1ÌV
TO
n.iv TVW 0717V
D*TW mv
n_15|
gregge
’IV?
giovane
(b) Consonante gutturale in seconda posizione: iv i
iv i
njJD
T l ?3 "INF!
INA
onyi
HV3 pi. non attestato
forma
T 1W nyiW Si notino in particolare le fonne davanti ai suffissi forti e a -kà.
I n t r o d u z io n e
174
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
(c) Consonante gutturale in terza posizione:
snj
snj
rnj
■'Vii
Q^VIT
^sni naj
^ lì
seme
toì
sacrifìcio
,ninix
sentiero
vii
□,n3f
tiiit
,>n?r
nix
n ix
•’nix
nini$
Tiqixnìn*i^
nytfrrro
(f )
°?qi* 105. Vocabolario 25 SOSTANTIVI:
m i
T T
sàrah '
ni.il} gdbéret Tjy ’éder y“lj zéra ' Ve r b i:
XT
nna bàrah 2W sàb n in hàràh n-JO^X ’é-mizzeh T
A l t r i:
yà re’
_
"15 penkayyóm X3 nà(’)
(pi. -ót) angoscia, angustia, sventura. [La prima vocale non subisce la ridu zione; costr. (pi. non attestato) padrona, signora [Con suff. (pi. -im) gregge, mandria (pi. -im) seme, prole, progenie, discendenza (§ 87) aver paura, temere (di o o in una semplice costruzione con l’oggetto diretto) (ni}?) fuggire tornare, ritornare, andare indietro concepire, rimanere incinta (aw.) da quale posto? da dove? [Può essere anche usato in senso aggetti vale: TO HJKHX da quale città?] (cong.) affinché non [seguito da im perfetto] oggi, questo giorno particella usata dopo imperativi, coortativi e iussivi; vedi §§ 102, 136.
L e z io n e 25
175
Esercizi (a) Traduci: tpjqrnss n?$m-Vx □“$ r n y ni&rrnx n ^y mrp -o v n $ d1s? xruh/f mrr n ì^ - n $ n^yri vb ny) H^yrrVx ■ ’Vx ]inxn-n$ r t3 i^
7 8 9 10 11 12
m nm tf Qyirnx x^ p i? dzpzp’x *nyrix hdV ntà n m ini? TjDÌD-Vy *P*?X■ ’2D1 nrix nna w-pn-Vx V
“
I
** T
V
I
•
1 2 3 4 5 6
(b) Traduci oralmente in ebraico (utilizzando la forma della 2a persona maschile singolare): 1. Dov’èJua sorella? 2. Non peccare contro il Signore. 3. Non uccidere quegli uomini. 4. Mandami i miei libri. 5. Raccogli i sacerdoti e i profeti. 6. Non attraversare verso il Neghev. 7. Vendi questi vasi. 8. Riscatta il tuo servo, 9. Mandami le tue serve. 10. Abbandona le tue vie malvagie. (c) Traduci: *W'x i r p - ’p m;yn fqw] typ"1?*? m y W *nD .n v n y « 5^1 ri.§n_n« ,□$ a ^ n □‘,yin n ^ r r n s ; ‘’mi-Ol ninn zd-^ .n ^ n cm,573 “od1? ayn-nìs p p n .QiVp o’Vqn nvin 35^ .DD’nV^ mrrV wipqD x1?
i 2 3 4 5 6 7
(d) Scrivi in ebraico: 1. Abbandonerò il mio gregge e ritornerò alla città. 2. Essi serviranno il Signore tutti i giorni della loro vita. 3. Cavalcherò verso la città sul mio asino così che possa vendere questi beni, 4. A causa tua (f. s.) essi mi uccideranno e prenderanno i miei beni per loro (stessi), 5. Sua (m, s.) sorella è bella d’aspetto.
I n t r o d u z io n e
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a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
6. A quel tempo il Cananeo dimorava ad est di questo posto fino ai de serto. 7. Egli è un uomo anziano e non ha progenie. 8. Ho paura dì te e dei tuoi uomini. (e) Lettura: Sara e Agar
ir r n x mto nini .S ri pìfctfi nnsa nnD$ rrVi V7 rnV5x'1? nrm x mto .nnin wr\) hm-by orniix x?. nwxV f? rrc^x ooW ? rrn ^n nnripw T T
V
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T
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▼ !
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T 1
“
V
»
T T
T.n^ nnin*q n n tn
.maiari rr-gni n n ^ mto
iAri nx^T
nja-'x mfr nn?$ iX) :iH^n im .“127^3 4crón nn'x xs» mrr ■qx’pa :mrr *qxVa n5? nax .nrrp ^ x ■ ’n-p} ■>39» nxi rr$x .ri# ! nxrnxinxa -^x mn’ ya# *»? Vxyatf^ ’iqpri n i^ nx iwx i?n attf-nx i m ìB
nni^x x n ^i 15 nni}x> "un rrftì .rurp} rn$-*?x i ì n r n f .^ ira
.Vxyat^ iin niV.I
Note alla lettura: 1. Si osservi la serie di proposizioni non verbali (e di conseguenza non consecutive) che assumono il tempo del contesto generale. 2. i*7 è superfluo nella traduzione, dal momento che rinforza semplice mente och?»1?- Esso comunque potrebbe essere mantenuto: “ ...(per comportarsi) come una moglie per lui”. 3. "*7$ X3 è frequentemente usato in riferimento all’unione sessuale di un uomo con una donna. 4. L’articolo determinativo appare spesso dove il narratore ha un og getto specifico in mente anche se esso non è stato menzionato prece dentemente, 5. “ritorna” (imperativo femminile singolare)
L e z io n e 26
106. Lo iussivo e il coortativo L'imperfetto, così com’è o con lievi modifiche, può essere usato con signifi cato di imperativo indiretto per tutte le persone. Per esempio: rf? ^ egli manderà o che egli mandi n*?$ri manderai o che tu mandi n*7$X manderò o che io mandi Le forme della terza persona, singolare e plurale, coniugate in tal modo sono dette iussive, Nel caso dei verbi che abbiamo studiato finora esse sono for malmente identiche all’imperfetto. Invece, quando l’imperativo indiretto si riferisce alla prima persona, è chiamato coortativo, e di solito è segnalato con il suffisso -ah aggiunto all’imperfetto: j
’eslah ’eshhah
manderò che io mandi
nn1? ^
nislah nìshhah
manderemo che noi mandiamo
Si osservi che la vocale del l’imperfetto è di regola ridotta in a davanti a que sto suffisso. La forma coortativa può sostituire l’imperfetto ordinario in una sequenza narrativa perfetto + imperfetto senza che si verifichino rilevanti mutamenti di significato. 107. Sequenze narrative con l’imperativo, lo iussivo e il coortativo Per quanto concerne il significato, questi tre modi rispettano un unico para digma: iussivo = 3a persona, imperativo = 2a persona, coortativo = la per sona. Le sequenze che comprendono uno di essi sono solitamente simili o identiche alle sequenze che comprendono gli altri. Quelle che seguono sono le sequenze più frequenti: (a) Imperativo + Imperativo. Gli imperativi possono essere semplice mente elencati uno dopo l’altro e congiunti dalle forme richieste della con giunzione: ...n'pttft ...17$$ ascolta...e manda...e prendi posto I verbi così congiunti possono anche risultare consequenziali l’uno all’altro.
178
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
(b) Imperativo + Perfetto. Questa sequenza esprime esplicitamente una successione. Essa ha un valore analogo a quello della sequenza narrativa imperfetto + perfetto: $7^1 ...rin^'l ...y&$
ascolta...e (poi) manda.. .e (poi) prendi posto
(c) Quella seguente è una sequenza importante che ha di solito uno spe ciale significato nella traduzione e richiede, pertanto, particolare attenzione.
La seconda proposizione della sequenza ne esprime lo scopo o finalità o il risultato (in italiano “affinché”, “così che”): nVt^K1] ... yfòttf Ascolta.. .affinché io possa mandare ... n'n2) Scrivi.. .affinché io oda/possa udire ... rD ^ Andiamo.. .così che egli trovi/possa trovare Si noti che la congiunzione wd- si presenta qui nella sua forma normale, non inversiva. 108. Verbi I-Aleph: imperfetto e forme correlate Per quanto riguarda l’imperfetto, i verbi I-Aleph si dividono in due gruppi: (a) Cinque verbi hanno regolarmente 6 nel prefisso e X quiesciente: 'm ’akal yd(')kal “IE)N 'amarItìK’’ yd(y)mar ’àbaci73KS yd{')bad
mangiare dire perire
Gli altri due verbi, HDN (cuocere) e rDK (acconsentire), saranno trattati in sieme ai verbi III-He. Per il resto, la flessione dell’imperfetto è regolare: '7DN'" ydkal tdkal tdkal ■ ’VpKn tóhfli ’d/cal
ydkslu tdkàlnàh tdkalu nJ^DKFl tdkàlnàh ndkal
Si osservi attentamente che solo una X viene scritta nella la persona singo lare.
L e z io n e 26
179
Le forme Ititi'', -lOXfi e “10X3, quando precedute da un vraw-inversivo, sono sostituite da forme con e, e subiscono una ritrazione dell’accento: “1$X'*1 “l^XJFIl “10X31
wayyomer wattòmer wannómer
ed egli disse ed ella disse (o tu dicesti,m. s.) e noi dicemmo
Ma quando queste stesse forme si trovano alla fine diuna proposizione e precedono immediatamente il contenuto di ciò che viene detto, può essere usata la forma regolare con a, Si confrontino i seguenti esempi : VOW IV'TX V0$
Ed egli disse a lui: “Ascolta!”. Ed egli disse: “Ascolta!”.
(b) Altri verbi l-Aleph somigliano alla classe dei verbi I-gutturale, ad es. “10X
asar
10^
y e ’ésdr ( o l O ^ y e ’sór)
legare
ma con e nel prefisso, indipendentemente dalla vocale tematica. Nella fles sione la e è sostituita da a quando è applicata la regola dello shewa, diver samente da quanto avviene con i verbi I-gutturale che mantengono la e: ì?!0v yehèzaq IPTO?- yehezqù
ma
ye ’èsór HpX’ ya \asru
Alcuni verbi presentano forme non omogenee rispetto al modello a causa di una mescolanza di tipi. Tra quelli che si incontrano più di frequente ci sono TPIX(afferrare), che ha come imperfetto TÌI^ e TriX1’ (si noti l’anomala e) e anx (amare), le cui forme attestate sono ye ’éhab le ’éhab te ’éhab
— — nnrjKJjl si legga tèhàbu
nn'N 3HX ’éhab o ’óhab
—
Tutti i verbi I-Aleph regolari,sia del tipo (a) che del tipo (b), hanno la stessa forma nell’imperativo:
"10$
’èsdr ’émór
ntpx ’isri n^X ’ìrnri
npK ’isru DON ’ìmru
nj"]Óg n3“0 $
’ésórnah ’émórnàh
I n t r o d u z io n e
180
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
109. Vocabolario 26 153 béged sa ar
S o st a n t iv i :
V
t t
’àsir ’àbad TDK ’àhaz ’àsar ’àhab gara' rms pàtah n o sàgar gàdal
TDK Ve r b i:
— T
-
m
T
i ?
-
T
- T
pi. -im) vestito (pi. -im) porta (di una città o d’un grande edificio); si riferisce anche allo spazio in terno alla porta della città usato per le as semblee pubbliche. (pi. -im) prigioniero fON'1) perire, essere distrutto, morire (TnX'*) o (fn$2) afferrare, prendere, tenere (Ì0ij£) legare, incatenare, fare prigioniero (nn^) amare (Vii??) strappare, lacerare (nn$P) aprire ("Ùp?) chiudere (Vì^) essere/di ventare grande; crescere, raggiungere la maturità
Esercizi (a) Traduci: “tipi ... nri? • q i^ ì... ■ ’Kiì? QFipitf?!... □
D
V
T
1
. . .
... n $ y
6 7 8 9
io
(b) Traduci oralmente in ebraico: 1. Facciamo un'alleanza! 2. Che egli mangi il pesce* 3. Prendiamo la loro proprietà! 4. Che egli spezzi le tavolette di pietra. 5. Scegliamoci (= scegliamo per noi) un re! 6. Possa il suo nome diventare grande nella terra intera. 7. Possano sentire le nostre parole e sapere che noi siamo uomini buoni. 8. Che io senta le parole che il profeta ha pronunciato.
L e z io n e 26
181
(c) Traduci: .n & rn s o ^ x n n g x i T yn ™ n nax'n r a r n N ;
ì^ n i DO T
Dflya$
snj?
1
Tyn ‘iy # “nt$ ini??? npa? .□$ ™ * | nmV&n-1?^ irix nrf?un .nsìiin on'x a n i ^ ì .ir 1?*? T'xn xn ra Tyn n^p .^n x “n«i w n $ nn$n .nyitir dd"? ? n ’3 a'V ^in nnxs ■>? DD’^-niji D?n« d ^ ^31 xa sn ai1 ignari n$xn .nninn ni^-n^: d d i &$ x*?i ì x ^
2 3 4 5 6 7 8
rnifo uóV
.inxo ^qn-n^ ■>*?rimi f? npàn ^q-n$ t‘nt$
9
.cròtèn i^ x h x'1? .m n n$i? nìiziyn r? ^ n -*?$ m ax i . o n n ^ irix unri nn-tn-ny; ìtqx^
io 11 12
(d) Scrivi in ebraico: 1. Chiudiamo le porte e rimaniamo (= dimoriamo) nella città fino al mattino! 2. Perché egli ha spezzato le tavole e ha detto che avevamo peccato contro il Signore? 3. Ricordatevi (m. pi.) queste parole affinché non pecchiate. 4. Egli amò la donna perché era bella d’aspetto. 5. Stracceranno le loro vesti in quel giorno, perché i nemici li leghe ranno ed essi andranno con gli altri prigionieri in un altro paese e dimoreranno lì (per) molti anni.
L e z io n e 27 110. Proposizioni e sintagmi temporali In una sequenza narrativa gli elementi con significato temporale sono posti frequentemente prima della proposizione cui si riferiscono e sono introdotti da waw-inversivo + una forma del verbo n $ . Nella narrazione al passato ri corre costantemente la forma wayhi yahi è l’imperfetto di n;n); nella narrazione al futuro (o quando la narrazione esprime azioni abituali o che durano nel tempo) troviamo invece la forma TPHI wdhàyàh. La proposizione temporale viene poi seguita dalle consuete forme verbali previste per la se quenza narrativa principale. Si studino attentamente i seguenti esempi (i quali devono essere tutti considerati come se fossero compresi in una se quenza narrativa): " 0 3 VIJ1 e al mattino egli mandò... n'pxn n q x e dopo queste cose egli sentì una voce... ...tqpn nn’K HK1t1#$? e quando egli li vide, gridò... n’ptftn ’O e ogni volta che ascolterai queste ...Oj-j'pjl parole, ricorderai... “0 3 rpn*l e al mattino partirai... Si osservi come in questa posizione possono ricorrere sia una proposizione temporale che un sintagma preposizionale. Le congiunzioni che si incon trano più spesso sono (quando, come) e (quando, ogni volta che). Termini con valenza temporale come DÌ1, njlfJ, T\V (tempo) sono utilizzati co munemente con la preposizione anche f i?Q (alla fine di, dopo) ha un uso analogo. In questa posizione si trovano raramente locuzioni participiali, che in italiano richiedono la congiunzione “mentre”: DW □'’lfòV QH ■’H’l e mentre essi stavano lì, sentirono... 111. Sostantivi femminili in -et e -at Davanti ai suffissi questi sostantivi si comportano per lo più come i segolati al singolare: ri" ^ ^"13^ la mia padrona (cfr. ,rQj?) nsn 'ftyi la mia conoscenza
In t r o d u z io n e
184
'W a
a l l ' e b r a ic o b ib l ic o
la mia vergogna (cfr. ^ ì ? )
Appartengono a questo gruppo anche quei sostantivi con forme costrutte ac centate sulla penultima sillaba: costr.:
consuff.:
rgx*ft
nDK^
Il sostantivo J13 presenta il tema A3 bìtt- davanti ai suffissi: TO mia figlia. Davanti ai suffissi, il sostantivo HWX si presenta come 'WtfN, ecc. L’aggiunta dei suffissi ai temi plurali di questi sostantivi non presenta parti colari problemi. 112. Sostantivi del tipo Oltre a segnalare la sostituzione della vocale finale lunga con una conso nante y davanti ai suffisi deboli nel singolare, è difficile formulare altre re gole per questa piccola classe di sostantivi. Vi si riscontrano, comunque, molte anomalie, specialmente nella formazione del plurale. I seguenti esempi di forme attestate dovrebbero rendere capace lo studente di identificare i so stantivi di questa classe quando necessario: con suff.
vaso
(pi. □,l??) in ?
T19 c o n i
ans o n ?
frutto
in ?
afflizione (pi- O'ft®
,l?q ■oso
malattia metà
113. Vocabolario 27 So st a n t iv i :
U^p]
zaqùmm ba ’èr i w
V e r b i:
a
oni ’W Tì?9 pàqad
(solo plurale con significato al singolare) vecchiaia (pi. -ót; costr. pi. ni"l$3) pozzo, buca (vedi §112) afflizione (l'P9?) mantenere una promessa o un impegno; fare (prestare) atten zione a; visitare; nominare; pas sare in rassegna, fare l’appello
L e z io n e 27
185
sn ra' nyn rf?3 T
T
ir r
P vw E spressio n e
essere cattivo (cfr, DA, §87; la ra dice è yyi) errare perduti, vagare essere terminato, compiuto, finito, alla fine in seguito, dopo ciò
tà 'ah kàlàh ’ahàré kèn
id io m a tic a :
Che (cosa) hai?
Esercizi (a) Traduci: .D’iTiy n f c r n #
ntyin wnN nia -nrjN
^ n-jóK
.n^0"n^ 1DV3
■*
«an Di’? rpni D*pn DV?tjrrn$ ro i^ i .deh ■’&y ■»? apn$ T 3 J ^ip-V» ^ rrni .nat^i a?an iK yn» n*n .n^N rftt^i nVip-nN: yatf *i^*p ^ irirX n p s r t è nb ^T jy n # wnn u v z rrni .rwvàn r g ^ njn D ip a n a rin-gì p n$i mn1 i i k ■>? D^-pv-n# d^ t n n ^p i tonn rqwn rrni .ft dokdcj niNtpnn
Aniìòqn
o’if ^
r ia ^ i t ? $ D
D in ’ n?i
1 2
3 4 5 6 7 8 9 io
(b) Traduci: *»ri"l^n^ n in D ^ ìn in ^ nin$ on^zpn uten ^Dvin n s p
6 7 8 9 io
TOV^P « n v ft» n w TON1?*? Di1 ^ p j •*»?
1 2 3 4 5
(c) Scrivi in ebraico: 1. Quando lo videro lo chiamarono. 2. Quando la sua (m. s.) vita arrivò alla fine, lo seppellirono nella tomba dei suoi padri. 3. Quando attraverserete il fiume vedrete la terra che io sto per darvi (si usi il participio).
186
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
4. In seguito mandarono uomini in Egitto, perché c’era una carestia nel paese. 5. Quel giorno lo vedrai stare di fronte a te. 6. Quando ella trovò l’albero, mangiò alcuni dei (—dai) suoi frutti. 7. Nella sera andrai fuori dalla città e fuggirai verso la montagna. (d) Lettura: Sara e Agar (cont.)
o#-n$ on-px »!??! iWT1? 1? n-ft? ng*n n#ì$3 ^
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V? n fti
la?
ntfrn noxn-ns 'una nbx1? n^x ani^x1? *i$xrn piiy? ?g?-ny noxri-i^nH .W n y j
*i$t$-1?3 iDnn^x-1?^ d^'1^ Vm
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-19^3 n ^ n nnstfi .SfjriHn “ìjip i# on-p# 4n W ^ I 3“n.qx ^ ; i
5p n i ni?!®"1?? 33tffrn_ nrnpx n1? ina 1$$ Dqfni crén
yatf o S rp ^ K .nin
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x“ipsi nyan
.iyin Mp-n« m i
“warrniij
n?n .a?à nx? “un x^^ni nVxn a n ^ n nqx \i?ì Àm-uv "13703
Note alla lettura: 1. “allontana” (imperativo m. s.) 2. “i tuoi discendenti saranno chiamati” 3. “io farò di lui una grande nazione (góy)” 4. “mandò via” 5. “e pianse” 6. “non aver paura!”
L e z io n e 28
114. L’infinito costrutto Ogni verbo ebraico possiede due diverse forme alle quali viene dato il nome di infinito. Una di queste forme, l’infinito assoluto, funziona piuttosto come un avverbio e sarà esaminato in una lezione successiva. L’altro, l’infinito co strutto, esprime più da vicino l’idea tradizionale dell’infinito. Per quelle classi di verbi i cui imperfetti abbiamo studiato fino a questa lezione la forma dell’infinito costrutto è più o meno uniforme. La vocale della prima sillaba è d (o con le gutturali à o e) e quella della seconda 5. L ’infinito è fre quentemente usato con suffissi pronominali, davanti ai quali il tema è varia bile. P erfetto
Regolare 1-gutturale li-gutturale Ili-gutturale 1-Aleph m-Aleph
nns 1W — T
T O -
T
vm)t *73x XV?? -
Im p e r f e t t o
“tose nn}? -
i
— T
*
IMPTV.
an? itosj in a -
i
■*« m
INF. COSTR.
an? ibi? in ai -
!
*8 Nili?
CON SUFF.
HO? •
1
T
’t o
Tra i verbi che hanno imperfetto in a, ma che non appertengono né alla classe di li-gutturale né a quella di Ili-gutturale, si riscontrano alcune incon gruenze; questo gruppo include i verbi stativi come "DD e un piccolo insieme di verbi rappresentato da 33$ 3 3 $ \ Tali verbi sono scarsamente attestati nella forma dell'infinito costrutto, ma di solito seguono il modello dato so pra. Di tanto in tanto si osserva una forma con a, come 33$ (coricarsi), ma anche qui, davanti ai suffissi, si ritorna al modello regolare: **33$ sokbi. 115. Alcuni usi dell’infinito costrutto L’infinito è per definizione una forma con funzioni sia nominali che verbali. In quest’ultimo ruolo esso può essere accompagnato da soggetto e oggetto o da altri tipici elementi verbali accessori. L’infinito, insieme con Ì suoi acces sori, ricopre una funzione nominale aU’interao della proposizione conside-
188
In t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
rata nella sua interezza. Quando il soggetto di un infinito è formato da pro nomi, essi vengono aggiunti come suffissi; "'Dna kotbi
il mio scrivere
TpriS kotbék iaro kotbó rOns kotbah
ecc.
*
T
I
T
i
v
---
I
T
---
ìinrD
kotbénu kotbdkem kotbdken □Una kotbàm p r ò kotbàn ■■ It
T
T
t
T
T
|
T
Quando l’infinito costrutto è posto davanti a un sostantivo, quel sostantivo può svolgere sia la funzione di soggetto che di oggetto dell’infinito, anche se il primo caso è quello più probabile: 3‘ri3
lo scrivere dell’uomo (cioè l’atto di scrivere) t£hX X"1lJ l’uccisione di un uomo o l’atto di un uomo di uccidere L’ambiguità del secondo esempio è tanto grammaticale quanto semantica. Nel primo caso, l’infinito è allo stato costrutto con il suo soggetto, ma nel secondo caso il termine dovrebbe probabilmente essere considerata come un oggetto (non costrutto) dell’infinito, cioè un termine in funzione di complemento oggetto. Ciò sarebbe ancora più evidente se tale oggetto fosse determinato; in tal caso esso richiederebbe infatti la particella "n$; U^X :np uccidere un uomo t^>xrrn§ Vip uccidere l’uomo Quando l’infinito costrutto è accompagnato da pronomi, la disposizione di soggetto e oggetto è un po’ più complessa; i seguenti esempi dovrebbero comunque chiarire la situazione: t^ rrn ij ■>nH miflrrnN IriX TO Vì T
-
V
•
I
T
il mio uccidere l’uomo l’atto dell’uomo di uccidere me il mio osservare la legge il mio osservare lui il suo osservare me scrivere una parola
L e z io n e 28
189
"131HT1N; U’n s i:n rrn $ ^ 3
scrivere la parola il tuo (m. s.) scrivere la parola
Come unità il sintagma infinitivo può fungere da - soggetto di una frase
rnifiTnK
il tuo osservare la legge è buono oppure è buono che tu osservi la legge irix "7^ fino a che non lo trovi (lett. fino al tuo ritrovare lui) ’flyfp lò non fui capace diascoltare
- oggetto di una prepos. - oggetto di un verbo
Ma l’uso più frequente deH’infinito costrutto è con le preposizioni D, De *?: (a) Con le preposizioni 3eD l’infinito equivale, in italiano, ad una locuzione avverbiale (generalmente temporale): “DiriTl^ Haya
quando egli udì la parola quando (o mentre) stavo di fronte a lui
Entrambe le preposizioni sono frequenti in quest’uso, ma con certi verbi, in modo particolare Vìlìti e HìO, è preferita la preposizione Ci sono ragioni legate alla natura aspettuale di questi verbi, che determinano tale scelta, ma un elenco degli usi in questione non sarebbe di grande utilità in una gram matica di base come questa. L ’infinito con 5 o $ è molto frequente nella costruzione trattata al §110: ...□H’pN
’fl’l e quando Abram sentì... rrni e quando sentirai la mia voce...
(b) Con l’infinito costrutto ricorre in una grande varietà di proposizioni complementari ed esplicative, che spesso esprimono scopo, finalità o ri sultato: .
.
mrP ...p ii
.
Essi vennero...per ascoltare... Essi non poterono/potevano catturare... riapri Tu osserverai la via del Signorefacendo rritoy*? ntoy) giustizia...
(inf.
( 1) nvi + ’p +infinito costr. esprime “stare per” o “esserecostretto "ÙQ1? iy ^ n rrn La porta stava per essere chiusa.
di
a”:
190
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
(2)
+ sostantivo o pronome + + infinito costr, esprime obbligo o re sponsabilità; ìriN 'ÒV Devo trovarlo. (3) VK + + infinito costr. esprime il significato di “non è possibile (permesso), è proibito”: VX È proibito entrare.
L ’infinito costrutto viene negato con ■ ’Jil'??1? non mangiare il frutto n*?^rrn$ H'ity ■’rfjq'p non bruciare il rotolo 116. Osservazioni finali su alcuni tipi di sostantivi L’unico importante gruppo di sostantivi non trattato specificamente nelle le zioni precedenti è quello che comprende i sostantivi che terminano in -eh. La maggior parte di questi deriva da radici di verbi III-He che, in un precedente stadio della lingua, erano o lll-Yodh o Ill-Waw. Successivi fenomeni di con trazione ed elisione hanno oscurato le origini di queste forme, mentre alcuni sviluppi accidentali all’interno della lingua hanno portato a una certa confu sione di forme tra singolare e plurale. Al singolare questi sostantivi: (1) possono seguire una flessione regolare con perdita completa della desi nenza -eh: n7to campo bastone
^7^
ecc.
(2) possono presentare suffissi parzialmente diversi, in particolar modo -èhù alla 3a persona singolare: ntysja
azione bestiame
infchfé
(3) possono avere forme dei suffissi analoghe a quelle dei sostantivi plurali in -im: il mio bestiame
la mia azione
Per i sostantivi aventi plurale in -ót, come rrjty e l’esistenza di forme come e ir» qualità di plurali è dubbia. Nonostante tali forme possano trovarsi elencate come plurali nelle grammatiche e nelle concordanze, molte di esse sono più probabilmente singolari.
191
L e z io n e 28
117. Vocabolario 28 Verbi:
Vip yàkól T
hapès
m Vìn “
T
nn
nox So st a n t iv i :
nttà
rnpx
hàdal tam
’àsap tó ’ar misteh ’ahàbah ’èm
essere capace di/in grado; (+ *7) prevalere su (F$0-) godere di; desiderare (di fare qualcosa + inf.) (Vìf^) cessare, fermarsi (intr,); smettere (di fare qualcosa + inf.) (vedi § 87) essere finito, com pleto; finire (di fare qualcosa + inf.) (n’^fór) raccogliere forma, apparenza esterna, aspetto banchetto amore [usato come inf. costrutto di ariN] (con suff. '’tìK; pi. -ót) madre
Preposizioni usate frequentemente davanti alPinfinito costrutto: *7V fino a ^ quando, mentre n tjs dopo‘jyó'j» affinché, per, in modo da, cosicché } quando, mentre a causa di, perché Esercizi (a) Traduci: v v rm w ?? Tyrnn$ w i'ix ìx-jp3 -
-
-
\
D“U0 W P* TI
T
---
in'K rntèn n tà r jr n tr 1?:^ ^ 2) vni^-nss “ibi?
9 10 11 12 13 14 15 16
(b) Traduci oralmente in ebraico: 1. quando tu dimentichi questa legge 2. mentre io stavo lì 3. dopo che li radunammo 4. quando lo seppellirono
rninrrn$ ivó1? v y ì* -m ì^ìp -n x t^xn smute rr-p «éT O v t à r m i*rp ? □■HD-jn-Ss-ns rirf? *.
1
V
*
T
-
1
•
i 2 3 4 5 6 7 8
192
In t r o d u z io n e
5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12.
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
fino a che ci legarono dopo che si coricarono non cavalcare (su) il cavallo fino a che tu ci chiami fino a che io rompo le tavole mentre egli stava mangiando cosicché egli ti mandi da noi cosicché tu li osservi
(c) Traduci: .Kosn-^y ntfyj ^
ta e r r o n^n
.^Ip? M
1
yin wèv ntf?2
•irix ixsa:? w r ' ‘ 3 .natyai Viprrns .njn □o'tn-nx x1?
4 5
.□n'x x ^ 1? ^ x^i *T>yn W "r>« Fitte 6 rifiuto in r^ r^x D ^ .*1 xbcj •’ri>nl7 vii:a&-n$ n-pr p nnx niu 8 nnx nnx^i Yxz? x^n n?->i nxn tid^ .nitfx'? i1? nn'x
.n^x> p rrfta nnini rntzrnx mrr 7'p$q rrni .y ^ n
n n rn x ay*?w
.Tin'x *?x}V f'sp:
^ n n a ix ^ t
.n is i nlx&n m i t i x^an Vipa yb^1? i ^ n ntjx 7i?i .nnan-nx isyV nyn ìm .nn'x in?rjx-i r r y ? tra;:? Q'gwn vn .irà rn n n“g?i i7 }rn x n'ìsn i7}rnx ntf xn frigp T T -
V
®| -
T
T
—
io il
12
13 14 15 16
(d) Scrivi in ebraico; 1. Quando uccisero (m. pi.) i prigionieri noi fuggimo da lì e passammo verso questo luogo. 2. Tu hai peccato non amando tuo padre e tua madre. 3. Essi sedettero nella sua (f. s.) casa fino a che gli uomini aprirono la porta. 4. Desideriamo ricordare sia i vivi che i morti (lett. anche i vivi e anche i molti). 5. Non è permesso mangiare la carne di questi animali. 6. Quando vide (usare il pf.) la terra asciutta, egli gioì perché sapeva che le acque erano cessate dalla faccia della terra. 7. Non eravamo in grado di scrivere né eravamo in grado di leggere.
L e z io n e 29 118. Verbi I-Nun: imperfetto e forme attinenti I due verbi seguenti sono i più rappresentativi di questa classe: PF.IMPF.
imperfetto in ò imperfetto in a
IMPTV.
INF. COSTR.
Vd?
ypl
yp1
CON SUFF.
1 VD3
yp
yb}
^>93
’Vp}
è
, Nell’imperfetto di entrambi i tipi la nùn è assimilata alla seconda consonante radicale per tutta la flessione. Per il resto la flessione è regolare: yippól b'BT) tìppòl tippól tippdli ’eppól
^9? yippdlu tippólnàh tìppdlu n^'éri tippólnàh Vbj nippol
I verbi con imperfetto in a hanno la forma breve dell’imperativo, coniugata come segue: yp s a ' nyp S3 'ah
■ ’Vp SD’t
lyp
sd’u
H^Ó sà'nàh
I verbi con l’imperfetto in a possono avere due tipi differenti dell’infinito costrutto; i due tipi ricorrono entrambi per la maggior parte di questi verbi: (1) una forma regolare, come y'OJ risso1\ (2) una forma breve con il suffisso -t\ fiyp. PF.
IMPF.
IMPTV.
INF. COSTR.
m
n:
n
ym
yw
yo
nya Sft) nyó
— T
----
wa
yty
CON SUFF. —
colpire
—
piantare
—
avvicinarsi
194
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
Osservazioni particolari: (a) Si osservi che tttà? non è usato al perfetto. (sollevare), che è anche III-Aleph, sono
(b) Le forme di
mi
Kir
nxto/nKto
tifo
TlKte'
(c) Il verbo irti ha imperfetto e forme correlate in è:
1U3
W.
1^)
rin
(d) Il verbo Flf?1? si comporta all’imperfetto e nelle forme correlate come se fosse un verbo l-Nun:
ni??
ni?*?
ni?
noi?
(e) In alcuni verbi il raddoppiamento della seconda consonante radicale deir imperfetto è omesso quando la consonante è seguita da a: ìyp? yis m(essi partiranno) non Wp? yìssd ’u Seguono i paradigmi completi di yp3, Imperfetto
yo? vori ysn •>ypn yox wp1 nayòn wpij) myèn yoa T 1 -
T 1 —
Imperativo
*
*
yp "VP wp njyó
irti e rii?1?.
m' T
•
x&n T
•
Km T
•
wn •
*
W? 1™ ìnri
m m
1
•
m *
•
n ^ tn i
*
naK|n T
■
T
*
T »
■
nartn T •*
*
ro?
i
ÌKfo naxfr i
T
narin iann
in
m
V
ni?? njpn ni?n
ìJi? nari 7
in,?? n^i?n inpn nai?i?n nì?a ni? "ni? ini?
WP-
L e z io n e 29
195
La preposizione si presenta come V davanti agli infiniti con la prima sillaba accentata, a meno che l’infinito non sia nello stato costrutto con il sostantivo che lo segue. Ad esempio: nvó1?
n ^ 1?
nné1?
nn1?
119. Vocabolario 29 S o st a n t iv i :
? njft? njfta
ehw
"ili n ifp in Ve r b i:
magurim fotónet kuttónet néder tóhdót yìggas
nàdar gà'ar sane ’ ari hab
“113 -T
— T
•* T
m A g g et t iv o : N u m e r i:
t
»s • T
nàsà ’ sa ir sanàyìm stàyim —
1
o *17? néder (con suff ’5173; pi. -im) voto (solo pi.) storia, genealogia (pf. non usato) avvicinarsi [di solito con (TP) fare un voto OVK) rimproverare (Kjty?) odiare Un verbo difettivo che si trova solo all’imperativo: 2H nan nIin OH dai! avanti! su! (N&?) alzare, sollevare, portare piccolo, giovane (m.) due; costr, ^ sane (f.) due; costr. 1Fl$ stè
La forma assoluta del numero “due” può stare prima o dopo il sostantivo cui si riferisce; il sostantivo è al plurale: a ’r ó
°
n'ìi# □ 'r ó DTO D'Ufo
La forma costrutta dei numeri può trovarsi solo davanti al sostantivo: □*•$1 'ntf N om i P r o p r i :
Ràhel nxV L é ’àh Làbàn apJP Ya 'àqób -
T
T
•«
Rachele Lia Labano Giacobbe
196
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
Esercizi (a) Traduci: Q ^'n d^ pì ^ 3 ,l?K ^ wp u*J ]ri vtyj T |i^ a n ^ x Vq? H pfrrn ^il? niu
8 9 10 11 12 13 14
1 2 3 4 5 6 7
nnDp 'l y ^ iri ilDp3“r»ij ^np t^xn ^ x wp i l i ni^KH ™ i □D-’nfcfrm ix ^ ir ^ x n iì? ^ nia"i nisaa onx n'^1 nn’x isnpn ìn3np-ni5 inpn .
-r
-
*»
- *
(b) Traduci oralmente in ebraico: 1. Dateci (m. pi.) il vostro aiuto. 2. Uccidete (m. pi.) il serpente, 3. Non mangiate (m. pi.) la sua (m. s.) carne. 4. Prendi (m. s.) due pietre. 5. Pianta (m. s.) l’albero qui. 6. Avvicinati (f. s.) a lui. 7. ed egli lo colpì 8. ed essi diedero a lui i loro figli 9. ed io caddi al suolo 10. ed egli viaggiò verso il deserto 11. daremo loro cibo 12. partiremo al mattino (c) Traduci: .]m w to a nan n iì:p “o
m in ) Tiìni?}
ìò
i
2 n # Dy,rnss 3 .ìmpzrni*! in'K nnqp_ ^ 2) rprin m a 4 .urte ir] ir\ itttyns ‘T’yn iytfrn$ "ùp 5 n i| wtpn 6 .na ? n a ta r*?KT T rrsrn Inttton ' I ,l?K “ “ n tó T ntò1 “ T x Tkwni ••“ •• V T V Tv “n**1*1 *17“ .□'é uzà *fr| n i? ^ - o v ntfNn nnyrj 8 ti?) tiof? ->ri^òn 9 .nsiiìn i vwrrn$ on^iD? rpni io M ' h ì wn p ^ s •>? Y?1p:j nyuptfh nnn 11 □rjirm n rp u n ^ n n Dtfyojì nptznrrfriN; inp 12 .n a t a l i ’W T
L e z io n e 29
197
(d) Scrivi in ebraico: 1. Quando egli si avvicinò a noi, noi chiamammo i nostri servi. 2. Ed egli partì e attraversò fino al fiume. 3. Ed egli alzò le sue mani verso il cielo e gridò a gran voce. 4. Prendi (f. s.) i tuoi figli e vai via (pf.) da questo luogo. 5. Noi non possiamo sopportare (= portare) l’afflizione che egli ha messo su di noi. 6. La sua (m. s.) canzone è piacevole e le sue parole sono buone alle nostre orecchie. 7. Ed in seguito essi partirono ciascuno (= un uomo) verso il suo paese. (e) Lettura: Giacobbe e Rachele
no'i "ik’pi dd? nrrft bny\ ^rn naupn nw) nìò n^ian .rnp 2x? n ii n'iu? ^ 5$ im h ^rn-ni* npsr nn$i ntno .im
nmt
nn's ™ aia :p*? i m h ,nat?j?n
l'QXh 7\m 2irgrjN} V-jn^ a’»:? v^v.7 rn tripon
*ib®i
ìn>»
q 'w y?$ r? ™ > rrm nan
.n ^ a n^x *q toni spy^ nnx irn n^iian t a ntfrnt* npn
npsr ripsr
'n?i nn^o
*?n"p n*7D n’&y mi no “w h inx nx1? o ipim npsr ntn in$ .6nT?3n ■'jdVn*v»y!p nn) V* ìròip??? :p> noxn .5^ r m n ^ l W ^Ì3V n'ps?^ ^nynx pV irn .nrirjtj sn$ noy Yn57n *i$x Vhaya nxì-ntraa • .Vn"# ninn^ n 'iti ya# p*?’nis ìpv;_ Tasn ntèx*? Note alla lettura: 1. “sette” 2. Ci sono tre usi idiomatici di 9 in questa selezione: 9 7?y servire qualcuno per un premio o una ricompensa nn‘K ìrnrjX? perché egli la amava nìiaya in cambio del lavoro. T
3. 4. 5. 6.
1 T
Il plurale di 7!1X ha il senso di “alcuni, pochi”. “ed egli preparò” “mi hai ingannato?” la “primogenita” dunque la “maggiore” (femminile)
L e z io n e 30
120. Verbi I-Yodh: imperfetto, imperativo e infinito costrutto Come già nella classe dei verbi I-Nun, anche nella classe l-Yodh esistono due tipi di verbi, che si differenziano a seconda della vocale tematica dell’imperfetto: PF.
IMPF.
imperfetto in è
2W
2W
imperfetto in a
w:
IMPTV.
INF. COSTR.
CON SUFF.
T)2W abitare, risiedere im
P:
vm dormire
(a) Imperfetto in è I verbi con imperfetto in è hanno la vocale è nel prefisso; imperativo e infi nito hanno la forma breve. Come 3$; si comportano generare scendere
- r
TV
■f?!! TV
ìV
71
mi
*n*? ^71
Anche il verbo irr appartiene a questo gruppo, nonostante abbia imperfetto in a dovuto alla presenza di una gutturale come consonante finale della ra dice: sapere
17T
i?T>
VI
nsn
Il verbo XX? ha forme leggermente diverse perché è anche III-Aleph: partire
XX*1
XX
nxx
’nxx
Anche il verbo Tj'pn è irregolare perché si comporta come i verbi appartenenti a questa categoria: andare
in
no1?
200
In t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
(b) Imperfetto in a
Al secondo gruppo, rappresentato sopra da 1$' appartengono i verbi: ereditare consigliare svegliarsi seccare
WT rv: m W ZP — T
«t
v n
rv” rì?1?
«h —
—
—
—
—
—
#5”
—
NT?
NT
—
(n )0 :
e anche il verbo ll\-Aleph temere
NT
N“1’
—
[Si osservi che il sostantivo HìC]1 (paura, timore) è regolarmente usato come infinito costrutto di questo verbo.] Gli imperativi e gli infiniti costrutti di questo gruppo sono scarsamente attestati nell’ebraico biblico; essi mostrano la stessa mescolanza dei due tipi possibili che abbiamo incontrato con i verbi 1-Nun. Il verbo V t ha forme irregolari con u nel prefisso dell’imperfetto: blV VdìPì
ecc.
Nella classe dei verbi I-Yodh e in quelle classi che saranno trattate nelle prossime lezioni si riscontrano frequentemente forme differenti dell’im perfetto quando accompagnate dal waw inversivo, e ciò riguarda in par ticolare le forme della 3a persona singolare maschile e femminile, della 2a persona singolare maschile e della la persona plurale. In generale, in queste forme l’accento è ritratto verso una sillaba aperta del prefisso; di conseguen za la è del tema è sostituita da e. Una trasformazione del genere si è già vista nel caso di "TO'1 e la forma rispettiva "llìpN’1. Si osservano comunque diverse anomalie: 1. tale cambiamento è regolare per gli imperfetti in è diversi da a$l ytfm
2#.
T>él
rjh Tjjji
.ìfth
T|Jl
tftil
- ma
K£1 Ksm
ssai
2. tale cambiamento non avviene negli imperfetti in a ad eccezione di VV: Y\?"\
ma
ypi
201
L e z io n e 30
Numerosi verbi hanno l’imperfetto formato in modo analogo a quelli delle radici l-Nun: - T
formare versare appiccare il fuoco
IMPF.
(ma anche, irregolare, "l^T ) pii1 (ma anche, iiTegolare, p ^ l)
m'
Seguono i paradigmi completi dei tipi più frequenti della classe I-Yodh:
t>n
«S!
vv
wn
snn snn ’VIB
#T? u^Tn tfTn ’$Tf)
vin
W'pn
naxàri mn njKfe) 8X3 T
iti
|M
N?
*
ÌV71 njyfo wjjrj njyiri
vi w? niyi
nw#
ìuiyn
VII
'lì i
njifnj’n
'
un
w-\ 7)W\
121. Vocabolario 30 So st a n t iv i :
dW
p^y
sàlóm
'émeq bà'al
pace, benessere; stato di salute di qualcuno. Si noti l’espressione idio matica: ’p Dl1? ^ chiedere della salute di qualcuno (con suff V W pi. -im) valle, pianura (pi. -im) signore, proprietario, pa drone, marito. Frequente in espres sioni idiomatiche come “investito di”, “dotato di”, o come in un sognatore. Anche membri (al pi.) di una corporazione, come in D’tthDn cavalieri professionisti. O an cora nome proprio o epiteto di una
202
In t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
divinità cananea; raramente applicato anche a Dio. AGGETTIVI:p ìr n ràhóq distante, lontano; pÌn"lD lontano, da lontano qàrób vicino, prossimo (a: *?N) V e r b i: m j? qàrab (aij??) essere vicino, avanzare; avvici narsi (+ *7$, -1) (1$«) dormire yàsén VNtt? sa ’al (Vn$?) chiedere, interrogare (consul tare), informarsi, domandare (una cosa: n$; a una persona nì$, *7, ^tt) rispondere (a una persona: n$); + 3 testimoniare contro C o n g iu n z io n e : cn.p térem o D1Ó? bdtérem prima, non ancora. Di solito seguita dall’imperfetto, indi pendentemente dal tempo richiesto in italiano: aa$? D“]Ó prima che egli si fosse coricato, o egli non si era ancora coricato. N om i P r o p r i : Yisrà el (1) Giacobbe; (2) il nome del popolo rjoi1 Yósép Giuseppe Esercizi (a) Traduci: nwn
w yn nTtfn 11 a a ^ a ? ia$ T?aa ^ Ty;ia nn'x T
•
T
«
7 8 9 f 10 11 12
(b) Traduci oralmente in ebraico: 1. Parti (m. s.) oggi. 2. e quando noi abbiamo saputo 3. Ella partorirà un figlio. 4. Non erediteremo questa terra. 5. Egli plasmerà un vaso nuovo. 6. Noi non avremo timore di loro. 7. e quando egli partì
UF171 n'Q atf xa
13 WI*?? ^a isr? ■’x-'pn-vx *?ain k'V
1 2 3 4 5 6
L e z io n e 30
8. 9. 10. 11. 12.
203
Tu sai tutte queste cose? Scendiamo verso il Neghev! Ed essi andarono verso il loro paese. Siediamoci e mangiamo! Ed egli dormì per tutta la notte.
(c) Traduci: l# ” &
.nìty) i1? Vx#1? vVx n^atft .nn'x 'my) ^x ovn Kipn rrn'i .niVrj
1
2 3 4
W '2 **^1
.na$ D’oyn d$x p&$n n-jn nipann 7'x$ pini 5 .Tyritt ìx^I onx IMrfVrns ìnpsi rrànVvi-nx ìrin 6 .*>n'x xaipn p ■ ’n^v n$ *?x^i 7 .crn^ nvp w nnx ■ d i^ xi rasif^ nW-i 8 .x'gan n^rnx y&uh ^ n r r ^ rnp 9 .dV?u^ ^ '•n’pxtf yìy x^ io .TljTr1??"nxi ^nx *i»$*7 VDtf?nm T)%mrr ina rs ^ 3 3 nyvi rnpn xb 11 .nip» V x^irna
.n ^ n
itti?? tn$?
12
npV 13
(d) Scrivi in ebraico: 1. Chi è il marito di quella bella donna che sta vicino alla porta? 2. Essi vennero in città da lontano per chiedere della salute del re. 3. 11 proprietario del campo venne e ci disse di andare alla nostra casa, 4. Essi partirono e viaggiarono molti giorni fino a che trovarono (= fino al loro trovare) una valle grande e piacevole nella quale dimorare (usa impf.) in pace. 5. Ascoltiamo le sue (m. s.) parole cosicché possiamo possiamo cono scere (= cosicché sappiamo) il posto dal quale egli è venuto. (e) Lettura: Giuseppe e i suoi fratelli (1) ’rntyy sntfH?
^PT- nn>in n ^ .iva-» n § ?
"1W n § ? iPW- ^
1*7 xìh D'Wpp r? varVsa qo^-n^ nnx Vxnj^'i 1x^3 r,nx-n$ nv‘n n?n na$ ìà) inx ixaton vnir*?s» a;T3$ ^nx inx *0 vnx ixn ,2cpo? njri? i*7 ntov) .nftui'i 3ii?7
In t r o d u z io n e
204
n iaftq rrn s 5ì p i .v is) im \ im>\
la 7x#\ rD N -^-m 5w
.nx-)fc :pte'? 7ninnu/n*? ^m)
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
vn§ 4nr]ri$? vniaiVqni niaftq *\ov n^qn v u r ^ S l vniai^q-^v 1rix
6nì:h Kinr? .ri^n .-mrrni*
nin ai^qn na :V? ■pagri irto ìkj$ rnx
Note alla lettura: 1. “diciassette” 2. significato sconosciuto. Forse “un abito con lunghe maniche”. 3. “parlare a lui” 4. “(essi) si sarebbero prostrati” 5. “ed egli raccontò” 6. “dovremo forse noi venire” 7. “prostrarsi”
L e z io n e 31
122. Verbi III-He: imperfetto, imperativo e infinito costrutto Questa classe di verbi è alquanto uniforme nella sua flessione. L ’imperfetto termina in -eh eccetto quando questa desinenza è sostituita da una desinenza propria della flessione; l’imperativo termina in -eh; l’infinto costrutto in -ót. A seguire vengono presentati i paradigmi di che può essere preso come il modello di questa classe, e di alcuni altri verbi che, oltre al fatto di essere III-He, hanno peculiarità aggiuntive: TÒV, che è anche I-gutturale; nin, anch’esso I-gutturale ma che differisce da 7ÒV per la vocale del prefìsso; HD3, che è anche I-Nun\ e il verbo lievemente irregolare rPH. edificare
ascendere
meditare
stendere
•
I m perfetto
n»? HOT W W ro s
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1 *
njW V?5|!
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’W uri nrto
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01*75?
Il verbo rpn (vivere) è coniugato come rPH, eccetto che nell’infinito co strutto, dove assume à nella prima sillaba: D^t}.
206
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
I due verbi HDN (cuocere) e H3X (acconsentire) hanno come imperfetti ri spettivamente n5X’) e sul modello dei verbi I-Aleph e, insieme, di quelli III-Hé. Questo gruppo di verbi possiede una forma distinta per lo iussivo sin golare. Essa può essere considerata come una forma abbreviata (o apocopata) dell’imperfetto, senza -eh finale; tuttavia la comparsa successiva di una vocale derivata, per evitare il raggruppamento di consonanti contigue in fine parola, ha prodotto delle anomalie. Segue, come riferimento, una lista dei più importanti verbi III-He con le rispettive forme brevi attestate: Pf .
IMPF.
3 m. s. costruire disprezzare piangere rivelare prostituirsi essere finito voltarsi (verso) acquistare essere numeroso bere catturare Xì-gutturale pascolare vedere vagare l-gutturale rispondere ascendere fare concepire accamparsi essere adirato I -Nun stendere Anomali essere vivere
m m
n»? n»?
Iussivo 3 f. s. 1 s. 2 m. s.
1 pi.
P? DA
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Vi
207
L e z io n e 31
L’importanza di queste forme risiede non tanto nel loro uso in funzione di iussivi ma piuttosto nel fatto che queste forme brevi sono utilizzate regolar mente col wtfw-inversivo nelle sequenze narrative al passato: egli fece ■pJFIl ed e^a P^nse Sono quasi sempre utilizzate le forme brevi della 3a e della 2a persona; nel caso della la persona si opta tra le forme brevi e quelle normali: o
e io piansi
Si osservi anche la forma della sequenza narrativa N“]”ì (ed egli vide), che differisce dallo iussivo N l\ Non si riscontrano coortativi in -ah per i verbi III-#e. In seguito all’addizione dei suffissi pmomaniali, il tema dell’infinito co strutto non subisce cambiamenti: TIÌ33 il mio edificare il tuo edificare ecc. •
i
123. Vocabolario 31 “1ÌS bór ~a t JH re
So st a n t iv i :
simlàh sàpak t^DFi tàpas nt)l natah T
V e r b i:
i
■
T T
HD3 bàkah Un$ sahàl nny 'attàh rèq iniì Dótàn T
—
A l t r i: N omi P r o p r i :
*
T
T
T
*—
’
'
“
pW |
Rd 'ubèn
(pi. -ót) pozzo, cisterna; fig. tomba (pi. -irti) amico, compagno [la vocale tematica non è mutabile: pi. costr. ’SH; il singolare con il suffisso della 3a pers. m. s. è ìHSh] (pi. -ót) soprabito, mantello 019W?) versare, spargere (sangue) (Ù/DJV) afferrare, prendere (7\W) estendere, stendere; piantare (una tenda); deviare (intr.) (H???) piangere, piangere qualcuno (Dn$?) sgozzare (di solito animali) (aw.) ora, adesso, allora, poi (agg.) vuoto, senza valore, vano Dotan, una città circa 21 km a nord di Sichem Ruben, primogenito di Giacobbe (avu to da Lia)
208
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
E spr essio n i id io m a tic h e :
(1) Un verbo al plurale seguito da e da un correlato suffisso singolare ha un significato distributivo o reciproco: ìn,)3"'7!S: inVT1^
Ogni uomo andòalla sua (propria) casa. Ed essi si dissero l’un l’altro.
(2) L’imperativo di è frequentemente usato davanti ad altri imperativi in un senso difficile da tradurre. Si tratta di un invito o di un’incitazione ad agire, analogo all’italiano “Su!...Dai!”. Di conseguenza può essere spesso omesso nella traduzione. ìn'K 7]X]71Y] ÌD*? Su, uccidiamolo! (3) Un imperativo, specialmente di ’n'pn e di altri verbi di movimento, può essere seguito da un pronome che esprime il dativo, ma che non ha alcun valore di traduzione: ìft ^7 Vai! D}1? Wp Partite! Esercìzi (a) Traduci:
rp x ^ n -n $ nitos?1? nisnrrn$ nifrq1? m nn V?3?*ì n r p im rnx nsn1 nri$ri 'pDtài D'yuHrr'?? nsnri-^K n m w n H n iS “isnaa ntaton ìxsnm “iì?aria r
i *
-
t
•
t
-
12 13 14 15 16 17 18 19 20 21
(b) Traduci oralmente in ebraico: 1. Non versare l’acqua. 2. Perché stai piangendo? 3. Tu chiedi ed egli risponderà. 4. Prima che egli creasse la terra. 5. Essi avevano paura di avvicinarsi.
n tn q t v "lÌN 'TT Tua i r n ì^ i • 1
y
^
rv n(pi|ì ojtfsrnx nniv"j3 7vh crórrnt* ynrr^N
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
L e z io n e 31
6. 7. 8. 9. 10.
209
Ricorda la storia del tuo popolo, La sua (m. s.) casa è vicina alla città Ho dormito tutta la notte. Suo marito Tha lasciata. ■ Il posto è troppo distante perché possiamo vederlo (usa min + inf. costr. + suffisso pronominale).
(c) Traduci: t^x
njn
mrr1? )m naxrn “n i nwxn Tmi ,i«n irix i 2V) mrp *??'T# .rnx ri"?3 Tysn 'gìx'i nnfo naV “> ^ 1 .n$y nrix nb x 1? m rr in'K )vh .^rfx ■ ’riK laigi ' x p ^ ‘x ì33o •N’TO n é " nì* naV .1*? nani nmarrni* npV xV r? ii$3 on a n s a w ) ma^n-Vy TC“n$ nm :n$a-Vj$ mrr upxh vnirnN; uh# w i kS i a ^ x a né"*7?? \ t i Q'ówrrVy i7?“nìj n#a .iOÌp^Q tt^X X'V']
1 2 3 4 5 6 7
(d) Scrivi in ebraico: 1. Gli uomini della città lo rimproverarono perché non aveva ascoltato le parole degli anziani, 2. Essi sono cattivi perché hanno versato sangue e hanno peccato con tro il Signore. 3. Ed egli alzò i suoi occhi e vide due uomini che stavano vicino al pozzo. 4. E quando ella udì queste parole, cadde al suolo e pianse. 5. Tu (m. s.) vedrai e saprai che il Signore è con noi. 6. Cielo e terra sono pieni (della) tua (m. s.) gloria. 7. Bevete e mangiate (m. p i) perché al mattino partiremo per la batta glia. (e) Lettura: Giuseppe e i suoi fratelli (2) o’V’i TÒn
V x ^ "i&x'h n ^ a □p'os ìtàrn # r à “f? rg # ìd^ i n i^ -n s } :pi$x DiVtf-ns nx*i xa ^ 'x rfyf^i n?V ,n^ 2 .2naà$ lx'3’i ìì -qd p&òa irix
pirica rn « irto
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Dptèa nrix xsa x'V
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irix nyinsi ìdV n2?Vl N3 niaiVqn Vyà :rn$r'78 u^x n a x 5i m_p? cnóni .irix n1?:^ n y i rrn ■>? =ir|óxi ninisn ìnxa inx ua&i
210
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I n t r o d u z io n e
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rniàn irix 3ìD>*?tf?!i ìaéa iri}n-rn$
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a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
w i n n n n r n ^ p i ì q sm ^i
irix i&srm vn$-bx *\o\' xa ^ ì o .4q?ó ia vx p n rm lianì
Note alla lettura: 1. “ed egli venne” 2. con la particella di direzione -ah. 3. “ed essi gettarono” 4. Si noti la proposizione asindetica che comincia con *pX.
L e z io n e 32 124. Verbi vuoti (II-Waw/II-Yodh): imperfetto, imperativo e infinito co strutto Nella flessione del perfetto (§ 64) la distinzione lessicale tra verbi 11-JVaw e II-Yodh non è rilevante. NelPimperfetto, tuttavia, la vocale tematica rispec chia questa distinzione ed è all’origine della classificazione dei verbi sotto i loro rispettivi tipi consonantici: i verbi con imperfetto in ù sono ritenuti IIWaw e quelli con imperfetto in i come II-Yodh. Né la waw né la yodh, però, hanno un valore consonantico nelle flessioni principali di queste forme. 1 due tipi di base sono P erfetto
Im p e r f e t t o
Im p e r a t iv o
In f . c o s t r .
II-Waw □i? qàm
regolare iussivo invertito
OVt □'(?}
yaqùm yaqdm wayyaqom
Oìp
qùm
Dìp
qum
ll-Yodh D& sàm
regolare iussivo invertito
□ÙH
yàsim yàsém wayyàsem
sùm sim
I verbi del secondo tipo non sono uniformi per il fatto che la vocale dell'infinito costrutto varia tra « e t Alcuni verbi mantengono costante la /, come Irò (mettere), mentre altri hanno sia l’una che l’altra vocale: "p1? o l5!1? (passare la notte). A causa di queste variazioni, tali verbi possono essere ca talogati nei dizionari sotto l’una o l’altra forma della radice. Si osservi che lo iussivo ha una forma distinta da quella usata con il waw inversivo. Si ricordi, poi, che l’uso delle forme iussive interessa solo la 3a persona singolare maschile e femminile. La peculiare forma invertita, con ritrazione dell’accento sulla sillaba del prefisso, riguarda normalmente solo queste stesse persone e la 2a persona maschile singolare; negli altri casi la forma invertita è la stessa dell’imperfetto regolare.
212
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
W-Yodh
H-Waw IMPERFETTO dv :
oìpn Qìprs ■wpri mpn
yàqùm tàqum tàqùm tàqumì \dqum a
m p: yaqumu nróìpjji taqùmenàh wìpn tàqùmu W b m taqùménàh nàqum o ipj
yasim o ^ n tàsim o’tyn tàsim tàsimi ’asim *
*
T
*
T
■
T
*
T
*
T
yasimu tasimgnàh iff’&n tasimu tdsiménàh nàsim ♦
T
—
*
//i
^
T
IUSSTVO
0'p’ yàqóm Opri tàqom In v e r t it o
□l?»1 aprii aprii ^IpFll
wayyàqom wattaqom wattaqom wattàqumi (ecc.)
DÈH Olirli wattasem o ^ l wattasem ’H’tbfll wattàsimi • (ecc.) V
T -
*
T
^
-
COORTATIVO
’asimàh nàsimàh
HfrlÌ?K ’àqumàh HfripJ naqùmàh Im p e r a t iv o
aip A
A.
ÌJOip qumu n ^ p qdmnàh In f in it o
n'Uf sim b simi ÌEPW simu sémnàh]
c o s t r u t t o c o n s u f f is s i
■»J!Mp qùmt ^ p qùmBÌcà Tjfrlp qumék (ecc.)
'fiW
r a
*
sumi sumdkà TjBìttf sumèk (ecc.)
L e z io n e 32
213
Osservazioni; 1. Esiste anche 1*imperfetto femminile plurale nella forma riapri taqòmnàh (al posto di nróipn). 2. Alcuni verbi, soprattutto con consonanti gutturali o *1 nella posizione fi nale della radice, hanno a al posto di o o e nella forma invertita. Ad es. “PID? yàsur diventa "ID*! wayyasar (ed egli si voltò); yànuah diventa m ìl wayyànah (ed egli riposò). Nel corso delle lezioni studiate finora abbiamo incontrato i seguenti verbi che appartengono ai due tipi principali di verbi vuoti: T P soggiornare □12P digiunare □ìp^ sorgere ritornare
*13T1
DX Di?
n ia1 morire mettere, porre TU?'* cantare T
"ltf
Alcuni verbi hanno 6 come vocale caratteristica dell’imperfetto e delle forme ad esso relative. I seguenti verbi sono i più importanti: Perfetto
Im pe r fe t t o
normale iussivo invertito
Im p e r a t iv o
K2
bà ’
XÌT yàbó ’ NiT yàbó ’ xl3*l wayyàbó ’
$3
bós
yèbós
’ór
[11K1 y à ’ór]
K’3
bd’
WÌ3 bós >* “ìiX or
INF. COSTR.
NÌ3
bó ’
bós nix
9*
or
La flessione procede come esposto in precedenza. La variazione tra ó e d in queste forme non è importante dal punto di vista grammaticale. Si osservi che l’accento non è ritratto in K1DS1. 125. Vocabolario 32 bésa'
S ostantivi;
ono sàris ÌÌ7K ’àdón • f
Ve r b i:
r
sàt
(con suff. ’Vip) profitto, guadagno, vantaggio o beneficio, utilità. Si noti l’espressione idiomatica: Quale vantaggio? (pi. irreg. D‘,0'H0) eunuco, funzionario (pi. -im) signore, padrone. Spesso usato al plurale con significato singolare. (rp$;) mettere, collocare, preparare. Un sinonimo di DtP.
In t r o d u z io n e
214
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
■p*] ras 03 nàs p]*]1t ràdap
(flT ) correre (OH?) fuggire PVH?) inseguire, cacciale, perseguitare (oggetto diretto con “D8 o ’ntJK) rnj? qànah (njp?) procurarsi, acquistare, comprare nxij?1? liqra{')t (prep., con suff. ecc.) verso, in contro a, contro Particella introduttiva, abitualmente H3n h innèh tradotta con “ecco”, che enfatizza il presentarsi improvviso di un oggetto o di un fatto. In espressioni idiomatiche con va preferibilmente omessa dalla traduzione: EJ'Btyj TllTl) nXl “Egli vide uomini che venivano” o “Egli vide che uomini stavano ve nendo”. Da non tradursi “ed egli vide, ed ecco...”. T
A ltr i:
N omi propri:
nV-|S par'oh pótipar i t ì gii 'ad m in1 yahùddh
il titolo del re d’Egitto, il Faraone Potifar Galaad, regione a est del fiume Giordano Giuda: (1) il quarto figlio dì Giacobbe, avuto da Lia; (2) la tribù che porta il suo nome; (3) il regno del sud, in quanto distinto da Israele, regno del nord, durante il periodo della divi sione dei regni. Ismaeliti, termine applicato diverse volte nell’AT in riferimento a un certo numero di gruppi nomani piccoli e poco conosciuti.
O^XS?^? yismd
Esercizi (a) Traduci: .m i7»n t o f à i . i a
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1?
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L e z io n e 32
215
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(b) Traduci oralmente in ebraico: 1. Corri verso il campo. 2. Essi fuggiranno dalle loro case. 3. Chi erediterà il suo giardino? 4. Dove comprerai il bestiame? 5. Dove hai messo il mio denaro? 6. Ti hanno inseguito? 7. Il funzionario del re è molto ricco. 8. Non c’è utilità nel piangere. 9. Siamo partiti a causa della carestia. 10. Correrai e lo troverai. 11. Fuggimmo quando bruciarono le nostre case. (c) Traduci: i-gpn in'K rn^n-V» rn ;
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(d) Scrivi in ebraico: 1. E al mattino il suo compagno si alzò e andò alla città, 2. Essi sgozzeranno il nostro bestiame e bruceranno le nostre vigne. 3. È malvagio versare sangue. 4. Essi si alzarono e lo inseguirono, ma non poterono trovarlo. 5. E ora, scegliamo per noi un re. 6. Dove hai messo il suo mantello? 7. Sapevi che questo vaso è vuoto? (e) Lettura: Giuseppe viene portato in Egitto
1 2 3 4 5 6 7
216
In t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
Note alla lettura: 1. In questo caso, e spesso nelle letture che seguiranno più avanti, Tomissione di Tlft si accorda con l’uso nel testo biblico sul quale si basa la presente lettura, 2. nni'N una carovana 3. “di successo”
L e z io n e 33 126. Verbi geminati: imperfetto, imperativo e infinito costrutto Nessuna altra classe di verbi mostra tanta varietà nella formazione dell’imperfetto come quella dei verbi geminati, cioè quelli in cui la seconda e la terza consonante radicale sono identiche. Nessuno di questi verbi ricorre con tale frequenza da offrire un paradigma completo; le tabelle che seguono, pertanto, sono state compilate a partire dai dati disponibili. Su basi storiche, le forme più originali del sistema dell’imperfetto sono: P erfetto
I m p e r a t iv o
Im perfetto
In f . c o s t r .
imperfetto in 5 ICO sàbab
regolare iussivo invertito
hcp yàsób ntP yàsób wayyàsob
regolare iussivo invertito
^ yéqal *7^ yéqal 'pj?*! wayyeqal
30
sob
30
sób
[Vp
qòl\
imperfetto in a qal
Nella flessione regolare di queste forme il raddoppiamento originale della consonante tematica finale compare davanti a tutti i suffissi che iniziano per vocale. Eccetto che nel caso della terminazione -ènàh, l’accento rimane sul tema: ab1’ yàsób t e yéqal ^pri téqal non tàsób tèqal non tàsób léqalli ■Q • Ofi tàsóbbi 30N ’àsób *?PN ’éqal T
T
T
T
T
teCP yàsóbbu n^àori tdsubbènàh ìabri tasóbbù tdsubbènàh 201 nàsób T
T
yèqàllu taqallènàh] ìVpri tèqàllu tdqallènàh] néqal t e ìte
218
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
Un secondo tipo di imperfetto, non raro, segue nella formazione del tema il modello dei verbi l-Nun; tuttavia, nel corso della flessione, appaiono nume rose forme opzionali: 30? yìssdb 30FI tissdb non tissdb
"QÒri tissóbbi o ’Dpri tissabi DON ’essdb
13Ó? yìssóbbù o IZHJPyissabu Hp'Òri tissóbnàh 13Ón tissòbbù o Hpfi tissabu rnp'óri tissóbnàh 303 nissob
Similmente avviene anche nel corso del paradigma di yiqqal, ecc. Seguono come riferimento altre particolarità della flessione dell’imperfetto: (1) Nei geminati si può riscontrare un tipo di flessione caratteristico dei verbi vuoti: ad es., lìU)lyàsùd, dalla radice “TO. (2) Alcuni verbi che seguono la prima delle flessioni presentate sopra pos sono avere anche forme alternative come yèqalu (con riduzione) in vece che yèqàllu. Es. yàzamu (essi rifletteranno) al posto dell’atteso ìfò'h yàzómmu. (3) Forme che appartengono ai paradigmi di ulteriori tipi di verbi si incon trano raramente, come yehèmu (essi si scalderanno, radice Dttn), o r n ^ r i tisàmnàh (tu sarai devastato, radice Dftttf). L’imperativo e l ’infinito costrutto mostrano deviazioni simili, ma i se guenti esempi dovrebbero essere presi come la norma: Imperativo
imperfetto in d
imperfetto in a
Infinito
costrutto
Db sdb 30 sob ‘>30 sóbbt ‘‘DQ subbi Ì3Ó sébbu subbakà sóbnahT|3Q subbék, ecc. Vj? qal ^p_ qàlli ìVf? qàllu qàlnàh
219
L e z io n e 33
L’imperativo femminile singolare ricorre anche con accento sull’ultima sil laba: '’h gozzi (tosa!); ,,f'} ronnì (grida di gioia!). Sporadicamente l’infinito costrutto si presenta secondo il modello dei verbi triconsonantici regolari: T7$ sddód (devastare), saldi (saccheggiare), T'Tàgdzóz (tosare). Si osservi anche l’imperfetto di nn
(essere finito):
Qjy> o D’fi1
VI
(essere cattivo):
VT
127. Vocabolario 33 S o st a n t iv i : hn
V e r b i:
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Al t r i:
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ms ’ùmah
(senza pi.) qualcosa; con negazione: niente
’ap
(con suff. '’SX: du. D?éx) naso, narici (du.), faccia, collera. Come sog getto di m n viene usato in questo modo ÌDX = ì1? nin. L’oggetto della collera è espresso dalla preposizione 3.
hàsak
Oli#© trattenere, riservare per sé
hànan
(frp) fare grazia, usare benevolenza
s amèni
(UW'l o □$’) essere desolato (di luo ghi), essere sgomento (di persone); participio attivo D&Wdesolato
dam
(DT) essere silenzioso, tacere stupe fatto, essere stupefatto
màdad
(ìb 1) misurare
’ibri
(pi. D^py; f s. n*"l}V) ebreo (sost.), ebraico (agg.) (cong.) a meno che, eccetto (che); bensì (avverbio interrogativo) come? in quale modo? Usato anche nelle esclamazioni. Come sopra.
kì ’im ek
n^x
’èkàh
220
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
Esercizi (a) Traduci:
nDN^n-ns nt^n ■g ™ l'n nn*n Yyrrny; tiòn tnó? inte?? nxn ngàrrn» uìto ■ q ìdk irih iy$w:> n?!
9
10 11 12 13 14 15
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1 2 3 4 5
6 7
8
(b) Traduci oralmente in ebraico: 1. e quando egli si coricò 2. e quando io avrò finito di costruire 3. e quando essi restarono in silenzio 4. così che egli ci redima 5. e quando io misurai i vasi 6. fino a che il nostro lavoro sia finito 7. e quando essi ebbero scelto un re 8. affinché egli non ritiri da noi la sua benedizione 9. affinché essi non spezzino l’altare 10. quando venimmo dall’est della città 11. perché abbiamo peccato contro il Signore 12. dopo che egli era andato via dal l’accampamento (c) Scrivi in ebraico: 1. Ci fu una guerra tra gli israeliti (lett. i figli di Israele) e Ì cananei che erano nel paese a quel tempo. 2. Non potremo partire a meno che tu non parta con noi. 3. Rallegriamoci nel suo farci grazia e nel suo darci liberazione dai no stri nemici. 4. Dove andrai e dove dimorerai e cosa farai? 5. Dopo che egli ebbe preso il nostro denaro, corse fuori dalla casa. 6. Egli darà aiuto a coloro che confidano in lui, ma quelli che hanno peccato contro di lui periranno.
221
L e z io n e 33
(d) Lettura: Giuseppe e la moglie di Potifar n?’ n # wn ra noi1-1?**
“i^tpis n$K xUtfn n^Nn a n a tri ion ’nn
*73 ina ^ :n^K i??N8i noi1 2ik^71 ,^y :V^k i&xrn n*n» PiN 3"i#$3 in'N m ■*? nawz? Tjì^n nV] ,njn jvìq Viìa ttf’K .d^S n1?’nKDni ntfrn nViian nynn ntoj7$ Di^n ■>,,nii nay ni1?1?
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^QV-b# 4rn ai? 1n1i inptòjpniu^1?nn^ànn'zh 6njn
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D^1? “i^kbi njTn n^N1? Nlprn n^nn dpi nr? Vfta-nk ajy >3 rm'xi? ■ ’Vip-n^ is^uó inii Viìa Vip? frappi w n^V nziyn inyn ,1?n k;
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L e z io n e 34
128. Il participio passivo Il participio passivo è un aggettivo verbale ed è formato sullo schema voca lico à-u in tutti i tipi di radici verbali, escluse quelle ll-Waw/Yodh. P erfetto
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P a r tic ipio P a ssiv o
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kàtub ’àzùb bàhùr sàluah ’àkùl nàtùa' nàsù’ yà d it ' sàbùb bànùy {qunì) (sim)
scritto abbandonato scelto inviato mangiato piantato sollevato conosciuto circondato costruito —
messo, posto
I n fin ito
nim Diri? "lina niVttf ViDK 37103 NÌ&3 3711' nino n'33 oip □Ifr Y
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T
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T
a sso lu to
katób ’àzób bàhór sàlóah ’àkól m tó a ' r i naso yàdóa' sabòb bànóh qóm som —
a
A causa deir incompatibilità semantica questa forma non compare solita mente con i verbi stativi o intransitivi. Il carattere generalmente intransitivo dei verbi H-Waw/Yodh fa si che la ricorrenza di un participio passivo in que sta classe sia rara e comunque dubbia; le forme Vìa mùl (circonciso) e DÌ# sim (messo, posto) sono spesso citate come esempi. Le forme tematiche così come indicate sopra non richiedono particolari commenti. Solo si osservi il pàtah furtìvum nelle radici Ili-gutturale e la yodh finale nelle radici III-He, In quanto aggettivo verbale il participio passivo non ha valore temporale ma designa il risultato di un’azione compiuta. Di conseguenza, nella tradu zione italiana è richiesta spesso una proposizione relativa con un verbo al passato: in n p l’uomo ucciso, l’uomo che fu/è stato ucciso nìron IDÒn il libro scritto, il libro che fu/è stato scritto
224
In t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
Il participio passivo in funzione di aggettivo predicativo ha le stesse pro prietà di qualsiasi altro aggettivo del genere (§23). Es. in n
T
L ’uomo è/fu/è stato ucciso.
* ▼
Questa frase acquista il suo valore temporale dal contesto in cui ricorre e non dal participio stesso. L’aggiunta di un sintagma preposizionale per esprimere il complemento d’agente, come nella frase “l’uomo che fu ucciso dai suoi nemici”, non si ri scontra nella lingua ebraica; tuttavia il participio passivo, come qualsiasi ag gettivo, può trovarsi in costrutto con un sostantivo che lo specifica: nDì"l$ Ty
una città che è stata bruciata col fuoco
Non è necessario comunque che il participio sia allo stato costrutto: “ltàn
un uomo cinto con le armi della guerra
129. L’infinito assoluto L ’infinito assoluto, le cui forme sono state indicate nella tabella del para_ grafo precedente, non ha flessione. E principalmente un avverbio i cui usi principali sono i seguenti: (l) Si trova davanti o dopo un verbo finito per enfatizzare in qualche modo l’idea espressa da quest’ultimo. La traduzione italiana di questo tipo di costruzioni varierà da caso a caso, richiedendo spesso l’uso di avverbi come “sicuramente, certamente, davvero” o simili. Es. \
■’ntoTlK -
"liftlL* Voi davvero osserverete i miei comanda menti. ’M» n*nn n>n os Se tu davvero guarderai all’afflizione della tua serva...
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t
La posizione più comune dell’infinito assoluto è quella prima del verbo, come sopra. Se però il verbo è usato come intransitivo, l’infinito assoluto può seguirlo: ‘ ...ritti
...VÌttW WQW Ascoltate attentamente... e guardate atten tamente...
L e z io n e 34
225
(2) Simile al caso precedente è una sequenza di due infiniti assoluti che fanno da complemento a un verbo finito; i due infiniti sono spesso antitetici nel significato: i]V7n
nWl irà;
Ed egli camminava mangiando. (lett.) Ed egli camminò un camminare e un mangiare. Ed eg1’ Mdava avanti e indietro. (lett.) Egli uscì un uscire e un tornare.
(3) Invece di enfatizzare o far da complemento al verbo principale, l’infinito assoluto può essere usato per descrìvere un’azione sullo stesso piano di quella del verbo principale e può quindi essere considerato come un sostituto non flesso per una forma finita: ‘a'rriK 'jirtì’l "’JV&'l nnVsTiN; Tutto questo io ho visto e (ho) fatto atten zione (lett. dato il mio cuore) ad ogni azione... (4) L’uso descritto in (3) dona all’infinito assoluto uno status pressoché indipendente. Si riscontrano casi - per ragioni piuttosto oscure - in cui l’infinito assoluto è usato al posto di un verbo finito, senza dipendere espli citamente da qualsiasi altro verbo nella stessa proposizione. Si osservino i seguenti usi dell’infinito assoluto in funzione di imperativo: Osserva tutto il comandamento. njn Dl*rrn$ TOT Ricorda questo giorno. «lV?3 Va’ e grida alle orecchie di Gerusalemme. 130.1 numeri da 3 a 10 I numeri da tre a dieci possiedono due forme: una femminile in -ah che è usata in riferimento a sostantivi maschili e un’altra, senza una particolare de sinenza, usata in riferimento a sostantivi femminili:
226
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
F o rm a F em m in ile
stato assoluto tre quattro cinque sei sette otto nove dieci
salósàh 'arba 'ah hàmissàh nt&M sissah sìb 'ah samónàh ny$n tis 'ah n itoytt ’àsàràh *w W — I
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stato costrutto r \ f ì y sdlóset nyà-)K ’arbà ’at n#óq hàméset séset sib 'at samónat - i tis'at nyitìn i t wt r , JV#5? aseret —
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F orm a M a sc h ile
stato assoluto tre quattro cinque sei sette otto nove dieci
salos arba ' tzfàn hàmès ses séba n W samóneh tésa' ’éser
stato costrutto V
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V — V
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salos ’arba ' hàmès
vh'l)
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V — V
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séba' samóneh tésa' ’éser
Normalmente le forme assolute precedono il sostantivo, che si trova nella forma plurale: n'U?} yyty sette donne nriQ 172$ sette mucche
cpaj
sette uomini sette giorni
Le forme costrutte sono usate davanti al sostantivo, che può essere definito o indefinito: CPttfaìJ
tre uomini
i tre uomini
I numeri possono trovarsi davanti a sostantivi collettivi che hanno la forma singolare: "Ipa sette (capi di) bestiame sette (pagnotte di) pane sette (unità di) carri
L e z io n e 34
227
131. Vocabolario 34 S o st a n t iv i :
qès
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qàseh n i? pàràh nato sàpàh T
T
DDp hàkàm IN? y a ’dr Ve r b i:
[ri?: yàqas\
(senza pi.) fine; f j?0 alla fine di (di solito + indicatore di tempo) (senza pi.) fine, confine, estremità; alla fine di (+ tempo o luogo) (pi. -im) vacca, giovenca (du. du. costr. Vlpti?) labbro, bordo, riva; lingua (pi. -im) saggio (usato anche come aggettivo) il Nilo (di solito con l’articolo); fiume (in generale) (Vi?'?) svegliarsi (non attestato al perfetto)
Esercizi (a) Traduci: a w t^ n c m n -nox toxh cp-pyn rru ?n Tvn "ilio “ivwn
io 11 12
□nnif* ninV?n
13
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T
8
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rp:gn nvn an n rjn a^rpn nnw Diin n n n ^ a ^ in niron 1373
1 2
3 4
5 6
7
(b) Traduci oralmente in ebraico: 1. sei uomini (uccelli, vasi, donne, serve, femmine) 2. tre pietre (immagini, padroni) 3. cinque asini (cavalli, cammelli, altari) 4. otto prigionieri (cananei, egiziani, offerte) 5. le sette piaghe, i sette capi di bestiame, le nove pagnotte di pane (c) Traduci: n'zQi •qiVn trò n Tfth
nx^irni* w ki nxn ^5? *,i? TO li^ n natèn a^-n^ "iìdt
1 2 3
4
In t r o d u z io n e
228
nafi
ìrTjj-nx ntoya ntoy
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Dpjppx1?^ ìnp$n x-1?nini# ìpip> W i ^ xiua ràrj 2W Ì XX1tt^NHHIP
7 8
iia $ ì
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a l l ’ e b r a ic o b ib l ic o
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9
nT9P0 ,,!:?i'n
(d) Scrivi in ebraico: 1. Tu ricorderai sicuramente queste cose fino alla fine della tua vita. 2. Sedevamo piangendo sulla riva del fiume. 3. Quando alzammo le nostre voci, egli si svegliò e si avvicinò così da sentire tutto ciò che stavamo dicendo, 4. Sei tu più saggio di noi? 5. E alla fine dei tre anniegli ci lasciòe ritornò alla sua terra. 6. In quel tempo c’era una sola lingua in tutta la terra. 7. Perché hai ritirato il tuo aiuto da me? (e) Lettura: Giuseppe l’interprete dei sogni
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L e z io n e 3 4
229
Note alla lettura: 1. “iris interpretare 2. in'K va con in'D: “uno che può interpretarlo” 3. !?a$n nel senso di “comprendere”: “Tu sai come intepretare un so gno”. 4. nel raro senso di “concedere” 5. “egli ha rivelato, fatto sapere” 6. “sazietà, abbondanza”
L e z io n e 35
132. Proposizioni legate con ) wa~
Una delle caratteristiche più singolari della sintassi nella prosa ebraica è la relativa rarità di congiunzioni subordinanti che introducono subordinate av verbiali. Ci si trova dinanzi, invece, a lunghissime sequenze di proposizioni collegate solamente da una forma della congiunzione wd- (e). Un esame più accurato di queste sequenze ci ha mostrato, però, che esiste una grande va rietà tra le funzioni delle proposizioni. Tale varietà è dovuta non tanto al * t < ( > cambiamento delle congiunzioni quanto alla modifica dell’ordine delle pa role all’interno della proposizione o alla variazione della forma verbale usata immediatamente dopo la congiunzione. Nonostante vi possano essere diver genze dai modelli generali riassunti nella trattazione che segue, le precisa zioni offerte qui e nella Lezione 55 renderanno il lettore in grado di indivi duare e comprendere la maggior parte delle sequenze che egli incontrerà. Si possono individuare due tipi principali di relazione tra proposizioni unite solo da una forma della congiunzione wd-\ (1) congiuntivo-sequenziale, per cui la seconda proposizione è consequen ziale rispetto alla prima o dal punto di vista logico o da quello cronolo gico, e (2) disgiuntivo, per cui la seconda proposizione può stare in rapporto con la prima secondo vari tipi di relazione, tutti non consequenziali. Il dispositivo principale a disposizione dell’ebraico per distinguere tra proposizioni congiuntive o disgiuntive è la parola che segue immediatamente il wd< wd- (o wa-) + verbo
—► modalità congiuntiva
wd- + non verbo
—>modalità disgiuntiva
Segue daquesta definizione che tutte le proposizioni non verbali (cioè le proposizioni con predicati avverbiali, aggettivali, nominali,esistenziali o participiali) sono essenzialmente disgiuntive quando usate all’interno di una narrazione. Tali proposizioni possono entrare a far parte della sequenza nar rativa principale solo se vengono trasformate in proposizioni verbali con una
I n t r o d u z io n e
232
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
forma verbale puntuale1 (finita). Le proposizioni negative in cui ti? precede il verbo sono disgiuntive per definizione. Le formule di base della relazione congiuntivo-sequenziale sono le se guenti: 1. sequenze narrative:
,
(a) al passato puntuale: perfetto + wa + imperfetto (forma breve)
§98
(b) al futuro puntuale: al futuro abituale:
§98 §98
imperfetto + wa + perfetto imperfetto + wa + perfetto
(c) proposizione non verbale + wa + perfetto
(sotto)
2. sequenze imperative: (a) imperativo + wa + perfetto (b) imperativo + wa + imperfetto (o iussivo o coortativo)
§ 107 §107
I molti esempi di queste sequenze che sono apparsi negli esercizi e nelle let ture dovrebbero averle già rese abbastanza familiari. Qualche osservazione è necessaria, comunque, riguardo alla sequenza indicata sopra come (le). Poi ché le proposizioni non verbali, specialmente quelle con predicati partici piali, possono riferirsi airimmediato futuro, una proposizione non verbale usata in tal modo può proseguire con un perfetto invertito, analogamente al più comune tipo (lb): r ir q i in x
c rn a rrn #
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ir x T j
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ì t ì 'K
D 'x z i
□'’unqn ipó
Ti darò i soldi e tu li prenderai e li darai al tuo padrone. Verremo in città e vedremo le nuove case costruite lì.
™ ^ ’N wn Egli è un uomo buono e vi tratterà benevolmente.
A causa di sovrapposizioni e coincidenze di significato è diffìcile invece stabilire distinzioni semantiche tra proposizioni disgiuntive. Le categorie date sotto comprendono la maggior parte degli usi di questa costruzione. • * Qualsiasi verbo che descrive un evento come un’unità ed è, dunque, capace di essere collegato sequenzialmente (sia in rapporto di anteriorità che di posteriorità) con altri eventi sul continuum temporale, sarà indicato come puntuale. X
L e z io n e 35
233
a) Avversativo
rtxi ini?#»"1?? cpjpiffàn "iùrn« ytfh Ristabili il capo-coppiere nel suo ufficio di coppiere, ma fece impic care il capo-panettiere. (Gen 40,21) niintin-VD? r i n *,n?ì Ci fu carestia in tutti gli (altri) paesi, .□p1? mn c r ìp ma in Egitto c’era cibo. (Gen 41,54) nVn D’p'xn ito
b) Circostanziale. Una o più proposizioni disgiuntive descrivono una situazione o circostanza contemporanea o precedente all’azione della propo sizione che precede: n*|W5 ny'n nani tf^X ìHX^)5! E un uomo lo trovò a vagare nel campo, (lett. [mentre] egli va gava...) (Gen 37,15) W’X VX] irpxVz? nitoyV nrpàn xn»l Ed egli venne a casa per fare il suo JV33 qu; rpàn '’^X # lavoro, mentre non vi era in casa al cuno dei domestici. (Gen 39,11) È difficile distinguere tra l’uso circostanziale di tali proposizioni e l’uso c) Esplicativo e parentetico, in cui le proposizioni disgiuntive interrom pono la narrazione principale per fornire informazioni rilevanti o necessarie per la narrazione stessa. Per esempio, in ISam 1,9, tra le proposizioni narra tive “Anna si alzò... e supplicò” troviamo una proposizione disgiuntiva esplicativa XOSrrVtf 2'U}'1 iròn (Ora Eli il sacerdote stava seduto $53 m_E> X^ni mrP VD’ri sul suo seggio alla soglia del tempio del Signore; ed ella (Anna) aveva l’anima piena d’amarezza) L’informazione fornita nella parentetica descrive lo stato d’animo di Anna nella preghiera e spiega anche come accadde che Eli la notasse. Similmente, in Gen 29,16, la conversazione tra Giacobbe e Labano è interrotta dalla se guente proposizione nÌ3D
pVpi
(Ora Labano aveva due figlie...)
234
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
per spiegare il riferimento a Rachele della proposizione successiva che ap partiene alla narrazione principale; “ed egli (Giacobbe) disse, ‘Io ti servirò per sette anni per Rachele, la tua figlia più giovane’ ”, Questi sono appena due esempi selezionati a caso tra centinaia di altri simili. d) Conclusivo o iniziale. Indica o il completamento di un episodio o l’inizio di un altro. Gli esempi seguenti sono presi dagli inizi di diversi ca pitoli del libro della Genesi; le divisioni dei capitoli spesso corrispondono alla proposizione disgiuntiva iniziale dell’ebraico: $ Ora il serpente era molto astuto... (3.1) v v oixni Ora l’uomo conobbe Èva... (4,1) ...i*? n fft xV D“px n#x n ju) Ora Sara, la moglie di Abramo, non gli aveva partorito un figlio... (16.1) Ora il Signore visitò Sara come ...“ìax 7ì?s mn1] aveva detto... (21,1) ...ony n?n ttfnani
È interessante notare che una disgiuntiva può essere preceduta da una propo sizione temporale. In questo caso, la disgiunzione va considerata come in ef fetto prima della proposizione introdotta da “>n?l: npj CPH^rn n*?xn cnn^n “inx ^rn □rn}K-n§
Ora, dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo (22,1)
Poiché un nuovo episodio o un nuovo paragrafo possono sempre essere in trodotti senza alcuna congiunzione, come in mrr 157 rrn n ^ n c rn ^ n inx □"QX"^
Dopo queste cose, la parola del Signore venne ad Abramo (15,1)
possiamo trovare anche una mescolanza dei due stili: n&rfpz? t o ...Vd^ X
*»rPl Nei giorni di Amrafel...essi fecero guerra (14,1)
Un terzo tipo di proposizione introdotto da wa, congiuntivo ma non-sequenziale, sarà preso in considerazione in una lezione successiva.
L e z io n e 35
235
133. t£h e V» Come “predicatori” di esistenza o di non esistenza queste due parole tendono a svolgere una funzione verbale, servendo quasi da forme atemporali del verbo “essere”. Non sorprende, dunque, che esse si trovino flesse per nu mero e genere per mezzo deir aggiunta di desinenze pronominali. Ciò av viene raramente nel caso di più comunemente nel caso di *pX. Singolare le 2m 2f 3m 3f
Plurale
yeskà
yeskem
yesnó
Le rare forme flesse di zione DK (se), come in
Singolare ’énénm Tjrx ’éwka ’qrx ’ènèk ìaj'X ’ènénnu ’ènènndh T V
Plurale tà^X D^X O^X
’ènénnu ’ènokem ’ènàm
**
si trovano quasi esclusivamente dopo la congiun
Ù'ty'y D:?t£^"DX Se voi agite correttamente... e possono essere considerate semplicemente come sostitute opzionali per i pronomi personali, loft n tyy dex-dx Le forme flesse di TX hanno una gamma più ampia di impieghi: a) Negazione di esistenza con soggetto nominale o pronominale: ttpX
egli non è (egli non esiste)
ìlbx *7^n II ragazzo non è (qui), non c’è. Si osservi che la forma flessa è usata normalmente dopo un soggetto nomi nale determinato. L’esempio citato sopra è equivalente a *7^n VX. b) Negazione di frasi con predicati participiali (molto comune): an’D '1TK Io non sto scrivendo, o rx
Gli uomini non sanno.
I n t r o d u z io n e
236
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
c) Più raramente *pX si alterna con ÌÒ nella negazione di frasi con predicati aggettivali o avverbiali: rpin li^xn > -
-
V
••
rnnt? na^Knan^n
L’uomo non è in casa. •
T
la bestia che non è ritualmente pura
134. Vocabolario 35 S o s ta n tiv i: AGGETTIVI:
’ókel (con suff. ^pX; senza pi.) cibo n iiy 'erwàh (senza pi.) vergogna, nudità ■jina nàbón intelligente, assennato, prudente
T VERBI:
A ltr o :
(cfr,
nr?)
15 kèn onesto, leale, vero atp impf,30’’? (pf. non usato) andar bene; usato im personalmente con come in ^ Sto bene (lett. andrà/va bene per me). C n ? ) avere fame, essere affamato n;n hàyah (nfl?) vivere, essere vivo mj? qàràh (Hip?) incontrare, sopraggiungere, accadere. Questo verbo ricorre anche come Xlj? qàrà ’ (K“]p?); le forme dei due tipi sono a volte mischiate. pn raq (avv.) soltanto
NOTA sugli ordinali: ottavo
‘T O#, nono
decimo n/’frSJ.
Esercizi (a) Traduci:
.Tii'f? n sn in ? ni? .r r o ninn upJi Tyn~ n$ ngijw .-i'x?n nzty’ty D’HO'y uri) o ^ n i$ \
1 2 3
.njft iy p p nyn irto xipn p ^nx-ny ^
4 5
.rrrr1?" .□ S u to T ? 1 $ $ in s n
m)
ir t o w i w i ir t o
v i t j x id * h t
6
o rx ani n-jn “iì?3n“ns$ rupé^ na'j .nrm'10^131 Q'Tttfsft .n ^ n o n n p u ^ x i^ x n njrj&n"^ o ^ n ìarix r r ^ .inint5 ^ rx r? D 'v f Dr $
7 8 9 10
L e z io n e 35
Q?ó$n nnri
237
d^tj vii o w rr^ y iw$ ^Ad'V^ .□?ó$n m
Q$h
.□’ytn pi -pys P'TSS t^x t*n .0$
p i ,1133 a1» r x
11
12 13
(b) Lettura: La carestia in Egitto e Canaan m
fsp’i cp*i¥» riA ^ y irix iraty ddhi ii33 tf^x riy-|D lxi: rra i ^oi1 -itiX’i n s 1? 2p'7i?plp 'w n n^ì rf?&n nixan ntaiun D^$n W x-^rnx ito ìji .3V13 n x n ™ n ^ 1 Qr*LW n t o n r f t n a y - f l ^
^103 napi ii33 ]*»x ■>fìna nxi
od1?
rrn o n y a
n‘y“]D "ìftxn viasrbD T W riy^D ^y-i la^n ag^i nin? iftxh Vt\ì* 3xopn pi 'Jva-^y n^nnnrix .Dnj^a n ^ -^ r^ y ^ ‘x niu“i^n_t?D3 ay i
rriaiun crjwn ya$ n q x ■*n*i
ì3> :a?ìa??"l73l? riy“|Q ie n sì otfft ny“ìsr*?x nyn py^i a n s a n $ " ^ m y y i
1X3 px*7"^l n^n M?"1??"*?» rrn ay-ini ,ii^ri oa1? "iaxs i$ìf*73“n$ ,Pio1,,"‘?§ ’P ’flyótf «7371 :V33V aij?J£ * W |
QO1?
nP 3'p^ X ^l 01^ nùp1? n a p ^ a
.mai k^ i n ^ i a$a il1? u p n$w vn ^nya? di# ut Note alla lettura: 1. nel senso di “scegliere” 2. “riserva, provviste” 3. Inserisci “riguardo al” davanti a XG37Ì.
L e z io n e 36
135. nari
La parola nan, tradizionalmente tradotta con “ecco”, è molto frequente nella prosa ebraica e necessita di particolare attenzione nella traduzione. Il mante nimento di espressioni arcaizzanti come “ecco” mette solamente in evidenza la difficoltà dei traduttori a cogliere il significato e le funzioni sintattiche di nan in termini più moderni. Esistono certamente alcune difficoltà, ma si spera che la trattazione che segue metta il lettore nella condizione di tradurre questo termine in modo più preciso. (1) L ’uso più evidente e basilare di H3H è quello di “predicatore” d’esi stenza. Differisce da per il fatto di enfatizzare l’immediatezza, il "qui e ora”, della situazione. Per quest’uso sono frequenti forme flesse: Singolare le 2m 2f 3m 3f
binarli (hinnénni) W hinnakà hinnék W ian hìnnó — ™
Plurale lain/uan —
hinanu (hi hinnakem —
oan hinnàm ...........
Esempi: ■gjfl Eccomi/sono qui. (Risposta a una domanda o a un appello) Pian Qui c’è l’uomo. H3n Ecco tua moglie. (2) 71311 può anche essere usato per aggiungere questa stessa sfumatura a frasi con predicati avverbiali, aggettivali o participiali. Così, frasi come ad es.: ]"PÌQ diventano rpin Sono qui (ora), in casa. Esempi: rtrd^n nVtf
nan
Tuo suocero sta ora salendo sulla via verso Timnah. n*?n TpfiN; nan Tuo padre ora è malato. Tp'jN IO Tjp nan Tuo figlio sta ora venendo da te.
I n t r o d u z io n e
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Tpio1? f]Nn nan
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
II paese è qui davanti a te.
Può anche trovarsi davanti a frasi verbali, aumentando la vividezza o l’importanza dei fatto asserito: mn WS D’Wa*} n3n Alcuni uomini sono appena giunti qui. La maggior parte delle proposizioni con hinnèh ricorre all’interno di di scorsi diretti (non trattiamo per il momento il caso di wah inneh; vedi sotto). Tali proposizioni hanno la funzione di introdurre un fatto sul quale si basa un’asserzione o un comando seguente. Diventa importante, dunque, valutare ogni proposizione introdotta da hinnèh congiuntamente al tipo di proposi zione che la segue, cioè se esse stiano in una relazione congiuntiva o di sgiuntiva. Tra i più frequenti tipi congiuntivo-sequenziali si trovano: 1. P ro po sizio n e -hinnèh + I m per a tiv o . L’assenza di wa- davanti all’imperativo indica la natura piuttosto particolare di questa costruzione. Se si vuole, la proposizione con hinnèh può essere tradotta in italiano come una subordinata (“dato che.. “siccome...”). ...n'ptPS?
^rinD$ nan
La tua serva è in tuo potere; fa’ di lei... Oppure: Siccome la tua serva, ecc... (Gn 16,6) ^ nan Ho sentito che c’è grano in Egitto; scendete ...n$$“rr) DÌ’I W la£8iù e—(Gn 42>2)
Il passaggio semantico da una proposizione all’altra è chiaro. A volte ciò può essere esplicitato mediante la subordinazione suggerita per la traduzione ita liana; a volte è raccomandato l’uso di “allora”, “quindi” o “perciò” nella se conda proposizione. L’imperativo può essere preceduto da nrIV o nr}ST|: N3 ...n tò q n h vì nan o rin ai ^ nm i ...nnfpr nriK nan ìaVna'W nJW
Viene'il sognatore. Su, ora, uccidiamolo! (Gn 37,19-20) Tu ormai sei vecchio. Stabilisci dunque un re sopra di noi... (ISam 8,5)
2. PROPOSlzlONE-/»>wé/? + P erfetto INVERTITO. Questa formula è un caso del tipo (le) presentato nella lezione precedente.
241
L e z io n e 36
**3$ La mia alleanza è con te e tu diventerai padre CPia ’pttr] 3X*7 11113moltitudine di nazioni... (Gn 17,4) Oppure: Poiché la mia alleanza è (sarà)... 'tfiy'iyi C’Xin H3n Vengono i giorni in cui io stroncherò il tuo vigore... ( 1Sam 2,31 ) 3.
PROPOSmONE-hinnèh + PROPOSIZIONE DISGIUNTIVA. Ci sono molti
tipi di costruzione meno frequenti che si collocano sotto questa com une inte stazione. Tali tipi rispondono per lo più agli usi della relazione disgiuntiva trattata nella lezione precedente, m a risultano leggermente m odificati dall’iniziale hinnéh:
,..ÌriX H3H D^pX ,,r)v!:jrn8ì " ntyn nsXl □'SSOTl $Xn n3n " "" ’"’ ”T “ ’ ...n tó '’p'JX H3H n-pa n r n ^ l
Benché io l’abbia benedetto (Ismaele), la mia alleanza sarà stabilita con Isacco... (Gn 17,20-21) Qui ci sono il fuoco e la legna, ma dov’è l’agnello? (Gn 22,7) Dal momento che sto per morire, a cosa mi serve la primogenitura? (Gn 25,32)
In diversi casi l’uso di una proposizione disgiuntiva al futuro dopo hinnéh + participio sembra richiedere che la proposizione participiale venga resa attri buendole un senso compiuto: ...“H?!?? no
H3H ■ ’iiniipn ...□■•Xn 13^3$ 71311 n ^ p n ...wn nipn"nx
Quando sarò morto, tu mi seppellirai nella 11113 tomba... (Gn 50,5) Quando veiTemo..., tu dovrai legare la corda... (Gs 2,18)
Abbiamo già osservato il frequente uso idiomatico di n3n‘] dopo HX“1e al tri verbi di percezione. n3n'| può essere anche usato per introdurre una proposizione circostanziale, a volte senza un soggetto esplicito: ÌTp'J? nani li^xrrVx X’^ ì »
-
|
-
-
ny’"l nani IDjjn 1XW ììl? l a
Egli venne da quell’uomo mentre egli se ne Stava vicino i cammelli. (Gn 24,30) Rimane solo il più giovane, che sta pasco landò il gregge. (ISam 16,11)
242
In t r o d u z io n e
a l l ’ e b r a ic o b ib l ic o
136. «a e Nrnsrr T
T
•
La particella *0 è frequentemente aggiunta a imperativi, lussivi e coortativi. E tradizionalmente conosciuta come una particella precativa, tradotta con espressioni quali “per favore”, “prego” o simili. In realtà, gli argomenti per sostenere questo tipo di traduzione sono esigui. La particella sembra piutto sto denotare che l’ordine espresso dal verbo imperativo, iussivo o coortativo sia una conseguenza logica o di un’asserzione immediatamente precedente oppure della situazione generale in cui essa viene pronunciata. In quanto particella modale, la sua comparsa non può essere prevista; quando essa ri corre, comunque, dovrebbe mostrare che il parlante considera l’ordine da lui impartito come una conseguenza di una sua asserzione previa o, come ab biamo detto, del contesto. Sarà naturale perciò trovare la particella in propo sizioni che seguono una precedente proposizione introdotta da hinnèh', quest’ultima, infatti, è proprio la tipica asserzione dalla quale ha origine un imperativo. Questa stretta relazione è segnalata più esplicitamente in ebraico tramite l’aggiunta di N3 tanto a hinnèh quanto all’imperativo che lo segue: >
*
.
mrr ’rixjj Nrnan TinDtirVN KTNjI T" T ai'ISJ1? 0i9n npl xa nan NrìlP1?
. -
Poiché il Signore mi ha impedito di partorire un bambino, entra dalla mia serva... (Gn 16,2) Siccome il giorno volge al termine, passate n°tte qui. (Gdc 19,9)
Per il resto hinnèh-na ' si conforma alle categorie di significato indicate per il solo hinnèh. Es. ../in
...aito Tyn tr in n'ùri)
Anche se il tuo servo ha trovatoKrnan grazia..., io non riuscirò a fuggire... (Gn 19,19) Anche se il sito della città è buono.. xrnan le acque sono cattive... (2Re 2,19)
137. 7ÌSJ e rnK. Nelle frasi verbali ìiy è usato come un semplice avverbio, con il significato di “nuovamente, di nuovo, ancora, ancora una volta”: VdkH ìli? Egli si sedette nuovamente e mangiò. • inx OiVr] EfrtJ*! Ed egli sognò ancora un altro sogno.
L e z io n e 36
243
Ma 7iy come n3H, può essere flesso e usato come “predicatore” di esistenza, con la sfumatura di “essere ancora, esserci ancora”. Singolare le 2m 2f 3m 3f
^iiy/^iy :j7iy Tlliy naiiy
f a
7A
Plurale f a
j
r
a
odi o odenm 'òddkà odak odennu 'ódénnàh t *
1 r
a
'
—
—
—
—
—
_ _ _
□7iy T
-----
'ódàm —
Esempi:
mrp
13'7'ii7 Egli è ancora lì. 7ft'y lapy oni^K Abramo sta ancora alla presenza del Signore. ‘’H ,,a*|iy Io sono ancora vivo. **0 ^0^ 7Ìy Giuseppe è ancora vivo, m □Vri 7ÌS? Il popolo è ancora numeroso/troppo nume roso. nx D31? 7iì?n Avete ancora un altro fratello?
Questi esempi mostrano chiaramente che l’uso di 7iy, come quello di 71317, spazia da una pura predicazione esistenziale ad altri tipi di impiego in propo sizioni non verbali. Un uso particolare di 7Ìy e 7Ìy]jl si osserva nelle espressioni temporali D’gW ufàn 7iy tra cinque anni ancora, per altri cinque anni 7iy? tra tre giorni ancora, dopo altri tre giorni ■>n 7^H 7iy? mentre il ragazzo era ancora vivo oyty 7iy tra poco, fra breve, presto Originariamente si trattava di frasi non verbali, usate in modo specifico: ci sono ancora cinque anni —>essendoci ancora cinque amii. Tali espressioni sono state poi ridotte allo stato di sintagmi e incorporate in altre proposizioni. 7iy? è allora paragonabile a ? + l’infinito costrutto di rPH.
7ly, invece, ad una negazione, da tradurre come “mai più, non più”. Occasionalmente rPN (dove?) si trova con suffissi soggetto simili ai precedenti; forme attestate sono (2 m. s,),'Ì3X (3 m. s.), (3 m. pi.).
I n t r o d u z io n e
244
a l l ’ e b r a ic o b ib l ic o
138. Vocabolario 36 maraggèl ’émét bàhan
S o st a n t iv i :
Vana
V erbi :
103
Altro :
’0
hay
*0
he
qk
im
kull-
(pi. -im) spia, esploratore (con suff. *^1??$; senza pi.) verità, fedeltà 00??) provare, mettere alla prova, esaminare una forma di ■ ’H (vivente) o CPn (vita) usata davanti i nomi propri per i giu ramenti: CPriVft ’O Per il Di° vivente, ’n riS?"|5 per la vita del Faraone; cfr. QX sotto. (cong.) se; si osservi la formula com pleta del giuramento: hay/hè X ’ìm + imperfetto, dove QN ha valore negativo. Es. ...DK"1? fifa DN 7fSm|5 ’ìl Per la vita del Faraone, non partirete da qui a meno che... tutto, ciascuno di. Usato con suffissi pronominali (cfr. sotto), in apposizione: □V5 tutti gli uomini (lett. gli uo mini, tutti loro). Plurale
Singolare le 2ni 2f 3m 3f
—
--
tifa
(kulhka) kullèk, i/n'1?? kullòh, -o kullàh
--
kullànu kulhkem —
kullàm —
Esercizi (a) Traduci:
.■>37$
.■>0 upy spia: :onori
.in iq j# pn .T*V? DO*? ]->§) b jk *7313 H'D’K
.con]
ubN n^n 1 Mp~b§ K3 vmtf
.mnn 0j .a v in ? ^ «*? n3i?
1 2 3 4
5 6 7
L e z io n e 3 6
245
i?) nj? w x
nan
.rf y i ) t v il»
.napni nra ^ ina ^aaii .inrjN i l i Tyna ma Tpftx nan .natèn uv ni ^ v r ^ n
8 9
io 11 12
(b) Traduci oralmente in ebraico: 1. Nostra madre è ancora qui nella casa. 2. Ecco viene tuo fratello. 3. Non sto salendo verso la città. 4. C’è ancora fuoco nelle montagne. 5. Gli uomini non stanno mangiando. 6. Dove sono i vasi che tu hai modellato? 7. Non stiamo camminando. 8. Al nono giorno cavalcammo fino alla fine della strada. 9. Hai ancora fame? 10. Tutti noi eravamo poveri. (c) Traduci:
aio ìnx tib nnn^n tn p w
ni y\u) n& ìpfiN xrnan 1 xrnan waan-^ iwh 2 .d j 'IT O
.^n
■ ’DnióK .Qi1? ^ na
w
*nS»^ri"l7ì5
*rn nan ìpjo1?fisn nan
.naf nó$ ^ snn n w n 0 $
.naia ^
xa nnsn **n1» Di'»’riv t ^1 K3"nag .n^iy) naw xa nirpì* na$ naif? ntfrn Tyn x^nan
3 4 5
6 7
(d) Scrivi in ebraico. Usa proposizioni con hinnèh quando possibile. 1. Nonostante il nostro cibo sia ancora abbondante (molto), non pos siamo darvene. 2. Siccome tuo padre è morto, ti manderò a vìvere (dimorare) con tuo fratello maggiore (lett. grande). 3. Nonostante io sia accanto a te, tu non puoi vedermi. 4. Ora che sei venuto, siediti e mangia con noi. 5. Dal momento che stiamo soggiornando qui, diciamo loro che siamo ricchi così che ci vada bene. 6. Siccome rettitudine e verità sono perite nel paese, cerchiamo aiuto dal nostro Dio così che egli ci salvi (lett. ci mandi salvezza). 7. Per la vita del re, non entrerete qui prima di sera.
246
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(e) Lettura: Giuseppe riceve i suoi fratelli in Egitto vm
3'p iP
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1
nyin n$ ■p naps» D^xpn
*?px n ia j? 1? r n t y j f ^
*?x“$^ rp ixipì nyn 2;i3§-]i?Jìl
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orix 4*ipn vriK-n^ *ioY* N“l?ì n r $ D?éx f? 3ìirjM ^l nov ,»n^ tó n .iy^ n é? l y i p n é 7? . o q n ? i ? t o n a x 1? 6n i t f j ? d d ^ i & x ' h i r i x 5i T p n x 1? a n i nix-!1? ,D)px “^ 1 Ql?P "1#$ ni&ibprrni* noi'* ,*?p$ ni^V
tzhx ^p u1?3 >p$ niai?1? ixp Tfcsn /ftij tò -.rVx riax^i ,ddxp n&J nnj-n# Hfo nrw 7P : n ^ "ij?n*ì iQ’V»*» TlW ì’n xV ,ui$$ d' b in$ . n ix i> n n x 3
"n$ fD|?n nani ,iy3p n & ? ìris t^x ■’p ^ 5 $ ,d to :p*j?S? 8*itoy ri# :n $ x si
.m»x ìn^ri] Di5n ìrfix ’n ,npi^ nx'Tp ,nnx a^p» ^xV ay»*?*$ ’n-|ót$ 9xm ^ov n ^ i □p^n^-nx ni?:*] 7nx osa in1?? ,nan ibj?n np^nx xi:m dx~o nj» ix^ri nx risq? o^na n,>p riy^p ’n tvà m) npi?x l0n&$ri ira*? apnprnx'i no orixi .DflX Note alla lettura: 1. Cioè suo fratello di madre e di padre.
2. = irix xn7i?n
3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11.
“ed essi si prostrarono” “ed egli riconobbe” “essi non riconobbero” Gli aggettivi al f. pi. possono essere usati come avverbi: “dura mente”. Dopo una negazione ki ha un forte valore assertivo: “al contrario, voi sicuramente siete venuti...”, “dodici” Xin è il predicato (qui = “è così, è un fatto che”): la proposizione con 1$$ è il soggetto. n introduce ima domanda indiretta: “se” Si noti il frequente uso assertivo di p : “Com’è vero che il faraone vive, voi siete spie”.
L e z io n e 37 139. Verbi derivati Tutti i verbi studiati nelle lezioni precedenti appartengono al tipo di coniuga zione conosciuto come Qal, o coniugazione semplice, dal momento che cia scuno di essi consiste dal punto di vista analitico di una radice non aumen tata più un modello tematico (perfetto, imperfetto, ecc.). Ma in ebraico, come nella maggior parte delle lingue, da queste stesse radici possono essere costruiti altri verbi, principalmente mediante l’uso di prefissi o attraverso la modifica dei modelli tematici. Ci sono sei importanti tipi di verbi derivati (spesso chiamati coniugazioni). Non tutte le radici ricorrono in tutte le sei forme, così come molte radici non sono impiegate come verbi nel Qal, nono stante il loro uso in sostantivi e aggettivi sia ben attestato. I grammatici dell’ebraico assegnano il nome alle sei coniugazioni sulla base della forma che il verbo assumerebbe alla 3a pers. m. s. del perfetto di ogni coniuga zione: Lezioni 37-39 Niphal
Vypn
Piel Puai Hiphil Hophal Hithpael
Lezioni 40-42 Lezioni 43-49 Lezione 50
140. Verbi Niphal: significato In linea di massima, i verbi Niphal, caratterizzati da un elemento n- prefisso alla radice, hanno un significato medio-passivo. Una discussione teorica su quest’ultimo concetto, usato nelle grammatiche in modo nient’affatto coe rente, ci porterebbe troppo lontano; sarà dunque meglio classificare i verbi Niphal sulla base del valore che assumono nella traduzione: (1) Passivo incompleto. In italiano, il passivo è una costruzione e non una categoria di significato verbale. Se un verbo ricorre in uso transitivo-attivo, come in Gli studenti hanno letto la lezione, esiste una trasformazione corrispondente al passivo
248
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
La lezione è stata letta dagli studenti. Ma per passivo incompleto intendiamo fare riferimento a questa stessa tra sformazione omettendo il complemento d’agente: La lezione è stata letta. L’uso del passivo incompleto indica che al parlante non interessa specificare l’agente delPazione. Tutti i passivi ebraici appartengono a questa categoria; le costruzioni con un agente specificato sono praticamente inesistenti. Se il verbo Qal corrispondente è transitivo attivo, è sempre possibile tradurre il verbo Niphal come un passivo incompleto: Qal
N iphal
“l ^ n _riì5 DJ13“Din UFI}} La parola fu scritta. Tyg-n$ La città fu abbandonata m a-133 L’uomo fu ucciso. (2) Medio'. Egli ruppe la finestra. Egli fermò la macchina. Egli aprì la porta.
La finestra si ruppe. La macchina si fermò. La porta si aprì.
Diversamente dalla costruzione passiva incompleta, i verbi medi hanno forma attiva, ma il significato (della diatesi) è, in un certo senso, invertito: l’oggetto del verbo attivo è diventato il soggetto del verbo medio. I verbi ebraici Niphal corrispondono spesso in italiano all’uso della forma intransi tiva pronominale: "TOH nri?} La porta si aprì.
1N.d.T, Nella lingua italiana non esiste la diatesi media. Ciò che nel testo viene indicato come “medio” corrisponde in italiano ad un particolare uso della forma intransitiva pronominale dei verbi. In questo caso particolare, la particella pronominale ha solo la funzione di segnalare il passaggio dall’uso transitivo di un verbo (es. “egli ruppe il vaso”) all’uso intransitivo (es. “il vaso si ruppe”). Nella coniugazione, i verbi intransitivi pronominali non si differenziano dai verbi riflessivi, essendo preceduti dalle medesime particelle pronominali atohe. Tali particelle, tuttavia, non svolgono la funzione di complemento (oggetto o di termine) che assumono con i verbi riflessivi né danno al verbo una sfumatura dì reciprocità, come accade nella forma riflessiva reciproca (cfr. nota seguente).
L e z io n e 37
249
■ ’Van "12^3 II vaso si ruppe. □yn y3j?3 II popolo si radunò. (3) Riflessivo2. In italiano i verbi riflessivi propri sono seguiti da una particella pronominale, riferita al soggetto, che funge da complemento og getto: Egli si vide nell’acqua. Egli si lavò. Egli si vendette in schiavitù. I verbi Niphal richiedono spesso questo tipo di traduzione: Egli si è redento. "D2p3 Egli si vendette in schiavitù. (4) Risultativo. Più importante delle due categorie precedenti è il signifi cato risultativo del Niphal. Essendo fondamentalmente un verbo stativo, il Niphal risultativo descrive lo stato del suo soggetto; stato prodotto dall’azione verbale indicata dalla radice: Attivo
Passivo
Risultativo
nriD aprirenn*>3 fa (è stato) aperto nfiD3 è aperto rompere"15^3 fu (è stato) rotto “)3tt?3 è rotto, è in pezzi In italiano, l’equivalente del risultativo è formalmente identico al passivo così che la distinzione qui presentata è difficile da afferrare. Nel passivo esso fu rotto, fu è il verbo ausiliare dell’unità fu rotto; nel risultativo esso è rotto, è è il verbo essere seguito da un aggettivo/participio. Si può vedere la diffe renza più chiaramente applicando, ad esempio, una trasformazione al pre sente reale: passivo: esso viene rotto risultativo: esso è rotto 2 N.d. T. Ciò che nel testo viene indicato come “riflessivo” corrisponde in italiano all’uso diretto o proprio dei verbi riflessivi pronominali, in cui il pronome riflessivo funge da complemento oggetto della proposizione. Uuso improprio dei verbi riflessivi si distingue invece in apparente (quando la particella pronominale non funge da complemento oggetto ma da complemento di termine: “Io mi lavo le mani”) e recìproco (quando la particella pronominale serve per dare al verbo una sfumatura di reciprocità: “Paolo e Francesca si amano”).
I n t r o d u z io n e
250
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
Molto spesso il significato risultativo/stativo assume la sfumatura della po tenzialità: Qal
N iphal
J1K1
WV inri i
T
T
NT •T
"
T
27]N 2ti'> -
-
T
T
T
ir
essere visto essere temuto essere mangiato essere scelto
T
nna -
Trad, Niphal
2m i
essere amato essere abitato essere trovato
Trad, Ni. con sfumatura potenziale —> essere visibile—» apparire —* essere temibile, spaventoso, ter ribile —► essere commestibile —* essere preferibile, selezionato, ac cettabile —> essere grazioso, amabile —> essere abitabile —> essere ancora esistente, esistere (cfr, trovarsi)
Queste quattro categorie di significato del Niphal sono state definite sulla base del valore assunto nella traduzione italiana. In ebraico, tuttavia, esse co stituiscono una sola categoria: il medio-passivo espresso dalla forma Niphal. Solo un attento studio del contesto consente al lettore di decidere tra le varie possibilità di traduzione e le sfumature di significato. Alcuni verbi Niphal non hanno una controparte nel Qal: Djfjg egli combattè 0 ^ 3 egli scampò
“inpa egli si nascose □^3 egli si addormentò
Nel modello Niphal si possono individuare ancora verbi denominativi, nonostante questo sia un uso raro in tale piodello: X33 (per profetiz zare, da *033, profeta. 141. Verbi Niphal: temi e flessione Il verbo Niphal deriva da una radice triconsonantica cui viene prefisso n. Al perfetto il tema presenta la forma di base 3Fl?3 nìktab, la quale non subisce mutamenti inaspettati nella flessione. L’imperfetto aveva originariamente la forma *yankatib> la quale divenne 303’ yikkàtèb, per assimilazione della n. L’imperativo e l’infinito costrutto hanno come base lo stesso tema dell’imperfetto e condividono la caratteristica peculiare di questa forma, il raddoppiamento della prima consonante radicale. Il participio e l’infinito as soluto si costruiscono sul modello del perfetto.
L e z io n e 37
251
R a d ic e
Perfetto
Im pe r fe t t o
Im p e r a t i v o
Regolare III-gutt. I-gutt.
nfp] niktab nVlZ/J nislah m i ne ’éman
nris? yikkatèb yissàlah m i yè 'àmen
nnsn hikkàtèb nVwn hissàlah he ’àmèn
In f . Co st r .
P articipio
nnsn hikkàtèb nV$n hissàlah l&ìjn he ’àmén
niktab nty? nislah 10^3 ne ’émàn
■* T
-
T
•
•
*
*• T
-
T
•
•
Osservazioni: (a) Per quanto riguarda le radici Ili-gutturale, l’unica differenza rispetto al modello regolare è la sostituzione di è con a nell’imperfetto e nelle forme correlate. (b) Nel caso delle radici I-gutturale (incluso X), il perfetto presenta di so lito il modello di con e al prefisso ed è dopo la gutturale, Nell’imperfetto e nelle forme correlate il raddoppiamento della prima conso nante radicale è sostituito da un allungamento compensatorio della vocale del prefisso, che da i passa ad è; nella flessione questa è rimane inalterata. (c) Il participio si differenzia dal tema del perfetto solo per l’al lungamento della vocale tematica. Come aggettivo, il participio mantiene questa vocale nella flessione; si noti la differenza tra il femminile rnripl niktàbàh e il verbo con riduzione rnijì}3 niktdbàh. Regolare
Ili-gutturale
I-gutturale
P erfetto
- 1* niktab HDF11D t3• niktdbàh niktàbtà niktàbt niktab ti T
rara
ww»
niktdbù niktabtém niktabtén niktàbnù
'n g ty j rinV^
ìw W ?
nislah nishhàh nislàhtà nislàht nislàhti nishhù nislahtém nislahtén nislàhnu
m
WéW
1WW
ne ’èman n e ’emnàh ne ’èmàntà ne ’émànt ne ’émànti ne ’emnù ne 'è man tém ne ’èmantén ne ’èmànnu
252
I n t r o d u z io n e
a l l ’ e b r a ic o b ib l ic o
Im perfetto
nns1 nnsn un 3T\ "nnsn nnsx ■
•* T
*
»* T
»
1 IT
•
»
V
T
ìin v n p n sn ìnnsn m rìs n* in a 1 IT *
1 IT
T |
-
•
T
*■ T ■
yikkàtèb tikkàtéb tikkàtéb tikkàtdbì ’ekkàtéb yikkàtdbu tikkàtàbnàh tikkàtdbu tikkàtàbnàh nikkàteb
— T
*
rbtin p-
T
— t
T 1 -
■
*
T
*
ìn ^ r i njrV to n1? ^ T
1 -
T
-
*■
T
•
yissàlah tissàlah tissàlah tissàlahi ’essàlah yissàhhu tissàìàhnàh tissàhhu tissàìàhnàh nissàlah
m : yé ’àmén tè 'àmen ìm W ?) tè ’àmèn té ’àmani ’è ’àmén w yé ’àmanu té ’àmànnàh T m xr\ té ’àmsnù nròsn té ’àmànnàh m i né ’àmén 1 IT ”
T “
*•
J IT ••
T “
T
*«
I m pera tiv o
:m•i "ì 'ansn mnsn n p fo n t
•
■
t IT 1
T IT ■
hikkàtéb hikkàtdbi hikkàtdbu hikkàtàbnàh
In fin ito C o str u tto
Dnsn •• r
•
'WS? wrran 1 1
V IT *
n*?$n hissàlah — t
•
in ^ n narfttfn T 1 — T
*
hissàldhi hissàhhu hissàlàhnàh
hè ’àmèn hè ’ànidni hè ’àmdnu naóKn hè ’àmànnàh m z •
{ IT
••
1 IT **
T -
T
**
con suffisso
hikkàtéb hikkàtdbi hikkàteblcà ecc.
hissàlah ’OVW* hissàldhi hissàlahàkà ecc. rf?wn "
T
•
im W B3
hè ’àmén h é’àmsni hè ’àmenkà ecc.
In fin ito A sso lu to
(1) (2)
ninsn
niktób hikkàtób
nV?t£>: nislóah
na 'àbór hé 'àbór
hissàlóah
"tori
nislàh nislàhàh nislàhim nislàhót
WS ne ’émàn W » ne ’émànàh
T
*•
P articipio
nìnn}}
niktàb niktàbàh niktàbim niktàbót
n1?^ nptyj n’n'jifij nìn1?^
ne ’émànim ne ’émànót
Osservazioni: (1) Le due forme dell’infinito assoluto tendono ad uniformarsi rispetti vamente a uno dei due verbi finiti (perfetto e imperfetto) di cui condividono lo stesso modello generale:
253
L e z io n e 37
(2) L’infinito assoluto di ìafcQ non ricorre e, dal momento che la sua forma è discutibile (potrebbe essere stata lia^> con e a causa della presenza di X), al suo posto la tabella riporta la forma che ricalca meglio il modello di "DSJ3 (essere attraversato) che è meglio attestata. (3) I participi femminili singolari possono anche seguire il modello najpj, nrtftff?, 142. Vocabolario 37 népes
S o st a n t iv i :
pto saq mismàr
Ve r b i:
màlón □WX ’àsém T
làn ne 'éman 1X$1 nis’ar hbadd-
Altro :
^
’àbàl
(con suff. ecc.; pi, -ót) anima, forza vitale; persona, essere vivente Con i suffissi ha lo stesso valore del pronome intensivo/riflessivo: me stesso, te stesso,...ecc. (pi. -im) sacco; vestito di sacco (indos sato come segno di lutto) (senza pi.) luogo di reclusione, prigione; postazione di guardia alloggio, albergo (DWijQ essere colpevole; aggettivo verbale DWX, colpevole CrtD passare la notte, pernottare ('fax?) essere confermato, sicuro, degno di fiducia (1XW1) rimanere, essere rimasto, soprav vivere con suffisso: solo, soltanto, da solo. Es. ’,751p ’IX solo io, ecc. (avv.) veramente, certamente; comunque, tuttavia
La preposizione l1? (tra, fra) insieme ai suffissi pronominali assume le forme seguenti: Singolare Plurale ■>r5 bèni béndkd Tjra bénèk ir a bènó
U'j'a □D‘,!Pa — □flTa
bénènù bènèkem — bènéhem
o
o
ìrrii}’? bénótènu (raro) — — — — Diliga bénótàm (raro)
254
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
Esercìzi (a) Completa la punteggiatura vocalica dei verbi Niphal e traduci:
m in ia$ a n a ^ x .nna^an dhv? n*?x .D'-ftarj T 3 noi’’ .no ^ni^a D7 7 q^"dx □,n ^ m .a^n^n wow .Dnnaan-n^ in’ .□nxwan ist .Dnytpn ^nnsn .maryan nnyn na^ntofi .□ ^ 3
. ^ n “13W3 .n$30 ^aX’ .Q^UD tn w n,3 ì lyaw1 .xosn iz^x ma'» ti? .urti Mj? * ami naìx$ i&m nf? .□yn ina1 ipx .m a1? uixtfa «piq .Dvfrft “157 pX?
11 12
13 14 15 16 17 18 19
T
•
20
T
»
O
1 2
3 4 5 6
7 8
9 10
(b) Scrivi in ebraico: 1. E quando le loro parole furono udite, noi capimmo che essi erano colpevoli. 2. Com’è vero che Dio vive (lett. per la vita di Dio), tu non vedrai tuo marito fino al giorno della sua morte. 3. E alla sera egli entrò in un albergo e vi passò la notte. 4. Ora che tu sei stato scelto come nostro re, dacci aiuto affinché pos siamo uccidere i nostri nemici maledetti prima che la nostra terra sia catturata e le nostre città siano bruciate. 5. Essi misero il cibo nei loro sacchi e si incamminarono per la strada. 6. Ora che egli ha misurato il campo, vai da lui e chiedigli se (ha-) lo venderà a noi. (c) Lettura: Giuseppe e i suoi fratelli in Egitto
ìwy nxt "i&xn 13^ DipK*) rra? ìn s xa; xìni auto iniì?n Pi?n n^n^-n^ Dirai? .ìrvròn vò) ì$sa m .| ^ x n 1$$ Na™-*?y iai?a$
vn§-r\$ ^ ^
^ ttn 'n y ^a:? nvn§ CQnin
#vi?i mw
n‘o$n
)
nan np^x
n^nx-1^ tf^x nzpxn
’n ió x x^q :“ibKV Dn'K p ì x i iyh ,nx'*n nnsn nxa noi'* y&W p isrf’ x*? ani 173 nan M artiri Driya^ kY| ìxtppjp^x ia * ò irix n'o^i Tivz?$'n^ ni?*i a $ h 113*1 oj^Sfà noi'» 4ab»i orila^a W & D ?? otyft l i f t 5rn raA ntf? W \ ni^i?1? n a ^ a w a
.ivb nyi§ ni^s?1? Dtfa ìd^i ^7? ti? ani ayjptp? V?
o?fr 13*1 Q3T5?1?
L e z io n e 37
tq n iniDp1? m&N'n ik i« i
255
nnV ij?fern$ apa in s n'npD ■’iri lìVan nnV?s?n *>nn / W ? ^ p ? nan :Y>ntrVx ij?to *>£>? Nìn nani isprnss .tf> cr;f?8 n&y n k rn » :ìqk V tti#-1?# ah#
irVx iDNmbx’? arto 6nn'pn-l7 rn « V? n^N'n lyj} n s ^ npyrVì* ■ w il i2qx m iv riiN'i1? m § '?) cpVto NflSs >:? *W‘5i ni^p n ^ n ^ t^Nn ■»? V7K nx‘r? :fiKn ^xn ian*i ^Vn*? tò ,^5*5 cn? «tal a^lk'V y: n^jnw'i ìdV ^ 3 ? npìo , dan d^ d wryV n 9fì w n irr^ i irtyy PI ^ n ììv d^ i i ? d^ n ìbpn oyn^ .nauton n m irto W'tón T
|
•
-
«
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*' T -
,ini?n
ìa^x nov ^ ^ n ’oìj ^PT. n&tfn nV dn V & n •’a^-nN: :ib*ò vaijrVij p iici "i^N'h 8/n;'?Dvn ^ y .Qt^o o t ^ «ini ,(V ^ ^ njjp ^y n n in'N NipjFi_DN ,in^3 to '? Nin*]na vnx r? DD&y ■g? ì t nV :2pvt: i m h . n W f a S n^ T O n? »V b
Ili?
Note alla lettura: 1 . Fanno qui riferimento al trattamento precedente che essi avevano ri servato a Giuseppe. 2. Probabilmente da comprendere come “E adesso, per di più, (la no stra punizione per aver versato) il suo sangue (ci) viene richiesta”. □7 è frequentemente usato come equivalente della colpa (o della punizione) implicata in uno spargimento di sangue. 3. pVtt un interprete 4. D3D nel senso di “voltarsi” 5. “provviste” 6. femminile plurale = neutro plurale “le cose che erano accadute” 7. “voi mi avete privato” 8. Una forma rara, forse femminile plurale, “tutto”. 9. “tu potrai uccidere” 10. “affidalo a me” 1 1 . Si noti che l’apodosi (se. . M i l o r d ) non è segnalata eccetto che da una costruzione congiuntivo-sequenziale. }ÌV dolore, cordoglio, lutto.
L e z io n e 38
143. Verbi Niphal: temi e flessione (cont.)
R a d ice
P erfetto
Ì-Nun nittan \-Yodh nólad \U-Aleph NHj?] nìqrà' III-Hè 71333 nibnàh T
I
«
"
Im perfetto
Im pera tiv o
In f . C o s t r .
irir yinnàtén yiwwàléd nììT yìqqàré’ rm 1yibbàneh
imn hìnnàtèn 7Vì7J hiwwàléd hiqqàré' 713371 hibbànéh
■jri3n hìnnàtèn 7^171 hiwwàléd *qj?7ì hiqqàré ’ nÌ33n hìbbànót
«
T •
•* T •
Osservazioni; (1) Ì-Nun. L’assimilazione della prima consonante radicale avviene nel perfetto e nel participio: *nintan > nittan. Altrove i temi e le flessioni sono come quelli delle regolari radici triconsonantiche. [Nota: l’assimilazione della finale tematica n nel perfetto di ]FI3 è caratteristica solo di questa radice particolare; cfr. il perfetto Qal.] (2) I-Yodh. In ebraico, quasi tutte le radici l-Yodh erano originariamente I-Waw. Il Waw originale appare chiaramente nei verbi Niphal. Nel perfetto, un antico *nawlad (radice yld < wld) ricorre come 7VÌ3 nólad (egli nacque). Nell’imperfetto e nell’imperativo la n- del prefisso Niphal è assimilata alla consonante -w- della radice, provocando un raddoppiamento -ww-: l 1?!? yiwwàléd (egli sarà nato). La flessione è regolare. (3) III-Aleph. La vocale tematica del perfetto è allungata in à davanti allo X quiesciente, come ci si attenderebbe (cfr. §52 ecc.). Tuttavia, diversa mente dal perfetto Qal, la vocale tematica è sostituita da é davanti alle desi nenze della 2a e della la persona: es. niqré(')tà (tu fosti chiamato). La fles sione completa è fornita sotto. (4) lll-He. Il modello di flessione appreso per il Qal sarà lo stesso per la maggior parte dei verbi derivati da radici III -He. Al Niphal perfetto, però, la vocale tematica davanti ai suffissi della 2a e della la persona è di regola é, e non t. Si confrontino ‘•Jpia e ,,JV3?3 (io fui edificato). Così come nel Qal, lo iussivo o forma breve dell’imperfetto perde la vocale finale: 71^3? —» “]3\ L’infinito costrutto termina in -/, come nel Qal: Ì7Ì33, nl33H, Si noti il participio np3 (cfr. 7Q3).
258
I n t r o d u z io n e
a l l ’ e b r a ic o b ib l ic o
P erfetto
nittan n3fi3 nìttdnàh Dm nittàttà ]jiri3 nìttàtt ‘•Bri] nittàtti
7*713
1$3
T
I
T
— ■
nf?U fi 7 ^ ]
•
^7'?Ì3 ',B7'7Ì3
nólad nótedàh nólàdtà nólàdt nólàdti
Ì7 *?Ì3 nólddù
nittdnù DJiri] nittattem •jrirq nittatten m i nittànnu 131^3
OFI*f7Ì3 nóladtém 187*713 nóladtén 137*7Ì3 nólàdnù
Rlj?3 niC|i73 nK1j73 nKlj?3 ■ ’nKnf^n
niqrà’ niqrd’àh niqré{ )tà niqré{ r)t niqrèOti
1K"|Ì?3 nriK7.i73 lfllOj?} ì3Nlj?3
niqrd’u niqré( ^tem niqré( r)ten niqré{ "jnu
713^3 nn ^ 3 Jl"»5^13 JV393
nibnàh nibndtàh nibnètà nibnét nibnèti
13}3 DTO3 lfl,,3}3 13’^ a
nibnù nibnétem nibnèten nibnènu
Im p e r f e t t o in3?
imn inan ’:m n ÌW »
I IT »
yiwwàlèd 7 ^ 1^ tiwwàléd 7 t*7*in tiwwàléd tiwwahdi 7 ‘?ÌK ’iwwàlèd
yinnàtén tinnatén tinnatén tinnàtdni ’ennaten
7 VV «* t •
T »
*
.. T •
yinnàtdnu nan3fl tinnàtànnàh Ì31$IF1 tìnnàtdnù n|ri3Ft tinnàtànnàh m ninnatén Ì3n-P
yiwwàbdu tiwwàìàdnàh tiwwàlddu tiwwàìàdnàh lVl3 niwwàled
n ’flf?
yibbàneh njari tibbàneh tibbàneh TDfl tibbàni 'ebbàneh
«li?? yiqqàré’ KljPfi tiqqàré ’ Xlj?J!l tiqqaré’ >X*l^n tiqqard ’t Klj?N ’eqqàré ’
• r
■
yiqqàrd’ù Ì32P yibbànu n3N Ìj?fi tìqqàré( ^nàh nrjjafl tibbàn$nàh ÌK“]{pri tiqqàrd’u 133fl tibbànu tiqqaréOnàh tibbàn$nàh Nlj?3 niqqàré’ HJ23 nibbàneh v
•
I m p e r a t iv o
'|Jl3n hinnàtén
7*71n hìwwàlèd
X“lj?n hìqqàré’
hinnàtdm
hiwwàhdi
'*K")[?n hiqqàrd’i
’3n3n
ecc.
ecc.
H33 H hibbànéh ■T
*
hibbàni
ecc.
ecc.
In f in it o C o s t r u t t o ’j n in
hinnàtén
7*7^
hiwwàléd
N lj? l
hiqqàré’
nólód]
X ilj?3
niqró’
flton hibbànót T
•
In f in it o A s s o l u t o •JÌD3
nittón
[7ÌVÌ3
H33H hibbànéh H'3^3 nibnoh
P a r t ic ip io
nittan H3FI3 nittànàh nitténet D^ru nittànim nÌ3D3 nittanót T T •
T •
7*713 nólad m*713 nólàdah ni'?Ì3 nólédet T
>
T T
nólàdim nÌ717Ì3 nólàdót •T
Kl|73 niqrà ‘
niqrà ’àh nNlj?3 niqréOt niqrà ’im nìKlj?3 niqrà ot
n3}3 nibneh H3^3 nibnàh □'*353 nibnim ni 3^3 nibnót
L e z io n e 38
259
144. Verbi Niphal: tipi misti Quelli che seguono sono un campione di verbi le cui radici combinano di verse delle caratteristiche descritte nei paragrafi precedenti. Le forme sono del tutto prevedibili sulla base di quanto studiato in precedenza e dunque non richiedono ulteriori spiegazioni. P er fe t t o
l-Waw (Yodh) e Ili-gutturale
S7713 nóda
l-Waw (Yodh) e III-Aleph
ta ti nòra
Im p e r f e t t o
T
I-gutturale e III -He
•
na'àsàh
I-Nun e Il-gutt. (radice 0113)
□m niham
IMPERATIVO
V1Y yiwwàda '
Vlìn hiwwàda' essere conosciuto
N“VP yiwwàrè'
tm n hiwwaré’ essere spaventato
ye 'aseh □nr yinnàhèm
- t •
“
T •
n t o hé'àsèh essere fatto ..
t
«
□nan hinnàhém essere pentito ** T 1
*
-
Si presti attenzione anche al verbo U/àa niggas (radice ttfaa). Solo al perfetto è un verbo Niphal; all’imperfetto viene usata la forma Qal 145. Vocabolario 38 S o s ta n tiv i:
w tn
rò( ’)s
nné
pétah
tap md 'at
’ólam
(pi. irreg. vedi §34) testa, capo, cima (con suff. pi. -im) apertura, entrata (di tenda, casa, muro, ecc.); il termine è usato anche come preposizione: all’entrata di. (senza pi.) termine colletivo per bambini; non usato allo stato costrutto (senza pi.) un poco; frequente nel costrutto tWp un po’ d’acqua. Si osservino anche poco a poco e DVft ìiyp tra poco. Anche usato in una varietà di espressioni idiomatiche con il significato di base di ir rilevanza, piccolezza, trascurabilità. (pi. -im) parola che indica una lunga durata di tempo, passata o futura; di conseguenza, eternità, antichità. Si osservino anche i sin tagmi piuttosto comuni: D^ÌSTiy, per
260
In t r o d u z io n e
sempre. Frequente anche come secondo elemento di una catena costrutta: □Vii? ^ i giorni antichi; oViy alleanza eterna. ODI?) essere lasciato, rimanere (DO1??) combattere (+ £ con) (OOJ?) essere dispiaciuto, pentirsi; essere consolato (usa Pimpf. Qal Uto?) avvicinarsi (+ V$) (senza impf.) stare, mettersi, essere collo cato, essere posto; essere posto a custodire (lett essere designato a far guardia) (X1???) essere stupendo, meraviglioso.
inia notar DO)] nilham ona nìham
V e r b i:
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
ma niggas nìssab
niplà3 Esercìzi
(a) Completa la punteggiatura vocalica dei verbi Niphal e traduci: 13 1 .rao1? 7fr$?V 'r tfy *à) ^ à a .-Di Tpfry nV ,n m 'i m 2 .n^Vn rVn rrs^ .n?3 iV p n 14 3 .'ìvtby nyiirVy m m i 15 .OVO “ina1* 4 .Tpn o^nVa on .D73i n ^ a n in:?NVz?v)$ i r $ i 16 17 . o v ^ n Vnpa iDin hV 5 itovi 18 6 m i ) ?at$ m m narfpan n q x .rito w .o ^ l^ a n n r KV 7 JW1 W t i ina? 19 20 8 .onnian a ^ a r r n ^ ìnp .r i f e r 1??? Vi7an ^ 9 . 1 ^ nifi p n 21 .no'royì? ■ ’V in 22 .□$ o ?m n n^a^ri ^ 10 23 .o# in n n n^inn o ^a^n inpVa 11 .t ?$ rarym o1^ nyn-]K r 24 .o ^ p 'afìa nVx? o n ^ n .osq- qp i^an noty’Vy ntfc 12 T
T
*
*
T
/
«
T
* V
«
(b) Scrivi in ebraico: 1. C’è una grande collina tra noi e il campo, 2. Il frutto sarà portato (lett. preso) alla casa e sarà mangiato lì. 3. Il giusto sarà esaltato (lett. sollevato), ma il malvagio perirà. 4. Uomini innumerevoli (lett. uomini, il loro numero non esistendo) fu rono uccisi vicino al muro. 5. Consolati, figlio mio; la voce della tua afflizione è stata sentita e ti sarà dato aiuto. 6. Fui designato a far guardia alle donne e ai bambini. 7. Una nuova città sarà costruita per coloro che sono sopravvissuti.
261
LEzroNE 38
(c) Lettura: Giacobbe e i suoi figli, dopo la prima discesa in Egitto ori?*?? napa X’V ^ X
^
n^a Htfip
n f à TO 3Vì?i
Ì^Xn 1BX HbX1? rrpH? V^X “l$Xh , ^ 'X " ^
“□ki *?ax ^ njj?3i *713 unx wnx-nx nVw ^ ; ùk ,ddj^ik np’nq ’^ a .d ^ x DD-»n^ ^ a "3D ì*qn tf? ^ ^ x trò n
■•a
w"in
x1? nVw
2u,7 u^xn Vx^ Vix^ :m$x'n ,nx a?1? ìiy **3 i^ x rnóx hdV ^x-rtp? "i$xn 3yTi y ii;rj ,nVxn ann^n ■>D"'?y v*7X -ìftx'h ,nx d?1?
, ti D^a$ liy n nbx*? .DpJJlX 7 T D T n ^ n^X '1’ ’3
■m m&a x'V] n ^ l n a ^l naìpaì ’ax iy iri nn1?^ :vax V into ci* nrin? im h i m h /D,,OT"1?a ^xpni >riK sp’Jx iyfo a i ^ xVdx nnx-DA ì&ipi inp D^n^-nsT ,inp 5njifto n$Ql ,nrga «htjt inp -n x i
nxr ,ia-DX :a'psr
□?*? 7nV ^i t^ x n ^ d1? 6cp& ni a ? 1? *|fp □'’n’JXl t ^ x n ^ x i a #
•TO » Note alla lettura: 1. ^ a a meno che 2. Si noti ^ nel senso di “riguardo a [noi], intorno a [noi]” dopo *7X$. 3. y p e IfrX1 sono imperfetti usati con sfumatura modale: “Come pote vamo sapere che egli avrebbe detto”. 4. “Io sarò responsabile davanti a (lett. avrò peccato contro di) te”. 5. “il doppio del denaro (richiesto)” 6. “pietà, grazia” 7. “possa lasciar andare” (d) Lettura: Sai 24,7-10 C Q ^ X l C H V $ W ty 7
aViy *>nnD ìxtoni :7iaan ^ xia^ lia a n
if$
ni V
i l a y i 2m y n i n 1
:nan>a niaa mn1
INTRODUZIONE ALL’EBRAICO BIBLICO
262
Tn^n Tftà nr 8 “ila*! 2niy mrr :nnn^D lisa nirr □p-ròi c n y $ m to9 Q*7ÌÌ7 '111)5 WtfN n t o n ìfoj Kìa;i ìi33n
n$ wn ■>»10 niNn^ m r r j
3n>Q :*7in3n
wn
-
Note alla lettura: 1. Vedi la fine del §82. 2. Una parola rara: “forte, potente”. 3. Una parola frequente in chiusura di versi o sezioni più lunghe dei Salmi. Il suo significato è sconosciuto.
L e z io n e 39 146. Verbi Niphal: temi e flessione (conclusione) R a d ic e
Vuoti (113) Geminati (330)
P er fetto
Im perfetto
1133 nàkón 303 nàsab - r
In f . C o s t r .
•
hikkón 30H hissab
P a rticipio
■J13H hikkón 30H hissèb .«
1Ì31 yikkón 30? yissab
I m pera tiv o
—
*1133 nàkón 303 nàsàb T T
“
Come nel Qal, anche nel Niphal i due tipi di radice indicati sopra presen tano le deviazioni più evidenti dai normali modelli triconsonantici. Il mante nimento costante della vocale tematica -o- con le radici dei verbi vuoti semplifica il paradigma, ma l’attenzione deve essere richiamata sulla varia zione di ó e u nelle sillabe pretoniche del perfetto, in cui la vocale tematica è aggiunta alla la e alla 2a persona:
Imperfetto
nàkón *3133 nàkónàh niii33 ndkùnótà n if o j nskunót mkunoti
nàkónu
n
Perfetto
yikkón 1Ì3FI tikkón tikkón ’jlàijl tikkóni Ì13X ’ikkón vy
Imperativo
1Ì3H •»3l3n
hikkón hikkóni
INF. COSTR.
1ì3 n rjlan
hikkón hikkóni ecc.
P a rticipio
nàkón n}133 mkónàh n
□DÌ313} 1^1313} 131313}
mkónótem mkónóten mkùnónù
1313? yìkkónù
P r iv ili tikkónenàh] 13l±Jj1 tikkónù [nrjìsn tikkónenàh] 1133 nikkón 1313H
hikkónù
CP313} ni3Ì3}
mkónìm nakónót
I n t r o d u z io n e
264
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
L’infinito assoluto può assumere o la forma di 1133 nàkòn o quella di 1Ì3H hikkón, I verbi Niphal da radici geminate sono scarsamente attestati e in molti casi non si può essere certi che la forma in questione sia veramente un Ni phal e non un verbo Qal. La 3a persona maschile singolare del perfetto, 303 (da una forma più antica *nasabb~) somiglia molto a un verbo Qal dalla ra dice 301 La flessione completa, comunque, mostra che questa somiglianza è superficiale e che il raddoppiamento della seconda consonante radicale riap pare quando una vocale viene aggiunta al teina. Similmente, anche nell’imperfetto 30^ è possibile una certa confusione con altri tipi: questa forma potrebbe provenire da una radice 303 (cfr, $à?) o potrebbe essere una variante del Qal (cfr. DFP al posto del più comune DJV). Alcune delle forme alternative che ricorrono sono dovute ad analogie morfologiche. Per esem pio, la coppia originale Otti - 073? è stata alterata in Otti - OEP probabilmente perché OS? è stato interpretato come un verbo stativo Qal (come ad es. 13}?) da una radice 0tì3: Ì33'?sta a 133 come OEP sta a 0B3. Questa mescolanza di forme Qal e Niphal, insieme con la relativa rarità di questi verbi, rende quasi impossibile decidere con che coniugazione abbiamo a che fare. La selezione di forme che segue è una guida sufficiente per quelle che saranno incontrate in seguito. -
P erfetto
I
303 H3Ó3 T
-
T
-
T
«03 — T
□OÌ3Q3
■
••
T
-
•
*■ T
nàsah oppure nàsàbbah oppure ndsabbótà ecc. oppure nàsàbbù nBsabbótem ecc.
303 H3Ó3
nàsèb nasébbàh
1303
nàsébbu
•• T
T
** T
«
T
I m perfetto
30? pèn
yissab ecc. tissàbbi ecc.
oppure oppure
30? p o ri
yissób ecc. tissàbbi ecc.
Im pera tiv o
3on
oppure oppure
3bn
P èri
hissab ecc. hìssàbbi ecc.
hissób hissóbbi ecc.
INF. COSTR.
aon pori
hissèb hìssìbbi ecc.
P articipio
303 nàsàb H3Q3 ndsabbàh T T
pori
npo) rmp}
msabbim nasabbót
265
LEZIONE 39
147. Vocabolario 39 S o st a n t iv i :
naó n V n ri
tébah tdhìllah sèi
r a
*7Kblp
yàmìn S3mó( y
léb □3 nàm tàbah na to a 1?
V e r b i:
T
-
T
rn-t Dai
li
Al t r o :
ràhas nàmés
=>3 nàkón
□ aT l 1
yómàm
macellazione; strage, massacro inizio, prim a occasione (di qualche evento) (con suff. “’VS; pi. irreg. O’’1?'??) ombra; (fig.) protezione, riparo la destra; la mano o il lato destro (f.) la sinistra; *7Xa$ 71 la mano o il lato sinistro (m.) (con suff. ' a 1?; pi. -ót) cuore (D ir) dormire (n a tp 1) macellare, sgozzare (animali per cibo) ( y n - !1) lavare (tr. e intr.) (verbo Niphal dalla radice o o a ; impf. o a 1) sciogliersi, dissolversi, fondere (verbo Niphal dalla radice ]1D; im p f lia ? ) essere fermo, solido, sicuro, stabile (avv.) durante il giorno, di giorno
Esercizi (a) Traduci:
. t o ti^ n a m ) n t n ti? .anno «làl T
'
\^ m n v n w m
1 2
3
, a w 3 )ìvi3 i n v ti?) ii?'àn n?ni .D,T??N ^V1? D21? Da? .Ì*C|3 K1?*] D^Dian 10=1^1 nxp .innja"n$ QDtfì?1? ti? r? laqan mn1" ^ nu? nì'?”‘?y n .^ -n tj ah?
4 5 6 7 8 9
.*?i7$ nn^ nat?si nfitfterrnx iniù/sja ’n?i .13^1 ìrtra m o1;??}*
11 12
.xpsn-^y limi $70^ ila? io •Tinrn» w frn
.**ni±02
.D}*1 fyn *72# 33$»1 ,>Kb$"'?y‘j nffc nan
13
14 15
I n t r o d u z io n e
266
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
.rpan nn§ a # 1 n r ’pN ì ^ ì .K'aan *137 ,)p-l?y 07 Tyn x'pan .nix'??} n$? n rsn n .tra ila 1? "IDptì \%
16 17 18 19
(b) Scrivi in ebraico: 1. I vostri cuori saranno spezzati. 2. La città sarà circondata e i suoi abitanti saranno catturati. 3. Sulla destra sono le tombe dei loro padri. 4. Sette uomini facevano guardia a lui affinché non scappasse. 5. C’era solo un poco di cibo rimasto per noi. 6. Lavammo le nostre mani e i nostri piedi prima che ci sedessimo a mangiare. 7. Le parole della sua legge sono stabili per sempre. 8. Quando sentii le sue parole, il mio cuore si sciolse dentro di me e non fui capace di stare (in piedi). (c) Lettura: Giuseppe e i suoi fratelli: il secondo viaggio in Egitto N
rr\i\ ìfripn TO ja-nsi
no?
m in nn}Brrn$
3tgn :lrra-^y 2iy$? "iftx'h TO?a-n$ nm noi1
inpn
no^
.n n o s a n ^ n ìVptf’ ' m ’a 5p ^ naó 4nnipi rimari n ^ n - n ^ 1 3 7 -V y
-Mnw\
n o i '' i v a
6w : n n
’a c p u ^ n
n u ty n / i r ì i n q " n ^ ‘i o 'n a y ’? u n x n n ^ *?3& nì3p*? n 'p n r ia
ir jT 7 ì t
n o i1
V x a ia
;n ? à n n n é
, v f c i i r i x 8a # _ ij? fc ■’p ? r > x n o i n a n i
mh
"1 ^ 3
n ’j n n a
vbx n $ x ' si n o ^ n ’ a - V y wp.urm n n ip p a i i f t a r r ^
uèpa in; 03’aìj *>rf?ìq n^rf?$ ^N^n-Vx ,n;i> qV?$ :noi’ T a -^ y
aw n noan
m a
r?
■>&wyfc x'1? tz^xn “i#x'h
.^ x xa D3?pa ,N m n ^ r r n s a?1? «En?l
V?}n> 0$ ’a
in»] noi1 nn?a c p t ^ ir n x ttf’xn 10xa*i iiyz?trn§ 03^*5 9x^in
r? n’iq s a no^ Nia~7y
nti ìa$_si
o p n ian 1? *?g& irm n n ^ i
L e z io n e 39
267
Note alla lettura: 1. “la doppia quantità d’agento” 2. è qui usato in modo sostantivato: “colui che”. 3. “porta” 4. Un raro imperativo con d al posto del normale rplp. 5. “e prepara” 6. “essi furono portati” 7. “siamo stati portati” 8. “e l’abbiamo riportato indietro” 9. “ed egli portò fuori” 10. “ed egli portò” (d) Lettura: Salmo 121 (vocalizzazione leggermente modificata) nnnrrVN ’rs? x m 1 «a; ■pfe * t
v
v
-
••
y
v
mrr ay& *HTV2 ti^
I ai»’?
3
dw -Vn
1#" tà] Dir H3H 4 :Vn“iì^ TftW rn rr5 T _1?y nin** 2n33? nS n nai-*6 T' :nW a o x i yrV a» TOT? mn’>7 : ^ ? r n s ibtp? nb$? r n r r 8
iDVinsn nn?» Note alla lettura: 1. Inf. costr. Ditì con *?: vacillare; si noti irti nel senso di “permettere”. 2. “non ti percuoterà (colpirà, ucciderà)” 3. -.ìjtfXlb#?.
L e z io n e 40 148. Verbi Piel: significato. I verbi Piel si distinguono per il raddoppiamento della seconda consonante radicale e per modelli tematici distinti da quelli del Qal. Poiché la radice di un verbo Piel non sempre ricorre come verbo Qal, a volte è difficile determi nare il significato di una forma Piel attraverso la comparazione diretta delle due forme. Di seguito viene presentata una raccolta rappresentativa di verbi Piel, classificati secondo il significato assegnato per derivazione da altre forme. a. Effettivo (transitivizzante). Forse l’uso più uniforme della forma zione Piel è per costruire un verbo con significato transitivo attivo da una ra dice che nel Qal appare come verbo intransitivo o stativo. Questo tipo di verbi Piel ha di solito un significato effettivo: QAL (essere sano) QAL (essere grande)
PIEL (fare sano, rendere sano) PIEL (rendere grande, magnificare)
Tale trasformazione del significato potrebbe anche essere definita “causa tiva”, ma Puso di quest’ultimo termine sarà riservato a quelle radici i cui verbi Qal sono transitivi: Qal (imparare)
PlEL (insegnare, che letteralmente è
causare l’apprendimento) Esempi: Q al
ìpK perire essere leggero, futile UHI? essere santo □V# essere sano, intero rrn vivere, essere vìvi NttD essere impuri n'jS essere alla fine T T
ità imparare
P iel
7pX ’ìbbad qillél t£Hj? qiddas Q1?# sillam r?n hiyyàh
distruggere maledire (non dar peso, consi derare poco importante) santificare rendere sano, intero; ricompensare, compensare lasciar vivere, far rivivere
Nfòp timmé ’ contaminare nVp killah finire, completare, portare a termine llìh lìmmad insegnare
I n t r o d u z io n e
270
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
In alcuni casi in cui il verbo Qal è o transitivo o intransitivo, il verbo Piel è specificamente transitivo: ttVfc
essere pieno, riempito bruciare (tr. o intr.)
nVq mille ' IV? bi 'èr
riempire bruciare, ardere (tr.)
b. Denominativo. Quando il verbo Piel è più vicino nel significato a qualche sostantivo o aggettivo che a un verbo Qal (che nella maggior parte di questi casi non esiste), possiamo dire che il Piel ha una funzione denomi nativa: Vi Và
m#T
parola libro, documento benedizione comando musica, canzone tre
V I dibber ISO sippér TB np
uiW
gelosia
bèrak siwwàh zimmér sillès qinnè’
parlare raccontare, narrare, una storia benedire comandare cantare, suonare
recitare
dividere qualcosa in tre parti; fare qualcosa per la terza volta essere geloso
c. Intensivo. In diversi casi il Piel denota una moltiplicazione dell’azione designata dal Qal. Ciò può assumere una sfumatura intensiva, ma nella maggior parte dei casi tale forza intensiva è difficile da percepire. Molti dei cosiddetti Piel intensivi sembrano più varianti stilistiche dei verbi Qal (verosimilmente denominativi in origine) usate in poesia, probabilmente al fine della variazione formale piuttosto che dell’intensificazione. d. Non classificato. In aggiunta alle tre categorie precedenti ci sono molti verbi Piel la cui origine non è chiara. Alcuni di questi verbi potrebbero indubbiamente esssere collocati nelle classificazioni suddette se avessimo più dati sulle relative forme Qal o forme nominali, >JD pizzar Una gèrès
spargere cacciare (via)
biqqès “ino mihar
cercare affrettarsi, sbrigarsi
La conoscenza delle funzioni fattitiva, denominativa e intensiva del Piel, in sieme con la familiarità acquisita con il significato delle radici verbali già note, metterà in grado il lettore di padroneggiare l’uso di questa coniuga
271
L e z io n e 4 0
zione verbale. Tuttavia, poiché il lettore non sarà sempre in grado di deter minare con sicurezza il significato di ogni nuovo verbo Piel, esso sarà sem pre elencato nei vocabolari delle lezioni seguenti. 149. Verbi Piel: temi e flessioni Radice
P erfetto
Imperfetto
Imperativo
Regolare MI-gutt. II-gutt.
giddél rfpttf sillah bi 'ér ÌK# me 'én
VlV yagaddél yasallah “TO? yaba 'ér fXTp? yamà’én
b ll gaddél TÙW sallah "1S73 ba 'ér mà ’èn
In f . Costr .
Participio
gaddèl nVw sallah "IÌ73 ba 'èr IKtì mà ’èn
V'nO magaddél masallah maba *ér ’|K?p7£ marna ’én
Osservazioni: 1. Ci sono solo due temi verbali di base: quello del perfetto e quello deirimperfetto. Come altrove, le forme dell’imperativo e deH’infinito costrutto sono derivabili dall’imperfetto. Anche il participio somiglia all’imperfetto, ma è caratterizzato dal prefisso 1} ma-. 2. I verbi Piel da radici Ill-gutt. si discostano dai modelli di sopra solo per la presenza della a come seconda vocale tematica in tutte le forme ec cetto che in quelle del participio. 3. Anche nel perfetto dei verbi senza consonante gutturale si può trovare la vocale tematica a al posto di è\ abbiamo così giddél o giddal. La scelta sembrerebbe facoltativa. Ci sono alcuni verbi, specialmente "13Ì dibber (parlare) e “15? kipper (espiare), che hanno e al posto di é o a alla 3a per sona maschile singolare del perfetto. 4. 1 verbi Piel da radici II-gutt. (incluso 1) rientrano in due classi: a. quella con raddoppiamento solo virtuale della gutturale in que stione (si veda "1173 sopra); in questo caso la vocalizzazione è uguale a quella del verbo regolare; b. quella con allungamento compensatorio della vocale che precede la gutturale (i —>é, a —>à\ vedi 1X& sopra).
272
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
D avanti a "I l ’allungam ento com pensatorio è di regola. I verbi con le al tre gutturali p o sso n o essere trattati sia in un m od o che n e ll’altro, com e sarà indicato di volta in volta n ei vocabolari. Perfetto
Vn giddél gìdddlàh giddàltà jftìà giddàlt ’nyfa giddàitr
sìllah nn*j>$ silldhah sil/àhtà jpn'pu/ sillàht sillàhti
1V2 bi'ér rns?3 bi’aràh F|-|S>3 bì'àrtà Jj)“jy3 bi'àrt bi'àrti
■jKtì mé'én
giddalu gìddaìtém IO*?1?} gìddaltén giddàlnu
ìlfjpU? silhhù
1157? bi'àru Dn"|V3 bi'artém ]Fi“)y3 bì'artén
mé’ànu □£13Ka mé’antém mé’antén mé’ànnu
sillahtém sìllahtén sìllàhnu
bì'àrnu
mé’ànàh mé’àntà méant mé’ànti
Im p e r f e t t o
yagaddél bl'm tagaddél *77^1 tagaddél tdgadddli *77^ ’àgaddél ydgaddalu tagaddélnah tagaddalu tagaddélnah *?7M nagaddél
ydsallah tasallah tdsallah tdsalhhi ’asallah
ydba ’èr tdba 'ir tdba ’ér n.ynri tdba’ari 'àba ’ér
yamà’én l^ari tamàen 'IXafl tdmaen \Jfc?ari tamà’àni ’àmà’én
yasallahù Ì3$a? ydma’àntì w t , ydba 'arti tdsallàhnàh r t o tdba 'érnah naìfon tdmà'ennàh tdsalldhu ^ajj) tdmà’àml n ^ i? tdba 'ani tdsallàhnàh i r t o tdba 'érnah tdmà’énnàh namà’én nW} ndsallah "1V3J naba ’èr T « T
T
T
I
I
Im p e r a t iv o
n*?$ sallah
Vìa gaddél '’V'T* gaddali
gadddlu gaddèlnàh
salldhi i n ^ salldhu sallàhnàh
iy a ,»"IÌ73 l“lì?5 n3“|$3
baer ba'àri ba'arù ba’érnàh
"IV3 'ly ? ^“$3 ^n.SJ5
ba'ér ba'àri ba'erkà ba'àrék
■jKtì ma’én
ma ani mà’ànu HHìfo màennàh
In f in it o C o s t r u t t o
*77S gaddél ^ gaddali *fr|è gaddelkà
gadddlék ecc.
nW sallah ‘,ntp$ salhhi
sallahàkà T jn^ sallafyék ecc.
ecc.
IX» mà’én
ma ani mà'enkà ì|3^a màanék ecc.
L e z io n e 4 0
273
I n f in it o A s s o l u t o
gaddól
nV?$ saìlòah
“liys ba 'ór
]iXQ ma’ón
P a r t ic ip io
magaddél mdsallifh maba'ér marna ’èn n'7’7 ^ mdgadddlàh masalldhàh rns?3?p maba'aràh rUfcWi? mamà’ànàh mdgadddlim mdsalhhm Dn5>3£ mdba'àrim marna amm Di1?']}?? megadddlót nìfl'yWty masalhhót n1"lS?5$ mdba'àrót marna’anót
Osservazioni; 1. Dopo un waw inversivo il prefisso ya- dell’imperfetto perde la sua vo cale e la y non viene raddoppiata: way-mà- ’èn (non: way-ya-mà- ’èn) ed egli rifiutò 2. Quando la seconda consonante radicale è seguita dalla vocale a, a volte non ha luogo il suo caratteristico raddoppiamento: t#|?3 biqqes egli cercò ma $j?3? yabaqqès egli cercherà ma
biq.su essi cercarono yabaqsù essi cercheranno
La perdita del raddoppiamento non avviene mai con le consonanti 3 7 à 3 n 5. In altri casi non può essere formulata alcuna regola precisa. 3. Le forme dell’infinito assoluto elencate sopra e nella prossima lezione sono piuttosto rare. Più frequentemente l’infinito costrutto Piel viene usato come infinito assoluto. 150. Vocabolario 40 Ve r b i:
qiddès “1V3 bà'ar b i’ér
un,?
“137 dibber TO bèrék u t e biqqès sillah « h i gérés ni ’ès W
santificare (cfr. WÌ7j?) 0*73?) bruciare (tr, o intr.) (*1V3?) bruciare, ardere (tr.), consumare, ri muovere completamente (*131?) parlare (cfr. "137) 01*15?) benedire (cfr. H313) [Si noti ($ì?3?) cercare (nW?) espellere, mandare (via), congedare (W"U?) cacciare (via) [Si noti (YN3?) disprezzare
I n t r o d u z io n e
274
1N7D tné’èn m tf sérét Al t r o :
ix
}ò
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
0|X&?) rifiutare servire, amministrare un rito [Si noti (cong.) o, oppure
Si osservi l’espressione idiomatica che utilizza La traduzione può va riare a partire dal contesto, ma l’idea di fondo che l’espressione vuole indi care è che le due cose o persone nominate siano in qualche modo uguali. Es.: rii?lDp ^103 Tu sei uguale al Faraone/Tu sei alla pari del Faraone, ^fiòa (lett. come te come me) Tu e io siamo uguali, alla pari; siamo nella stessa situazione, nelle stesse condizioni Esercizi (a) Traduci: .n # \à) .nb#'? •'ninin-nsi ‘,]via"n§
1 2
.v ry ? in wtq xin “o Irix
4
TU 1? l ? 1? .•rj?1?? n a r n $ nbtfn .nimaipn ni& ^n-nx Va^1? .^ì?an rix
6 7 8 9
.rf?§n ovp 7 ? vVk .mrr rpa oxia
D*>#a$n-n$ un [ri .ocno» n'^i1? t o .n^^’pn ia ì1? "1#$ ^ x ia i? i ,n;n ia ntoarrn$ ^axri tiì .D ^ n -n t* fniV na^a .irix nainn irix wì?3?ì ’n?i vni onpri tàé? Nìnn n^a .•»rs7? on •«a o ^ tp a rrm j (b) Traduci oralmente in ebraico: 1. Cacciali. 2. Non disprezzare le sue (m. s.) parole.
io 11 12 i3 14 15 16 17 18 19
L e z io n e 4 0
3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10.
275
Perché ti rifiuti di parlare? Stai cercando me? Benedicimi. Io ti ho santificato. Egli non volle servire. Essi ci espulsero. Benediciamoli. Noi li abbiamo cercati.
(c) Scrivi in ebraico: 1. Essi presero i vasi con cui avevano svolto il servizio (lett. servito) e li diedero al sacerdote. 2. Il Faraone si arrabbiò e li cacciò via dalla sua presenza (lett. da da vanti a lui). 3. Egli si rifiutò di santificarli, perché egli sapeva che essi non erano uomini onesti. 4. Egli cercò lì i suoi fratelli, poiché non sapeva che essi avevano viag giato verso est. 5. Tu devi rimuovere completamente il male di mezzo a te. 6. Conducemmo fuori dall’assemblea gli uomini colpevoli. 7. Non potemmo rifiutare di passare la notte lì. (d) Lettura: Giuseppe e i suoi fratelli: la prova finale (Gn 44,18-26) Dopo aver incontrato Giuseppe e aver ottenuto la liberazione di Simeone grazie alla presenza di Beniamino tra loro, i figli di Giacobbe partono nuo vamente per Canaan con le provviste ottenute in Egitto. Giuseppe ha fatto mettere un calice d’argento nella sacca di Beniamino, e non appena i fratelli hanno cominciato il viaggio di ritorno, manda i suoi uomini dietro a loro per ispezionare il loro bagaglio, trovare il calice e accusarli di furto e tradimento. Giuseppe allora esprime la sua volontà di permettere a tutti i fratelli, eccetto che a Beniamino, di tornare a casa, ma Giuda si oppone a questa prova finale e pronuncia la seguente supplica (vocalizzazione leggermente alterata):
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276
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Note alla lettura: 1. Una rara particella di supplica: “Per favore, di grazia, ti supplico”. 2.
= irix n nx -
T
3. “portatelo giù” 4. nai...3Ty’) una sequenza condizionale: “se egli abbandonasse...questi morirebbe”. 5. “non (vedrete) più” 6. “noi gli abbiamo detto” 7. “procurate (viveri o provviste)” 8. Si osservi l’apodosi dopo la proposizione introdotta da OK.
L e z io n e 41 151. Verbi Piel: temi e flessioni (conclusione) R a d ic e
ìlì-Aleph 111-Hé Geminati
P erfetto
I m perfetto
kVo mille ’ H3V 'inndh hillèl t
xVo? ydmallè’ H3V? y 3 'anneh VVn? ydhallèl
*
In f . C o s t r .
I m pera tiv o
xVfc malie ' nay ’annèh y?n hallél
P a rticipio
malie ’ nÌ3S7 ’annót hallél
xVttty msmallè’ n^V^) md 'anneh ViOT mdhallèl
Osservazioni: per quanto concerne i temi, solo i verbi da radici III -He richie dono speciale attenzione. Le forme di questi verbi rispettano i modelli già studiati per il Niphal e il Qal: il perfetto termina in -ah, l’imperfetto in -eh, l’imperativo in -éh e l’infinito costrutto in -ót. Nella flessione di queste forme, la sola caratteristica non prevedibile è la prevalenza di -i- su -è- nel perfetto; -è- si trova anche nella prima persona singolare; abbiamo, così, sia ’iriy che P erfetto
mille’fmillà’ n ^ a milld ’àh millé(')tà nxVo millé(')t rnx'k» millé(')ti milh 'ù DON*?& millè(')tem millé(')ten millé(')nu M
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nay nnj» n’i» y • n lv ^niv/’n^y 7
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njpay W*3¥ w |y
'inndh "inndtàh 'innità 'innit 'innitil 'innèti r •
a
»
y*
hillèl hifolàh hillàltà hillàlt h ilialti
innu ’innitem "mniten 1 inninu
hihlu □ri1?1?* hillaltém hillaltén hillàlnù
yd *anneh td 'anneh ld 'anneh td 'anni ’à ’anneh
V?n? ydhallèl VVnri tdhallèl tdhallèl ’VOT tdhaldli ’àhallèl
/n
Im perfetto
ydmallè ' tdmallè ' tdmallé ’ tdmalld ’i ’àmallè ’
nav? nayi? nayri ^yn rm
278
I n t r o d u z io n e
IN'?»} yamaild ’ù tamalléQnàh tdmalld u niK^ri tamalléQnàh «Vaa riamaliè 1
13SP ya ’annù ta ’annénàh ììVI) ta ’annù ta ’annènàh na ’anneh
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
*Y3? yahalalù ru^nri tahallélnàh tdhalalù tahallélnàh nahallél
Im pera tivo
xVa malie ’ malia ’i malia ’ù rUttfa mallé(')nàh
H3S7 ’annèh *anni Ì3V ’annù ni>jy ’annènàh
V?n hallèl " f a halali halalu njV’jn hallélnàh
In fin ito C o stru tto
nìay 'annoi ■ ’HiaV 'annoti
*Ò?3 malie ’ ■>«£& malia 7 ecc.
hallèl ballali ecc.
ecc.
Infin ito A sso lu to
N'Vtt mallo ’
rÙV 'annòh nay ’annéh J
Wn
halldl
P articipio
mamallé ' ns'jaj? mamalla 'ah mamallé(’) i D^V^fp mamalla *im mamalla ’ót
ma ’anneh ma ’annàh
rto p
ma ’annim ma 'annoi
mahallél mahalldlàh r ì à w mahallélet D’Vpnip mahallalim nlVpng mahallalót V?n$
I verbi Piel formati da radici l-Yodh, l-Nun, 1-gutturale non presentano irre golarità. I verbi Piel da radici vuote sono invece molto rari. 152. Forme pausali II. testo della Bibbia ebraica è diviso in gruppi brevi di proposizioni cono sciute come versi. Ciascun verso è di solito diviso in due parti, spesso di lun ghezza ineguale, la prima delle quali è chiusa dall’accento conosciuto come ’atanah (o) mentre la seconda da un segno simile al metheg, chiamato silluq (O), seguito dal sóp pasuq (:), che segnala la fine del verso. Ciascuna delle
L e z io n e 41
279
due parti del verso è suddivisa ulteriormente a seconda delle esigenze della sintassi; ogni unità tonica è dotata di un segno d’accento. Gli accenti sono classificati in due gruppi principali: accenti congiuntivi e accenti disgiuntivi; i primi vengono usati quando una parola è strettamente legata dal punto di vista sintattico con la parola che segue, mentre i secondi sono usati negli altri casi. L’uso degli accenti è molto complesso e non sarà trattato in questo li bro. Nei testi delle letture selezionate impiegheremo solo l’accento sillùq (+ sóp pàsuq). Saranno segnalate tramite vìrgole quelle divisioni di proposi zioni che potrebbero causare difficoltà, ma dovrebbe essere sempre tenuto presente che le virgole non appaiono nei testi originali. Le parole che stanno alla fine delle parti maggiori dei versi, e dunque specialmente quelle con gli accenti ’atnafy e sillùq, sono dette “in pausa” poi ché la recitazione del testo richiede una pausa in questi punti. Tali parole possono avere una vocalizzazione leggermente differente da quella che la stessa forma avrebbe in contesti normali. I cambiamenti che seguono sono i più frequenti: (a) a —* à: Din? (egli scrisse) per 3rD (b) e —>à in alcuni sostantivi segolati: (tomba) per "pi? (c) Se una parola finisce con la sequenza -aCv l’accento è di solito ri tratto e lo a viene sostituito dalla vocale piena a cui corrisponde al trove nel paradigma: ràn s rrp s
- runa ella scrisse -» rnà? ciò (f.) era pesante
Lo 3 del suffisso della seconda persona m. s. -dkà è normalmente sostituita da e: Tp1?» -*• il tuo re il ft*0 cavallo il tuo guardiano (si osservi il cambiamento nella struttura della parola) Le forme pausali di ^ e sono e che sono entrambe identiche alle corrispondenti forme femminili. Altre preposizioni subiscono cambiamenti simili. A causa di difficoltà di stampa, gli accenti pausali airintemo di un verso non appaiono nei testi biblici che accompagnano le lezioni seguenti. Le
I n t r o d u z io n e
280
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
forme pausali, tuttavia, sono state mantenute. Il lettore dovrà stare all’erta in vista della loro ricorrenza. 153. Vocabolario 41 ( n ^ iussivo T£J) comandare; ordinare; stabilire, incaricare. Esempi:
V e r b i:
O’DD'tè w ,\ ed egli costituì giudici sopra di loro ed egli comandò agli uomini di andare ed egli ordinò loro, dicendo... ...rimò on'K ìdkV» v $ an'K ìs’i ed egli li consegnò alla guardia del suo messaggero V?n hillél
(V?ri?) lodare. Si osservi rWVpn Halelujah. Lodate Yah(weh). (npD’ iussivo OD?) coprire, nascondere nD3 kissàh 'ìnnah (n|ST iussivo *|V?) opprimere (cfr. ^ ) (150?) dire, raccontare (cfr. “I£Ó) "ìsp sìppèr (Vpp?) maledire V?p qìllel priST) farsi garante, dare in garanzia ms? ’àrab ("l^i??) legare ( *et + qualcosa + ■al [a] "ltfp qàsar + qualcosa); legare insieme, cospirare ('al: contro) capelli bianchi, vecchiaia niPto sèbàh sd \ól Sheol, Inferi, dimora dei morti (aw.) sicuramente, certamente, senza tjx ’ak dubbio; ma, tuttavia, solo narrìV 'ad-hénnàh (aw.) finora T
•
- T
S o sta n tiv i : Al t r o :
Esercizi (a) Traduci:
nnb nrix
1
n^N ’Tbrn *?ip n&xn nya# □■‘z&arrnx m
2 3 4
ina vb] 7 ^ rrn $ ìiy b ikd x'1?
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inx t^x rirp*?] irix riq1?
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L e z io n e 41
281
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.’rix nm) fsnri
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.□t?ìu“ìy ,i n$y& qtfx nV?n$ . p n VT3 V3S“nX dd?i
11 12
nrv a?1? □•griaii-nx ì V?ì?i^ k 13 .^rix rirj*? ^rix g mjixi 14 .D^nrirrix rx u ^ x i ^2 Q^tfarrris xj riDj 15 .ma’? rrn ■>?anneri 7 $ ù-rnx i^ ì 16 (b) Scrivi in ebraico; 1. Egli legò il suo asino ad un albero, si sdraiò sotto Talbero, e si ad dormentò. 2. Malediciamo loro e il posto dal quale sono venuti. 3. Rimarrò a garanzia per te e i tuoi figli. 4. Egli loderà il Signore tutti i giorni della sua vita finché andrà giù nello Sheol con i capelli bianchi. 5. Non è buono opprimere i poveri e non dare loro cibo. 6. Quel giorno l’oscurità coprirà la terra. 7. Egli ci cacciò via dal pozzo e non potemmo trovare acqua in un altro luogo. (c) Lettura: La supplica di Giuda a Giuseppe (Gn 44,27-34) ^ x
^
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nyn? 'nyty-m f i l i n i 4,|iox 3ìrni?i nm nj"n$-m □Etfì?>?i»29 :i#9;p rnìttfì? Wdì) ìim w x nyini *g$ nriy-]30 :nVx# 7*|lr? irrix tpisy 6nn in inai ny|n vx *>3 inix"i3 r -*?3 9^xóni Tp*7x xVnx im i ^ ay& "lyarrnt? 3iy i^py r?32 :a w n nné T]py x^ 3^ nriy*j33 I* T -
ipnjrCDy
’ìVÌd] 'l'iti? 7^y
ì'qxtix x^»? -1#$ y-p ninx; 10i$> '•nx # x “lyani *,3X“1?i$ n*?^ t n '1} 34 Note alla lettura: 1. “sicuramente egli è stato sbranato (da qualche animale selvaggio)”
2. = irix VPX*} 3 . = irix mj?
282
I n t r o d u z io n e
4. 5. 6. 7. 8. 9. 10.
“una disgrazia” “farete scendere” “avranno fatto scendere” “cordoglio, lutto” “lo riporterò” Cfr. nota 8 p, 199. 15 qui = “che non”
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
.
Giuseppe, incapace di continuare il suo inganno, si manifestò ai suoi fra telli, e perdonò loro il crimine passato, commesso in passato contro di lui. Egli fece condurre Giacobbe e la sua intera famiglia in Egitto e li fece inse diare nella regione, ricca di pascolo, del delta del Nilo. Giacobbe morì e fu riportato a Canaan per la sepoltura, secondo le sue volontà. Giuseppe fu im balsamato alla sua morte e il suo corpo fu posto in un sarcofago per una suc cessiva sepoltura in Canaan. Dopo la morte di Giuseppe c’è un’interruzione nella storia tradizionale fino alla storia di Mosè e di un faraone “che non aveva conosciuto Giuseppe”.
L e z io n e 42 154. Il Pual
A ogni verbo Piel corrisponde una controparte passiva, chiamata Pual e ca ratterizzata, come il Piel, da un raddoppiamento della seconda consonante radicale. Nel corso della coniugazione, lo schema vocalico si mantiene pres soché costante, con u nella prima sillaba tematica e a (quando non ridotta) nella seconda. P iel
P ua l
Vìa
guddal buqqas VVei hullal
egli fu magnificato egli fu cercato egli fu lodato
Le forme Pual sono relativamente poco frequenti. Ricorrono nella maggior parte dei casi al participio, che funziona come passivo di quello Piel: iT O
TPQ
mabóràk mdbuqqàs
essendo (essendo stato) benedetto essendo (essendo stato) cercato
Le forme tematiche attestate sono le seguenti: R a d ice
Regolare II-gutt. Ili -Aleph III -He
PERFETTO
guddal bórak mullà ' 'unnàh In f . C o s t r .
Im perfetto
Vltf ysguddal 7 y9bórak yamulla1 ^ ya 'unneh P a rticipio
Vì}#
TP?? 'unnót
I m pera tiv o
maguddal mdborak msmullà ' md 'unneh
Osservazioni: Con radici Il-gutturale è attestato anche il raddoppiamento virtuale, come in □0J5 nuham (egli fu confortato), che corrisponde al verbo Piel Dni niham (confortare); la forma più comune mostra l’allungamento di compensa zione di u in 6,
284
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
L’allungamento della vocale tematica finale in ÌÒQ dovrebbe essere or mai un fenomeno conosciuto, cosi come dovrebbe esserlo la conformità delle finali tematiche dei verbi da radici III -He a quelle di altre coniugazioni (Qal, Niphal e Piel). Perfetto
$1%
guddal gudddlah guddàltà guddalt guddàlti
113 bórak HD13 bdrdkàh bdràktà bdrakt bóràkti
gudddlù guddaltem guddalten guddàlnù
tri*
.
t-
bdrdkù bóraktem bórakten bóràknù
*3? nijVì? T
"
o i? n i?
DnxVio
itoti®
f i
?
wìy
I m perfetto
'ns
’VW
ydguddal tdguddal tsguddal tdgudddli ’àguddal
112? ydbórak tdborak 1 1 ^ tdbórak tdbdrdki ’àbòrak
« te ’« t e « te
ydgudddlù tdguddàlnàh tdgudddlù tdguddàlnàh ndguddal
ìyp!
« te
n p l^ w i^ npìnri
rty
ydbdrdkù tdbdràknàh tdbòrdku tdbdràknàh ndbórak
« fe « te
ì? ? nj?« njlW
’« t e * 3 « te
firtw nj??
P a rticipio
n1?!® ° ,1?W ni'jTjn
mdguddàl maguddàlàh meguddélet mdguddàlim mdguddàlót
T ffl
nìDlaa T
*
mdbdràk mdbdràkàh mdboréket mdhoràktm mdbóràkót
™ te CTK^p
*J?9 a*?9 D’|?$
Osservazione: sporadicamente si trova o al posto di u nella prima sillaba te matica; es. ì0 | kossù (essi furono coperti). H passivo espresso dal Pual non ha il complemento d’agente:
L e z io n e 42
285
"13711 V? "IDQ Gli fii riferita la questione. Poiché un’espressione del genere corrisponde semanticamente a un verbo attivo con un soggetto indefinito (qualcuno, si..., essi), il verbo può essere seguito (in modo “sgrammaticato”) da un oggetto preceduto da ‘Hi*: -m rnnx i4? "IDQ Gli si riferì la questione. / Qualcuno gli riferì la questione. Una seconda costruzione, peculiare dei verbi passivi, è quella in cui la preposizione è omessa davanti ai sostantivi che specificano l’azione del verbo. *72£ D'HniTI ìOJDLe montagne furono coperte con un ombra. Ciò ha probabilmente origine nella seguente mescolanza di costruzioni: (a) Un verbo come tÒO, nel suo significato intransitivo (essere pieno) pre senta regolarmente un sostantivo specificante privo di preposizione: iòti
II vaso è pieno d’acqua.
Questa è un’antica costruzione, risalente al linguaggio semitico, e può essere definita “storicamente corretta”. (b) Il corrispondente uso transitivo di ^ rrn #
utilizza la stessa costruzione:
Egli riempì il vaso con acqua.
(c) Il verbo Piel X*???, essendo una forma transitiva, è usato in due modi: anzitutto come un verbo nonnaie, senza alcuna relazione con quanto detto sopra '’V^rrnX NVft Egli riempì il vaso con acqua, oppure, come l’equivalente di iòti: CPiÒ ■’V^rrnN;
Egli riempì il vaso con acqua.
(d) Il verbo Pual può essere considerato come una trasformazione di una delle due costruzioni date in (c): nV??
era
Il vaso fu riempito con acqua.
tòn
155. Proclisi, ritrazione dell’accento e daghesh congiuntivo Ci sono molte caratteristiche ortografiche del testo masoretico che, a causa della loro frequenza, richiedono a questo punto una trattazione.
I n t r o d u z io n e
286
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
a. Proclisi. Come è stato menzionato nella trattazione sulla pausa (§152), certi tipi di parole stanno in una relazione sintatticamente congiun tiva. Qualunque parola che si trovi in questo stato può essere resa proclitica rispetto a quella che segue se lo schema di accentazione del verso lo ri chiede. La proclisi è segnalata dal maqqèp e ricorre più o meno di regola con le preposizioni monosillabiche e le particelle “*?y, "iy, ‘Dy, "p , “ON, "19 e (negazione), nonostante si possano citare esempi in cui queste parole sono separate dal punto di vista degli accenti. Esempi di altri tipi di parole in proclisi sono: nCP'K1? egli non partirà che egli diede a me rpur-»? che egli stava mettendo in_N^3 noi troveremo grazia compraci che risiedano I soli cambiamenti vocalici importanti davanti al maqqèp, nella sillaba finale di molte parie, sono è —» e e o —►o: ‘’V'ìfl?
mi darà osserva
b. Ritrazione dell ‘accento (ndsigàh o nàsóg ’àhór). Si osserva una ten denza, non costante, a evitare due sillabe accentate in successione, come av viene ad esempio in □01? 'pDN'fl tu mangerai pane Al posto deirespressione precedente si può trovare o la proclisi in cui l’accento della prima parola scompare completamente, o la ritrazione dell’accento, in cui l’accento della prima parola viene spostato sulla prima vocale piena precedente (non a): DO5? Vp&n tu mangerai pane UW Vflh ed essi erano lì c. Daghesh congiuntivo. Quando una parola che termina in -à(h) o -eh non accentati è seguita da un’altra che inizia con una sillaba accentata, si può trovare un daghesh nella prima consonante della seconda parola: Ì3*? r r n T
T
♦ T
tu eri per noi 1
L’assenza dell’accento su -à(h) o -eh finali della prima parola può essere:
287
L e z io n e 42
(1) regolare, come nell’esempio precedente; (2) dovuto a ritrazione, come in 1*? n i ^ fu fatto per lui; (3) dovuto a proclisi, come in Il valore fonetico di questo daghesh è dubbio.
dacci.
156. Vocabolario 42 V e r b i:
pyt za a q "10 sòr T
V?n hillél 1^3 kipper dm nìham ntìttf sìmmah ]Jin hdtén ^ 1 7 lehabah nà'al qódes ’àwon Altro : maddua '
So st a n t iv i :
hàlom N o m i P r o p r i:
Mdseh i;*j^ Midyàn 1fltf Yitró :n n Hórèb
(py|?) un sinonimo (e doppione) di py^ gridare (mo?) voltarsi (deviando da una direzione data), partire, andar via (tutti intransitivi) (VplT) profanare, contaminare, disonorare (1SD?) espiare, fare penitenza (ara?) confortare, consolare (cfr. Dna Niphai) (nftttf?) rallegrare, far gioire (cfr. n&to, nnzpto) suocero (costrutto o fi?1?; pi. -ót) fiamma (pi. -im) scarpa, sandalo (f.) (pi. -im) santità, sacralità (pi. -ót) colpa, iniquità; punizione (aw, interrogativo) perché? per quale ragione? (aw.) qui, verso questo luogo (un si nonimo meno frequente di mfì) Mosè Madian, paese nella regione araba nord occidentale Ietro, il suocero di Mosè Monte Oreb, un nome alternativo del monte Sinai, la cui posizione geografica è dibattuta ,
Esercizi (a) Traduci: .ntffj? Dip^-ny: rtfìn im a .n $ *1 ^ 3 n#D \nvh
1 2
288
In t r o d u z io n e a l l ’ e b r a ic o b ib l ic o
i^iriri d ^ ìt iiì
.n$"mn ^9
.T|iftirrnK ti? w y mntf? is q n V i# n ■»? .ini?? vV?Eftì f l ^ ' n s ì$ “p? V9“p ? .x m *>$93 ■ ’Jìk ^ “g n»$ .tq n n m ] naon anirtt^N
3 4 5 6 7
hj?3^
15
om$ ^dìn Irto orni? ì&n i$ì$ 8 .i$ 7 i? “in wrf?%tv ? ì'kd y?q^ mn’ 9 .□p^Er^y d v $ 3 ero;# n^i>yni 717 Vdsi io .nVnjnn ì1?n inixin nqK im ai^qn ^?n n*C|j 11 .iris riqNi ■gìi^s? ■ ’rii^i? T$f? 12 *?ya ™ nan .* t o Mia mn'>-1?^ *w h 13 S a b ^ y iì< ra?"*?y non-1?** 14 jò'i rmin^n nar'w >njpà nsrny
Vmn
16 17
(b) Scrivi in ebraico: 1. A causa dei giusti non manderò una fiamma di fuoco sopra la città per consumare essa e i suoi abitanti. 2. Dove hai messo le tue scarpe? 3. Suo (m. s.) suocero era un sacerdote egiziano. 4. Se tu tocchi gli utensili nel tempio tu li profanerai. 5. Si allontanarono (= voltarono) dalla strada e stettero (= dimorarono) in un albergo fino al mattino. 6. Ella veniva al fiume ogni giorno con sua sorella per lavare i vestiti, e quando i vestiti erano stati lavati, ritornava in città. 7. Perché non hai ricevuto gli uomini che sono stati cacciati dalla città? (c) Lettura: Mosè e il roveto ardente - Parte I (Es 2,23 - 3,6) VVTsì n rd ìjn -p
^ n i^ ì a?*to
n $ ì ann a ^ n n a w a vi?i23
:np^n“p D^if^n-1?** 2nrivi$ ^rn ~m) pn^~m nnnnK'nK irn -rn $ u^rp^ T3fsi 3ani?$rn$ n'rb§ y& ^ i24
yri
Dvfrfl *qn25
-h$ *m irpan 5iriN i>&rrn$ 4:\n?si in*? V&l^ n inip? i*tìrn# nyi n?n n$m 1 :n2 in o^K n in
L e z io n e 42
289
njtpni $xa *rà n^tpn nini x m 6n3(?n
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injpn ny^-x1? sm& njn Vrjn n^an-n» nx^x*) xrm ox n&xV n$n "W'5] nJipn ■qino l'Vx xnpn nix"]1? no p mrr X“in4 '•’^n
■n&7X v)y 7 rà rmx -)#$ nìp&n r? Tp^i Vya ^ rjj
9nri9n n'p^
priy: vf?$ D^-px
Note alla lettura: 1. fttX Niphal: “gemere” 2. HVì^ un grido 3. npXi) un grido 4. }H2 Qal: “condurre, guidare” 5. Nel senso di: “al limite di” 6. H3p un cespuglio, un roveto 7. Un aggettivo passivo irregolare: “consumato” 8. “Togli” 9. “ed egli nascose” 10. “guardare”
tf?q ^
nipfl’Vxi& x V :x ^ tojp -g ^ i& xV XT
L e z io n e 43 157. Verbi Hiphil: significato I verbi Hiphil, per la maggior parte, sono i causativi delle forme Qal corri spondenti, Il segno distintivo di questa coniugazione è il prefisso h-, ma sic come tale prefisso non è presente nell’imperfetto e nel participio, per identi ficare queste forme e distinguerle dal Qal è necessario far riferimento anche al loro schema vocalico. I significati che possono essere assegnati allo Hiphil vengono raggruppati come segue: a. Causativo. Da radici i cui verbi Qal sono transitivi, il causativo può essere doppiamente transitivo, cioè con un complemento diretto e un oggetto (tradotto solitamente con un complemento di termine) cui è indirizzato il si gnificato espresso dalla radice verbale: egli fece ascoltare (qualcosa a qualcuno) egli fece ascoltare all’uomo le parole del re Più comunemente, comunque, viene espresso un solo oggetto. Se il secondo oggetto è omesso, il significato del verbo è intransitivo: ttr>Krrn$
egli fece ascoltare all’uomo
In italiano è solitamente preferibile trovare una traduzione più idiomatica, che contenga la forza del causativo ma che non richieda un ulteriore oggetto: “Egli informò (o fece sapere a) l’uomo”. Se il primo oggetto viene omesso, la nozione verbale in italiano può es sere resa al passivo: 'npTnK
egli fece ascoltare le parole del re (fece in modo che le parole del re fossero sentite)
Anche qui, può di solito essere trovata una traduzione più adatta: “Egli an nunciò (o rese pubbliche) le parole del re”. Un altro esempio con rttflO (far vedere): “irò
nìTft “1$$?
quando egli mostrò a te sulla montagna (senza complemento diretto) egli rivelerà la sua gloria (senza complemento di termine)
In t r o d u z io n e
292
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
Sono transitivi quei verbi Hiphil che provengono da verbi Qal intransitivi. A questo gruppo appartengono causativi estremamente frequenti derivati da verbi di movimento: “l^y
portare (condurre, mandare) attraverso K’Sin portare (condurre, mandare) fuori in in portare (condurre, mandare) giù n’flft portare (condurre, mandare) su IPttfn portare (condurre, mandare) indietro X’nn portare (condurre, mandare) a, verso, dentro
7T n^y 3$ X3
I verbi Hiphil da radici stative Qal spesso si sovrappongono parzialmente al Piel: 723
onorare; (rar.) rendere pesante
l^ n
$7|? *77}
santificare, consacrare far crescere; elevare; magniticare
ttf^ n ^ l^ n
rendere pesante; (rar.) onorare santificare, consacrare idem + fare grandi cose
b. Permissivo. Questo significato è strettamente correlato al significato causativo e può essere chiarito solo dal contesto. Es.: Crn^ft
nxi^l
Dio mi ha permesso di vedere an che i tuoi figli.
c. Stativo (o intransitivo). Un uso piuttosto raro dello Hiphil è quello della formazione di verbi stativi da radici che sono stative anche nel Qal: Qal
H iph il
■r ? 1?? essere bianco =ni? essere vicino essere vicino, stare per (fare qualcosa) j?rn essere lontano p^n^n allontanarsi, andare lontano Un sottogruppo di questo tipo consiste di verbi che descrivono azioni o comportamenti: 30’* essere buono3n?',n fare bene, star bene jn essere malvagiom n agire in maniera malvagia Questi verbi costituiscono un problema per la traduzione dal momento che quasi tutti possiedono anche un significato causativo transitivo: V tfr
rendere bianco
p^n^n
rimuovere, mettere via
LEZIONE 43
293
3*Hi?n presentare, offrire, avvicinare
far bene (qualcosa)
Il valore causativo è quello più frequente. d. Denominativo. Come il Piel, lo Hiphil è usato per formare verbi da radici attestate (con significati specifici) in determinati sostantivi: *|I'& orecchio T)§ sera
‘pjìjp porgere orecchio, ascoltare fare qualcosa di sera
e. Non classificato. Molti verbi Hiphil non trovano posto nella prece dente classificazione. Come nel Piel, ciò è dovuto principalmente alla nostra scarsa conoscenza di fonti scritte nella lingua dalla quale tali forme hanno tratto la loro origine per svilupparsi poi nella lingua ebraica. Es.: ni?^n 'T’Vwn
irrigare, dare da bere, abbeverare (usato come causativo di nnW) fare qualcosa al mattino presto gettare, buttar via annientare, distruggere
158. Verbi Hiphil: temi e flessione R a d ic e
Regolare l-Nun I-Gutturale I m pera tiv o
P erfetto
hismid r a higgtd TD^ri he'emid In f . C o s t r .
hasméd T’aeri hasmid *7^ri haggéd haggid 7tt^n ha'àméd 7'7?S?n ha'àmid
Im perfetto
yasmid T T yaggid T’&S?. y a àmid in f . A ssoluto
hasméd 7an haggéd 7ttS?i7 ha'àméd
I u ssivo
yasméd 111 yaggéd 7ttST ya 'àméd P a rticipio
Tfatyty} masmìd Viti maggid 7,’iOJja ma'àmid
Osservazioni: a. Il tema di base del perfetto ha il prefìsso hi- e una vocale tematica lunga, f; questa viene sostituita da a nella flessione (vedi paradigma sotto). Nel caso di radici l-Nun, ha luogo l’assimilazione della n *hingid> higgid. Nel caso di radici I-gutturale (incluso X) il prefisso è he-, con una vocale composta dopo la gutturale. b. Nel caso dell’imperfetto è solo lo schema vocalico che permette di identificare la forma verbale come un verbo Hiphil. Si osservi di
I n t r o d u z io n e
294
c.
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
nuovo la comparsa della vocale composta nel caso di radici I-gutturale. L'imperfetto breve (iussivo) ha è come vocale tematica, Il prefisso h- appare anche nell’imperativo e negli infiniti, che tutta via hanno vocali tematiche diverse. Il participio, come quello delle coniugazioni Piel/Pual, ha il prefisso m-.
P erfetto
7 ^n
n ró tfn
I m perfetto
Vfì\p*_ yasmid T w n tasmid T»atfta tasmid tasm idi ’asmid -
s
-
IUSSIVO 7b$n «
COORTATIVO
i
-
rrrótfw
I m pera tiv o
INF. COSTR.
In f . a ss .
hismid hismidah hismàdta hismadt hismàdti
7’au^n i ■
—
7&tfn -
j
—
P articipio
nl'aifto
yasmèd tasméd
I
*V
A I A
hismidu
ìrjótfn
hismadtem hismadten hismàdnu
yasmidu lasmèdnàh tasmidù tasmédnàh T*at^3 nasmid 7»^*1 7atfro ■* i
- —
wayyasméd wattasmèd
’asmidàh
nasmidàh
hasméd hasmidi
hasmidù hasmédnàh
hasmid hasmidi hasmiddica
ecc.
hasmèd masmid masmidàh
n i7 ^ ^
masmidim masmidót
I paradigmi di 7^71 e di sono identici a quello appena esposto. Neirimparare il paradigma dello Hiphil, il lettore dovrebbe fare attenzione alle sostituzioni vocaliche (perfetto: t —>a\ imperfetto: i —>è) e al fatto che la vocale tematica è non ricorre in sillabe aperte, mentre i ricorre in tutte le
L e z io n e 43
295
sillabe tematiche aperte e in tutte le sillabe finali eccetto quelle dello iussivo, dell’imperativo e dell’infinito assoluto. Una particolarità deve essere menzionata riguardo al perfetto di e di altri yerbi Hiphil formati da radici I-gutturali. Quando usata in una sequenza al futuro, la forma invertita, con l’abituale spostamento d’accento, presenta a nella sillaba del prefisso: e tu crederai e io crederò Una rara forma alternativa per
è
159. Vocabolario 43 I seguenti verbi Hiphil sono derivati da radici che sono state già incontrate in questo testo. Si presti molta attenzione ai loro significati, i quali non sono del tutto prevedibili a partire da quelli delle radici già note. distruggere, uccidere (13N) credere, fidarsi (p$U) magnificare, fare grande (b’ia) condurre (portare) attraverso, far passare, far attraver sare porre, stabilire, istituire, costituire 3‘npn presentare, offrire, avvicinare T3JH far ricordare o far sì che sia ricordato; richiamare il ri cordo; menzionare afferrare, impadronirsi (pTH) portare vicino, awvicinare ($!□) TSn porre, mettere, stabilire (32£3) EP3H hìbbìt ra n
higgid
hissil TOH hissig T
Tfltpn
•
f f A>—
histir niqràh
(radice D33) guardare (a: ^V); guardare a (+ ogg. dir.) (radice "HI) raccontare, riferire (qualcosa) (a :1?) (radice ^Sl) salvare, liberare (radice ^t2/J) giungere, anivare a, raggiun gere (radice "ino) nascondersi, nascondere (tr.) (impf. rt"].ìp?) trovarsi, venire incontro, pre sentarsi (+ *7V, 3)
I n t r o d u z io n e
296
«Ti?? S o sta n tiv i :
nVn hàlàh UP7 dabas T
T
zéker
nix
ot “IT7 dór
A g g ettiv o :
^T
ràhàb
a l l ' e b r a ic o b ib l ic o
(impf. X“1jP7) trovarsi, venire incontro, pre sentarsi (+ Vn;, Vy, ?) (costr. irreg. nVc]; senza, pi.) latte miele (con suffisso p^T; senza pi.) ricordo, me moriale (pi. -0/) segno, presagio (pi. -im 0 -ót) generazione, periodo corri spondente di tempo largo, spazioso
N ota
I verbi Hiphil da radici il cui Qal è sconosciuto o poco usato hanno spesso un Niphal corrispondente; in aggiunta a IH} e ttfìQ si considerino anche nissal
“lflp} nistar
essere liberato
nascondersi
Esercizi (a) Traduci:
.o w n nnna anx rip^n*) xinn 2 mnp on^xy ra 3 .nVfh
□nn^rrVrni* iV n ’fci
4
Vii* Vip? ’n’i . 0 3 1 dt p CT n;ni ,nyy% on'x znpn in^n-n^ on'x .nsrón oj Kini i7}rn$ nj^ffl^i
5 6 7 8
nVi
nV?Vi d&V> ^i7j?n Vn^x 9 .ns n $ | 3 ^ #x dVrj "xnn $x njjpx io .njn Dip$Tn$ iV ^ - p non^n-n^ nppn-Vx 11 .nifi)) ì x ^ h s o ^ ^ n -n ì$ inpni
.irVx riV# .u r n p ^
12
ninixirnx ufix .in t o &h nurns V ^
vx p i irrr'x unx m;pT- p iV“ian
.njn Viìan spisi "p^Vy nnx in x .nntfn lyó1? ^ “p r 1V$ nVn^-n^ ^
13 14 15
16 17
L e z io n e 43
297
(b) Scrivi in ebraico: 1. La serva si nascose vicino al pozzo. 2. Raggiungilo e digli che stiamo ritornando alla nostra città. 3. Non fummo capaci di liberarli. 4. Guarda verso le montagne e dimmi cosa vedi lì. 5. Egli collocherà i suoi uomini presso la strada. 6. L ’uomo che ti incontrerà ti dirà il luogo in cui mi sono nascosto. 7. Perché sei venuto a distruggerci? 8. Egli nascose il denaro così che nessuno poteva trovarlo. (c) Lettura: Mosè e il roveto ardente - Parte II (Es 3,7-15) ‘W
l rrto T m r r
im h 1
nnn-jì rnto
Ninn riNn-p 5in^s?n^ Dnya ra tini8 ■ ’inni T!??! 1-TO1 7*,rìnn']aip^x ufriì 6ro? Vn^n-ntj n x à ‘pioty?-»:# nps^ n a n rìm)9
D^tf? nnya
: n rTi x
:□?*$&& u xraix ^
^y -n x 10x^ini rtìn?-1?*} n'yi?"1?^ l^x ^ ’o ìx ’&
10 num ‘
o y n - n x 13^ ^ ^ i n ^ i 1V t ì W
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^
n ir r
^ x n tfr
■>33-'?$ “ ì a x 'r r r D
16:T[ yt1? n?T nyi o^ìy1? ’aw-nj: dd1^ Note alla lettura: 1. Hpy^ grido 2. t a costringere, opprimere 3. 3Npa sofferenza, pena 4. Il suffisso -ó è un pronome oggetto.
n u te r^ x
it o
n D N 'h 15
npy: ’rfrxi pnv? vfrs ornax
298
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
5. “farlo (farli) salire” 6. UT scorrere 7. Gli ittiti, gli amorrei, i perizziti, gli evei e Ì gebusei; nomi di popoli che occupavano la Palestina a quel tempo, 8. f H1? oppressione; f n1? opprimere 9. = T|rm rftrà i 10. “affinché tu faccia uscire” 11. “e io farò uscire” 12. = TitfN 13. inf. costr. di far uscire 14. - ™ rhut 15. Una frase oscura, non pienamente compresa nel suo significato. 16. “per sempre”; un uso idiomatico della ripetizione per espressioni che denotano durata. •
— T
L e z io n e 44 160. Verbi Hiphil: temi e flessione (cont.) R a d ic e
p e r fe t t o
Ili-gutturale lll-Aleph
X ^H
im per fetto
I u ssivo
8SZR
Im per a tiv o
In f . C o s t r .
P articipio
K ^n
x^&n
x^&
Osservazioni: una gutturale (diversa da X) come terza consonante radicale incide solo su quelle forme che hanno è nella sillaba tematica finale della corrispondente forma non gutturale. E così, nell’imperfetto (femminile plu rale), nello iussivo e nell’imperativo, questa è sostituita da a. Per il resto il paradigma è come quello di eccetto che per il patah furtivo con la fi nale gutturale: 5pl!D^\ I m perfetto
Iu ssivo
TW -
w yi
—
nayó^Fi
I m pera tiv o
—
—
I verbi Hiphil da radici lìI-Aleph hanno è ( ) nel perfetto davanti a desi nenze che iniziano con una consonante: riNittn (così come il Niphal riX&pJ, il Piel AX’pO e il Pual fiN1?®. Tutte le altre forme sono uguali a quelle di eccetto il femminile plurale delPimperfetto, dove troviamo il solito ~é(’) nàh:
P er fetto
I m perfetto
Im pera tiv o
x^n
x'szv
xxan
nxrfon rixizpn
— ruxjiori
ìx^an
Il verbo X^QD combina le caratteristiche dei verbi I-gutturale e lll-Aleph.
300
I n t r o d u z io n e
a l l ’ e b r a ic o b ib l ic o
161. Approfondimenti sui numerali a. Le decine. A parte il numero venti, che è espresso dalla forma plu rale di dieci, vale a dire O’HttW, le decine sono i plurali delle unità corrispon denti: .
trenta quaranta CPWQQ cinquanta sessanta
□'’#)$ .
settanta ottanta novanta
Tali forme possono essere usate sia con un sostantivo singolare (l’uso più comune) o con un sostantivo plurale: oppure
trenta uomini
Possono anche essere usate come ordinali: nel quarantesimo anno. b. Le frazioni sono scarsamente attestate. Il termine per metà O^p) non ha relazione con il numero due. Mentre un quarto è o SD4); un quinto è c. In aggiunta alla serie regolare di ordinali (*p$N"l, 'M , ecc.) c’è un secondo tipo attestato solo per tlW (terzo) e VT) (quarto). A giudicare dal loro uso limitato, questi sono usati più come sostantivi che come agget tivi: “ciò che riguarda il terzo”, ecc. d. I moltiplicativi avverbiali sono di solito espressi con D3?è (una volta), (due volte), DOT*? w W (tre volte), ecc., ma sono attestate anche le forme (settuplo), D?J-iy|T|N (quadruplo). e. La maggior parte delle unità hanno dei verbi corrispondenti (di solito Piel) che presentano significati piuttosto variegati: “fare qualcosa x volte; di videre in x parti; fare qualcosa per la n-ma volta”. Così, ripetere, fare di nuovo dividere in tre parti in*] essere quadrato; [Ì73"!] squadrare, e similmente per gli altri. 162. Vocabolario 44 VERBI:
far sentire; annunciare, proclamare far trovare; porgere (= far trovare)
L e z io n e 4 4
S o sta n tiv i :
ALTRO:
301
frppflp far peccare; indurre al peccato r i^ r i far prosperare; prosperare gettare T’fòttfn distruggere T18P allungare (tr.); essere lungo (intr.) J13T (n3J?) sacrificare 33$ (33P) rubare (n ^ l1) uccidere (con o senza intenzione o pre meditazione) ntttt (pi. -ót) bastone, verga; tribù *15 (con suff. ‘’DS; du. 0?é3; pi. -ót) palmo o incavo della mano; pianta del piede IH (aw.) se, un sinonimo di mn
Esercizi (a) Traduci: .iit v .qpi^-ny: mm .nn'K T’tt^nVì D'-a^n-n» P’tqnV in'K v r à
."lisa oynapn# D ^ n
.in'KUKÓflD’O ÌUty Vìia
i 2 3
4
5
.^ n ''W'm mrr
6
. n a r ^ □yn"x73"n« ìsróipn
7
.liti' in'KV?i?$ni i3
^
.njn n-HMpn nyn~r\$ Vsk
8
9 io
.^ T n K K^qn-^K nnpn na1?
11
.D^n-ny; m i) ti?
12
.nimVn-ni< 3]} •>» .Dja^rrn^ Tp>#n .□3vf7$ mm'nìj tfyd) .urr'K mpn-^y iKipn '#'•? in'K K r n r à ÌWK'l_nK 03?1 Vlj? .•■n^K niK ni
13 14 15 16 17 18
.in'K n s ^ ì in .□ w n nivnN:
dì?
19
20
In t r o d u z io n e
302
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
(b) Traduci oralmente in ebraico: 1. 50 pesci 2. 20 tavolette 3. 30 pietre 4. 40 giorni e 40 notti 5. 50 uomini giusti 6. 90 vesti 7. metà del latte (c) Scrivi in ebraico: 1. E quando egli ebbe proclamato i comandamenti del Signore, partì da mezzo a loro. 2. E quando essi distruggeranno questa città, tu sarai ucciso con gli abi tanti rimanenti. 3. E quando essi gli dissero deir esercito dei nemici, si sciolse in lui il suo cuore e fuggì di fronte a loro. 4. Ora che il Signore ti ha reso prospero, lascia il tuo posto e vieni con noi per essere nostro re. 5. È cattivo rubare e uccidere in questo modo. (d) Lettura: Messaggio agli anziani d’Israele (Es 3,16 - 4,5) ’rfrg ’bx n iju ny’rùìj ’rftìj nin1 nn’^ :D r $ a ?
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33
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L e z io n e 4 4
303
:n$a Tgn u n-ia mrr> rVx “W V ;v b » n#a dpi tonfi ’nn nrifc 13i n 5 ^ ì nx-jS ^ n i ^ n i^ h V
Note alla lettura: 1. “Io vi farò salire” 2. Gli ittiti, gli amorrei, i perizziti, gli evei e i gebusei. 3. 3T scorrere 4. “un cammino (di tre giorni)” 5. inf. costr. “regolare” di 6. “se non per una dimostrazione di forza” 7. “e io colpirò” 8. □ì?v1 vuoto (aw.) 9. “dalla sua vicina”; forma femminile di ]3to 10. (Piel): saccheggiare, spogliare 11. = ni Hfr T
12. - irte 'rfltoTl 13. = irte ìfetjh 14. 2ÌÌ coda 15. La proposizione finale si adatta solo vagamente ai versi precedenti. TT
L e z io n e 45
163. Verbi Hiphil: temi e flessione (cont.)
Nel caso di radici l-Yodh (originariamente I-Waw) il verbo Hiphil subisce la stessa contrazione in ó che si è già rilevata nel caso del Niphal. P erfetto
Im pf .
Iu ssiv o
Im p t v .
thìh
t i /p
T iW r jl h
*nin
In f .C o st r . P articipio
rii n
rito (portare giù)
La flessione è del tutto regolare: la sillaba con ó rimane sempre inalterata, e la sillaba tematica finale è sottoposta ai cambiamenti rilevati nel paradigma di Poiché la sillaba del prefisso è aperta, l’accento dell’imperfetto invertito è di norma ritratto, con il cambiamento è —>e: I verbi seguenti combinano diverse peculiarità della flessione: (a) I-Yodh e Ili-gutturale: P erfetto
sriin
Im p f .
S7H11
Iussivo
iny / vivi
Im p t v .
inin
In f . C o st r . P articipio
$Hln
snis (far sapere)
Wv / ytflh rov /
mpin
srtfln
y^ ia (salvare, liberare)
npin
trpin
rpp1&
(rimproverare, riprovare) (b)
l-Yodh e \ll-Aleph:
P erfetto
R’sìn
Im pf .
Iu s siv o
Im p t v .
*0£in
In f . C o st r . P articipio
x^in
wsto (far uscire)
Il verbo Hiphil che corrisponde al Qal ‘n'pn è Ti^irr; tale forma è come se pro venisse dalla radice "1^. I pochi verbi ebraici che provengono da radici originariamente l-Yodh hanno la forma Hiphil y'WT} (trattar bene; radice HD*1). La è non è riducibile e la flessione risulta interamente regolare.
306
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
164.1 numeri da 11 a 19
I numeri da 11 a 19 sono formati aggiungendo le unità corrispondenti da vanti alla parola che sta per “dieci”, la quale ha forme particolari che differi scono da quelle già imparate: maschile
femminile
nfry 7nx itoy ’ntfy
undici dodici
T
tredici quattordici quindici sedici diciassette diciotto diciannove
T
U'Iti •«
1
n$y ntfty nfry nyViK
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nntoy nnx nntoy ^ y nityy Drntf nnti?y w ni$y Tityy y^iH ni$ y ufàrj nityy n"i#y y?^ m $y n#># nntyy vwri «
i
v
*•
T
Così come avviene per le decine (§161 a), con i numeri da 11 a 19 si asso ciano sia sostantivi singolari che sostantivi plurali. I sostantivi che ricorrono frequentemente airintemo di liste o elenchi, come ad esempio U^X, n3$, D1\ $33 (nel significato di “persona”) e (tribù) sono di solito al singolare: tt^X ityV n$ftt] $33
quindici uomini 15 persone (si ricordi che $$3 è femminile)
Con altri sostantivi viene usato normalmente il plurale. 165. Vocabolario 45 V e r b i:
rr$in far abitare; stabilire (qualcuno in un posto) (cfr. ’
THin far scendere (condurre, portare giù) (cfr. 7T) T’Vin procreare, generare (cfr. 7^) ST7Ìri far sapere; insegnare (a qualcuno); dichiarare o proclamare (qualcosa) (cfr. yT) X^in far uscire (condurre, portare fuori; cfr. X^) ìpVin far camminare; condurre, guidare (cfr. Tf?n) rppin fare ancora; continuare a fare qualcosa, aggiun-
L e z io n e 45
307
gere. Due costruzioni sono frequenti: DÌ2Ò f^pin egli digiunò ancora, egli continuò a digiunare □^1 ^Qin egli digiunò ancora, egli continuò a digiunare In ebraico, nella seconda espressione i verbi sono sempli cemente coordinati. Il verbo può anche avere il significato di “aggiungere” ma la traduzione opportuna dipende dal contesto: H3U? rntpy W&tj Io aggiungerò quindici anni ai tuoi giorni. nDÓiri Sei più saggio di quanto si reputi che tu TOÓW sia- (lett.: Tu hai aggiunto saggezza alla voce/notizia che io ho sentito.) Si osservi anche l’espressione (esclamatoria, assertiva): rypi1 riD*! mrp ria Così faccia il Signore a me e così ag giunga (se ciò è vero / se ciò non è vero). SPUnn salvare, liberare rpzrin rimproverare, riprovare; decidere X3p essere geloso di ("nx o 3 + persona); essere ze lante per (*?) SOSTANTIVI:vpg (pi. irreg. D^’OD) idolo, immagine VX (pi. -im) dio; Dio (con o senza articolo) Xl$ vuoto, vanità; invano, per niente la (pi. -im) esule, residente straniero ~)W capo di bestiame (un singolare che corrisponde al collettivo “lf?3) ALTRI:Vyàa (avv.) sopra; + ^ (= prep.) nn^Jp (avv.) sotto; + (= prep.) Esercizi (a) Traduci; .vìb nix? Tp’jin D ^ ix rrn s i
:r# ln □■’ytf-ft-nx
.vbx ^x^ìp? ,l?ip) yny x'Vj ^ ■gii? '•nx ip^in .ddbv 7pp nm ^2™ TPix .onn D’M ww nix^Dan-nxi ninxn_ns; ™ snih .iraya n f e unx x^ian xin D’n'^ pj7"7y vqx dhrm nato Y^ni 1^1*1
1 2
3 4 5 6
I n t r o d u z io n e
308
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
v p irr^ i V2$~m ~r\v\ .già? m x ni|?Di mn1 v m r i g i r i .qd1]^ nxB0"*?V n'oix iò .□3 D n ^ n -n ^ tj^ x n i n r a nop-nx .njn □’Tptjn rraa ’nx ita in i nV^5_l?H: ’nx n ^ìT ! igp n a y xa ri^Vl .navriN Dfiya$ ^ x^
.sin i^tP aii?» ’? ^ n n xi3> DHarrns inrr^H .T y ^ x Qn'K ai?!ì w'N itoy “in^i .rp ir^ a irix un« □;?’3$ ■o vnx irix ix3|?i .^liriTiK n$? ynix ’P niyjp1? to’óin x'1? .n$*>x nia nqx nrix ana*? tffòì tf?
7 8 9 io 11 1?12
13 14 15 16 17
(b) Scrivi in ebraico: 1. Egli generò diciassette figli durante la sua vita. 2. Essi fecero abitare il popolo in dodici piccole città vicino al grande fiume. 3. Noi profanammo il loro luogo sacro e portammo fuori quindici grandi pietre che essi avevano messo lì. 4. Quando egli vide la fiamma del fuoco, corse fuori dalla casa senza i suoi vestiti e le scarpe (= perifrasi: “e i suoi vestiti e le scarpe non [erano] con lui”). 5. Ora che i miei giorni sulla terra sono finiti, ti affido queste diociotto persone così che tu possa essere per loro un aiuto e un conforto. 6. E dopo queste cose egli lasciò la casa di suo suocero e partì con que sto popolo come uno straniero in mezzo a loro. (c) Lettura: I dieci comandamenti (Es 20,1-17)
limi n*>Kn □'n^rrVs nx cprfrft H37?i1 m a nnya
VflNSin
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i r ^ y nnn$ Dvf?ì$ cràs
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L e z io n e 45
309
itqtjf? i
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ip y qéiir^zrt nm n3*òft_ì?3 ntwtrtf? Tp#V$ mrr1? na# v?#D a v i10 :T*W a
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nna!i Q B n ^ -^ rn si cprrns n § 3 "n$l a?£#n"n$ mrr nwy D ^ -n W rs11 nstén nlm $ mrr 113 i?_1?j? T ? #n dì9? ini mrr iy§ nm^n^y irò1?^éK’ nx'i ti^x-dk 7 :nxin iò 13 l3: i ^ n nV 4 :ii}ri k1? 15 :i|7# 15iy ^ y p l4ft}i[jnfr“
7#$ Vdi in b rji ì i w ) in?y® i73i?ì i v i
Note alla lettura:
ib^n-K 1'? i f i nrn ‘S b irri K1?17
.
1. = qn'K ™ $ in ' 2. Un sostantivo plurale usato come un astratto: “schiavitù”. 3. nm ri “immagine, rappresentazione” 4. “Non ti prostrerari” 5. =Dn‘K7‘3S?n 6. K|i? (agg.) “geloso” 7. Vedi § 16le. 8. “migliaia/mille” 9. Nfett qui = “pronunciare” (probabilmente in un giuramento); Hi?} discolpare, considerare innocente 10. Il suffisso è oggettivo. 11. “Si riposò” 12. = in'K $7|?n 13. 1K3 “commettere adulterio” 14. 3 njV ‘‘testimoniare contro; portare come testimonianza contro” 15. 7V “testimone”
“falsità”
16. 7ttn “desiderare ardentemente, bramare” -
T
7
L e z io n e 46
166. Verbi Hiphil: temi e flessione (cont.)
I temi dei verbi Hiphil da radici III-He si presentano come segue: R a d ic e
P erfetto
III -Hé Anche I-gutt. Anche l-Yodh Anche \-Nirn
Im p e r f e t t o
iu s s iv o
n?T rnin n sn
r\ y_
i:
I m p e r a t iv o
Inf , C o s t r u t t o ni3"in n i^ n ninin nisn
P a r t ic ip io
T
*
n ? in
m in n?n
n1? ^ niio
Osservazioni: si noti che la vocale lunga ?, caratteristica dei verbi Hiphil, non è presente nelle forme suddette. Le desinenze tematiche e le loro flessioni sono praticamente uguali a quelle apprese per le radici III -He da tutte le altre coniugazioni (cfr. H33 - Qal, HpJ - Niphal, n^V - Piel); soltanto l’inizio della forma verbale la contraddistingue chiaramente come un verbo Hiphil. Il paradigma è indicato sotto in forma abbreviata a causa delle similarità con altri verbi già presi in considerazione. Si osservi che nel perfetto la vo cale tematica davanti ai suffissi che iniziano per consonante può essere e o i: P erfetto
I m per fetto
I m pera tivo
n-n? ra is ecc.
m in ecc.
In f. C o s t r u t t o In f . A sso lu to PARTICTPIO
I
verbi
n"jin e
n ir ] n , rm in H3"|D
>
n3")&
$ □ ''31»
ecc. n i 3 “i&
rappresentano combinazioni di diversi tipi di ra
dici. La loro flessione è come quella di r p “]n.
I n t r o d u z io n e
312
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
Le forme dello iussivo, come quelle dei verbi Qal di radici III-He, per dono la vocale tematica finale (-eh) e presentano la risultante vocale deri vata: yarbeh > *yarb > yéreb. I verbi Hiphil, allora, si distinguono dai verbi Qal solo perché presentano é e non i o é nella prima sillaba della forma iussiva (e invertita): Qal
H iphil
pfl ed egli costruì TIFI! ed esso (f.) si moltiplicò
p jl ed egli fece costruire ed esso (f.) fece moltiplicare/ aumentò
Quando la radice è anche I-gutturale, non c’è alcuna differenza: Vyh
Q a l:
ed egli salì
oppure
H ip h il:
ed egli fece salire
Si osservi che nella forma iussiva di nsn (radice HD3) la forma attesa *yakk (< yakkeh) diventa yak a causa della perdita regolare del raddoppiamento alla fine di parola. Si metta a confronto con il verbo Qal (egli stenderà), iussivo U\ A volte nel prefisso del perfetto si trova e al posto di i: •
far vedere condurre in esilio
L’infinito assoluto rQ“in (da n3“]il aumentare, far diventare numeroso) è comunemente usato come un avverbio “molto, assai”, a volte con l’aggiunta di 7'N£ 'pFll ed ella pianse moltissimo 167.1 numeri da 21 a 99 Poiché le decine non sono flesse secondo il genere, la combinazione di que ste con le unità (21, 22, ecc.) non è particolarmente complicata. L’unità può precedere o seguire la decina, ma concorda nel genere con il sostantivo cui si riferisce, che è solitamente al singolare. ìn$l «PN
oppure oppure
inx
$55 $$*)
21 uomini 32 uomini 43 donne 56 persone
L e z io n e 46
313
Se l'elemento che viene contato è collocato davanti al numerale, esso può presentarsi al plurale: 31 uomini
168. Vocabolario 46 VERBI:
HKiD far vedere; mostrare (cfr. ni^n) nsn colpire, percuotere, uccidere (radice HDJ) min rendere grazie. Nell’imperfetto la h è a volte rite nuta in maniera anomala: niin? = n iì1 (radice HT) nj?$n dare da bere a, abbeverare; usato come causativo di
nm.
min lanciare, tirare (frecce); dirigere, insegnare (radice nt ) H1?! n>Ki 7^*7 -
T
nan rlJ |H
pn
S o st a n t iv i :
33*7
condun*e (portare) su, far salire (cfr. n^V) (nVr) scoprire, rivelare; andare in esilio; ■ ’JINTifct n'pA egli mi ha informato, deportare, condurre in esilio (7Q1?’) imparare (78*??) insegnare P ? 1?) essere (diventare) numeroso; essere grande far crescere, aumentare (tr.); rendere numeroso (con suff, "PO; pi. -im) statuto (pi. -ót) statuto (pi. -im) giudizio; sentenza, verdetto di un tribunale (pi. -ót) un sinonimo di D*? cuore
Esercizi (a) Per ciascuna delle seguenti forme iussive e invertite componi prima l’imperfetto regolare corrispondente e poi il perfetto. Traduci infine tutte le forme verbali. Es.—>n3“£ —> n?“]n #1*?? ni’5 npih
ii 12 13 14 15
yn*
6 7 8 9 10
201 TP sni®! Pt
i 2 3 4 5
I n t r o d u z io n e
314
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
(b) Traduci: irto in'N Jhrjnì n^anTt» .ftpn n'iw'i ,mrr nio , W t i 8 iz^a ,V? n ln .DJN'rnN nip^n i v ^ wa .itf’ni :m n iT fe’n s aans Tinini .•jyp '& rn $ n ^ n nriKi ttfa "rnx ni1 x ^ n i$ rn $ m rn .ito wi7p p Ì7V .Vxnt^ ita:? .P’ts n ^$ i Ti?0'n$ ™ ^ .irix nr)*? “ian~n$ n ^ n y m .*i4 ^ T l ? onH n r i ^ l .Dyn-|0 ^ n rin -m i n o n ^ n - p av? D3 .«■t^xn tPi?tirrV3-ni$ nlt^s?'? unx 1571 .•qiin-nij onx nnin> □D'^V t^xn-rn* .mn'-nij nin?*? n iftì .pilli Vi™ Qy> n^rii n $ * W* n?“lB .□avf?8 m r r - ^ m ^ i c q h ^ x i □555'? wii?l .cri?» n f e □ yrùtr*1# n1? ^ nw$i n$zrn$ nwy -1#$ mrr ,nj?1rn nr*?i5 Q?Wvi? ’gip’H i# *7j}i
i
2 3 4 5 6 7 8 ^ io 11 12 13 14 15 16 17 18 19
(c) Scrivi in ebraico: 1. Renderò grazie al Signore. 2. Essi ci condussero in esilio. 3. Insegnami affinché io possa conoscere le tue (m. s.) molte meravi glie. 4. Liberaci dalle mani dei nostri nemici. 5. Quando egli ascolterà (riguardo) questa cosa, sarà geloso. 6. Tu hai servito loro invano, perché essi non ti daranno aiuto. 7. Il Signore riproverà il suo popolo. (d) Lettura: Precetti deuteronomici (Dt 6,1-9)
n*<2 nitos?1?
f#1?1?
^ r r ni?
□■’tpstftàni Q,)i?03 n i^ n m i]1 na$ onay Dtfx *1#$
ri-RK 2m$ iì} p ì x
v n p i r ^ - n s i b ^ 1? y t? 7§ m r r - n g x tp » iv a 1? 2
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ivéVn t ! d ^ Va ^ r p ì ^31
L e z io n e 46
mrr
315
Tnìj ìgin 3i ^ i ^ ao«
137
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:TO ?’ W lftn Ili?
^ 3 ? TO>? °? $"I3TI V & 1? 6a ^ l 7 :Tj>y i’3 8risrio'7 vrii ^ 'ra nix1? 7a n i^ p i8 T|$’2 9niTT2j-17V Dn^nyi9
Note alla lettura: 1. Il suffisso è oggettivo. 2. 3. Entrambi gli sono usati come relativi composti: “ciò che.. .e ciò per cui...” 4. Il sintagma “una terra dove scorre...” è collegato piuttosto debol mente a ciò che lo precede. 5. qui è un sostantivo: “forza”. 6. “Tu li insegnerai” i rr
7.
=Dgfc$-|tfj?|
8. “bande per la fronte, filatteri” 9. nj1T?p “stipite”
L e z io n e 47
169. Verbi Hiphil: temi e flessione (cont.)
La distinzione operata nel Qal tra radici ll-Waw (Dlp?) e WYodh (□‘’tZT) non viene mantenuta nei verbi Hiphil derivati dalle medesime radici. Le forme date per □'’pn (dalla radice di Dp) costituiscono il modello di riferimento. Ra d ic e
Vuoti (II-Waw/Yodh) Anche III-gutt Anche III -Aleph
P erfetto
I m perfetto
x'nn
Q’ì?: rrr ÌTT
I m perativo
In f . C o s t r .
m mn «3Ci
crì?n mn
—
*T
Iussivo ni?: nr -T
x:r> T
• i
-
P a r tic ipio
• T
x-an •
xra»
T
Si osservi che il participio presenta la stessa vocale nel prefisso del perfetto. Ciò si trova in contrasto con tutti gli altri verbi Hiphil studiati finora. La pre senza di una gutturale (diversa da X) nell’ultima posizione della radice pro duce lo stesso effetto che ha in Per X’OH si faccia il paragone con Nella flessione del perfetto ci sono due distinti paradigmi, uno con la vo cale di collegamento -6- e uno senza:
n
I ì^ p n n ^pn nifrprj nizrprj '‘rii^prj
□ni&VP n IóV lJ
Q^pn n ^pn Wì?n w ro
ì&'i?n
TOi?rj ^ [? n
Il paradigma I è di gran lunga il più frequente. Il verbo molto diffuso X^n (portare; radice XU) è di solito flesso secondo il paradigma II: X’q n, nx'àn, nx?n> ecc.
318
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
L’imperfetto e le forme rimanenti seguono un unico modello di flessione; si noti la ritrazione delFaccento e la sostituzione della vocale nel perfetto in vertito: IMPERFETTO
EPR n^n
IUSSIVO
Wj?; nrfrpj? i^pri nrfrpi? D’PJ
a^n
^ p ri a ’px
INF. COSTRUTTO
D ^,
INF. ASSOLUTO
apri
P a r tic ipio
Di?; n\?n
IMPERATIVO
Ql?h aprii
^ i? n yp fo
™ ecc.
o ’po, n^pz?, □1tì, p ^ 5 n i ^ p ?
170. Uso idiomatico di ìf?n Nell’esempio : (a) ViDN:]
Ed egli camminava mangiando.
l’infinito assoluto di TjiVn è usato secondo la costruzione presentata nel §129 e può essere considerato come un supplemento al verbo principale della pro posizione, cui è affine. Ma in (b) niWI S|V?n DTO ^$*1 E le acque si ritirarono gradualmente. (Gn 8,3) l’uso idiomatico di T]iVn è evidente, dal momento che una traduzione lette rale è impossibile. Più esplicitamente, se il primo dei due infiniti assoluti nella costruzione di sopra è si ha una sfumatura di azione continuata o graduale. Strettamente legato a quanto indicato sopra è l’uso analogo del participio ^Vn; l’espressione idiomatica di base è: un secondo participio soggetto
+
?|7n
+ un aggettivo
(c) IVfO) -qVn (d)
II mare si faceva sempre più tempestoso.
T]Vn Tlì Davide diventava sempre più importante.
L e z io n e 47
319
Ora, nei trasformare una proposizione con participio in una proposizione verbale, il risultato è (per tempi al passato): L’uomo sta andando.
L ’uomo andò.
Applichiamo la stessa trasformazione alle espressioni citate in (c) e (d), con l’esito che segue: (e) “TÌS7D*]
CPH
II mare si fece sempre più tempestoso. SI
(f) *717^1
in
Davide diventò sempre più importante.
Il verbo viene considerato come verbo principale ed è ripreso come infi nito assoluto, secondo il modello presentato in (b), per esprimere l’idea della continuità. Ma nonostante (e) ed (f) siano costruite secondo il modello (b), il loro significato può essere ricavato solo grazie alla conoscenza delle espres sioni idiomatiche del tipo (c) e (d): “il mare divenne...” e non “il mare andò.. “David divenne.. e non “David andò,. Come ulteriore esempio si consideri la seguente proposizione: (g)
Tjftn
1? Tftél
(cfr. Gdc 4,24)
Presumendo però la costruzione idiomatica di base: g. * i»i?
n$i?i n # i ’JSitpr’B T
la traduzione ovvia (e corretta) di (g) è “La forza degli israeliti divenne sem pre più intensa contro il re di Canaan”, Queste costruzioni, sebbene non siano frequenti, possono diventare pro blematiche quando non comprese correttamente. 171. Vocabolario 47 Ve r b i:
rqi
(HJJ?) prostituirsi; agire in maniera impudica. nlT
una prostituta. IHtì OHtì?) affrettarsi; l’inf. ass. è usato come av verbio: presto, velocemente. Oh??) disporre, mettere in ordine; schierarsi (in assetto da guerra). □nO!? (Ont© distruggere, sterminare (spesso come un atto religioso di interdizione)
I n t r o d u z io n e
320
a l l ’ e b r a ic o b ib l ic o
ppri r? n
(VP?) approntare, preparare; stabilire (cfr. 7ÌD3). (r?:) percepire, considerare, capire, compren dere; far capire (cfr. HP3). TOH (Tp?) rimuovere, portar via, distogliere (tr.) (cfr.
S o s ta n tiv i: N omi P r o pr i :
m (Dir) riposare, stabilirsi. Esistono due verbi Hiphil imparentati con questo verbo Qal: (1) ITIin (n*T) far riposare, dare riposo, mettere a riposo; (2) rP3H (trìP) mettere giù, depositare, lasciare solo. DH (DII") essere alto, elevato, innalzato; Q'Hn (D’’T ) sollevare, alzare. ZTttfn (n^?) riportare, far tornare, portare (condurre) indietro (cfr. 3$) (K ^ ) far venire, portare (cfr. N2) ty (con suff. pi. -ót) tetto 1U"|3 y$1n?
Giosuè, figlio di Nun.
ìn"l^ Gerico, un'importante città nella bassa valle del Giordano. □*>13$ un sito non identificato dall’altra parte del Gior dano rispetto a Gerico, dove gli israeliti si ac camparono prima di attraversare il fiume. 3n*] Rahab, una prostituta di Gerico. •j'rpQ Sicon, un re di Chesbon (a est del Giordano), il quale, insieme a Og, re di Basan, fu scofitto dagli israeliti nel loro passaggio alla terra di Canaan. Aìj? Og (vedi Sicon sopra). Esercizi (a) Traduci:
orni .u’J mn .n ^ n - n t* lan n □,,p7i nan r? nrja
6 7 8 9 10
.nun In'K xnn inx mn ,inV$n byn iris ìTón uva ■>*?ìrpn .nb nDp*nK inin T **
T
(b) Volgi al negativo ciascuna delle frasi che nell’esercizio (a) sono all’imperativo: Es. mn ìriN (XZtfì)
L e z io n e 47
321
(c) Traduci: 6
.'Tiq^-nìs 71 x 33
7
. n ^ - n i * n ’ón
•iT T x n n y -n x
8
.“inan nDtp-Vy n ^ n - n x tiy ty
9
.ù^7 rp in “nx ’n iì’pr) .o ^ sn b'S'k nn-Trrnx urnn
. r a i ì ? 1? rq q a
10
.trptin ’- p r n x fa n
.•p x i ’M p -n x ’rn z n n
•
*• -
V
«*
T T *“
V
I — •
(d) Converti ciascuna delle frasi in (c) in una forma sequenziale: Es. TimzrnR x^xi. •
T I
•
V
■ T T
(e) Traduci: Mq? Tpn mn'* .Dnnìj nqN uj ^ w a# x1? d m d w ^ x mi ,najan rinfo nb’x .^ x 3$i v?; vryia nyn n$“i? .nyn tiv \ inòfcrris ia n rp u ^ sr^ x unx y m x1? v m ,|rito-ni<,j '’fiiptrnx ’n n ijr n s n a $ i crv$13 llt*? n ió .o ^ n nfni n ^ n Kinn *>3 m y w p ii rari tx .^ipa x^i ■’nxsrnx wgn & x'^i wx'*i ^n‘K im i ayn ^ina ^ ’nión.r) i¥? «
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/ri? }
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p i nìfrsj1? ìdd1?"*?^ nqx Tf?n ‘i$$i t im ™ nyi X'aa
T
-
-
in
^l’n qx riD ^n ^nixi .
1 2 3 4 5 6 7 8 9 io
viO wyrn W i y Tpìqx
(f) Traduci in ebraico: 1. Egli darà riposo al suo popolo quando li avrà fatti stabilire nella nuova città. 2. lo li portai nel posto che avevo preparato per loro e li lasciai lì. 3. Dove hanno gli uomini preparato l’accampamento? 4. Io verrò (usa ^H ) con te e ti darò riposo. 5. Non alzare la tua voce affinché non ci sentano e vengano ad ucci derci. 6. Come egli ci ha condotti in esilio, così egli ci riporterà indietro. 7. Egli ci insegnerà molti canti nuovi affinché possiamo rendere grazie al Signore.
322
I n t r o d u z io n e
a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
(g) Lettura: Rahab e le Spie - Parte I (Gs 2,1-11) ■nx ix i to'?
’toi.ó ùtyix} d ^ x
d’w n ' p
nrn natoì niiì nwx ri1? T ife rà
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y#in? rfpt^i1 ìd ^ I
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nan wà otoì? nan Tax1? irrq?
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■>3 ■qn^ ix riw s T 1?!* Q^ai]
w iln nbK1? n n r ^ innj ■qtó n ^ n 3 :ixi ixà i? “i#xrn 31a^ni ^ " n g nttfxn nprii4
yi'k'D^ìyr ìà\ cptoafcfà in a ìd*7“i
«qpT-1^*53
nró 'n y v iò
•m Q’TOni i$ n ? nì^p4? nyfn ^ i 5
4:my»fra r? a^ipK :^t*7S nV niDi^n 7n o 'W?? 6m?p9 nin^n «’n'i6 npx n*o ny&ni 9nn?v»n Vy i t o V t f nSHBB ÌD71 7 loa'TU» a f f is i
w'Jy a ^ x
g] nxn-nx
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10^
mrr inp s ‘•rivt n ^ ìft-V x i&xrn9 :oy39» n « n ' i h ^ s lon ^
orftso opnxir? Dya?» ,3«t)d- ìt ^"rw mrr 'V g l m ^ nnx uyóto V 0 nEi<fà
D',nt7^ xin
^ V 1 in^P1? i t o 16"i3$? n$x l5n»^n ,’?'?^ W 1? Qfl'tyS! I4"i#ìip_
nyrby, mrr ■»?
:nnix Bbtjt? nn liy n&|? uà?1? db*] y&^ai11 :nnn» nfer^S l
Note alla lettura: 1. Una parola difficile, che probabilmente significa “segretamente”. 2. 1DH scavare, scovare, esplorare 3. “ed ella li nascose” (152 nascondere) 4. n w m = on>< w&ri 5. n n ^ n = o rà nn>y;j 6. “ed ella li nascose” (1&U nascondere) 7. “steli di lino” lett. “lino (D^JH^D) dell’albero”. Si noti che crnt£fà è femminile 8. Spesso usato in tal modo, senza una preposizione, con il significato di “sulla strada di, verso...”.
D"$
L e z io n e 4 7
9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16.
323
“fino ai guadi” (s. “(essi) sono venuti meno” fiK segnala la proposizione con come oggetto di ÌJyÓW asciugare, prosciugare (radice lib1 cfr. n$2P) HÌO-tP il Mar Rosso; lett. “mare di giunchi”" “ciò che” Amorrei *13$ dall’altro lato, al di là j
L e z io n e 48 172. Verbi Hiphil: temi e flessione (conclusione) I verbi Hiphil da radici geminate sono coniugati secondo il paradigma che segue: R a d ice
Geminati Anche II/lII-gutt.
PF.
I m pf .
I m p f . in v .
IMPTV.
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Si osservi la diffusa (ma non costante) sostituzione di è con a nella sillaba tematica finale davanti a una gutturale. Nella flessione la è appare davanti alla gutturale ogni qual volta la forma equivalente non gutturale presenta i: P erfetto
son naón niàpq niapq 'niàpq T
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326
I n t r o d u z io n e
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Sono attestate forme irregolari, le più frequenti delle quali sono quelle con il raddoppiamento della prima consonante radicale, come DO? (per DO?). Si con fronti con quanto analogamente avviene nelle forme Qal dei verbi di queste medesime radici (§126). 173. Endiadi verbali e forme idiomatiche ad esse correlate Nella costruzione *jp;n DW?1 ed egli pianse ancora i due verbi sono semplicemente coordinati, avendo entrambi la forma richie sta dalla sequenza narrativa in cui essi ricorrono, ma per quel che concerne il significato, il primo verbo serve a qualificare il secondo e in italiano è prefe ribile tradurlo con un avverbio o un sintagma avverbiale. Questo fenomeno è conosciuto come endiadi verbale. In ebraico i verbi più frequentemente usati in questo modo sono: DW fare qualcosa di nuovo, ancora ffOin fare qualcosa di nuovo, ancora ^Kin essere disposto, fare qualcosa volentieri, volontariamente; es sere contento di fare; l’imperativo è pressoché equivalente a “per favore” “ in a fare qualcosa velocemente D ^ n fare qualcosa al mattino presto fare qualcosa molto o spesso Esempi: n$K ni?5! ornDN; E Abramo prese un’altra moglie. (Gn 25,1) TClUn “13$D D#S1 U^Nin 1*7 Ci fossimo accontentati di restare al di là del Giordano! (Gs 7,7) D$ f??1 DtfJ] Ed egli passò di nuovo la notte lì. (Gdc 19,7) nan ■’DNTlS Dfl*p1n'| Drrpai Affrettatevi a portare mio padre quaggiù. (Gn 45,13)
L e z io n e 48
327
DJjpVni
E di mattina presto ve ne andrete per la vo stra via. (Gn 19,2)
I due verbi possono presentarsi senza essere legati da alcuna congiunzione. Questa costruzione, detta asindetica, è frequente con l’imperativo, rara con forme narrative: nynj rpiiim
Pascolerò ancora il tuo gregge. (Gn 30,31) Coricati di nuovo. (ISam 3,5) Tiy Lo cercherò ancora. (Prov 23,35) iVrj V’Kin ’S Perché è volontariamente andato dietro al niente. (Os 5,11) DH33 nj? Vxin Prego, accetta due talenti. (2Re 5,23) W&y HO Ciò che mi avete visto fare, fatelo presto an che voi. (Gdc 9,48) La maggior parte di questi stessi verbi può anche ricorrere con un infinito complementare che li segue, di solito preceduto da 7p*?y ttfìwV nirr ^ T U^NiTn^ ri3^V T
"T
^ Perché il Signore gioirà ancora per te. (Dt T ‘ 30,9) Vxi’1 E Mosè acconsentì di stare con l’uomo. (Es ‘ 2,21)
inH n i $ ^ Ed egli lo preparò in fretta. (Gn 18,7) n^V nrjO Andate in fretta. (2Sam 15,14) I due verbi possono svolgere insieme una funzione complementare dopo un altro verbo: nnni?1?
tò Egli non potrà prenderla di nuovo. (Dt 24,4)
Di rado può apparire più di un verbo prima del verbo principale: IN^ÌÌÌ
^ mattino presto essi uscirono veloce mente... (Gs 8,14)
I verbi e SjVn (soprattutto il primo) sono impiegati in una costruzione si mile per cui una traduzione letterale è inopportuna o impossibile. Qj?h usato così sembra dare non più che una leggera enfasi al fatto che una certa attività
328
I n t r o d u z io n e a l l ’ e b r a ic o b ib l ic o
è sul punto di cominciare, corrispondendo all’italiano “allora, subito”; l’imperativo spesso corrisponde a “su!”. Es.: rnttfN roip ìlVnty}? Dìp
Su, siediti... (non certo “alzati e siediti”) (Gn 27,19) Su, facci un dio che... (Es 32,1)
174, Vocabolario 48 Ve r b i :
snn
(radice ì?sn) fare del male, ferire (con ogg. dir. o con ?/?); agire perversamente, agire male 30H (radice ZOO) voltare, allontanare, girare (tutti tr.); far girare, far voltare *?nn (radice y?n) iniziare (di solito seguito da un infi nito complementare) IOTI (radice 1”ID) rompere, distruggere, annullare D ^ n fare qualcosa presto al mattino (vedi § 173)
V’Nin acconsentire, essere disposto, fare qualcosa vo lentieri (vedi §173) (Niphal) giurare; promettere (qualcosa) attra verso un giuramento (Hiphil) far giurare Hjn (Piel) lasciar vivere, far rivivere, rendere la vita. (Hiphil) idem (non usato all’imperfetto) (VA??) incontrare, imbattersi (con ogg. dir, o ?) S o st a n t iv i : (pi. -ót) giuramento naìn (pi. -ót) mura di una città D5?1! (con suff ^ 7 ; du. D ^ 7 ; pi. Ilinft) porta (di una casa o di una stanza) P r e p o siz io n i : IV? attraverso. La traduzione di questa preposizione varia ampiamente. Dopo verbi di preghiera o di supplica assume il significato di “per, a favore di”. Si osservi l’uso con verbi che indicano l’azione di chiudere: D7J73 ec*essi si chiusero dentro n a in 7V? mn' "UD il Signore aveva chiuso il grembo di lei La preposizione ha anche il significato di “at torno, che circonda” come in 175?3 nriKl Tu sei scudo che mi circonda 7?_1?V accanto, in compagnia di, a lato di
L e z io n e 48
329
Esercizi (a) Traduci:
.■’oy inn?"n8 iDh .□9^15 n -n ? rw V . w t ’a annrn w t **T
•
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.non^o Tps?’? uftnq .n*nono v r y n x apji
6 7 8 9 10
.in$o-n$ "niìDr) .noy ynn1? mn1 irix ina x1? Vao y-n mn1»^ryp ynn toyh •i’3?V Vip1?! niap1? i^nn
.yinVi niif? *7grn
1 2 3 4 5
(b) Traduci in ebraico usando le costruzioni trattate al §173: 1. e noi porteremo ancora ■ 2. essi acconsentirono a riposarsi 3. lo misi in ordine velocemente 4. e presto al mattino egli li rimosse 5. ed egli lo colpì ancora 6. ed egli preparò di nuovo 7. ed essi lo portarono velocemente 8. sii disposto a riportarli indietro (c) Traduci: T O
irix frani ia ^ nbx^ ^$n n^»i .in'a^ ana^rrnis 7Pi x'aji “ino w’xni
1
2 3
.nnoin nfcrò Ty^rns « jp ? rrni
4
.□7S?a n'j’fn-n^
iran ixfpi wn n ? oawn
6 7
.unx rteni “inori? n?1?1? ^ 3 2 .■’n y n # n p r n x nrgoifà tà no1? ,d ^ x nn)x ^ 'J|ìyà^3 xSrj nr;f? Tppy rpa-nt* Tpa^ iftfcìn .;rax n^a-n^i nnx k*7 ^ nrix satani
9 10 11 12
.mn*
•^nn n f c r t y 3 ^
} ynn
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.n$n *7iy n#? x^i a^norm*? n’n? xinn msa
5 8
(d) Lettura: Rahab e le Spie - Parte II (Gs 2,12-24) 79 $ *a$ r r r n y D flx -m nivtoin 791J n ? o y ‘’J v f r y ’a nm^a ^ x r iy p w n n $ y ì 12
nix ^ DFin^
330
I n t r o d u z io n e a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
a ^ a n } 0^*7 “WìT1?? m ) ^n i^ K -n ^ w n $ l w n $ l 'W W QCT0113 :n}aa ìatftf ?a -nn? n’n*) 3n| lan^-n** m n vfr ax 2ma^ a ^ n ^ n ia#pa a^atjn ti) m!?x'V4 'tiWSl "W W wtyy) Yl& TW k ) ™*>
:n?#v x^n n a ta nainn tp ? a ra ^ 6iV?nn ly? 5^p? 4a7 iin i15 8:a$ iy a*»* r \ 0 y na$ 7anai?ai n ^ t i g apn iy^>ri2 ì:)1? nnnn
:tQ ?n > la 12iafrp_in
9in xi D ^ fig
:ianv:n#n 1$ $ njn in y ? ? » «ijhs 10a5ì?} a ^ n n ^ x mzpxV7 ìi*?n3 ^ i? n 1’njn w n Din rnpn-n$ o^x? iai^$ nan18 :nri?an ^ x W E T ÌS ^ T 1??
T\m n?o?
i^xpii16
TÒnti ^ 'nax-riSl v à r ^ l
Vd*i nsi?? u i ^ i H tfx i} la i nxtfin ^ r a v ftra xrn#fc? Va n ;n i19
ns-n^ri T _ax o tx '“i;i ia1? n ^ a 13:iajny?$n y(§ ìin y ^ a a?pj nj l a ^ - n s T k ^ a x i 2 0 iflVos ’^ n rnpirn$ -ìWprn ìd^i l4a n ^ i xin’ i? a ^ -p i? "i$xrn 2 1 "*?D3 a ^ 'n n i$p3?ì a^Djin ra#"!? o^aj n 0 ip a $ n ^ n nnnn t ó j i v)*)21 :ixsa Tifo -Va nx iV -m ^ i viria y#inrV$ nxnn n ? y n nj^ia n ^ i a^a$ n ^ in#*}23 :anix 15nìx£an Vixn
l6n a r m i y ik y - b i- m « I 3 mn1 i n r ^ y ^ in r1?*? rupxV 4 •
:v»?9»
Note alla lettura: 1. “le mie sorelle” 2. “le nostre vite per le vostre” 3. Si noti l’assenza delParticolo con nj. 4. □■nini = arix ìtirn 5. *?3Ò una corda 6. liVn una finestra 7. 8. 9. 10.
anana - a$X3fla da X3I^ nascondere (nascondersi). iti un infinito costrutto alternativo per 21$ Si prenda in senso avverbiale come “poi”. va innocente, senza colpa. Il versetto 17 sembra essere fuori posto; vedi il v. 20 più sotto. 11. “questa cordicella di filo scarlatto”
L e z io n e 48
12. 13. 14. 15. 16.
331
Ì3PI71ÌH = Uf)K JTp_1n m y z y r i = ttm o n ^ r ii = Dn'x nel senso di “accadere” “sono venuti meno dalla paura” )
L e z io n e 49 175. Hophal
In modo analogo alla relazione Piel-Pual, per ogni verbo Hiphil esiste una corrispondente coniugazione passiva, chiamata Hophal. La forma è caratte rizzata da una vocale wnella prima sillaba tematica e da una a nella seconda. Tuttavia, l’esatta natura della prima vocale dipende dal tipo di radice, come si vede dalla seguente sinossi: H iphil
Ra d ic e
H o ph al
Perfetto
Perfetto
Imperfetto
Participio
i»$n
Regolare I-gutturale I -Nun
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lll-Aleph l-Yodh/Waw m -Hè Vuoti Geminati
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3071
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I seguenti esempi di flessione saranno sufficienti per comprendere tutto il re sto del paradigma: P erfetto
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□i?to n ^ fc /n a p ia c a p ia r à p ia
334
I n t r o d u z io n e a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
In quanto passivo dello Hiphil, la coniugazione Hophal non presenta par ticolari problemi di traduzione quando lo Hiphil è un semplice verbo transi tivo: egli distrusse egli gettò 7*nin egli portò giù
7tt#n egli fu distrutto 7|*7$n egli fu gettato 7Tin egli fu portato giù
Ma quando il verbo Hiphil regge una costruzione con il doppio oggetto, la componente causativa del significato viene resa al passivo con lo Hophal: "liNrnnN; U h s ; E g l i mostrò airuomo la luce. (lett. egli fece vedere la luce alPuomo) “lixp‘ny; niCjn All’uomo fii mostrata la luce. (lett. fu fatta vedere a ll’uomo la luce) DyilTllS Egli portò il popolo al di là del fiume. "inBrrnK; ayn II popolo fu portato al di là del fiume. Oppure, quando uno dei due possibili oggetti è omesso (cfr. §157a); □yn“ni$ Egli fece attraversare il popolo. oyn -)55?n II popolo fu fatto attraversare. “IÌKHTiìJ nK"|n Egli mostrò la luce (lett. egli fece vedere la luce). "liXH nK"|n La luce fu mostrata (lett. la luce fu fatta ve dere). Si osservi anche la costruzione impersonale che conserva la particella fiN (cfr. la fine del §154): D ^ in - n # i*? 7^
Gli furono dette le parole.
176. Vocabolario 49 governare, dominare (oggetto con: ^) ("l#1?) essere piacevole, gradevole; essere retto, onesto
V e r b i:
1?#
(ri^ì??) arrabbiarsi, essere (diventare) arrabbiato (*7V contro) (P # ?) stabilirsi, dimorare
L e z io n e 4 9
335
PI0
(PIO?) essere forte, fermo, duro (n^J) mormorare, ruggire, gemere, sospirare; meditare, immaginare (senza pi.) leone (pi. nVl$) come sopra (con suff. TO; pi. -im o -ót) tempo, tempo fis sato, tempo opportuno (f.) (pi. 3^*$; costr. ^ÌA) capretto my (senza pi.) congregazione, assemblea “lina (pi irreg. D’H’irn) giovane *?TV (agg.) incirconciso; (fig.) inetto, incapace 1 ? -^ (aw.) quindi, perciò Sansone nnfon Timnah (o Timnathah), una città sotto il domi nio dei filistei di cui è sconosciuta l’esatta collocazione Filistei
S o s t a n t iv i :
T H
Al t r o : N om i P r o p r i :
E sercizi
(a) Trasforma ciascuna delle seguenti frasi in una frase al passivo, sosti tuendo il verbo Hiphil con un Hophal secondo l’esempio: tOpn
egli portò l’uomo
.oai&rrby msn-ny; .onori n p rn s V? ran .nainn Vya T*?$n .n tn niK^D3 nìT)k ijvjnn ìnX
6 7 8 9 10
fcOin l’uomo fu portato
.najan Vya ^ rrn K ^on Ì3!l .aw Dy^-n« Ttfin n ^ n -rm rnHin .m n iox1n
1 2
3 4 5
(b) Traduci: ip y n npp niDìsn n n ?n
9
oyn
11 12
n tite nyn
io
5 6 7 8
«man
1 2 3 4
.m 'iw q n Vutorj
1
(c) Traduci;
336
I n t r o d u z io n e a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
.d^
^ì??l Q ^ n 'n x inix“p .trnn nys n& n^D a ny-in pin .n^K naft "i$tp na?x dd’^ i ■ ’xjto n p x t h x n x ? .Tj^n o t ? in ìn iw ,si .d^ x ^ n? ìX T f l^ l viri .nV^i d$v na^7 mrr» nnin;n *
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3 4 5 6 7
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npi1 Vtzfà .d^ T O " ^ n'y^Q nV ì?tq; i .□■’pnx nis?? raìfc nft> *l?"Vy .Vxnty? m srV rV s “127 p i
io 11 12 13
.n3ì^n_l7y nma inx oty}i ^ n -n^ naip?i
14
.^I*p■ ’nxùn xV1■> .□n^fc
(d) Scrivi in ebraico; 1. Lo statuto fu annullato. 2. Il lavoro fu cominciato ma non finito. 3. Gli fufatto giurare che egli sarebbe tornato presto il quarto giorno. 4. Egli cadde dal muro e mori. 5. Egli fu portato fuori dalla città e lì fu messo a morte (lett. fu fatto morire). 6. Ella stette presso la porta fino a che essi furono partiti. (e) Lettura: Sansone e l’indovinello - Parte I (Gdc 14,1-10) ni3?a nnfon? n$x X"H nrgzpn ]i$ a$ r j V nnix inp nmn u 'n y ty nir?» n n ^n n ,,n,x“i n$x naxh im ) ì vnx1? i ^ i ^ y h 2 :n$xV ^ IT
n w x n n i? V 7 f? in n n x
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L e z io n e 4 9
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337
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■ n v nn»3 Vdxi v b t % 1^rrhpi9 ittfrfn 12rrn n n^n w m ^ dd1? nto tosn ntoNn-^y; irrgN 7 iV °
Note alla lettura: 1. “che ciò (la situazione) era un’opera del Signore (lett. che dal Si gnore ciò)” 2. nax'n occasione (di contesa) 3. YD3 un leoncello 4. AKto ruggire 5. n*?X precipitarsi 6. VDto squartare, fare a pezzi; “ed egli lo squartò” 7. Il suffisso è oggettivo: “prenderla” 8. rf?f!3 carcassa 9. nTta^f (pi. -tm) ape (api) 10. corpo 11. “ed egli ne (lo) raccolse” 12. “egli aveva raccolto”
L e z io n e 50
177. Hithpael
Relativamente poco frequenti, i verbi Hithpael si distinguono per il prefisso (h)it- e il raddoppiamento della seconda consonante radicale. R adice Regolare III -He Geminati
PF. -
i
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IMPTV.
I n f . C o st r .
Pt c .
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Vrann nVarìn y?Dnn
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Im p f .
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i
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Riguardo alia formazione dello Hithpael si tengano presenti i seguenti punti: (a) Con radici che iniziano con una sibilante ( O t t o n i ) avviene regolar mente una metatesi di questa consonante e della n del prefisso: *hitsammér —> *Wl$n. Si verifica poi un’ulteriore assimilazione, che prevede *-zt— > -zd-, come in *hitzakkér —>*hiztakkèr —» "DlfH; e *-st—> -st~ come in *hitsaddéq —>*histaddeq —► Altre assimilazioni ricorrono più sporadicamente, come in K33H, al posto del più regolare (b) Nel caso di radici geminate, analogamente a quanto avviene nel verbo Piel, il raddoppiamento della seconda consonante radicale viene spesso omesso quando questa è seguita da a: Ì330^n per Ì3}nnn. (c) Le radici li-gutturale subiscono o un allungamento compensatorio o un raddoppiamento virtuale, come nel Piel, Es. ma DH3nn. (d) La sillaba tematica finale può avere a al posto di è. Ciò avviene normal mente davanti alle gutturali, mentre è opzionale altrove: snifln. (e) Con radici I-Waw/Yodh viene preservato a volte il 1 originario, come in npl.nn (discutere, litigare) e (farsi conoscere): si confrontino con (dichiarare o rivendicare un’ascendenza) e (cospirare con tro), entrambe con \ (f) I verbi vuoti ricorrono solo raramente come verbi Hithpael. (g) Ricorrono sporadicamente tracce di un tipo verbale strettamente affine, ma senza il raddoppiamento della seconda consonante radicale, special mente nel verbo 'TpDfln (si noti la à lunga e la p singola).
I n t r o d u z i o n e a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
340
La flessione è la seguente: Perfetto
’m n n riu n ii M— |
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ì^ a rin
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I m pera tiv o
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In fin ito C o strutto
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P a rticipio
nVana
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V?SifljD nVjSJ?&
nì^D na
r ì? Ìm I verbi Hithpael sono intransitivi e hanno spesso un significato riflessivo o reciproco rispetto alle loro controparti attive delle coniugazioni Qal, Piel o Hiphil. La seguente lista è rappresentativa: (a)
Riflessivo:
(b) Reciproco:
santificarsi magnificarsi K3nrin nascondersi
(cfr. ttfrp; (cfr. 'm ;
riKTO guardarsi a vicenda “I^Tn conversare
(cfr. ì1K"l) (cfr.
L e z i o n e 50
(c)
341
Riflessivo indiretto (cioè fare qualcosa per se stessi, a proprio be neficio o a proprio detrimento): lan^n cercare o implorare una grazia (cfr. “pn) V?s^n pregare (vedi sotto) procurarsi provviste (cfr. provviste) camminare avanti e indietro; camminare continuamente
(d) Iterativo'.
■^nnn
(e)
profetizzare naKijn arrabbiarsi
Denominativo’.
(cfr. K'QJ) (cfr. HN; radice ^N)
La classificazione dei verbi Hithpael è spesso difficile a causa della carenza di dati. Il verbo (pregare) offre un buon esempio. Il primo istinto sa rebbe di considerarlo come un denominativo da nVpJ^ (preghiera), al quale il verbo è strettamente imparentato nella forma e nel significato. Un simile ap proccio risulterebbe, tuttavia, semplicistico dal momento che i sostantivi del tipo n'v'Dfl (con il prefisso /-) in ebraico sono spesso associati con verbi Hith pael e sembra che derivino da questi piuttosto che il contrario. Non esiste un verbo al Qal ma ci sono alcuni sostantivi poco attestati, come ad esem pio V79 (giudice, arbitro), i quali suggeriscono che un tempo sia esistita una radice verbale (Qal) con il significato di “arbitrare, mediare” o simili. Il verbo Piel (mediare, agire da arbitro) è un denominativo da VpD. Il verbo Hithpael, allora, avrebbe la forza di un causativo/riflessivo indiretto: “causare una mediazione (cercando o chiedendo) per se stesso”; apparter rebbe dunque alla stessa categoria di Appare ovvia la necessità di imparare l’esatta sfumatura di ogni verbo Hithpael come parte integrante dell’apprendimento del vocabolario ebraico. 178. Vocabolario 50 V e r b i:
VpDIin pregare chiedere, domandare o implorare una grazia nascondersi (N?n3 nascondersi camminare avanti e indietro; camminare, pas seggiare continuamente o costantemente profetizzare
342
I n t r o d u z i o n e a l l ’ e b r a ic o b ib l ic o
833 (N3^) profetizzare uhn (tthr© arare, incidere t n s (t£^D?) stendere (tr.) O’s p1) contare (senza pi.) cibo l’unto, il Messia ré (con suff. ^ o ’-TV) forza, potenza nVsj? (pi. -ót) preghiera pi. -ini) vitello *?$ (con suff. (pi. -ót) giovenca ry (agg.) forte, potente (vedi §22) (cong.) a meno che, se non, altrimenti rfc (avv.) così (generalmente riferito a ciò che segiie) Ascalona, un’importante città filistea sulla co sta, circa 19 km a nord di Gaza. T
*
- T
- T
S o s t a n t iv i :
—
Altro:
N o m i P r o p r i:
•
T
Esercizi (a) Traduci:
7 8 9 10 11
ìirV??n ny$$3 ^ a -^ y xaaK ’^ann *T|t •• (b) Traduci: nV|
■>a$a Qnxan^n 7\rì? T|n'N ’niini **?x i3njnn v’ppa D^nnari □ninan xa^n1? ya$ *0*1 v Vn: ■ ’nypsipn 7'xz? w iv ? W nW i
ignori? W93 m s i r i o
wnx-^y wirfi*
2 3
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L e z io n e 50
343
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8 9 io
.nfcró (c) Scrivi in ebraico: 1. Il leone fu ammazzato e la sua carcassa (nVla) fu gettata sul lato della strada. 2. Essi cercarono per tutta quella sera ma non poterono trovare il ca pretto perduto. 3. In quel tempo non c’era nessun re che governasse su Israele. 4. Fummo contenti di insediarci lì. 5. Sii forte, dunque, e non fuggire davanti ai tuoi nemici. 6. L’assemblea sarà annientata. 7. In quei giorni non c’era alcuno a profetizzare nel paese. (d) Lettura: Sansone e l’indovinello - Parte II (Gdc 14,11-20) :)m vì)*\ 1D^ina
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I n t r o d u z io n e a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
344
^□rrirVrrnts nj??i uì's n'vftip ooa T ì lfrptfto i"\h mn1 n n )fiv 16rf?$fn19 n1? bvh ten nnh npnn nls^qn irvi :fi l8n v i inshìfi t i ^ i 20 Note alla lettura: 1. ÌHft compagno 2. in (nn^) propon*e un indovinello 3. Hl^n un indovinello 4. Si noti l’espressione temporale senza preposizione: “durante i sette giorni...” 5. T»7P una veste di lino 6. HD^CJ un cambio (di vestito) 7. = nnX vnyy) 8. pina dolce 9. HflB adescare, attirare, sedurre 10.
= lJ + *? + ^"l? + suff. la pers. pi.: “Ci avete invitato qui per spogliarci?” 11. fcòrj probabilmente un errore per tiVrj, ma può anche essere preso let teralmente come un interrogativo in posizione enfatica: “Non ci avete forse invitato... per spogliarci?”. 12. = 'm 13. “’róiins = ’Ji'x nariN 14. “e^a 1° incalzava (p^H)” 15. Un’espressione incerta; probabilmente “prima che il sole fosse tra montato”. 16. rÙX avventarsi su 17. n^Vt) spoglie (di un nemico) 18. nVì essere compagno di, essere paraninfo di (amico dello sposo, compare di nozze)
L e z io n e 51
179. Il Qal passivo
Esistono molte forme, ritenute dai Masoreti come Pual o Hophal, che devono piuttosto essere viste come forme superstiti di un passivo arcaico del Qal P erfetto
Im perfetto
Djpl? I 1?.? —
ni?.? — in?
essere preso essere generato essere dato
Ricorrono anche forme di participio isolate: *73$ (mangiato, consumato), ììV? (generato). Che questi verbi non siano veri Pual o Hophal è suggerito (1) dall’assenza di un corrispondente verbo attivo Piel o Hiphil di significato appropriato, (2) dall’assenza del prefisso nelle poche forme participiali ri maste, (3) dall’assimilazione irregolare di *7 in ni?.?, una caratteristica tipica del Qal che non sì rinviene altrove, e (4) dall’asimmetria tra il perfetto Pual e l’imperfetto Hophal. E probabile che un certo numero di altri verbi Pual e Hophal appartengano a questa categoria, ma una loro catalogazione sulla base del solo significato è poco attendibile. a
180. Polel, Polal e Hithpolel Al posto dei verbi Piel, Pual e Hithpael da radici vuote esiste un sistema de rivato di verbi caratterizzati dal raddoppiamento della consonante radicale finale e dalla presenza della vocale 6 nella prima sillaba tematica: P olel
P olal
H ith po lel
(attivo)
(passivo)
(riflessivo)
Perfetto Imperfetto
n aip
Otti p
DDipi^n
Q£iì??
Qttip?
□Qlpjp?
In f Costr,
Dttip
Participio
Q&W
—
□aìpn
□Dipelo
I n t r o d u z io n e a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
346
Verbi tipici sono Qttip (rialzare), nnifó (ammazzare, uccidere), DBÌ1 (innal zare), 13Ì3 (stabilire) e 11137 (destare, incitare) dalle radici Dìp, D1D, DI'), VD e 1137 rispettivamente. Tutti i verbi di questo tipo sono rari. Nella flessione del perfetto si offusca la distinzione tra Polel e Polal: Polel
□Bip nDZpip '
™?óip
Polal
DDip noTDip nzpriip
Forme simili ricorrono da radici geminate, come 'jlin (avere pietà; radice pn) e IDiO (circondare, racchiudere; radice ZOO). 181. Altri tipi verbali L’ebraico biblico ha un certo numero di coniugazioni verbali che esulano da quelle già trattate. Molte di queste sono usate così sporadicamente che un loro paradigma completo non può essere compilato. Vengono fomiti sotto alcuni esempi con il nome tradizionale della coniugazione. POEL:
PALAL:
PlLPEL:
simile al Polel del paragrafo precedente ma formato da radici regolari triconsonantiche. Es. (impf. ptc. $ “lUfy) mettere radici, un verbo denominativo dal sostantivo $ 1 $ (ra dice). Si confronti con il verbo Piel tthfltf (sradicare, distruggere le radici di). presumibilmente formato da radici triconsonantiche con rad doppiamento della consonante radicale finale. Es. 1 ^ $ (essere a riposo); (essere affaticato). forse da far risalire a radici biconsonantiche (verbi vuoti) rad doppiate. Es. (impf. W 73?; inf. costr. ptc. Vs’pOtt) contenere, sostenere; (rotolare).
11 verbo relativamente frequente niprttfjn, un tempo ritenuto una forma Hithpalel derivante dalla radice nn$, viene ora ritenuto un Hishtaphel (cioè prefisso [ h ] i s t - , radice mn). Le forme attestate di questo verbo sono date sotto e dovrebbero essere studiate. La sua flessione è come quella degli altri verbi da radici WVHé.
L e z io n e 51
347
P erfetto
3 m.s. 2 m.s. 3 m. p i
Im perfetto
nfflrwfii
nipri^n
I m p e r a t iv o
3m.s.
2 f.s. 2 m. pi.
3 m. pi. 2 f. pi,
Iussivo
Inf . Costr.
niqnton
lirjfiton
Participio
182. Osservazioni finali sui numeri I numeri maggiori di 99 si formano nel modo seguente; C o str .
cento mille diecimila
rma T
"
Du. n■ ’jiko
nw?
* —
r m i 1-n
T
PL.
C ostr .
niN&
niKtt9
C p^
■ ’p^N
nix'31
□ ?n :n
Poiché DNtt è femminile, si usa la forma maschile del numero: niKiD $*?$
300
n to
Invece, dal momento che CPGVìS T \0 $
3.000
400
è maschile, abbiamo: W T |K 4.000
C’è una grande varietà per quanto riguarda l’ordine e la sintassi dei numeri più grandi ma i seguenti criteri sono validi nella maggior parte dei casi; (a) HKD è seguito di solito da un sostantivo singolare: HNft 100 anni DDÌ HNB 100 carri V
V
T
p|Q5 r r o
100 pezzi d’argento
»
Il numero può essere anche in forma costrutta: nattf flKfr T T
-
i
100 anni
nNtt
100 talenti T
*
-
[
(b) pure sono seguiti da un sostantivo singolare, ma sono attestati anche casi al plurale: rn$ a r a a
□‘'DÌO
200 anni 200 pezzi d’argento U'WB 2.000 uomini 2.000 cavalli
l.OOO uomini l.OOO volte
348
I n t r o d u z io n e a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
(c) I numeri composti cominciano di solito con l’unità più grande: x-migliaia, y-centinaia e z. Solo l’elemento finale (z) è condizionato dal ge nere del sostantivo che viene modificato e sarà conforme ai modelli già esposti (§§ 130, 161). Si osservi la costruzione con H'pNi:
3.000 ntèaqi antpy 25.000 13.000 Ji89 100.000 20.000 ^ 200.000 La seguente selezione di numeri composti illustra il loro uso normale. Si studi tale selezione e ci si accerti che le relative costruzioni risultino chiare.
l) itoy n 0 # O ) Dntyyòì) ^ n#*7#(i) e r t o
n u ^ O ) nix?? w1?# T 1 n#*?#0) n # ^# 0 ) rroòi) *}% n ^ V O ) o?nx&0))
nw*?#(i)
n ^ x n yfiv}
r))k nitf1?#} a ^ y 'Ù ftrw ? nx$ itoy n 0 #O ) nx& nix# 1^7# n 0 # (ij nixa W1?# a ^ u ^ O ) nixa ^ # ( 0 n1?» n 0 # (i) nixa tf1?# Le parole per le decine di migliaia sono usate raramente. 183. Vocabolario 51 V e r b i:
nnitt ammazzare, uccidere (§ 180) *|3Ì3 fondare, stabilire (§ 180) ~niy destare, mettere in movimento (§ 180)
103 113 123 203 303 1.003 1.103 1-203 3.203 13.000
23.000 100.000 103.000 113.000 300.000 303.000 303.333
349
L e z io n e 51
D0i“l innalzare, esaltare (§ 180) mTqri$n prostrarsi, umiliarsi (§ 181) prendere posizione, collocarsi (U'9$?) giudicare 7ÌTD (705?) nascondere, celare VI? abbattere, fare una breccia (in un muro); fare irruzione (^ in); aumentare precipitosa mente, grandemente (di numero, in ricchezza, ecc.) ynfcjf (con articolo li“l^n) l’Arca del tempio, conte nente le tavole della Legge nDf (con suff. 'Tì}T; pi. -ini) sacrifìcio nw? cento (vedi § 182) mille (vedi § 182) perciò, pertanto (di solito introduce un giudizio o una dichiarazione divina) Eli, il sacerdote del Signore a Silo, colui al quale fu affidato Samuele.
S o st a n t iv i :
A v v e r b io : N omi P r o p r i :
E sercizi
(a) Traduci in ebraico i numeri seguenti:
1)
2) 3) 4) 5)
3.554 1.238 9.671 8.442 7.683
6)
1) 8) 9)
10)
7.325 5.899 2.107 4,960 10.349
100.000 220.000 460.000 587.963
11) 12) 13) 14) 15)
666.666
(b) Analizza e traduci i seguenti verbi:
TOóniin ìiqri^n
10 il 12
=inipl»jp? □fi'p.iynn
7 8 9
4 5 6
n'ip?} ri^ón
n lyni **
(c) Traduci:
.“.js1?
mrr n §
.njn ^ y -n §
^ ^ w ^
.nx-Tn niyna
ì
1
T
ì i y
2 i
ti?
3
4
350
I n t r o d u z io n e a l l ’ e b r a ic o b ib l ic o
X'-lì?1? TfM I$ VX] •n fei vnpifin 109#? .itop im ? t^Nn p p n inD jr'w ’) iv&y 4 ntt ^ .Hà“li?& n n ?n nj?’ N’nn nyp .:$» «C Tni an’K ni^Vi Vfrntfr ripr» uh# trypitf nppx .d# ngj n'psr ns|?i n’ti^ n ìj ’nnia ,p'3N nbx1? tjp njy :pè ^p t o t iì vtyt .mn1 .^n'x rppiN ^0 5 1 "^ ^ .irrinn r i n n ^ V n f e r n$ mn1 i3i3 .rtìns n1? r r ò n nipini
6 7 8 9 io 11 12 13 14 15 16
(d) Scrivi in ebraico: 1. Egli fu un uomo giusto e retto e camminava sempre nella via del Si gnore. 2. Egli ascolterà la tua preghiera quando tu lo pregherai. 3. Quando essi inizieranno a profetizzare nel mio nome, non ascoltare le loro parole perché essi sono uomini cattivi, che camminano sulla via dei malvagi. 4. Essi si avvicinarono a lui e si prostrarono al suolo, perché essi lo te mevano molto. 5. Questo popolo aumenterà con grande rapidità e prevarrà su di noi. 6. La nostra salvezza è nella sua forza; egli non ci abbandonerà se im ploriamo grazia da (lett. a) lui. (e) Lettura: Samuele ed Eli (ISam 3,1-18) ■ptn y»K nrin d*»»;? iì ?i n?n mrr “157=1 l,l?¥ M?*? mrr-n$ mtfz? b m y “Mirri1
iniKn1?bw :q->^ iìiì 5 insidi
2:n ? ?
3nìnD ìVnn vrv] iaippp npty ty] xm ni6? ^ i 2 mrr ^ n p riti 5npp? mó 4iì ]3
piin n?pKài np^ i w ->nxì\? tà *w 'h ^ n N i r -,p
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L e z i o n e 51
351
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Vxia^ n&x’i Vxì&t^ Vxin# 'Dvp^-nyp} xip>i n a ^ i nin1 x:m 10 :^ p y
8n r ^ iy^$'V3
Vxntra -137 n$‘y ■oìx nan Vra^-Vx mn1 iftx V 1
9:n ^ ì *?nn in^-Vx ^*137i#ir*?3 nx ^ y - ^ crpx xmn Di*?12 ■m n o ^ n^P^? ^ y r " i# $ 10iis?3 aVìy-iy in ^-n x *>3*$ upW-»? IV ^ “jani13 :Q3 12nnp xV| :nV1y-iy n n ^ rn fr ^y-rp3 iis? ,3np3^-Qx *?v rrgV ^y à^ a ì3Vi14
■n# 7 ^ 0 » x t Vxfà^i mn1 n*>3 nlnVrinj nnp*i np3n“7y Vxia# 3 5 ^ 1 15 r>y_l?x 14n x ^ n :^|n n&x’i VxiDt^ nftx*i V x ^ - n ^ ^ y xnpV 6 nbi d ^ ìY'ntyy: 15n*3 *>$& ì n ^ xr*?x sp*Jx “m n na nttxV 7 ;:p$x n 3 rn $ g “i37n_l?3& 137 *a§» ìn p iro x h w v ry ? 3itan xm mn1’*to'5i ia$a inp x'1^ D ^ a ^ rrb rn ^ Vxìb^ V ria n 18 Note alla lettura: 1. Si osservi la serie di proposizioni disgiuntive che definiscono Fambientazione e spiegano le circostanze della narrazione che se gue. 2. *pTpa l1m visione frequente. Si noti la proposizione asindetica intro dotta da PX: “non c’era visione frequente”. 3. no? debole (di occhi) 4. l ì luce, lampada 5. 033 essere estinto, spegnersi (di un fuoco o luce) 6. f. dell’ordinale usato avverbialmente: “per la terza volta”. 7. Una formula idiomatica: “come (aveva fatto) le altre volte”. 8. V?^ far rintronare. La forma nP^Ijl è inusuale; assomiglia ad un verbo Hiphil ma viene inteso generalmente come un Qal. 9. Uso normale dell’inf. assoluto (vedi § 129); in senso traslato: “dall’inizio alla fine”.
352
I n t r o d u z io n e a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
10. lii? è in costrutto con “1#^ e dunque con l’intera proposizione che se gue: “per l’iniquità (del fatto) che egli ha conosciuto”. 11. e qui riflessivo: “essi hanno attirato su di sé la maledizione”. 12. np? rimproverare 13. ON dopo un verbo di giuramento ha forza di negazione: “Io giuro.. .che l ’iniquità.. .non sarà espiata...” 14. ntna una visione 15. Cfr. le osservazioni riguardo a ^pOin nel §165.
L e z io n e 52 *
184. Il verbo con i suffissi oggetto Un oggetto diretto pronominale può essere aggiunto direttamente al verbo come suffisso piuttosto che all’indicatore dell’oggetto diretto ('riN ecc.): irix '’ir ih n rix n n
-
irrfpiT) nnrj
io lo vidi, Egli la uccise.
Non c’è alcuna differenza nel significato tra le due costruzioni, sebbene sembrano esserci preferenze stilistiche nella scelta tra le due. Come nel caso dei sostantivi, il problema principale sta nel conciliare la forma appropriata del suffisso alla forma appropriata del tema verbale. La tabella che segue espone i suffissi oggetto per come appaiono dopo vari tipi di temi:
i pi. 3 m. pi. 3 f. pi.
—
ti 7 -ami O7 -àm 1 7 ~àn
B. Postvocalici, non accentati *>3— m ^ ----ka 7]----k 1 - / ÌH - -h u o -w 1 s ar£1
1 s. 2 m. s. 2 f, s. 3 m. s. 3 f. s.
A. Postconsonantici, accentati -àni -(z)kà 1H -èk IH7 / i - -oo -ahù rìT -ah
C. Postconsonantici, non accentati 13 — ni ^ - -ka ~ek T—/ =in — -hù 0 nT -ah
-nu D— m
kì3 .h. - -nu* □ 7 -am
1 - -»
ì T ~an
L ’uso dei suffissi oggetto per la 2a persona plurale è così raro che sono stati omessi dalla tabella; essi erano presumibilmente -kem e -ken per tutti i tipi dì tema. 185.1 suffissi oggetto con il perfetto: 3a persona maschile singolare egli mi osservò egli ti (m. s.) osservò Tptìtj? egli ti (f. s.) osservò o il$ $ egli lo osservò egli la osservò
354
I n t r o d u z io n e a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
ìn&ty* egli ci osservò egli li osservò l'iato egli le osservò I suffissi usati sono quelli indicati nella colonna A della tabella del paragrafo precedente. Poiché i suffissi sono accentati, la vocale propretonica del tema verbale è ridotta in a. Nei verbi Piel, invece, poiché la sillaba propretonica è chiusa o almeno immutabile, è la vocale pretonica a subire la riduzione: egli mi cercò. Un’altra differenza nel caso dei verbi Piel è il cambia mento di è in e davanti al suffisso della 2a persona maschile singolare: ^|toì?3 egli ti (m. s.) cercò. La lista che segue include tutti i tpi principali di verbi Qal, Piel e Hiphil così come appaiono davanti ai suffissi: Qa l
im —T
V ìW ''àw,
=*y n'pto
T O
rara TT
P iel
H iphil
nja VT oto T nno —T
•—T ■>aóto • —T
ìao
■^o
toj?3 rV?to Tpa nav T*
ecc.
IT O TO TOP W
^n'pto ■P"!? ■’aay
raton yaton
aratori . - *i * ■a^atorr »- * i »
^IT^ton w w TTW
in in rrton 2pn
■»nnin "ristori '*a±pr?
^ n in ffW w n
Osservazioni: (1)1 verbi da radici III-He> indipendentemente dal tipo di coniugazione, hanno una forma abbreviata davanti al suffisso: rm
-n
—►
nay - > -a y n ^ n
L e z io n e 52
355
(2) Nella sillaba ridotta di verbi come S 'rò si trovano variazioni tra è e à\ di conseguenza si può trovare sia '0?',#q che 186.1 suffissi oggetto con il perfetto: 2a persona maschile singolare tu mi osservasti ìn rrp # / irn tu lo osservasti tu la osservasti ttF!"|Ei$ tu ci osservasti tu li osservasti tu le osservasti Le desinenze sono identiche a quelle della 3a persona maschile singolare; è conveniente, perciò, descrivere il cambiamento che avviene nel tema come (si osservi la riduzione propretonica) e applicare i suffissi della colonna A di sopra. Abbiamo così: Q al
w fv “ nxia rria n# niso T
I
T
T
* T
T
-
'miti,
arriso
P iel
a
-
TD*-•*\2 T l
iris? T
*
*
i
-
•
■gfray
nxittn nifrwq nispq ninsp
in$i?s inpVw i^DÌ? irray in7»#n inyn irmfrn
H iphil
n im
in"l iFipn? ini??# in x ^ irraip inz?to irrìso
■grprin ^nirptfq 'gniapq ^niiDq
in ^ ri inlmtfq inispq iniiDq
ecc.
356
I n t r o d u z io n e a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
Osservazioni: Ulteriori spiegazioni sono necessarie solo per i verbi Hiphil da radici I-gutturale. Alla fine del §158 abbiamo notato che il perfetto invertito presenta a-à al posto del solito e-é, come accade in La stessa sostitu zione si presenta quando alla forma invertita sono aggiunti i suffissi prono minali; abbiamo così: io ti ho posto
—>
Tprif^ni
e *° ^ Porrò
E interessante osservare come l’accento sia identico in entrambe le forme e come la sostituzione sia determinata più da ragioni morfologiche che fono logiche. Ci sono, per di più, alcuni esempi in cui questa sostituzione non av viene. 187. Vocabolario 52 Ve r b i:
OKQ -
T
1SÌ? V1??
*7*1$ -
So st a n t iv i :
T
rv n nwija
wì nw t
N omi P r o p r i :
? ì? ■*la
nan T
T
(0X$?) rifiutare, disprezzare, rigettare C^f?£P) regnare su); essere/di ventare re (*t!£i^) mietere, raccogliere ingoiare, inghiottire (rf?!?1) concedere il perdono, perdonare (con 'p e persona cui si perdona o cosa perdonata) (■fip?) ribellarsi (^ / *?Vcontro) (Vtt*p?) inciampare, vacillare (TV?) avvertire, mettere in guardia (3) (pi. -im) azione (atto), opera, lavoro (pi. -im) ulivo, oliva (pi. -im) capo, ufficiale (senza pi.) mietitura, messe; tempo del raccolto (pi. -im) popolo, nazione; a volte sinonimo di QV in riferimento a Israrele, ma più spesso usato per i non israeliti. Rama, una città nella regione di Efraim; casa di Samuele.
Esercizi (a) Trasforma le espressioni seguenti secondo l’esempio e poi traduci: Es. ^ h Trj -> ’nX ™ egli mi uccise
L e z io n e 52
357
inat? n n to
1 2 3 4 5
(b) Trasforma le espressioni seguenti secondo l’esempio e poi traduci: Es. r i? -> ■gJirj nnx rnx inx isj? 6 irto nn# 11 7 irix n?à ■m nn 12
1 2
vifoii? DÌO? ìnóx$
T
•
il 12 13 14 15
1W3Ì? nw m tm
6 7 8 9 10
12ÓD#
T
I
-
1
T
T T
inx irih 13 inx n iy 14 U11X 3QD 15 T
T
in“p #
•
“
*
T
•>nx nn*?# 8 inx n^a 9 nnx mp 10 •
T
1
T
-
T
* T
ì]nx x#3 urto nn3 on'x T
T
t
t
T
T
- r
“ T
3 4
5
(e) Traduci le espressioni seguenti. Sostituisci i complementi oggetto con i suffissi pronominali appropriati. Es. K'girnm Y?n -» iV?n egli lo lodò
□yrj’n^ n^n-nij #nn n'V }l#rn$ in in inix-n$ nx“$ ^ é n _ny:n?Qn
il 12 13 14 15
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i&rrnx # inferni hìs7 a?iarrnx ni^arrnx in?8 TXj$rn$ ia$-n$ TSjn 9 Tjx'p&rrnis n*?tf 4 inn^-n« rrnpn io liiKn-nsT
(d) Volgi i verbi dell’esercizio (c) alla 2a persona maschile singolare e ag giungi i suffissi pronominali oggetto della la persona plurale. Es. $If? -►nt^ip ìràtèìp (e) Traduci oralmente in ebraico; usa i suffissi pronominali oggetto quando possibile. 1. Ed egli ci rallegrerà. 2. Ed egli li consolerà. 3. E tu (m. s.) li farai giurare. 4. Ed egli ti porterà indietro. 5. E tu (m. s.) mi solleverai. 6. Ed egli lo colpirà, 7. E tu (m. s.) la salverai. 8. Ed egli li getterà.
358
I n t r o d u z io n e a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
9. Ed egli li avvertirà. 10. E tu (ra. s.) lo pianterai. (f) Traduci in ebraico: 1. E quando essi si ribellarono contro di lui, egli si arrabbiò e mandò i suoi uomini affinché li mettessero a morte. 2. Ma quando essi vennero nella città, videro che il popolo era fuggito e aveva (lett. avevano) abbandonato le loro case, le loro proprietà, il loro raccolto e tutto ciò che apparteneva loro. 3. Quando il popolo vide le azioni che Ì loro capi avevano fatto, si ri bellò (lett. ribellarono) contro di loro e li uccise (lett. uccisero). 4. Perché dovrei prostrarmi (== mi prosterò) davanti a questi idoli di le gno e pietra? Non c’è respiro di vita in loro, né possono agire in mio favore quando li prego e chiamo il loro nome. (g) Lettura: Le malvagità della monarchia (ISam 8,4-22) :n n a n n
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L e z io n e 52
359
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Note alla lettura; 1. Il suffisso è oggettivo; “per giudicarci”. 2. ’jjjyn = ’n'K tì|K l 3. ma, però 4. Gli infiniti possono essere considerati dei gerundi che continuano la frase: “costituenido(li) per se (stesso) come...”. 5. li?1"]!? terra da arare 6. carri 7. nOi?ì profumiera; nnsi? cuoca; riDN fomaia 8. "itoy Pagare la decima, esigere la decima su qualcosa 9. = n m la ^ i
L e z io n e 53
188. Suffissi oggetto con il perfetto: 3a persona femminile singolare La desinenza femminile -àh viene sostituita da -àt o -at davanti ai suffissi pronominali, che hanno le forme indicate nella colonna C della tabella al §184; ella mi osservò ella ti (m.) osservò ella ti (f.) osservò irnatf / ella lo osservò ella la osservò larnftttf ella ci osservò 1 ella li (m.) osservò - T I
Le caratteristiche peculiari di questo paradigma sono (1) il ripristino della vocale piena a in posizione pretonica, (2) l’assimilazione di -at + hù e di -at + hà rispettivamente in -attu e -àttàh. Viene presentata di seguito una rasse-
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189. Suffissi oggetto con le restanti forme del perfetto Queste forme non presentano problemi nuovi, se non alcune alterazioni della forma del suffisso soggetto: (a) La desinenza della 2a persona femminile singolare -t diventa -tì(b) La desinenza della 2a persona maschile (e femminile?) plurale -tem diventa -tu-
362
I n t r o d u z io n e a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
Tutti i temi rimanenti finiscono in vocale, alla quale vengono aggiunti i suf fissi della colonna B della tabella al §184. Viene indicato di seguito un cam pione rappresentativo (cfr. anche gli Esercizi di questa lezione):
•
T
I
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tu (f.) mi osservasti tu (f.) li osservasti io ti (m.) osservai io ti (f.) osservai io li osservai essi mi osservarono essi ti (f.) osservarono essi lo osservarono essi li osservarono voi mi osservaste voi lo osservaste noi ti (m.) osservammo noi lo osservammo
Si osservi ancora (1) lo slittamento delfaccento e la riduzione propretonica che ne risulta; (2) il ripristino della vocale piena in ìn r i^ , ecc.; (3) la pos sibilità di confusione tra la 2a persona femminile singolare e la la persona comune singolare con -ti Q al
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H iphil
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»T?iT’ó^n **5
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190. Un gruppo di verbi Qal irregolari Ci sono diversi verbi Qal che hanno è oppure i nella seconda sillaba tematica davanti ai suffissi pronominali. Due di questi, e VxuJ, hanno forme inso lite anche nella 2a persona plurale del paradigma senza suffissi: voi avete chiesto; voi avete ereditato. Sotto vengono indicate le forme ir
L e z io n e 53
363
regolari dei quattro più importanti verbi di questo tipo. In alcuni casi ricor rono anche forme regolari. nnx -
T
0nrm amare •• T
3 m. s. 3 f. s. 3 m. 2 f. s. 1 c. s. 2 m, s. 3 m. 2 m. 3 m. s. 1 c. s. 3 m. pi. 2 m. pi.
WS
pi.
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generare ereditare
pi.
't ò t : T è i 1??
irràf??
nnyyt ìrotóh;
pi.
chiedere
ìir j f t w
191. Vocabolario 53 VERBI:
S o st a n t iv i :
Al t r i :
N omi Propri:
Von
(Von?) risparmiare (+ inf.: risparmiarsi la fatica / il costo di fare qualcosa); avere pietà di (+ bv) (□*?$?) restituire, ripagare, (ri)compensare nuto (nu^?) ungere (Hp?) disprezzare (S?j?5?) spaccare, fendere m (*1TS?’) venire in aiuto, soccorrere xsn (N?"l?) curare, guarire; Piel KD"I idem (pi. -ini) agnello (m.) nto?? (pi. -ót) agnello (f.) P’D seno, grembo (con suff. ^ “lO; pi. -ót) spada (f.) ITO (aw .) insieme in? (aw .) insieme (cong.) perché (prep.) davanti, di fronte a; con suff. ecc.; la preposizione occorre anche come 0S& un raro sinonimo di ]?§ che esprime assenza o inesistenza; 058 (cong.) eccetto che, a meno che, senonché iril Natan, il profeta
364
I n t r o d u z io n e a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
n n ix
Uria ■ ’Jfin (agg.) ittita
Esercizi (a) Trasforma le seguenti espressioni secondo l’esempio e traduci. Es. “’lìnty —>'’n'K essi mi aiutarono ^13 QiTriSfó 'wrnsyn
11 12 13 14 15
irrrrn # rutili? n^7P*?
6 7 8 9 10
DN"pZ? Tl*n5t
1 2 3 4 5
(b) Trasforma le seguenti espressioni secondo l’esempio e traduci. Es. irix ’iv ih -» ir n r x i io lo vidi
□rixnn^y T)rix inp# irix irh n r ix ^ in ■’rixnnp '
T
I IT
li 12 13 14 15
irix 1^x3 6 irix ^ ò ri 1 an'x ir a 7 unx nn*?V2 •'rixìxin 8 nrixiriy 3 nrix npiin 9 irixuflréto 4 nrixTrfo io o rix i^ é 5 T
•
• T
T
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-
(c) Traduci le seguenti espressioni. Sostituisci l’oggetto con il suffisso pro nominale appropriato.
Dn#n-n$ uy^in □rsyjrnx wpg c p ^ n - n x loqi DH^n-nx jv ^ n H0Ìrrn$ d1?#
9 10 11 12 13 14 15
oirrfrft-nx ojy nipn-nij '’rrp # □ rr'n rn x rrx i ovrrnx my □ ^narrnìs npx V
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l 2 3 4 5 6 7 8
(d) Traduci in ebraico: 1, Noi continueremo ad incontrarlo. . 2. Alla sera essi iniziarono ad avvicinarsi alla città, prima che la porta fosse chiusa.
L e z io n e 53
365
3. In quel tempo non c’era posto per noi per stabilirvisi, così conti nuammo a viaggiare. 4. Anche in questa assemblea ci sono uomini malvagi che non ascol tano la parola del Signore e che godono nell’annullare i suoi statuti. 5. Ora profetizza al popolo, perché vengono giorni cattivi ed essi non potranno nascondersi dal terrore che sta per cadere su di loro. 6. Prostratevi davanti a colui che vi ha fatto e rendete grazie a colui che vi ha liberato dalla vostra angoscia. (e) Lettura: Il profeta Natan si reca dal re Davide (2Sam 12,1-15a)
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I n t r o d u z io n e a l l ’ e b r a ic o b ib l ic o
366
:mij; ni» ^i1? '^ iV n i?n dj n-jn 1573 mn1 l4,gncnt<; nyrà fra-1? osn14 im '?-1?? 103 ^ V 5 Note alla lettura: 1. fin $ forma “pausale” di nnx 2. m i (o W*]) povero (agg.) 3.
n;n: = nnX n>rr
4. 5. 6. 7.
ns boccone 013 o 03 coppa Tj^n viaggiatore Si presti attenzione alla costruzione “alfuomo ricco”, in cui il sostantivo è in stato costrutto con l’aggettivo preceduto dairarticolo.
8. 9. 10. 11.
n ^ l = mh “degno di morte” Cfr. §161 (d). “e se (ciò fosse) troppo poco, io ti avrei aggiunto molto di più (cioè avrei aumentato la tua ricchezza e il tuo prestigio)” liay ^ gli ammoniti “iriÓS segretamente; 1DÓ segreto 'TX potrebbe essere stato inserito molto anticamente per evitare che il verbo avesse mn1 come suo oggetto diretto. Nella traduzione la parola deve essere ignorata. yNJ = infinito assoluto (irregolare). 7ÌV? un raro tipo di aggettivo verbale: “nato”
12. 13. 14.
15.
L e z io n e 54
192. Suffissi oggetto con l’Imperfetto Quando una forma verbale all’imperfetto termina per consonante, le viene aggiunto il suffisso -è- o -en- davanti al pronome oggetto; troviamo così, ad es., yismdr + é/en + ni —*yismaréni/yìsmarénni (egli mi osserverà). A causa di varie contrazioni, comunque, è più semplice imparare gli elementi del suf fisso come un'unità:
a )
1
s.
3 -ermi
^ •— V
2 m. s. 2 f. s. 3 m. s. 3 f. s. 1 pi.
-ékka -- ------€ . 13— -énnù —
-énnàh
13—i -énnù
3 m. pi.
— —
3 f. p i
— —
(2 )
**] —
-éni
— — i r -ék i n -7 -éhù I» l t«. -éha * 1 j—
A* -enu -ém
1T
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Nessuno dei due paradigmi è completo. Forme di entrambe le colonne pos sono essere usate senza che vi sia alcuna differenza di significato. Escludendo per il momento l’imperfetto di verbi da radici III-i/è, pos siamo distinguere quelli la cui vocale tematica è suscettibile di riduzione (come in che includono la maggior parte dei verbi Qal e Piel, e quelli la cui vocale tematica non è suscettibile di riduzione, soprattutto verbi Qal da radici vuote e verbi Hiphil. Quando la vocale tematica è 6 oppure è, ha luogo la stessa riduzione che si osserva nel paradigma principale: cfr, (essi osserveranno) e (essi mi osserveranno); (essi da ranno) e (essi mi daranno). Ma quando la vocale tematica è -a-, questa non viene ridotta bensì allungata in à davanti alla sillaba accentata del suf fisso. Si confrontino 3773$? e con (egli mi ascolterà). Si leggano
368
I n t r o d u z io n e a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
attentamente le forme esemplificative indicate sotto e ci si assicuri che siano chiare. Le forme dell’imperfetto plurale in -u (es. n$lì^, n ^ f i ) prendono Ì suf fissi presentati nella colonna B del §184. Ma anche in queste forme viene ri pristinata la vocale a del tema. Si confrontino ad es. n&tt^ / con
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La distinzione tra imperfetto breve (iussivo, invertito) e imperfetto normale non viene mantenuta davanti ai suffissi pronominali.
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inlh&ttH ed egli lo distrusse
Si osservi che la -a- della sillaba tematica finale degli imperfetti Piel, come ad es. in non rispetta la regola esposta sopra e viene ridotta: iniYpU^. Si osservi inoltre il caso di in ^ ìó . Il suffisso oggetto -kà (te, m. s.) può essere aggiunto direttamente al tema dell’imperfetto, in cui ò —>o e è —>e\ a rimane a; i rimane i.
L e z io n e 5 4
369
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Nei verbi da radici III-He cade la desinenza -eh davanti ai suffissi: QAL
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193. Suffissi oggetto con l’imperativo I suffissi usati con l’imperativo sono identici a quelli già trattati per l’imperfetto. La similarità generale dell’imperativo con l’imperfetto è tale che nessun nuovo criterio è impiegato per l’aggiunta del suffisso. I seguenti esempi dovrebbero essere sufficienti: Q al
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194. Suffissi oggetto con l’infinito costrutto A causa dell’ambivalenza dell’infinito dal punto di vista della diatesi, i suf fissi soggetto studiati al §115 possono essere tradotti anche con il valore di oggetto. Es, “egli cercò la mia uccisione” può riferirsi sia alla “mia uccisione
In t r o d u z i o n e a l l ’ e b r a ic o b ib l ic o
370
di qualcun altro” sia al “mio essere ucciso”. Alla la persona singolare l’ambiguità può essere risolta utilizzando il suffisso -érti come suffisso dell’oggetto e -f come suffisso del soggetto: o rispettivamente. Alla 3a persona singolare maschile è possibile usare -èhu> invece di -ó, per risolvere la medesima ambiguità. In generale, comunque, è necessario tra durre l’infinito + suffisso pronominale secondo le esigenze del contesto. Ciò è analogo, ovviamente, alla situazione che si viene a creare quando l’infinito costrutto è seguito da un sostantivo: tf^X Xiq “uccidere un uomo” (il sostan tivo svolge la funzione di complemento oggetto dell’infinito costrutto) op pure “l’uccisione (di qualcuno) da parte di un uomo” (il sostantivo svolge la funzione di soggetto dell’azione espressa dall’infinito costrutto). 195. Vocabolario 54 V e r b i:
ntpn POS tffàa
So st a n t iv i :
naruji np7V “lDtt
n$T ALTRI: □J??X
(n$?) deviare, inclinare, spingere da parte (tutti tr.j (n3p?) voltarsi (verso), voltare, girare (tr. e intr.) (U<^) lasciare, abbandonare, permettere (DWn?) pensare, stimare, valutare, imputare (pi. -ót) supplica (pi- ~°Ù rettitudine, giustizia (pi. -oi) pioggia (pi. -ót) proprietà, possedim ento, eredità, parte (pi. -im / -ót) braccio; (fig.) forza (di solito di ge nere femminile) timore, paura; usato anche come infinito co strutto di XT (costr. nX"]1) (agg.) straniero, estraneo; (f.) (avv.) veram ente, davvero, certamente (a w .) veramente, davvero, certamente
Esercizi (a) Trasforma le seguenti espressioni secondo l’esempio e traduci. Es. on'X
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L e z io n e 54
371
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(b) Trasforma le seguenti espressioni secondo l’esempio e traduci. Es. *
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1 2 3 4 5
(c) Traduci le seguenti espressioni. Sostituisci l’oggetto con il suffisso pro nominale appropriato. Es. t^XTnfc? A"IlJ —» 9 Hg^n-ns n ain ^x 10 n r)x l3-|n“n^ ■»*? ijr il "i?|n 12 13 liix rrn x tori 14 15 □’ir-Tirrw f à
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1 2 3 4 5 6 7 8
(d) Scrivi in ebraico: 1. Giunga davanti a te la mia supplica, o Signore. 2. Egli continuerà a dare pioggia sulla terra. 3. Chi è queiruomo straniero con cui gli anziani stanno parlando? 4. La paura di lui cadde su di loro e i loro cuori si sciolsero dentro di loro. 5. Camminerò in verità e giustizia tutti i giorni della mia vita. 6. Il timore del Signore è l’inizio della sapienza. 7. Anche il forte cadrà davanti a lui. 8. Poiché tu hai ucciso il suo consacrato, anche tu morirai. 9. Abbi pietà dei poveri, poiché non c’è per loro altro aiuto. 10. Io non ascolterò le tue preghiere e le tue suppliche.
L e z io n e 55
196. Frasi condizionali Due proposizioni qualsiasi, la prima delle quali asserisce una condizione reale o ipotetica e la seconda delle quali ne afferma una conseguenza reale o ipotetica, possono essere considerate come una frase condizionale. Poiché le frasi condizionali implicano una sequenza logica e (di solito) temporale, esse formano un sottogruppo naturale delle sequenze narrative. In ebraico, le frasi condizionali possono non essere segnalate esplicitamente; la traduzione di certi gruppi di proposizioni in una regolare sequenza narrativa al futuro ri chiede spesso, in italiano, una frase condizionale:
n»i Tgìcnis nryi e se lascerà suo padre, egli (cioè suo padre) morirà (Gn 44,22) ■ ’tà'fól VlNttf ìlftW'| e se Saul (lo) sente, mi uccide ‘ T (ISam 16,2) Molte di queste ricorrenze sono ambigue, dal momento che per esse può an che essere proposta una traduzione non condizionale. In una serie di tre o più proposizioni, dove terminare la protasi (la proposizione con “se...”) e ini ziare l’apodosi è solo una questione di giudizio del traduttore. Nello stile poetico, aforistico o legale una protasi participiale non segnalata non è infre quente: Dia itòXl TONI rDttì e se qualcuno uccide suo padre o sua madre sarà messo a morte (Es 21,15) rtòr ni» IT} 3$) e se qualcuno rapisce un uomo e lo vende, o viene trovato nelle sue mani, sarà messo a morte (Es 21,16) Queste proposizioni possono essere tradotte anche in modo non condizionale come “Colui che uccide.. .sarà messo a morte”, ecc. Le frasi condizionali che sono segnalate da una speciale congiunzione “se” sono di due tipi: (1) quelle introdotte da DN, IH o ‘O, quando si tratta di periodi ipotetici che in italiano chiameremmo della realtà o della possibilità e (2) quelle introdotte da Ù (neg. ^?V?), quando si tratta di periodi ipotetici che in italiano chiameremmo deir irrealtà (controfattuali o impossibili). La di stinzione comunque nón coincide perfettamente con quella italiana.
374
I n t r o d u z io n e a l l ' e b r a ic o b ib l ic o
TIPO (1). La protasi (la proposizione con “se”) può avere un verbo al per fetto, all’imperfetto o un predicato participiale. È difficile mantenere queste distinzioni nella traduzione. Il perfetto ha a volte il valore del congiuntivo trapassato italiano, ma più spesso assume il valore dell’imperfetto ebraico nella sua funzione generale di presente-futuro (in italiano assolta dal con giuntivo imperfetto, dall’indicativo futuro o dall’indicativo presente). Di conseguenza, nonostante si possa operare una valida distinzione tra ...fi]DN se avessi trovato grazia (nel passato - congiuntivo trapassato) ...10DN se trovassi grazia (nel futuro - con giuntivo imperfetto) oppure se troverò grazia (nel futuro - indi cativo futuro) la stessa distinzione diventa artificiale se applicata, ad esempio, a “’Vy JVni 71K Fl"j3V DX se tu proseguissi (congiuntivo impf. italiano) con me, mi saresti di peso (2Sam 15,33) ...Di?1? □En}Ì...D^N...rpy?“DK se essi passeranno (indicativo futuro italiano) con voi [il Giordano], voi darete loro... (Nm 32,29) Entrambe le protasi si riferiscono ad eventi futuri posti come condizione. È sempre possibile giustificare l’uso del perfetto nella protasi come indicante un’azione completa che, nella mente di chi parla, corrisponde ad uno stato di fatto ormai realizzato. Al l’interno della stessa lingua ebraica è difficile pre vedere la scelta tra perfetto e imperfetto per la costruzione del medesimo si gnificato. Qualunque essa fosse, la distinzione originaria è diventata oscura nell’ebraico del periodo biblico così che entrambe le forme verbali presente ranno, in generale, la stessa gamma di variazioni nella traduzione. L’apodosi corrisponde strettamente a una proposizione della sequenza presente-futuro: •
wd + perfetto (invertito)
•
W3 (opzionale) + non-verbo + imperfetto (modello disgiuntivo)
•
wd + proposizione non verbale .
•
imperativo
L e z io n e 5 5
375
Nessuna di queste proposizioni presenta particolari problemi di traduzione. Gli esempi seguenti illustrano le combinazioni più frequenti dei possibili tipi di proposizione: 131101 n’D VQt^'DX']
E se restiamo qui, moriremo (2Re
« ^ 7’4) ^*7 ,,nNipn]...Tpl7X Vfl’X'Oq K*7 DX Se non te lo riconduco...sarò colpe vole contro di te (Gn 43,9) ìlPìb 1^5^ DX Se avessimo dimenticato il nome del n u rip t)’’ X*?q "IT VX1? nostro Dio, e avessimo teso le mani verso un dio straniero, Dio non l’avrebbe scoperto? (Sai 44,21-22a) a f i l l i na nyón XVCIX n;ni e se non ti piace più, la lascerai an dare (Dt 21,14) Q^XUC] V^yDX1) Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diverranno bianchi come la neve (Is 1,18) fl1QX’|...ìl'7X$:l XT tt^X'DX rrn] Se qualcuno verrà e ti domanderà... tu risponderai... (Gdc 4,20) Anche una proposizione introdotta dalle particelle iri, ^ e “1$$ (cfr. §70) può essere equivalente alla protasi di una frase condizionale. In una lezione precedente (cfr. §138) era già stato rilevato che DX assume un senso negativo nella traduzione quando si trova all’interno di una formula di giuramento. Di conseguenza, nello stesso contesto, l’espressione XV DX assume un senso positivo.
...TTO
xVDX...,’3ì!pn Per la mia vita, vi farò come avete DD1? 15 detto nelle mie orecchie (oppure: come ho sentito dire da voi) (Nm 14,28) nbx*? ...n#& E Mosè giurò dicendo: “La nVrj^ terra---sara eredità per te...” (Gs T ' V“ 14,9)
TIPO (2). I periodi ipotetici dell’irrealtà, introdotti da iV, sono troppo rari per permettere un'analisi significativa. Vengono riportati di seguito gli esempi più tipici: 7pfi}"ì£j nriV ’S 'T a
ìV Se avessi una spada in mano, ti am mazzerei ora (Nm 22,29) nx‘TiVÓttf'’ iV Se essi fossero saggi, lo capirebbero ............ (Dt 32,29)
376
I n t r o d u z io n e a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
U'Drn '■nrin ti? DnÌN OTPqn V? Se li aveste lasciati in vita, ora io non vi ucciderei (Gdc 8,19) UTO nj?Yti? niIT fon ^ Se il Signore avesse voluto farci □Vv morire, non avrebbe accettato un’offerta dalle nostre mani (Gdc 13,23) □i?n nfiSp:? ^ n’q...',3K Se il Dio di mio padre non fosse 'oén1?# stato con me> nù avresti mandato via a mani vuote (Gn 31,42) T
La particella può essere usata anche per introdurre esclamazioni ottative (che in italiano vengono rese con il congiuntivo imperfetto o trapassato) senza che queste siano seguite da un’apodosi: HI!?
Ci fossimo accontentati di rimanere al di là del Giordano! (Gs 7,7)
197. Osservazioni conclusive sulle sequenze di proposizioni La sintassi dell’ebraico biblico presenta problemi difficili e spesso insolubili. Dato il grandissimo numero di fonti, scrittori ed editori che hanno avuto un ruolo nella formazione del testo biblico, insieme con le scuole grammaticali dei tradizionalisti più recenti, non possiamo mai sapere quanto affidamento è giusto fare (a livello grammaticale) sul textus receptus e, di conseguenza, quanto la nostra analisi possa spìngersi nel dettaglio prima di diventare insi gnificante. Le sequenze narrative presentate in questa grammatica illustrano la questione in maniera emblematica, Sostenere che esse siano gli unici mec canismi pertinenti alla sintassi delle proposizioni-wa sarebbe falso di fronte alle numerose e ovvie eccezioni che si possono trovare nel testo biblico. Ma poiché la maggior parte delle sequenze può essere ridotta ai modelli già ana lizzati, si può dire che ha certamente un suo valore presentare questi ultimi come modelli standard. L ’evoluzione dell’ebraico verso il tipo post-biblico sostituì la maggior parte delle sequenze invertite con altre sequenze, più semplici e non invertite. Di conseguenza, una tendenza alla modificazione delle forme direttamente contraria a quella più antica doveva essere stata operante nelle ultime redazioni del testo, prima che esso raggiungesse la sua forma fissa. Alcune incoerenze nell’uso dei verbi e nella sintassi delle pro posizioni sono certamente da attribuire a tale influenza.
L e z io n e 55
377
(a) Ulteriori osservazioni sulla sequenza narrativa presente-futuro (lbc). Questa sequenza, caratterizzata da una serie ininterrotta di perfetti inver titi, può cominciare con proposizioni di vario tipo; abbiamo già menzionato proposizioni iniziali contenenti predicati verbali (imperfetto) e non verbali. Il caso del verbo rPH in proposizioni iniziali richiede delle considerazioni spe cifiche. A causa del suo doppio significato di “essere/diventare” il verbo può essere usato per descrivere una situazione passata non puntuale (es. “c’era una carestia nel paese”). Se una sequenza narrativa cominicia con una pro posizione che contiene il verbo H’H (o Vl?T), la reale natura della sequenza non è chiara finché non raggiungiamo uno dei verbi che la continua. Si con frontino i due casi che seguono ...n z rìs& T T n n & a V lT O
i t i n « 3 2V1 nft
C’era una carestia nel paese ed egli usava scendere in Egitto... (azione abituale) C’era una carestia nel paede ed egli scese in Egitto... (azione specifica, puntuale)
La proposizione iniziale della sequenza presente-futuro può essere ridefinita come comprendente i seguenti sottotipi formali: a. imperfetto b. proposizioni non verbali (incluse quelle coi predicati participiali) c. proposizioni condizionali, con un verbo finito al perfetto o al l’imperfetto con significato presente-futuro d. il verbo rrn con significato non puntuale tutte vengono continuate da wa + perfetto invertito. (b) Sequenze non invertite in modalità congiuntiva: 1. perfetto + wd + perfetto (non invertito) 2. imperfetto + ws + imperfetto (non invertito) 3. imperativo + wb + imperativo La terza di queste sequenze è già stata menzionata (§107) ed è inclusa qui solo a causa della sua somiglianza formale. Le sequenze 1 e 2, invece, sono nuove e, siccome non sono per nulla rare, necessitano di alcune spiegazioni. Esse ricorrono raramente nella narrazione puntuale e sono usate principal mente in corrispondenza di una semplice sequenza di proposizioni le quali non manifestano legami espliciti di consequenzialità logica o temporale; queste proposizioni possono essere definite congiuntive ma non consequen
378
I n t r o d u z io n e a l l ’e b r a i c o b ib l ic o
ziali. Tuttavia, quando sono usate in una serie di proposizioni consequen ziali, di solito esse sono la continuazione di una proposizione disgiuntiva e non appartengono alla narrazione principale. Per esempio, si supponga che nella narrazione principale sia stata menzionata una persona riguardo alla quale lo scrittore vorrebbe fornire informazioni aggiuntive. Tali informazioni sono introdotte, di solito, da una formula disgiuntiva (in cui il verbo non è in prima posizione). Spesso capita che questa disgiunzione esplicativa continui per diverse proposizioni prima che lo scrittore decida di ritornare alla narra zione principale; è in questo tipo di sotto-sequenza che le sequenze 1 e 2 si incontrano frequentemente col significato di consequenzialità (logica o tem porale). Si osservi, ad esempio, il passo di 2Sam 23,20 che riguarda un certo Benaia: n3ni I T Kin*] ed egli (è quello che) era sceso giù [nella cisterna] ed aveva ucciso il leone... Un altro uso delle sequenze 1 e 2 riportate sopra è analogo a quello della se quenza imperativo + wd + coortativo, in cui la seconda proposizione è me glio tradotta come una proposizione finale o consecutiva (cfr. §107). Di con seguenza corrispondente a una sequenza ipotetica (ma normale) del tipo (Ib): ti1? nn"]H Dacci spazio libero, affinché pos siamo prosperare nel paese abbiamo invece una costatazione di fatto in Gn 26,22:
n xn ìrnDI ti1? mrr Tny)
...perché ora il Signore ci ha dato spazio libero cosicché prosperiamo nel paese
(c) Infine, si osservi l’insolita sequenza che ricorre in ognuno dei tre passi biblici delineati sotto come esempi. In ciascun caso, abbiamo a che fare con una sequenza di azioni puntuali ma abituali. Informazioni circostanziali circa l’azione precedente a quella espressa nella proposizione che seguirà sono introdotte da wa + imperfetto (invertito), da rendere preferibilmente con “e quando egli aveva fatto così e così...”. Questo tipo di proposizioni sono congiuntive per definizione, ma a causa del loro allontanamento dalla sequenza nella quale ricorrono, esse segnalano chiaramente una subordina zione temporale anticipatoria.
L e z io n e 55
379
Passi illustrativi ISAM 17,34-35. In questo passo Davide descrive la sua prodezza come pa store. La sequenza inizia con l’ambiguo verbo rPH e usa uniformemente il perfetto invertito (lb), con l ’eccezione di Dj?h, che appartiene al tipo partico lare menzionato nel paragrafo precedente1. Testo
Traduzione
rrn nyi Io tuo servo ero un pastore... KDì e (ogni volta che) un leone veniva
Note Si osservi l’ambiguo hdyàh.
e prendeva (una pecora dal gregge) im pT) (gli) correvo dietro vnsni lo colpivo ‘•iftfen e (gliela) strappavo dalla bocca Subordinazione anticipato n eh — e se quello mi attaccava la Ripresa sequenza principale. ' r n m io Io afferravo rn sm e lo colpivo vri’tìqi e lo uccìdevo GB 1,1-5 Inizio narrazione principale; DTi UTX C'era un uomo si osservi l’ambiguo hàyàh. La continuazione della se Kinn e quell’uomo era quenza con wdhàyàh segnala che essa è del tipo tb (abi tuale). Subordinazione anticipato__ e quando (gli) nacquero ria, continuata con due pro posizioni consequenziali. ___ e il suo bestiame aveva raggiunto (il numero di) •-nn ___ ed egli era diventato (ilpiù ricco) Ripresa della narrazione ’D'i’ìll *suo*figli emno soliti andare principale. • ìtyy'j efare inV^l e mandavano e chiamavano ÌD*>i?n ■ ’S _ e quando i giorni di festa erano Un’altra subordinazione an .
~T T
•
1 In questo passo, così come in quelli che seguiranno, sono dati solo gli elementi iniziali di ciascuna proposizione. Le proposizioni irrilevanti alla trattazione presente vengono omesse. I rientri di stampa indicano subordinazione o disgiunzione, Sarebbe opportuno che il lettore comparasse i nostri schemi con il testo originale.
380
I n t r o d u z io n e a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
passalì e (li) faceva venire
e lì purificava egli sì alzava di buon mattino 3PN ItìX
e offriva un sacrificio ___ perché Giobbe diceva
_ forse hanno peccato _ e "benedetto " w r . *?? così egli solevafare
ticipatoria, segnalata da wa + perfetto (invertito), compli cata dal l’inserzione, me diante /c/, di una proposi zione causale. Ripresa della principale.
narrazione
Subordinazione semplice con kt. Citazione che inizia una se quenza secondaria (tipo 3a). Disgiunzione che segnala la fine dell’introduzione gene rale alla narrazione; si os servi il conetto ritorno all’imperfetto.
ISAM 1,1-7
iny:
naiipV XIHH li^XH 7ÙV)
Disn 71?1 nani ÌHJT 1JT>
Inizio della sequenza princi pale, seguita da quattro pro posizioni non verbali di sgiuntive (qui omesse). Continuazione della se ora Peninna (aveva figli) quenza principale, ancora con l’ambiguo wayhi. Continuazione, con il per e quélVuomo usava salire fetto invertito, della se quenza principale, ora usato chiaramente per un’azione abituale. e quando fu il giorno in cui Subordinazione anticipato la, raddoppiata qui con una egli aveva offerto un sacrificio proposizione temporale. Continuazione della se egli avrebbe dato quenza principale. Disgiunzione per contrasto; ma ad Anna avrebbe dato si osservi il corretto ritorno all’imperfetto. e la sua rivale Vavrebbe tormen- Narrazione principale. tata e così eglifaceva (di anno in anno) C’era un uomo
___
nn“$ nnÓÌJDl T” T ’ nlpsp PI —
A questo punto della narrazione, lo scrittore ritorna all’occasione specifica dell’incontro di Anna con Eli ed impiega la regolare sequenza al passato puntuale, iniziando con il wayyémer del v. 8.
381
L e z io n e 55
198. Vocabolario 55 V e r b i:
W? natf □01 T
T
Vpn rfts T
*
y*i3 —T
0?3*?3?) contenere, sostenere, supportare (H3$?) deportare; Niphal significato passivo (DUI?) essere compassionevole verso, avere com passione di (V73?) dividere, separare (H^3?) completare, portare a termine, terminare; + inf.: finire di (yi3?) chinarsi
m (H^v) arrabbiarsi vm (y#p?) ribellarsi, trasgredire, peccare (^ contro) -
So st a n t iv i :
A g g e t t iv i : N omi P r o p r i :
T
nn
■?ri3 y#é npwz? ^3 rib1?#
(senza pi.) grido di gioia (meno comunemente, grido di supplica) (senza pi.) ferro (con suffisso ’V^D; pi. -im) trasgressione, colpa (pi. -ót) riposo, luogo di riposo benedetto Salomone
Esercizi (a) Lettura: La preghiera di Salomone (IRe 8,22-30.44-58) 1:□?$#[! vp? forici ^ x i# 1 ®?np“*?3
"ibul nnàa
mm nsja ^p*? nb4?# ìb y n 22
Vyóa
mrr “iók'si 23
:u$r'W to '? rr^'nn ìpfatf? m m nnjn :njn a v i nx1?» laupi i1? F ilà r ia nx r?x 717 ^lV rn ^ n fr ib x 1? i*? fi“]27 nx *>3X d i T ^y 1? nb# ^x*}#? n#$3 ^p1? nD^V Qp-irnx T i? n ^ - o x p i
:^x in -*?
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Q?é?n 3n|n f ix n -,?y o v i^ 3#’ D^xn ^ 27
"i#ì$ n ^ rrV in nn^r1?# yb#> ^
p jrn "iwìj n-jn n’sn mrr in an im i Tjpy nVDir^x V ip i28 :orn t o '?
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382
I n t r o d u z io n e a l l ’ e b r a ic o b ib l ic o
'wp n^p
alp&rr^ nv\ n)f? njn n’sn -^ ninnai V p y ni*»?1?2 :n;vi mpan-^x
-^x ya#n nnxi njn nipan^x
V?9i^
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*?x*lty?^sn t o v :nrfro] n y ^ l D ^ n - ^
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Yyn 6T)Amn^xi^Drini nn^n n#t$ ^Tf? i3?x-'?y n^n1???1? ^zpy xsr’344 n?3ni n3 ri*in? :ddd^q n ^ y i Q^n^-nxi Dn^fi'nts n?n$n n y a ^ i45
oi^atf miti}tì n 'ifi
orinai ozi npaxi xdo^x'1? V» ^ inninp in npini Tixn n r ^ “ibx1? orraw n $ ? T 1?*? ìaan^ni ìd^i ouna^a i\p§ o?1?"1?# 7n ^ n i47 9:uyun 8in.j?oi uxtbn ^ x ì^Qnni an'x ì3ttrn#$ o;ra?'x n i? n^pr^p^i na^-Va-i ^ x in#'!48 :t|^*7 ^ iz r n?àni j^na ^ tv ? nniaì$*? nnm n#t$ d$ix T it :dbs$& ri^ y i anan^-ni^ an^Djrnx
^
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nD^qi> nnnai TQ-wtfte y#§ n y y y r ^ tfhNW ^ W1?$tf?9150 laìzpcjm DgraW
^ rja n 12yi3 Tinzp D ^ a » ">$$ °0 ^ H 3 1 T O P ? 51 Va? orp1^ ybi^V *?x"^ q^y n^rurr^^') :jp y n a n i^ x nino? T^V ni1?1?52 ì^ x in ? :|iay n^a
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Note alla lettura: 1. Si osservi D?D$n nel senso di “verso i cieli” e “nei cieli” lungo tutto questo passo. 2, La forma plurale nel testo consonantico è punteggiata come un sin golare.
L e z io n e 55
383
3. nari dovrebbe essere correlato con *>3 “Dal momento che i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno (può farlo) questa casa che ho costruito”. 4. continua la sequenza del v. 26. 5. Nel testo originale, la forma è difettiva eviene scritta come 6. Qui con il significato di “verso”. 7. Espressione idiomatica: “Se rientreranno in sé stessi (lett. se ritorne ranno nel loro cuore)”. 8. niijn peccare 9. agire iniquamente 10. rb a = 11. Espressione idiomatica: “e tu li fai oggetto di compassione”. 12. “113 una fornace 13. La forma Qj? al posto di segnala questo come il primo verbo della nuova sequenza. Cfr. la discussione alla fine del §132. 14. (du.) ginocchia 15. In senso avverbiale: “a gran voce”.
Appendice A
C l a ssif ic a z io n e d e i S o st a n t iv i
La lista che segue contiene tutti i sostantivi che appaiono in questo vo lume, classificati secondo lo schema vocalico della forma singolare assoluta. I sostantivi di un dato modello sono inclusi sotto un singolo numero; le diffe renze nella forma flessa, come ad esempio quella costrutta o quella plurale, rendono conto delle ulteriori suddivisioni. Le forme principali sono siste mate secondo lo schema seguente: assolutocostrutto singolare con suff. della singolaresingolare 1 pers. singolare
assoluto plurale
costrutto plurale
Altre fonne con suffissi pronominali sono elencate sotto il tema appropriato. Quando una voce presenta un tipo potenzialmente unico, le parentesi tonde indicano una forma congetturale ma ben fondata. Ad es., la voce Oaj) “il mio mare” al n. le non è una forma attestata, ma è ragionevolmente certa perché è attestata la forma rtfó? “il suo (f.) mare”. Le stesse forme con suf fisso sono date per ciascun sostantivo per ragioni di completezza. Le parentesi quadre, invece, contengono forme congetturali che sono probabili, ma non così ben fondate come quelle appena menzionate. Le forme duali possono essere trovate al §92.
386
I n t r o d u z io n e a l l ’ e b r a ic o b ib l ic o
I. Sostantivi monosillabici con vocale lunga regolarmente mutabile (riduci bile) o a (plurale §34; costrutto singolare §§73, 75; costrutto plurale §§7879; con suffisso §§85, 88, 96). la.
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Anche: naso (-ót) giardino *?! povero (agg.) ■>n vivo (agg.)
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Nota: con l’articolo determinativo OVn ÌÌC! Snn T T
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Anche: n» amaro (agg.) "1S (-im) giovenco (IDn) 2c.
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387
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II. Sostantivi monosillabici con una vocale lunga regolarmente immutabile (plurale §34; costrutto singolare §73; costrutto plurale §§78-79; con suffisso §85). 4a.
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Anche: (-im') luce nìN (-ót) segno iìn
*1Ì3 (-o/) cisterna ■*ia (-iwi) popolo
li 7 (-ót) generazione lìn splendore
388
I n t r o d u z io n e a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
qiy uccelli, volatili “lly (-o/) pelle
2ÌD buono (agg.) n'3 potere
IN’vj bestiame piccolo
(-im) 1W capo di bestiame
Nota: il plurale attestato una sola volta, rappresenta una rara alternativa per i sostantivi di questo tipo. 5b.
QV
QV
D'O1
Cai’)
• T
tftó nyfvh
5d.
r'v
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"tv / fi? OW?
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capo
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Anche: Tl moltitudine
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5e.
pn -pn / pn Q3ì?n
6.
DIO
DIO
0^10
’i?D
anE?n
'’ppn / '’pt!
statuto
’OÌD
D’DIO
’OID
cavallo
^10
’OIO
□3'DÌD
Anche: “fìlli (-wi) roccia
ni1? (-ót) tavola
nn (-ót) vento, spirito
III. Sostantivi bisillabici con accento sulla penultima sillaba (segolati) e tipi affini più rari (plurale §§19, 50; costrutto singolare §§73, 75; costrutto plu rale §99; con suffisso §§99, 104). 7a-
re
ìW □5‘0 l7$
i?1?» Anche: (-im) pietra P)^ (-im) mille T"J,K (-im) cedro rtò (-ói) terra *13} (-im) uomo 19Ì (-ftw)vite TA (_?m) via 7b.
Similmente:
310 noi? 013 ag’j
(-nw) bontà (-ót) spada (-im) ragazzo (-fm) argento (-fw) vigna pane (-im) anima
0170)
om o
om o) (□3170)
C11CJ)
*110 / “>70
(-fjw) vanità
13# (“W ”) servo (-im/-ót) osso sera (rim) immagine •)~jP (-im/-ót) corno V^l (du.; pi. -im) piede 1??$ (~im) olio ■>1711 (□^nn)
camera
389
A p p e n d ic e A
7c.
Vi?
VP
n?i? TW? °71W
O^Pi? n;i?
'"Pi?
tomba
Anche: (-/w) pioggia "irij resto, rimanenza (-/w) agnello 73J (-fw)voto 7^ (-/m) cadavere 8a.
*705 j?-j$ T)$ 33^ 73$ ’vir
»1l seme
Wiyty (-ót) il sole idolo giustizia bpV) (-im) siclo 7p$ (-im) menzogna intemo, centro carro (-im) rottura, frattura D ^p
OvV°)
roccia
° ^ ir Le parole seguenti possono appartenere sia al tipo 8a che al successivo tipo 8b; non abbiamo attestazioni sufficienti per deciderne la collocazione. PIO5 (-im) Pasqua
8b.
rnf
nT (~im) mese
rnf
o>n;T
9.
(-im) trasgressione
"iyj
"IM
Anche: *?yà (~im) padrone "IS? (“*w) foresta IOa. 79Ó 750
ony? nyj
*?nj (-im) torrente 7113 OHO?) (-im) teirore npp
■ ’npT
sacrificio
D^rpi
TOT Anche: y^ (-fwi) colpo, piaga, peste
np^i f id u c ia
onop nsp
nri5 (-im) apertura ’HP • cgnxfr
giovane
7y$ (-fm) porta ■Hpp o^npp
libro
D519P Anche: (-im) bastone, scettro, verga, tribù
j?!J§ (-f/w) valle lOb.
77$
77#
Anche: n^pn (~im) grasso p^ft (4m) parte
mv T1TV Q517V
D’77$? ,rm
*7JÌ) (-ww) vitello 7 $ aiuto
3tyy erba, vegetazione
390
I n t r o d u z io n e a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
11.
’« iì? W ie
Anche: Vn'X (-ini) tenda (du.) orecchio cibo Ipà mattino Le forme plurali di
12a,
mjk
o^ ìì? / o^ ik
t
T
zirtf
collo D?Ì£]X mezzogiorno (-im) radice
7
(tenda) presentano alcune irregolarità:
mrntj
n"tà
^itm cgcrn 12b.
santità
^ ìi? / ^15!
Tìii (-ói) aia oscurità lì?1]"!! (-ini) mese fianchi, reni
■-
^li?
nin“jx (Qynln-fó)
via
larghezza
urti
wn Anche: TNft (con suffisso Il^ri oppure Ì“lKFl) forma ys
13a.
■>ry
niry
niry
occhio sorgente
DW C*H)
'F I
D^TQ
’na D5TO
casa
nl’Ki
(nix1*)
valle
WS Anche: vino
(-ini) forza 13b.
rpf
JT’I
Wl (p m )
ulivo
Anche: (-im) ariete I3c.
rnà
rv*3
’TO
* IT
m ) 14.
(k);j
( k);j
15.
n$
ni» nsntà
. . .
’Ol»
--
—
morte
A p p e n d ic e A
391
Anche: difficoltà, disgrazia 16.
^ri mezzo
non flesso
nulla
IV. Sostantivi bisillabi con uno a a volte mutabile nella prima sillaba e una vocale mutabile nella seconda. 17,
—
—
spalla
—
miele
—
resto
(TO?) 18.
#57
—
19.
—
—
20.
IR? 38T
—
(nw )
nnx?
c?st)
trziKf
nnx?
pozzo lupo
V, Sostantivi bisillabi con uno a immutabile nella prima sillaba e una vocale immutabile lunga nella seconda (plurale §19; costrutto singolare §73; co strutto plurale §§78, 79; con suffisso §85). 22.
*11D?
1ÌD?
Anche: nV?$ (-im) dio, Dio rh$ (ìi“l$n) arca VÌI] (-im, -dt) braccio 23. Va} Anche: Dn? (-wj) chembino vesti 24.
V’yz?
nto? Tlia?
nniD? nio?
QlVq (-òi) sogno niQtJ (-im) asino ^ Nilo
niD? □?njb?
primogenito
nìn"j (-00 strada Vxb# la (mano) sinistra confine
DìtU dichiarazione #ÌD"| beni mobili, proprietà abito
fj’Vi?)
VI. Sostantivi bisillabi con vocali regolarmente mutabili in entrambe le sil labe (plurale §19; costrutto singolare §§73, 75; costrutto plurale §§78, 79; con suffisso §85). 25a,
"\21
nni
on?1
n ? ì parola
Anche: bestiame grosso "lto3 carne PIO (agg.) forte T
T
“lì?; (agg.) prezioso *1#: (agg.) giusto ”IDE) (-dt) pioggia
UUn (agg). malvagio Y?w bottino, preda
392
I n t r o d u z io n e a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
25b.
TTn
Anche; □7K 3HT W7H 050 T T
25c.
mr?
uomo, umanità oro (agg.) nuovo (agg.) saggio uhD t T
O h?) (D3#1?)
'TfD
’TW rm Vpn (agg.) ucciso “IH^ (-ót) fiume 13V (-im) nuvola IDy (-o/) polvere (fw ) W ìS )
«
TT
’tthS -
TT
splendore
*?n|? (-/w) assemblea 3Sn carestia, fame
0#1R) w h b
cavaliere
Anche: Uhn (-im) artigiano, lavoratore (del legno, della pietra o del metallo) 25d.
tta») cf i r n
25e.
n*?n
a'pp
26a.
m
M
r
t
d’Vm
’t o
cìm —
--
-
’3i?I ’3G?t
(D’3i?0 ! ’3i?t Q?’3i?ì
Anche: 733 (agg.) pesante no# (agg.) felice
p # (-im) vicino Q1?# (agg-) completo, intero
26b.
TSD
nratj
nn^n
’WJ?
niori?
niDj^3
*i?n
n*0
Anche: ■?!¥ (agg-) incirconciso 26c.
r|np
no?
Anche: HT luna 26d.
«
T]T (dii.) coscia CK1?»
T
Anche: KtìS (agg.) assetato
KQD (agg.) impuro W
OTO) 27a. .
Ctf»)
m
26e. inV T
O W 1?
Anche: 2ÌV (-im) uva
'ny (as
TO'?
"IVtV pelo
(W )
(D?W )
nian1?
(ni3?V)
cammello latte vecchio
393
A p p e n d ic e A
27b.
y>S£ yty/vfri
nls^lt
cvVs)
costola
VII. Sostantivi bisillabi con una vocale lunga regolarmente mutabile nella prima sillaba e una vocale lunga immutabile nella seconda (plurale §19; co strutto singolare §73; costrutto plurale §§78-79; con suffisso §85). 28a.
TU
T*J
capo
T}?
q?t
*?
Anche:
VIP mano destra rrtfjj (-im) l’unto IH3 (agg.) nobile (-im) prìncipe 28b.
D’IO
29a,
Dipo
d’ip
Dip$ D|$ÌP??
Anche: 1ÌTK (-fm) signore i m maestà Tl»n ruggito 29b.
riva
Tiya
30a.
3ìn|
Dir»? D||in|
-pHp raccolto, messe TV? (agg.) pìccolo Tyto (-im) capro
Ttfy (agg.) ricco (-/w) fuggiasco *PpD (-ww) preposto, capo, ispettore
0QH9)
a’ono
■ ’G'nt? / ’ono
’&V*?
niaìp$
niaip?? D^niaip??
«
'IT
ÌÌ33 gloria (-di) lingua •jìy (-di) colpa
luogo
1ÌD| nord a1*?$ (-ww) pace, benessere
m nin| ^n|
eunuco
an=in| nini
om)
rifugio
nini agnini
scritto
(agg.)
Alla categoria 30a appartengono tutti i participi passivi Qal. 30b.
nn|
30c.
yiattf
—
—
anina
'l ’ina
—
nisnntf
nlvn^ ognuna#
IT
giovane settimana
V ili. Sostantivi bisillabi che terminano in -i (§112). 31a.
’*?|
’l?
"*19
ntf?
nt^ □|n^
("V?)
D,i?3 ^3
vaso frutto
prigionia
I n t r o d u z io n e a l l ’ e b r a ic o b ib l ic o
394
31b.
’Stf
— (Cfr. anche 31c.
—
(” ?5) (t o p ) l'W / Jil’T# £T?TU
sotto)
—
metà
leone «
(” >0)
O’^CI
'W
—
malattia
—
afflizione
m i) 32.
’i??
innocente (agg.)
Off)
Il tipo 32 è un sottotipo del tipo 28a, scritto quasi sempre difettivamente. IX. Sostantivi bisillabi con una prima sillaba immutabile (sillaba chiusa o con una vocale immutabile lunga) e una vocale mutabile (a, è, a) nella se conda sillaba (plurale §25; costrutto singolare §73; costrutto plurale §§7879; con suffisso §85). 33.
suna
luogo di residenza
Anche: Vii* {-ót) sorte DD13 (-im) stella 34.
Vd’H
KHÌ2 (agg.) terribile □*7Ìy (-im) eternità
1DW (-ót) shofar palazzo
Vo’H
n to ’n Anche: ÌCTTl sud (senza plurale) 35.
nemico
TX
Anche: inn suocero (-im) sacerdote 36. 37.
unn
lina (~im) tempo fissato -ipb (-im) scriba — |
n’HJhfl
sordo (agg.) giudizio
m yn
Anche: (-//n, -ót) torre
(-im) pascolo
"15*10 deserto
A p p e n d ic e A
395
mja est "IDpa {-ini) numero 38.
33*
33*
ladro
■osa
Anche: *73^ cibo lì^ a (-im) messaggero
bbyti (-ini) atto, azione X&a oracolo
“IRIS (-ìm) collo n3$ (-ót) sabato
Si osservi la forma irregolare di T13$ con i suffissi: 1fi3$ “il suo (m.) sabato’ 39.
nm
vm
40.
io1?#
TO'?#
41a.
“iiy
—
CV??8) ’30W
ninn*?#
n1s?:?¥§
dito
niucft#
tavolo cieco
Dniv
Anche: DO? (agg.) zoppo 41 b.
KD3
K03
4ic.
nsja
naia
■W w?? to p ?
rrin^ja
(nixp3)
trono
nin?|0
altare
X. Sostantivi bisillabi con due sillabe immutabili (§50). 42.
liv^
(*3ivft) I
n 'tfw
povero (agg.)
Anche: elevato, superiore; l’Altissimo (un nome di Dio) 43.
“ita}
*113*
Anche: liafa 44.
□nlaa (-un) salmo
linieri
inferiore (agg,)
n^innn
Anche: |h[JR (agg ) futuro, posteriore 45.
ypt
—
□niDTl
— interno (agg.)
Anche: (agg.) primo 46,
p^X
e rra )
47.
nay
Cììay)
un giusto n'nmsiV
’lìay
colonna
I n t r o d u z io n e a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
396
XI. Sostantivi che terminano in -eh e -eh (§88, § 116). 48a.
,,D
■ ’Q Tpé W 9)
bocca
48b. 49.
niito
nity
Anche: H?’ (agg.) bello rty? {-ttrit -ót) canna so.
n3f?Jp
—
pecora capra
nnt^
campo
n^i? fine n^i? (agg.) duro, difficile proprietà
•gj?» / ’ Ji?»
VJ,7» / irrida Anche: rifila banchetto 51.
nsrja
nati»
/ •gtja
ni3rj»
niaq»
accampamento
Anche:
{-ót) bastone 52.
nnx
—
(-» » )
azione, atto
—
aspetto
n^"ja
—
leone
—
XII. Sostantivi femminili in -ah (plurale §53; costrutto singolare §76; co strutto plurale §§78, 79; con suffisso §85). 53a.
r\yy
T t
53b. Anche: ms
rra
m _s
(-ót) giovenca
’rntx | n sn
anno
n i3^ /
CONO nnx
n iix
angoscia
(-ót) cattivo
Inoltre, appartengono a questo tipo i participi dei verbi Qal da radici vuote, come Dj7, DW, ecc. 53c.
rì03
—
-—
altura sacra
n ••
53d.
hdw
DD^
Onstp)
53e.
nax
(m )
’T O
54.
nxs? 1
.
T
T
T
T
**
m vt
'm
T
labbro n in a $
n in ^ x
nixy
domestica consiglio
A p p e n d ic e A
397
Anche: n^n rabbia HKD (-of) cento 55,
nìy congregazione ntts angolo
nViy
niViy
Anche: n&in (-óf) muro
HDÌD prosperila
56.
n;1?
nra
'n ra
57.
nm
(nax)
cm )
7
“
» T
niViy
olocausto
mTìn (-Ót) legge, Legge —
intelligenza
■ -
•
mm
(nim)
cubito
nm
angolo
Anche: rrn (-ót) animale selvatico, bestia feroce 58a.
H33
n35
OW)
nm
Anche: Hìtt (-o/) misura, dimensione, statura 58b.
nWK
n#
59.
nj^n
ri(Prj
’0i?c
60a.
H3V»
n?*?»
’w'pe
60b.
nVrj:
n*?q3
Anche: nil^K amore 6ia.
donna
T
nij?t!
n'ì?i]
statuto regina
niVqi
parte, eredità
nisga
collina
n“jj7] (-ót) ragazza
T\V^
.
*
WM
nisn?
Anche: paura (-ót) dono, offerta 61b. 62.
n^o
nrr^ptz; (-ót) gioia (-ót) mantello
ni?»
’ow» !
nnp
’WIU 1
nn?W (-ót) serva, schiava nì^Q comandamento
nisnc?
nÌD"|p rimprovero
Anche: n’fty (-Ót) giovenca
n r$ nudità
63.
na?o
na?o
’TOO 1
nittpo
(ni^n)
64a.
rp“$
nr)3
’w i? !
nta-p
nlD"l5
Anche: (-o/) rettitudine maledizione
H5D“| miriade desolazione
sapienza benedizione
I n t r o d u z i o n e a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
398
rtann
nlxi?
steppa
nhyij
niiy^
caverna
(ntoifttt
niDtftS
occupazione
(ni1??))
cadavere
64b. terra 64c.
nim
imi?
- ì
n?^z?
64d. 65a.
n1??:
nfcj
65b.
—
nan?
65c.
■ ’n ^ '
—
niar#
CTO) w o?
65d.
—
'
niarja
richiesta bestia
stagno nian? nn? A questo tipo appartengono anche gli aggettivi femminili e i participi stativi del tipo . . .
—
di n-j??. 66.
rrpu
niias?
67.
n x ia n
n x ìn ^
. . .
n ta n
’nynni?
—
n ix n r i
lavoro prodotto
Anche: (-oi) vergine
nVin? 68.
nVpIÌ
nyiu;1 liberazione T
*
n'pDJ?
niVp^
nainri intelligenza niVpri
preghiera
y fm Anche: nVp^p
(-Ot) rotolo nVniil lode iràt) strada maestra n^nn inizio
69.
n-jtfó
ntqi$
70.
n?^a
n $ j? a
nanjn supplica — ——
•—
possesso, proprietà
in?'?^a
n iD ^ a
niD 'ftS
regno
Anche: (-0/) vedova 71,
rn?7?
n ? |ia
ow w )
n i3 3 i a
n n -n a
carro
72.
no^a
nnèya
■>ni?D$a
n in D ^ a
ninpi^a
famiglia
Anche: n^n>a (n a ó ^ a )
battaglia, guerra
399
A p p e n d ic e A
73.
niyn
mirtn •* T
-----
—
—
—
ninvin (niìVin)
nusjin nn'pin
abominio genealogia
XIII. Sostantivi femminili che terminano in -t (plurale §62; con suffisso §111). 74.
m
75.
nv
’na w
n to
im niny
76.
Cifro
nvi
nyi
79.
PW)
tempo
(niny)
verità
nin1?!
ninVl
porta
’W
. . .
—
conoscenza
ww
. . .
—
bronzo (catene)
—
sorella, parente
80. (nfjto) 81.
figlia
im
n&s
77. n>i Anche: fiarco 78.
nù?
■
servizio, ufficio
rn w
Anche: ni^pri bellezza 82.
nxtpn
nxtpn
•’ntwn
nixtpn
niKian
peccato
83a, rPJtl OTO) lancia CW Probabilmente, anche i sostantivi seguenti vanno classificati sotto questo tipo, ma la loro attestazione è insufficiente: rrapf cattività, prigionia JV# alleanza, patto rvntJK termine, fine
400
I n t r o d u z io n e a l l ’ e b r a ic o b ib l ic o
Anche i molti altri aggettivi femminili che terminano in -it, come ad esempio rp$,l7^ terza, per i quali non abbiamo stabilito una classificazione distinta. ... | 84. testimonianza r\m —
—
85.
rro1?»
86.
nirm T
—
I nin$
^nin^ |
(ni’OS)
(Di^K)
regno sorella
XIV* Sostantivi maschili che terminano in -ah. —
87.
88.
nng
nns
— | ( v in $ )
| n in s
rriV>'?
/ nicjD
n in e / n ir } ?
notte governatore
Appendice B
V erbi Qal p r in c ip a l i c l a ssific a z io n i
SECONDO I TIPI DI RADICE
Quella che segue è una classificazione di tutti i verbi Qal che appaiono in questa grammatica. Sotto l’intestazione «imperfetto» sono inclusi: (1) l’imperfetto regolare, (2) lo iussivo (se differisce dal precedente) e (3) l’imperfetto invertito. Sotto l’intestazione «imperativo»: (1) la 2a persona maschile singolare, (2) la 2a persona femminile singolare e (3) la forma “enfatica” della 2a per sona maschile in -ah. Sotto l’intestazione «infinito costrutto»; (1) la forma indipendente (senza suffissi) deirinflnito costrutto e (2) l’infinito costrutto con il suffisso della prima persona singolare. Sotto «altro»: (1) il participio attivo, (2) il participio passivo e (3) l’infinito assoluto. I numeri tra parentesi si riferiscono ai paragrafi della grammatica in cui si trovano i paradigmi completi della forma in questione. Le irregolarità minori rispetto ai modelli illustrativi sono indicate tra parentesi.
I n t r o d u z io n e a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
402
Perfetto
Imperfetto
Imperativo
Inf costrutto
Altro
1. Radici triletterali prive di peculiarità fonetiche (dette regolari o forti). la.
303 (43)
3'n^ (90) 3‘r p n
3'n? ( 102)
^ 3 n3ns T
DJS rubare 7|1_7 percorrere UH7 cercare “IDT ricordare n"13 tagliare ^$3 inciampare nn3 scrivere catturare “1DÙ vendere 7]^ regnare 7*110 ribellarsi —T
— T
— T
— T
— T
— T
•“ T
lb.
iti? (43)
3n? (114)
T
i r
■qyfà tirare, tendere governare nAD chiudere "1DD contare 7j?D prestare attenzione a JHS erompere stendere p3j? raccogliere "13j? seppellire arrabbiarsi mietere -
T
-
T
legare r)*n inseguire rpjtf bruciare "13Vf rompere D3W cessare p tf stabilirsi n&ttf custodire ODttf giudicare ìjSttf versare afferrare — T
—1
70^ (94)
it i?
nri3 3in3 3in31
-
-
t
T
(114)
( 102)
'Iti
1$?
7ÌB1? 7ÌB1?
.
»
T
7^7 imparare le.
31ì? (43)
331 cavalcare —
33$
T
31j?: (94)
31j7 (102)
-
T
3 ^ (1 1 4 )
^1i? H31i? *77à essere grande
ld.
733 (87)
73;r (94) 73}?ì
-
r
—
-----
31-lì?
vestire
73? (102) ^33
coricarsi
31Ì7 avvicinare
T3?l(114)
---
13?J
—
7133 T
1Ì7Tessere vecchio "ino essere puro le.
fa?
lei?? (94) ìw n (essere piccolo)
733 essere pesante Din essere affamato dei?)
•*
T
essere abbassato
fltoi?) (8?) ltoi?
A p p e n d ic e
B
2. Radici II/III-gutturale; llflll-Aleph 2a.
-ina (48)
-in}? (94)
10 }
*io?n
nos
“ina scegliere ]U2 provare ~iya bruciare *7X1 riscattare rimproverare
pV\ gridare DKtì rifiutare VS79 fare, compiere pns ridere pyx gridare -
- T
2b.
v a # (48)
(102)
v
Vhty (102)
(94)
i n -1(114) nei?
"ina (35) nina (128) lin a
yn"i lavare pnù? ridere chiedere on^ sgozzare
y'fctf/ (114)
Vip (35) yitt^ (128)
yW nD3 confidare y*?a ingoiare ypa spaccare m _3 fuggire nat sacrificare ÌH3 chinarsi nWB ungere " T
lf?0 perdonare y}3 incontrare ascoltare y$D ribellarsi nnD aprire Vip strappare nx*l uccidere
2c.
-
T
“
T
Xty(114)
H“»a creare KlStt trovare tòq (87)
XKb (35) X1U&(128) S t o (128)
S“Ti? chiamare ND“l curare, guarire
TT
2d.
yaitf essere sazio, trovarsi nell’abbondanza noti? rallegrarsi rDW dimenticare inviare Vjpn soffiare, spingere
u fo (95) N ^'l
XV$ (102) ’XV»
tffy(114) XÌVO (128)
X’ptt essere pieno
odiare
3. Radici I-gutturale (non l-Aleph) 3a.
IBy (48)
ÌW,: (103) t»S£l_
ibi? (103) ’TO rn??y
7bl? (114)
im? (26) n » y (128) (128)
404
I n t r o d u z io n e a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
7|pn capovolgere, rovesciare» voltarsi, trasformarsi, mutare n n uccidere 3 Ty abbandonare "i|?0 investigare (1pf|l’) Din demolire tthn incidere, arare “JT17 soccorrere (anche iiy ’) (anche D*lft) i m stimare (3^0?) stare lin cingere (làlj?) ■qtoO trattenere Olfol® 2~]V dare in garanzia 73V servire nbn sognare 13S7 attraversare 7p_y disporre *?an risparmiare . “ T
- T
"T
“
3b.
PIO (48)
pur
(103)
pTEJ (H4) ’i?W
W
piTH (128) pm essere forte
bin cessare (*77ft)
UH onorare (-Hft) Xt?n (52)
T
PICI (103)
pioji
3c.
- T
KtyR (103)
—
sb q (114)
Kt?‘n (35)
’xtpn (peccare) 3d.
r?n (48)
(godere di)
P O ’ ( 103)
4. Radici \~Aleph 4a.
"1DX (48)
nb« (108)
-|0& (108)
TO&Ì raccogliere 4b.
VsK (48)
"IPX
'Q # (108) *?DNS1
ani! (48)
335; C ° 8)
anx
3nK'’
»* r
np#
"IDX (26) *1ÌDK (128) “liOX (128)
“1DX legare, fare prigioniero
73X perire TriK afferrare (THH’’ o T'n$’) 4c.
nbfe5(114)
*&« (108) ’V?>> mangiare
*8(114)
*7DK (26) Vdì*(128) ■71DK(128)
i m dire (1&N’l)
3rii$ (108)
*358(114)
nn’K (35) ninK (128)
Vd? (118)
VDJ (118) ’VW
’Ptì (26) CMS}) (128) ito} (128)
-
DHX amare
5. Radici I-Mw 5a.
^
(43)
Vs’ (118) Vssi
'’w n1??}
405
A p p e n d ic e B
colpire
$03 lasciare, abbandonare 1X3 cadere sorvegliare — r
Ttt fare un voto
5b.
— t
- T
ya? (118) ypi
VA(118)
r»v4 (H 8 )
ny*
ytì (35) SU} (128) yiM (128)
’VM y}3 colpire, toccare
5c.
m
(52)
yttt piantare
Kfc?(118) N&al
(H 8 ) ’Kty n #
yw nxtp (118) t i#
(35)
m i (128) NltlU (128)
(sollevare)
5d.
103 (49)
10(118)
W?(118)
nn (118)
'm mi?
itf (26) 1VU (128) lira (128)
(dare) 5e.
ni?1? (48)
ni? (118)
np? (118)
nfpsi
nnf? (118) W
*0i?
ni?1? (35) mp*7 (128) nlpV (128)
(prendere)
6. Radici I-Yodh 6a.
ly/i (43)
nu? (120)
n # (120)
3 ^ (26) (128)
tV
I T scendere 6b.
J7T (48)
VV (120) yì*i
generare (un figlio) y i (120) ’VT HV7
ire, abitare
’W
VV (35) yiT (128) y ir (128)
nxx (120)
XV (35)
n y ì (120)
(sapere) 6c.
(52)
K?!(120) sin
X*<120)
vm s
XÌIP (128)
n^f (partire, uscire) 6 d.
tfT (43)
Uh” (120)
Uh”!
Uh (120)
n i f i (120) 7Hfh
V) t (26) tfn; (128) tfìT (128)
406
I n t r o d u z io n e a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
consigliare 6e.
essere retto
WT ereditare
1^ (87)
(120)
P] (120)
—
(dormire) 6f.
HT (87)
KT? (120)
6g.
-ir (43)
lWlS?(118) I3h/"I3P?Ì
NT (102)
(aver timore/paura, temere)
---
-
1? (26)
(plasmare, formare) 6h.
ps; (43)
pìp (118)
( 120)
pv/p'i’ (118)
Pt1 (versare) 6i.
Vt (87)
’OT (120)
(potere) 6j.
7|Vn (48)
ìfe (120)
^ ( 120)
’D1?
n;1? (120) fl?1?
•qVn (26)
HftO (128) (andare, camminare) 7. Radici vuote (II-Waw/Yodh) 7a.
Di? (64)
“tA Tsoggiornare circoncidere Triposare (nijl) mTdormire DfI fuggire Ih.
□to T (64)
Dìp (124) '’Olp rittii?
Dìp; (124) □PI DPÌ1
"lp voltarsi Opjl) li? destarsi ^3 essere disperso OS digiunare assediare (“l^T) r
lV passare la notte Oto mettere, collocare T
'
Di? (64) □ip (128)
Qp DI n iti T
0^(124) Q ^/D ^ (124) '•aito n^ti?
D'to; (124) Dto1 T ntoh
VA Vrallegrarsi n giudicare
Qìp (124) ■ ’Dlp
“Itf n# T
Oto (64) (128) Dito (128)
A p p e n d ic e B
7c,
407
no (87)
m a (124)
m a: (124)
ni» (124)
nb1 no*i
no (87)
T
nio (128)
T T “
(morire)
7d.
tf3 (87)
^
(124)
$3 (124)
7e.
X3 (64)
X'rr (124)
X3 (124)
X3’1
(vergognarsi, essere confuso) X3 (124)
(64)
*>X3
’X3 HX3
T ”
X3
X3 (128)
(venire) 8. Radici IIl-Hè 8a.
HJ3 (57)
ni3? ( 122 )
(122)
n p 1 (122)
P? ph HJ3 disprezzare H33 piangere (p»D H33 costruire, edificare nVa rivelare; andare in esilio rnr prostituirsi 8b.
n ft (57)
H*J>3 essere terminato niQ riscattare H3Dvoltarsi (verso) ri3j7 acquistare mj? incontrare HX"1vedere (X^l)
(122)
nVJ|(i22) ’Vsf
H3“l essere numeroso nyn pascere (SITI) H3# catturare nnw bere (n$»T) nVn impiccare nyn errare perduti T
T
nfts|(i22) ’fift?
n“£J concepire njfj accamparsi
ntn (57)
nVy ascendere, salire HJy rispondere t
ma: 022) TD? tn®ì
HTCJ (122)
’TD
(122)
'nirtj
T T
(122)
nV’fl (122) nvj?
■>n?ì ,TH essere
n itr?
njn (41) *>nn (128) nm (128)
HTn vedere 7]yj essere adirato, in collera
T T
n?n (57)
nwy fare
t
mn mormorare, meditare no^l ruggire, rumoreggiare 8 d.
nVv (41) rity (128)
bvh
8c.
H33 (41) ’U3 (128) rù? (128)
rrn vivere
408
8e.
I n t r o d u z i o n e a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
naK (57)
r g tf (122)
nax acconsentire nDK cuocere T
8f.
Y
nm
T
(57)
(122)
T
noj (122)
nìu) (122)
EP
np: (41) (128)
BUI (stendere) 9. Radici geminate (una selezione dei tipi più importanti; per dettagli vedi § 126) 9a
aap
(68) 3DVD0? (126) ap*i
ab ( 126) ’ab
ab ( 126) ’ap
a io (26) aiap (128)
aiap (128) (circondare, aggirare) 9b.
TIN
( 68)
l ‘X: (126)
“m (126)
—
THN (128)
(maledire) 9c.
DJD (87)
ori’ (126)
VI essere cattivo *?j? essere leggero, piccolo, futile
— Q'n(126)
ori essere finito, completo
Appendice C
L e c o n iu g a z io n i d e r iv a t e u n a sin o ssi *
Radici Regolari Perfetto Imperfetto Iussivo Imperativo Inf. Costrutto Inf. Assoluto Participio
2, I-gutturale (escluso l-Aleph) Perfetto Imperfetto Iussivo Imperativo Inf. Costrutto Inf. Assoluto Participio
Niphal (141) 2T)T 2T)T □nsn ^n?n >■ r
"
«
*
Piel (149) una 3*0?
T '
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Hiphil
(154) 35? 35?? 35??
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35?! 35?n T rpn 35?n Tfi?»
(154)
(158)
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(141)
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(158) =™?n
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Hophal Hithpael (175) nrgn 30?: 30?: -----
-----
nn?n 213?»
(175) m d m : m : — — m d ■w?
(178) nn?nn 35?J?? 35?n? 3fl?nn DFi3J^n nrisrin Dri?nQ
(178) ìaynn
7&rnn »—1* ì&ynn «« 1* laynn .. - t •
* La stessa radice viene usata per illustrare tutta la coniugazione di un dato tipo radicale, indipendentemente dal fatto che sia attestata in quella particolare forma o meno. I numeri tra parentesi indicano i paragrafi della grammatica in cui possono essere trovati i paradigmi completi.
I n t r o d u z io n e a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
410
Radici 3. Ili-gutturale Perfetto Imperfetto Iussivo Imperativo Inf. Costrutto Inf. Assoluto Participio
4. Ili-gutturale (escluso IIl-^/e/jA) Perfetto Imperfetto Iussivo Imperativo Inf. Costrutto Inf. Assoluto Participio
Niphal
Piel
Pual
Hiphil
(149)
(154)
T O
T13 T»?
TW
T O
T fr T t? ts:
(141)
lì?
TE*
TE TE
TW
t i»
(141) y»$] y&t^
(149) yatf va#; y j^ ym
y&wn yn yi»t^ y»$3
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(143)
(151)
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(158)
(175)
(178)
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—
Hophal Hithpael
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(154) y&w ya#^
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(160) y’Q^n
(175) y&ttfn yo^
(178) y&n^n y&fi^ yan^: vm yri yan^n
TW*. $W .
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—
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(175)
(178)
i
5.
m-Aleph Perfetto Imperfetto Iussivo Imperativo Inf. Costrutto Inf. Assoluto Participio
6.
l- N u n
Perfetto Imperfetto Iussivo Imperativo Inf Costrutto Inf Assoluto Participio
(154)
(160)
K?W
«W m ? «W
«
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(143)
(149)
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(154) Vsj
(158) V>§ri *?'£>?
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(175)
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(178) *7Mnn ’W ? ^J? ? *?9:nn « “
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1
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411
A p p e n d ic e C
Radici
Niphal
7. l-Waw/Yodh Perfetto Imperfetto Iussivo Imperativo Inf. Costrutto Inf. Assoluto Participio
(143) UttNi ytiv 3tth’
8. ll-Waw/Yodh Perfetto Imperfetto Iussivo Imperativo Inf. Costrutto Inf. Assoluto Participio
(146) m Dip? Dip: ni pn oipn Dipi
9. I li-He Perfetto Imperfetto Iussivo Imperativo Inf. Costrutto Inf. Assoluto Participio
(143) n» *33' il? ntonn n’:g} *3??
Geminate Perfetto Imperfetto Iussivo Imperativo Inf, Costrutto Inf. Assoluto Participio
(146) no: 30? no? non non nion noi
1
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Piel
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(149) nw? ntè?? 3#?? nw? ntè? n$? n$?$
(154) 3$’ 3«t? 3ft? —
—
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(151) m nan? m *33 nìa? nan W (151) 330 330? 330’ 330 330 M - {
—
Hophal Hithpael
Hiphil (163) 3’itfin 3’tth’ ntfi’ ntfin n’tfin nwin n’ttfia
(175) nwm nuh’
(169)
(175) Dpin □pi’ n pi’
_
(154)
ni?: Qì?n 0T* ai?*
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(175)
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(178) naann T “
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*33? (154) 33Q 33Q’ 33Q? —
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*3?* n i^ n *3?* *3?& (172) 3on 30’ 30’ non » non » non « 30$ •• t
« T
—
—
*33* *3?? (175) noin noi’ noi’ —
T
—
—
T
—
—
T
330*?
(178) 3$OT 3W’1T 3#?^? 3^?nn n#?nn n t^ n 3^a
3313?
noia ■t
1
•
nm ì?n? n33^in ni33^n —
*3?na (178) 3nripn 3?np’ 3?np? 3nnpn nsripn nnripn nnripa
Appendice D
T a v o l a c r o n o l o g ic a
Periodi ed eventi
a.C.
Perìodo patriarcale, così come si riflette nei resoconti tradi zionali della Genesi Esodo dall’Egitto Conquista di Canaan Periodo dei Giudici Regno di Saul Regno di Davide Regno di Salomone Divisione di Israele nei due Regni di Giuda e Israele Caduta di Samaria, capitale di Israele, per mano dell’Assiria Caduta di Gerusalemme, capitale di Giuda» per mano di Ba bilonia Esilio in Babilonia Periodo post-esilico (dominazione persiana) Inizio della dominazione greca (sotto Alessandro Magno)
ca. 1900-1500 ca. 1280 ca. 1250-1200 ca. 1200-1020 ca. 1020-1000 ca. 1000-961 ca. 961-922 922 722 587/6 587-538 538-332 332
Appendice E
B ib l io g r a f ia E sse n z ia l e
D
izionari
BROWN, F, - DRIVER, S.R. - BRIGGS, C. A., Hebrew and Englisch Lexicon o f
thè Old Testamenti Oxford 1907 (ristampa corretta, 1952). GESENIUS, W. - BUHL, F., Hebràisches und aramaisches Handworterbuch iiber das Alte Testamenti Berlin 1915l7. FEYERABEND, K., Langenscheidt’s Pocket Hebrew Dictionary o f thè Old Testamenti New York 1961 G
rammatiche
GESENIUS, W. - KAUTZSCH, E. - COWLEY, A.E., Hebrew Grammar, Oxford
19102. BERGSTRÀSSER, G., Hebràische Grammatik, Leipzig 1918 (ripubb. Hildes-
heim 1962). T esti
e
T raduzioni
ROBERTS, B.J., The Old Testament Text and Versions, Cardiff 1951. CROSS, F.M., The Ancient Library o f Qumran, New York 1958. KlTTEL, R. et al., ed., Bibita Hebraica, Stuttgart 19373. St o r i a
e
A
rcheologia
ALBRJGHT, W.F., Archeology and thè Religion o f Israel, Baltimore 1946. BRIGHT, J r, A History o f Israel, Philadelphia 1959. DE VAUX, R., Ancient Israel Its Life andInstitutions, New York 1961.
G l o ssa r io E br a ic o - I t a l ia n o I verbi sono elencati secondo la radice. I tipi di coniugazione sono abbre viati come segue: Q N P Pu
Qal Niphal Piel Pual
H Ho Ht Po
Hiphil Hophal Hithpael Polel
Tutte le altre parole sono elencate alfabeticamente così come appaiono. Rimandi come ad es. A le o B3c si riferiscono rispettivamente alle appendici A e B. Tutti gli altri riferimento sono a paragrafi della grammatica.
n^tjX amore (A60b)
N HX (ót) padre, antenato (Ale) *nx (‘DX'’) perire, essere distrut to (B4b); H. distrug gere, uccidere H3X (rqxs) acconsentire (B8e) *75$ veramente, certamente; co munque, tuttavia (im) pietra (f.) A7a Abraham D"pX Abram = Abraham D1X Adamo; uomo; umanità (80) rttnfcj terra, terreno, suolo (A64b)
IH oppure "1ÌX (im) luce (A5a) nm x Uriah nix (ót) segno, presagio (A5a) TX allora, in quel tempo T
1
11$ (du. D’^X) orecchio (f.) Al 1 nx (D^X) fratello (A 1d) 7nx uno solo (m.) n in x sorella (f.) A86 afferrare, prendere, tenere (108, B4b) “inx (D'Hn$) altro; f. n*$X , pi. Tnx (TnXs)
T T
flX (im) signore, padrone (A29a) ^nx (3H$J) amare (B4c)
ninrit? in x
dopo (prep.); in seguito
•nqx
(prep.) dopo; (cong.) +
dopo che; +15 in seguito a n n x una sola (f.)
418
da quale posto, da dove? IPX (im) nemico (A3 5) 7PX dove? in quale posto? HD’K/'T’X come? in quale modo? paura, timore, terrore (cfr. T " A55, 56) ■pX non c’è, non ci sono HtPX dove? IÌTX (CPti^X) uomo, marito (A4c) 7|X sicuramente, certamente; ma, tuttavia, solo ^DX (*?5NS) mangiare (B4b) cibo (All) a, verso VX (ini) dio; Dio (A3b) 7])k questi, queste; 40 dei; Dio (59; cfr. A22) (im) migliaia ( 181 ; A7a) OX se □X (JltàX) madre (f.) A3e HttX (nino^) domestica; schiava (A54e) (pX) N. essere confermato, sicuro, degno di fiducia; H. credere, fidarsi DJ^X veramente, certamente, dav vero *173$ O&X'’) dire, parlare (B4b) verità (A76) verso dove? verso quale luogo? 1 3 ^ noi (81) io(81) ’33X io (81) “VOX (ìm) prigioniero (A28a) ^DX (l’0$’) raccogliere (B4a) "1DX O'OtJ’) legare, incatenare, fare prigioniero (B4a) ^X (du. D?DX) naso, narici, fac cia; collera (A2a) 0S& + ’S eccetto che; a meno che *7^ vicino, accanto, presso
I n t r o d u z io n e a l l ’ e b r a ic o b ib l ic o
(AlOb) ya-|X quattro (f.) nV3“lX quattro (m.) D^V^IX quaranta lilìj Arca (dell’alleanza); con l’articolo liixn (A22) m x maledetto (A30a) (ninx) leone (cfr. A31b) IT“lX leone (A52) Ol“lX) H. allungare (tr.), es sere lungo (intr.) "nx ("liX’) maledire (B9b) (ót) paese, terra (f.) A7a UJX fuoco (f.) A3e n$X (0^3) donna, moglie (A58b) □Wx (0$ì£) essere colpevole; (agg.) colpevole ìi^pl^X Ascalona (pron. relativo) chi, cosa, che; (cong.) che, poiché, a causa di -n$/riX particella dell’oggetto di retto -DX/nX con, insieme con flX tu (f.) 81 njnx tu (m.) 81 ■jlnx (ót) asina (f.) A29a D$X voi (m.) 81 ieri IflX voi (f.) 81 mÀX voi (f.) 81 3 ^ in, con (strumentale); (+ inf.) quando, mentre IX^ (ót) pozzo, buca (A20a) ità (im) vestito (A7c) (nn) “75V sol°» ^ solo; 142 rtfcrt} (ót) bestia, animale; 80 (A65c)
419
E b r a i c o -I t a l ia n o
(sia) n? («1a9
venire, entrare (B7e); H. portare Cp3 ) H. p r i percepire, conside rare, capire; far capire 1 Ì3 (ót) pozzo, cisterna (A5a)
($13) $3 ($13’) provare vergogna, essere confuso (B7d) nT3 (H|??) disprezzare (B8 a) l i n i (im) giovane uomo (A30b) m ( m i) testare, provare, esa minare (B2a) in ? (IH??) scegliere (ogg. con ?) B2a nt?3 (riti??) fidarsi di, confidare in (B2a) *p3 tra, 47 Dr 3 intelligenza, intuito (A56) n?3 (0 ^ 3 ) casa(A13c) n?? G W ) piangere, fare la mento (B 8 a) ) ingoiare (B2b) ^ 3 non (particella che nega il verbo all'infinito; 115) 13 (0^1) figlio (A3c) nj? (n » ;) costruire, edificare (B 8 a); H. causat., N. pass. 1 Ì3 SJ3 affinché, a scopo di attraverso; attorno a; a fa vore di; 174 'Ty? agli occhi di, secondo *?yà (im) signore, proprietario, padrone, marito; 121 (A9) IV? (IV??) bruciare (tr. ed intr.) B2a; P. bruciare (tr.), con sumare completamente yx? profitto, guadagno, vantag gio o beneficio, utilità; "HO y?^ quale vantaggio? (A8 b) ) spaccare (B2b) "Ijj'à mattino (A ll) ljJ 3 (coll.) bestiame grosso (U^j?3) P. ttfj?? cercare NI? (SI? ’) creare (B2c); N. pass.
n ’-j? alleanza, patto (A83) ni? (n i?’) fuggire (B2b) (113) P. 713 benedire H31? (ót) benedizione (A64a) 1^3 corpo, carne; lttf3_l73 kol-bàsàr l’umanità (A25a) n3 (ni33) figlia (A74)
Vxi (*7N^) riscattare (B2a); N. pass. 1Ì33i (im) guerriero, eroe; idem (A43) ny ?3> (di) col Una (A61a) n ^ | padrona, signora (cfr. A81) grande, grosso (A29a) V k Cn?’) essere (diventare) grande, grosso; crescere (Blc); H. magnificare, ren dere grande '*7 ^ (□” ■$) capretto (A3 la) (IH) là (1 ÌP) soggiornare (B7a) (Vi) % (Vi?) rallegrarsi (B7b) (n1?}’) rivelare, scoprire; an dare in esilio (B 8 a); N. pass.; H. deportare, con durre in esilio Galaad Dà anche, perfino, pure (D’1'? ^ ) cammello (A25d) (nl3i) giardino; fyl, §21 (A2a) 33$ (33J?) rubare (Bla) 15$ (1 1 ?}?) rimproverare (B2a) la (im) residente temporaneo, straniero, esule (A3b) (tthA) P. ttha cacciare (via),
1 “137
(im) parola, affare, cosa, avvenimento; 137‘Vy a cau-
I n t r o d u z io n e a l l ’e b r a i c o b ib l ic o
ODI) $37 XI *
T
IH IJniT CP*0 *77 n1^ Di (QQ7) 7|")7 ‘ $17
sa di, a vantaggio di P. 1?7 parlare miele (A 18) (fm) pesce (cfr. Ala, lb) (coll,) pesce (A53a) Davide (tm, ót) generazione (A5a) Dotan lì CHI) giudicare (B7b) povero; §22 (A2a) (du. pi. ót) porta (A77) (im) sangue (Alb) 07 (tTP) essere silenzioso, stupefatto (B9a, c) (im, ót) strada, via (m. o f.) A7a (^1*7?) cercare, interrogare, consultare (B2a) n
H7^ n ' T H3 art
articolo determinativo; vedi §§ 14,18,21 particella interrogativa §54 (verbo difettivo) avanti...! dai...! §119 Abele mn (7!5ft) mormorare, ruggire, gemere, sospirare; meditare, immaginare (B8c) KÌH egli; quello X1H = NVI; vedi 87 ella, esso; quella H’H (Hft?) essere, diventare (B8d) (*m) Palazzo, tempio (A34) andare, camminare; H. ip'rtn far camminare, con durre, guidare; Ht. cammi nare avanti e indietro, cam minare continuamente (B6j) (V?n) P. y?n lodare; rH ^n Hale-
lujah, lodate Yah(weh). qui OH essi; quelli 10 se run vedi §135-136 T\ìfi esse; quelle H3H qui, qua, verso questo luogo IH (Q'in) montagna (A2c) rin (MtJ!) uccidere, ammazzare; N. pass, (B3a) concepire, rimanere incinta (B8b)
1 (cong.) e; 17
T OKI questa; 40 naj (n a r ) sacrificare (B2b)
nnf HJ 27f\ fin
(im) sacrificio (A8b) questo; 40 oro (A25a) (im) ulivo, oliva (A13b) e* n ) ricordare; N. pass.; H. far ricordare, menzionare ( (Bla) -gì ricordo, memoriale (AlOa) "DJ (im) un maschio (A25a) H3T (n^f?) prostituirsi; agire in maniera impudica; nlT una prostituta (B8a) (t?yr) = P*?¥ gridare (d’an goscia) B2a ÌPÌ ClPÌ?) essere (diventare) vec chio, anziano; (agg.) vec chio, anziano (Bld) ■)pt (im) uomo vecchio, anziano (di una città) A26a
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D'ilpT (s°l° con significato al s.) vecchiaia (cfr. A23, 30a) (im, ót) braccio; (fig.) forza (A22) Snf seme, prole, progenie, di scendenza (A8a)
n (K3n) N. X3I73 nascondersi; Ht. nascondersi Viri f a r o cessare, fermarsi; 117 (B3b) nuovo (A25b) HÌH Èva (mn) Hishtaphel (cfr, §181) prostrarsi, umiliarsi nain (ót) mura di una città (À55) fin l’esterno; rmnn verso l’esterno, verso fuori; (pre posizione) Vfìnft fuori di PIO (PICJv) essere (diventare) forte, fermo, duro; (agg.) idem (B3b) Nttn (NtptJ^) peccare (*7 contro); H. far peccare; indurre al peccato (B3c) nKDO (nlXtìn) peccato (A82) *>n (§80) vivente, vivo; per la vita di (in una formula giu ramento - 138) A2a n:o (n;n?) vivere; essere vivo (B8d); P, n®0 lasciar vivere, far rivivere, rendere la vita; H. come al P. nsn (ót) animale, cosa vivente T' (A57 - §80) *7?n (D^ci) forza; esercito; nella espressione *??6 "lina guer riero (A 13a) D«n (§80) vita, tutta la durata della vita (cfr, A2a) p*>n seno, grembo (cfr. A3b) ODO (sost. o agg.) saggio (A25b) T—
Htì^O sapienza (A63) latte (cfr. A25b) nV?[| (ót) sogno (A22) (Wn) H. *7nn iniziare (Wn) P. V?n profanare, contami nare, disonorare Q^n (Q^CJ-) sognare (B3a) -iiac| (im) asino, somaro (A22) quinto Vtìn (VbO!) risparmiare (B3a) U/an cinque (f.) n^zptj cinque (m.) cinquanta in grazia, benevolenza (A3 e) l?n (pn^) fare grazia, usare be nevolenza (B9a); Ht. lanpn cercare o implorare il favore "TpiJ (im) affetto, bontà; atto di grazia (benevolenza) fpn (f90?) godere di; desiderare (di fare qualcosa) B3d ’>SCJ metà (A3 Ib) pn (im) statuto (A5d) npt! (ót) statuto (A59) (ót) spada (f.) A7a 3"in monte Horeb nno (aio:) essere adirato, in col lera (B8c); viene usato im personalmente con Vo (Din) H. D'HOO distruggere, ster minare (spesso come un atto religioso) ^*10 O^H-) arare; incidere (B3a) 1^0 (Tjt^O-) trattenere, riservare per sé (B3a) 7]^n oscurità, tenebre ■»rin Ittita inn suocero (A35) B n^D (n31p?) macellare (B2b)
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rnó macellazione; strage, massa cro (A 8 b) aio buono (A5a) p|0 (coll.; senza pi.) bambini (À 2 a) □ 1 0 prima, non ancora;
idem', 121
nuare a fare qualcosa, ag giungere H5 ’ bello, affascinante (A49) IV’ a causa di (+ inf.); poiché Giacobbe
(au1) ('7X’’) H. V’NÌn essere disposto, fare qualcosa volentieri; es sere contento di fare (173) il Nilo; fiume nWIP terra asciutta (cfr. A70) T (du. àyirrr, pi. ót) mano, lato (f.) Ala; (fig.) forza (HT) H. n*7in rendere grazie 17T (S?T) conoscere (B6 b); H. far sapere, insegnare; di chiarare o proclamare m in 1 Giuda nirp Yahweh, “Jehovah”, il Si gnore (§59) av» (pi. D’»;) giorno; aisn, ai*? oggi (A5b) durante il giorno, di giorno r)pin Giuseppe *rn5 insieme rtw insieme (DD'1) att’*’ andar bene (usato im personalmente con *?) B 6 d (nD1) H. n'Oin rimproverare, ri provare; decidere Vd; (t?5;P) essere capace; preva lere contro (*?) B6 i ir. r t ’) generare, partorire (un bambino); N. pass; H. pro creare, generare (B 6 a) 1^5 (pi. *w) ragazzo (A7a) a; (pi. a^S^) mare; nsj verso il mare, verso ovest (Ale) ■ptì’ la mano destra (f.) A28a (r]D,)) H. ^Oln fare ancora; conti T
|
-I2P (TP') *1 j£
(Ki’) partire, uscire (B 6 c); H. causat. Ht. aSPfln prendere posi zione, collocarsi (iy») formare, plasmare (B 6 g) Ti?'*? svegliarsi (B6 d) prezioso (A25a)
HT (XY?) aver timore, paura (di: p, ■ ’Jptì) B6 f; N. essere temibile, spaventoso paura (A6 la) •n; o t ) scendere, discendere (B6 a); H. causat. a$$n? Gerusalemme (HT) H. nnin lanciare, tirare (frecce); dirigere, insegnare HT la Luna ItfY ($Y?) ereditare (B6 d); spo gliare i7yr$'l Israele c’è, ci sono
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nVìW'’ ^ ’ tr’PRW? (y^1) "Ittf’
IM}'
(3$’) sedere, risiedere, abi tare (B6 a); H. causat. (ót) salvezza, liberazione (A67) Ismaeliti (l^ 1?) dormire (B 6 e) H. V'tfin salvare, liberare (“1# " ) essere piacevole, gra devole; essere retto, onesto (B6 d) giusto, retto (A25a)
(UT’) N. in i] essere lasciato, ri manere 1*11^ Ietro, il suocero di Mosè
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3 5 come; (+ inf.) quando "l$i$3 come, secondo, quando *T33 03 ??) essere (diventare) pe sante, importante, grave; (agg.) idem (Bld) 1Ì23 gloria, onore (A29a) (im) agnello A7c nty}3 (di) agnella A61a H3 così (generalmente riferito a ciò che segue) ■jn'3 (ini) sacerdote (A35) 33Ì3 (im) stella (A33) (*p3) N. 1133 essere fermo, solido, sicuro, stabile; H. TOH ap prontare, preparare; stabi lire; Po. 1^13 fondare, stabi lire (irD) P. in? nascondere, celare p perché, poiché; a causa di; che; OX p a meno che, ec cetto che; bensì Dip oggi, questo giorno ■*?3/V3 tutto, ciascuno, ogni; con suffissi pronominali "ViD §138; tutto ciò che (cfr, A5d) essere terminato, compiuto, finito, alla fine (B8a); P. finire, portare alla fine, a compimento ■>*?} (ini) vaso, utensile (A3la) p così, in questo modo (rife rito a ciò che è stato men zionato prima); 15"*?? quin di, perciò; p 1? perciò, per tanto onesto, leale, vero (A3b) Canaan Cananeo ND3 (ót) trono (A41b) (H03) P. HD3 coprire, nascondere
*p (*1DD) D"$ ms
*71^3 3H3
njrp
argento, denaro (A7a) (du. 0p3; pi- óf) palmo 0 incavo della mano; pianta del piede (A2a) P. *1^3 espiare per, fare pe nitenza (im) vigna (A7a) (ri")??) tagliare (Bla); fare un’alleanza r n ? mj3 Caldei (VW!?1) inciampare, vacillare (Bla) (3'jp1) scrivere (Bla) o rgrp (di) tunica (A79)
V ^ a, per; come N1? non, no "ibX*? “dicendo”, introduce una citazione diretta dopo verbi del dire; non viene tradotto in italiano n1? (ót) cuore (A3e) ID1? (ót) cuore (A27a) -1Ì7 vedi (113) Labano H3n^ (ót) fiamma (cfr. A71) ni*? (di) tavola (A6) Di'? Lot /H*?!1? a meno che, se non, altri menti DO1? pane, cibo (A7a) (□n*7) N. Dii1?] combattere rìf? notte; di notte (A87) (V1?) 1*7 (l,l7?) passare la notte (B7b) * *7317 (1 3 ^ ) catturare, fare prigio niero (B1a) p 1? perciò, pertanto ìtì1? (ÌO1??) imparare (Blb); P. IO1? insegnare na1? perché? §74 (HD*? davanti a
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v, n, n) così che, affinché (con im perfetto) davanti, prima, di fronte a, alla presenza di ni?1? (nfP7) prendere (B5e); N. pass. nXltpV verso, incontro a, contro ' (§125)
a 7XJ? molti, molto 7NO (ót) cento; §181 p&O da dove?
VpiJO cibo(A38) HOìXZ? (senza pi.) qualcosa; (con negazione) niente (A67) (ÌXO) P. 1X0 rifiutare 0X0 (DX??’) rifiutare, disprezzare, rigettare (B2a) (solo pi.) luogo di sog giorno, dimora (A30a) 7DA0 (ót) colpo, flagello, affli zione (cfr. A73) "D7 0 (senza pi.) terra deserta, de serto (A37) 770 (70’) misurare (B9a) VITO perché? per quale ragione? in o Madian HO che cosa? (7H0) P. 7H0 affrettarsi; l’inf. ass. 770 è usato come avverbio: presto. n)Ó morte (A 15) (mo) no (nìO’) morire (B7c); H. n’OH uccidere; Po. nnio am mazzare, uccidere (*710) Vo (VìO^) circoncidere (B7a) 05ÌO (ót) altare (A4le) rtitJO (ót) accampamento (A51) n$0 (ót) bastone, verga; tribù ' (A51) 700 pioggia (A25a)
•>0 chi? □’Ó (pi.) acqua “DO (73Z??) vendere (Bla) essere pieno, riem pito, compiuto (B2d); (agg.) idem; P. xVo riempire 7X^0 (im) messaggero, angelo T ' (A38) 73 X1??? occupazione, lavoro (A64d) lìVo alloggio, albergo (A29a) n0n*?0 (ót) battaglia, guerra (A72) 71??? (i™) re, governante (A7a) 7^0 ( 7 ^ ) regnare (? / Vi? su); essere (diventare) re (Bla) *?yÓ0 (aw.) sopra; (+ *p) al di so pra (prep.) "|0 da; (usato anche come par titi vo) alcuni di... nn}0 (ót) offerta (A61a) (ODO) N. 003 sciogliersi, dissol versi, fondere IDpO numero, numerazione; V 7 5 9 0 Ì’X innumerevoli, senza numero; 7DpO ’tt^X alcuni uomini (lett. uomini di numero) A37 OS??? un poco; USM? U!Wp poco a poco; oyz? 7ÌS? tra poco. nì^ì?0 (im) azione (atto), opera, lavoro (A51) XKO (X^?) trovare (B2c); N. essere ancora esi stente; H. X’SJpn far trovare, porgere 71^0 (ót) comandamento (A61b) ’7^0 egiziano; (f.) n n ? 0 □’Ì^O Egitto; HO’IVO verso l’Egitto Dipo (ót) posto, luogo (A29a) n^|?0 bestiame, proprietà (A50) nX")0 apparizione, aspetto, appa renza (A51) Va*!*? (im) spia, esploratore (P. participio)
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rm
“)0
nutà
UWn
DDtffà rifilo
(7“l???) ribellarsi (Bla) (ót) carro (A71) Mosè (ntgty?) ungere (B2b) (Vtt^?) governare, dominare (su: ?) B la da lì, da quel luogo luogo di reclusione, pri gione (A37) (im) giudizio, sentenza, ver detto di un tribunale; (A37) banchetto (A50)
] K3 particella usata dopo impe rativi, coortativi e iussivi; vedi §§ 102,136. (ft<3) P. fN3 disprezzare (fra]) N. K33, Ht. K33/in profetiz zare ■J133 intelligente, assennato, pru dente (A29a) (133:) H. U’3H guardare a (V$, ty) X’ 33 (im) profeta (A28a) 3jjì Neghev, H3^(n) verso il Neghev, verso sud 7 ^ davanti, di fronte a (cfr. tipo A7b) (7A3) H. raccontare, riferire ()3V) toccare, colpire (B5b) H*3 (HA?) colpire, flagellare, af fliggere (B5a) ($A3) N. l£^3 (WA1) avvicinarsi; H. UPan portare vicino "173 o 'T]ì (im) voto (A7c, IOa) 773 (TP) fare un voto (B5a) *in3 (ót) fiume (A25b) (ni3) rg (n ir) riposare, stabilirsi (B7a); H. IV3n far riposare, dare riposo, mettere a riposo H. n’Jn mettere giù, deposi tare, lasciare solo.
(013) 03 (013’) dormire (B7a) (013) 03 (0131) fuggire (B7a) n*?tj3 proprietà, possedimento, eredità, parte (A60b) (□173) N. 003 ( o n r ) essere dispia ciuto, pentirsi; essere con solato; P. Dn3 ( o n r ) confor tare, consolare 7017^ piacevole (A39) $ n 3 (im) serpente (A25b) (n$?) tendere, stendere; piantare (una tenda); deviare (intr.) B8 f; H. Hlpn deviare, inclinare, spingere da parte (tutti tr.) (Vip1) piantare (B5b) WU3 (Wt-P) lasciare, abbandonare, permettere (B5a) (H33) H. nSH colpire, percuotere, uccidere H33 straniero, estraneo 1?03 (S7D1) partire, viaggiare
(B5b) (im) scarpa, sandalo (f.) A9 “iyj giovane, ragazzo, giovi netto; domestico, servitore (A9) (VS?) cadere (B5a); H. V’Dri causat. ^ 9 $ (ól) anima, forza vitale, per sona, essere vivente; vita; (+ pron. suff.) se stesso (A7a) (3X3) N. 3X3 stare, mettersi, posi zionarsi; H. 3’XH porre, met tere, stabilire (*7113) N. *7X3 essere liberato, sal vato; H. V’SH salvare, libe rare n3 j?} femmina (A65 a) XW3 (K&?) alzare, sollevare, por tare (B5c); N, K^3 passivo. (A&3) H. A’&n giungere, arrivare a, raggiungere 1J13 (ÌFI’) dare, collocare, posi-
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zionare, permettere (B5d) ]m Natan o 230 (201) circondare, girare, ag girare (B9a); H. 3DH voltare, allontanare, girare (tutti tr.); far girare, far voltare. “Ut? ("lAp’) chiudere (Bla) DIO (im) cavallo (A6) (“110) "!0 (“lìD^) voltarsi (deviando da una direzione data), par tire, andar via (lutti intr.) B7a; H. TOH rimuovere, portar via, distogliere (tr.) n*?D (n1???) concedere il perdono, perdonare (B2b) npD (fm) libro, scrittura (A IOa) “1DD O’Sp?) contare (Bla); P. 1DD dire, raccontare C'HO (D'l71“jQ) eunuco, fnnzionario (A28b) ("ino) N. iripj nascondersi (intr.); H. Tripli nascondersi, na scondere (tr.)
v
miai? T ’ -oy
n?V
IV
(im) servo, schiavo (A7a) servire, lavorare; la vorare (il terreno) B3a lavoro, compito, schiavitù (A66) Ctup) attraversare (un luo go); trasgredire (un coman damento) B3a; H. causativo ebreo, ebraico; (f.) (im) vitello (m.) AlOb (flO giovenca (A62) a, fino a (distanza), fino a quando; (+ inf.) fino a che; "i^fcpy finché; n^rny fi
nora; D*pil7—ry per sempre, mi? congregrazione, assemblea T“ (A54) TJ$ (im) gregge, mandria " (AlOb) l)V di nuovo, ancora, ancora una volta §137 (71y) H. 7’yn avvertire, mettere in guardia DViy (fin) eternità; D^y-71?, □^iy1?, per sempre (A33) ìiy (ót) colpa, iniquità; puni zione (A29a) p|ìy (coll.) uccelli, volatili (A5a) (ny) Po. 7“)iy destare, mettere in movimento ‘ iy forte, potente (A2a) fy forza (A5e) aty (2iyi) abbandonare (B3a) “iry (1TS|’) venire in aiuto, soc correre (B3a) "1J& aiuto, soccorso (AlOb) Ì?V (du. D?ry) occhio; sorgente, pozzo (f.) A13a TV (Q'HV) città (f.) A4b *?y su, sopra, contro, riguardo a, a causa di; "OT^y a causa di; 7r*?y in compagnia di, accanto a, a lato di; quindi, perciò; sulla superficie di, di fronte a n’py (n^ìP) ascendere, salire, an dar su (B8b); H. cau sativo i*?y Eli □y con, insieme con □y (im) popolo, nazione (A2a) 7»y (7bJP) stare (B3a); H. 7’»$$ porre, stabilire, istituire, co stituire pjjy (im) valle, pianura (AlOa) H]y (n$’) rispondere (B8b); P. Hày opprimere ■ ’jjj afflizione (A32a)
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13V (*m) nuvola (A25b) py (im) albero, legno (A3a) nSS? consiglio, avvertimento T (A54) 3,?$ + perché nny sera XW (3hJ£) farsi garante, dare in garanzia (B3a) HVlV (senza pi.) vergogna, nudità T " (A62) OflSK) disporre, mettere in ordine; schierarsi (in assetto da guerra) B3a b~]V (agg.) incirconciso; (fìg.) inetto, incapace 3tyy (coll.) erba, vegetazione er bacea (AlOb) n&y (HtySE) fare, produrre, agire, svolgere (B8b) decimo; (f.) ri’Tl^SJ n&y dieci (f.) ~tfc>y (m.) cfr. §164 dieci (m.) rntyV (f.) cfr. §164 D’Htfty venti T$y ricco (A28a) fiy (im, ót) tempo, il tempo op portuno (f.) A75 nny ora, adesso, allora, poi D y}p (yap?) incontrare, imbattersi (■n$/?) B2b ?) riscattare (B8a) Hp bocca; '’pp, e ri guardo a, in base a, secon do; ^pp secondo quello che; 7n$ H9 all’unanimità (A48a)T HD qui, in questo posto Potifar (N*?*)) N. iòpj essere stupendo, meraviglioso.
(V^D) Ht. pregare * Filistei 15 affinché non (seguito da imperfetto) HDD (H3p?) girare verso, girare, voltarsi (transitivi e intran sitivi) B8a D'OD (solo pi.) faccia; 'ip*? da vanti, prima, di fronte a, alla presenza di; ’aptt, ‘’Jp’M? dalla presenza di, lontano da, a causa di; ’ip^y sulla superficie di, di fronte a. Cfr. §§100, 101 (A89) Vpp (CPVpp) idolo, immagine (A7c; A28a) Dyé (im) una volta; CPÓSfS due volte (A9) 7j?p (7Ì?p?) mantenere una pro messa o un impegno; fare, prestare attenzione a; visi tare; nominare; passare in rassegna, fare l’appello (Bla) m s (ót) vacca, giovenca (A53b) ■Hp frutto (A3 la) n‘y"l3 il Faraone y~\B (pip1) abbattere, fare una breccia (in un muro); fare irruzione; aumentare precipitosamente (di numero, ricchezza, ecc.), traboccare (Bla) (T1D) H . "lpn annullare, rompere, distruggere, fcnp (tlhp?) stendere (tr.) Bla ìihp (CPUHD) cavaliere (A25c) nnp (nfip?) aprire (B2b) nnp (ini) apertura (A8b) 2 (senza pi.) termine coll, per bestiame piccolo (pecore e
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capre); cfr. A5c NSi (ó/) armata, schiera, esercito TT (A25e) j?v7X giusto (A46) P1& giustizia (A7c) nìpV (ót) rettitudine, giustizia 1T (A64a) D’HJJì (solo du.) mezzogiorno (cfr. ' ' ’ A12b) (mi) P. Hli comandare, ordinare stabilire, incaricare §153 (Dii) Di (D1HJ) digiunare (B7a) (Ili) "li (‘Ili?) assediare, impri gionare (B7a) Ili (im) rupe, roccia; (fig.) aiu to, difesa (À6) Vi (D‘,l?t?¥) ombra; (fig.) riparo, protezione (A3f) (nVi) H. mYVB far prosperare, far riuscire; prosperare, riuscire D^J (im) immagine, somiglianza " (A7a) y^i (fw, ót) costola, fianco “ (A27b) T yi piccolo, giovane, il più gio vane (A28a) pyi (pVìjP) gridare (d’angoscia) B2a H'ii (óf) angoscia, sventura, an gustia (A53b)
Vip (Dii?) ■jttp I’j? Tj? (V?p) (H3p) ftìp fp Hip T ip flip
"lip K“lp
P P3j? (fap?) raccogliere; Ht. con vocare "Qi? (*”*) tomba, sepolcro (A7c) Tip (Tsp') seppellire, sotterrare (Bla) $iìp santo D7i? est; n&7i? verso est; ^ Dljpzp ad est di (cfr. A7b) santità (Al 1) (U^ìp) P. Uftp santificare *?np assemblea, congregazione
K*Tp 31P
Hip
(A25b) (ót) voce, suono (A5a) Di? W ? ) alzarsi, levarsi, sorgere (B7a); H. CPpH eri gere, costituire, mantenere piccolo, giovane, poco im portante; anche IDp (cfr. A25d) Caino (ót) muro (A4a) *7p (*?p’) essere leggero, fu tile (B9c); P. V?p maledire P. Njlp essere geloso di (Tl$ /:■!); essere zelante per (*?) (n}p?) procurarsi, acquistare, comprare (B8a) (senza pi.) fine; fpTD alla fine di (A3a) (senza pi.) fine, confine, estremità; ’ipB alla fine di (A49) (senza pi.) mietitura, messe; tempo del raccolto (A28a) (Hip?) arrabbiarsi, essere (diventare) arrabbiato con tro C?y) Bla (iip ’) mietere, raccogliere (Bla) (N"lp?) chiamare, nominare; convocare; dichiarare, leg gere ad alta voce; (+ *?$) chiamare, invocare; (+- ’j’) convocare (B2c) (H'ip’) una variante comune di Hip (Tip?) essere vicino, avan zare, avvicinarsi (Blc); H. T"lpn presentare, offrire, avvicinare parte interna, centro; D“]p? dentro a (A7c) (Hip1) incontrare, soprag giungere, accadere. (B8a); N. n*lp3 trovarsi, venire in
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contro, presentarsi (+ Vu, ?) ani? vicino, prossimo (a: *?$) A29a ìnp (SHp?) strappare, lacerare (B2b) difficile, duro, severo (A49) -|$i? (itt/p1) legare; legare in sieme, cospirare (Bla) i ntn (n^"l?) vedere (B8a); N. nX“l3 apparire; H. nìTjn mo strare p ltq Ruben (Er^Kl) testa, capo, cima 1Ì$N“1 primo (A45) 2~\ molto, molti, numeroso ' (A2a) ?) essere (diventare) numeroso, grande (B8a); H. Tìiyj aumentare, far cre scere, diventare grande, numeroso; fare molte volte (qualcosa) ■>ÌP:r| quarto; f. rPiPD") (du. CP1?}*!) piede (f.); appartenente a, al seguito di (A7a) mn (in?) inseguire, cacciare, perseguitare (oggetto con -n$ o nqx)Ria n n (ót) respiro, vento, spirito (f.) (DII) DI (Q1T) essere alto, ele vato, innalzato (B7a); H. □nn sollevare, alzare; Po. UftSl innalzare (fn ) f i (f IT) correre (B7a) ari") largo, spazioso (A25b) pini distante, lontano; pìnitì lon tano, da lontano (A29a)
*?m Rachele TDI (f DI’) lavare (B2a) pn vuoto, senza valore, vano (cfr, A3b) (a?T) cavalcare (B lb) beni mobili (A23) (coll.) termine che indica tutti gli esseri che strisciano yi (im) amico, compagno " " (A3b) yi malvagio, cattivo, maligno ' (A2b) 2V1 carestia (A25b) (=>n?) essere (diventare) affamato (B2à); (agg.) af famato (A26) n^i (ini) pastore (participio at tivo Qal) nvi (n^“l?) pascolare (il gregge), pascere, condurre, guidare (B8a) (SJSH) in (J7T) essere cattivo (B9d); H. snn fare del male, ferire; agire perversamente, agire male. KD1 («9“]’) curare, guarire (B2c) nin (nH“]?) uccidere (B2b) p*l (avv.) soltanto ÌPp“i il firmamento (A28a) malvagio, empio, criminale T T (A25a) T
te TqW (ót) campo (A49) (D'ttf) Qto (D'’^ ’) mettere, situare, collocare; trasformare x in y (B7b) nTt£? capelli bianchi, vecchiaia (cfr. A56) la (mano) sinistra (cfr. A22) (n&ty?) rallegrarsi (B2b); P. ntìW rallegrare, far gioire nn^ty (ó£) gioia (A61a)
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I n t r o d u z io n e a l l ’ e b r a ic o b ib l ic o
nVzpitf (ót) soprabito, mantello T (A61a) (XJl^) odiare (B2d) HDW (du. EPlJpffO labbro, bordo, riva; lingua (A53d) pW (ini) sacco, vestito di sacco (A2a) itV (im) capo, ufficiale (A2b) *11^ (Tty1) bruciare (tr.) Bla; N. bruciare (intr.) '
VttUJ (Vx^?) chiedere, interrogare, consultare, informarsi, do mandare (B2a) *7'N^ Sheol ("IXttf) N. rimanere, sopravvi vere 712$ (H^?) deportare (B8a) (ót) giuramento (A67) 'V’ai? settimo; (f.) n'V'iy (SDttf) N. Vìtfl giurare; promettere (qualcosa) attraverso un giu ramento; H. far giu rare sette (f.) sette (m.) CPigti; settanta 13W 0 ^ ’) rompere, spezzare (Bla) D3W (rÈU^**) cessare, riposare (Bla) rnw (nina#) sabato (f.) cfr. A82 K\}1) vuoto, vanità; NIWV invano, per niente (A 16) (31$) 3$ (31ttf’) tornare, ritornare, andare indietro (B7a); H. 3 ^ n portare indietro iW (im). capo di bestiame (A5a in nota) on^ (ttn$?) sgozzare (un anima le) B2a
T $ (im) canzone (A4a) (TW) yff (TttP) cantare (B7b) (JVìtf) r\V> (rpur) mettere, collo care, posizionare (B7b) 33$ (33$’) coricarsi (Blb) rptf (n3$’) dimenticare (B2b) □3$ Sichem (DDW) H. Dpl^n fare qualcosa pre sto al mattino §173 p $ (p ^ 1) stabilirsi, dimorare (Bla) 01*7$ pace, pace, benessere; stato di salute di qualcuno. V *?N$ chiedere della salute di qualcuno (A29a) terzo; (f.) n*?^ (nVl^?) inviare (B2b); P. mandare (via), espel lere, congedare 10V# (ót) tavolo (A40) Oì^W) H. gettare, buttar via (DVw) P. dV# restituire, ripagare, (ri)compensare $*7$ tre(f.) ntfV# tre (m.) trenta (óf) nome (A3d) lì, in quel posto; HI3# là, verso quel luogo (10$) H. T'Opri annientare, di struggere Samuele (pi.) cielo, cieli otto; (f.) n’3'ot[/ D0$ (D^!l) essere desolato (di luoghi), essere sgomento (di persone) B9c; (agg.) idem otto (f.) H3b$ otto (m.) cnblfj ottanta ywtì (S/0$?) udire, ascoltare; (con *7$ o V) porre attenzione a, badare a, ascoltare;
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E b r a ic o -I t a l ia n o
/ 3) obbedire (B2b); N. passivo; H. V’Opri far sentire; annunciare, procla mare OW 1) custodire, osservare, far attenzione, conservare (Bla) $$$ il sole (A7c) ìWtyÙ Sansone rtiW (ini) anno (A53a) ‘’aw secondo; (f.) rP3$ due(m.) "IÌW (ìm) porta (A9) n n ^ (d/) serva, schiava (A6la) (ttSl^1) giudicare (Bla) tjd^ (79$?) versare, spargere (sangue) Bla (VDtfJ?) essere abbassato (Bld); H. V’ptfJn umiliarsi, abbassarsi (Hptf) H. irrigare, dare da bere, abbeverare (m$) P. rn$ servire, amministra re UM sei (f.) sei (m.) sesto sessanta nntz; (nJ3^?) bere due (f.) n "iK'n apparenza (Al2b) mezzo; in mezzo a; Tlina dal mezzo di (A15a) niì^in (pi.) storia, genealogia (A73) rnin (ót) legge, istruzione, la Legge (A55) n^nijl inizio, prima occasione (di qualche evento) A68 nani? (ót) supplica (A68)
nnn sotto; al posto di; (avv.) nnm sotto; (prep.) + Videm ?) impiccare (B8a) 'pittljl ieri (DBn) ori (BIT) essere finito, com pleto; Finire (di fare qual cosa + inf.) B9c rinvìi Timnah (o Timnathah) nyn (nyiv) errare perduti, vagare (B8a) (ót) preghiera (A68) Ù/Dfl (ttf’DJV) afferrare, prendere _T (Bla)
'V'Utri
n o n o ;(f.)riT ^
S?$n nove(f.) 7\yyT) nove (m.) novanta
G l o ssa r io I t a l ia n o - E b r a ic o
A a: ), *7» a meno che: OX TD, K*?!1? abbandonare: 3ty, abbassato, essere; *?!)$; abbassarsi: - T '
— T
alloggio: li*7a allontanare: (tr.) TOH, 3DH allora: (a quel tempo) TK; e -: 1; (e così): nriyi allungare: (tr.) altare: n3ja alto, essere: DI altro: 108 alzarsi: Dj? amare: 3HX amico: yi ammazzare; Airi, 11X1, nnia amministrare; rntt? amore: rQJJK anche: SA ancora: (avv.) liy; fare -: tT’Oln, 3$ andare: ^ 5 ; far-: - avanti e indietro (continuamente): 'ì’vnipn andare bene (con): 30^ andare fuori (andare via): K2? andare giù: IT andare in giro: 330 andare indietro: 3$ andare su: n*?y angelo: ’qx^a angoscia: niS, ^ anima: $93, £111 animale: n?n, anno: Ttìltf annullare: IDI anzianità: CJlpf, H3^ apertura: nn$ apparenza; apparire: n$“|3 7
abbattere: f15 Abele: abitare: 1A, 1?$; far -: 3’tt>ìn Abraham: D|1*1T?K accadere: nij?, Hip, K1j?3 accampamento: n^Cja accanto: T'^y acqua: 0?Ó acquistare: H]fP Adamo: DIN affamato, essere: 2V~\ afferrare; TnK, affinché: ÌVÓ1?; - non: 19 affliggere: ^A) afflizione: n ix, ^
affrettarsi; ina aggiungere: TDin agire: nt£>y; agire malvagiamente: yin agnello; (m.) (f.) aiutare: Ity aiuto: 1$; (fig.): lììt al di sopra: *?y albergo; lV?a albero: fy alcuni (di): la alleanza: JTH} — T
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(§72) oppure
appartenere; si usa ^
(§93)
'
approntare: T*3H aprire; I"ÌJ15 arare: Uhri, ini? arca: Ìll$ argento: ^ arrabbiato, essere (diventare): nin; egli si arrabbiò: 1*7 H“in; litj? ascendere: n*?y ascoltare: y&$ asino: (m.) liBtJ; (f.) ]ÌnN assediare: "IX assemblea: 17# assennato: 1133 ■ attenzione; fare - a: y&$ (+ *?/?; alto: attorno: attraversare: 13 V attraverso: avvertimento: n^y avvertire: TVH avvicinare: tttoa, 31j?, n n p n avvicinarsi: a i? , m azione: - T f
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bocca: DE» bordo: HDt2/ braccio: V\l] bruciare: (intr.) fp $ , 1173; (tr.) 1 1 $ , 1173 buono: 3ÌU T
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c ’è, ci sono: non pN cacciare; 1 1 1 cacciare (via); tihA cadere: ’tM Caino: ^j? cammello: camminare: 7 *?!; —avanti e indietro (continuamente): sftnfln campo: ,TI$ Canaan: 1VÌ? cantare: 1 $ canzone: T $ capace, essere: V3? capelli bianchi: 13’’$ capo: $N l, 1 $ capretto: ' carestia; 3y"i carne: "1$3 carro: casa: rP3 cattivo, essere (diventare): y i cattivo: (agg.) yi_, y $ 1 ; (sost) y i, n y i catturare: *73^, H3$ causa, a - di: 113^3, " D ^ y cavalcare: 331 cavaliere: $1S cavallo: 0Ì0 cento: HKID cercare: $j?3, $17 certamente: ^ 8. 0W» cessare: 713$, *71n che: (cong.) '•3; (rei.) 1 $$ chi (pron. interr.): ^ chiamare: Klj? "* T
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B bambino: 0^3 banchetto: bastone: battaglia: naifpD bello: benedire: ^13 benedizione: PI?*]? benevolenza: in; cercare -: lan^n bensì: 0H-,,3 bere: nn$; dar da - : nj?$n bestia: n&n3, r?n bestiame: (grosso) 1|?3; (piccolo) un capo di - : l i $ ; inteso come proprietà:
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I t a l i a n o -E b r a ic o
chiedere; VìNtf chiudere: *11D ciascuno: Vs cibo: cielo (cieli): CPÓ$ cima: tì?*Ó cinquanta: CPtitoCJ cinque: tini), n^arj circoncidere: circondare: 330 cisterna: “113 città: TV collina: collocare: ini, colpa: 1ÌV colpevole, essere: colpire: n3H colpo: comandamento: comandare: nix combattere: DPI1?] come: (prep.)(interr.) compagno: VI compito: H7135? completare: nVs, ori comprare: HJj? comprendere: comprensione: nP3 comunque: ìJN, *73$ con: □¥, nX concepire: rn<7 condurre attraverso: T3^;ri condurre: ip^in confermato, essere: confidare: n&3 confine: confortare: QilJ; essere confortato: Dna congedare: n*?# congregazione: Vrii?, rny considerare: 3$n consiglio: n^y consolare: Dn}; essere consolato: Dna -
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consultare: UHI, *7HU^ T? consumare: V3K; essere consumato: —
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contaminare: V?n contare: "IDp continuare (a fare qualcosa): ^pin contro: *7V convocare: K“J[p coprire: H03 coricarsi: 33W _ correre: fH cosa: *137, HtìlK?? così: 13, n‘3; - che: IVÓ*?; - che non: p cospirare: "IWj? costola: y1?^ costruire: H33 creare: N"l3 credere: crescere: *7*7^ criminale: (agg.) y$7 cuore: 3*7, 331? curare: NEH -
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D da: p dare: 103 davanti: (prep.) (cong.) ''lft + inf., Q10(^) Davide: 717 davvero: WS decidere: rP3Ìn denaro: dentro: 3Tj?3 depositare: rnn deserto: 13*1» desiderare: fOI? desolato, essere (diventare): DftU? destare: "niy destra, la mano: "pQ? deviare: npl, “10; (tr.) ntpn dichiarare (proclamare): X“li?, ynin
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dieci: Ity k mjfty difesa: "ili difficile: digiunare: Di dimenticare: dimora: D^tà^ dio: Vk Dio: D1! ^ , VK dire: "l&N, n^7 discendenza: inf discendere: 7T disonorare: V?n dispiaciuto, essere: DPI3 disporre (in ordine): 7ÌV disposto a, essere; DDK, V'Wn disprezzare: HT?, OKtì, yK3 distante: pin"l distanza; a -; pinitì distruggere: D n ^ , 7’B^n, T if ò distrutto, essere: "D$ diventare: n^n (+ *?) domestica: n&K, nn$)$ donna: n$N “T
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elevato, essere: D“1 Eli: ella; tempio; in , S7UH entrare: N2 erba: eredità: n>n3 ereditare: esercito: ^ 0 , espellere: espiare (per): essere: TH esso: X1H, K*>n est: D7j7; a d -d i: > 07,?» estendere: HD3, n*?$ esterno: fin , niìn^]); all* - di:
*? pnB estraneo: esule: "1A eternità: D*?ÌS? Èva: mn T
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dopo (cong.), dopo che: ’HtJK dopo (prep.): ’HQX, "iriN dopo ciò, in seguito : "inx, 15_,ir]X dormire: 1$;, D3 dove?: naK, n'D’K; da -?: i:fe verso -?: t
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due volte: D’0^9 due: D?j^, O’ntf duro: pTH
E e:) ebreo: '“py eccetto (che): DìC’3, ’S edificare: n n Egitto: D ^ B egiziano: egli: KÌH
faccia: D^D fame: nyi Faraone: n’i?“|D fare: TIWV; - ancora: H’OÌn, Ultf; qualcosa presto al mattino: D’S^n; - un’alleanza: n n ? fn_3 favore; a - di: 7V?; trovare - agli occhi di: w y # ]n Ni» femmina: rDj?} fendere: S)j?3 ferire: SHn fermarsi: ma$, V7n fermo: j?Tn; essere (diventare) -
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7
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PIO» Ibi fiamma: Hpn1? fiducia, essere degno di: figlia: n3 figlio: 13
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I t a l i a n o -E b r a ic o
Filistei: trn #1?? fine: fi?, HSi?; alla - di: fi?», essere alla QJri, n1?? finire: n'i’D finito,7 essere: 1*73, y T 7 Ofl « fino a (che, quando): 1S7 finora: narri!? firmamento: y ’p l fiume: irti flagello: npaft fonte: IN?, 113 forma: 1NFI forte: ptn, TS?; essere (diventare)-: ptn forte: TV forza: Vii, TV, (fig.) VÌI} (lett. “brac cio”) , fratello: HX fronte; di - a: M?1?, fronte; di fronte a: ^p"1?!? frutto: ’Hp fuggire: ni_3, D3 funzionario: C'HO fuoco: T
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G
giudicare: t)D$; giudice: giungere: P&n giuramento: H!!JÌ3$ giurare: ì?30; far-: y»3^n Giuseppe: npi1 giustizia: P7$ giusto: ll£^, p^TS gloria: 1133 godere (di): fpn governare: *7WJ3, gradevole, essere: 1W} grande, essere (diventare): Via; fare-:
^ lll grande: 'PÌTA grave: 133; essere -: 133 grazia: 10; fare - (usare benevolenza verso): 13n gregge: 11V gridare (d’angoscia): pyx, ptfT guadagno: guardare: 1X3 guarire: Npl guerra: guerriero: lÌ3à
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garanzia, dare in; farsi garante: 31i? geloso, essere: N3p genealogia: nil^ìn generare: T^ìn; generare (un bambino): generazione: i l i Gerusalemme: D ^ ÌT gettare: Giacobbe: 3pSP giardino: ^ gioia: nn^fr giorno: Di'*; di - , durante il -: Dar giovane: TV¥; - uomo: li?], lina giovenca: n"}p, girare (attorno): 33p Giuda: n?in? *“
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idolo: ^Qp ieri: immagine: impiccare: n^JI importante: 133; poco -: fOp in: ? incaricare: Ipp, nix, Oty incaricato, essere: 3X3 inciampare: ^^3 incinta; rimanere -: mn incirconciso; Vi» incontrare: nip, Xlj?, n^ J, Klj?3; vedi anche riXlp1? (§ 125); Vip indurre al peccato: ingoiare: y*?3 T t
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iniquità: liV iniziare: ’jnn inizio: innalzare: Nttf], CHn, QttVl; anche (= magnificare) innumerevole: V “iSptì TX (lett. “non c’è numero a”) insegnare: ìtì1? inseguire; HÌ1 insieme: 711?, T7^?; - con: oy, DX intelligente: 1D3 intelligenza: nr? intero: V3 interrogare: UH7, ‘JNU? intuito: ro,3 inviare: n1?# io: ,g$, •03$ irrompere (fare una breccia): flD Israele: ittita: ’nn T
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L labbro: nD& lacerare; Snj? lamento, fare: rD3 largo: 3n7 lasciare: Ilty, - solo: n^n ' —r ' lasciato, essere: ‘1X^3, "1HÌ2 lato: T; a - di: T'bV latte: U1?!! lavare: yrn lavorare: 7ny, nt2717 lavoro: r m ^ , r r à y , rtyya, i3)j, ntoy legare: *n$j? legge (la Legge): rnifi leggere (ad alta voce): XTj? legno: yy leone: n?"|K lì: 0$; da - (da quel luogo); liberare: JT^in liberazione: nìnu?1 T
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libro: "ISO lingua: HpU; lodare: V?n lontano: pinn; da pini» Lot: Di1? luce: "1ÌN luna: HT lungo, essere: T"ì$\?
M ma: 1,1K, taN macellare: rOD, macellazione: fDlp madre: DK magnificare: male, fare del: S?in maledetto; "1Ì7K maledire: "n$ malvagio; in, mandare (via): n*?$ mandria: *YJ$ mangiare; maniera; in questa -: 15, ri3 mano: 7? mantello: mare: D1; verso il mare: na1’ marito: UTN maschio: IDI mattino: meditare: nin memoriale: "Df mentre:}/? + inf. menzionare: T3|n meraviglioso, essere: ttVp] mese: $7ÌÌ messaggero: ’nx'pfc messe: TXjJ metà; mettere; Dttf, mettere a riposo: IVJri mettere fuori: Ì?OJ (
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mettere giù: rP3n mettere in ordine: mezzo; nel - di: ‘nifi?; dal - di: 'ìina
mezzogiorno: DHQS
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numero: *lDpa numeroso: 3“1 nuovo: Itfin nuvola:
miele:
O
mietere: “IXjjf mietitura: TXj? migliore: comparativo (§31) di 3113 mille: misurare: 77a moglie: n$X molto: (agg.) TI; (avv.) 7X^, n3"]H montagna: IH morire: na — T
morte: JTJjÒ morto: na Mosè: n$a
motivo; a - di: nì3$73s muro: Tj?
N narrare: "IDp, "PAH nascondere: (tr.) Tfipn, (intr.) ini?], xai^, xani^n naso:
Natan: ìf)3 nazione: DV Neghev: 3^ nemico: TX nessuno: (cfr. §65) Nilo, il: n'X? noi: nome: nominare: X^i? non ancora: □*$>(?) non: X1?; - c’è: l’X nord: ^X'a^, pX notte, passare la: notte: n1?1^ novanta: D’ytpfl nove: yutò, TVJtfFi T I-
o: (cong.) IX obbedire: vm occhio; l’V; agli occhi di: occupazione: npxbz? odiare: XJty offerta: nn}a oggi: q1»d, ni53 ogni: *73, U^X (vedi § 123) ognuno: *73 ombra: *7X onesto: 13 onore: 7133 opinione; secondo 1’- di: ^py? opprimere: H3y ora: nny; vedi anche §135 orecchio: IfX oro: 3HT oscurità: T|$n osservare: ya$ ottanta: otto: naatp, njatp ovest: Q1; verso na’ T T
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P pace: QlVw padre: 3X padrona: n“DA padrone: *7X73, pX paese: palazzo: palmo: ^3 pane: parlare: “137 parola: "1^1
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parte: nVtJJ partire: "IO, yp] partorire: V?? pascere: HVT pascolare (il gregge): n y i pastore: nyl patto: n n ^ paura: HX"]?; aver-: XT peccare: XDI1; far -: X’EQ^ peccato: nXlpn pensare: 3$n pentirsi: DH3 per: (prep.) V,™:?; (cong.): p percepire: p3n perché (interr.): HO*?, HO1?, VITO perché: p , 1SP + inf., 1»’, perciò: p " 1??, p*7 perdonare: 11*70 perire: 73$ permesso; non è -: ^ VX (+ inf,) perseguitare: persona: U^X pesante: 733; essere -: 133 pesce: i l naì piacevole, essere: "1$? piacevole: 70173 piangere: H33 pianta (del piede): ^3 piantare (una tenda): HDJ piantare: y&2 piccolo: p IDj?, i m piede: pieno: X*70; essere (diventare) XVo pietra: pfc pioggia: "IDO plasmare; pochi: IDpO (§86); D’7n$ (pi. di 7n$) poco: lb(7, lUj7; un -: uyz?; tra un -: UVQ liy; - a —; oy^ Dy?p popolo: Dy, ’ia porre: 3’SH; porsi: 3X3, 32Pj^;
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essere posto: 3X3 porta: (di città o grande edificio) "iy$; (di casa o stanza) n’?,| portare: Xpn, 3nj?H portare attraverso: T3J$ portare ftiori: X^in portare giù: in in portare indietro: 3',$n portare su: n1? ^ ; V7A (= elevare, magnificare) portare via: Tpri portare vicino: 3n|?n, posizionare: D$, T)W, 7’OJft, 3’lin posizione; prendere -: 3 possedere: si usa la forma idiomatica con V posto; Dlptì; al - di: finn potenza: ìV, (fìg.) y n j (lett. “braccio”) potere: V3? povero: Vi pozzo: l’y, IX}, “IÌ3 pregare: preghiera: n^DJjl prendere prigioniero: 75*7,1pì< prendere: nj?1? preparare: lpn presagio: nix presentare: Xpn, 3n|?n, X’S^n presenza; alla - di: *Tjj presso (= vicino): *7^ prevalere: *73) prezioso: *lj?; prigione: prigioniero, fare 73*7, H3$ prigioniero: TOX primo: l1$Xl problema; 137 proclamare: X"y?, ST7Ìn procreare: 7'Vin produrre; n$y profanare: V?n profeta: Xp3
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profetizzare: K33, K53nn profitto: progenie: Snj prole: SHJ proprietà: UftlTl, proprietario: *?yil prosperare: n ^ H ; rendere prospero: prostituirsi: 711T prostituta: HJT prostrarsi: protestare: Tyn protezione: “N3Ì provare (mettere alla prova): 103 punizione: ))V
Q qualcosa: n&ìify; tutto ciò che + agg.: V3 + agg. quale: (pron. relativo) "1$$ quando: + inf. quando: ? + inf.} 1#$? quaranta: D'y^K quarto: “’V1?! quattro: nyfiN qui (qua): ti1??}, n|n qui: HOvedi anche §135 quinto: ‘’W*’»!}
R rabbia: l# raccogliere: fDp, ")^}7 raccontare: T’ari ragazzo: 1VÌ raggiungere; V&H rallegrare: naty rallegrarsi: noti? rassegna; passare in - : IpD re: Tf?$; essere (diventare) recare attraverso:
redimere; restituire: nVttf rettitudine: retto: "1$; ribellarsi: Tip ricco: T $ y richiedere: Uhi ricompensare: ricordare: "DT; far-: T3|n ricordo: “pT riempito: - essere pieno riferire: rifiutare: ONB, )ÌM riguardo a: bv rimanere; (= stare) (= essere lasciato, sopravvivere) ini]; - T
rimanere: 'irti} rimproverare: "lift, Opìn rimuovere completamente: 1V2 rimuovere: TOH ripagare: aVttf riparo: *71? riposare: n^; far-: n’3n riprovare: rp?in riscattare: JTTD risparmiare: rispondere: ruy ritornare: 2UÌ riva: rivivere, far: rpn, rPflO roccia: “fiX rompere: 1211?, ")Dn rubare; 331 rupe: 1V£ T
S Sabato: n sacco: pU?; vestito di -: idem sacerdote: in‘3 sacrificare: n?T
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sacrificio: n3J saggio: CDn salire: n'j’V salute: DÌ1?# salvare: V’U/iH, V’Irli; essere salvato: salvezza: nyì$’ Samuele: sandalo: ty ì sangue: D7 santificare: $7p, santità: $7p sapere: VP sapienza: rtO?n scarpa: ^yj scegliere: "in? schiavitù: rnì31? schiavo: (m.) 7?$; (f.) HQK, nnp$ schiera: N3H schierarsi (in assetto da guerra): ^"iy sciogliersi: Otì} scrivere: 3J1S sé (stesso): (+ suffisso) se: DX, IH; se non: H*?!1?, secondo: (m.) ’Ottf, (f.) ÌVVÙ secondo: •>, ^ , 'p^y, '■p? sedere; 3 $ ’ segno: HÌX seguito; a l-d i: sei: $ $ , seme: y if sempre; per-: D^ly1?, D ^ iy^ y seno: senza; si usi 'pX seppellire: ~I3£ sera: 3"$ serpe: $n:i serpente: $n] servire: 7?y; (= amministrare): rn $ servo: sessanta: sesto: settanta: D’y?$ T
T
sette: y3$, ny}$ settimo: ^ 3 $ severo: n$ì? sgomento, essere (diventare): Sheol: VX# Sichem: sicuro, essere: Signore, il: mn1 signore: f7K, ^ya silenzioso, essere: 07 sinistra (mano): ’PXbt^ soccorso: *1|$ soggiornare: "1^ soggiorno, luogo di: D’HW?? sognare: D*?n sogno: sole: $ $ $ sollevare: X$3, D’Hn, 0&Ì7; (= elevare)
V7*
.
solo: p i, "73*? somaro: (m.) 7ia£j; (f.) linx somiglianza: D’pÌ sopra : (prep.) Vy; (avv.) ^yàa sopravvivere: irli] sorella: ninX sorvegliare: "IHJ, sotto: (prep.) finn; (avv.) finfib spaccare: yp3 spada: 31fl spargere (sangue): T]D$ spazioso: 307 spezzare: 73$ spia: spingere da parte: ntpn stabilire: TpH, 7 '» ^ , 3^7; essere stabilito (stabile): 1Ì3]; - qualcuno in un posto: 31$ìn (tr.) stabilirsi (intr.); ni, p $ stare: 7»y, 3X3 stella: 3313 stendere: $"1D sterminare: 75/3, CHr]3 “ T
I t a l i a n o - E b r a ic o
stimare: 3^11 storia: nil^ifl strada: straniero: strappare: SHì? strisciare; termine coll, per indicare tutti gli esseri che strisciano: stupefatto, essere: Dì stupendo, essere: su: Vs>, ? sud: verso -: n3^(H) (lett. “verso il Neghev”) suocero: ÌJ]’n suolo: no'jfcj; - asciutto: n$2P; al
tomba: "'Qj? tornare: 3 $ tra: *p3 trasgredire: "13V trattenere: tre: trenta: D1^ tribù: HO» trono: X03 troppo: vedi §31 trovare: XiO tu: (m.) J^X, (f.) nnx tunica: rijrp, n^ri^ tutto: V’3, "*73; tutti: V’3; - ciò che: T
T
T
(§66) suono: Vip superifìcie; sulla - di: supplica: nan^ svegliarsi: Vi?1? sventura: rns svolgere: nt£W
T tagliare: m_3 tavola: HlV tavolo: tempio: VD’H tempo: ny; a quel -: TX tenere: TnX, $DD terminato, essere: terra asciutta: nWS’’ tetra deserta (desolata): terra: terreno: rìtt"$ terrore: n^X terzo: testa: $X‘“l testimoniare: "pyn tetto: tt timore: n^X, aver -: X*V toccare: 1713 -
T 7
-
T
*
T 7
T
T
T
T
T -
u uccelli: (coll.) ^iV uccidere: n n , nS"J» V3$n, nnitt ufficiale: "l& ulivo: ITT umanità: D*JX, “ìt£>3_l?3 umiliarsi: V ^ n un; —> uno unanimità; “all’unanimità”: 7nX n*j> ungere: uno, una (art. indeterm.): vedi § 14 uno: ìnx, nnx uomo: W’X, D7X; giovane -: linS; vecchio -: 1p{ utensile: ’V?
V vacca: nnED vagare: nVfi valle: pttV valore; senza -: p1! vanità: X^ vano: p1! vano; invano: X^V
444
I n t r o d u z io n e a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
vaso: ^ vecchio: (agg.) IpT; (sost.) uomo - : idem; (il) più -: si usa Vilà vedere: 1X1 vegetazione erbacea: velocemente: in a vendere: 1D& venire: X3; vedi anche “andare” veramente: verga: n$D vergogna: nf]V vergognarsi (provare vergogna): $3 verificato, essere: verità: vero; p versare: verso: (prep.) *7$, n xip 1?, 7S7 vestito; 7^1 viaggiare: V03 vicino, essere: 21? vicino: (agg.) ni“lf7; (prep.) vigna: D15 visitare: 7p9 vita: D^n, per tutta la-: D” n vitello: vivente: in vivere: .Tn, 3 $ ’; lasciar -: ITI! vivo: ■’O voce: Vip voi: (m.) Q$N, (f.) ]m , volatile: volentieri, fare qualcosa: Vwn volere: fSfi, H3N volta (una): tìVÒ voltarsi verso: HJD voto: 17$; fare un -: 113 vuoto; p'Hj T
T
— T
Z zelante, essere: N3p
S ig l e e A b b r e v ia z io n i
art. ass. att. ca. cap. causat. cfr. coll. cong. cont. costr. deter. determin. es. f. fig. gutt impf. imptv. indeterm. inf.
articolo assoluto attivo circa capitolo causativo confronta termine collettivo congiunzione continua costrutto determinato determinativo esempio femminile figurato gutturale imperfetto imperativo intederminato infinito
intr. inv. lett. m. n./nn. N.d.T. irreg. p./pp. §/§§ ptc. pass. pf. pi. prep. pron. reg. s. sogg. sost. tr. trad.
intransitivo invertito letteralmente maschile numero/numeri nota del traduttore irregolare pagina/pagine paragrafo/paragrafi participio passivo perfetto plurale preposizione pronome regolare singolare soggetto sostantivo transitivo traduzione
I n d ic e A n a l it ic o I numeri indicati sotto si riferiscono ai paragrafi del testo. Per le forme verbali e i paradigmi si veda la tabella collocata alla fine di questo indice analitico. accenti, pausali 152 accento 3 : spostamento dell’accento con perfetti invertiti 98 aggettivi: dimostrativi 40 forme degli 22 uso degli 23 con kdl 66 aleph, quiesciente 8 alfabeto 7 allungamento compensatorio 6 articolo, determinativo 14, 18, 21 ’aser 32, 55, 70 ’ayyéh, con suff. 137 bdgadkzpat consonanti 4 comparativo 31; con verbi stativi 87 condizionali, frasi 196 congiunzione wa-, forme della 46 consonanti 1 coortativo 106-107 costrutta, catena 72 costrutto, stato 73 (vedi anche so stantivi) daghesh: congiuntivo 155 forte 9
lene 9 ’èn 37; con suff. 133 endiadi verbali 173 frasi: vedi proposizioni genere 12 giuramento, formula 138 gutturali, caratteristiche speciali di 6 ha- interrogativo 54 hàlak, uso idiomatico di 170 hàyàh, uso di 61 hinnèh 135; con nà’ 136 hiphil (verbi) 157-8; 160, 163, 166, 169, 172 histahàwah 181 hithpael (verbi) 177 hithpolel (verbi) 180 hophal (verbi) 175 imperativo 102 imperfetto, significato di 91 infinito assoluto, uso del 129 infinito costrutto, uso del 115 iussivo 106-107 kdl/kol- 66; con suff. 138 mappiq 9 maqqèp 15, 155 matres lectionis 8 metheg 11
448
niphal (verbi) 140-1» 143-4, 146 nome divino 59 numeri: cardinali: I-2, 119 3-10, 130 dieci e ss. 161 II-19, 164 21-99, 167 100 e oltre, 182 frazioni 161 moltiplicativi 161 ordinali 77 numero 13 'od con suff. 137 oggetto diretto, particella 27; con suff. 38; mantenimento dell’oggetto diretto con verbi passivi 154 ortografia 8-11 participi: attivo (Qal) 26; vedi tabella alla fine dell’indice analitico passivo (Qal) 128 pàtah furtivo 6, 10 pausali, forme 152 perfetto, significato di 44 piel (verbi) 148-9, 151 pilpel (verbi) 181 poel (verbi) 181 polal (verbi) 180 polel (verbi) 180 preposizioni: in generale 15 ba, la, ka + sost. 29 min + sost. 30 * con suffissi pronominali: ba 38; la 38; ka 65;
I n t r o d u z io n e a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
’et (indicatore ogg. di retto) 38; min 65; 'im 69; 'et (con) 69; . ’el 83; 'al 83; tàhat 83; ’ahàrè 83; ben 142 composte 100-101 proclisi 155 pronomi: dimostrativi 40 personali indipendenti 81 interrogativi 82 relativi 32, 55, 70 riassuntivi 70 suffissi: vedi sostantivi, pre posizioni, verbi proposizioni: condizionali 196 congiuntive 98, 107, 132, 135, 136, 197 disgiuntive 132, 135, 136 temporali 110 sequenze di: sequenze narrative 98, 132, 197 riassunto sequenze 197 con imperativo, iussivo o coortativo 107 tipi sintattici di: con pred. aggettivale 23 pred. avverbiale 16 pred. esistenziale 37 pred. nominale 60 pred. participiale 26 pred. verbale 45 pual (verbi) 154 punti vocalici 10
I n d i c e A n a l it ic o
qal irregolari (verbi) 190 qal passivi 179 raddoppiamento virtuale 6 riduzione pretonica 5 riduzione propretonica 5 riduzione vocalica 5 ritrazione dell’accento 155 sequenze narrative 98 shewa: regola del 5 regola dello - con gutturali 6 sillabazione 2 sostantivi: genere 12 numero 13 plurale; bdkdr, dàbàr, màqóm 19 mélek 19 mispàt, mizbe1h 25 ’dyèb, kókàb 25 'iwwèr, kissè' 25 sost. monosillabici 34 zàyil 50 ’ebyón, gìbbòr ecc. 50 sostantivi in -eh 50 sost. femminili in -ah 53 sost. in -eh 50 altri sost. femminili in -et ecc. 62 con -ah di direzione 58
449
stato costrutto: uso di 72 forme di 73, 75-6, 78-9 con suffissi pronominali: generale 85 ’àby ’àh.peh 88 ben, sèm 96 segolati 99, 104 sost. femminili in -et/al 111 pdrìecc. 112 sostantivi in -eh 116 duale 92 forme pausali 152 spelling difettivo 8 stativi (verbi) 87 suffissi oggetto: sul perfetto 184-6, 188-9 sulfimperfetto 192 sull’imperativo 193 suffisso di direzione -ah 58 suoni delPebraico 1 verbi: vedi tavola alla fine dell’indice analitico vocali 1; nome delle - 10 yes 37; con suff 133
Radici
Regolare
I-gutt,
II-gutt.
III-gutt.
I-Aleph
48 103 103 108 114 128 26 128
48 94 102 106 114 128 35 128
48 94 102 106 114 128 35 128
48 108 108 108 114 128 26 128
141 149 154 158 175 178
141 149 154 158 175 178
141 149 154 160 175 178
141 149 154 158 175 178
Qal perfetto imperfetto imperativo iuss., coort. inf. costr. inf. ass. ptc. att. ptc. pass.
43, 90, 102 106 114 128 26 128
Niphal Piel Pual Hiphil H ophal Hithpael
141 149 154 158 175 178
87 94
Q a l p a s s iv o 179; Q a l perfetti co n irreg o la rità 190 P o lel , P o la l , H ith polel 180; P erfetto di in; 49; Im p e rfe tto d i
120,
ut? 118; V t
120
Ili-/1 52
95 102 106 114 128 35 128 143 151 154
160 175 178
I-Nun
I-Yodh/Waw
III-Hè
Vuote
43 118 118 118 118 128 26 128
43 120 120 120 120 128 26 128
57 122 122 122 122 128 41 128
64, 124 124 124 124 128 64 128
143 149 154 158 175 178
143 149 154 163 175 178
143 151 154 166 175 178
146 — —
169 175 178
87
Geminate
68, 126 126 126 126 128 26 128 146 151 154 172 175 178
I ndice G enerale
Prefazione all’edizione ita lia n a ..............................................................5 Prefazione......................................... ..........................................................9 Introduzione............................................................................................. 11 F o n etica.................................................................................................... 15 1.1 suoni dell’ebraico biblico...................................................................15 2. Divisione in sillabe.............................................................................. 18 3. Accento................................................................................................ 19 4. Le consonanti conosciute come begadkepat........................................ 19 5. Riduzione vocalica...............................................................................21 6. Caratteristiche speciali delle consonanti gutturali e del Resh...............22 7. L’alfabeto ebraico.................................................... ............. ............. 23 8. Alcune caratteristiche dell’ortografia ebraica..................................... 25 9. Il Daghesh............................................................................................27 10.1 punti vocalici.............................................. ..... ............... ..... ....... 28 11. Il Metheg........................................................................................... 30
Lezione 1................................................................................................... 35 12. Il sostantivo: il genere........................................................................ 35 13. Il numero............................................................................................36 14. L’articolo determinativo.................................................................... 37
I n t r o d u z io n e a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
452
15. Preposizioni........................................................................................... 37 16. Frasi con predicati avverbiali................................................................ 38 17. Vocabolario 1.........................................................................................39 Lezione 2........................................................................................................ 41 18. L ’articolo determinativo (cont.)............................................................ 41 19. Il plurale dei sostantivi.......... ................................................................42 20. Vocabolario 2 .........................................................................................42 Lezione 3 ........... ............................................................................................ 47 21. L ’articolo determinativo (conclusione).................................................47 22. Aggettivi................................................................................................47 23. L ’uso degli aggettivi............................................................................. 49 24. Vocabolario 3 .........................................................................................50 Lezione 4 ........................................................................................................ 53 25. Sostantivi plurali (cont.)........................................................................53 26. Il Participio attivo..................................................................................53 27. L’indicatore dell’oggetto diretto “n$ 'et-..............................................55 28. Vocabolario 4 .........................................................................................56 Lezione 5........................................................................................................59 29. Le preposizioni } bd-y) te- e y kd-........................................................ 59 30. La preposizione
min.......................................................................... 60
31. Il comparativo......................................... ...............................................61 32. Il pronome relativo
’àser..............................................................61
33. Vocabolario 5.........................................................................................62 Lezione 6 .............................................................................................. ....... 65 34. Sostantivi plurali (cont.)........................................................................65 35. Participi (cont.)......................................................................................66 36. Vocabolario 6.......................................................................................66
In d ic e G e n e r a l e
453
Lezione 7 ......... ......................................................................... .................. 69 37. Predicato di esistenza............................................................................ 69 38. Le preposizioni ? ba-, \ h - e "n$ 'et- con i suffissi pronominali....... 70 39. Vocabolario 7..,.,,...................................................................................71 Lezione 8 ........................................................................................................73 40. Aggettivi e pronomi dimostrativi.......................................................... 73 41. Participi (cont.)......................................................... ........................ ...74 42. Vocabolario 8.........................................................................................74 Lezione 9 ........................................................................................................77 43. Il perfetto di 3J1S kàtab.......................................................................... 77 44. Il significato del perfetto....................................................................... 78 45. L ’ordine delle parole nella frase verbale................. ........................... 79 46. Le forme della congiunzione 1 wb-........................................................ 80 47. Vocabolario 9........................................................................................ 81 Lezione 10.................. ...................................................................................83 48. Il perfetto dei verbi con consonanti gutturali in radice........................ 83 49. Il perfetto di ina nàtan............................................................................84 50. Sostantivi plurali (cont.)........................................................................84 51. Vocabolario 10.................................................... ..................................85 Lezione 11................. ..................................................................................8 7 52. Il perfetto dei verbi III-Aleph: NXB màsà ’.............................................87 53. Sostantivi plurali (cont.)........................................................................87 54. La particella interrogativa rj ha-............................................................ 88 55. Ancora su
’àser.............................................................................88
56. Vocabolario 11..................................................................................... 89 Lezione 12.......................................................... ................ .......................... 93 57. Il perfetto dei verbi III-Hé: H33 bànàh................................................... 93
I n t r o d u z io n e a l l ’ e b r a ic o b ib l ic o
454
58. Suffisso di direzione no -àh...................................................................93 59. Vocabolario 12................................................................... ..................95 Lezione 13....................................................................... ........................... 99 60. Frasi con predicato nominale................................................................ 99 61. Il verbo
hàyàh (essere).....................................................................99
62. Sostantivi plurali (conclusione)........................................................... 101 63. Vocabolario 13......................................................................................101 Lezione 14................................................................................................. 103 64. Il perfetto di Dj? qàm t R ì b à ’............................................................... 103 65. Le preposizioni p min e :? ka con suffissi pronominali.......................104 66. *73 kól.....................................................................................................105 67. Vocabolario 14..................................................................................... 106 Lezione 15............................................... .................................................... 109 68. Il perfetto di :no sàbab........................................................................ 109 69. Le preposizioni di? 'im e Vii* ’et con suffissi pronominali................. 110 70. Osservazioni finali su
...................................................................110
71. Vocabolario 15..................................................... ............................. 112 Lezione 16.................................................................................................... 115 72. La catena costrutta............................................................................... 115 73. La forma del costrutto singolare....................................... ..................118 74. Vocabolario 16..................................................................................... 119 Lezione 17................................................ ...... ........................................ 123 75. Il costrutto singolare: tipi minori.........................................................123 76. Il costrutto singolare dei sostantivi femminili che terminano in -àh 123 77. Vocabolario 17............................................ .................. ......................124 Lezione 18.................................................................................. ................. 127 78. Le forme costrutte dei sostantivi plurali in -im ...................................127
In d i c e G e n e r a l e
455
79. Le forme costrutte dei sostantivi plurali in -ót.................................... 128 80. Vocabolario 18.... ...................... ........................................................ 129 Lezione 19...................................*............................................................. 133 81. La forma indipendente del pronome personale (soggetto)................. 133 82.1 pronomi interrogativi................................................ ........................134 83. Le preposizioni
, bv , nnfl e nqx con i suffissi pronominali........ 134
84. Vocabolario 19............ ...................................................................... 135 Lezione 20...................................................... ............................................ 139 85. Il sostantivo con suffissi pronominali................................................. 139 86. Vocabolario 20,.......... ..................................................... .................144 Lezione 21....................................................................................................147 87. Verbi stativi...................................... ........................... .....................147 88.1 sostantivi 3ìJ, nK e n$.........................................................................149 89. Vocabolario 21.....................................................................................150 Lezione 22...................................................................................................153 90. L’imperfetto.........................................................................................153 91. Il significato dell’imperfetto........... ..................................................154 92. Il duale.................................................. .............................................. 154 93. Vocabolario 22....... ............................................................................. 155 Lezione 23................................................................................................... 159 94. L ’imperfetto in a ...... ....................................... ..................... ............159 95. Verbi III-Aleph: l5imperfetto.... ................................ .......................159 96.1 sostantivi *|3 e
........ ............................... ....................................... 160
97. Vocabolario 23................ ............................... ....................................160 Lezione 24.................................................................. ................................163 98, Le sequenze narrative...................................................... .................163 99.1 segolati............................................................. .................................165
456
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100. Osservazioni su alcune preposizioni.................................................166 101. Vocabolario 24...................................................................................166 Lezione 25............................ .......................... .......
..... ........................171
102. L’imperativo...................................................................................... 171 103. Verbi I-gutturale: imperfetto e imperativo........................................172 104.1 segolati (cont).,................................................................................173 105. Vocabolario 25.................................................................... ............. 174 Lezione 26................................................................................................. 177 106. Lo iussivo e il coortativo..................................................................177 107. Sequenze narrative con l’imperativo, lo iussivo e il coortativo..... 177 108. Verbi I-Aleph: imperfetto e forme correlate.....................................178 109. Vocabolario 26......................................... .......................... .............180 Lezione 27............................. ......................................................................183 110. Proposizioni e sintagmi temporali.................................................... 183 111. Sostantivi femminili in -et e -a t........................................................ 183 112. Sostantivi del tipo ’")9.........................................................................184 113. Vocabolario 27................................................................................. .184 Lezione 28................................................................................................... 187 114. L ’infinito costrutto...... ...................................................................... 187 115. Alcuni usi dell’infinito costrutto.......................................................187 116. Osservazioni finali su alcuni tipi di sostantivi...... ......................... .190 117. Vocabolario 28................................................................................... 191 Lezione 29........................................ ...........................................................193 118. Verbi I-Nun: imperfetto e forme attinenti.........................................193 119. Vocabolario 29................................................................................... 195 Lezione 30............................ *.................................................... ................199 120. Verbi I-Yodh: imperfetto, imperativo e infinito costrutto............... 199
I n d ic e G e n e r a l e
457
121. Vocabolario 30,,...,...................................................... ................. ....201 Lezione 31.................................... .......................................................... ...205 122. Verbi III-Hé: imperfetto, imperativo e infinito costrutto.................205 123. Vocabolario 31....................................................... ....................... ...207 Lezione 32....................................... ........................... ........ .......................211 124. Verbi vuoti (II-Waw/lI-Yodh): impf., imptv. e inf. costrutto........ 211 125. Vocabolario 32..... ................................................................ ............ 213 Lezione 33........................................... .......................................................217 126. Verbi geminati: imperfetto, imperativo e infinito costrutto.... .......217 127. Vocabolario 33.................................................................................. 219
Lezione 34.......................................................................... ................................. 2 128. Il participio passivo............................................................................223 129. L’infinito assoluto................................................ .............................224 130.1 numeri da 3 a 10................................. .......................................... 225 131. Vocabolario 34............. .............................. ......................................227 Lezione 35..................................................................................... ..............231 132. Proposizioni legate con ) wd-................... ........................................231 133.$? e p a ............ ...................................................................... ............ 235 134.
Vocabolario 35.......................... .................................................... 236
Lezione 36...................................................................................................239 135. nari.....................................................................................................239 136. K3 e xrm n............. .............................................................................242 137. 7ÌS? e rpx............................................................................................. .242 138. Vocabolario 36,....... ..................... ............................ ...................... .244 Lezione 37.......... *....................................................................................... 247 139. Verbi derivati.................................................................................... 247 140. Verbi Niphal: significato..................................... ........................... .247
458
I n t r o d u z io n e a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
141. Verbi Niphal: temi e flessione.......................................................... 250 142. Vocabolario 37...................................................................................253 Lezione 38................................................................ ...................................257 143. Verbi Niphal: temi e flessione (cont,)...............................................257 144. Verbi Niphal: tipi misti..................................................................... 259 145. Vocabolario 38...................................................................................259 Lezione 39.................................... ...............................................................263 146. Verbi Niphal: temi e flessione (conclusione)................................... 263 147. Vocabolario 39...................................................................................265 Lezione 4 0 ........ ............... ......... .............. .................................................. 269 148. Verbi Piel: significato........................................................................ 269 149. Verbi Piel: temi e flessioni................................................................ 271 150. Vocabolario 40........ ...................................................... ................... 273 Lezione 41........ .......................................................................................... 277 151. Verbi Piel: temi e flessioni (conclusione)........................................ 277 152. Forme pausali.....................................................................................278 153. Vocabolario 41...................................................................................280 Lezione 42........... ....................................................................................... 283 154. Il Pual........................................................................................ .......283 155. Proclisi, ritrazione dell’accento e daghesh congiuntivo...................285 156. Vocabolario 42.................................................................................. 287 Lezione 43................................................................................................... 291 157. Verbi Hiphil: significato................................................................... 291 158. Verbi Hiphil: temi e flessione........................................................... 293 159. Vocabolario 43...................................................................................295 Lezione 44.............................. ....................................................................299 160. Verbi Hiphil: temi e flessione (cont.)......... .................................... 299
I n d ic e G e n e r a l e
459 V
161. Approfondimenti sui numerali.......................................................... 300 162. Vocabolario 44............................................................................... ...300 Lezione 45.......................... ............................. .........................................305 163. Verbi Hiphil: temi e flessione (cont.)...............................................305 164.1 numeri da 11 a 19............................................................................306 165. Vocabolario 45...................................................................................306
Lezione 46.................................................. ......................................................... 31 166, Verbi Hiphil: temi e flessione (cont.)............................................... 311 167.1 numeri da 21 a 9 9 ......................................................................... 312 168. Vocabolario 46.................................................................................. 313 Lezione 47..................................................... .............................................317 169. Verbi Hiphil: temi e flessione (cont.)................................ .............. 317 170. Uso idiomatico di ^
....................................................................... 318
171. Vocabolario 47.................................................... ..............................319 Lezione 48................................................................................................... 325 172. Verbi Hiphil: temi e flessione (conclusione)................................... 325 173. Endiadi verbali e forme idiomatiche ad esse correlate....................326 174. Vocabolario 48.................................................................................. 328 Lezione 49.......... ........................................................................................333 175. Hophal........................................................ ....................................... 333 176. Vocabolario 49................................. ................................................334 Lezione 50................................................................................................... 339 177. Hithpael............................................................................................. 339 178. Vocabolario 50...................................................................................341 Lezione 51................................................................................................... 345 179. Il Qal passivo.................................................................................... 345 180. Polel, Polal e Hithpolel..................................................................... 345
460
I n t r o d u z io n e a l l ’e b r a ic o b ib l ic o
181. Altri tipi verbali...............................................................................346 182. Osservazioni finali sui numeri..........................................................347 183. Vocabolario 51............ ......................................................................34^ Lezione 52................................................................................................... 353 184. Il verbo con i suffissi oggetto...........................................................353 185.1 suffissi oggetto con il perfetto: 3a persona maschile singolare ....353 186.1 suffissi oggetto con il perfetto: 2a persona maschile singolare ....355 187. Vocabolario 52.................................................................................. 356 Lezione 53................................................................................................... 361 188. Suffissi oggetto con il perfetto: 3a persona femminile singolare....361 189. Suffissi oggetto con le restanti forme del perfetto........................... 361 190. Un gruppo di verbi Qal irregolari.....................................................362 191. Vocabolario 53........................................ ..........................................363 Lezione 54.................................................................................................. 367 192. Suffissi oggetto con l’imperfetto..................................................... 367 193. Suffissi oggetto con l’imperativo.................................. ................... 369 194. Suffissi oggetto con l’infinito costrutto........................................... 369 195. Vocabolario 54.................................................................................. 370 Lezione 55.......................................................... ........................................ 373 196. Frasi condizionali.............................................................................. 373 197. Osservazioni conclusive sulle sequenze di proposizioni................ 376 198. Vocabolario 55...................................................................................381 Appendice A - Classificazione dei Sostantivi................................... 385 Appendice B - Verbi Q a l....................................................................... 401 Appendice C - Le coniugazioni derivate........................................... 409 Appendice D - Tavola cronologica........... .................................. .
413
Appendice E - Bibliografia E ssenziale...............................................415
I n d ic e G e n e r a l e
461
Glossario Ebraico - Italiano............................................................417 Glossario Italiano - Ebraico....................... .............. ......................433 Sigle e Abbreviazioni................................................................... .
445
Indice Analitico...................... ........................................................... 447 Indice Generale.... ;...... .................. ...................................................451
Elzbieta
M. Obara ha
Sono passati oltre quarantanni dalla pubblicazione del
conseguito il Dottorato in
la grammatica ebraica Introduction to BiblicaI Hebrew di
Scienze Bibliche presso il
T.O. Lambdin. L’edizione italiana risponde al bisogno di
Pontificio Istituto Biblico.
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È docente di lingua ebrai
appassionati della lingua ebraica - desideroso di avere un
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accesso più agevole a un’opera diventata ormai un clas
presso la Pontificia Univer
sico per lo studio dell'ebraico biblico. Il fatto stesso che
sità Gregoriana.
r Introduction abbia conosciuto numerose ristampe e tra duzioni. e continui ancora oggi a essere adottata come libro di testo in diverse e qualificate istituzioni, ne testim o nia il grande valore. In quanto strumento di base, non si propone di abbracciare ogni possibile questione, ma di offrire un solido fondamento per eventuali passi succes sivi. I contenuti coprono aH'incirca le lezioni di un corso di studio annuale e mirano ad abilitare gli utenti alla lettu ra e alla comprensione personale dei testi narrativi della Bibbia Ebraica. Le discipline linguistiche insegnano che la condivisione di uno stesso codice è il primo, necessario elemento per un’autentica comunicazione; ebbene, cono scere il codice linguistico dell’ebraico biblico può costitui re il primo fondamentale passo per un incontro autentico, e favorire quello scambio comunicativo grazie al quale non solo noi leggiamo la Scrittura, ma in qualche modo anche la Scrittura legge noi, postulando una risposta interpreta tiva e operativa insieme.
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